Medianità       -       La Grande Sintesi

Medianità       -       La Grande Sintesi
Pietro Ubaldi e il suo pensiero

di Stefano Beverini


Alcionea, la sacerdotessa di Iside del romanzo di Edouard Schuré, mostra un fiore di loto ormai appassito a colui che mal aveva corrisposto il suo amore, degradando se stesso nei viluppi delle tenebrose illusioni materiali. E il fiore rappresenta proprio quell'anima, perché il loto, sbocciando dalle acque paludose da cui non ne viene contaminato, è anche simbolo di purezza. Il romanzo è ambientato all'epoca della distruzione di Pompei. Non è trascorso poi molto tempo, ma da allora si sono senz'altro moltiplicate a dismisura le cause che provocano tanto disorientamento nell'intimo dell'essere umano.
"     Oggi assistiamo allo spettacolo di una società tutta dominata dalle ciniche leggi di mercato. Dove molto è sacrificato al ""Mòloch"" del potere, nel degrado dell'ambiente e di ogni rapporto interpersonale in genere. Non voglio fare del catastrofismo, ma indubbiamente viviamo un periodo molto delicato e quasi tutte le profezie concordano nell'affermare " "che sono prossimi tempi molto duri, difficili, e tragici. Stiamo percorrendo la fase di transizione, verso il terzo millennio... verso l'era dell'Acquario... verso i ""segni della presenza dello Spirito""..."
I cicli cosmici e la spirale

    «Nel campo delle coscienze collettive - così si esprime Pietro Ubaldi (1) - voi trovate, nella legge ciclica, la ragione dello svilupparsi e decadere periodico delle civiltà. Ogni civiltà giunge, dopo una sua giovinezza conquistatrice ed espansionista, a un massimo di maturità che non può oltrepassare ... Per avanzare ancora è necessario percorrere il ritmo involutivo per riprendere da capo, partendo da un nuovo germe che sintetizza il massimo precedentemente raggiunto, un nuovo ciclo di civiltà che potrà toccare a sua volta un massimo ancora più elevato, e così via. Tutto il sistema dei cicli di civiltà avanza così lentamente per massimi successivi, alternati da fioriture, decadenze e morti, rinascite e riprese.»

"Grande è l'analogia di questo brano con alcuni messaggi medianici del ""Cerchio Ifior"" di Genova, e del ""Cerchio Firenze 77"": anche in essi si parla dell'evoluzione della materia, della forma, della coscienza e della razza (2). La legge ciclica, però, è ancora più ampia: come i cicli cosmici della Cabala, dominati dalle ipostasi Sefirot; oppure gli yuga e i kalpa degli Indù."

"     «Osservate il mio modo di procedere nello sviluppare il mio pensiero. Io avanzo secondo una spirale che gradualmente stringe le sue volute concentriche e, se ripasso per lo stesso ordine di idee, tocco questo raggio che parte dal centro in un punto a questo sempre più vicino; verso questo centro io guido il vostro pensiero""."


    La spirale è un antichissimo segno magico che risale alla preistoria. Se si considera dal punto centrale verso  "l'esterno rappresenta l'universo che si sviluppa. Se invece si procede dalla periferia verso il centro, il simbolo è quello del ritorno del molteplice all'Unità. I due moti costituiscono un unico processo ciclico, il quale viene espresso anche nel principio alchemico ""solve et coagula"", che accenna al continuo  succedersi di distruzioni e di rinnovamenti: l'uno si scioglie nel tutto e il tutto si coagula nell'uno. "

"     «In questa esposizione - prosegue Ubaldi - io parto dall'esterno e vado verso l'interno: dalla materia che è la realtà dei vostri sensi, allo spirito che contiene una realtà più vera e più alta; io vado dalla superficie al profondo, dalla molteplicità fenomenica al principio Uno che la regge. Per questo ho chiamato questa trattazione: La Grande Sintesi.»"


Una rilevante medianità



    Pietro Ubaldi e la Grande Sintesi: il Maestro e l'Opera. Grande medium, nel senso di intermediario tra l'uomo e la Trascendenza, riuscì a fondere in una sintesi logica e unitaria la scienza e lo spirito. Nato a Foligno nel 1886, laureatosi in giurisprudenza, Pietro Ubaldi esercitò dapprima in un proprio studio legale. Negli anni Venti perse tutto il proprio patrimonio, cambiò lavoro e si trasferì a Modica, dove insegnò l'inglese, una delle cinque lingue che conosceva perfettamente. Quindi, dal 1932, insegnerà a Gubbio, per poi emigrare in Brasile, nel 1952. Vi morirà vent'anni dopo. L'evento che modificò la sua vita fu inatteso e improvviso. Era il 24 dicembre 1931. Udì una voce, dentro di lui e nel contempo a lui stesso estranea:  

"     «Nel silenzio della notte sacra, ascoltami. Lascia ogni sapere, i ricordi, te stesso; tutto dimentica, abbandonati alla mia voce, nel silenzio più completo dello spazio e del tempo. In questo vuoto odi la mia voce che dice: sorgi e parla, sono io! Esulta della mia presenza: essa è un gran premio che hai duramente meritato; è quel segno che tanto hai invocato di quel più grande mondo nel quale io vivo e in cui tu hai creduto. Non domandare il mio nome, non cercare di individuarmi. Non potresti, nessuno potrebbe. Non tentare inutili ipotesi. Tu mi conosci lo stesso!»"


