Metapsichica   -   Il fascino dei castelli e dei Templari


             Sedute medianiche con antichi monaci


                     di STEFANO BEVERINI


    I quartieri moderni di molte città: ammassi acciarpati di cemento, incombente sui passanti che camminano frettolosamente senza mai alzare lo sguardo. Altro fascino esercitano gli imponenti castelli dalle torri merlate, che fanno quasi rivivere il passato. Spesso queste antiche vestigia si attagliano proprio ai fenomeni paranormali, come vuole la tradizione. Il castello della Rotta, situato tra Villastellone e Moncalieri, in provincia di Torino, non è nuovo ai lettori del GdM (1). Sembra che ne siano stati proprietari anche i Templari, attorno ai quali ancora oggi aleggia l'alone del mistero. Vediamone brevemente la storia.

                    I cavalieri del Tempio


    Nel medioevo, in Terrasanta, giungevano numerosi gruppi di pellegrini ai quali veniva offerta la protezione di confraternite di tipo militare, costituite da laici, che erano religiosi ma non sacerdoti. L'Ordine dei Templari nacque ufficialmente con questo scopo di difesa e ottenne per primo il consenso ecclesiastico. Bernardo di Chiaravalle ispirò loro la nuova regola cistercense che fu approvata con il concilio di Troyes nel 1128. Troyes era la città dove svolse la sua opera il trovatore d'oil Chrétien de Troyes, conosciuto in àmbito esoterico, autore del Perceval. Quando l'ordine si fu organizzato e si espanse in diverse nazioni, iniziò un processo di secolarizzazione, al quale si aggiunsero anche correnti di matrice eretica. Privilegi e regalie aumentarono la potenza finanziaria dei Templari, che ormai possedevano terre e castelli, nei quali custodivano tesori di sovrani e di ricchi signori feudali. Era nato una sorta di sistema bancario, sebbene ante litteram.
    In concomitanza con la perdita della Palestina, tale struttura iniziò a decadere. L'Ordine che era stato fondato nel 1118 da Hugues de Payns e Geoffroy de Saint-Omer, si considera che ebbe termine nel 1314, con l'esecuzione del Gran Maestro Jacques de Molay. Ciò avvenne a seguito della persecuzione a cui erano stati sottoposti dal re di Francia Filippo IV il Bello, il quale diede ordine di arrestare tutti i Cavalieri che si trovavano a Parigi con il loro Gran Maestro. Ai Templari vennero estorte confessioni per mezzo di atroci torture. L'Ordine era finito, ma i Cavalieri avevano fatto degli adepti, come gli Ospedalieri di San Giovanni, il cui fondatore era un Benedettino. Sembra che i Templari si siano occupati di esoterismo (2).
"     Ma torniamo al castello della Rotta: come avevo già scritto, esso venne ceduto nel 1196, dal vescovo e feudatario Arduino di Valperga, a un certo Alberto, Maestro della Milizia del Tempio. Il castello della Rotta, come tutta la zona di Villastellone, è infestato da molti fantasmi. Una delle apparizioni, per fortuna molto rare, è addirittura... uno ""scheletro a cavallo"". Tra le testimonianze, quella di un contadino che si fermò una notte a dormire in una stanzetta, che era stata la cella di un Templare (3). Improvvisamente, nel cuore della notte fu svegliato da alcuni rumori. Si alzò, aprì la porta e vide avanzare verso di lui, lungo il corridoio, una forma biancastra. Quando si avvicinò, vide uno scheletro a cavallo, con una croce al petto. Il fantasma scomparve entrando in un muro. "

