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ARCHEOLOGANDO...
ANGELI,
DEI O DEMONIdi Mauro Paoletti per
Edicolaweb Col nome di
Angeli, dal greco Angelos, vengono definiti i "figli di Dio",
i Ben Elohim. Noti come i caduti, i Refaim o Rafaim, gli
Enalim o Enim, ovvero i giganti. I Malakim, ossia i
messaggeri, gli esseri chiamati Sukkali che il dio
assiro-babilonese Anu aveva al suo servizio. Agli
assiro-babilonesi si attribuisce l’origine dei nomi degli
angeli, in particolare quelli dei Cherubini e dei Serafini e,
se pensiamo che gli ebrei furono deportati a Babilonia, ove
rimasero per un lungo periodo, è inevitabile desumere che
assimilarono molti usi e costumi da questa civiltà. Il
Kemot, il "Libro dei Nomi" contiene l’elenco dei settantadue
angeli che stanno intorno al trono di Dio; nomi determinati a
seconda dei quattro punti cardinali. Il settantadue è un
numero precessionale (vedi articolo: "la Costellazione del Drago riprodotta ad
Angkor") che si ritrova nella scala vista in sogno
da Giacobbe composta appunto da settantadue gradini. E in
eguale numero erano i discepoli scelti da Gesù e gli anziani
della Sinagoga. Gli angeli, raggruppati in nove cori, a
loro volta suddivisi in otto gerarchie, presiedono l’arco
zodiacale di 360°, diviso in sezioni di cinque gradi,
corrispondenti ognuna a un periodo di cinque giorni; ogni
angelo domina un periodo. Inoltre, sempre riguardo al numero
precessionale, è da notare che i nomi degli angeli sono
formati da tre versetti del 14° capitolo dell’Esodo e ogni
versetto è composto da settantadue lettere. Come per ogni
cosa esiste anche l’opposto, per ogni angelo di luce esiste
quello oscuro, dello stesso ordine e grado; quindi abbiamo
altri settantadue nomi assegnati a entità portatrici di
sofferenze. Secondo alcuni studiosi che hanno rivisitato la
visione di Ezechiele, nella versione originale la descrizione
degli angeli corrisponderebbe alla raffigurazione dei Caribù,
i Cherubini Assiri, esseri con la testa umana, il corpo di
leone, le zampe di toro e le ali d’aquila. Isaia parla di
Serafini, il cui nome deriva da Saraph, che significa
"bruciare, ardere", come esseri di fuoco. Nello
zoroastrismo si contemplano gli Amesha Spensa, figure simili
agli angeli; gli "immortali benefici" dei quali circondavano
il dio Ahura Mazda. Il Corano cita gli angeli ben 88 volte e i
più importanti sono Mikail e Jibril (Gabriele). Nella
mitologia vedica troviamo gli spiriti benefici di natura
angelica denominati Deva, i "risplendenti". I Grandi Deva
vengono chiamati Chohan e i Grandi Chohan prendono il nome di
Maha Chohan, al di sopra di loro i Dhyan Chohan, i
"messaggeri". Questi sono gli esseri menzionati anche da
Madame Helena Blawatsky, nota scrittrice di dottrine
esoteriche, con l’appellativo di Dyani. I testi biblici
riportano che ben duecento "veglianti" scesero sul Monte
Hermon (fra Libia e Libano) guidati da Semyaza. Un certo
Yequn, figlio di un angelo, portò all'errore i figli di Dio
quando si accoppiarono con le figlie degli uomini e generarono
i giganti. Leggendo la versione slava di Enoch apprendiamo
la storia di Lamech, che nel vedere il piccolo Noè, sospetta
che non sia suo figlio: "...sono convinto che il bimbo sia
stato concepito con il seme di un vegliante e che egli
appartenga alla stirpe dei giganti..." Il vocabolo "vegliante"
corrisponde a Neter - colui che osserva - termine con il quale
gli egiziani chiamavano Dèi; Neter è anche il vero significato
di Shumer, il punto in cui sembra approdarono gli Dei i cui
figli generarono, insieme alle figlie degli uomini, i
giganti. Nel testo ebraico originale non vi è scritto
"vegliante" ma "Nephilim", lo stesso vocabolo che compare nel
sesto capitolo della genesi. Nei giorni precedenti il diluvio,
la terra ospitava i Nephilim, i Potenti; definiti dai Sumeri
"il popolo delle Navi Volanti"; il "popolo degli Shem",
veicolo con il quale si poteva ascendere alla dimora degli
Dèi, la cui forma ricordava la "camera celeste", la pietra
conica, il "Ben-ben", conservato a Eliopoli (Egitto), oggetto
di pellegrinaggio e, come raffigurato nel tempio di Meroe, di
forma piramidale, con il quale gli Dèi giunsero sul pianeta.
