|
|
|
|
ARCHEOLOGANDO...
IL FENOMENO UFOLOGICO
NELL'ARTEdi Mauro Paoletti per
Edicolaweb Lo studio del
fenomeno ufologico ha evidenziato che tale evento è stato
oggetto di molte cronache antiche e riprodotto da alcuni
artisti all’interno delle loro opere, come fossero stati
involontari testimoni del fatto. Possiamo così stilare un
lungo elenco di dipinti che presentano raffigurazioni di
"oggetti volanti" e strani fenomeni fisici o
atmosferici. Nel 1335, nella porzione di cielo di un affresco nel
monastero dei Decani, Kosovo-Metohija, ex Jugoslavia, furono
riprodotti due oggetti aerei, con una persona all'interno, che
si inseguono sopra la scena che riproduce una Crocifissione.
Gli affreschi sono rimasti sconosciuti fino al 1964, quando
vennero fotografati con un teleobiettivo, dato che le immagini
sono situate a circa quindici metri da terra. L’autore delle
foto, Aleksander Paunovich, analizzandole, scorse due oggetti
"aerei". Nel primo, un uomo sembra pilotare l’oggetto, mentre
rivolto all’indietro controlla la traiettoria del "velivolo"
che segue. Nel secondo, si può osservare un essere che non
presenta sembianze umane e tiene un oggetto fra le
mani. Gli angeli, raffigurati a contorno della scena,
vigilano il volo degli oggetti e tengono gli occhi chiusi e le
mani sulle orecchie nell’atto di tapparle, come non volessero
restare abbagliati o sordi. Produce una certa impressione
sapere che nel Medioevo furono dipinti due oggetti molto
simili allo sputnik lanciato solo nel 1957. Ma nel dipinto
dei Decani, subito sotto la crocifissione, separata da un arco
di diverso colore, è stata riprodotta anche la
rappresentazione della Resurrezione, ove Gesù è ritratto
all'interno di un’ogiva simile ad un razzo con tanto
d’alettoni. Presso il Gabinetto di Archeologia sacra di
Mosca è conservata, o quantomeno lo era (l'esperienza insegna
che molte cose hanno preso l'uso di sparire, specie quando
diventano, per così dire, "ingombranti"), un’icona del
diciottesimo secolo, che ha come tema la Resurrezione di
Cristo. Anche in questo caso, il Cristo è ritratto dentro un
contenitore aerodinamico che ricorda un veicolo spaziale,
dalla base del quale esce del fumo a nascondere i piedi degli
angeli raffigurati ai lati. In entrambi i casi sembra che il
Cristo voglia trascinare con sé un uomo. Lo stesso motivo
ripetuto in due opere eseguite in tempi e luoghi diversi
esclude ogni mera coincidenza. Una di queste è un affresco del Quattrocento visibile a
Kiev, ove è chiara la rappresentazione di Gesù dentro un razzo
in movimento di ascesa, sorretto da due angeli in piedi su due
nuvole che si muovono in sintonia verso l’alto, con tanto di
scia a evidenziarne il movimento ascensionale. Strani
oggetti solcano il cielo nella "Crocefissione" esposta nella
Cattedrale di Mtsheta in Georgia. In tema di Sputnik
prendiamo in esame l’opera che Bonaventura Salimbeni creò nel
1595, nota come la "Santissima Trinità", e visibile nella
basilica di San Pietro a Montalcino in Toscana. Nel dipinto
spicca, in posizione centrale, un oggetto che non passa
inosservato per la sua grandezza e ricorda appunto i satelliti
artificiali russi. Secondo gli esperti di clipeologia si
tratterebbe della rappresentazione di un mappamondo. Alcuni
particolari sembrerebbero confermare tale ipotesi, come le
linee parallele e perpendicolari visibili sulla sfera azzurra.
