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USCIAMO DAL TUNNEL...
L'albero
risparmiatodi Corrado Malanga per
Edicolaweb Le vie
dell’informazione sono infinite, ma la via dell’informazione
scritta passa dalle immense foreste sudamericane. Infatti, se
non ci fossero gli alberi non ci sarebbe la carta e se non ci
fosse la carta nessuno potrebbe scriverci sopra. Il
rapporto con l’informazione scritta si è evoluto nel tempo da
quando Gutemberg, inventando i caratteri mobili, riuscì a
rendere industriale il prodotto stampato. Gutemberg non si
rese conto di essere stato l’artefice della rivoluzione delle
rivoluzioni. Intendiamoci bene: lui la rivoluzione non la
voleva fare ma, dando involontariamente all’umanità il modo di
comunicare a più basso costo, ha finito per permettere anche
ai poveri ed agli ignoranti di farsi una certa cultura che
prima era retaggio solo di pochi facoltosi,
fortunati. Quello che successe dopo lo sappiamo tutti, ma
qualcuno non si è ancora accorto che le cose, ad un certo
punto, invece di migliorare, come sarebbe stato plausibile
pensare, sono andate degenerando. È vero che abbiamo una
quantità terrificante di informazione su carta, ma è anche
vero che buona parte dell’informazione lascia a
desiderare… Molte sono le cause che hanno condotto a questo
punto e, prima di tutto, la voglia di fare soldi da parte di
imprenditori, editori, giornalisti e quant’altri hanno
interesse di comparire con il loro nome scritto da qualche
parte. D’altra parte, la necessità di fornire al "suddito"
perché di sudditi si parla, la cultura volontariamente finta,
depistante, alienante ed inutile, oltreché nociva, rappresenta
una necessità del contesto sociale in cui viviamo. Se da un
lato, chi comanda sembra fornire strumenti di cultura che
possano alleviarci dal condurre una grama esistenza,
dall’altro sanno perfettamente che l’unico modo per continuare
a comandare è quello di lasciarci nell’ignoranza. Ecco dunque
la necessità di partorire una cultura per le masse, una
cultura piena di messaggi depistanti, in grado di garantire il
controllo subliminale della massa. Così nasce una certa
sinergia di forze che produce la cosiddetta scienza dei poveri
di spirito. I poveri di spirito, lo ricordiamo, sono quelli
che si meriteranno il regno dei cieli perché si sono sempre
fatti poche domande. I nostri "poveri di spirito" comprano
dunque le riviste di scienza popolare, attirati da copertine
luminose, sulle quali campeggia l’intervista fatta ai soliti
noti scienziati di stato che anche radio e televisioni ci
propinano in continuazione. Questi portavoce della scienza
ufficiale sono stati autorizzati dal potere vigente a parlare
a nome della scienza ufficiale e tutto quello che viene da
loro detto è preso per oro colato. Ma è giunto il momento
di fare degli esempi concreti: prendiamo alcune delle nostre
riviste di cultura scientifico-popolare e diamo uno sguardo
agli articoli. "Quark", "Focus", "La Macchina del tempo",
"Newton" da un lato e "Le Scienze" dall’altro. Che tipi di
articoli ci sono? Semplicemente gli stessi su tutte le
prime quattro testate. Incredibile! Le differenziazioni sono
minime. I giornali sembrano tutti uguali. "Le Scienze" si
differenzia, sia perché è storicamente nato prima, sia perché
si fregia di essere in qualche modo portavoce dell’omonima
testata americana che, se però la leggete, vi accorgerete
essere un vero giornale scientifico, fatto per addetti ai
lavori. Se "Le Scienze" voleva fare della scienza popolare,
secondo me, non c’è mai riuscita. Io stesso, che lavoro nel
campo della ricerca scientifica da anni, non riesco a capire
neanche gli articoli che competono alla mia disciplina, perché
la scrittura è criptica. Su "Quark" numero due leggiamo:
"Gli Italiani in cerca di ET", un articolo sul progetto Seti,
un articolo sulla nostra capacità di ricordare, il classico
articolo sul genoma umano, uno spazio dedicato a cosa succede
su internet, l’immancabile puntata (di stile
paleoastronautico-ortodosso) sulle mitiche piramidi e perché
dobbiamo creare le scimmie transgeniche. Si scopre così che
gli scienziati hanno creato una scimmia transgenica per
poterla poi ammazzare con farmaci sperimentali e vedere cosa
succede (neanche il dottor Hemmembergher, nei campi di
concentramento nazisti, ci avrebbe pensato)... Ci si
sbizzarrisce anche nelle spiegazioni sulla sessualità, con un
articolo in cui si spiega perché non possiamo fare a meno
delle donne. Meno male che ce lo spiegano loro, perché