Nel capitolo XI della Genesi ebraica si legge che gli uomini
cercarono d'innalzare uno Shem nella terra di Shinar, ovvero
Sumer (Mesopotamia meridionale); chiamata anche Tilmun, il
luogo dei missili. La terra ove si diresse Gilgamesh, l'eroe
della omonima epopea; il punto dal quale il Dio Utu-Shamash,
comandante del campo, ascendeva alla volta celeste con le sue
"aquile" (altro nome degli Shem). Nel libro dell'Esodo, Dio
ricorda ai Figli di Israele: "Io vi ho condotto a me sulle ali
delle aquile". Shem non significa solo "nome", ma anche
"razzo"; quindi il "popolo degli Shem", può significare "il
popolo che ha un nome", oppure "il popolo dei razzi", cioè i
Nephilim. Quest’ultimo è un vocabolo derivante dalla radice
semitica "NFL" (n-ph-l), "venire gettato giù"; quindi "quelli
gettati sulla terra". La caduta degli angeli in seguito ad una
guerra del cielo combattuta fra le schiere dell’arcangelo
Michele e quelle del Grande Drago, l’antico serpente, che fu
sconfitto e gettato sulla terra con tutti i suoi angeli, è
menzionata anche sui rotoli del Qumram: "I custodi del cielo
caddero a causa della loro ribellione" o, come riportato nel
Documento di Damasco perché "non osservavano più i
comandamenti di Dio". Nella mitologia, sia occidentale sia
orientale, si identificano negli angeli caduti i Re
provenienti dal cielo che governarono l’umanità nei primi
albori. L’Egitto e la Mesopotamia contemplano proprio "re
divini" scesi dal cielo per governare la Terra nel così detto
"primo tempo". Gli angeli caduti, i "Malachim" del Vecchio
Testamento, gli "emissari" che portavano i messaggi ed
eseguivano i comandi divini, sono i "Veglianti" scesi sul
monte Hermon guidati da Semyase col compito di istruire gli
uomini. Nel trecentosessantacinquesimo anno della sua vita,
Enoch, riceve la visita di due uomini "così alti che non si
sono mai visti in terra; con i volti luminosi come soli, gli
occhi ardenti, labbra mosse come da un fuoco. Con abiti che
sembrano di piume e i piedi color porpora, provvisti di ali
più luccicanti dell'oro. (…) mi posero sulle loro ali e mi
condussero su di una nube, la quale, prodigio, cominciò a
muoversi". Dal racconto emerge che per ben trecento anni
circa gli angeli vissero insieme agli uomini, o quanto meno si
presentavano loro sovente. Per quale ragione allora, un giorno
abbandonarono il pianeta e gli uomini al loro destino? E ci
poniamo altre domande. Cosa significa in effetti "porre
qualcuno sulle ali"? La "nube che si muoveva" cosa era in
realtà, come si formava; serviva a nascondere qualcosa? Un
fenomeno ricorrente nei testi sacri che ricorda in modo
impressionante i fenomeni ufologici. E viaggiando sulla
"nube" Enoch passa attraverso i sette cieli fornendo
un’accurata descrizione di ciò che osserva.. "Al primo cielo
duecento angeli muovevano le stelle (...) al terzo vidi il
giardino del paradiso con l'albero della vita vigilato da
trecento gloriosissimi angeli. Qui il luogo del giusto e il
posto terribile". Al quarto cielo osservò le milizie del
Signore. Uomini armati? Con quale tipo di armi? Nella Bibbia
Iddio viene chiamato "il Signore degli eserciti". Al sesto vi
erano stuoli di angeli che studiavano il corso degli astri e
