Sogno e telepatia


Inviato da: Iakov Levi il September 06, 2002 at 06:28:30:


Rileggendo l’articolo “Sogno e telepatia” del
Dott. Zangrilli, mi sono venute alla mente alcune
riflessioni che vorrei condividere con i gentili
partecipanti di questo Forum.
Se, come sostiene Freud, le prime comunicazioni
umane avvenivano per telepatia, tesi sostenuta
dal fatto che l’essere umano è l’unico tra gli
animali che conosca l’uso della parola, dobbiamo
chiederci quale sia la genesi del bisogno di
sostituire lo strumento arcaico con quello più
recente, particolarmente alla luce del fatto che
il primo è anche molto più efficente del secondo.
Anche se lo strumento più arcaico continua a
sussistere parallelamente a quello recente, si è
necessariamente parzialmente atrofizzato sotto la
cascata del fiume di parole.
Mentre la telepatia è uno strumento di
comunicazione diretto e non contaminato dalle
sovrapposizioni dell’Io, la parola si presta a
diventare il servitore delle resistenze. Spesso
tacendo diciamo di più che parlando, e la parola
viene usata per depistare più che per rivelare.
Fortunatamente, come ci dice Freud, l’uomo non è
fatto per tenere segreti, e al dunque anche la
parola sarà costretta a rivelare i contenuti
originali, suo malgrado, attraverso i legami
associativi. Ma dobbiamo farci strada a fatica,
dove prima tutto fluiva liberamente.
Quindi possiamo avanzare che la parola sia nata,
almeno parzialmente, sotto la spinta del bisogno
di rimuovere contenuti che non vogliamo lasciar
emergere alla coscienza.
La parola al posto del pensiero, come la vista al
posto dell’olfatto, strumenti di rimozione, ma
anche di distillazione e sublimazione e quindi di
civilizzazione.
Infatti il Logos viene al posto
dell’azione, come l’Io, con le parole di
Freud, «ha inserito tra bisogno e azione la
dilazione dell'attività del pensiero» (in
Introduzione alla psicanalisi, vol. XI,
p. 187). Freud adopera qui la parola pensiero non
come l’intendiamo noi, e come aveva inteso lui
stesso, parlando di telepatia, poichè il
pensiero in questo contesto è strumento di
dilazione e quindi di rimozione. In questo
senso “pensiero” sta per “parola”, anche se non
espressa apertamente, in antitesi a pensiero-
telepatia in quanto “azione immediata”.

Reik in “Lo Shofar” ci spiega come la musica sia
nata dall’imitazione della voce del Padre ucciso.
A questo proposito vorrei attirare l’attenzione
su un’espressione piuttosto comune in molte
lingue: “Le tue parole sono musica per me”.
Le parole più belle e autentiche sono quelle dei
poeti, e la poesia, all’inizio, non era separata
dalla musica. Da Omero a Ovidio, i poeti
cantavano.
Quindi belle parole, ma soprattutto parole
autentiche, non mediate da sovrapposizioni,
equivalgono a musica. Come tali, e come la
musica, leniscono il dolore.
Le parole, per avere lo stesso effetto leniente
della musica, devono essere autentiche, come
questa, ovvero devono inconsciamente richiamare
alla mente il dolore della Bestia uccisa , che
viene lenito attraverso il processo di
identificazione.
Imitando la voce del Padre ucciso e
identificandosi con lui, si lenisce il dolore del
Padre, in quanto lo si assume, e nella stessa
condensazione viene mitigato anche il senso di
colpa.
Quindi, la musica nacque per mitigare il senso di
colpa per l’uccisione del padre attraverso
l’identificazione. Alle plusioni dell’Es che
trovano la propria scarica attraverso l’effetto
catartico della musica, si condensa una musica
che assume sempre di più l’aspetto di parole.
L’evoluzione era stata dunque la seguente: musica
orgiastica – canto – poesia – parole.
Ed ecco come da un pensiero (Es) – telepatia –
azione si sia passati gradualmente a un pensiero
(Io) – parole – strumento di rimozione.
Ed ecco perchè solo la creatura umana usa la
parola. La sua introduzione fu parallela a quella
della rimozione.
Il Verbum Dei, che come ci dice
l’espressione stessa è la voce del Padre
(ucciso), attraverso il processo di distillazione
e d’identificazione diventa il Logos, la
voce del Figlio. Come tale, leniente di dolore e
salvifico, ma strumento di rimozione.

Iakov Levi





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