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ARCHEOLOGANDO...
ROSTAU: IL SENTIERO DELLE PORTE
NASCOSTEdi Mauro Paoletti per
Edicolaweb Il "Libro di ciò
che è nel Duat" illustra il viaggio nel mondo dei morti sia
del Re Sole che del faraone defunto. Percorso diviso in dodici
ore, come le case dello zodiaco, che si trova riprodotto sulle
pareti della tomba di Tutmosi III. I primi tre livelli del
tragitto sono collegati fra loro da un cunicolo, ben visibile negli
affreschi, che viene chiamato Re-stau, "il sentiero delle
Porte Nascoste", "la Via delle cose segrete di Rostau". Con lo
stesso nome viene chiamata anche la galleria situata all’interno della
Grande Piramide che ricorda tale percorso in modo
impressionante. La stele della Sfinge di Tutmosi IV (vedi articolo) porta scritto che il
monumento è accanto a Sokar a Rosta, nome con il quale si
indica la piana di Giza, alla fine della via sacra degli
Dèi. In termini astronomici l’equinozio di primavera viene
indicato nel punto cosiddetto "vernale", ossia il primo punto
dell’Ariete; sembra che tale punto nel 10.500 a.C. si trovasse
al disotto delle zampe posteriori della costellazione del
Leone. In tale epoca la Sfinge rappresentava in terra
questa costellazione, quindi si ipotizza che sotto le zampe
posteriori del monumento sia custodito un segreto. Un
antico testo riguardante Osiride parla di un "oggetto segreto"
sigillato nell’oscurità, circondato dal fuoco, contenente le
emanazioni del Dio, e tale "oggetto" sarebbe situato a Rostau,
cioè Giza. Secondo Mc Collum, tale luogo segreto,
identificato nella leggendaria camera di Toth, si troverebbe
al centro della spirale di Fibonacci stesa idealmente
sopra l'area di Giza, in modo che la sua curva tocchi i
vertici delle tre piramidi. Il granito rosso, rinvenuto
sotto la sabbia davanti alla sfinge, può far parte di un
tunnel sotterraneo che si dirige proprio verso il centro della
spirale di Fibonacci. Là sotto forse è custodita la
testimonianza di una civiltà precedente. Tracciando una
linea dal centro della spirale fino alla pietra all'angolo
nord orientale della Grande Piramide, passando dalle zampe
posteriori della Sfinge, troveremo la Baia di Hudson, punto
ove era situato il Polo Nord nel 9600 a.C.. Un antico nome
della zona di Giza è Kherit Neter Akhet Khufu. Il significato
si presta forse a più interpretazioni ma la parola Kherit
significa "potere" e deriva da Kher che indica "sotto
qualcosa", cioè "la parte in basso". La cosa più singolare
è che Khufu (vedi articolo) indica anche il nome
di una ignota potente energia, dal che si può desumere che un
"potere" di qualche genere sia stato nascosto sotto la
necropoli di Giza. Il vocabolo Rostau invece è usato anche
per indicare una "rampa" che veniva utilizzata per spostare i
sarcofagi e, forse, per tale motivo veniva indicata come il
luogo del "trasporto", quindi l'ingresso del trasporto è
Rostau. Anche se ne viene negata ufficialmente l'esistenza
è stato accertato che la Sfinge si trova davanti all'ingresso
di un tunnel che la collega alla Grande Piramide, in passato
parzialmente colmo di acqua. Emblematico che 12.000 anni fa
il disco solare si trovasse fra le zampe della Costellazione
del Leone, allineato con la stella Regolo, indicando a Horus
l'inizio del viaggio verso Orione, attraverso una delle due
vie di Rostau. È il momento in cui Horus è davanti al cancello
di Rostau e, secondo quanto scritto nel Libro di ciò che è nel
Duat, deve scegliere fra due strade, una di terra e una di
acqua, per arrivare al cuore del Duat, descritto come una
misteriosa regione larga e profonda 230 metri, la stessa
misura dei lati della Grande Piramide.
Coincidenze? Attraverso la lettura delle antiche scritture
sappiamo che per gli Egizi il mondo dei morti aveva due porte,
una rivolta verso il punto dove sorgeva il sole e l’altra dove
l’astro tramontava. Queste porte erano contrassegnate dal
corpo anteriore di un leone coricato. I leoni posti a
guardia delle porte ovviamente erano due, quindi se vi è
quello che è rivolto verso il sorgere del sole dovrebbe
esservi anche quello rivolto verso il punto in cui tramonta.
