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ARCHEOLOGANDO...
IL PIANETA
RITROVATOdi Mauro Paoletti per
Edicolaweb È sorprendente
constatare come gli antichi possedessero una conoscenza
dell’astronomia superiore alla nostra, tanto da far sospettare
che "qualcuno" l’avesse loro trasmessa. Gli indigeni
dell’isola di Vanuatu, nel Pacifico, conservano una leggenda
che parla di 10 "pietre" ove sarebbe raccolta tutta la
conoscenza. Una leggenda di Atlantide menziona "tavolette"
metalliche o cristalline, che sembrano essere state schede di
computer, delle vere banche dati, dove era memorizzata tutta
la conoscenza della civiltà che abitò i continenti
perduti. Cicerone scrisse che un tempo esisteva una
versione dell'Iliade scritta su una "pergamena così piccola
che l'intero lavoro poteva sistemarsi in un guscio di noce".
Sembra evidente il collegamento con i chips delle memorie dei
computer. Secondo i Maori della Nuova Zelanda, gli antenati
dell’umanità arrivarono dalla stella Vega (che loro chiamano
Whanui) della costellazione della Lira. Noi non possiamo
provare se questo è reale, in quanto non siamo ancora in grado
di verificare se esistono pianeti nella Lira. Vega è una
stella di prima magnitudine, circondata da un disco di
particelle dure, che ha un diametro doppio rispetto al nostro
sistema solare, dentro il quale potrebbero realmente esservi
pianeti. I Maori conservano conoscenze astronomiche che
indicano contatti con civiltà avanzate: conoscevano gli anelli
di Saturno, descrissero le strisce di Giove ai primi europei e
sapevano che la terra era rotonda. Tante le speculazioni,
le ipotesi, le congetture, Mu e Atlantide colonizzati da
alieni, oppure civiltà antichissime che, in migliaia e
migliaia di anni, erano avanzate tecnologicamente prima di
essere completamente distrutte. La cronologia Indù parla di
"anime in terra che prime arrivarono" durante il Sat Yuga,
3.800.000 anni fa, mentre la cabbala aramaica riporta che "in
terra, in quei giorni, c’erano uomini del cielo". Quali
giorni? Nel libro "Il Sentiero dell’Anima", pubblicato ad
Amritsar, in India, è scritto che la razza umana va oltre
l’immaginazione. Milioni e milioni di anni fa, prima
dell’inizio della storia ricordata, ci furono grandi civiltà
delle quali adesso non rimane traccia. Forse a causa di
quelle grandi guerre, descritte nei Purana e nel Mahabharata,
che sembra si svolsero circa nel 72.000, 30.000 e 10.000
a.C.. Il re assiro Assurbanibal (668-626 a.C.) affermava di
aver letto documenti antichissimi, scritti prima del ricordo
storico dell’uomo. All’epoca in cui gli uomini usufruivano di
una avanzata tecnologia, per noi incredibile, come attestano i
reperti e i documenti ritrovati, era nota la circonferenza e
il diametro della terra, il "P" greco equivalente al valore di
22/7, quindi il sistema metrico basato su queste
dimensioni. Piedi, cubiti, yard, stadi, miglia nautiche,
erano tutte esatte frazioni della circonferenza polare della
terra considerata di 40 milioni di metri; un numero divisibile
solo per 2 o per 5, e per questo venne usato un valore
divisibile per 13 numeri diversi, con lo scopo di rendere più
facili i calcoli astronomici e per determinare le dimensioni
dei monumenti: ossia 39.999.999 metri. Sembra che astronomi
egizi abbiano calcolato le distanze dal sole e le velocità
orbitali dei primi 6 pianeti, Mercurio, Venere, Terra, Marte,
Giove, Saturno, dal loro periodo di rivoluzione siderale, che
conoscevano da molto tempo. L’astronomia moderna è a
conoscenza che la velocità orbitale di un pianeta è
inversamente proporzionale al quadrato della sua distanza dal
Sole e al cubo del suo periodo di rivoluzione siderale; per
esempio la terra ha un periodo siderale di 365,256328 giorni,
una distanza dal sole di 149.501.000 km, e una velocità
orbitale di 29.798 m/s. Gli Egizi lo sapevano
già. Alcuni archeologi hanno misurato le distanze fra i
centri di 6 monumenti sulla piana di Giza, ossia le Piramidi
di Cheope, Chefren, Micerino, la Valle dei Templi di Chefren,
quella di Micerino, il tempio funerario di Chefren. Hanno
riscontrato che moltiplicando le misure di queste distanze per
47, ossia il rapporto fra la velocità della luce e la misura
del raggio equatoriale terrestre di 8.387, che gli egizi
stimavano di 8.383; ottenevano le velocità orbitali dei 6
pianeti.
