IL LIBRO DEI MEDIUM di Allan Kardec
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INTRODUZIONE
L’esperienza ci conferma tutti i giorni l’opinione che le
difficoltà e gli errori
che hanno luogo nella pratica dello spiritismo hanno la
loro sorgente
nell’ignoranza dei principi di questa scienza, e noi siamo
felici di aver potuto
constatare che il lavoro da noi fatto per preparare gli
adepti contro gli scopi
del noviziato abbia portato buoni frutti, e che molti
abbiano potuto evitarli
mediante la lettura attenta di quest’opera.
Desiderio ben naturale, nelle persone che si occupano di
spiritismo, è quello
di poter entrare esse stesse in comunicazione con gli
spiriti; ed è appunto ad
appianare loro la via che quest’opera è destinata,
affinché esse possano
approfittare del frutto dei nostri lunghi e laboriosi
studi, perché sarebbe nel
falso chi pensasse che per essere esperto in questa
materia basti saper posare
le dita sopra una tavola per farla girare, oppure tenere
un lapis nelle mani per
scrivere.
Si ingannerebbe pure chi credesse di trovare in quest’opera
un metodo
universale ed infallibile per formare dei medium.
Quantunque ognuno racchiuda in se stesso i germi delle
qualità necessarie
per diventarlo, queste qualità non esistono che in gradi
differentissimi, ed il
loro sviluppo è legato a certe cause le quali da nessuno
possono essere fatte
nascere a volontà. Le regole della poesia, della pittura e
della musica non
fanno né poeti, né scrittori, né musici, quando negli
individui manchi il genio
per queste arti; esse guidano, tuttavia, nell’impiego
delle facoltà naturali. La
stessa cosa ci proponiamo col nostro lavoro; il suo scopo
è quello d’indicare i
mezzi di sviluppare la facoltà medianica, fino al punto in
cui possono arrivare
le disposizioni personali di ciascun individuo, e
soprattutto di dirigerne
l’impiego in una maniera utile, allorché esiste in esso la
facoltà. Ma qui ancora
non sta tutto lo scopo che ci siamo prefissi.
Accanto ai medium propriamente detti, esiste una quantità,
che va ogni
giorno crescendo, di persone le quali si occupano di manifestazioni
spiritiche.
Ora il guidarle nelle loro osservazioni, il segnalare loro
gli scogli che possono
e debbono necessariamente incontrare in una cosa nuova,
l’iniziarle intorno al
modo di intrattenersi con gli spiriti, l’indicare loro i
mezzi di avere buone
comunicazioni, tale è il compito cui dobbiamo sobbarcarci,
a rischio di fare
una cosa incompleta.
Non recherà dunque sorpresa il trovare nel nostro lavoro
informazioni che a
tutta prima potrebbero sembrare ad esso estranee.
L’esperienza ne mostrerà
2
l’utilità. Dopo averlo studiato con cura, si capiranno
meglio i fatti di cui si
potrà essere testimoni nell’avvenire; il linguaggio di
certi spiriti sembrerà
meno strano. Come istruzione pratica, esso non si rivolge
solamente ai
medium, ma a tutti quelli che sono nel caso di vedere e di
osservare i
fenomeni spiritici.
Qualcuno avrebbe desiderato che noi pubblicassimo un
manuale pratico
molto succinto, contenente in poche parole l’indicazione
dei modi di
procedere e da seguirsi, per entrare in comunicazione con
gli spiriti, nell’idea
che un piccolo libro di questa natura, potendo, per la
modicità del prezzo,
essere sparso a profusione, sarebbe un potente mezzo di
propaganda, poiché
potrebbe moltiplicare i medium; noi invece riterremmo un
tale lavoro più
nocivo che utile, almeno per il momento.
La pratica dello spiritismo incontra molte difficoltà e
non è sempre esente da
inconvenienti, che soltanto uno studio serio e compiuto
può prevenire.
Sarebbe dunque da temersi che una troppo succinta
indicazione non
provocasse esperienze fatte con leggerezza e di cui si
dovesse trovarsi pentiti;
sono cose, queste, con le quali non è né conveniente né
prudente
trastullarsi, e noi crederemmo di rendere un cattivo
servizio mettendole a
disposizione del primo stordito che trovasse piacevole
discorrere con i morti.
Noi ci rivolgiamo alle persone che vedono nello spiritismo
uno scopo serio,
che ne capiscono tutta la gravità e non si fanno giuoco
delle comunicazioni col
mondo invisibile.
Abbiamo riunito in quest’opera tutti i dati che una lunga
esperienza ed uno
studio coscienzioso ci hanno posto in grado di acquistare.
Essa contribuirà,
almeno lo speriamo, a dare allo spiritismo il carattere
serio che è la sua
essenza ed a distogliere tutti dal vedervi un soggetto di
frivola occupazione e
di divertimento.
A queste considerazioni noi ne aggiungeremo una
importantissima, ed è la
cattiva impressione che produce sulle persone novizie o
mal disposte la vista
di esperienze fatte leggermente e senza conoscenza di
causa. Esse hanno
l’inconveniente di dare un’idea assai falsata del mondo
degli spiriti e di
prestare il fianco al sarcasmo e ad una critica sovente
fondata; è per questo
motivo che gli increduli escono raramente da queste
riunioni convertiti, e
restano poco disposti a vedere un lato serio nello
spiritismo. L’ignoranza e la
leggerezza di certi medium hanno fatto più torto di quel
che si crede,
nell’opinione di molti.
Lo spiritismo ha compiuto, da qualche anno, grandi
progressi, ma questi sono
immensi soprattutto da quando è entrato nella via
filosofica, ed è stato
apprezzato da gente illuminata. Oggi non è più uno
spettacolo: è una dottrina
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della quale non si ridono più coloro che tenevano in
dileggio le tavole giranti.
Facendo sforzi per ridurlo e mantenerlo sopra questo terreno,
noi abbiamo la
convinzione di conquistargli più utili seguaci che non
provocando a torto e
attraverso manifestazioni di cui si potrebbe abusare. Noi
ne abbiamo tutti i
giorni la prova per il numero degli adepti che ha fatto la
sola lettura del Libro
degli Spiriti.
Dopo avere esposto nel Il Libro degli Spiriti la parte
filosofica della scienza
spiritica, noi diamo in questa opera la parte pratica, per
l’uso di quelli che
vogliono occuparsi di manifestazioni, sia per se stessi,
sia per rendersi conto
dei fenomeni che possono essere chiamati a vedere.
Essi vi vedranno gli scogli che si possono incontrare, ed
avranno così un
mezzo per evitarli. Queste due opere, quantunque facciano
seguito l’una
all’altra, sono fino ad un certo punto reciprocamente
indipendenti; ma a
chiunque vorrà occuparsi seriamente della cosa, noi
consiglieremmo di
leggere prima Il Libro degli Spiriti, poiché esso contiene
certi principi
fondamentali senza i quali alcune parti di questo
sarebbero forse difficilmente
capite. Sono stati apportati miglioramenti importanti a
questa seconda
edizione molto più compiuta della prima. Essa è stata
corretta con cura tutta
particolare dagli spiriti, i quali vi hanno aggiunto un
grandissimo numero di
osservazioni e di istruzioni del più alto interesse.
Avendo essi riveduto tutto, avendo approvato o modificato
a loro agio, si può
dire che questa sia in gran parte opera loro, dal momento
che il loro
intervento non si è limitato ai pochi articoli firmati;
abbiamo indicato i nomi
soltanto quando ci è parso necessario, per caratterizzare
alcune citazioni un
poco estese così come furono emanate testualmente da loro,
altrimenti
avremmo dovuto citarli quasi ad ogni pagina, in specie a
tutte le risposte fatte
alle questioni proposte, il che non ci sembrò una cosa
utile.
I nomi, ben si capisce, poco importano in simile materia;
l’essenziale è che
l’assieme del lavoro risponda allo scopo che noi ci siamo
proposti.
L’accoglienza fatta alla prima edizione, quantunque
imperfetta, ci fa sperare
che questa pure non sarà accolta con minor favore.
Ma nella stessa guisa che molte cose vi abbiamo aggiunto,
compresi capitoli
interi, abbiamo pure, d’altra parte, soppresso qualche
articolo, che risultava
doppio; fra gli altri, la scala spiritica che si trova già
nel Libro degli Spiriti.
Abbiamo egualmente soppresse dal Vocabolario quelle
parti che non
entravano in modo speciale nel disegno di quest’opera,
surrogandole
utilmente con altre cose più pratiche. Questo vocabolario,
d’altra parte, non
era abbastanza compiuto; lo pubblicheremo più tardi
separatamente, sotto la
forma d’un piccolo dizionario di filosofia spiritica,
avendo conservato qui
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soltanto le parole nuove o speciali, relative all’oggetto
di cui ci occupiamo.
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PARTE PRIMA - NOZIONI PRELIMINARI
1 - ESISTONO GLI SPIRITI?
1 - Il dubbio intorno
all’esistenza degli spiriti ha per causa prima l’ignoranza
della loro vera natura. Essi vengono considerati in
generale come esseri a
parte nella creazione, e dei quali non è dimostrata la
necessità. Molti li
conoscono solamente per averne sentito parlare nei
racconti fantastici in cui
furono cullati, pressa poco come si conosce la storia dai
romanzi; senza
ricercare se questi racconti, sciolti dagli accessori
ridicoli, riposano sopra un
fondo di verità, il loro lato assurdo solamente li
colpisce: non dandosi la pena
di toglierne l’amara scorza per scoprire il mandorlo, essi
rigettano tutto; come
fanno nella religione quelli che, urtati da certi abusi,
confondono tutto nella
medesima riprovazione.
Qualunque sia l’idea che si faccia degli spiriti, questa
credenza è
necessariamente fondata sopra l’esistenza d’un principio
intelligente
all’infuori della materia; essa è incompatibile con la
negazione assoluta di
questo principio.
Noi prendiamo dunque il nostro punto di partenza nella
esistenza, nella
sopravvivenza e nella individualità dell’anima, di cui lo
spiritualismo è la
dimostrazione teorica e dogmatica e lo spiritismo la
dimostrazione evidente.
Facciamo per un istante astrazione dalle manifestazioni
propriamente dette e,
ragionando per induzione, vediamo a quali conseguenze
arriveremo.
2 - Dal momento che si
ammette l’esistenza dell’anima e la sua individualità
dopo la morte, bisogna pure ammettere:
1) che essa è di una
natura differente dal corpo, dal momento che una volta
separata essa non ne ha più le proprietà;
2) che essa gode della
coscienza di se stessa poiché le si attribuisce la gioia e
la sofferenza, altrimenti sarebbe un essere inerte ed
altrettanto varrebbe il
non averlo. Ciò ammesso, quest’anima va in qualche parte;
che cosa diviene
essa? E dove va? Secondo la credenza comune, essa va in
cielo o all’inferno;
ma dov’è il cielo, dove l’inferno? Si diceva che il cielo
era in alto e l’inferno al
basso; ma che cosa è l’alto ed il basso nell’universo, dal
momento che la terra
è rotonda e con il movimento degli astri quello che
costituiva la parte alta ad
una data ora diventa la parte bassa dopo dodici ore? E’
bensì vero che per
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luoghi bassi s’intende pure le profondità della terra; ma
che sono divenute
queste profondità, dal momento che esse sono state
investigate dalla
geologia? Che cosa sono egualmente divenute quelle sfere
concentriche
chiamate cielo del fuoco, cielo delle stelle, essendo
stato provato che la terra
non è il centro dei mondi e che il nostro stesso sole è
pur esso uno dei milioni
di soli che brillano nello spazio, ciascuno dei quali è il
centro d’un sistema
planetario? Che cosa diviene l’importanza della terra
perduta in questa
immensità? Per quale privilegio ingiustificabile questo
grano di sabbia
impercettibile che non si distingue né per il suo volume,
né per la sua
posizione, né per un compito particolare, sarebbe il solo
popolato di esseri
ragionevoli? La ragione si rifiuta di ammettere questa
inutilità dell’infinito, e
tutto ci dice che quei mondi sono abitati. Se dunque sono
popolati, essi
forniscono il loro contingente al mondo delle anime. Ma
ancora una volta, che
cosa diventano queste anime, giacché l’astronomia e la
geologia hanno
distrutto le stanze che loro erano state assegnate, e
soprattutto dal momento
che la teoria così razionale della pluralità dei mondi le
ha moltiplicate
all’infinito?
