ATTIVITA’ SOLARE ED EPIDEMIA INFLUENZALE

 

Di Giuseppe Cosco

 

Si parla di epidemia mondiale. Quello dei mass media è un vero e proprio bollettino di guerra. L’influenza <<australiana>> quest’anno ha già colpito più di 2.000.000 di italiani e avanza infettando circa 250.000 persone alla settimana e il peggio deve ancora venire. All’estero la situazione è molto più tragica. L’Inghilterra è la nazione che conta più vittime. Londra è in ginocchio e il governo Blair prevede 4.000 morti. E’ stata definita <<l’epidemia peggiore degli ultimi 10 anni>> e le cifre parlano chiaro e a febbraio la situazione sarà ancora più drammatica.

Perché quest’anno il virus influenzale è divenuto così aggressivo? E’ vero che i virus sono in stretta relazione col nostro Sole? Secondo taluni ricercatori questa relazione tra l’attività solare e l’aggressività dei virus è reale e più che provata. Il Sole, infatti, non è solo apportatore di luce e calore, essenziali per la vita sulla Terra, ma interferisce con tutti i processi vitali del nostro pianeta e, in alcune circostanze, è la causa scatenante di vere e proprie epidemie.

Lo scienziato sovietico A.L. Tchijewsky (1897-1964), professore alla Facoltà di medicina dell’Università di Mosca, che studiò a lungo il problema, raccogliendo finanche dati da 72 paesi fin dal 600 a.C., scoprì un evidente parallelismo tra le epidemie in genere in rapporto al ciclo undecennale del sole. La sua tesi è che tutte le epidemie mostrano una periodicità undecennale. Era conosciuta e da molto tempo una periodicità di circa undici anni per la difterite, ma se ne ignorava il motivo. Tchijewsky ne evidenziò il parallelismo col ciclo undecennale del sole. Identica relazione evidenziò lo studioso russo, per la meningite cerebrospinale, che studiò in diversi Paesi e i cicli delle macchie solari, negli anni 1800-1920. Il dott. B. Rudder, direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Francoforte, confermò con successive e più estese ricerche le conclusioni di Tchijewsky.

Altri lavori documentarono un rapporto tra il ciclo undecennale solare e l’infezione difterica e il numero dei casi avutisi a Vienna e a Budapest (osservazioni fatte sugli anni: 1885 - 1900 - 1905 - 1910 - 1915 - 1920 - 1925 - 1930 - 1935). (Fonte: H. Berg, I° Symposium international sur les relations entre phénomènes slaires terrestres en chimie-physique et biologie, Presses Académiques Européennes, Bruxelles, 1960, pag. 160).

Sono state trovate relazioni, anche, tra gli infarti cardiaci e le perturbazioni solari. Nel 1959, sul Bollettino dell’Accademia di Medicina del numero di marzo, il dott. M. Poumailloux, primario di cardiologia all’ospedale parigino Saint-Antoine scriveva: <<le nostre constatazioni hanno fatto apparire una correlazione veramente impressionante tra l’aumento degli infarti al miocardio, in certi periodi di massima attività solare e di punte di agitazione geomagnetiche>>. Già nel 1945 era stato osservato che la curva della mortalità per malattie di cuore nell’ex Unione Sovietica era stata in stretta relazione con l’indice delle macchie solari. (Fonte: Pejarskaia, citato da N. Schulz, Annales médicales de Nancy, maggio 1962, pag. 182).

In India uno studio in tal senso è stato condotto dai dottori Malin e Srivastava (1979). Il periodo preso in considerazione va dal 1967 al 1972. Furono studiati 5000 casi di ricovero per infarto avvenuti in due ospedali e studiati in relazione all’indice giornaliero di attività geomagnetica terrestre in rapporto all’intensità delle macchie solari. Il risultato a cui pervennero i due studiosi fu molto significativo.

Nel 1915 Tchijewsky pubblicava un lavoro dal titolo: "Influenza periodica del Sole sulla biosfera", nel quale dimostrava la relazione tra i fenomeni di perturbazione solare e la vita sulla Terra. Lo scienziato scoprì, pure, una significativa coincidenza con le maggiori epidemie di peste e la periodicità delle macchie solari. Per questo studio risalì fino al VI secolo della nostra Era. Studiò ottanta epidemie di peste, verificatesi tra il VI e il XIX secolo, in Europa, scoprendo che ben 52 di queste, il 65%, si erano scatenate in periodi di massima attività del Sole. La tesi di Tchijewsky è, in sostanza, che le epidemie, similmente al Sole, hanno una periodicità di circa undici anni.

Il mondo accademico si espresse molto positivamente sul lavoro dell’instancabile ricercatore. Indubbiamente quello che appare fin troppo chiaro, è che il Sole con le eruzioni è in stretta relazione con le epidemie più gravi quali il colera, la difterite, il tifo, ecc. Anche la malattia influenzale è più virulenta in anni di massima perturbazione solare. Nel 1918-19 l’influenza detta Spagnola, scoppiata in un periodo di attività solare perturbata, subito dopo la prima guerra mondiale e diffusasi in seguito in tutto il mondo, provocò quasi 400.000 morti.

Il 1957, pure, anno di massima attività solare, vede alla ribalta l’Asiatica, che causò, solo in Italia 10.000 morti in eccesso, cioè in più rispetto alla media. Si parlò come per la "spagnola" di <<pandemia grave>>. L’Hong-Kong nel 1969-70 di morti ne provocò, solo in Francia, 20.000. Negli anni 1989-90 è stata la volta della Cinese, che, oltre a provocare una vera e propria ecatombe in Inghilterra, stese a letto non meno di 2 milioni di italiani ed in America milioni di persone.

Altri studiosi affermarono che i virus influenzali provengono dallo spazio. "<<L’influenza è spaziale>> dicono due scienziati inglesi". Così titolava un articolo su "la Repubblica" di venerdì 26 gennaio 1990. Nel pezzo si riproponeva quanto pubblicato dal prestigioso settimanale di scienza "Nature". L’articolo precisava: <<Secondo Fred Hoyle e Chandra Wickramasinghe il fatto che le ultime cinque epidemie d’influenza più gravi, siano avvenute quando maggiore è stata l’attività del sole, non è una semplice coincidenza. I due scienziati, infatti, sostengono che lo spazio è abitato da forme viventi primordiali come i virus, compreso quello che nell’uomo causa l’influenza. La grande intensità che raggiunge il vento solare ogni undici anni trasporterebbe molti più virus sulla Terra, causando le epidemie più gravi>>.

Ritornando alla situazione di questi giorni, quest’epidemia mondiale, che sta provocando il tutto esaurito negli ospedali e altri gravissimi problemi in questi primi giorni del 2000, sembrerebbe non essere estranea all’incremento dell’attività solare che ha raggiunto valori molto alti in quest’anno. Se è così, il virus dell’ "australiana" è ancora ben lontano dall’aver esaurito la sua micidiale aggressività.