Nel seguente riquadro sono riportate le
distanze fra i monumenti e le velocità orbitali dei
pianeti:
Tra i monumenti |
Distanze
ottenute (m) |
Velocità Orbitali stimate dei
Pianeti (m/s) |
Piramide Micerino - Valle templi
Chefren |
1019 x 47 |
47.893 |
Mercurio |
47.893 |
Piramide Chefren - sua Valle templi |
745 x 47 |
35.015 |
Venere |
35.036 |
Piramide Chefren - Valle templi di
Cheope |
634 x 47 |
29.798 |
Terra |
29.798 |
Tempio funerario di Chefren - Valle templi
Micerino |
514 x 47 |
24.158 |
Marte |
24.140 |
Valle Chefren - Valle templi
Micerino |
278 x 47 |
13.065 |
Giove |
13.065 |
Piramide Chefren - suo tempio
funerario |
205 x 47 |
9.635 |
Saturno |
9.648 | Usando lo stesso sistema si può anche
calcolare la distanza media dei sei pianeti dal Sole. Si
ottengono in tal modo i seguenti risultati: 57.873 per
Mercurio, 108.270 Venere, 149.501 Terra, 227.455 Marte,
790.586 Giove, 1.429.930 Saturno; corrispondenti ai reali
valori stimati oggi (in migliaia di chilometri). Qualcuno
parla di curiose coincidenze, ma appare oramai chiaro che
stiamo scoprendo dati già conosciuti in passato. Per
esempio, l’esistenza di un decimo pianeta già segnalato dai
Sumeri. La notizia giunge dalla Royal Astronomical Society
e dal Convegno della American Astronomical Society, gli autori
della scoperta John Murray della Open University e John Matese
della University of Southwestern Louisiana. Il nuovo
pianeta avrebbe una massa simile a quella di Giove e
percorrerebbe un'orbita non inferiore a trentamila volte la
distanza Terra-Sole. Sarebbe capace di creare squilibri
gravitazionali che causerebbero lo sganciamento di alcune
comete dalla nube di Ort, ove sembra sia immerso,
proiettandole verso il nostro sistema solare. La cosa più
curiosa è che, sia le comete che il pianeta ruoterebbero in
senso contrario alle orbite dei pianeti. Non mancano gli
scettici o i denigratori, prospettando che vi possa essere un
errore nei calcoli, rammentando la vicenda di "Nemesi", una
nana bruna gemella del nostro sole, la cui esistenza venne
ipotizzata 18 anni fa ed oggi ritenuta priva di fondamento;
oppure indicandolo come un pianeta gassoso privo di vita, per
l’impossibilità che un raggio di sole vi giunga a creare le
condizioni idonee per mettere in moto tale
processo. Secondo i caratteri cuneiformi delle tavolette i
nostri antenati conoscevano l’esistenza di Urano e Nettuno e
un altro grande pianeta chiamato Nibiru dai Sumeri, o Marduk
dai Babilonesi, che aveva un periodo siderale medio di 3.600
anni, ossia, ogni 3.600 anni entrava nel nostro sistema con
una direzione opposta rispetto alle orbite degli altri
pianeti. Ad ogni suo passaggio fra le orbite di Marte e Giove,
causava terribili cataclismi sulla superficie della
terra. Nota la storia di Marduk e Tiamat; ma per chi non ne
fosse a conoscenza, qui di seguito un breve sunto. Era uso
dei Sumeri abbinare gli Dèi ai pianeti. Si racconta che la Dèa
Tiamat si ribellò al volere del consiglio degli Dèi, ossia
degli altri pianeti, e dato che metteva in pericolo
l’equilibrio creatosi, fu deciso di punire il ribelle. Venne
chiamato il Re degli Dèi, Marduk, il Pianeta
dell’Attraversamento, indicato dai caratteri cuneiformi con
una "croce". Il Grande pianeta si scontrò con Tiamat e la
distrusse, spaccandola in due; con una parte formò la fascia
degli asteroidi e deviò l’altra metà in un orbita diversa
creando la Terra. Per Thomas Van Flandern tutti gli
asteroidi e le comete del nostro sistema solare potevano
essere realmente stati creati dalla esplosione di Tiamat; la
loro massa totale potrebbe essere uguale alla massa che un
tempo formava il pianeta. Conoscendo la precisa posizione e
la data orbitale di numerose centinaia di questi asteroidi e
comete, si poteva calcolare la data e la posizione celeste di
Tiamat al momento dell’esplosione. Questo poteva essere
ottenuto percorrendo le loro orbite all’indietro nel tempo,