                    Una misteriosa energia


"     Nel castello si possono osservare molte altre apparizioni, meno ""traumatiche"", fino all'apoteosi di metà giugno, in cui gli spettri si riunirebbero in una processione. E non dimentichiamo il monaco Michel, ma anche di questo ho già scritto... (4) "
"     Sembra, e questa teoria era conosciuta da antiche religioni, che esista una correlazione tra le apparizioni di fantasmi e le linee ""magnetiche"" terrestri. La Terra sarebbe attraversata da linee che si intersecherebbero, formando dei punti di incrocio. Su tali centri di incrocio sarebbero sorti nei tempi passati, castelli, abbazie, chiese. I Templari erano a conoscenza di queste linee di forza, le quali formerebbero una sorta di avvolgimento energetico del pianeta. Si tratterebbe, per intenderci, di un'energia strutturale, definita con vari termini: linee di prateria, linee geodetiche, magnetiche, eccetera. Ma si tratta di forze, che secondo alcuni scaturirebbero dall'interno della Terra, differenti rispetto al vero e proprio magnetismo terrestre, descritto dalla scienza. Molti manieri inglesi, noti per essere infestati, sarebbero stati costruiti su tali linee. Il castello della Rotta sembra che sia stato eretto su un punto di incrocio non solo magnetico, ma anche stabilito da una linea tracciata in rapporto alla posizione degli astri. "
"     Le linee magnetiche sono state anche definite linee di prateria dallo studioso inglese Alfred Watkins, che  stabilì la loro esistenza al termine del 1800. Esse costituirebbero quindi una energia, che influirebbe anche sui venti, sui cicloni, sulle correnti marine, eccetera, determinando altri particolari fenomeni come quelli del Triangolo delle Bermude. Colin Wilson - noto giornalista e scrittore che si occupò di fenomeni paranormali - invece narra, in analogia a quanto finora esposto, le esperienze di un docente di Cambridge: Tom Lethbridge, autore di Ghost and ghoul (1961). ""Ghost"" è il fantasma. Il termine ""Ghoul"" deriva dall'arabo ""ghul"": spirito maligno che nelle credenze islamiche è profanatore di tombe. Per l'autore il ghoul era una sorta di sensazione spiacevole, che taluni percepiscono intorno alle vecchie case. Egli aveva fatto delle ricerche con il pendolo, con il quale riteneva si potessero scoprire i segreti degli antichi megaliti. Lethbridge pensava che le forze in giuoco nell'ESP, nella rabdomanzia, nelle manifestazioni di spettri e di ghoul, fossero di natura elettrica. Inoltre si chiese se le infestazioni fossero connesse al ""campo"" dell'acqua. A tal proposito il Wilson osserva come il clima umido sia più favorevole ai fenomeni, di quello secco. Questo spiegherebbe, per esempio, l'alta concentrazione di fantasmi in Inghilterra. Sostanzialmente, si tratterebbe comunque di campi elettromagnetici (5). "
"     Le ipotesi su correlazioni tra fenomeni elettrici e paranormali non sono una novità. Agli inizi del 1900 alcuni studiosi ritenevano che le energie prodotte dai medium fossero di natura elettrica. Per esempio il dottor Imoda tentò di spiegare con l'elettricità il fenomeno dei ""vapori luminosi"" di alcune sedute medianiche. Julian Ochorowicz avanzò l'ipotesi secondo la quale le energie psi emanate da un soggetto non sarebbero elettriche di per sé, ma formerebbero un supporto in grado di divenire conduttore di elettricità. A tal proposito, la medium Stanislawa Tomczyk, da lui studiata, riusciva a chiudere un circuito elettrico aperto, avvicinando di pochi centimetri le mani a due elettrodi tra loro vicini. Poi la letteratura cita numerosi fenomeni paranormali luminosi, sia spontanei sia durante sedute medianiche, che potrebbero essere in relazione con l'elettricità. Molti medium, inoltre, tra cui Eusapia Palladino, sono riusciti ad agire su elettroscopi, senza contatto. "
"     Potrei proseguire, ma non voglio addentrarmi in un argomento troppo vasto, e piuttosto ostico. Preferisco, invece, riprendendo il discorso sul castello della Rotta, narrarvi di alcune interessanti esperienze che ho vissuto in quel luogo, con il medium del Cerchio di Monza (anche di questo  gruppo ho già scritto sul GdM) (6): era sorto in noi il desiderio di tentare un contatto con le ""presenze"" del castello. "