La dottrina della localizzazione delle anime non potendo
accordarsi con i dati
della scienza, un’altra dottrina, più logica, assegna loro
per dominio non un
luogo determinato e circoscritto, ma lo spazio universale:
in questo esiste
tutto un mondo invisibile nel mezzo del quale noi viviamo,
che ci circonda e ci
tocca continuamente. Vi è forse in questo
un’impossibilità, qualche cosa di
ripugnante alla ragione? Nient’affatto; tutto ci dice, al
contrario, che ciò non
può essere diversamente. Ma allora che cosa diventano le
pene e le
ricompense future, se togliete loro i luoghi speciali?
Tenete conto che
l’incredulità per ciò che riguarda queste pene e ricompense,
è in generale
provocata, poiché vengono presentate in condizioni
inammissibili: ma dite
invece che le anime ricevono la loro felicità o la loro
sciagura in se stesse; che
la loro sorte è subordinata al loro stato morale; che la
riunione delle anime
simpatiche e buone è una sorgente di felicità; che,
secondo il loro grado di
purezza raggiunta, esse penetrano e vedono cose alle quali
non arrivano le
anime grossolane, e tutti comprenderanno questa cosa senza
fatica;
soggiungete che le anime non arrivano al grado supremo se
non per gli sforzi
che esse fanno per rendersi migliori, e dopo una serie di
prove che serve per
renderle sempre più pure; che gli angeli sono le anime
arrivate al grado
superiore, il quale può essere da tutti raggiunto con la
buona volontà; che gli
angeli sono i messaggeri di Dio, incaricati di sorvegliare
l’esecuzione dei suoi
disegni in tutto l’universo; che essi sono felici di
queste gloriose missioni, e
voi date alla loro felicità uno scopo più utile e più
attraente di quello
consistente in una perpetua contemplazione, la quale altro
non sarebbe che
un’inutilità perpetua: dite infine che i demoni sono
semplicemente le anime
7
dei cattivi non ancora depurate, ma che possono arrivare a
diventare come le
altre; e ciò sembrerà più conforme alla giustizia ed alla
bontà di Dio, che non
la dottrina d’esseri creati per il male e perpetuamente
dediti al male. Ecco
ancora una volta ciò che la ragione più severa, la logica
più rigorosa, il buon
senso, in una parola, possono ammettere.
Ora, queste anime che popolano lo spazio sono precisamente
quelle che si
chiamano spiriti. Sono dunque, gli spiriti, le
anime degli uomini spogliate del
loro inviluppo materiale. Se gli spiriti fossero esseri a
parte, la loro esistenza
sarebbe più ipotetica; ma ammettendo che vi sono anime,
bisogna pur
ammettere gli spiriti che non sono altro che le anime;
ammettendo inoltre che
le anime sono dovunque, bisogna pure ammettere che vi
siano dovunque gli
spiriti. Non si potrebbe dunque negare l’esistenza degli
spiriti senza negare
quella delle anime.
3 - Questa non è che
una teoria più razionale dell’altra, ma è già molto l’avere
una teoria non contraddetta né dalla ragione né dalla
scienza; se poi essa è
per soprappiù corroborata dai fatti, avrà la doppia
sanzione del ragionamento
e della esperienza. Questi fatti noi li troviamo nei
fenomeni delle
manifestazioni spiritiche, che sono così la prova evidente
dell’esistenza e della
sopravvivenza dell’anima. Ma per molti, qui si ferma la
loro credenza; essi
vogliono ben ammettere l’esistenza delle anime e per
conseguenza quella
degli spiriti, ma negano la possibilità di comunicare con
questi, per il motivo,
essi dicono, che esseri immateriali non possono agire
sulla materia. Questo
dubbio è fondato sull’ignoranza della vera natura degli
spiriti, di cui esiste
generalmente un’idea completamente falsa, giacché essi
vengono
rappresentati a torto come esseri astratti, vaghi e
indefiniti, ciò che non è.
Nella sua unione con il corpo, lo spirito è l’essere
principale poiché è l’essere
pensante e sopravvivente;
il corpo non è dunque che un accessorio dello
spirito, una veste, un involucro che egli lascia quando è
logoro. Oltre questo
involucro materiale, lo spirito ne ha un secondo,
semimateriale, che lo unisce
al primo; alla morte, lo spirito si spoglia di questo, ma
non del secondo, al
quale noi diamo il nome di perispirito. Questa
coperta semimateriale, che
conserva la forma umana, costituisce per lui un corpo
fluidico, vaporoso, il
quale, peraltro, quantunque sia invisibile a noi nel suo
stato normale,
possiede tuttavia alcune proprietà della materia. Lo
spirito non è dunque un
punto, un’astrazione, ma un essere limitato e
circoscritto, al quale non manca
forse altro che d’essere visibile e palpabile per
assomigliare agli esseri umani.
Perché, dunque, non agirebbe egli sopra la materia? Forse
perché il suo corpo
è fluidico? Ma non è forse fra i fluidi più rarefatti,
anzi tra quelli che egli
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ritiene come imponderabili (l’elettricità, per esempio),
che l’uomo trova i suoi
più potenti motori. Forse che la luce imponderabile non
esercita una azione
chimica sopra la materia ponderabile? Noi non conosciamo
la natura intima
del perispirito, ma supponiamolo formato di materia
elettrica, o di tutt’altra
così sottile: perché non avrebbe egli la medesima
proprietà se fosse diretto da
una volontà?
4 - Dal momento che
l’esistenza dell’anima e quella di Dio, che sono
conseguenza l’una dell’altra, stanno alla base di tutto
l’edificio, prima di
incominciare una discussione spiritica è necessario assicurarsi
se
l’interlocutore ammette questa base. Se alle seguenti
questioni: Credete voi in
Dio? Credete voi di avere un’anima? Credete voi alla
sopravvivenza dell’anima
dopo la morte? egli risponde negativamente, o soltanto se
egli dice
semplicemente: Io non so vorrei che fosse così, ma non
ne sono
sicuro, ciò che, la
maggior parte delle volte, equivale ad una cortese
negazione presentata sotto una forma meno decisa, sarebbe
inutile andare
oltre, quanto lo sarebbe il voler convincere delle
proprietà della luce il cieco
che non ammettesse l’esistenza della luce stessa, giacché,
in conclusione, le
manifestazioni spiritiche non sono altro che gli effetti
delle proprietà
dell’anima; con costui converrebbe seguire un tutt’altro
ordine d’idee per non
perdere tempo.
Se la base è ammessa, non a titolo di probabilità ma
come cosa sicura,
incontestabile, l’esistenza degli spiriti ne deriva
naturalmente.
5 - Resta ora a sapersi
se lo spirito può entrare in comunicazione con l’uomo,
vale a dire se può avere con lui uno scambio di pensieri.
E perché no? Che
cosa è l’uomo se non uno spirito imprigionato in un corpo?
Perché lo spirito
libero non dovrebbe poter comunicare con lo spirito
schiavo, come l’uomo
libero con quello che è incatenato? Se ammettete la
sopravvivenza dell’anima,
come potete razionalmente negare la sopravvivenza delle
affezioni? Dal
momento che le anime sono dappertutto, non è naturale il
pensare che quella
d’un essere il quale ci amò durante la vita, venga vicino
a noi, desideri
comunicare con noi, e si serva a quest’uopo dei mezzi che
sono a sua
disposizione? Durante la vita non agiva egli sulla materia
del suo corpo? Non
ne dirigeva egli i movimenti? Perché dunque dopo la sua
morte, d’accordo con
un altro spirito legato al corpo, non dovrebbe servirsi di
questo corpo vivente
per manifestare il suo pensiero come un muto può servirsi
di un uomo
parlante per farsi capire?
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6 - Facciamo, per un
istante, astrazione dai fatti, i quali, per noi, rendono la
cosa incontestabile; ammettiamo che ciò sia possibile a
titolo semplice di
ipotesi; noi domandiamo che gli increduli ci provino, non
con semplice
negazione, poiché la loro opinione personale non può fare
legge, ma con
ragioni perentorie che ciò non può essere. Noi vogliamo
metterci sul loro
terreno e giacché vogliono apprezzare i fatti spiritici
con l’aiuto delle leggi
della materia, ricavino dunque da questo arsenale qualche
dimostrazione
matematica, fisica, chimica, meccanica, fisiologica, e
provino per a più b,
sempre partendo dal principio dell’esistenza e
sopravvivenza dell’anima:
1) Che l’essere che
pensa in noi durante la vita non deve più pensare dopo
morte.
2) Che se egli pensa
non deve più pensare a quelli che ha amato.
3) Che se egli pensa a
quelli che ha amato non deve più voler comunicare con
loro.
4) Che se egli può
essere dappertutto, non può essere accanto a noi.
5) Che se egli ci è
vicino, non può comunicare con noi.
6) Che per mezzo del
suo involucro fluidico egli non può agire sopra la
materia inerte.
7) Che se può agire
sopra la materia inerte, egli non può agire sopra un essere
animato.
8) Che se egli può
agire sopra un essere animato, non può dirigere la sua
mano per farlo scrivere.
9) Che potendo farlo
scrivere, non può rispondere alle sue questioni e
trasmettergli il suo pensiero.
Quando gli avversari dello spiritismo ci avranno
dimostrato che le cose
suddette non sono possibili, con ragioni così chiare come
quelle con le quali
Galileo dimostrò non essere il sole che gira attorno la
terra; allora noi
potremo dire che i loro dubbi sono fondati;
sfortunatamente, finora tutta la
loro argomentazione si riassume in queste parole: Io
non credo, dunque è
impossibile. Ci
diranno senza dubbio che sta a noi il provare la realtà delle
manifestazioni; noi la proviamo loro con i fatti e con il
ragionamento; se essi
non ammettono né l’uno né l’altro, se negano perfino
quello che vedono, sta a
loro provare che il nostro ragionamento è falso e che i
fatti sono impossibili.
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2 - IL MERAVIGLIOSO E IL SOPRANNATURALE
7 - Se la credenza
negli spiriti e nelle loro manifestazioni fosse un concetto
isolato, il prodotto d’un sistema, essa potrebbe, con
qualche apparenza di
ragione, essere sospettata d’illusione; ma, di grazia, ci
si spieghi perché questa
credenza si trova così viva presso tutti i popoli antichi
e moderni, e nei libri
santi di tutte le religioni conosciute? Ciò si spiega,
dicono i critici, perché
l’uomo in ogni tempo ha amato il meraviglioso. Che cosa è
dunque il
meraviglioso secondo voi? Ciò che è soprannaturale. Che
cosa intendete voi
per soprannaturale? Quello che è contrario o sfugge alle
leggi della natura
comunemente intese. Voi dunque siete talmente addentro in
queste leggi, che
vi riesce possibile assegnare un limite alla potenza di
Dio? Ebbene, allora
provate che l’esistenza degli spiriti e le loro
manifestazioni sono contrarie alle
leggi della natura; che essa non è e non può essere una di
queste leggi. Seguite
la dottrina spiritica ed osservate se questo
concatenamento non ha tutti i
caratteri d’una legge ammirevole, la quale risolve tutto
quello che le leggi
filosofiche non hanno potuto risolvere sinora. Il pensiero
è uno degli attributi
dello Spirito; la possibilità d’agire sulla materia, di
fare impressione sopra i
nostri sensi, ed in seguito trasmettere il suo pensiero,
risulta, se possiamo così
esprimerci, dalla sua costituzione fisiologica; dunque non
vi è in questo fatto
niente di soprannaturale, niente di meraviglioso. Che un
uomo morto, e ben
morto, torni a rivivere fisicamente, che le sue membra
disperse si riuniscano
per riformare il suo corpo, ecco il meraviglioso, il
soprannaturale, il
fantastico; ciò costituirebbe un avvenimento eccezionale
che Dio non
potrebbe compiere se non per mezzo d’un miracolo; ma
niente di simile si
trova nella dottrina spiritica.