con l’aiuto di un computer, fino a trovare quando essi si
riunivano nello stesso tempo alla stessa latitudine e
longitudine nel cielo. Maurice Chatelain lo ha fatto e ha
calcolato che la data della collisione risalirebbe a 10
milioni di anni fa. La posizione di Tiamat, a quel tempo,
sarebbe stata di 2,8 unità astronomiche dal Sole, nella
costellazione del Capricorno. Maurice Chatelain, morto nel
1995, era uno scienziato della Nasa, uno dei primi disegnatori
della navetta Apollo che atterrò sulla Luna. Da scettico sul
fenomeno Ufo divenne uno dei suoi più fervidi sostenitori,
convinto che civiltà tecnologicamente avanzate fossero
esistite migliaia e migliaia di anni fa e distrutte poi da
cataclismi e altre calamità. Il tutto avrebbe avuto iniziò in
un passato molto lontano, come indicavano le tavolette sumere
e non certo 6.000 anni fa. L’asteroide Ceres, potrebbe
essere quello che rimane della esplosione di Tiamat. Tutto ciò
proverebbe la veridicità della storia Sumera di
Marduk. Alcuni dei passaggi di Marduk potrebbero essere
avvenuti intorno all' 11.000 a.C., durante il neolitico, nel
7.400 a.C., e nel 3.800 durante il periodo dei sumeri. Non
abbiamo notizie di quanto potrebbe essere successo nel 200
a.C., ciò fa presupporre che Marduk fosse finalmente sfuggito
all’attrazione del Sole e scomparso per sempre nello
spazio. Chatelain sarebbe riuscito a determinare le date di
ben 10 allineamenti dei grandi pianeti Giove, Saturno, Urano,
Nettuno, che potrebbero aver giocato un ruolo importante
nell’attrazione di Marduk, coinvolgendolo in insolite orbite,
in direzione della Terra, fra Marte e Giove. Dallo studio
di alcuni testi antichi si riscontra che ogni civiltà segnala
eventi catastrofici in diversi periodi e fra queste
segnalazioni quelle che collimano con le riunioni planetarie
sono diverse, ma le più interessanti che si sono verificate,
con un intervallo di circa 3.600 anni, sono due: 1) I testi
Maya indicano una catastrofe nel 14.621 a.C., il computer
segnala nel 14.638 a.C. una riunione di Giove, Urano, Saturno;
nell’11.032 a.C. una di Saturno, Urano, Nettuno; nel 7.425
a.C. e nel 3.833 a.C. una di Giove, Urano, Nettuno; con
rispettivi intervalli di 3.606, 3.607 e 3.592 anni. 2)
Secondo la leggenda di Akakor, in Amazzonia, si verificò una
catastrofe nel 14.468 a.C.. Il computer ci informa che nello
stesso anno, il 14.468 a.C., si verificò anche una riunione
fra Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Le altre tre catastrofi
coincidono perfettamente con gli altri allineamenti e portano
un intervallo di 3.600 anni: nel 10.868 a.C. una fra Giove,
Urano, Nettuno, nel 7.268 a.C. fra Saturno, Urano, Nettuno,
nel 3.668 a.C. fra Giove, Urano, Nettuno. Non si sono
verificate più catastrofi dal 2.000 al 200 a.C.; può darsi che
Marduk sia veramente sfuggito al sistema solare e non torni
mai più indietro. In merito ad apparizioni di pianeti o
asteroidi nel nostro sistema solare, vi è da rilevare un
evento curioso. Secondo Frank Mc Carthy della U.S. Coast
Geodetic Surney Office, una enorme cometa effettuò numerose
orbite intorno al Sole, in un periodo di 978 anni;
soprannominata la "Bestia" fu tenuta in osservazione per 1.000
anni da Ebrei, Assiri, Cinesi, Romani, Greci, Normanni e
Anglo-Sassoni. Un enigmatico passaggio della
Rivelazione,13-18, sembra implicare che il 666 potrebbe essere
decodificato come una futura generazione di macchine di
calcolo, ossia un particolare tipo di computer dedicato al
controllo della "Bestia". "Lascia che lui abbia capito come
contare il numero della Bestia… il suo numero è 600, 60 e
6". Incredibile? Il dubbio rimane. Gli astronomi non
hanno scoperto nessun pianeta con un periodo siderale di 3.600
anni, ma molti credono ne esista uno con un periodo di 1.800
anni. È forse il Decimo Pianeta?
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