Stefano Beverini


Umbria misteriosa

Miti, leggende, simboli - Luoghi
esoterici - Una seduta medianica
con il Gruppo Flavio.






Quanti sepolcri imbiancati, catafratti, e non poco, di perbenismo e falsa spiritualità! E' la solita ipocrisia dilagante che si ritrova un po' ovunque. Dalle fazioni partitiche ai luoghi dove tanto si parla di amore e solidarietà e poi, passata l'enfasi del momento, ci si comporta in tutt'altro modo. Ma la voglia di cambiare, di allontanarsi dal degrado metropolitano, da tante storie di ordinaria follia e dalle sentine di ogni tipo, nonostante tutto, c'è. E ci piace pensare che esistano zone ancora vivibili, dove il tempo sembra essersi fermato in un'oasi di tranquilla serenità.
"Siamo in Umbria, nella cosiddetta ""terra dei santi"" o ""cuore verde d'Italia"", dove insieme all'intensa atmosfera mistica che promana da certi luoghi, c'è il paesaggio bucolico quasi impossibile a descriversi senza cadere nella retorica. Maggio 1995. Il mio viaggio in Umbria inizia a Terni con una mia conferenza al ""Centro Itaca"", per concludersi con le sedute del ""Gruppo Flavio"" a Perugia."
A Terni visito luoghi dal fascino arcano vicino alla  "Cascata delle Marmore. Specchietti lacustri, anfratti, oscuri cunicoli, grotte e cascatelle trasmettono insolite emozioni. E' un amico studioso di esoterismo a farmeli conoscere e mi dona anche alcune fotocopie di testi che trattano della Terra Umbra, scritti con tanto entusiasmo, una vera apologia, insomma: gli autori sostengono che i leggendari miti del Graal di Avallon e via dicendo, gravitanti attorno a un regno simbolico, a un ""Centro"" da restaurare, si concreterebbero proprio nell'Umbria. Per questo il tema del ""Centro primordiale"", del ""Monte salvato dalle acque"" avrebbe qualche attinenza col monte Torre Maggiore in quel di Terni. E ancora: presso la Cascata delle Marmore, secondo alcuni passi dell'Eneide di Virgilio, si troverebbe l'antro di Mercurio o della Sibilla, una caverna conducente agli Inferi. "
"Romantica e dai toni delicati è invece la leggenda del pastore Velino che, innamoratosi della ninfa delle acque Nerina, trasformato da Venere in fiume, nel tentativo di abbracciare l'amata precipitò nel Nera, formando la celebre Cascata delle Marmore. E da un amore idillico ai miti biblici, che sembrano suggerirci di poter accomunare la Mesopotamia o ""Terra tra i fiumi"" alla patria di quei primi popoli abitanti tra  i corsi dei quattro fiumi che segnavano i confini dell'antica Umbria, detti Interamnati. Infatti, per Marco Varrone si definiva interamna ogni città posta tra due vie fluviali, perciò Interamna Nahartis era il nome di quella Terni ubicata agli albori della storia proprio tra due corsi d'acqua. Sembra che in epoche remote un misterioso popolo proveniente dal mare, forse sopravvissuto a un cataclisma, fosse giunto in Italia centrale. Come non pensare a discendenti di Atlantide o di qualche altra mitica terra scomparsa? I membri di tale etnia si fecero chiamare Umbri, termine che - guarda caso - per Erodoto significa «bagnati, salvati dalle acque». Cosa sia accaduto, non lo sappiamo; di certo le origini del popolo umbro si perdono in un passato lontano, e ciò contribuirebbe ad alimentare tutto ciò che sta tra la storia, l'invenzione fantastica e quei famosi miti che adombrano profonde realtà. Ma se le origini sono sepolte dal tempo, tracce umane sicure sono già rilevabili nel Paleolitico e nel Neolitico, e un'importante testimonianza  più recente ci verrà dalle Tavole Eugubine datate tra il secolo III e il secolo I a.C. . I colonizzatori romani saranno artefici di imponenti costruzioni e gli Etruschi influenzeranno soprattutto religione, cultura e arte."
"Esistono ancora i ruderi di intere città romane come Carsulae, vicino a Terni, fiorente in epoca imperiale e distrutta nel secolo IX, che ho visitato insieme agli amici del ""Centro Itaca"". Ne restano notevoli vestigia che ci riportano al vivere di allora. E la storia dell'Umbria, in questo nostro brevissimo itinerario attraverso i secoli, arriva al movimento francescano con la figura del Santo di Assisi. Giungiamo poi ai fermenti di sedizione contro " "l'autocrazia papale, come la ""guerra del Sale"" nella Perugia del Millecinquecento. E' di quest'epoca la possente Rocca Paolina eretta per volontà del pontefice Paolo III Farnese, che ingloba i resti di alcuni edifici medioevali. Con alcuni amici del ""Gruppo Flavio"" di Perugia, che si sono prestati a farmi da cicerone, ho percorso le suggestive e antiche viuzze di questa straordinaria città sotterranea dal fascino insolito: uno scenario da ""brividi"", in senso positivo, s'intende. Anche se, chissà... forse non eravamo solo noi, visitatori in carne ed ossa, lì presenti, ma c'era anche qualcosa di diverso che aleggiava: il sensitivo psicometra Aldo lo avrebbe percepito nettamente."
"Ho visitato diverse zone dell'Umbria pur con il poco tempo a disposizione, passando dai centri più noti ai pittoreschi paesini in pietra, antichi.  Sono giornate ancora fredde e si avverte nell'aria il fragrante profumo della legna arsa nei caminetti. E' un po' come  tornare indietro nel tempo, anche nei particolari. I luoghi di francescana memoria, poi, come non restarne colpiti! Da essi promana un senso di vibrante spiritualità. Come Assisi, tipico centro medioevale racchiuso nelle antiche mura. La basilica di Santa Maria degli Angeli, che include la rustica e primitiva cappella della Porziuncola. O l'""eremo delle carceri"", dove si ritirava San Francesco, immerso in un lussureggiante paesaggio silvestre, che nasconde le varie grotte degli eremiti di un tempo. "
"Del perugino ""Gruppo Flavio"", che ha preso il nome dal figlio di uno dei componenti, deceduto in giovane età, ne ho già trattato sul GdM (n. 275). Tre sono i medium: Mara, Katia e Aldo. Quest'ultimo va in trance molto raramente ed è soprattutto un valido psicometra. Nel corso delle sedute c'è un'attiva collaborazione fra i tre, in amicizia e senza alcuna voglia di protagonismo. Spesso essi percepiscono le ""presenze"" e si confrontano sulle immagini visualizzate."
La seduta in questione ha luogo il 20 maggio 1995. Ne ho partecipato anche ad altre. Siamo in otto, seduti intorno a un grosso tavolo. La stanza è arredata con mobili antichi, rustici, vicino a un caminetto e ciò contribuisce a conferire all'ambiente una insolita suggestione. La medium in trance questa volta è Katia. Si presenta un'entità, è un amico del padrone di casa, Nando, che fa parte del Cerchio e dirige la seduta.