al settimo dimoravano gli angeli più sublimi. Poi ad un certo
punto del racconto lascia la "nube viaggiante" e l'arcangelo
Gabriele che lo conduce alla presenza di Dio. Giunge fino
ai confini a nord della terra e visita il "giardino di ogni
giustizia", ove si trova l'Albero della Conoscenza, custodito
dall'angelo Zotiel. Afferma di essere stato portato alla fonte
della vita e alla "casa della fiamma". Una costruzione con i
muri di cristallo avvolta da fiumi di fuoco e un grande
cerchio che le gira intorno. I testi Tibetani parlano di una
città ove dimoravano gli Dèi, Sudarsuma, ubicata nel cielo
circondata e difesa da sette cerchi dorati. Anche i Veda
parlano di questa stupenda città edificata nel cielo da
Gandharva. Il soffitto della casa che vide Enoch era simile
al cielo costellato di stelle. Vi erano fiammeggianti
Cherubini ovunque. Al di là di questa, un altra dimora, più
grande della prima, innalzata "con vampe di fiamme".
All'interno, su di un trono simile al cristallo, ruote
fulgenti come il sole e i Cherubini che aleggiavano. Enoch
afferma di essere arrivato al termine dei cieli e della terra,
là dove esiste una voragine, un abisso scuro ricettacolo di
ogni vuoto. Ma è sufficiente una "nube viaggiante" per
arrivare a tanto? Può darsi, ma dipende certamente dal
tipo. Gli angeli riempiono le pagine del Vecchio Testamento
divisi in Serafini, Arcangeli, Troni, Dominazioni, Podestà e
Cherubini dal "flammeo gladio" - un fascio vibrante e luminoso
che poteva colpire ovunque - a guardia del Paradiso Terrestre.
Quale tipo di spada usò l'angelo che sterminò in una sola
notte l'esercito di Sennacherib composto da ben 185.000
uomini? Angeli o addestrati guerrieri quelli che intervengono
nella battaglia fra Maccabeo e Timoteo, scagliando dardi e
fulmini? "Io sono il Principe dell'esercito del Signore" dice
l'angelo che appare a Giosuè. Angeli che a bordo di "carri
di fuoco" sono gli artefici di "Abduction", come nel caso di
Enoch, Elia e Zacaria. E si fanno maestri nello spiegare le
cose strane viste dai rapiti nei loro viaggi. Zaccaria vide
"libri a forma di rotolo" lunghi dieci metri solcare il cielo;
carri volanti trainati da cavalli colorati che uscivano da
"montagne di bronzo". Giacobbe vide la scala con la quale gli
angeli salivano e scendevano dal cielo. Egli lottò,
addirittura contro uno di loro per una notte intera, senza
fare la fine dei soldati di Sennacherib; fatto davvero
inspiegabile. L'arcangelo Gabriele pilota la giumenta
"Elborak" con la quale Maometto percorre, con la velocità del
fulmine, l'immensità dello spazio, visitando le sfere celesti
e i sette cieli. Come già accennato, gli angeli sono i
protagonisti della "battaglia del cielo", storia comune a
molte civiltà, dai Greci agli Ariani, che tratta della caduta
dei "Logoi" nell'abisso delle Tenebre e condannati a
reincarnarsi su questa terra. Il rotolo "1 Q M", ove 1Q sta
per Qumran Prima grotta e M per Milhamah, cioè Guerra, è un
testo poco conosciuto chiamato "la guerra dei Figli della Luce
contro i Figli delle Tenebre", noto come "Regola della
Guerra". Si compone di 19 righe, di cui l'ultima mutilata,
diviso in cinque sezioni, acquistato dall'Università Ebraica