    Era iniziata la medianità di Pietro Ubaldi: intellettiva, ultrafanica, ispirata... Addirittura c'è chi afferma che la sua, medianità non fosse. E' certo, però, che dal mistero della sua anima nacque quel libro ponderoso intitolato La grande sintesi. La materia, l'energia e lo spirito sono le tre manifestazioni della Sostanza: è  l'Assoluto che appare nella sua trinità. Questa è l'idea fondamentale, sviluppata poi attraverso le mille sfaccettature scientifiche e filosofiche esposte in successivi ventitré volumi: l'opera di Ubaldi riguarda buona parte dello scibile umano.  
"Per quanto attiene alla scienza - cito brevemente qualche punto - la materia viene presa in esame quale prodotto di disfacimento di universi precedenti: essa muore come materia, risorge come energia, per trasformarsi nel fenomeno della vita. Vediamo nascere, per disgregazione atomica, l'energia quale seconda forma dell'universo fisico: la forza di gravità, la radioattività, la luce, il calore, il suono... e, in una sequenza sempre superiore, l'attività vitale. Come la materia muore per disgregazione atomica e nasce l'energia, così questa  si trasforma per ""disgregazione dinamica"" e nasce la vita. L'elettromagnetismo modifica l'equilibrio elettrico tra il nucleo e gli elettroni, nei primi elementi (idrogeno, carbonio, elio, eccetera) e nasce un nuovo movimento, non più rotatorio o ondulatorio, ma vorticoso. Viene così stabilita la traiettoria dei moti che sottintendono il fenomeno: una spirale a volute concentriche, con ritorni ciclici e continui superamenti. Dalla materia  si giunge infine - per evoluzione - dopo aver attraversato le fasi vegetale e animale, alla coscienza dell'uomo, che diverrà supercoscienza  fino a raggiungere la condizione, per noi inconcepibile, di unione con la Divinità. Quindi, sintesi di scienza - come già affermato - ma anche sintesi di spiritualità."

    «Nel mondo della materia abbiamo prima i fenomeni, poi la vostra percezione sensoria e infine, attraverso il vostro sistema nervoso convergente in quello cerebrale, la vostra sintesi psichica: la coscienza. Il vostro materialismo non ha errato vedendo in questa coscienza un'anima figlia della vita fisica e con essa destinata a morire. Ma essa non è che una psiche di superficie, risultato dell'ambiente e dell'esperienza, preposta alle soddisfazioni dei vostri bisogni immediati e il cui compito si esaurisce nel guidarvi nella lotta per la vita. Se scendiamo nel più profondo, troviamo la coscienza latente... A questa coscienza più profonda appartiene quella intuizione, che è il mezzo percettivo a cui è necessario poter giungere, perché possa avanzare la vostra conoscenza. La vostra coscienza latente è la vostra vera anima eterna, quella che preesiste alla nascita e sopravvive alla morte corporea.»


"     Perciò, mentre l' individualità è collegata all'essenza immortale, la personalità è una struttura psichica assunta da ogni individuo, nel corso delle esperienze della sua vita, implicanti i rapporti con il prossimo. Quindi la personalità viene anche definita ""io sociale"". Dopo la morte, ciascuno si libererebbe progressivamente della propria personalità, conservandone l'individualità. "
Il libero arbitrio e il destino dell'uomo
    Il determinismo della materia, per Pietro Ubaldi, gradatamente evolve nel libero arbitrio della coscienza, via via che questa si sviluppa. Il concetto è analogo a quello esposto in tutta la letteratura medianica più qualificata: il libero arbitrio non è un fatto costante e assoluto, in conflitto insolubile con il determinismo delle leggi della vita, ma è un fatto progressivo e relativo al diverso livello di maturazione spirituale che ciascuno ha raggiunto.

"     «Di fronte alla volontà della legge voi avete la volontà del vostro libero arbitrio, ma è volontà minore, arginata, circoscritta da quella volontà maggiore; voi potete agitarvi a vostro piacere, ma come entro un recinto e non oltre. Più progredite e più largamente potreste  cadere per la maggior libertà, se il più avanzato stato di progresso non fosse protetto da una proporzionata conoscenza.» "


    Infatti, se un individuo poco evoluto avesse tanta libertà, moverebbe tante cause che lo soffocherebbero. Inoltre lo spirito, nella sua evoluzione, s'innalza oltre la materia, liberandosi progressivamente delle scorie più grossolane.      

