L'aldilà secondo lo spiritismo

                L'aldilà secondo lo spiritismo



                Il risveglio dopo la morte...



                     di STEFANO BEVERINI


   
    La morte: argomento da evitare. Anche chi crede in un aldilà elude il discorso. Ma non c'è da stupirsi in un mondo dove la pubblicità e la moda propongono altere top model che ostentano il loro glamour. Dove sugli schermi e nei serial appaiono divi oltremodo belli. Dove sembra che abbiano importanza solo l'avvenenza e la giovinezza. In questo mondo di tanta immagine e poca sostanza, del fantasticare acritico e superficiale, del merchandising esasperato per promuovere un prodotto... l'argomento della morte - come dicevo - è tale da generare paura, sgomento e orrore, in chi si sofferma a immaginare la sorte del proprio corpo fisico.
 «Ecco, la vita si è compiuta e il corpo giace immobile. Attorno alla spoglia vi è chi piange, chi non trova in sé lacrime, chi osserva quel corpo e resta spaventato dal pensiero che un domani, presto o tardi, anch'egli diventerà uno sconosciuto. E' l'ultimo atto di un'esistenza terrena, quella che viene definita vita e che muta improvvisamente diventando ciò che viene definita morte. La morte, creature, questo spaventoso fantasma che accompagna l'individuo nella sua vita fisica fin dal momento del suo primo vagito, questo mostro che sta sempre alle spalle di ognuno di voi, pronto a ghermire la vostra esistenza quando meno ve lo aspettate... Certo, nel momento in cui il vostro corpo non può più agire nel mondo fisico, qualcosa cambia, ma ciò che cambia non significa necessariamente la perdita della vita.»

E' l'entità Scifo che parla. Siamo nel genovese Cerchio
Ifior, durante una seduta medianica. Così l'entità prosegue:

 «Perché la vostra vita, creature, non è una qualità particolare del vostro corpo fisico, ma la vita, il soffio che vivifica il vostro corpo, è qualcosa che non conoscete, qualche cosa che va oltre la semplice materia fisica.
"  E il vostro corpo eccolo lì, immobile come un vestito smesso, logoro, che è tempo ormai di abbandonare e di buttare. Voi lo osservate dal di fuori e, finalmente, vi rendete conto della realtà, della vera realtà della vita; vi accorgete che la vera vita non era quella che avete vissuto nella materia, che non era, per lo meno, soltanto quella. La vita non era soltanto il vostro corpo fisico perché, anche ora che il vostro corpo fisico appare privo di vita, voi, in realtà, siete più vivi che mai, e vi guardate attorno meravigliati, con altri sensi, con altre percezioni...» (1)"


               Indizi sulla sopravvivenza


"     Il pensiero della sopravvivenza dopo la morte è sempre stato uno dei più radicati e profondi aneliti dell'umanità. Ma le ""Guide"", gli ""spiriti comunicanti"" sono realmente chi affermano di essere? E' evidente che la sopravvivenza dell'uomo costituisce un problema metafisico, la cui soluzione non è raggiungibile per noi che agiamo nel mondo fenomenico. Questo aspetto e già stato esaurientemente analizzato dal 1783, per opera di Immanuel Kant (nei suoi Prolegomeni ad ogni futura metafisica...). Altri filosofi, più anticamente, tentarono invece una dimostrazione dell'immortalità dell'anima, come Platone (nella sua opera: Fedone). "
    Alcuni casi dello spiritismo classico, come i famosi plichi del Myers e del Piddington, e il ritorno di Lord Northcliffe (questi attraverso ben nove medium diversi) offrono rilevanti indizi a favore del loro reale intervento postumo. Per quanto riguarda i nostri studi, non soltanto la medianità ci offre interessanti spunti a favore della sopravvivenza, ma anche buona parte del paranormale in genere, come specificato dal grande studioso Ernesto Bozzano.
"  «Mi limito a ricordare i casi delle apparizioni di defunti al letto di morte, e i casi complementari delle apparizioni di defunti nell'ambiente in cui vissero. Ricordo inoltre taluni esempi impressionanti di fenomeni di telecinesi poco dopo avvenuto un caso di morte. Ricordo taluni episodi di ossessione con visione chiaroveggente dell'entità ossessionante, che per quanto a tutti sconosciuta, viene in seguito identificata. Ricordo numerosi casi di fotografia trascendentale in cui si pervennero a identificare fantasmi di ignoti. Ricordo altri episodi straordinari di fenomeni di infestazione, con apparizioni di fantasmi a tutti sconosciuti, e in seguito identificati. Ricordo infine talune esperienze di triplici corrispondenze incrociate a distanze enormi con estrinsecazione quasi simultanea, e in lingue ignorate dai medium e dai presenti; nonché altre esperienze in cui si ottennero le impronte digitali di defunti... E mi pare che basti. Si noti  che in ogni modo vi sarebbe da ricordare agli oppositori come la classe stessa dei fenomeni animici [cioè i fenomeni paranormali in genere], da essi invocata per combattere l'ipotesi spiritica, basterebbe anche da sola a dimostrare la sopravvivenza dello spirito umano. Visto che, in ultima analisi, i fenomeni animici risultano complementari di quelli spiritici, in quanto provano l'esistenza nell'uomo di una personalità integrale subcosciente, fornita di facoltà supernormali meravigliose, le quali risultano indipendenti dalla legge di evoluzione biologica; o, in altri termini: in quanto provano che l'uomo è uno ""spirito"" anche da incarnato.» (2i"