Il dipinto è stato fotografato per evidenziare tutti i
particolari e interpretarne il significato e la funzione. Ne è
emerso che le aste poggiano direttamente sulla superficie
della sfera e sembrano di uguale lunghezza. Non è ben
comprensibile la funzione del cerchio inferiore che pare una
saldatura o un punto di appoggio. Sopra l’asta impugnata dal
Cristo è chiaramente visibile una piccola croce di colore
rosso. Inutile dire che gli ufologi si sono prodigati in
innumerevoli interpretazioni e speculazioni, ma anche se
sembra chiaro ciò che l’occhio guarda, dobbiamo dubitare di
quanto stiamo osservando non avendo prove concrete ed essendo
consapevoli che nel 1595 non erano stati concepiti gli
sputnik. Sulle pareti del monastero situato sul monte
Athos, in Grecia, è dipinto un uomo con la barba bianca che
impartisce ordini ad un giovane. Sopra la montagna è visibile
una porzione di un oggetto sferico luminoso e sulla destra un
vero e proprio "disco" che dirige verso il suolo un raggio
luminoso. Sembra che i raggi siano diretti verso l’anziano,
come ricevesse istruzioni dall’oggetto volante, e a sua volta
le trasmetta al discepolo. Non è il solo esempio di dischi
che irraggiano persone o scene a loro sottostanti. Nella
Galleria Nazionale di Londra è esposto un dipinto di Carlo
Crivelli conosciuto come l'"Annunciazione". Nel cielo del quadro
staziona un grande disco splendente, dal quale discende un
raggio di luce che arriva fino alla corona posta sulla testa
di Maria. L’oggetto è formato da tre cerchi concentrici che
rammentano molto gli UFO circolari presentati da Spielberg nel
suo "Incontri ravvicinati del terzo tipo". Un altro disco
volante, nel caso piatto e dorato, si trova nel cielo del
dipinto di un pittore fiammingo del 1700 intitolato "Battesimo del Cristo". Dal disco si
dipartono ben quattro raggi luminosi che rischiarano il
terreno intorno al Battista e al Cristo, ritratti in basso,
nel momento di dispensare e ricevere il sacramento. A
Firenze, in una sala di Palazzo Vecchio, è visibile un quadro,
noto come "La Madonna e San
Giovannino", eseguito nel 1400 da un ignoto artista
fiorentino, scuola del Lippi, ove si può osservare un oggetto
volante nella parte superiore a destra. Sotto un uomo con il
cane, entrambi con lo sguardo rivolto verso l’oggetto,
particolare che ha fatto ritenere il tutto come l’autentica
testimonianza dell’avvistamento di un oggetto volante non
identificato. Tra giugno e agosto del 1959, in Nuova
Guinea, territorio Papua, fu registrata una nutrita serie di
avvistamenti, ben quarantuno. Tale Padre Cruttuell raccolse
molte dichiarazioni di testimoni che divennero conferma di
altri avvistamenti verificatisi a 25 Km. di distanza e
segnalati da tale padre Gill, in territorio Boianai. Si parlò
di un oggetto circolare a base larga con un ponte superiore
più stretto, gambe sporgenti in basso, quattro e più figure
umane ben visibili nella parte superiore intente a guardare in
basso, alle quali, gli indigeni, rivolgevano cenni di saluto
pensandoli terrestri su di un nuovo tipo di aereo. I disegni
eseguiti dai testimoni dimostrarono che si trattava di oggetti
dello stesso tipo e appartenenti allo stesso gruppo. Il 23
marzo 1974 fu fotografato, da un anonimo, un UFO nei dintorni
di Alblosc-Var, in Francia. La foto fu autenticata dai
numerosi testimoni dello stesso fenomeno, che lo riprodussero
con esattezza in molti disegni tutti uguali. Tutto porta a un
collegamento con i disegni della Nuova Guinea e all'Ufo
riprodotto nel quadro esposto a Firenze, sia per il
particolare delle "gambe" luminose emergenti da sotto, che per
