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USCIAMO DAL TUNNEL...
Linguaggio
alienodi Corrado Malanga per
Edicolaweb Il linguaggio
rappresenta un modo di comunicare che esseri di una certa
evoluzione utilizzano per scambiarsi informazioni. Da
questo punto di vista il tipo di linguaggio utilizzato è da
mettersi in relazione con l’evoluzione di chi lo usa. Dunque,
un linguaggio semplice che è fatto di poche istruzioni farà
parte di una comunità di esseri con poche capacità
comunicative e quindi potremmo dire che appartiene ad una
comunità poco evoluta dal punto di vista comunicativo. Molte
volte tale poca evoluzione è comunque legata a basso grado
evolutivo anche in tutti gli altri campi espressivi. Ci siamo
spesso chiesti come parlerebbero gli alieni, che lingua
userebbero, ma userebbero una fonetica oppure, si
scambierebbero informazioni attraverso il pensiero? Tale
interrogativo ha messo in moto le nostre menti ed abbiamo
cominciato ad osservare le caratteristiche dei diversi
linguaggi che noi stessi impieghiamo comunemente, quando
dobbiamo trasferire informazioni ad altri. La prima cosa di
cui ci siamo resi conto è che i linguaggi sono più di uno: la
stessa persona in multitasking parla a più livelli, comunica a
più persone cose diverse senza accorgersene. Il linguaggio
è solo una delle tre componenti della comunicazione che quindi
rappresenta una struttura più complessa. Per trasferire delle
informazioni infatti il comunicatore deve conoscere le cose
che vuole comunicare, deve usare un linguaggio che sia
comprensibile a colui che deve ricevere le informazioni, in
più chi riceve le informazioni deve essere in grado di
decodificarle cioè deve avere quei prerequisiti minimi per
interpretare i dati. È inutile che io parli inglese ad un
guatemalteco perché sprecherei il mio tempo. È altresì inutile
che io parli di matematica ad un naturalista perché il
linguaggio della matematica non è un linguaggio per tutti ma
un linguaggio per quelli che lo hanno imparato. La
matematica non è una scienza, come qualche grande professore
universitario italiano ci vuol far credere, ma è semplicemente
un linguaggio imperfetto come quasi tutti i linguaggi
dell’universo. Dunque esiste una comunicazione verbale ed
una non verbale che dipende molto più marcatamente
dall’inconscio. Bisogna subito sottolineare che l’inconscio
non è in grado di mentire poiché non ha le istruzioni per
diversificare gli eventi falsi da quelli veri. Il subconscio
invece diversifica la realtà dalla non realtà degli
accadimenti. Il linguaggio non verbale che studia la
Programmazione Neurolinguistica permette di vedere attraverso
i movimenti del corpo, che dipendono solo dall’inconscio, se
ci sono distonie tra quello che viene detto per volontà
subcoscienziale e quello che viene veramente creduto dal Super
Io. Se si è abbastanza addentro alle tecniche di
Programmazione Neurolinguistica (PNL) ci si accorge facilmente
di come la gente dica le bugie, nel senso che dice cose che
non pensa. Le bugie da questo punto di vista sono di due
tipi: il primo tipo è costituito dalle bugie consapevolmente
dette ad altri, mentre il secondo tipo è costituito dalle
bugie che subconsciamente ci diciamo a noi stessi. Al di là
di quella che può essere una noiosa teoria sulla realtà e
sulla falsità soggettiva, il nostro scopo è cercare di capire
quando e se il nostro interlocutore ci vuole fregare più o
meno coscientemente. È per noi di vitale importanza capire
tutto ciò poiché se da un lato abbiamo a che fare con i così
detti addotti, coloro che dichiarano di essere stati addotti
dagli alieni, dall’altro abbiamo a che fare con gli ufologi di
Stato, quelli che dicono di studiare seriamente gli
ufo. Diranno la verità o diranno le bugie? Come fare ad
essere sicuri del contenuto della testa del nostro
interlocutore? La cosa è più facile di quanto non si possa
credere, ma bisogna conoscere l’animo umano e per far questo
bisogna essere addentro ai meandri della PNL, dell’ipnosi e
dell’analisi comportamentale in generale. Il linguaggio
corporeo, per esempio, ne rappresenta un interessante
aspetto. Facciamo un esempio. Quando un noto
politico, che una volta era di sinistra, disse, scuotendo
pesantemente la testa, che non c’era nessun pericolo per i
nostri militari in Bosnia perché i proiettili all’uranio
impoverito non facevano male e nel fare questo abbassò lo
sguardo verso le proprie scarpe, si tradì con il suo
comportamento dimostrando di non pensare affatto quello che
stava dicendo! Si risponderà: "bella scoperta…". Non c’era
certo bisogno della PNL per capire che la vergognosa bugia del
nostro politico fosse tale, anche se l’apposita commissione
europea ha recentemente stabilito che i proiettili all’uranio
impoverito non fanno male a meno di non ingerirli. (La
comunicazione data al telegiornale di RAI 1, alle 20.30 del 5
marzo scorso, non è stata accompagnata da nessuno commento!