«La materia, l'universo stellare, è un'isola emersa dal livello delle acque dell'universo inferiore. La seconda  "pulsazione ha prodotto un'emanazione più alta: l'energia; la terza una utilissima per voi: lo spirito. Così la sostanza si muta di forma in forma, e le individuazioni dell'essere salgono di sfera in sfera, appaiono provenienti dall'infinito, nel vostro universo concepibile, scompaiono immerse nell'infinito ... Il ciclo torna su se stesso, ma sempre con un piccolo spostamento progressivo di tutto il sistema.»"


E ancora, col simbolo del seme, si richiamano alla memoria antiche concezioni religiose. Come lo gnostico Basilide, che concepiva la creazione come un seme comprendente tutte le cose, sorte poi per evoluzione, così Ubaldi:  

    «La creazione tutta è fatta e funziona per germi a cui segue uno sviluppo. Vedete che ogni esistenza è figlia di un seme, che ogni fenomeno è contenuto potenzialmente in un germe: legge che ritrovate sia nell'evoluzione, sia nell'involuzione degli universi. Il seme dei vostri atti è nel vostro pensiero, e ogni azione vi dà un seme più complesso, capace di produrre un'azione più complessa.»  


"     Un seme più complesso, capace di produrre un'azione più complessa... Queste parole un po' enigmatiche implicano il concetto di karma: la legge spirituale di causa e di effetto. Secondo alcuni orientamenti, soprattutto in riferimento ai messaggi della migliore medianità intellettiva, il karma assume un significato più esteso, oltre il concetto di bene e di male, di premio e di castigo; e tende a esprimere la completezza delle esperienze che l'individuo deve compiere all'interno della materia. Le situazioni negative che la vita impone a ciascuno di noi dovrebbero essere affrontate più serenamente, e considerate come una prova finalizzata all'ampliamento della coscienza, del ""sentire"".  "  
"     «I vostri atti vi inseguono nei loro effetti, irresistibilmente, per legge di causalità; e la loro spinta è data dalla potenza che a quegli atti imprimeste, proporzionata e della stessa natura benefica o malefica dell'impulso a voi dato. E' inutile la ribellione, l'ira, l'invidia per altre posizioni sociali, l'odio di classe: poiché ogni posizione è sempre la giusta, è la migliore per il proprio progresso. Vi ho dimostrato la presenza di una giustizia sostanziale nonostante tutte le ingiustizie umane, che non sono che esteriori e apparenti. E allora ognuno dovrà star contento del suo stato e adoperarsi per lavorare nelle condizioni in cui il destino lo pose. L'impianto di una vita avviene per voi fuori della volontà e della coscienza dell'individuo, è operato dalle forze della Legge. E se così non fosse, che vi indurrebbe, senza possibilità di fuga, a subire le prove necessarie al vostro progresso? ... Nell'evoluzione non si può isolare un campo dall'altro, ma tutti i fenomeni sociali debbono concepirsi fusi in un'etica superiore...»"  


"     E prosegue, con parole che verrebbero senz'altro derise dagli ambiziosi giovani rampanti con accessori griffati, che apprezzano soprattutto la lotta e la corsa per il prestigio sociale: per questo traguardo ""ogni mezzo è valido"". Ma ogni medaglia ha il suo rovescio, e ciò che oggi possono trovare stimolante, domani potrebbe ritorcersi contro di loro. In una purtroppo tristemente anacronistica concezione, Pietro Ubaldi descrive il lavoro quale funzione sociale, quale missione, quale necessità morale prima che economica, quale potenza di coesione sociale. Tristemente anacronistica - dicevo - in tempi in cui viene privilegiata la produttività strettamente connessa all'utile economico riservato a una ristretta minoranza. Tutto ciò a detrimento di ben altri valori morali."  
A nulla valgono le sofisticate innovazioni tecnologiche, se non si risolvono i problemi più semplici del vivere insieme. Pietro Ubaldi ci indica la necessità di cambiare rotta, di attribuire maggiore importanza all'essere umano. L'uomo, però, dovrà agire: con coscienza e senza interessi egoistici, per realizzare un mondo migliore... Prima che sia troppo tardi!


                                        STEFANO BEVERINI



Note bibliografiche:

"1) Le citazioni relative al pensiero di Pietro Ubaldi sono tratte dal volume La grande sintesi (Edizioni Hoepli (1937); Ergo (1949); Mediterranee (1980). - (2) I libri del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze sono editi rispettivamente da Insedit (Genova) e Mediterranee (Roma). "