la forma e l'irraggiamento presente intorno all'oggetto,
riprodotto perfettamente nel dipinto e descritto anche da
Cruttuel e Gill, oltre ovviamente dagli altri testimoni. Di
conseguenza l'anonimo fiorentino non ha solo confezionato una
bella opera d'arte, ma anche una testimonianza pittorica di un
avvenimento "celeste". Bernardino di Betto, conosciuto come
il Pinturicchio, ha riprodotto in una raffigurazione della Natività, ben due
oggetti volanti. Nel dipinto in questione esposto, purtroppo
dietro al plexiglas, nella Cappella Baglioni della Chiesa di
S. Maria Maggiore a Spello, si può ben vedere a sinistra,
sospeso nel cielo sopra la collina, un oggetto luminoso,
grigiastro come fosse metallico, difatti sembra riflettere la
luce solare, circondato da raggi e fiammelle. Le sue
dimensioni appaiono ragguardevoli e fornisce l’impressione che
sia in movimento verso l’alto. Non è il solo, infatti, nello
spazio di cielo vicino alla punta del cipresso, è visibile
un’altra sfera luminosa, di color grigio arancio. Anche in
questo caso si tratta di un oggetto reale, volutamente
raffigurato, a sottolineare il verificarsi di un evento
misterioso, di stampo ufologico di cui sembra essere stato
testimone l’autore del dipinto. E la serie delle
testimonianze pittoriche di eventi "celesti"
continua. Raffaello ebbe l’incarico di dipingere "Madonna di Foligno" dietro
commissione di certo Sigismondo de' Conti, per ricordare un
voto di ringraziamento. La casa che il nobiluomo aveva in
Foligno, colpita da un bolide o da un fulmine, era rimasta
miracolosamente illesa. L'avvenimento è stato riprodotto sul
fondo del dipinto dietro le spalle del putto situato al centro
dello stesso. L'artista ha certamente ricostruito il fatto
dietro le indicazioni del Sigismondo che intendeva rievocare
l'evento più fedelmente possibile. Un osservatore attento può
notare un delicato spaccato di vita quotidiana in un paesaggio
sereno privo delle tipiche nuvole capaci di scatenare un
temporale con fulmini o altre manifestazioni magnetiche. Le
pecore pascolano tranquille nei campi, gli uomini intenti a
parlare o incamminati con assoluta calma verso il paese, gli
attrezzi in spalla. Siamo alla fine del giorno, il moto lento
del cavallo e l'assenza, nei gesti dei personaggi, di quella
fretta che denuncia la preoccupazione di trovare riparo prima
del temporale, esclude possa essersi trattato di un fulmine.
Il segno, dipinto in giallo ocra arancio dall'artista, che
segna la traiettoria, non è una linea spezzata come a indicare
un fulmine o la folgore, ma una curva decisa grigiastra che
parte dall'alto e finisce sulla casa. È resa bene l'idea della
caduta libera di un oggetto luminoso dotato di un certo peso e
di una non indifferente velocità, ed è logico pensare a un
meteorite o un oggetto "non identificato". La rassegna
continua con Piero della Francesca e la sua "Esaltazione della
Croce", ove ha ritratto nel cielo strane nuvole ovoidali simili a formazioni
nuvolose conosciute in meteorologia col nome di "contesse", ma
che possono far pensare ad una formazione di oggetti volanti;
senza comunque escludere sia uso del pittore raffigurare in
tal modo le nubi. Strane nubi si osservano pure nell’opera
nota come "Il miracolo della
Neve" di Masolino da Panicale, chiara
documentazione visiva di un evento ufologico che ha come
testimone Papa Liborio. Il tutto sotto lo sguardo di Gesù e
della Vergine. Si racconta che il Pontefice indicasse il
luogo ove erigere la basilica di Santa Maria Maggiore, secondo
quanto gli era stato comandato in sogno dagli angeli. Doveva
essere edificata nel posto in cui si sarebbe verificata una