8 - Ciò nonostante, qualcuno
dirà, voi ammettete che uno spirito possa
sollevare una tavola e mantenerla nello spazio senza punto
d’appoggio, non
sarebbe questa una eccezione alla legge di gravità? Sì,
alla legge conosciuta;
ma la natura ha forse già detto l’ultima sua parola? Prima
che la forza
ascensionale di certi gas fosse provata, chi avrebbe detto
che una pesante
macchina con molti uomini a bordo avrebbe potuto trionfare
della forza
d’attrazione? Agli occhi del volgo non doveva ciò sembrare
meraviglioso,
diabolico? Chi, nel secolo scorso, avesse proposto di
trasmettere un dispaccio
a molti chilometri di distanza e di riceverne la risposta
dopo qualche minuto
sarebbe passato per folle; se fosse riuscito a farlo, si
sarebbe creduto che
avesse il diavolo ai suoi ordini, poiché in quel tempo
solo il diavolo sarebbe
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stato capace di andare così presto. Perché, dunque, un
fluido sconosciuto non
potrebbe avere la proprietà, in date circostanze, di
controbilanciare l’effetto
della gravità, come l’idrogeno controbilancia il peso del
pallone? Questo,
notiamolo di passaggio, è un paragone, ed è fatto
unicamente per dimostrare,
per analogia, che il fatto non è fisicamente impossibile.
Ora è precisamente
quando gli scienziati, nell’osservazione di questi
fenomeni, vollero procedere
per via di similitudini, che sono andati fuori
carreggiata. Del resto, il fatto è là;
tutte le negazioni possibili non potrebbero impedire che
egli non sia, poiché
negare non vuol dire provare; per noi non vi è nulla di
soprannaturale; questo
è quanto per il momento possiamo assicurare.
9 - Se il fatto è
constatato, soggiungeranno gli avversari, noi l’accettiamo; di
più accettiamo la causa che volete attribuirgli, quella
d’un fluido sconosciuto;
ma chi ci prova l’intervento degli spiriti? Qui sta il
meraviglioso, il
soprannaturale.
Ora occorrerebbe una piena dimostrazione che non sarebbe a
suo posto e
farebbe, d’altra parte, doppio impiego, giacché ella
emerge da tutte le altre
parti dell’insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in
qualche parola, diremo
che essa è teoricamente fondata su questo principio: Ogni
effetto
intelligente deve avere una causa intelligente; nella pratica, poi,
sopra
questa osservazione che i fenomeni detti spiritici, avendo
date prove
d’intelligenza, dovevano avere la loro causa all’infuori
della materia; che
questa intelligenza, non essendo quella degli individui
presenti - questo è un
risultato d’esperienza - doveva essere loro estranea;
infine, poiché non si
vedeva l’essere che agiva, egli era, dunque, un essere
invisibile. E’ allora che,
di osservazione in osservazione, si arrivò a riconoscere
che questo essere
invisibile, a cui si diede il nome di Spirito, non è altro
che l’anima di quelli che
già vissero corporalmente, e che la morte ha spogliato del
loro grossolano
involucro visibile, lasciando loro peraltro un involucro
etereo, invisibile a noi
nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso ed il
soprannaturale
ridotti alla loro più semplice espressione. Constatata
così l’esistenza di esseri
invisibili, la loro azione sulla materia risulta dalla
natura del loro involucro
fluidico; questa azione è intelligente, perché, morendo,
essi non hanno
perduto che il loro corpo, ma hanno conservata l’intelligenza,
che è la loro
essenza; ecco la chiave di tutti questi fenomeni ritenuti a
torto soprannaturali.
L’esistenza degli spiriti non è dunque un sistema
preconcetto, un’ipotesi
immaginata per spiegare i fatti; è un risultato
dell’osservazione e la
conseguenza naturale dell’esistenza dell’anima; negare
questa causa
equivarrebbe a negare l’anima ed i suoi attributi. Coloro
i quali pensassero di
poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione
più razionale, potendo
12
soprattutto rendere ragione di tutti i fatti, la
diano pure, ed allora si potrà
discutere il merito di ciascuna.
10 - Agli occhi di
quelli che considerano la materia come la sola potenza della
natura, tutto ciò che non può essere spiegato con le
leggi della
materia è meraviglioso o soprannaturale; e per essi meraviglioso è
sinonimo di superstizione. A questo titolo, la
religione, fondata sopra
l’esistenza d’un principio immateriale, sarebbe un tessuto
di superstizioni;
essi non osano dirlo ad alta voce, ma lo sussurrano a voce
bassa, e credono di
salvare le apparenze concedendo che abbisogna una
religione per il popolo ed
affinché i fanciulli siano buoni; ora, delle due cose,
l’una: o il principio
religioso è vero, oppure è falso; se esso è vero, deve
esserlo per tutti; se è falso,
non è migliore per gli ignoranti, che per le genti
illuminate.
11 - Coloro che combattono
lo spiritismo in nome del meraviglioso,
s’appoggiano, dunque, generalmente sopra il principio
materialistico, giacché,
negando l’esistenza di qualunque effetto extra-materiale,
negano, in
conseguenza, l’esistenza dell’anima; investigate il fondo
del loro pensiero,
scrutate bene il senso delle loro parole, e vedrete quasi
sempre che questo
principio, se non è categoricamente formulato, appare
sotto la veste d’una
pretesa filosofia razionale di cui essi lo coprono.
Rigettando nel meraviglioso
tutto ciò che deriva dall’esistenza dell’anima, sono
dunque conseguenti con se
stessi; non ammettendo la causa, non possono ammetterne
gli effetti; da ciò
deriva in essi un’opinione preconcetta, che li rende
inadatti a giudicare
sanamente lo spiritismo; giacché essi partono dal
principio della negazione di
tutto ciò che non è materiale. In quanto a noi, ammettendo
gli effetti che sono
la conseguenza dell’esistenza dell’anima, ne deriva forse
che accettiamo tutti i
fatti qualificati meravigliosi? Forse che siamo noi i campioni
di tutti i
sognatori, gli adepti di tutte le utopie e di tutte le
eccentricità sistematiche? Si
conoscerebbe ben poco lo spiritismo se così si pensasse;
ma i nostri avversari
non si danno tanti fastidi; la necessità di conoscere
quello di cui parlano è
l’ultima delle loro preoccupazioni. Secondo loro, il
meraviglioso è assurdo;
ora, lo spiritismo si appoggia su fatti meravigliosi;
dunque, lo spiritismo è
assurdo: questo è da parte loro un giudizio senz’appello.
Credono di opporre
un argomento incontestabile, quando, dopo aver fatto
erudite ricerche sopra i
convulsionari di San Medardo, i Camisardi delle Cevenne, o
le religiose di
Loudun, sono arrivati a scoprire dei fatti evidenti di
inganno che nessuno
contesta; ma queste storie, sono forse il vangelo dello
spiritismo? I suoi
sostenitori hanno mai negato che il ciarlatanismo abbia
usufruito di certi fatti
13
a suo profitto, che l’immaginazione ne abbia creati altri,
e che il fanatismo ne
abbia esagerati moltissimi? Non si può rendere lo
spiritismo solidale con le
stravaganze che in suo nome si possono commettere, nello
stesso modo che
non si può rendere la vera scienza solidale con gli abusi
che l’ignoranza può
fare a suo danno, come pure non si può rendere
responsabile la vera religione
degli eccessi del fanatismo. Molti critici giudicano lo
spiritismo basandosi sui
racconti delle fate e delle leggende popolari che ne sono
la finzione;
altrettanto varrebbe giudicare la storia basandoci sui
romanzi storici e le
tragedie.
12 - Con logica
elementare, per discutere una cosa bisogna conoscerla,
giacché l’opinione d’un critico non ha valore se non in
quanto egli parla con
perfetta cognizione di causa; allora solamente la sua
opinione, anche se
erronea, può essere presa in considerazione; ma quale peso
può essa avere
quando si tratta di una materia che egli non conosce? Il
vero critico deve dar
prova non solo di erudizione, ma d’una scienza profonda
circa il soggetto che
imprende a trattare, d’un giudizio sano e d’una
imparzialità a tutta prova;
altrimenti, il primo strimpellatore venuto potrebbe
arrogarsi il diritto di
giudicare Rossini, ed un imbrattamuri quello di censurare
Raffaello.
13 - Lo spiritismo non
accetta dunque tutti i fatti stimati meravigliosi e
soprannaturali; al contrario, esso dimostra l’impossibilità
d’un gran numero
di credenze, ed il ridicolo di certe altre, che
costituiscono, parlando
propriamente, la superstizione. E’ bensì vero che tra le
cose che lo spiritismo
ammette ve ne sono di quelle che agli increduli sembrano
puramente
meravigliose, ossia che cadono nel dominio della
superstizione; sia pure, ma
almeno discutete soltanto su questi punti, dal momento che
sugli altri nulla vi
è da dire e voi predicate a convertiti.
Attaccandovi a quello che lo stesso spiritismo rifiuta,
provate la vostra
ignoranza della cosa, ed i vostri argomenti cadranno nel
falso.
Ma, diranno essi, dove s’arresta, dunque, la credenza
nello spiritismo?
Leggete, osservate e poi lo saprete. Qualunque scienza si
acquista soltanto col
tempo e con lo studio; ora, lo spiritismo, che tocca le
questioni più gravi della
filosofia e tutti i rami dell’ordine sociale; che
abbraccia d’un colpo l’uomo
fisico e l’uomo morale, costituisce esso stesso una
scienza completa, una
filosofia che non può essere imparata in qualche ora, come
non lo sarebbe
qualunque altra scienza. Sarebbe altrettanto puerile
vedere tutto lo spiritismo
in una tavola girante, quanto vedere tutta la fisica in
certi giocattoli da
fanciulli. Chiunque non voglia arrestarsi alla sua
superficie, dovrà impiegarvi
14
non solo delle ore, ma dei mesi e degli anni, prima di
averne investigati tutti
gli arcani. Da ciò si può comprendere quale grado di
sapere e quale valore
possa avere l’opinione di coloro che si arrogano il
diritto di giudicare, perché
hanno visto tutt’al più una o due esperienze, sovente in
via di distrazione e di
passatempo. Diranno senza dubbio che non hanno l’agio di
dare tutto il
tempo necessario a questo studio; sia pure, niente ve li
costringe; ma, allora,
quando non si ha il tempo di imparare una cosa, si deve
pure evitare di
parlarne, ed ancora meno di giudicarla, se non si vuole
essere accusati di
leggerezza; ora, più si occupa una elevata posizione nella
scienza, meno si è
scusati di trattare leggermente un soggetto che non si
conosce.
14 - Riassumendo,
diremo:
1) Tutti i fenomeni
spiritici hanno per principio l’esistenza dell’anima, la sua
sopravvivenza al corpo e le sue manifestazioni;
2) Questi fenomeni,
essendo fondati sopra una legge di natura, nulla hanno di
meraviglioso e di soprannaturale
nel senso volgare di queste parole;
3) Molti fatti sono
ritenuti soprannaturali, solamente perché non se ne
conosce la causa; lo spiritismo, assegnando loro una
causa, li fa rientrare nel
dominio dei fenomeni naturali;
4) Fra i fatti
qualificati come soprannaturali, ve ne sono molti di cui lo
spiritismo dimostra l’impossibilità, e che esso classifica
fra le credenze
superstiziose;
5) Quantunque lo
spiritismo riconosca in molte credenze popolari un fondo
di verità, non accetta peraltro tutte le storie fantastiche
create
dall’immaginazione;
6) Giudicare lo
spiritismo a proposito dei fatti che esso non ammette, è dare
prova d’ignoranza, e togliere ogni valore alla propria
opinione;
7) La spiegazione dei
fatti ammessi dallo spiritismo, le loro cause e le loro
conseguenze morali costituiscono una scienza ed una
filosofia completa, che
richiede uno studio serio, perseverante ed approfondito;
8) Lo spiritismo non
può ritenere come critico serio se non colui il quale ha
tutto visto, tutto studiato, tutto approfondito, con la
pazienza e la
perseveranza d’un osservatore coscienzioso; colui che su
questo argomento ne
sapesse quanto l’adepto più illuminato; che avesse, per
conseguenza, attinte le
sue conoscenze altrove che nei romanzi della scienza; a
cui non si potesse
opporre alcun fatto che egli non conoscesse, alcun
argomento che non avesse
già meditato; colui che confutasse, con gli argomenti più
perentori, e non con
15
semplici negazioni; colui infine che potesse assegnare una
causa più logica ai
fatti constatati. Ma finora questo critico non si è ancora
trovato.
