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CHILBOLTON: E.T. RISPONDE?

di Mauro Paoletti
per Edicolaweb

[Crop Circle a Chilbolton anni 2000-2001 - 36K .jpg] [Crop Circle a Chilbolton chiamato "Il Codice" - 55K .jpg] [Crop Circle a Chilbolton chiamato "La Faccia" - 55K .jpg] [Crop Circle a Chilbolton segnale "simile" a quello di Arecibo - 56K .jpg] [Crop Circle a Chilbolton Crop (1999) e antenna del radio telescopio di Arecibo - 44K .jpg] [Crop Circle a Chilbolton Crop (2000) e radio telescopio di Arecibo - 37K .jpg] [Gruppo stellare M13 della costellazione Ercole - 43K .jpg] [Piastra con il messaggio affidato al Voyager - 23K .jpg]
 

LA RICERCA DI E.T.
Occorre risalire al 1959, quando Giuseppe Bocconi e Philip Morrison pubblicarono su "Nature" un articolo nel quale prospettavano l’uso di onde radio come mezzo migliore per comunicare fra le galassie. I due erano certi dell’esistenza di qualche altra forma di vita intelligente, quindi bastava orientare il nostro orecchio verso l’oscurità dello spazio per captarne la presenza.
Nel 1960 un radio astronomo, Frank Drake, giunto alla stessa conclusione, puntò i 42 metri dell’antenna dell’osservatorio di Green Bank, in Virginia, verso "Tau Ceti" e "Epsilon Eridani", distanti undici anni luce. Nasceva il "Progetto Ozma". Un progetto di breve vita, sospeso senza esaurienti spiegazioni nel momento in cui arrivarono i primi e numerosi segnali dallo spazio.
Ma la ricerca extraterrestre era avviata. I russi mostrarono interesse per il "Progetto Ozma" e proprio nel 1960 iniziarono a cercare segnali, puntando le antenne in ogni direzione, convinti che pochissime civiltà erano in grado di inviare segnali radio; la loro ricerca era orientata all’interno del nostro sistema solare e al di fuori della nostra atmosfera.
Non ci dilungheremo riguardo alle implicazioni che derivarono da questi fatti - di cui potremo parlare a parte - ma meritano comunque un breve cenno.
Il 15 ottobre del 1966 la NASA rivelò che tre oggetti sconosciuti erano in orbita intorno al nostro pianeta. Fu stilato un inventario degli oggetti in orbita e pubblicato nel 1971 dal Centro di Goddard. Un totale di 2048: 1540 assegnati agli USA, 456 alla Russia, 32 alla Francia, tre erano stati messi in orbita dal Canada, tre dall’Inghilterra, sei dalla Germania, due dall’ESRO per conto dell’Europa, tre dalla Cina, quattro dall’Australia, uno dalla NATO e 1 dal Giappone. Tre risultarono non identificati. Furono proprio i Russi, nel 1979, attraverso Serghiei Petrovic Bozhic, fisico e matematico dell’Istituto di Radiotecnica di Yauza, Mosca, a dichiarare che in orbita attorno alla terra vi erano i pezzi del relitto di un’astronave aliena esplosa dopo un’avaria e sospesa in uno dei punti in cui le forze di attrazione dei pianeti si annullano a vicenda, noti come "punti di librazione". I tronconi principali erano due, di circa 30 metri di diametro ciascuno; intorno altri pezzi sparsi fra cui otto di considerevole grandezza. Dichiararono che già nel 1956 era stata notata la presenza di tali rottami che si pensavano asteroidi. A causa della loro presenza le orbite dei satelliti artificiali dovevano essere corrette per evitare la collisione. Utilizzando proprio i satelliti fu calcolato che la presenza dei rottami risaliva al dicembre del 1955, e in tale periodo nessun oggetto terrestre erano stato messo in orbita.
I sovietici fecero anche sapere che avevano proposto una spedizione russo americana per il recupero e che un’organizzazione specializzata nel settore, la Hughes, aveva esaminato la possibilità di tentare l’impresa. La società aveva recuperato nel 1968 un sommergibile atomico sovietico a cinquemila metri di profondità con successo.
Di questa storia non abbiamo saputo più niente.