nevicata in una calda giornata di agosto. Le figure riprodotte
dal pittore non somigliano certo a fiocchi di neve; sono
strane nubi lenticolari, ben delineate, provviste anche di una
"calotta" e straordinariamente simili agli UFO presenti in
alcune fotografie scattate in epoca recente. Non è l’unica
testimonianza di un avvenimento svoltosi in piena stagione
estiva. In un’incisione del sedicesimo secolo sono riprodotti,
con sfere bianche e nere, strani oggetti volanti apparsi a
Basilea nell’agosto del 1566. Nell’opera pittorica di Paolo
Uccello conosciuta come "La Tebaide",
esposta presso l’Accademia di Firenze, si osserva un oggetto
di forma discoidale, con tanto di cupola, di color rosso
dipinto su un fondo scuro. Chiaramente visibile l’effetto del
movimento dato dall’artista con piccole pennellate di colore;
si ha proprio l’impressione che l’oggetto compia una repentina
virata caratteristica di corpi volanti noti con la sigla di
UFO. Oggetti a forma di "cappello" sono visibili nei cieli
riprodotti in alcuni arazzi del 1330, custoditi nella
Basilica francese di Notre Dame in Bearne; per non parlare
delle illustrazioni di antichi testi indiani. E che dire
del quadro custodito
nel Castello dei Conti di Dotremon, in Belgio, ove è
raffigurato un Mosè mentre riceve le Tavole della Legge
rivolto verso un cielo nel quale volteggia una flotta di
"vascelli volanti". Persino Giotto con alcune sue opere,
relative alla vita di San Francesco, innesta un concetto
spaziale che ha scatenato considerazioni e congetture di
numerosi studiosi, sottolineato nella "visione dei troni", ove
questi sono rappresentati allineati in uno spazio superiore,
staccato da quello terreno e usando un angelo come tramite fra
i due piani. Il divario nella scelta dei punti focali che
evidenzia il contrapporsi del carattere "non terrestre", anche
se lo adombra al tempo stesso, è evidenziato nella "Visione
del Carro". È un frammento della vita del Santo. Mentre i
frati pregavano in un luogo diverso da quello ove era
Francesco, videro quest'ultimo sopra un carro infuocato e
splendente "correre per la casa" intorno a mezzanotte.
L'ambiente risplendeva di una gran luce; chi dormiva fu
svegliato e spaventato, gli altri erano stupiti per
l'accaduto. È una delle tante visioni di carri di fuoco
volanti, da Ezechiele ai rapimenti di Elia e di Enoch. San
Francesco vi appare sopra in preghiera, gli occhi rivolti al
cielo; il carro trainato da un cavallo senza redini si muove
da solo come comandato a distanza. Nell'opera "L'Epifania",
Giotto dipinse una stella cometa riproducendola fedelmente.
Quale fenomeno celeste si verificò nel 1301, il passaggio
della cometa di Halley? Nei suoi dipinti Fra Angelico
raffigura San Nicola, mentre compie i suoi miracoli, dentro
una sfera luminosa e trasparente, così la descrivono i marinai
che riferivano di vederlo scomparire dopo aver compiuto i
salvataggi. Forse era un modo di raffigurare, all'epoca, santi
e divinità, ma ricordo che nel 1961 la rivista tedesca "Der
Bund" e la francese "Ouranos", riportavano la notizia che ad
ovest di Yoyang, vicino al lago Don Ting, erano state trovate
delle gallerie con le pareti lisce come fossero smaltate
coperte di disegni. Uno di questi riproduce una piattaforma
circolare in cielo, sulla quale alcuni uomini impugnano
strumenti definiti "piccole trombe", con i quali prendono di
mira gli animali che fuggono sotto di loro. Il passo che
conduce agli avvistamenti della Nuova Guinea e all'Ufo del
quadro di Firenze è breve. Nelle gallerie la riproduzione di
"corpi cilindrici che navigano in cielo", argomento ricorrente
nelle storie cinesi. Nelle grotte del gruppo Mogao,