15 - Noi abbiamo poco fa
pronunziato la parola miracolo; una breve
spiegazione su questo proposito non sarà fuori posto in
questo capitolo, che
verte sul meraviglioso.
Nel suo valore primitivo e per la sua etimologia la parola
miracolo significa
cosa straordinaria, cosa ammirabile a vedersi; ma questa parola,
come tante altre, si è allontanata dal senso originario,
ed oggi (secondo
l’accademia francese) vuol
significare un atto della potenza divina
contrario alle leggi comuni della natura. Tale, infatti, è il suo usuale
significato, e solamente in via di paragone e di metafora
si applica alle cose
volgari che ci sorprendono, la cui causa ci è sconosciuta.
Non entra affatto nel
nostro compito di esaminare se Dio ha potuto giudicare
cosa utile di derogare
in certe circostanze alle leggi da lui stesso stabilite;
il nostro scopo è
unicamente quello di dimostrare che i fenomeni spiritici,
per quanto
straordinari essi siano, non derogano affatto a queste
leggi, non hanno alcun
carattere miracoloso, e tanto meno sono meravigliosi e
soprannaturali. Il
miracolo non si spiega; i fenomeni spiritici, al
contrario, si spiegano nella
maniera più razionale; non sono dunque miracoli, ma
semplici effetti, che
hanno la loro ragione di essere nelle leggi generali. Il
miracolo ha ancora un
altro carattere, che è quello di essere insolito ed
isolato. Ora, dal momento che
un fatto si riproduce, per così dire, a volontà, e per
diverse persone, ciò non
può essere un miracolo.
La scienza fa ogni giorno miracoli agli occhi degli
ignoranti; ecco perché una
volta quelli che per sapienza si elevavano dal volgo erano
tenuti in conto di
stregoni; e siccome si credeva che ogni scienza sovrumana
venisse dal diavolo,
così essi venivano bruciati. Oggi, in tempi di civiltà più
avanzata, ci si limita a
mandarli in manicomio.
Miracolo sarebbe quello per cui un uomo morto fosse
richiamato alla vita
mediante l’intervento divino, come già abbiamo detto,
perché è una cosa
contraria alle leggi della natura. Ma se quest’uomo ha
soltanto le apparenze
della morte, se vi è ancora in lui un resto di vitalità
latente e che la scienza
od un’azione magnetica giunga a rianimarlo, per le genti
illuminate ciò
sarebbe un fenomeno naturale; ma agli occhi del volgo ignorante
il fatto
passerà per miracoloso, e l’autore sarà o lapidato o
venerato, secondo il
carattere degli individui. Se in mezzo a certe campagne un
fisico lancia un
cervo-volante elettrico e fa cadere la folgore sopra un
albero, questo nuovo
Prometeo sarà certamente tenuto come un uomo armato di
potenza diabolica.
16
E, sia detto di passaggio, Prometeo, secondo noi, sembra
avere singolarmente
preceduto Franklin; ma Giosuè, che arresta il movimento
del sole, o piuttosto
della terra, costituisce per noi il vero miracolo, giacché
noi non conosciamo
alcun magnetizzatore dotato d’una potenza così grande per
operare un simile
prodigio. Fra tutti i fenomeni spiritici, uno dei più
straordinari è, senza
dubbio, quello della scrittura diretta, perché dimostra
nella maniera più
chiara l’azione delle intelligenze occulte; ma non per
questo è più miracoloso
degli altri fenomeni attribuiti ad agenti invisibili;
poiché questi esseri occulti
che popolano lo spazio sono una delle potenze della
natura, potenza la cui
azione è incessante sul mondo materiale, altrettanto che
sul mondo morale.
Lo spiritismo, illuminandoci su questa potenza, ci dà la
chiave d’una quantità
di cose inesplicate ed inesplicabili da tutti gli altri
mezzi, e che hanno potuto
essere ritenute prodigiose nei tempi passati; egli rivela,
come dal suo lato fa il
magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno mal
compresa; o, per
meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, giacché si
sono prodotti in tutti i
tempi, ma si ignorava la legge da cui erano retti, e
questa ignoranza generò la
superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso
scompare ed i
fenomeni rientrano nell’ordine delle cose naturali. Ecco
perché gli spiritisti
non fanno miracoli nel far girare un tavolo, o nel far
scrivere i trapassati, più
di quello che ne faccia il medico facendo rivivere un
moribondo, od il fisico
attirando la folgore.
Colui che pretendesse, con l’aiuto di questa scienza, di
fare dei miracoli,
sarebbe un ignorante od un ciarlatano.
16 - I fenomeni
spiritici, come i fenomeni magnetici, prima che se ne
conoscesse la causa, furono creduti prodigi; ora, come gli
scettici, gli spiriti
forti, cioè quelli che credono di avere il privilegio
esclusivo della ragione e del
buon senso, non credono possibile una cosa dal momento che
non la
capiscono, così tutti i fatti creduti prodigiosi sono
l’oggetto dei loro scherni; e
poiché la religione contiene un gran numero di fatti di
questo genere, essi non
credono alla religione, e di là all’incredulità assoluta
non vi è che un passo. Lo
spiritismo, spiegando la maggior parte di questi fatti, dà
loro una ragione
d’essere. Esso viene dunque in aiuto alla religione
dimostrando la possibilità
di certi fatti, i quali, quantunque privi del carattere
miracoloso, non sono
meno straordinari; e Dio non rimane meno grande, né meno
possente, benché
non deroghi alle sue leggi.
Di quanti scherni non furono bersaglio le levitazioni di
San Giuseppe da
Copertino! Ora la sospensione eterea dei corpi gravi è un
fatto spiegato dalla
legge spiritica; noi ne fummo in persona testimoni
oculari, ed il signor
17
Home, come pure altre persone di nostra conoscenza, hanno
rinnovato
diverse volte i fenomeni manifestati da San Giuseppe da
Copertino. Dunque,
questo fenomeno rientra nell’ordine delle cose naturali, anche
se non comuni.
17 - Nel numero dei
fatti di questo genere conviene porre in prima linea le
apparizioni, giacché queste sono le più frequenti. Quella
della Salette, sulla
quale è divisa l’opinione del clero, nulla ha per noi di
insolito. Certamente, noi
non possiamo affermare che il fatto ebbe luogo, giacché
non ne abbiamo la
prova materiale; ma per noi esso è possibile, poiché
conosciamo migliaia di
fatti analoghi recenti. Ci crediamo, non solo
perché la loro realtà è cosa per
noi accertata, ma soprattutto perché ci rendiamo
perfettamente ragione della
maniera nella quale si producono. Rimandiamo il lettore
alla teoria, che
diamo in seguito, delle apparizioni, ed egli potrà
scorgere come questo
fenomeno diventa tanto semplice e plausibile, quanto molti
fenomeni fisici,
che sembrano prodigiosi soltanto perché non se ne possiede
la spiegazione.
Quanto poi al personaggio presentatosi alla Salette,
è un’altra questione; la
sua identità non ci è affatto dimostrata; constatiamo
semplicemente che una
apparizione può avere avuto luogo, il resto non è di
nostra competenza;
ognuno può, su questo punto, conservare le sue
convinzioni; lo spiritismo non
deve occuparsene. Assicuriamo solamente che i fatti
prodotti dallo spiritismo
ci rivelano nuove leggi e ci danno la chiave d’una
quantità di cose che
sembravano soprannaturali; se alcuni di questi fatti, che
passavano per
miracoli, vi trovano una spiegazione logica, ciò
costituisce un motivo di più
per non affrettarsi a negare quello che non si comprende.
I fenomeni spiritici
sono contestati da certe persone, precisamente perché,
sembrando uscire
dalla legge comune, non si può rendersene conto. Date loro
una base
razionale, e cesserà il dubbio. La spiegazione, in questo
secolo che non si
appaga di semplici parole, è dunque un potente motivo di
convinzione; così,
noi vediamo ogni giorno persone che non furono mai
testimoni d’alcun fatto,
che non ebbero mai modo di vedere una tavola girare, né un
medium scrivere,
e che, ciò nonostante, sono convinte quanto noi,
unicamente perché hanno
letto e compreso. Se dovessimo credere soltanto a quello
che abbiamo visto
con gli occhi, le nostre convinzioni si ridurrebbero a ben
poca cosa.
18
3 - METODO
18 - Il desiderio
naturale e lodevolissimo di tutti gli adepti, desiderio mai
abbastanza incoraggiato, è quello di fare proseliti. Per
facilitare il loro
compito, ci proponiamo dunque di esaminare la via, secondo
noi più sicura,
per arrivare a questo scopo, risparmiando loro inutili
sforzi.
Abbiamo detto che lo spiritismo è una scienza ed una
filosofia completa;
colui, dunque, che seriamente vuole conoscerla, deve prima
di tutto obbligarsi
ad uno serio studio, e persuadersi che, al pari delle
altre scienze, non può
impararsi giocando. Lo spiritismo, l’abbiamo detto, tocca
tutte le questioni
che interessano l’umanità; il suo campo è immenso, e
conviene anzitutto
guardarlo dal punto di vista delle sue conseguenze. La
credenza negli spiriti
ne forma senza dubbio la base, ma questa non basta per
fare uno spiritista
illuminato, allo stesso modo che la credenza in Dio non
basta per fare un
teologo. Osserviamo dunque come ci conviene procedere in
questo
insegnamento per arrivare più sicuramente alla
convinzione.
Non si spaventino gli adepti per questa parola insegnamento.
Non vi è soltanto l’insegnamento dato dall’alto della
cattedra o della tribuna;
ma altresì quello della semplice conversazione. Qualunque
persona cerchi di
persuaderne un’altra, sia per mezzo di spiegazioni, sia
per quello delle
esperienze, fa un insegnamento; e noi, che desideriamo che
la sua fatica dia
buoni frutti, ci crediamo in dovere di dargli qualche
consiglio, di cui potranno
approfittare anche quelli che vogliono istruirsi da se
stessi; essi troveranno il
mezzo d’arrivare più sicuramente e più rapidamente allo
scopo.
19 - Si crede
generalmente che per convincere basti mostrare dei fatti; questo
sembra difatti il cammino più logico, e tuttavia
l’esperienza ci dimostra che
esso non è sempre il migliore, poiché si vedono spesso
individui che non
restano convinti dai fatti più evidenti. E perché ciò? Noi
cercheremo di darne
una spiegazione, valendoci della nostra lunga esperienza.