Per questo qualcuno sospetta che possa esistere un'altra
Sfinge. La seconda potrebbe essere sepolta fra le sabbie di
Abido; le navi scoperte nella sabbia del
deserto indicherebbero il luogo come l'uscita del Duat. Nei
dipinti che illustrano la quarta e alla quinta ora nel "Libro
di ciò che è nel Duat", si osserva un Omphalos che rappresenterebbe il
centro del Duat e il punto della Prima Creazione. Su di esso
due uccelli, simboli usati dagli egizi per indicare i
meridiani e paralleli, al disotto della pietra, racchiuso in
un ovale, il Dio, protetto da due sfingi poste alle porte di
entrata e di uscita del Duat. I
racconti antichi parlano di una dimora segreta conosciuta dai
faraoni come un luogo di culto, il cui ingresso sarebbe
accessibile attraverso una cripta, oggi occlusa dall’acqua,
situata sotto la chiesa di San Sergio nella vecchia Cairo. Si
tratta del labirinto menzionato da Erodoto? Istantaneo il
collegamento ad Edgar Cayce e alla sua predizione sul il
ritrovamento di una "Sala dei Documenti". Graham Hancock e
Robert Bauval si sono chiesti se tale camera sia già stata
rinvenuta e ispezionata dagli egittologi ufficiali, uniche
persone cui venga permesso di scavare nella zona
archeologica. Le autorità egiziane hanno espulso dal paese
la spedizione tedesca di Rudolf
Gatenbrick che aveva trovato una camera segreta nella piramide. Il
direttore generale degli scavi, Zahi Hawass, ha negato
all’Occidente la possibilità di compiere rilevamenti in terra
egizia. Ha inoltre dichiarato che dietro la porta non vi è
nessuna camera segreta, sebbene all’atto della scoperta, preso
dall’entusiasmo, dichiarò che si trattava della più importante
scoperta storica fatta dall’uomo e che si sarebbe dovuta
riscrivere la storia. Era il 1995 quando, nel corso di
visita agli scavi di un tempio e di tunnel sotterranei sotto
la parte orientale della Sfinge, dichiarò: "Neppure Indiana
Jones avrebbe sognato di trovarsi qui. Ora ci troviamo in
questo tunnel dentro la Sfinge. Questo tunnel non era mai
stato aperto. Nessuno sa cosa veramente vi sia dentro e ora
stiamo per aprirlo…" Non resta che chiedersi come mai ha
cambiato parere tanto velocemente e ha proibito di fotografare
e filmare i monumenti di Giza. Quale grande segreto sta
proteggendo? Questo richiama alla mente la strana e misteriosa
vicenda riguardante la sparizione dei bassorilievi di alcune
pareti del Tempio di Dendera; le sculture rimaste raffigurano
lampade ad incandescenza che ricordano i bulbi Rhotgen; cosa
vi era rappresentato sulle pareti scomparse? Cosa si cerca di
nascondere? Documenti o manufatti di rilevante importanza
storica e lungamente anteriori a quella che ufficialmente è
considerata l’origine della specie umana. Documenti che
potrebbero retrodatare considerevolmente la storia
dell’umanità e ridimensionare quella Egizia; testi sui quali
vi potrebbe essere documentata la conoscenza di un’avanzata
tecnologia. Quindi West, Bauval, Hancock diverrebbero gli
eretici indesiderabili, perché seguendo le indicazioni di
Cayce sono alla caccia di quella "Sala dei Documenti" ove si
vuole custodita la scienza e la saggezza di Atlantide,
relegando l’Egitto a semplice colonia dell’antico e
leggendario Impero scomparso e non più una delle culle della
civiltà. Ogni monumento innalzato su questo pianeta, specie
se antico, non fa parte solo del patrimonio del paese ove è
situato, ma deve essere considerato patrimonio dell’intera
umanità, che è tenuta, non solo a conservarlo intatto, ma a
tramandarne il messaggio che esso racchiude, in quanto utile
per la sua crescita e il suo sviluppo. Senza dubbio il nostro
futuro dipende dalla conoscenza del nostro passato. È pura
ipocrisia negare, distorcere o disconoscere quanto accertato
dall’uso di quelle tecnologie alle quali ci affidiamo quando
cerchiamo un aiuto nella ricerca mineraria, petrolifera,
sismologica. I risultati ottenuti in questi campi non vengono