nel 1947. I membri del gruppo detti "Figli della Luce"
rappresentano le forze del Bene e lotteranno contro i "Figli
delle Tenebre", che comprendono i pagani chiamati Futili; essi
sono sia gli scellerati, sia gli Ebrei che non hanno aderito
alla Comunità. Nella battaglia i figli della Luce vinceranno
tre volte e tre volte perderanno. La settima volta interverrà
Dio che darà la vittoria ai figli della luce. Il testo è
importante per la sua terminologia militare sconosciuta prima
della scoperta del rotolo. La datazione difficile è fra il 110
e il 70 a.C. Esiste anche un 4 Q 385-390 Deutero Ezechiele
con frammenti della "regola della Guerra", documento di
Damasco, pubblicato solo in parte. Vi è in merito anche uno
scritto esoterico scritto da destra a sinistra, ma con lettere
orientate da sinistra a destra; inoltre un altro testo con
caratteri mistico gnostici è stato accostato a quella
letteratura mistica ebraica che va sotto il nome di Merkabah,
cioè il nome del "carro celeste di Ezechiele". La guerra
del cielo la troviamo anche del Rig Veda ove emergono gli
Asura, figli del primo Soffio Creatore, identificati con gli
angeli Caduti della Chiesa Cristiana. Gli asura erano parte
dello Spirito Supremo, alleati di Soma e degradati a potenze
avverse o Demoni. Fra di loro gli Ushana, cioè la "legione del
Pianeta Venere" (lucifero per i cattolici); i Danava e i
Daitya, i demoni e i giganti della Bibbia, progenie dei figli
di Dio e delle figlie degli uomini. Vi erano i Naga, sarpa o
serpenti, ovvero i Serafini - Sarapa e uguale a fuoco ardente
- e ritroviamo il fuoco di Enoch. Abbiamo il drago volante
che lotta; Ariman che si circonda di fuoco cercando di
conquistare i cieli, ma Ahura Mazda scende "dal cielo solido
dove dimora" e interviene in aiuto dei "cieli che ruotano". In
tal modo i sette Saravah con le loro stelle combattono e
vincono Ariman che precipita nella valle del Dolore. Molte
le versioni della Battaglia del Cielo, ma i Deva (gli Dèi)
risulteranno vincitori sugli Asura ( i titani nemici degli
Dèi) e si assicureranno un settore del cielo, guidati dal Dio
Indra alla testa di un esercito personale formato dai Marut
che venivano raffigurati con lampi e tuoni. Indra,
l'uccisore dell'Asura Vrita, era il Signore degli Eserciti che
possedeva carri muniti di un fuoco capace di abbattere tutto
quello che si trovava sul loro cammino. Alcuni potevano
perfino volare e in battaglia sterminava i nemici che,
raccontano le cronache, cercavano scampo nella famosa Città
delle Tre Alture. Il Dio scendeva spesso sulla terra camuffato
per non farsi riconoscere con lo scopo di sedurre le figlie
degli uomini. Era definito "nato sopra le nuvole", quindi non
di questa terra. Il signore degli Dèi col nome di Devapat, o
il signore del paradiso col nome di Svarahpat. Interessante
la storia divulgata dai testi Brahmana: gli Asura proposero ai
Deva un trattato di pace concedendo ai Deva quel pezzo di
cielo e di terra che avrebbero percorso in soli "tre passi". I
Deva scelsero come loro paladino un nano di nome "Vishnu",
detto , guarda caso, "Vamana"; il quale, in soli tre passi,
riuscì a percorrere il cielo, la terra e lo spazio intermedio.