Nello spiritismo, la questione degli spiriti è secondaria
e consecutiva; non è
questo il vero punto di partenza; anzi, consiste
precisamente in questo l’errore
nel quale si cade e che spesso frena certe persone. Gli
spiriti non essendo altro
che le anime degli uomini, il vero punto di partenza è
dunque l’esistenza
dell’anima. Ora, come può il materialista ammettere che vi
siano esseri i quali
vivano all’infuori del mondo materiale, quando crede che
lo stesso suo Io sia
pura materia? Come può credere all’esistenza degli spiriti
all’infuori di sé,
19
quando non crede di averne uno in se stesso? Invano si
cercherebbe di
accumulare ai suoi occhi le prove più tangibili, egli le
contesterà tutte, poiché
non ne ammette il principio. Ogni insegnamento metodico
deve procedere dal
cognito all’incognito; per il materialista, il cognito è
la materia. Procedete
dunque dalla materia, e cercate prima di tutto, facendogliela
osservare, di
convincerlo che vi è in lui qualcosa che sfugge alle leggi
di essa; in una parola,
prima di renderlo SPIRITISTA, cercate di renderlo
SPIRITUALISTA: ma per
questo bisogna procedere con altri mezzi, con un
insegnamento del tutto speciale, seguendo un ordine
particolare di idee;
parlargli di spiriti prima che egli sia convinto d’avere
un’anima, sarebbe
incominciare dalla fine, giacché egli non può ammettere la
conclusione se non
ammette le premesse. Prima, dunque, di accingersi a
convincere un incredulo,
anche con i fatti, è necessario assicurarsi della sua
opinione intorno all’anima,
vale a dire se crede alla sua esistenza, alla
sopravvivenza al corpo, alla sua
individualità dopo la morte; se la sua risposta è
negativa, sarebbe fatica
sprecata parlargli di spiriti. Ecco la regola. Siamo
dell’idea che vi possano
essere delle eccezioni; ma allora, probabilmente,
sussisterà un’altra causa che
lo renderà meno refrattario.
20 - Fra i materialisti
conviene distinguere due classi: nella prima, noi
metteremo quelli che lo sono per sistema. Per
questi non esiste il dubbio;
essi negano assolutamente, ragionando alla loro maniera;
ai loro occhi,
l’uomo è semplicemente una macchina la quale cammina
finché è caricata,
che si scompone col tempo, e di cui dopo la morte non
resta che la carcassa. Il
numero di questi è fortunatamente molto ristretto e non
costituisce in
nessuna parte una scuola di gran testo; noi non abbiamo
bisogno d’insistere
sui deplorevoli effetti che deriverebbero all’ordine
sociale dalla
volgarizzazione d’una tale dottrina; ci siamo, a
quest’uopo, abbastanza estesi
nel Libro degli Spiriti (n. 147, e Conclusione, Cap.
III).
Quando abbiamo detto che il dubbio cessa negli increduli
in presenza d’una
spiegazione razionale, bisogna eccettuare i materialisti
ad ogni costo; quelli
che negano ogni potenza ed ogni principio intelligente
all’infuori della
materia; la maggior parte di essi si ostina nella sua
opinione per orgoglio, e
crede il suo amor proprio impegnato a persistervi; essi vi
persistono di fronte
a qualunque prova opposta, perché non vogliono avere il
disotto. Con quella
gente, non conviene lasciarsi abbindolare dalla maschera
di sincerità di coloro
che dicono: Fatemi vedere e crederò. Altri sono più
franchi e dicono
addirittura: Anche se vedessi, non crederei.
20
21 - La seconda classe
di materialisti è molto più numerosa (giacché il vero
materialismo è un sentimento antinaturale), e comprende quelli che lo sono
per indifferenza e si può dire per mancanza di meglio:
essi non sono tali
per proposito deliberato; anzi, non domandano che di poter
credere, giacché
l’incertezza è per loro un tormento. Vi è in essi una vaga
aspirazione verso
l’avvenire; ma quest’avvenire è stato presentato loro
sotto un aspetto che la
loro ragione non può accettare; di là il dubbio, la
incredulità. Nel loro spirito,
l’incredulità non è eretta a sistema; presentate loro
qualcosa di razionale, ed
essi la accetteranno con premura; questi possono dunque
capirci, essendo più
vicini a noi di quanto essi stessi non credano. Coi primi
non parlate né di
rivelazione, né degli angeli, né del paradiso: essi non vi
capirebbero; ma,
partendo dal loro stesso punto di vista, provate loro che
le leggi della
fisiologia sono impotenti per rendere ragione di tutto; il
resto verrà in seguito.
Tutt’altra cosa avviene quando l’incredulità non è
preconcetta, poiché allora
non vi è un’assoluta incredulità; è un germe latente
soffocato da cattive erbe,
ma che può essere animato da una scintilla; è il cieco al
quale si rende la vista,
che è lieto di vedere la luce; è il naufrago al quale si
tende la mano salvatrice.
22 - Accanto ai
materialisti propriamente detti, vi è una terza classe
d’increduli, che, quantunque spiritualisti, almeno di
nome, non sono meno
refrattari; questi sono gli increduli di cattiva
volontà. Essi sarebbero
malcontenti di dover credere, perché ciò turberebbe la
loro tranquillità nei
godimenti materiali; essi temono di vedervi la condanna
della loro ambizione,
del loro egoismo e delle vanità umane di cui si sono fatta
la loro delizia;
chiudono gli occhi per non vedere e si turano le orecchie
per non capire. Non
si può far altro che compiangerli.
23 - Una quarta
categoria la chiameremo degli increduli interessati o di
cattiva fede.
Questi sanno benissimo quale opinione dovrebbero avere sullo
spiritismo, ma palesemente lo condannano per motivi
d’interesse personale.
Di costoro non v’è niente da dire, come non v’è niente da
fare con essi. Se il
materialista puro s’inganna, ha almeno in suo favore la
scusa della buona
fede; si può farlo ravvedere provandogli il suo errore; ma
vi è qui partito
preso, contro il quale tutti gli argomenti si infrangono;
il tempo si incaricherà
di aprire loro gli occhi e di mostrare loro, forse a loro
spese, dove stavano i
loro veri interessi, giacché, non potendo impedire alla
verità di espandersi,
saranno trascinati dal torrente, e con essi tutti gli
interessi che credevano di
difendere.
21
24 - Oltre queste
diverse categorie di oppositori, vi è un’infinità di gradazioni,
fra le quali possiamo annoverare gli increduli per
pusillanimità: il
coraggio verrà loro quando vedranno che gli altri non
vengono condotti al
rogo; gli increduli per scrupolo religioso: uno
studio illuminato
insegnerà loro che lo spiritismo si appoggia sopra le basi
fondamentali della
religione, che rispetta tutte le credenze, che anzi è
efficacissimo per innestare
il sentimento religioso in quelli che non ne hanno, per
fortificarlo in quelli nei
quali è tentennante; vi sono poi gli increduli per
orgoglio, per spirito di
contraddizione, per noncuranza, per leggerezza, eccetera.
25 - Non possiamo
omettere una categoria, che chiameremo degli increduli
per inganno.
Questa categoria comprende le persone che sono passate da
una fede esagerata all’incredulità, perché furono soggette
ad errori. Da ciò
scoraggiate, hanno tutto abbandonato, tutto respinto. Esse
sono nel caso di
colui che nega la buona fede perché fu ingannato. Occorre
ancora per esse
uno studio più completo dello spiritismo ed una maggiore
esperienza. Colui
che è mistificato dagli spiriti, lo è generalmente perché
domanda loro quello
che essi non possono o non devono dire, o perché non è
abbastanza
illuminato sopra la cosa per discernere la verità
dall’impostura. Molti, d’altra
parte, non vedono nello spiritismo che un nuovo mezzo di
divinazione, e
s’immaginano che gli spiriti siano fatti per dire la buona
ventura; ora, gli
spiriti leggeri e burloni non tralasciano di divertirsi a
loro spese: così essi
annunzieranno mariti alle giovanette, onori all’ambizioso,
all’avaro eredità,
tesori nascosti ecc., e ne risultano spesso inganni molto
spiacevoli; ma l’uomo
prudente e serio sa preservarsene sempre.
26 - Una classe
numerosissima, forse la più numerosa di tutte, ma che non
potrebbe essere collocata fra gli oppositori, è quella
degli incerti. Essi sono
generalmente spiritualisti per principio; la
maggior parte di essi ha una
vaga intuizione delle idee spiritiche, un’aspirazione
verso qualche cosa che
non possono definire; difettano soltanto di ordine e di
chiarezza nei loro
pensieri; lo spiritismo è per essi come un lampo di luce,
il chiarore che dissipa
la nebbia; per cui accolgono lo spiritismo con premura,
perché li libera dalle
angosce dell’incertezza.
27 - Se noi gettiamo un
colpo d’occhio sulle diverse categorie di credenti,
troveremo innanzitutto gli spiritisti senza saperlo; questa, a dire il
vero, è una gradazione della classe precedente. Senza mai
avere sentito
parlare di dottrina spiritica, hanno il sentimento innato
dei grandi principi in
22
essa contenuti, e questo sentimento si riflette sopra
certi passi dei loro scritti
e dei loro discorsi, a tal punto che udendoli si
crederebbero completamente
iniziati. Se ne trovano numerosi esempi negli scrittori
sacri e profani, nei
poeti, negli oratori, nei moralisti, nei filosofi antichi
e moderni.
28 - Fra quelli che sono
stati convinti da uno studio immediato, si possono
distinguere:
1) Quelli che credono
puramente e semplicemente alle manifestazioni. Lo
spiritismo è per essi una semplice scienza d’osservazione,
una serie di fatti più
o meno curiosi; noi li chiameremo spiritisti
sperimentatori.
2) Quelli che nello
spiritismo vedono qualcosa oltre i fatti; ne comprendono
la parte filosofica; ne ammirano la morale, ma non la
praticano. La sua
influenza è insignificante o nulla sul loro carattere; non
cambiano niente alle
loro abitudini e non si priverebbero d’un solo godimento.
L’avaro rimane
sempre tale, l’orgoglioso sempre pieno di se stesso,
l’invidioso ed il geloso
sempre ostili; per essi la carità cristiana non è che una bella
massima; costoro
sono gli spiritisti imperfetti.
3) Quelli che non si
contentano di ammirare la morale spiritica, ma che la
praticano e ne accettano tutte le conseguenze. Convinti
che l’esistenza
terrestre sia una prova passeggera, cercano di mettere a
profitto questi istanti
così brevi per camminare nella via del progresso, che solo
può elevarli nella
gerarchia del mondo degli spiriti, sforzandosi di fare il
bene e di reprimere le
loro tendenze cattive; le loro relazioni sono sempre
sicure, poiché la loro
convinzione li allontana da ogni pensiero del male. La
carità è in ogni cosa la
regola della loro condotta; questi sono i veri spiritisti,
o meglio, gli
SPIRITISTI CRISTIANI.
4) Vi sono infine gli spiritisti
esaltati. La specie umana sarebbe perfetta se
essa non prendesse che il lato buono delle cose.
L’esagerazione è nociva in
tutto; nello spiritismo imprime una confidenza troppo
cieca e spesso puerile
alle cose del mondo invisibile, e fa accettare troppo
facilmente e senza
controllo certe cose o fatti di cui la riflessione e
l’esame dimostrerebbero
l’assurdità e la impossibilità; ma l’entusiasmo non
riflette: esso abbaglia.
Questa categoria di adepti è più nociva che utile alla
causa dello spiritismo;
sono i meno atti a convincere, giacché si diffida, e con
ragione, del loro
raziocinio; essi sono beffati senza che se ne avvedano in
alcun modo, sia dagli
spiriti mistificatori, sia dagli uomini che cercano di
sfruttare la loro credulità.
Il male non sarebbe tanto grande se essi dovessero essere
i soli a subirne le
conseguenze; ma essi danno senza volerlo, le armi agli
increduli, i quali
cercano di beffare, piuttosto che di convincersi,
addossando a tutti il ridicolo
23
meritato da alcuni. Certamente ciò non è né giusto né
razionale; ma si sa che
gli avversari dello spiritismo riconoscono soltanto la
loro ragione come di
buona lega, ed è il minimo dei loro fastidi il conoscere a
fondo quello di cui
parlano.
29 - I mezzi di
convinzione variano estremamente secondo gli individui;
quello che persuade gli uni non produce effetto sugli
altri; chi resta convinto
da qualche manifestazione materiale, chi da comunicazioni
intelligenti, il più
gran numero dal ragionamento. Noi possiamo anche dire che
i fenomeni sono
di poco peso per la maggior parte di coloro che non vi
sono preparati dal
ragionamento; più questi fenomeni sono straordinari, più
si allontanano dalle
leggi conosciute e maggiormente incontrano opposizione, e
ciò per una
ragione molto semplice, cioè perché l’uomo è portato a
dubitare per sua
natura di ogni cosa che non abbia una sanzione razionale;
ciascuno la
considera dal suo punto di vista e se la spiega alla sua
maniera: il materialista
vi vede una causa puramente fisica od un inganno:
l’ignorante ed il
superstizioso, una causa diabolica o soprannaturale;
mentre una anticipata
spiegazione ha per effetto di distruggere le idee
preconcette e di mostrare, se
non la realtà, almeno la possibilità della cosa. La si
comprende così prima
d’averla vista; ora, dal momento che la possibilità è
riconosciuta, la
convinzione è per tre quarti fatta.