                      Sedute medianiche


"     Già da quella prima seduta, del 9 giugno 1989, oltre le consuete Guide, intervennero insoliti personaggi. Con la scrittura automatica, e a voce - attraverso la trance del medium - sé affermanti monaci si esprimevano in una sorta di latino medioevale. Eravamo nell'antico salone, quello della ""porta magica"" (di cui ho già scritto sul GdM, nel gennaio 1988). Vi era un piccolo tavolino su cui il medium posò lievemente le mani: esso iniziò a spostarsi rapidamente, ""camminando"" sull'antico pavimento molto sconnesso, con deviazioni anche ad angolo retto. Dopo la seduta provai io stesso a ripetere volontariamente il fenomeno, ma non vi riuscii, perché le irregolarità del fondo erano eccessive. "
"     Altri personaggi intervennero nella successiva seduta del 7 luglio: anch'essi si esprimevano con un  idioma ""latino medioevale"". Eravamo in catena, intorno ad un robusto e antico tavolo di legno molto ampio: questo più volte si è sollevato, su un lato per volta, tentando forse una comunicazione tiptologica. Da notare che il medium era seduto a capotavola, e il pesante tavolo si alzava sugli altri lati. In quell'occasione è anche pervenuto un apporto: una tavoletta di legno dipinta, riproducente una scena di frati. Le presunte entità hanno inoltre parlato di oggetti interrati, di numerose presenze invisibili, di una stanza sprofondata sotto il fossato perimetrale, che in tempi passati difendeva la fortificazione. Dopo le sedute talvolta potevamo osservare le consuete apparizioni luminose: quella di Michel e altre più evanescenti. "
"     Il 4 novembre, durante una seduta a Monza, con lo stesso medium, venne elaborato un disegno, in parte al buio completo e in parte con una tenue luce. Il disegno raffigura un monaco del maniero della Rotta - così ci è stato specificato - e sul foglio è stato scritto il nome: ""Giseprandis"". Il 30 novembre, nuovamente al castello, un antenato del proprietario, ha lasciato un messaggio. La seduta veniva interrotta da una entità che continuava a chiedere, in francese, «dov'è il mio cavallo?». Gli interventi furono conclusi da un monaco che si esprimeva ancora in latino medioevale. Il 7 aprile dell'anno successivo, tra gli altri messaggi di carattere generale, uno faceva riferimento ai «figli colpiti a morte con la madre e occultati». La frase poteva riferirsi a un atroce fatto di  sangue realmente colà accaduto. Secoli fa una castellana, in assenza del marito che era partito per una guerra ebbe una relazione dalla quale era nato un bambino. Il marito, tornato dopo diversi anni, si accorse che il fanciullo si rivolgeva alla castellana come fosse la madre. La vicenda ebbe un tragico epilogo: il bimbo fu ucciso dall'uomo e legato al corpo della madre che venne murata viva con il suo macabro fardello. I due scheletri, mi ha riferito il proprietario, sono stati da lui ritrovati. Egli mi ha anche narrato che la donna aveva già comunicato durante una seduta medianica, nel corso della quale erano state scattate alcune fotografie. Ho visto le foto: si distingue nettamente l'ombra di una donna con un bambino in braccio. Purtroppo, non ero presente alla seduta. "
    Tornando agli strani personaggi che si esprimevano in latino medioevale, il loro latino era ovviamente ben diverso da quello letterario che si studia a scuola. L'evoluzione del latino classico è documentata dalle opere degli scrittori, mentre scarse sono le tracce del latino che era usato per il dialogo. All'origine della nostra lingua non vi è il latino classico, ma quello volgare. Esso era parlato con molte diversità e sfumature a seconda della ceto sociale, del luogo, del mestiere svolto... Una lingua dunque in continua evoluzione. Nel latino volgare scompaiono le declinazioni, il genere neutro, i casi vengono sostituiti dalle preposizioni... Il latino rimane in uso nelle comunità religiose medioevali, le quali erano spesso incolte, e la cui conoscenza della lingua si limitava ai libri liturgici. Ma anche in questo caso vi era ben poco di simile al latino degli autori classici.
"     Inizialmente, il ""pessimo"" latino che perveniva attraverso il medium di Monza, suscitò dei dubbi in alcuni presenti. Perplessità che ritengo totalmente ingiustificate, in quanto sia le registrazioni, sia la scrittura, potevano benissimo essere l'esatta espressione del periodo storico a cui si riferivano. Non ho potuto, però, sottoporre a persone qualificate il materiale in questione, perché tutta la documentazione è rimasta in parte al proprietario del castello (in quanto quasi tutti i messaggi avevano delle implicazioni personali), in parte al Gruppo di Monza (per quanto riguarda le sedute svolte nella città lombarda). "
    Quasi tutti i personaggi intervenuti affermavano di essere dei monaci. Addirittura queste vere o presunte entità influenzavano anche la vita del medium. Nella sua abitazione, lo inducevano ad alzarsi di notte, e a disegnare. Egli agiva come in stato sonnambolico e al risveglio non ricordava nulla. Al mattino, sul tavolo, trovava i disegni che aveva inconsapevolmente eseguito durante la notte. Questi erano le riproduzioni di piante del castello, con l'indicazione di zone sconosciute: stanze, personaggi, gallerie e sotterranei. Il proprietario afferma di aver potuto riscontrare l'esattezza di alcuni particolari, confrontando alcune vecchie mappe. Laddove erano indicate nuove stanze, è riuscito anche a rilevare la presenza di spazi vuoti oltre le pareti, e l'ubicazione di probabili vie di accesso a locali ancora sconosciuti, nascosti da strutture murarie. Tuttavia, in attesa di maggiori riscontri è stato evitato di proseguire le ricerche, esplorando i sotterranei, scavando nei punti indicati, o agendo sulle pareti in muratura, per il pericolo di crolli che ciò può comportare. Infatti una vasta parte del castello è quasi diroccata, e solo una zona è stata ristrutturata. Vi ricordo che la costruzione è molto antica: è sorta come mansio romana, nel primo secolo d.C.
    Anche da queste esperienze, insieme al vivo interesse e ai piacevoli ricordi, mi restano sempre tante domande, tante perplessità... «Il significato filosofico del dubbio»: era il titolo di un lavoro di Ernesto Bozzano. Il dubbio, compagno di vita dell'essere umano fino alla morte e, chissà, anche oltre. Tuttavia, come afferma Lautréamont nelle sue Poesie, «Il dubbio è un omaggio alla speranza».


                                        STEFANO BEVERINI



Note bibliografiche

"(1) GdM n. 195, 1988; Beverini, S. e Nacucchi, D. Il mondo dello spiritismo, Roma, Mediterranee, 1991. - (2) Loiseleur, J. La doctrine secrète des Templiers, Ginevra, Slakine, 1975; v. bibl. in L'uomo e l'ignoto, Armenia, vol. 5º, p. 1283 e GdM n. 195, p. 11. - (3) Stuart, G.H. Italia dei fantasmi, Arezzo, Editrice Grafica L'Etruria, 1988, p. 179. - (4) GdM, op. cit. - (5) Wilson, C. Misteri, Roma, Astrolabio, 1979. - (6) GdM n. 224, 1990. "