altrimenti facevamo come quella ditta di pannolini che dopo
duemila anni ha scoperto che i maschi fanno la pipì in modo
diverso dalle femminucce… Non può mancare un articolo sulla
pericolosità delle onde elettromagnetiche, in cui si spiega
che possono essere pericolose, ma non si spiega perché ed in
fondo si dice che ancora non si sa! Apriamo "Focus" di
Aprile, numero 102: Questa volta l’articolo sull’elettrosmog
lo troviamo in copertina, con l’identico contenuto di Quark. È
infatti importante dare l’impressione al lettore che la
scienza ha tutto sotto controllo. L’articolo sulla
sessualità ci spiega perché le donne hanno un seno erotico! Lo
so, è incredibile, ma se pensiamo alla spiegazione che da lo
scienziato di turno è èancora più risibile. Si tratterebbe di
un sedere anteriore… Oppure per ricordare all’uomo che davanti
a loro c’è una donna (siamo a livello della storia dei
pannolini di prima). Qui, l’articolo sulla genetica parla del
sangue umano e ci si chiede… dove sta il sangue? C’è il solito
accenno all’immancabile Big Bang dell’universo (articolo
identico a quello di Focus). Poi c’è un articolo su cosa
succede su internet (vedi sopra…) C’è pure l’articolo con
l’immancabile citazione che gli scienziati hanno fermato la
luce. Non so se avete notato come questi giornali si affannino
a dire che la luce si può fermare mentre guai a dire che la
luce si può velocizzare. Quindi un balzo nella
paleoastronautica di stato, sui misteriosi geoglifi della Gran
Bretagna ed un cenno al fenomeno dei crops dove si recita la
seguente terrificante frase: "…Secondo alcune testimonianze,
gli steli del grano, oltre a essere flessi sarebbero anche
intrecciati. E secondo recenti rilevamenti, non confermati
però scientificamente, attorno ai crops si rileverebbero campi
magnetici". In queste parole ci sono più inesattezze che
lettere dell’alfabeto! E finalmente si parla di fantasmi in un
articolo di storia. Di storia? Purtroppo sì! "Soldati e
misteri": I soldati sono stati veramente ammazzati in
battaglia, ma quelli salvati dai fantasmi avrebbero avuto le
traveggole. Il contenuto dell’articolo si può condensare
così. Passiamo a "La Macchina del tempo" numero tre, anno
due: Al posto della scimmia transgenica abbiamo il cane killer
fatto cattivo in laboratorio. Ovviamente, c’è l’immancabile
articolo sul computer e su internet. E ancora le piramidi a
pagina 112… (ma cos’è una fissazione?) Immancabili i cenni
sulla fine del mondo ed il big bang, la conquista dello spazio
da parte di un astronauta italiano, che nello spazio ci va a
spese sue (roba da italiani). Non può mancare un pezzo sullo
stop alla velocità della luce ed uno su Londra che non c’entra
niente. Ed ecco "Newton": "Esperimento impossibile …È stata
fermata la luce". Non avendo a disposizione piramidi vecchie,
qui si fa un articolo su una piramide moderna, a pagina 118,
opera teconologica del Cnr sull’Everest. L’immancabile aspetto
sulla biologia e sul codice genetico. L’articolo sul
comportamento umano, che ribadisce alcuni aspetti dei sogni,
che con l’articolo sulle reazioni chimiche banalizzano
pericolosamente alcuni concetti scientifici importanti. I
sogni sono solo sogni ed hanno contenuti di tipo patologico;
la chimica si spiega con i colori ed i disegni ma l’idea di
introdurre concetti come le ossidoriduzioni, ad un lettore che
non sa cosa sia un acido ed una base od un orbitale vuoto o
pieno di elettroni e cosa sono gli orbitali…, è veramente uno
sforzo inutile. Tutto quello che differenzia i contenuti di
questi giornali sono immagini, dove la pubblicità appare
confusa con gli articoli scientifici. La pubblicità diventa
ossessiva, pagine intere di fotografie che hanno lo scopo di
distrarre l’attenzione dal simbolismo subliminale. La maggior
parte degli articoli sono così corti, ma pieni di piccole foto
molto colorate. Ritroviamo sempre i soliti personaggi.
Dulbecco e la Montalcini, Piero Angela e famiglia, Garattini,
il futurologo(?) Roberto Vacca. Vengono sovente citati il
Cicap, la professoressa Haack, il Cisu eccetera. Cosa
capisce uno che legge questi giornali? Semplice. Capisce
che:
- La scienza è facile perché può essere dominio di
tutti.
Falso: perché c'è sempre chi non ha la
possibilità di comprendere.
- Che gli scienziati sono buoni e dicono la
verità.
Falso: perché gli scienziati fanno solo
l’interesse di chi da loro i soldi per fare la
ricerca.
- Che i telefonini, in fondo in fondo, non fanno male
perché non si sa cosa fanno.