Strano… Che in termini di linguaggio televisivo non si sia
sentita la necessità di commentare ulteriormente questa
notizia…). L’inventore del Lie Detector, la cosiddetta
"macchina della verità", ha scritto in un suo recente libro
che uno dei metodi per vedere se uno sta dicendo una bugia è
vedere se sta comunicando oppure se si rifiuta di farlo. Se
non vuol comunicare e cambia argomento, se non gesticola
quando parla, come alcuni nostri abili politici, è perché non
vuole che si scopra che la metacomunicazione del suo inconscio
lo tradisca. Così la scrittura da questo punto di vista
rappresenta una metacomunicazione poiché è il braccio che si
muove e quindi è l’inconscio che lo pilota. Dimmi come scrivi
e ti dirò chi sei. Un esempio per tutti è dato da quelli
che scrivono in stampatello, mostrando di non volersi
abbandonare ad uno stile di scrittura che esca da qualche
regola imposta. Lo scrivente impone però a se stesso di non
mostrare al lettore le sue regole di scrittura, cioè cosa
pensa, cosa fa, come agisce, come si considera e come
considera gli altri. Un mascheratore di se stesso agli
altri. Conoscete qualche addotto o qualche ufologo di Stato
che scrivono così? Io sì! Il processo di mascheramento è
dovuto al fatto che si ha paura di rappresentarsi agli altri
come in realtà si è veramente, perché abbiamo paura di essere
sottovalutati o perché abbiamo paura che scoprano le nostre
menzogne. Esiste anche un altro aspetto della questione. Al
di là infatti del fattore costituito dalla cultura personale,
il soggetto scrivente, mentre si accinge a comunicare
scrivendo, elabora nella sua testa dei processi mentali
dettati dai suoi modelli. Uno che si fa capire con poche
parole ha sicuramente le idee chiare ma uno che per esprimere
un concetto ci mette quattro libri… diciamo che lì c’è
qualcosa che non va. Non è necessario conoscere le teorie
dei metalinguaggi per decodificare i segnali che
inconsciamente mandiamo nell’etere. Vi sarà capitato per
esempio di riflettere sul fatto che esiste qualcuno che vi è
antipatico anche se non vi ha fatto niente… Perché? Perché
quando si muove emette dei segnali negativi che il vostro
subconscio non decodifica ma il vostro inconscio, che quei
segnali li conosce invece molto bene, li capisce alla
perfezione. Voi non vi accorgete così di aver percepito il
lato inconscio della metacomunicazione e non sapete
razionalizzare i vostri sentimenti verso il soggetto
antipatico. Così quando sovente qualcuno vi vuol
turlupinare lo capite immediatamente a livello di "sensazione
non elaborata dal subconscio". Quando vi vogliono
turlupinare ecco che i discorsi diventano confusi, fumosi,
sgrammaticati, verbosi e pieni di incisi nell’inciso. Il
soggetto scrivente non può essere chiaro perché dovrebbe
scrivere cose che non pensa e mente sapendo di mentire, come
quei professori universitari che a lezione tergiversano sugli
argomenti da trattare e non si fanno capire. Non si possono
far capire perché loro stessi non conoscono la materia di cui
stanno facendo lezione: ed allora non resta che parlare del
sesso degli angeli davanti agli studenti sempre più stupiti ed
attoniti. E parlo per esperienza di quello che ho potuto
constatare nell’ateneo italiano in cui
insegno. Dunque, ora abbiamo i mezzi per
verificare come si comportano gli ufologi di Stato e se i
nostri addotti dicano o meno la verità. Queste due classi
di persone vanno messe assieme, perché tanti anni fa qualcuno
del Centro Italiano Studi Ufologici disse che andavano
studiati gli ufologi che erano i veri ufo della situazione e
noi seguiamo dunque quel consiglio. Ci apprestiamo così a
leggere le amabili amenità che hanno caratterizzato alcuni
convegni ufologici e non, apparsi alla ribalta in
Italia. Prendiamo come primo esempio il così detto "Secondo
Simposio Mondiale sulla esplorazione dello spazio e la vita
nel cosmo sul tema Intelligenze extra-terrestri e frontiere
della bioastronomia e del Seti". Questo titolo ci appare
subito poco chiaro. Gli invitati sono tutti italiani tranne
uno e mi sembra poco per chiamare il simposio con l’aggettivo
"mondiale". Non sarà che si vuol dare eccessivo risalto ad una
manifestazione di secondo piano? È lecito chiedersi, ci
sono troppe "e"? Intelligenze extraterrestri e frontiere della
bioastronomia fanno parte dello stesso insieme e si paragonano
in qualche modo misterioso al Seti o si tratta di tre insiemi
diversi? Dobbiamo dire che non condividendo la necessità
dell’esistenza del Seti non sappiamo neanche cosa sia la
Bioastronomia. Forse gli astronomi sono diventati biologi?