"     Sostanzialmente, possiamo oggi riconoscere come tutti i fenomeni paranormali, privi di limiti di spazio e di tempo, costituiscano l'espressione di un ""quid"" agente, estraneo e trascendente rispetto al mondo fisico. "
"     Tornando alla medianità, interessanti sono le osservazioni del Pastore protestante William Stainton Moses, relative alle sue esperienze personali (3). Medium e studioso, egli asseriva come gli ""spiriti"" attirassero la sua attenzione sugli argomenti e il fine dei messaggi, piuttosto che sull'autorità di qualche nome di entità, per grande che questa autorità potesse essere.  Essi avevano oltrepassato la sfera dell'individualità... La maggior parte era a lui sconosciuta: alcuni si presentavano poco dopo il momento della loro morte; alcuni erano invece morti da molti anni, secondo la misura  umana del tempo; altri, gli ""spiriti Guida"", offrivano il loro insegnamento. Molte volte, invece, lo ""spirito"" viene identificato: vale a dire che fornisce dei dati oggettivi, sconosciuti a tutti i presenti, relativi alla propria vita. "

                     Dopo il trapasso...


    Ho trattato più volte dei casi di identificazione e delle teorie che cercano di spiegarli. Tuttavia, in questa sede, non voglio tornare sulle varie ipotesi in merito alla medianità: desidero invece evidenziare l'uniformità delle fonti medianiche, per quanto riguarda la descrizione dell'aldilà. Numerosissimi medium, di differente cultura ed estrazione sociale, in periodi storici diversi, vissuti nelle più svariate località geografiche lontane tra loro, hanno ricevuto molti messaggi medianici che convergono a formare una sorta di dottrina coerente e unitaria. Vediamone una sintesi.
"     Nell'aldilà i disincarnati si unirebbero in insiemi diversi a seconda del loro grado di evoluzione, non sempre comunicanti tra di loro. Questi ""insiemi"" si potrebbero configurare con i cosiddetti ""piani di esistenza"", e soprattutto con i relativi sottopiani. Attenzione, però, che queste definizioni non si riferiscono a un luogo, ma ad una condizione, a uno stato di coscienza. Si tratta, sostanzialmente, di riuscire a spiegare in termini ""di forma"", ciò che non appartiene più al mondo fisico, e perciò è privo di forma. Questi - i piani di esistenza - dal più basso al più alto, dopo quello fisico, sono i seguenti: astrale (per alcuni autori preceduto dall'eterico); mentale; akashico; e i vari piani spirituali di cui non ci è stato riferito quasi nulla perché rappresentano una condizione troppo lontana dalla nostra comprensione. "
"     Il piano astrale è quello del pensiero plasmante, grazie al quale il defunto può agire sulla sottile materia che lo circonda, per creare ciò di cui ha bisogno. Sarebbe teatro di facoltà ideoplastiche. Ovviamente spiriti superiori coordinerebbero le creazioni dei singoli, evitando il caos. Le comunicazioni tra gli spiriti avverrebbero tramite una sorta di trasmissione del pensiero. Spazio e tempo avrebbero un valore diverso rispetto a quello dei viventi. Con la forza del pensiero si raggiungerebbero i luoghi desiderati. La sostanza che compone i piani superiori sarebbe ancora più ""sottile"" rispetto a quella dei piani inferiori. Come il piano mentale, analogo al precedente, ma popolato da spiriti più evoluti, e dalle maggiori possibilità. "
    Sembra che, dopo il trapasso, si possa sceglierel'età desiderata: chi muore vecchio può tornare giovane, oppure presentarele caratteristiche dell'età matura. Chi era menomato, può assumere un corpo sano. E, addirittura, chi muore in fasce o giovanissimo può apparire come un giovane.
    Poi, vi sono alcune entità che affermano che si possono visitare le città come erano nei secoli trascorsi, perché la rappresentazioni del passato esistono oggettivamente nel tempo. Gli abitanti di queste città riprodotte nei piani più sottili sono solo immagini che ripetono azioni e gesti già compiuti in passato. Questo concetto mi ricorda la psicoscopia d'ambiente (o psicometria) secondo la quale, per esempio, in alcuni luoghi dove avvennero battaglie storiche si odono ancora - dopo alcuni secoli - grida, fragori d'armi, frastuoni vari... L'idea di queste città dell'etere ha anche dei punti di analogia con la teoria dei fotogrammi, esposta nei messaggi del Cerchio Firenze 77. Tali città avrebbero collocazione nell'akashico, dove si trovano impressi tutti gli avvenimenti del passato e del futuro.