I russi attraverso i loro ascolti si convinsero che da Giove proveniva un segnale radio in una banda stretta. Furono esaminati alcuni strani effetti verificatesi fra il 1924 e il 1928. Gli echi radio in uscita risultavano ritardati, un fatto inspiegabile in termini naturali, era chiaro quindi che i segnali venivano riflessi. Balthasar Van der Pol, studioso olandese e Carl Stoermer, esperto norvegese, inviarono, nell’ottobre del 1928, nuovi segnali consistenti nella trasmissione della lettera "S" dell’alfabeto Morse: tre punti. La radio registrò una sequenza di echi sulla stessa frequenza con ritardi che in secondi espressero le seguenti cifre: 8,11,15,8,13,3,8,8,8,12,15,13,8,8. Nessuno fu capace di decifrare l’eventuale messaggio, ma furono convinti venisse da una sonda situata nel nostro sistema, probabilmente nei pressi della Luna.
Duncan Lunan, astronomo e ricercatore scozzese, sospettando che gli echi venissero ritardati intenzionalmente, ne tracciò un diagramma e fornì, nel 1973, una decifrazione del messaggio.
"La nostra provenienza è Epsilon Boote, una stella doppia. Noi viviamo sul pianeta sesto di sette cominciando a contare dall’esterno del sole che è la maggiore delle due stelle. Il sesto pianeta ha una luna, il quarto ne ha tre, il primo ed il terzo ne hanno una ognuno. La nostra sonda è in orbita alla vostra luna e indica la posizione di Arturo nelle nostre mappe."
Duncan scoprì che Arturo era la stella più luminosa del sistema e che era nel punto indicato tredicimila anni fa. Il tracciato del grafico, con i tempi di ritardo sull’asse orizzontale e la sequenza dei segnali su quella verticale, evidenziò a sinistra un punto con un ritardo di tre secondi e a destra la costellazione di Boote. Ruotando sull’asse verticale il punto relativo al ritardo di tre secondi si ottiene la posizione di Epsilon Bootis mancante nel messaggio. Quindi la comunicazione invitava a effettuare la correzione e rimandarlo al mittente corretto per ricevere la seconda parte. Duncan dedusse che la sonda sostava nel nostro sistema solare, in attesa di una risposta per continuare il contatto, dall’11.000 a.C.
Dal 1973 può darsi che qualcuno abbia provveduto in merito e stabilito un contatto.
Fatto è che da quel momento anche i russi dichiararono di aver scoperto segnali del tipo "S".
Nel 1970 scienziati e ingegneri della NASA Ames Research Center del Montana iniziarono a considerare la tecnologia richiesta per intraprendere una ricerca sistematica della vita extraterrestre. Nacque il "Progetto Ciclope" che stabiliva l’utilizzo delle onde radio come miglior mezzo per ottenere questo contatto.
Nel 1972 l’invio del Pioner 10 verso Giove, con la lastra in alluminio con la descrizione del nostro pianeta e dei suoi abitanti.
Nel 1974 Frank Drake coronò il suo sogno, trasmettendo un messaggio dall’Osservatorio di Arecibo verso un ammasso globulare di stelle conosciuto come M13, distante dalla terra circa 23.000 anni.
Il fatto che per ottenere l’eventuale risposta dovessero trascorrere 46.000 anni denota l’intenzione di informare l’universo della nostra esistenza il più tardi possibile; siamo sempre stati più interessati a origliare, piuttosto che a divenire un possibile bersaglio di altre forme di vita. Il messaggio fu inviato una sola volta, mentre per avere la probabilità di essere sentito doveva essere inviato ripetutamente.
La mossa era squisitamente "politica".
In realtà non è stata la prima e unica trasmissione inviata nello spazio. Il SETI ascolta per captare la presenza di altre intelligenze, i cui prodotti sonori sono sicuramente già stati intercettati, ma noi dalla metà del XX° secolo, stiamo annunciando all’universo la nostra presenza attraverso il suono, o "frastuono", emesso da radio, televisione, dischi, clacson, auto, radar e quant’altro, che dal nostro pianeta si diffonde nello spazio, in ogni direzione. Il fatto è che dovranno passare molti anni prima che qualcuno si renda conto della nostra presenza, le stelle sono molto lontane.
Il programma SETI è stato consolidato dall’Ames Research Center NASA e dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, chi vuole avere altre notizie sul programma e le sue trasformazioni, le troverà facilmente nel Web.
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