«Nando, ho tanta voglia di parlare con te, ho voglia di ridere e scherzare come un tempo... Non è che io stia male qui. Ho solo tanta voglia di stare un po' con te. Ho chiesto il permesso di venire. Me lo hanno concesso, ma mi hanno detto per poco. Non voglio andare via. Mi chiamano. Nando, mi racconti le tue belle barzellette? Ho voglia della vita che facevamo insieme... »


Poi si presenta la Guida, Flavio, e il discorso si estende a livelli elevati: si parla di universi paralleli che vivono simultaneamente o in momenti diversi, non percepibili dalla mente umana limitata, e d'altro ancora. Tra le frasi, una mi colpisce in particolare:  
 «Il silenzio parla, Nando! Se voi ascoltaste di più il silenzio capireste molte più cose. Il silenzio è un vuoto, non è un niente. E' la concentrazione che nasce con il vostro spirito che porta fino a Dio, che porta fino al Creatore. L' Immenso è il silenzio...»


"Come non pensare al vuoto, concetto essenziale del buddhismo mahayana e dello zen. Daistz Teitaro Suzuki, una delle massime autorità dello zen, sul tema del silenzio osserva come alcuni filosofi e teologi parlano del ""silenzio"" orientale in contrasto con il ""Verbo"" occidentale che si fa ""carne"". Ma essi non comprendono ciò che l'Oriente effettivamente intenda per ""silenzio"": non è antitesi del ""verbo"", è bensì il verbo stesso,  è il «silenzio tonante»."
Fromm, Suzuki, De Martino, Psicoanalisi e buddhismo zen, Roma, Ubaldini,1968,p.72  "In generale, non dovremmo mai dimenticare che la medianità, quasi sempre avvincente, non è scevra di rischi, perché si aprono canali dai quali possono passare anche poco graditi ospiti. Bisogna comunque valutare attentamente i contenuti dei messaggi e fare attenzione ai falsi mentori. ""Sentire"" interiormente quanto viene comunicato, e questo vale molto più di tante spiegazioni razionali."

Valdes, G. (a cura di),Arte e storia dell'Umbria,Firenze,Bonechi,1993.