                   Il passaggio nell'aldilà


"     Torniamo ora indietro, al momento descritto dall'entità Scifo, al momento del trapasso. La descrizione del ""risveglio"" coincide non solo tra le diverse fonti medianiche, ma anche tra di esse e varie dottrine, di estrazione orientale. Troviamo una perfetta analogia, per esempio, con quanto ci riferisce lo yoghi Ramacharaka sulla vita dopo la morte (4). "
"     Spesso già il moribondo entra in comunicazione con parenti o amici che lo hanno preceduto, e ne è molto rincorato. Dopo la morte, il corpo astrale si libera progressivamente dal fisico. Esso dovrebbe essere composto dalla stessa sostanza che forma l'omonimo piano. Il corpo astrale non è l'anima, e neppure lo spirito: come il corpo fisico, è solo un rivestimento temporaneo. Una delle prime esperienze della nuova esistenza consiste nella visione panoramica dell'intera vita. Il defunto potrà così ""fare un primo bilancio"", e soprattutto comprendere le proprie cattive azioni compiute. La seconda esperienza è un profondo sonno, la cui durata è molto variabile. Serve per prepararsi alla rinascita sul piano astrale, ed è utile per adattarsi alle nuove condizioni e per acquisire il vigore necessario per la nuova fase di esistenza. Di solito l'entità dorme in pace, protetta e indisturbata da influenze esteriori. Tuttavia secondo il citato yoghi Ramacharaka - e anche per alcune fonti medianiche - vi sarebbero le eccezioni: il defunto può sognare, quando è pervaso da un desiderio intenso di amore, di odio, o di dover portare a termine qualcosa di incompiuto. Inoltre la disperazione delle persone lasciate può giungere all'anima addormentata. Attirandola verso la Terra  in una sorta di comunicazione telepatica, oppure con comunicazioni medianiche, che saranno quindi confuse e contraddittorie. Queste interferenze sono negative, perché disturbano l'evoluzione e lo sviluppo nella nuova fase di esistenza. Questo è uno dei motivi per cui, nelle sedute medianiche, non si dovrebbero mai evocare i propri cari. L'esperienza del sonno dopo la morte e del risveglio viene descritta molto bene in un brano della defunta Etta Thomas, tramite la famosa medium Gladys Leonard, brano con cui concludo, nella speranza che ciò accada realmente anche dopo il nostro trapasso. "
 «Sì, nella mia visione, o sogno, come volete chiamarlo, ma era un sogno delizioso e calmo, mi trovai in compagnia con mamma e babbo e con molti parenti ed amici passati da tempo nell'aldilà ... non mi resi conto di alcun cambiamento o brusco distacco, ma da quel delizioso sogno mi sembrò di passare in un sonno pacifico, dal quale, di quando in quando, mi sembrò affiorare in uno stato più o meno cosciente, giacché mi sentivo vicino persone a me care che si prendevano cura di me: ed ero lieta di restare così. Apprendo ora che io rimasi in tale stato tre o quattro giorni. Ma quando mi ridestai pienamente, mi sentii vivificata, e tanto più ringiovanita e vigorosa ... E ora siamo tutti qui riuniti, tutti coloro che conobbi e amai:  tutti nelle migliori condizioni, nello stato migliore, nella salute migliore, migliori in tutto.» (5)


                                           Stefano Beverini


Note bibliografiche:

1) Cerchio Ifior e AA.VV. Sopravvivere, Genova, 1985, p. 9-10. - (2) Bozzano, E. Luce e Ombra, 1931, p. 270-271. - (3) Moses, W.S. Identificazione spiritica, Sampierdarena, Veltro, 1907. - (4) Ramacharaka, La vita dopo la morte, Genova, I Dioscuri, 1987. - (5) Thomas, C.D. Life beyond death, with evidence, Londra, Collins Sons & C., 1928, cap. VII.