Forse si possono percepire i segnali di un mollusco marziano
con un radiotelescopio o forse è di moda mettere la parola bio
davanti a tutto quello che ti capita così lo Stato ti da più
volentieri i soldi per la tua ricerca? In fondo è così che la
fisica si è trasformata in biofisica ma anche in fisica
biologica (due gusti due baci e due cattedre per due
docenti…). Così la "chimica organica" è diventata "biochimica
organica" ma anche "chimica biologica organica" eccetera
eccetera. Tra breve assisteremo alla nascita della
"bioufologia"? Le idee sono così confuse già a livello di
titolo che si danno due titoli differenti in due pagine
diverse del sito Internet che sponsorizza questa
cosa… Nella prima pagina si parla di "Colonizzazione dello
Spazio". Incredibile! Che l’uomo voglia da una parte
parlare di intelligenze extraterrestri e dall’altro di
colonizzare lo spazio ci fa capire di come vengano considerati
gli alieni: come Pizarro considerava gli Incas, come gli
Americani considerino il resto del mondo, come chi fa questi
convegni pensi che tutti gli altri siano disinformati (come in
effetti viene enunciato nel pieghevole del simposio). Si parla
anche di colonizzazione del sistema solare, badate bene, non
di escursione, di visita, di studio, di passeggiata nel
sistema solare. Si parla di sfruttamento della Luna e si dice
che nel convegno si parlerà in modo scientifico di tutto
questo… La conclusione dice testualmente: "In particolare,
le attività radioastronomiche del progetto Seti stanno sempre
più sviluppando la possibilità di rilevare messaggi extra
terrestri intelligenti". Mi viene da pensare: se il Seti
intercetta un messaggio di esseri extraterrestri stupidi, cosa
ne farà? Forse il nostro scrittore confuso voleva dire
…messaggi intelligenti di extraterrestri? Non lo sapremo
mai! Comunque scopriamo che la confusione di intenti è data
anche dal fatto che un certo numero di persone che sono state
invitate a questo Simposio sono le stesse che sono state
invitate il giorno dopo ad una altro simposio mondiale, il
nono, "sugli oggetti volanti non identificati e i fenomeni
connessi. Sul tema Ufo, informazione e opinione
pubblica". Il titolo è strano per una serie di osservazioni
la prima delle quali è che il Seti non ha mai voluto mischiare
le sue carte con gli Ufologi, seppur di Stato, per paura di
vedersi coinvolto davanti agli ambienti universitari e di
perdere così i fondi delle proprie ricerche. La seconda
osservazione che questo titolo è praticamente lo stesso che si
tenne al palazzo dei congressi di Genova alla metà degli anni
settanta. Possibile che in tutti questi anni non ci sia
stato niente di nuovo da dire se non le stesse cose? E
scopriamo che in un pezzo intitolato "I perché del simposio",
che non è firmato da nessuno, si scopre che secondo questo
"nessuno" il simposio si fa perché ne sono stati fatti altri
in precedenza, perché… "si richiede una riflessione epocale
all’inizio del nuovo millennio sulla sua ricaduta mediatica,
nello scenario dell’odierno villaggio globale dominato da
Internet". Ma che vuol dire, ci chiediamo noi… Viene
citato il professor Hyneck che, morto da anni, non può dire
più nulla di nuovo sul fenomeno. Le frasi sono sconnesse,
contraddittorie e piene di incisi e dopo dieci righe uno
aspetta ancora di vedere chi sarà il soggetto della frase, ma
si è dimenticato il significato intrinseco della frase stessa,
se pur ce ne fosse stato uno. Facciamo un esempio per tutto
il testo. Ad un certo punto si recita quanto segue: "Di
varie forme e dimensioni, segnalati isolati oppure in gruppo
(ma dov’è il soggetto? nda), nella possibilità di spostarsi a
quote ed accelerazioni proibitive per i nostri più sofisticati
apparecchi (ma dov’è il soggetto? nda) e in barba alle leggi
dell’aerodinamica (ma di cosa stiamo parlando?) interferendo
all’occorrenza su qualsiasi apparato elettrico (ma il
soggetto… nda) forse in virtù dell’azione stessa della loro
misteriosa energia motrice, (ed ecco finalmente il soggetto
nda) questi enigmatici ordigni sono stati avvistati da
osservatori qualificati e da scienziati, rivelati dal radar,
fotografati e filmati… (ce l’abbiamo fatta…!