30 - E’ forse utile
cercare di convincere un incredulo ostinato? Abbiamo detto
che ciò dipende dalle cause e dalla natura della sua
incredulità; spesso
l’insistenza che si mette a persuaderlo lo fanno credere
nella sua personale
importanza, il che diventa per lui un motivo per ostinarsi
di più. Colui che
non è convinto né dal ragionamento né dai fatti, deve
ancora subire la prova
dell’incredulità. Conviene lasciare alla Provvidenza la
cura di presentare a lui
circostanze favorevoli; sono abbastanza numerosi coloro
che volenterosi
cercano la luce perché si debba perdere il tempo con chi
la rigetta. Dirigetevi
dunque agli uomini di buona volontà, il cui numero è
maggiore di quello che
si creda, ed il loro esempio, moltiplicandosi, vincerà più
resistenze che le
parole. Il vero spiritista non mancherà mai di occasioni
per fare il bene in
sollievo dei cuori afflitti, recando la consolazione,
calmando i trasporti delle
disperazioni, operando riforme morali; in ciò consiste la
sua missione; colà
pure troverà la sua vera soddisfazione. Lo spiritismo è
nell’aria; si spande per
la forza delle cose, e perché rende felici quelli che lo
professano. Quando i suoi
avversari sistematici lo sentiranno rumoreggiare a sé
d’intorno, e fra i loro
stessi amici, capiranno il proprio isolamento e saranno
costretti a tacere o ad
24
arrendersi.
31 - Per procedere
nell’insegnamento dello spiritismo come si farebbe nelle
scienze ordinarie, converrebbe passare in rivista tutta la
serie dei fenomeni
che possono prodursi, incominciando dai più semplici, per
arrivare
successivamente ai più complessi; ora ciò non si può fare,
poiché sarebbe
impossibile fare un corso di spiritismo sperimentale, come
si fa un corso di
fisica o di chimica. Nelle scienze naturali si opera sulla
materia bruta che si
manipola a volontà, e si è quasi sempre sicuri di poterne
regolare gli effetti;
nello spiritismo si ha a che fare con intelligenze le
quali hanno la loro libertà,
e ci provano ad ogni momento che non sono sottomesse ai
nostri capricci;
conviene dunque osservare, aspettare i risultati,
prenderli al volo. E’ perciò
che affermiamo a chiare lettere che è un ignorante o un
impostore
chiunque si vantasse di ottenerli a volontà. Per questo motivo il vero
spiritismo non si metterà giammai in spettacolo e non
salirà mai sui
palcoscenici. Vi è persino qualcosa d’illogico nella
supposizione che gli spiriti
vengano a fare la parata ed a sottomettersi ad
un’investigazione qualunque,
come semplici oggetti di curiosità.
I fenomeni, dunque, potrebbero o mancare quando se ne
avrebbe bisogno, o
presentarsi in un ordine completamente differente da
quello che si desidera.
Aggiungiamo ancora che per ottenerli occorrono persone
dotate di facoltà
speciali, e che queste facoltà variano all’infinito
secondo l’attitudine degli
individui. Ora, essendo estremamente raro che la stessa
persona abbia tutte le
attitudini, ciò costituisce una difficoltà in più, giacché
occorrerebbe avere
sempre sottomano una vera collezione di medium, il che non
è quasi
possibile.
Il mezzo di ovviare a questo inconveniente è
semplicissimo, bisogna cioè
incominciare dalla teoria; tutti i fenomeni vi sono
passati in rivista; essi sono
spiegati, si può rendersene conto, comprenderne la
possibilità, conoscere le
condizioni nelle quali si possono produrre e gli ostacoli
ch’essi possono
incontrare; qualunque sia allora l’ordine col quale si
manifesteranno in forza
delle circostanze, non avranno più niente che possa
sorprendere.
Questa via offre ancora un altro vantaggio; quello, cioè,
di risparmiare, a chi
vuol operare, una quantità di disinganni; essendo
premunito contro le
difficoltà, può stare in guardia ed evitare di acquistare
l’esperienza a sue
spese.
Dal momento che ci occupiamo di spiritismo, ci sarebbe
difficile dire il
numero delle persone che sono venute da noi, e fra queste
quante ne abbiamo
viste restare indifferenti od incredule in presenza dei
fatti più evidenti, e che
25
furono convinte più tardi da una ragionata spiegazione;
quante altre furono
disposte alla convinzione dal ragionamento, quante altre,
infine, furono
persuase senza avere visto niente, ma unicamente perché
avevano compreso!
Noi parliamo dunque, per esperienza, la quale ci ha
dimostrato che il miglior
metodo d’insegnamento spiritico è di dirigersi alla
ragione prima di colpire gli
occhi. Questo è pure il metodo che teniamo nelle nostre
lezioni, del quale noi
non abbiamo che ad applaudirci.
32 - Lo studio
preventivo della teoria ha ancora il vantaggio di mostrare
immediatamente la grandezza dello scopo e la portata di
questa scienza;
invece, chi incomincia col vedere una tavola girare o
battere dei colpi, è più
portato alla celia, poiché difficilmente può figurarsi che
da una tavola possa
uscire una dottrina rigeneratrice dell’umanità. Noi
abbiamo sempre osservato
che coloro i quali credono prima d’aver visto, ma solo
perché hanno letto e
compreso, ben lungi dall’essere superficiali, sono al
contrario quelli che
riflettono di più. Attaccandosi più al fondo che alla
forma, per essi la parte
filosofica è la principale, ed i fenomeni propriamente
detti l’accessorio; essi
dicono: quand’anche questi fenomeni non esistessero, ne
resterebbe
comunque una accettabile filosofia, che da sola risolve
problemi rimasti finora
insolubili; che da sola dà la teoria più razionale del
passato dell’uomo e del
suo avvenire. Ora, essi preferiscono una dottrina che
spieghi, ad un’altra che
non spieghi o che spieghi male. Chiunque rifletta capisce
benissimo che si
potrebbe fare astrazione dalle manifestazioni, e che la
dottrina sussisterebbe
sempre; le manifestazioni vengono a corroborarla, a
confermarla, ma non ne
sono la base essenziale; l’osservatore serio non le
rigetta; al contrario, ma egli
attende le circostanze favorevoli che gli permettano di
esserne testimonio. La
prova di ciò che noi manifestiamo è che, prima d’avere
inteso parlare delle
manifestazioni, una quantità di persone aveva l’intuizione
di questa dottrina,
la quale non fece che dare un corpo, un assieme alle loro
idee.
33 - Sarebbe d’altra
parte inesatto dire che mancano di osservazioni pratiche
coloro che incominciano dalla teoria; essi, al contrario,
ne hanno di quelle che
ai loro occhi sono di un peso assai più grande di tutto
quanto si potrebbe
produrre in loro presenza. Questi sono i fatti di numerose
manifestazioni
spontanee, di
cui parleremo nei seguenti capitoli. Pochi sono coloro che non
ne abbiano conoscenza almeno per relazioni intese; molti
ne furono essi stessi
testimoni oculari, sebbene non vi abbiano prestato che una
mediocre
attenzione. La teoria ha per scopo di darne la
spiegazione; e noi diciamo che
questi fatti hanno un gran peso, allorché si appoggiano
sopra irrecusabili
26
testimonianze, a cui non si può supporre né preparazione
né connivenza. Se i
fenomeni provocati non esistessero, i fenomeni spontanei
sussisterebbero
egualmente, e lo spiritismo avrebbe per risultato di darne
una razionale
soluzione, e sarebbe già molto. E’ per questo, che la
maggior parte di coloro
che leggono preventivamente, riportano le loro
reminiscenze su questi fatti,
che sono per essi una conferma della teoria.
34 - Si ingannerebbe
sulla nostra maniera di considerare la questione chi
supponesse che noi consigliamo di trascurare i fatti: sono
i fatti che ci
hanno condotto alla teoria. E’ vero che abbiamo dovuto spendervi una
fatica assidua per molti anni, coadiuvata da migliaia di
osservazioni; ma
poiché i fatti ci hanno servito e ci servono giornalmente,
saremmo
inconseguenti con noi stessi contestandone l’importanza, e
soprattutto
allorché facciamo un libro destinato a farli conoscere.
Affermiamo soltanto
che senza il ragionamento essi non bastano per determinare
la convinzione; è
necessaria una spiegazione preventiva dimostrante che essi
nulla hanno di
contrario alla ragione, per disporre ad accettarli.
Difatti, su dieci persone
completamente novizie che assisteranno ad una seduta
sperimentale, fosse
anche delle più soddisfacenti dal punto di vista degli
iniziati, ve ne sono nove
che ne usciranno senza essere convinte, e qualcuna sarà
più incredula di
prima, giacché le esperienze non avranno corrisposto alla
loro aspettativa.
Ben altra cosa avverrà di quelle che potranno rendersene
conto per mezzo
d’una conoscenza teorica anticipata; per esse ciò è solo
un mezzo di controllo;
ma niente le sorprende, nemmeno l’insuccesso, giacché
sanno in quale
condizione si producono i fatti, e che non bisogna
domandare loro più di
quello che possono dare.
La comprensione anticipata dei fatti le mette dunque nella
posizione di
rendersi conto di tutte le anomalie, ed inoltre permette
loro di cogliere una
quantità di particolari, di gradazioni sovente
delicatissime, che sono per esse
mezzi di convinzione, i quali sfuggono all’osservatore
ignorante. Tali sono i
motivi che ci impegnano ad ammettere alle nostre sedute
sperimentali
soltanto quelle persone che già posseggono nozioni
preparatorie sufficienti
per capire quello che vi accade, persuasi che le altre vi
perderebbero il loro
tempo o ci farebbero perdere il nostro.
35 - Noi consigliamo
coloro che vorranno acquistare queste conoscenze
preliminari con la lettura delle nostre opere a voler
tenere l’ordine seguente:
1) Che cosa è lo Spiritismo? Questo volumetto è un’esposizione sommaria
dei principi della dottrina spiritica, un colpo d’occhio
generale che permette
27
di abbracciarne l’insieme in un quadro ristretto. In poche
parole se ne vede lo
scopo e si può giudicare della sua portata. Vi si trova
inoltre la risposta alle
principali questioni od obiezioni che sono naturalmente
disposte a fare le
persone novizie. Questa prima lettura, che richiede
soltanto poco tempo, è
un’introduzione che facilita uno studio più profondo.
2) Il Libro degli Spiriti, contiene la dottrina completa dettata dagli spiriti
stessi, con tutta la sua filosofia e tutte le sue
conseguenze morali; il destino
futuro dell’umanità vi è svelato. come pure l’iniziazione
alla natura degli
spiriti ed ai misteri della vita d’oltretomba. Leggendolo
si comprende che lo
spiritismo ha uno scopo serio, e non è un frivolo
passatempo
3) Il Libro dei Medium,
è destinato a dirigere la pratica delle
manifestazioni, con la conoscenza dei mezzi più propri per
comunicare con gli
Spiriti; esso è una guida sia per i medium, che per gli
evocatori, ed il
complemento del Libro degli Spiriti.
4)
teoriche e di pezzi staccati, i quali completano quello
che è detto nelle due
precedenti opere, essendone in qualche maniera
l’applicazione. La lettura può
esserne fatta nello stesso tempo, ma sarà più profittevole
e più intelligibile
soprattutto dopo quella del Libro degli Spiriti.
Ecco qual è il frutto delle nostre fatiche.
Quelli, poi, che tutto vorranno conoscere in una scienza,
debbono
necessariamente leggere tutto ciò che si è scritto in
proposito, od almeno le
cose principali, e non limitarsi ad un solo autore; essi
debbono leggere il pro
ed il contro, tanto le critiche quanto le apologie,
iniziarsi ai differenti sistemi
onde poter giudicare facendo i dovuti raffronti.
