Metapsichica  -  Un antico caso di infestazione ancora attuale

                     La casa delle anime


                     di Stefano Beverini

    Le navi e il mare. Emblemi della mia città: Genova. Questo il tema dell'Expò, organizzata per festeggiare le Colombiane, circa due anni fa, nel trascorso 1992 (sebbene, come riportato da tutta la stampa, siano poi emersi retroscena poco edificanti). Cinquecento anni prima, nel 1492, la figura di Cristoforo Colombo entrava nella storia e nel mito.
"     Allora la ""Superba"" era città di mercanti e navigatori, la cui vita si svolgeva intorno all'antico porto e al mare senz'altro ancora limpido. Genova, piccolo nucleo di traffici economici, pare esistesse già nel VI secolo a.C.  Come repubblica marinara, nel corso del secolo XIII, conquistò il predominio del Mediterraneo occidentale. Anche Genova ha la sua tradizione di leggendari cimeli storici. Nei locali sotterranei del palazzo arcivescovile, presso la cattedrale di San Lorenzo, negli anni Cinquanta, venne raccolto il ""tesoro"". Tra gli oggetti dai significati arcani: il Sacro Catino e l'Arca del Barbarossa. Per alcuni il primo oggetto citato sarebbe nientemeno che il Santo Graal, ma di questo, si sa, c'è una certa ""inflazione"". "

                     La terribile locanda


    Genova si estende per un lungo tratto di costa, tra il mare e le montagne adiacenti. Questa propagazione longitudinale è divisa dalle varie delegazioni cittadine, tra cui Voltri, che stabilisce anche il confine occidentale della città. Quella Voltri periferica, che conserva piccoli tesori d'arte nelle sue chiese,come gli affreschi di Giovanni e Orazio De Ferrari. Ma se ci spingiamo un po' più all'interno, per tre o quattro chilometri, iniziando l'itinerario punto in cui questa delegazione finisce, e con essa il Comune di Genova, incontreremo una dimora a due piani, in apparenza come tante altre. Siamo lungo l'antica via del Giovo, verso Cannellona. E' la famigerata Cà de Anime, ovvero, traducendo dalla comprensibile denominazione genovese: la Casa delle Anime. Vi si può arrivare attraverso l'attuale via dei Giovi, imboccando l'angusta stradina asfaltata, che si dirama dalla recente strada che raggiunge il locale ospedale. Costeggiamo il vastissimo parco della sontuosa Villa Duchessa di Galliera.
"     La casa appare in prossimità del bivio, da cui si dirama ancora un'altra stradina verso la zona delle ""Fabbriche"", mentre la piccola arteria principale si disperderà nel Piemonte. Purtroppo, quasi tutte le notizie su Cà de Anime, fanno parte della tradizione orale, tramandata attraverso generazioni, dagli abitanti locali. Si racconta che, qualche secolo fa (sembra che la casa sia molto antica), quando quella zona  era percorsa da viandanti e mercanti, la casa fosse una locanda. Pare fosse anche molto frequentata, perché pochi erano i luoghi di ristoro lungo il tragitto. Inoltre proprio in quel periodo, a Voltri, sulla spiaggia attigua a quella piazza che ha conservato il nome di Piazza dello Scalo, attraccavano le imbarcazioni che trasportavano il sale dalla Corsica, che poi veniva portato a dorso di mulo in  Piemonte e in Lombardia. Coloro che giungevano a Cà de Anime erano accolti cortesemente, soprattutto se apparivano abbienti, ma questa cortesia dissimulava ben altro... "
    Dopo aver fatto gustare agli avventori più o meno occasionali vivande cucinate con cura, gli stessi venivano accompagnati in particolari camere situate in zone raccolte della dimora. Il padrone dell'albergo, i suoi familiari e i servitori erano tutti d'accordo: i clienti venivano proditoriamente uccisi, per essere così depredati. Sembra addirittura che questi criminali avessero escogitato il sistema dei soffitti mobili. Soffitti che cadendo sui malcapitati procuravano loro una morte orribile. Gli assassini riuscirono a perpetrare i loro delitti per lungo tempo, finché, tormentato dal rimorso, uno di loro confessò tutto alle autorità. Si ignora però la fine di questi malfattori. I corpi delle povere vittime venivano seppelliti nei boschi vicini. Ancora negli anni '60, in quei boschi, furono infatti trovate molte ossa, che all'esame necroscopico risultarono umane. La locanda ovviamente fu chiusa e si trasformò in una comune casa, abitata soprattutto da famiglie di tradizione contadina.