messi in discussione come al contrario avviene quando le
stesse tecnologie sono impiegate in archeologia. Il
geofisico Dobelky mediante uno dei metodi usati dalla scienza
ufficiale, ritenuto idoneo per lo studio degli strati profondi
della roccia, in particolare quel sistema che fa uso delle
vibrazioni, scoprì sotto le zampe della Sfinge cavità
sotterranee artificiali. Inoltre tale sistema viene usato
normalmente per accertare gli effetti degli agenti
atmosferici, di conseguenza il geofisico stabilì che la parte
anteriore della Sfinge era più antica di quella posteriore,
dal momento che gli effetti degli agenti atmosferici si
potevano osservare fino a due metri e mezzo di profondità,
mentre nella parte posteriore solo fino ad un metro. Di
conseguenza se la Sfinge risaliva a 4.500 anni fa, la sua
parte anteriore era databile in effetti a 9.000 anni fa. È
confermato che la testa sia stata scolpita in un grosso
sperone di roccia in un remoto passato, quando quel luogo era
coperto da una lussureggiante vegetazione. Il corpo venne
aggiunto in un secondo momento. Rimandiamo in appendice
l'elenco delle più significative rilevazioni effettuate da
scienziati, studiosi e fondazioni nella ricerca dei
sotterranei nella piana di Giza, vani così grandi che a volte
non è stato possibile accertarne le misure, dato che la
profondità del pavimento è rimasta ignota. Sono stati usati
metodi ritenuti idonei per lo studio degli strati profondi
della roccia, attrezzature tecnologiche, rilevazioni acustiche
per immersione, sismografi, onde elettromagnetiche,
misurazioni micro gravimetriche, perfino
trapanazioni. Inutile allora ostinarsi a negare i fatti che
sembrano indicare l’esistenza di una precedente civilizzazione
alla quale attribuire i monumenti. Nel 1817 venne rimossa
la sabbia che ricopriva il monumento riportando alla luce la
statua di un Leone e tre steli, fra le quali una appartenente
all’epoca di Tutmosi IV, 1425 a.C.. In una stele si legge
che il Re fece restaurare il corpo della Sfinge. Zahi Hawass
sostiene che a causa della scarsa qualità della roccia,
l’erosione iniziò nel momento in cui il monumento fu
completato; se così fosse sarebbe scomparso da cinquecento
anni. Quindi chi ha costruito la Sfinge e le
Piramidi? Semplici schiavi non hanno potuto certo sollevare
e porre in opera, muniti solo di corde e bastoni, blocchi di
granito di sei tonnellate; spostare due milioni e mezzo di
blocchi in pochi anni, come si dice siano occorsi a Cheope per
erigere la Piramide. Sappiamo bene che ne sarebbero occorsi
almeno ben centocinquanta, e Cheope non ebbe una così lunga
vita a disposizione. Un equipe giapponese negli anni
ottanta ha cercato di ricostruire, in scala ridotta, la
piramide, disponendo di attrezzature moderne per la scienza
ufficiale impensabili a quell’epoca, ma ha dovuto soccombere
all’evidenza dei fatti e abbandonare il progetto per
l’impossibilità di realizzo. Il Tempio ad Assuan venne
spostato per far posto alla diga, ma pur disponendo di
tecnologie avanzatissime, la sua ricostruzione non fu
perfetta. Quando si afferma che la popolazione vissuta in
quella regione non era in possesso dei mezzi tecnologici
idonei per compiere tali imprese si ammette l’esistenza di una
civiltà precedente e più evoluta, che ha lasciato come eredità
del suo passaggio i monumenti di Rostau. È difficile negare
che i segni dell'erosione, presenti sulle pietre della Sfinge
e del suo alveo, siano causati da intense precipitazioni
avvenute oltre 12.000 anni fa, all'età del Leone. Dato che
"così in cielo, così in terra", come cita anche la misteriosa
tavoletta di smeraldo, è lecito credere che a sud della
Sfinge, vi sia una camera segreta, magari comunicante con
quella situata sotto le zampe anteriori. La strada che
Horus deve percorrere per giungere a Osiride e al suo mistero,
ai documenti che riveleranno all'uomo la sua origine, la sua
storia e il suo destino.
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