Sotto questo aspetto noi non preconizziamo né critichiamo
nessuna opera,
non volendo influenzare per nulla l’opinione che ognuno se
ne potrebbe
formare; portando la nostra pietra all’edificio, ci
collochiamo nelle righe:, non
è nostro compito d’essere insieme giudice e parte, e non
abbiamo la ridicola
pretesa d’essere i soli dispensatori della luce; sta al
lettore giudicare la parte
del buono e del cattivo, del vero e del falso.
28
4 - SISTEMI
36 - Quando gli strani
fenomeni dello spiritismo incominciarono a prodursi,
o per meglio dire, si sono rinnovati in questi ultimi
tempi, il primo sentimento
che hanno suscitato fu quello del dubbio circa la stessa
loro realtà, ed ancora
più sulle loro cause. Allorché furono accertati da
testimonianze irrecusabili e
dalle esperienze che ciascuno poté fare, successe che
ognuno li interpretò alla
sua maniera, secondo le sue idee personali, le sue
credenze o le sue
prevenzioni; d’onde molti sistemi che una più attenta
osservazione doveva
ridurre al loro giusto valore.
Gli avversari dello spiritismo credettero di trovare un
argomento in questa
divergenza d’opinioni, dicendo che gli stessi spiritisti
non sono d’accordo fra
loro. Questa era una ragione ben misera, se si riflette
che i passi di ogni
scienza nascente sono necessariamente incerti, sino a
tanto che il tempo abbia
permesso di riunire e di coordinare i fatti che possono
stabilire decisamente
l’opinione; a mano a mano che i fatti si completano e sono
meglio osservati, le
idee premature si cancellano, e si stabilisce l’unità,
almeno sui punti
fondamentali, se non in tutti i particolari. Ciò avvenne
anche per lo
spiritismo; poiché non poteva sfuggire alla legge comune,
e doveva anzi, per la
sua stessa natura, prestarsi alla diversità
d’interpretazione più che qualsiasi
altra cosa. Si può anche aggiungere che sotto questo
aspetto lo spiritismo
progredì più rapidamente di altre scienze che lo
precedettero; la medicina,
per esempio, che ancora divide i più grandi scienziati.
37 - Nell’ordine
metodico, per seguire l’ordine progressivo delle idee,
conviene collocare in testa quelli che si possono chiamare
sistemi di
negazione, vale
a dire quelli degli avversari dello spiritismo. Noi abbiamo
confutato le loro obiezioni nell’Introduzione e nella
conclusione del Il Libro
degli Spiriti, come
pure nella piccola opera intitolata: Che cosa è lo
Spiritismo? Sarebbe
superfluo ora di ritornarvi sopra; ci limiteremo a
richiamare in due parole i motivi sopra i quali essi si
fondano.
I fenomeni spiritici sono di due tipi: gli effetti fisici
e gli effetti intelligenti.
Non ammettendo i negatori l’esistenza degli spiriti per la
ragione che niente
ammettono all’infuori della materia, si capisce che
neghino gli effetti
intelligenti. Quanto agli effetti fisici, essi li
commentano dal loro punto di
vista, ed i loro argomenti possono riassumersi nei quattro
sistemi seguenti.
29
38 - Sistema del ciarlatanesimo. Molti degli antagonisti attribuiscono al
raggiro questi effetti spiritici, per la ragione che
qualcuno di essi poté essere
imitato. Questa supposizione trasformerebbe tutti gli
spiritisti in tanti
ingannati e tutti i medium in imbroglioni, senza riguardo
per la posizione, il
carattere, il sapere e l’onorabilità delle persone. Se
essa meritasse una
risposta, noi diremmo che certi fenomeni fisici sono pure
imitati dai
prestidigitatori, e che ciò nulla prova contro la vera
scienza. Vi sono d’altra
parte, persone il cui carattere è superiore ad ogni
sospetto di frode, e
converrebbe essere sprovvisti dei precetti elementari
dell’educazione e di ogni
urbanità, per osare di dire loro in faccia che esse sono
complici di
ciarlatanesimo. In una riunione privata rispettabilissima,
un signore,
sedicente ben educato, essendosi permesso una riflessione
di questa natura, la
padrona di casa gli disse: “Signore, giacché voi non siete
contento, vi si
renderà il vostro denaro alla porta”; e con un gesto gli
fece comprendere ciò
che egli aveva oramai di meglio a fare. Ma con tutto
questo vogliamo noi
asserire che giammai si commisero abusi? Bisognerebbe, per
crederlo,
ammettere che gli uomini siano perfetti. Si abusa di
tutto, anche delle cose più
sante, perché non si abuserebbe dello spiritismo? Ma il
cattivo uso che si può
fare d’una cosa, non può pregiudicare in niente la cosa
stessa; il controllo, che
si può avere sulla buona fede delle persone, sta nei
motivi che le fanno agire.
Ove non esista speculazione, il ciarlatanesimo nulla ha a
che fare.
39 - Sistema della follia. Vi è chi, per condiscendenza, concede di scartare
il sospetto di trucchi, e pretende che coloro i quali non
ingannano gli altri
siano essi stessi ingannati: il che vuol dire, che essi
sono imbecilli. Quando
gl’increduli si esprimono con minor riguardo, dicono
semplicemente che si
pecca di follia, attribuendosi così liberamente il
privilegio del buon senso.
Questo poi è il grande argomento di coloro che non hanno
buone ragioni da
opporre. Del resto, questo metodo d’opposizione è
diventato ridicolo a forza
di volgarità e non merita che si perda il tempo a
confutarlo. Gli spiritisti,
d’altronde, non se ne preoccupano affatto: essi prendono
bravamente il loro
partito, e si consolano pensando che hanno per compagni di
sventura
abbastanza persone, il cui merito non potrebbe essere
contestato. Infatti,
bisogna convenire che questa follia, se realmente esiste
follia, ha un carattere
ben singolare, se essa colpisce di preferenza le classi
illuminate, fra le quali
sinora lo spiritismo conta l’immensa maggioranza dei suoi
adepti. Se qualche
eccentricità s’incontra sulla quantità, queste non provano
niente contro la
dottrina spiritica, nella stessa maniera che i pazzi religiosi
non provano niente
contro la religione, i pazzi melomani contro la musica, ed
i pazzi matematici
contro le matematiche stesse. Tutte le idee hanno sempre
trovato dei fanatici
30
esagerati, e converrebbe essere d’un raziocinio ben
ottuso, per confondere
l’esagerazione d’una cosa con la cosa stessa. Noi
rimandiamo del resto chi
volesse avere più ampie spiegazioni su questo soggetto, al
nostro volumetto
Che cosa è lo Spiritismo? oppure al Libro degli Spiriti (Introduzione,
XV).
40 - Sistema dell’allucinazione. Un’altra opinione, meno offensiva per il
motivo che ha un piccolo colore scientifico, consiste nel
considerare i
fenomeni d’illusioni dei sensi; così l’osservatore sarà in
buona fede, ma egli
crederà di vedere ciò che in realtà non vede. Così, quando
vede una tavola
sollevarsi e mantenersi nello spazio senza punto
d’appoggio, la tavola in realtà
non si sarebbe mossa dal suo posto; egli la vede in aria
per l’effetto d’una
specie di miraggio o per effetto di rifrazione, come
quello che fa vedere un
astro, od un oggetto nell’acqua fuori della sua reale
posizione. Veramente ciò
potrebbe anche essere possibile, ma quelli che furono
testimoni di questo
fenomeno, hanno potuto constatare l’isolamento passando
sotto la tavola
sospesa, il che sarebbe difficile se non avesse
abbandonato il suolo. D’altra
parte, più volte capitò il caso che la tavola si ruppe
cadendo: diranno dunque
ancora che questo è un effetto d’ottica?
Una causa fisiologica ben conosciuta può, senza dubbio,
fare sì, che uno creda
di veder girare una cosa la quale, in realtà, sta ferma, o
che creda di girare egli
stesso quando invece resta immobile: ma allorché molte
persone che stanno
attorno ad una tavola sono trascinate da un movimento così
rapido che
durano fatica a seguirlo, e che alcune sono qualche volta
gettate a terra, si
potrà forse ancora affermare che tutte sono prese da
vertigine come l’ubriaco,
il quale crede di veder passare la sua casa innanzi a sé?
41 - Sistema dello scricchiolio muscolare. D’altra parte, se le cose
potessero anche essere in questi termini per la vista, non
potrebbero più
esserlo per l’udito, giacché quando dei colpi battuti sono
intesi da tutta una
assemblea non si possono ragionevolmente attribuire ad una
illusione.
Scartiamo, beninteso, ogni idea di frode, e supponiamo che
un’attenta
osservazione abbia constatato che i suddetti colpi non
sono dovuti ad alcuna
causa fortuita o materiale. E’ vero, che un sapiente
medico ne diede una
perentoria spiegazione (1).
(1) Il signor Jobert (de Lamballe). – Per essere giusti si
deve dire che questa
scoperta è dovuta al signor Schiff; il signor Jobert ne
svolse le conseguenze
all’Accademia di medicina per dare il colpo di grazia agli
spiriti picchiatori
31
(frappeurs). Se ne troveranno tutti i particolari nella
Revue Spirite del
giugno 1859.
“La causa” egli dice “consiste nelle contrazioni
volontarie od involontarie del
tendine del muscolo corto-peroneo”. Egli entra in
proposito nei particolari
anatomici più completi, onde dimostrare per quale
meccanismo questo
tendine può produrre tali rumori, imitare le batterie del
tamburo ed anche
eseguire sonatine con ritmo; da ciò, egli conchiude che
sono vittime d’una
mistificazione o di un’illusione tutti coloro che credono
di sentire battere dei
colpi in una tavola, Il fatto non è nuovo in se stesso;
sfortunatamente per
l’autore di questa pretesa scoperta, la teoria non può
rendere ragione di tutti i
casi. Diremo in primo luogo che coloro i quali godono
della singolare facoltà
di far schiacciare a volontà il loro muscolo corto-peroneo,
o qualunque altro, e
di picchiare delle arie con questo mezzo, sono soggetti
eccezionali; mentre
comunissima è la facoltà di far picchiare le tavole, e fra
quelli che posseggono
quest’ultima facoltà, ve ne sono pochissimi che hanno
l’uso della prima.
In secondo luogo, il sapiente dottore ha dimenticato di
spiegare come lo
scricchiolio del muscolo d’una persona immobile ed isolata
dalla tavola possa
produrvi vibrazioni sensibili al tatto; come questo rumore
possa ripercuotersi
a volontà dagli assistenti nelle differenti parti della
tavola, negli altri mobili,
contro i muri, nel soffitto, ecc.; come, infine, l’azione
di questo muscolo possa
estendersi ad una tavola che non si tocca e farla muovere.
Questa spiegazione,
del resto, se tale può chiamarsi, non infirmerebbe che il
fenomeno dei colpi
battuti, ma non può comprendere tutti gli altri modi di
comunicazione.
Concludiamo che egli diede un giudizio senza aver veduto,
o senza aver tutto
visto e ben visto.
E’ cosa da rimpiangere che uomini di scienza abbiano la
smania di dare, su
quello che non conoscono, spiegazioni che i fatti possono
smentire. Il loro
sapere stesso dovrebbe renderli tanto più circospetti nei
loro giudizi quanto
più quello discosta da essi i limiti dell’ignoto.
42 - Sistema delle cause fisiche. Usciamo ora dal sistema della negazione
assoluta. La realtà dei fenomeni essendo accertata, il
primo pensiero, che è
venuto naturalmente allo spirito di quelli che li hanno
riconosciuti, fu di
attribuire i movimenti al magnetismo, all’elettricità, od
all’azione d’un fluido
qualunque; in una parola, ad una causa esclusivamente
fisica e materiale.
Questa opinione non aveva in sé nulla di irrazionale, ed
avrebbe prevalso se il
fenomeno si fosse limitato ad effetti puramente meccanici.