Cosa possedeva per riuscire in tale impresa? Non si può fare a
meno di collegare il nome ai "Vimana" che percorrevano i cieli
dell'India. Fra l'altro gli assembramenti angelici in cielo
erano ricorrenti e la gente non si stupiva più di tanto. La
Bibbia dedica poche righe ad un fenomeno che, ai giorni
nostri, avrebbe riempito le cronache, con notevole risonanza,
per lungo tempo: si narra che per quaranta giorni e notti, si
accalcarono e sfilarono nel cielo cavalieri in assetto di
guerra con le loro armature lucenti sotto gli occhi degli
abitanti di Gerusalemme. È difficile immaginare cavalli
sospesi in aria, cavalieri armati camminare sulle nuvole. Era
"l'esercito del Signore"? Con quali mezzi rimanevano sospesi a
mezz'aria? Nel 70 a.C. si videro altre "armate angeliche"
adunarsi in cielo quando, 37 anni dopo la Crocifissione di
Cristo, Dio decise di abbandonare il "popolo eletto". È
scritto che prima del calar del sole si videro in tutta la
regione, sospesi in aria, carri e falangi armate che
irrompevano attraverso le nubi e circondavano la città. I
sacerdoti del tempio interno affermarono che dopo aver
avvertito una forte scossa, una voce "collettiva" disse: "Noi
ce ne partiamo da qua" (guerra giudaica VI, 5). Di
"angelico" traspare poco. Erano per caso i carri che
atterravano a Hark Karkom, ove recentemente sono state trovate
piattaforme rialzate che presentano pietre "fuse" in
conseguenza dell’esposizione ad un elevato calore? Dal 70
a.C. le visioni angeliche divennero singole non più
collettive. Comunque all'opera degli Angeli si attribuisce la
traslazione della S. Casa di Maria, da Nazareth a Loreto. È
l'angelo Moroni che spinse Joseph Smith a fondare il movimento
dei "Mormoni". Di angeli ha parlato l'entità Mariana delle
apparizioni di Bayside definendoli "entità infernali" a bordo
di Ufo. In effetti qualche dubbio nasce rivisitando i nomi
delle entità contattate nelle contemporanee segnalazioni di
abduction e confrontandoli con i nomi degli esseri divini che
caddero sulla terra segnalati in alcuni antichi testi, fra i
quali il libro di Enoch. Astar non è altro che Astaroth, Affa
è l'angelo della Morte Af, un demone è Orthon che si è
rivelato a Adamski. Abbiamo Apol , cioè Apollion; e Semiase,
con il quale Maier dice di essere stato in contatto, è il nome
del capo dei 200 veglianti del Monte Hermon. Troviamo Dhanne
equivalente a Danae la venusiana, e da Venere arriva anche
"fratel Bocco"; l'altro nome di Venere è Lucifero, il Drago
rosso, il Portatore di Luce. Somiglia alla visione
"manichea" menzionata nell’apocrifo "Il libro di Giovanni
evangelista" del tardo medioevo, nel quale si sostiene che
l’uomo è una creazione del diavolo e che le anime sono angeli
decaduti che entrano nella materia per continuare la loro
diabolica opera di corruzione. "Il Signore ne ebbe compassione
e concesse una tregua a lui e a tutti quelli che gli erano
insieme, per ciò che volesse compiere, entro sette giorni. (…)
creò l’uomo a sua somiglianza, comandando ad un angelo del
terzo cielo di entrare in quel corpo di fango. Ne prese un
poco e fece un altro corpo, in forma di donna, e comandò ad un
angelo del secondo cielo di entrare nel corpo della donna. (…)
egli comandò loro di compiere atti carnali nei corpi di fango;
ma non erano capaci di peccare. Allora creò un paradiso e vi
portò l’uomo e la donna. Fatto portare un albero lo piantò in
mezzo al giardino, e così l’astuto demonio nascose il suo
stratagemma. (…) I diavolo entrò in un serpente e sedusse
l’angelo che era nella forma della donna e sfogò la sua
lussuria con Eva, sotto l’aspetto di serpente. Poi versò il
veleno della sua lussuria su Adamo, e questa generò i figli
del serpente e del diavolo, fino alla fine del mondo". In
conclusione, angeli, dèi o demoni, ci visitano, ci studiano,
ci controllano. C’è chi afferma vivano in mezzo a
noi. Sembra comunque accertato che "veglino" e "sorveglino"
dal Regno dei Cieli, dall'Eden, dal Wahalalla, dalla Grande
Prateria terra dei sogni. Forse una "Dreamland" nota come
"Area 51"?
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