Dunhuang, provincia di Gansù (ne sono state esplorate 1000),
vi sono murales con molti riferimenti al
volo. Non solo sono raffigurate persone che si librano in
aria, vari oggetti a forma di mandolino o di barca a vela, o,
più curiosamente, sigariformi; ma anche nuvolette particolari
con tanto di scia posteriore a indicarne il movimento e la
direzione. Sedute su di esse alcune persone, riparate da un
baldacchino. Non v'è dubbio di ciò che l'autore, o gli autori,
volevano riprodurre. In Cina nella zona del Kumming, presso
una delle tante minoranze etniche residenti, esiste un museo
le cui pareti sono rivestite di pannelli che illustrano le
leggende del luogo. In un riquadro è illustrata la leggenda
che parla della periodica comparsa di un serpente che sbuca
dalle nubi e rapisce la principessa del luogo. Toccherà
all'eroe di turno correre a liberarla. La riproduzione mostra
il grosso serpente che risucchia in cielo la donna, mentre gli
astanti atterriti rimangono stesi a terra o fuggono. Il corpo
della bestia, durante l'evidente "abduction" è nascosto dentro
ad una nuvola, caratteristica comune alla comparsa di Ufo. La
nube è presente in molti passi della Bibbia. Le
illustrazioni dei poemi epici indù e tibetani, come il
Mahabharata, mostrano illustrazioni con misteriosi oggetti
volanti, carri, tappeti e altro, sospesi nei cieli dell’India
e della Valle dell’Indo, chiamati vimana. Nella Biblioteca
Nazionale di Rouen si trova un Codice miniato (La civiltà dei
Monasteri Jaca Book 1985 - M.S. Y6 f.33) che raffigura
l'Annuncio ai Pastori. Si notano in alto, al centro, sei
angeli che osservano, racchiusi entro un doppio semicerchio
grigio azzurro che richiama qualcosa di metallico. Il disegno
floreale sembra riprodurre dei bulloni. Intorno è evidenziata
una zona, in contrasto col fondo, delimitata da una linea
spezzata come fosse percorsa da forze magnetiche. Da sotto
fuoriescono sei raggi arancioni, come i getti di razzi
direzionali, che forniscono il senso del movimento e
l'impressione che l'oggetto stia sollevandosi velocemente.
Questo della piattaforma circolare diviene un tema
ricorrente. Nella "Gazzetta di
Norimberga" del 1566 è stato riprodotto un fenomeno
aereo avvenuto nel 1561 nel cielo sopra la città, ove
comparvero numerosi oggetti cilindrici dai quali uscirono
altri oggetti volanti dalla forma sferica, cruciforme o
discoidale, che effettuarono numerose evoluzioni dando
l’impressione di un combattimento aereo. Ruote incandescenti sono raffigurate
in una pittura che le mostra, ruotanti, in mezzo a nuvole di
vapore e fulmini nel cielo di Amburgo, il 4 novembre del
1697. L'elenco di queste "visioni misteriose" è lungo,
chiudiamo con la meno nota xilografia del 16° secolo che
riproduce l'evento occorso a Erfurt nel 1520, sotto il regno
di Carlo V di Prussia. Nel cielo brillarono due soli e da uno
si staccò un "raggio brillante" che atterrò provocando ingenti
danni. Pochi istanti dopo ripartì verso il cielo ove assunse
una forma circolare prima di sparire a forte velocità. Cosa
aggiungere? Queste riproduzioni pittoriche rappresentano
importanti testimonianze quali prove visibili di un fenomeno
che si è verificato anche nel passato in modo tale da far
pensare che, prima di quanto si creda, il fenomeno "U.F.O."
possa divenire "I.F.O.", ovvero "Identified Fly Object";
oggetto ben identificato.
vai alla visualizzazione
stampabile
invia questa notizia ad un
amico
imposta Edicolaweb come
Home aggiungi Edicolaweb a
Preferiti
Copyright © 2002
EdicolaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione
vietata.
| |
Tutti gli
articoli di ARCHEOLOGANDO...
|
| |