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Esistono prove basate su esperimenti scientifici che dimostrino l'esistenza della telepatia?

(risponde Silvano Fuso)

Il termine telepatia venne introdotto nel 1882 da F.W.H. Myers e deriva dal greco tèle (=lontano) e pàthos (=sofferenza, sentimento). Essa consisterebbe in una percezione extrasensoriale che consentirebbe la comunicazione tra cervelli, senza la mediazione degli organi di senso.

Prove scientifiche attendibili che dimostrino l'esistenza di questa facoltà non sono mai state prodotte.

I primi studi su questa presunta facoltà paranormale furono condotti dalla Società per la Ricerca Psichica di Londra, verso la fine dell'ottocento. I ricercatori conclusero che i fenomeni osservati su alcuni soggetti erano autentici. Sfortunatamente però, qualche anno dopo, gli stessi soggetti confessarono di aver usato semplici trucchi per comunicare tra loro.

Gli studi sulla telepatia vennero ulteriormente sviluppati, negli anni 30 del nostro secolo, dal parapsicologo americano J.B.Rhine, che credette di averne dimostrato scientificamente l'esistenza. Tuttavia i lavori di Rhine presentavano diversi errori metodologici e sono stati in seguito ampiamente criticati. Negli anni 70, un altro parapsicologo americano, C. Honorton, si interessò di telepatia introducendo una nuova metodologia di studi, chiamata tecnicamente ganzfeld (dal tedesco "campo uniforme"). Negli esperimenti di Honorton un soggetto ("percipiente") veniva isolato sensorialmente applicando ai suoi occhi due mezze palline da ping-pong e alle sue orecchie una cuffia che emetteva "rumore di fondo". In queste condizioni di deprivazione sensoriale il soggetto doveva cercare di recepire immagini o informazioni inviate da un'altra persona ("agente") posta in un'altra stanza. Honorton credette di aver trovato risultati statisticamente positivi a favore dell'esistenza della telepatia. Tuttavia, come venne dimostrato dallo psicologo Ray Hyman, anche in questo caso erano stati commessi numerosi errori metodologici.

In conclusione, anche per la telepatia, vale la cosiddetta "legge di Angela" (dal nome del celebre giornalista e divulgatore scientifico): all'aumentare dei controlli, diminuiscono i fenomeni. Gli unici esempi di apparente telepatia sono pertanto quelli realizzabili mediante trucchi da illusionista, utilizzando codici di comunicazione tra due soggetti, a volte estremamente difficili da individuare.