                       Le ricerche svolte


"     Torniamo ai giorni nostri. Avevo sentito nominare più volte ""Cà de Anime"" e i fatti inconsueti alla stessa collegati. Si parla infatti di presenze ""ultraterrene"": e chissà quanto l'argomento sia stato inserito nei discorsi della gente. Sarebbe insomma, a detta dei Voltresi la classica casa infestata: rumori di ogni tipo e varie apparizioni luminescenti, tra cui il fantasma di una donna in abiti antichi. Volevo vedere personalmente quella casa che godeva di così triste fama e, nel caso fosse abitata, riuscire a saperne qualcosa in più da coloro che vi dimoravano. "
"     Arrivai dunque, in una calda domenica estiva del '92, alla stretta via che si inerpica sopra Voltri, e mi inoltraiin un pittoresco scorcio di campagna. Mi sorprese la solitudine del luogo, pur così vicino alla città. Trovai con qualche difficoltà la casa. Alcune persone si soffermavano nel giardino: riuscii a dialogare con loro. Ma essi negarono  di aver assistito a fenomeni insoliti; tuttavia si espressero con un atteggiamento elusivo e scostante, che nascondeva un certo imbarazzo. Per fortuna, un vispo ragazzino della presumibile età di dieci anni si inserì nel discorso. "
"     Subito egli esordì con un sorriso, chiedendomi se fossi un ""ghostbuster"". Mi vidi allora come uno dei protagonisti di quei cartoon che, con attrezzature fantascientifiche e tute protettive, intrappolano spettri terrificanti ma pur sempre grotteschi. Risata generale, da parte degli adulti. Non fu da me molto gradita, ma si rivelò utile per rompere il ghiaccio. Allora il piccolo interlocutore continuò, confessandomi che in passato sua nonna aveva visto addirittura un fantasma privo della testa, scendere le scale. Anche lui, personalmente, aveva percepito qualche fantomatica figura, mentre, molto più spesso, vedeva muoversi barattoli o altri oggetti. Oppure veniva spaventato dal repentino e fragoroso sbattacchìo di porte e finestre. Fu quasi subito interrotto dagli adulti presenti... Per me, comunque, ciò che avevo ascoltato era già importante. "
    Successivamente una amica di famiglia, la Signora Anna, che ha un po' di sensitività, dice di aver provato una impressione strana e spiacevole, nei pressi di un antico muro contiguo a quella casa. La signora ha avuto anche l'occasione di conversare con un anziano contadino,  che abita in una casetta vicino alla famigerata dimora. Egli le ha raccontato che la Casa delle Anime è stata di proprietà della sua famiglia per circa quattro secoli. Anche suo nipote vi abitava fino a qualche anno fa, prima di vendere la casa stessa. Ha confermato i fatti insoliti che mi erano stati descritti dal ragazzino, e in più ha specificato che le apparizioni erano sagome di un bianco perlaceo, luminose, come il fantasma da me osservato nel castello della Rotta (1).


                   Ipotesi e interpretazioni


    Come spiegare i misteriosi fenomeni che accadono in quella casa? Senz'altro sono di tipo infestatorio, ovvero manifestazioni paranormali (rumori vari, spostamenti di oggetti, apparizioni, ecc.) legate al luogo. Per queste manifestazioni non sarebbe indispensabile la presenza di un medium. Potrebbe anche trattarsi di psicometria d'ambiente. Non possiamo di certo comunque liquidare i fatti come fantasie, dicerie o leggende. I fantasmi, si sa,  fanno parte della storia delle civiltà. Come le larve e i lemuri degli antichi romani.
"     Lo Yoghi Ramacharaka parla delle ""anime schiave della Terra"": quelle di bassa evoluzione che vagano intorno al teatro della loro vita trascorsa, e altre che tardano a spezzare i vincoli terreni rimanendo perciò legate ai viventi(2). La penosa condizione di queste ultime è provocata generalmente da sentimenti di doveri incompiuti, rimorsi o ansie per la buona sorte di un loro caro ancora in vita. In tali casi la povera anima si aggira effettivamente intorno al luogo o alle persone che destano il suo intenso interesse. I defunti di bassa evoluzione sarebbero, invece, i veri schiavi delle Terra, perché l'attrazione esercitata dal piano materiale è così forte, da neutralizzare la spinta verso i piani superiori. Essi abitano le zone inferiori dell'astrale, vicine a quelle della materia. Queste anime tenterebbero di influire negativamente sui viventi, anzi cercherebbero - sempre secondo lo yoghi citato - di spingerli a compiere azioni deplorevoli. "
"     Le manifestazioni che avvengono a Cà de Anime si possono annoverare tra quelle in cui l'infestazione sembra aver avuto origine da delitti o da tragiche vicende. E' famoso, a tal proposito, il caso dei due fratelli contrabbandieri, in Cornovaglia, studiato dal Conan Doyle (3). Talvolta, il defunto preda di un monoideismo (causato, come già detto, da rimorsi, rancori, rimpianti...), sembra che possa essere aiutato tramite sedute medianiche, in cui verrà convinto a seguire la via dell'evoluzione spirituale. Per questo fine si formarono, specialmente in Inghilterra, i cosiddetti ""circoli di salvataggio"", di cui un fautore accanito fu James Hewat McKenzie. Egli, attraverso le personificazioni della medium Eileen Garrett, riuscì infatti a risolvere alcune infestazioni. "
"     Elaborare teorie sui fenomeni di infestazione rimane, comunque, un'ardua impresa: come il solito, ci dibattiamo tra possibilità, impossibilità, realtà, fantasia... Il menzionato Arthur Conan Doyle, che delle ""realtà alternative"", e dei dubbi alle stesse connessi, ne sapeva qualcosa, affermò nelSegno dei quattro: "
    «Eliminato l'impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, dev'essere la verità.»


                                        STEFANO BEVERINI
Note bibliografiche:
1) Beverini, S. e Nacucchi, D. Il mondo dello spiritismo, Roma, Mediterranee, 1991. - (2) Yoghi Ramacharaka, La vita dopo la morte, Ed. Dioscuri e F.lli Melita, 1987. - (3) AA.VV. L'uomo e l'ignoto, Milano, Armenia, Encicl. 5 voll., p. 628.