Falso: perché si sa
perfettamente cosa fanno, attraverso lo studio di 18.000
referenze, già pubblicate su giornali scientifici.
- Che la clonazione farà bene
all’umanità.
Falso: perché farà bene solo a quei
pochi che riusciranno a tener sotto controllo
l’umanità.
- Che si può andare alla conquista dello spazio con i
missili Titan ed Arianne.
Falso: perché con questi
mezzi, per fortuna, non si va da nessuna parte.
- Che stiamo per conquistare lo spazio.
Falso:
perché lo spazio non si conquista, ma si comprende.
- Che si può ancora vedere la Madonna ma non si deve
vedere un Ufo.
Falso: perché i fatti dimostrano il
contrario.
- Che la storia passata presente e futura è sotto
controllo.
Falso: perché le scoperte di resti
antichi mostrano ogni giorno di più che le teorie scritte
sui libri, che riguardano la nostra storia, vacillano o sono
già cadute da un pezzo. Il presente, tra mucche pazze, virus
transgenici e guerre stabilite da anni a tavolino, a nostra
insaputa, dimostrano che non valiamo più di esperimento di
laboratorio. Per il futuro invece ci aspetta la clonazione,
ci aspetta l’intorpidimento delle menti con l’uso di
pubblicità subliminale e magari microchip nel cranio, resi
obbligatori da qualche legge dell’ultima ora...
Esistono invece delle riviste che denunciano tutto
questo, ma non riescono ad avere il consenso della
maggioranza. Esistono riviste che parlano da anni dei
proiettili all’uranio impoverito, dell’emergenza microonde,
della pericolosità di essere punti da una zanzara transgenica
o di diventare allergici ad un dermatofagoide transgenico, con
possibilità di non essere più curati e morire così con una
bella crisi anafilattica. Dunque, perché queste altre
riviste, che si chiamano erroneamente alternative, non hanno
spazio in edicola o vivono attraverso il sostegno di pochi
collaboratori tra sacrifici immensi? Ma perché sono riviste
con articoli scritti "in piccolo" e poche figurine, che danno
spazio ad una realtà scomoda. Se uno legge qualcosa si vuol
distrarre e non vuole pensare che domani potrebbe morire di
cancro. Allora, non è meglio fare qualcosa oggi, per evitare
di crepare di cancro domani? Ma no… ci penseranno gli
scienziati a salvarci. È più comodo per la gente credere di
poter diventare esperti in qualcosa leggendo queste riviste,
invece di impegnarsi nello studio e nella riflessione, in un
mondo in cui la globalizzazione conduce tutti ad essere
identici? Ma cosa succede alla nostra informazione?
Un’informazione priva di senso compiuto che si rivolge al
pubblico non per istruirlo ma per accontentarlo? Con lo stesso
sistema che usa la televisione, in cui i programmi delle
diverse reti sono tutti uguali, anche i giochini che danno
soldi… Tutti uguali. Perché il cittadino vuole quello e
noi, del potere, gli diamo quello, così l’audience aumenta e
facciamo: da un lato i soldi e dall’altro non diciamo cose che
porterebbero all'inevitabile cambiamento culturale. È di
moda parlare delle piramidi? Il potere lo fa badando bene di
non dare una corretta informazione. Dobbiamo vendere lavatrici
ai marziani? Bisogna convincere la gente che andare a
conquistare Marte è un’impresa da eroi, mentre è solo
un’impresa che ha risvolti economico-politico-religiosi
necessari a chi comanda e non certo al lettore "suddito" che,
proprio perché è tale, non ha la forza e la capacità di
rendersi conto fino a che punto il sistema si stia prendendo
gioco di lui. Dunque, le riviste di scienza popolare sono
come i giornali di oroscopi: siccome non servono ce ne sono
tanti e tutti uguali. Sembra che più su un giornale vengano
riportate notizie tendenziose e più il giornale abbia
successo. Così anche con alcune pubblicazioni di carattere
ufologico. Meditate gente, meditate… Più sciocchezze ci
sono scritte dentro e più qualcuno le sponsorizza. Ma se
veramente è così, occhio alle riviste che non hanno alta
tiratura, occhio a quelle che hanno difficoltà nell’uscire in
edicola... Questi motivi mi hanno spinto a pensare che,
oltre la carta stampata, si possa fare qualcosa anche
utilizzando Internet, perché almeno si risparmia la carta.
Già, perché se molti giornali non esistessero e ci fosse solo
l’informazione utile per tutti, sai quanti alberi della
foresta Amazzonica risparmieremmo…? "Ma questo è un
sottoprodotto della civiltà… - potrebbe rispondere qualcuno -
necessario per conquistare il progresso!" Ed a me viene da
pensare: "meno male che i cinesi non fanno uso di carta
igienica, altrimenti la foresta Amazzonica sarebbe già stata
tutta distrutta…
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