nda)" Tralascio il contenuto di quello che viene enunciato
e si continua così: "Da dove vengono questi misteriosi ordigni
segnalati nello spazio extra-atmosferico anche dagli
astronauti americani e russi? Da altri mondi?" "No, dalla
cantina di casa mia!" mi verrebbe da rispondere! In parole
povere, in questo testo si dice che ci sono gli ufo, che non
sappiamo da dove vengono, che non sappiamo se sono "esogeni"
(e non "allogeni" al pianeta Terra, come viene detto nel
testo: cfr. Dizionario della lingua italiana, Devoto-Oli), non
sappiamo se sono extraterrestri, però hanno tecnologia
sconosciuta, forme aliene al pianeta, li vedono anche gli
astronauti fuori dell’atmosfera, interferiscono
"all’occorrenza" (cosa si vuol dire con questa parola? nda)
con noi, sono caratterizzati da misteriose intelligenze che
sono dietro al fenomeno… Viene da domandarci: ma se non
sono alieni, chi sono? Chi ha scritto questo pezzo è uno che
ha le idee molto confuse, oppure è uno che le idee le vuole
confondere ad hoc? Come il Dio degli Ebrei confuse i
linguaggi a Babele, altrimenti gli uomini avrebbero edificato
una torre che sarebbe arrivata fino a lui, così oggi qualcuno
usa personaggi, per confondere ancor meglio le acque sul
problema ufo in Italia? È bastato spostarci di pochi giorni
e di pochi chilometri sulla costa adriatica per vedere
un’altra manifestazione dal titolo "Ricerca Scientifica e
Testimonianze", in cui non si capisce di cosa si parla, ma si
capisce che ci sono le stesse persone degli altri due
convegni. Dal titolo sembrerebbe un convegno dei fratelli
di Gesù, i nipoti di Geova o le suocere di Odino ma vuoi
vedere che ancora una volta parleranno di ufo, senza avere il
coraggio di denunciarlo chiaramente? Il termine ufo, scritto
in piccolo risulta però piuttosto invisibile: in compenso il
termine "non identificato" viene sostituito dal termine
"anomalo". Così assistiamo a discorsi sui fenomeni anomali,
sugli oggetti anomali, sugli impianti anomali. Ci chiediamo:
"Anomali a che? A cosa? Che vuol dire?" Ancora una volta è
solo un problema di linguaggio e dell’uso che se ne fa, ma
questa volta si cerca il bene placito dell’Università di
Ancona ed ancora una volta la legittimazione scientifica della
scienza ufficiale. Non lo avevo detto che l'ufologia
italiana è diventata ufologia di Stato? E questa volta sotto
l’alto patronato del Presidente della Repubblica. Ma di
cosa parleranno i professori universitari chiamati a
partecipare a quel convegno che non sanno niente della
fenomenologia ufo? E di cosa parleranno gli ufologi, che già
dal convegno precedente hanno mostrato la loro abissale non
coscienza sulla fenomenologia ufo? Ma la mistificazione
continua, al di là del linguaggio, con ufologi improvvisati,
falsi giornalisti, falsi ricercatori aerospaziali, falsi
sociologi e, per di più, veri generali dell’aeronautica e veri
professori universitari… La crema! Speriamo che i
pasticceri non siano i nostri servizi
segreti…
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