Una circostanza,
per di più, sembrava corroborarla e questa era, in certi
casi, l’aumento della
32
potenza in ragione del numero delle persone; ognuna di
esse poteva essere
considerata come uno degli elementi d’una pila elettrica
umana. Ciò che
caratterizza una teoria vera è, come abbiamo già detto, di
poter dare ragione
di tutto; ma se un solo fatto viene a contraddirla, ciò
accade perché è falsa,
incompleta o troppo assoluta. Ora ciò è proprio quanto
accadde in questa
circostanza. Questi movimenti e questi colpi diedero dei
segni intelligenti,
obbedendo alla volontà e rispondendo al pensiero; essi
dovevano dunque
avere una causa intelligente. Dal momento che l’effetto
cessava di essere
puramente fisico, la causa doveva, in conseguenza, avere
un’altra sorgente;
infatti, il sistema dell’azione esclusiva d’un
agente materiale fu
abbandonato, e non si ritrova che presso quelli che
giudicano a priori e
senza aver veduto. Il punto essenziale è dunque di
constatare l’azione
intelligente; di questo può convincersi chiunque voglia darsi
la pena
d’osservare.
43 - Sistema del riflesso. Riconosciuta l’azione intelligente, restava da
scoprire qual era la sorgente di questa intelligenza. Si
pensò che potesse
essere quella del medium o degli astanti, la quale si
rifletteva come la luce ed i
raggi sonori. Ciò era possibile: solo l’esperienza poteva
dire l’ultima parola.
Ma osserviamo, prima di tutto, che questo sistema si
discosta già
completamente dall’idea puramente materialista; affinché
l’intelligenza degli
astanti potesse riprodursi per via indiretta, bisognava
ammettere nell’uomo
un principio all’infuori dell’organismo. Se il pensiero
espresso fosse sempre
stato quello degli assistenti, la teoria della riflessione
sarebbe stata
confermata; ora il fenomeno, anche ridotto a questa proporzione,
non sarebbe
stato comunque del più alto interesse? Il pensiero che si
ripercuote in un
corpo inerte e si traduce nel movimento e nel rumore, non
sarebbe cosa assai
degna di nota? Non v’era forse argomento da interessare la
curiosità degli
scienziati? Perché, dunque, lo hanno disprezzato, proprio
essi che si
arrabattano nella ricerca di una fibra nervosa?
L’esperienza sola, diciamo noi,
poteva dare torto o ragione a questa teoria, e
l’esperienza le diede torto,
poiché essa dimostra ad ogni istante, e con i fatti più
positivi, che il pensiero
espresso può essere non solo estraneo a quello degli
astanti, ma che sovente
gli è del tutto contrario: che egli viene a contraddire
tutte le idee preconcette,
sventare tutte le previsioni; infatti, quando io penso
bianco e mi è risposto
nero, mi è difficile credere che la risposta venga da me.
Taluno cerca di
appoggiarsi su qualche caso d’identità fra il pensiero
espresso e quello degli
assistenti; ma che cosa prova ciò? Prova soltanto che gli
assistenti possono
pensare come l’intelligenza che si comunica. Non è detto
che essi debbano
sempre essere dell’opinione contraria. Allorché, nella
conversazione,
33
l’interlocutore emette un pensiero analogo al vostro,
direte per questo che tale
pensiero viene da voi? Basta qualche esempio contrario ben
constatato, per
provare che questa teoria non può essere assoluta. E poi,
come spiegare col
riflesso del pensiero la scrittura prodotta da persone che
non sanno scrivere,
le risposte della più alta portata filosofica ottenute da
persone illetterate,
quelle che sono date a domande mentali o poste in una
lingua sconosciuta al
medium, e mille altri fatti che non possono lasciare alcun
dubbio sopra
l’indipendenza dell’intelligenza che si manifesta?
L’opinione contraria può
provenire soltanto da una mancanza di osservazione.
Se poi la presenza d’una intelligenza estranea è provata
moralmente per la
natura della risposta, lo è materialmente anche per il
fatto della scrittura
diretta; vale a dire della scrittura ottenuta
spontaneamente, senza penna né
lapis, senza contatto e nonostante tutte le precauzioni
prese per garantirsi da
ogni sotterfugio. Il carattere intelligente del fenomeno
non potrebbe essere
posto in dubbio; dunque vi è qualche altra cosa oltre ad
un’azione fluidica.
Inoltre, la spontaneità del pensiero espresso all’infuori
di ogni aspettazione e
di ogni questione proposta, non permette di vedervi un
riflesso di quello degli
assistenti.
Il sistema del riflesso è assai scortese in certi casi;
quando, in una riunione di
persone oneste, sopraggiunge inopinatamente una di quelle
comunicazioni
ributtanti per la loro grossolanità, sarebbe fare un
brutto complimento agli
astanti col pretendere che queste provengano da qualcuno
di loro, ed è
probabile che ognuno si darebbe premura di ripudiarle. (Si
legga in proposito
Il Libro degli Spiriti, Introduzione, XVI).
44 - Sistema dell’anima collettiva. E’ una variante del precedente.
Secondo questo sistema, solo l’anima del medium si
manifesta; ma essa
s’identifica con quella di molti altri viventi presenti od
assenti, e forma un
tutto collettivo che
riunisce le attitudini, l’intelligenza e le cognizioni di
ognuno. Quantunque l’operetta dove questa teoria è
esposta, sia intitolata la
Luce, essa ci sembra
d’uno stile troppo oscuro; confessiamo di averla poco
capita e ne parliamo soltanto per menzionarla. Essa è,
d’altra parte, come
molte altre, un’opinione individuale che ha fatto pochi
proseliti. Il nome di
Emah Tirpsé è preso
dall’autore per indicare l’essere collettivo che egli
rappresenta. Egli prende per epigrafe: Nulla vi è di
nascosto che non
debba essere conosciuto.
Questa proposizione è evidentemente falsa,
giacché vi è una quantità di cose che l’uomo non può e non
deve sapere;
sarebbe ben presuntuoso colui che pretendesse di penetrare
tutti i segreti di
Dio.
34
45 - Sistema sonnambolico. Questo sistema ebbe un numero maggiore di
sostenitori, e ne conta parecchi ancora oggi. Come il
precedente, esso
ammette che tutte le comunicazioni intelligenti abbiano la
loro sorgente
nell’anima o spirito del medium, ma per spiegare la sua
attitudine nel trattare
soggetti che esulano fuori delle sue cognizioni, invece di
supporre in lui
un’anima multipla, attribuisce quest’attitudine ad una
sovraeccitazione
momentanea delle facoltà mentali, ad una sorta di stato
sonnambolico od
estatico, che esalta e sviluppa la sua intelligenza. Non
si può negare, in certi
casi, l’influenza di questa causa; ma basta aver veduto
operare la maggior
parte dei medium per convincersi che essa non può
risolvere tutti i fatti, e che
forma l’eccezione e non la regola. Si potrebbe credere a
questa ipotesi se il
medium avesse sempre l’aria d’un ispirato o d’un estatico,
apparenza che egli
potrebbe, d’altra parte, perfettamente simulare se volesse
recitare la
commedia; ma come credere all’ispirazione, quando il
medium scrive come
una macchina, senza avere la minima coscienza di quello
che ottiene, senza la
minima emozione, senza occuparsi di quello che fa, e
mentre il suo sguardo è
altrove, e ride e parla di cose diverse? Si capisce la
sovraeccitazione delle idee,
ma non si capisce come questa possa far scrivere colui che
non sa scrivere; ed
ancora meno quando le comunicazioni sono trasmesse con dei
colpi battuti o
per mezzo d’una tavoletta o d’un canestrino. Vedremo nel
seguito di
quest’opera la parte che conviene attribuire all’influenza
delle idee del
medium; ma i fatti, ove l’intelligenza estranea si rivela
con segni
incontestabili, sono tanto numerosi ed evidenti, che non
possono lasciare
dubbio a questo riguardo. Il torto della maggior parte dei
sistemi, sorti
all’origine dello spiritismo, è quello di aver tirato
delle conclusioni generali da
qualche fatto isolato.
46 - Sistema pessimista, diabolico o demoniaco. Entriamo qui in un
altro ordine di idee: l’intervento di un’intelligenza
straniera. Una volta
constatato, si trattava di sapere quale fosse la natura di
questa intelligenza. Il
mezzo più semplice era senza dubbio quello di
domandarglielo; ma alcuni non
hanno trovato in ciò una sufficiente garanzia, ed hanno
voluto vedere in tutte
le manifestazioni un’opera diabolica: secondo essi, solo
il diavolo o i demoni
possono comunicare con il nostro mondo. Quantunque questo
sistema trovi
oggi un’eco assai ristretta, vi fu peraltro un momento in
cui godette di un
certo credito, per il carattere stesso di quelli che hanno
cercato di farlo
prevalere. Tuttavia, noi faremo osservare che i
sostenitori del sistema
demoniaco non devono essere messi fra gli avversari dello
spiritismo; al
contrario. Siano demoni od angeli gli esseri che comunicano,
sono pur sempre
35
esseri incorporei; ciò vuol dire che si ammette la
possibilità di comunicare col
mondo invisibile, od almeno con una parte di questo mondo.
La credenza nella comunicazione esclusiva dei demoni, per
quanto irrazionale
essa sia, poteva non sembrare impossibile quando gli
spiriti erano ritenuti
esseri creati all’infuori dell’umanità; ma poiché si
conosce che gli spiriti sono
né più né meno che le anime di quelli che vissero, essa ha
perduto tutto il suo
prestigio e si può dire ogni idea di verosimiglianza;
giacché ne seguirebbe che
tutte queste anime sono demoni, quando anche fossero
quelle d’un padre,
d’un figlio o d’un amico, e che noi stessi, morendo,
diventiamo demoni;
dottrina poco lusinghiera e poco consolante per molta gente.
Sarà ben difficile
di persuadere una madre che il suo figlio estinto, tanto
amato, e che viene
dopo morto a darle prove del suo affetto e della sua
identità sia un ministro
del diavolo. E’ pur vero che fra gli spiriti ve ne sono di
pessimi, i quali non
valgono meglio di quelli che si chiamano demoni, per una
ragione molto
semplice, cioè che vi sono uomini molto cattivi, che la
morte non rende
immediatamente migliori. La questione ora è di sapere se
questi siano i soli
che possano comunicare. A quelli che lo pensano, noi
rivolgeremo le seguenti
questioni:
1) Vi sono spiriti
buoni e spiriti cattivi?
2) Dio è più potente
dei cattivi spiriti, o dei demoni, se così volete chiamarli?
3) Affermare che i
soli cattivi comunicano, equivale a dire che i buoni non lo
possono; se così è, di due cose l’una: ciò ha luogo per la
volontà o contro la
volontà di Dio. Se è contro
sono più potenti di Lui; e se succede per Sua volontà,
perché, nella Sua bontà,
non lo permetterebbe ai buoni per controbilanciare
l’influenza degli altri?
4) Quale prova potete
voi dare dell’impotenza dei buoni spiriti a comunicare?
5) Allorché vi si
oppone la sapienza di certe comunicazioni, voi rispondete che
il demonio assume tutte le maschere per meglio sedurre.
Noi sappiamo infatti
che vi sono spiriti ipocriti, i quali danno al loro
linguaggio una falsa vernice di
sapienza; ma ammettete voi che l’ignoranza possa
contraffare il vero sapere,
ed una cattiva natura contraffare la vera virtù senza lasciar
trapelare niente
che possa svelarne la frode?
6) Se è il demonio
solo che comunica, poiché egli è il nemico di Dio e degli
uomini, perché raccomanda dunque di pregare Dio, di
sottomettersi alla sua
volontà, di subire senza mormorare le tribolazioni della
vita, di non ambire né
gli onori, né le ricchezze, di praticare la carità e tutte
le massime di Cristo; in
una parola, di fare tutto ciò che è necessario per
distruggere il suo impero? Se
il diavolo è capace di dare simili consigli, bisogna
convenire che, per quanto
36
furbo egli sia, si dimostrerebbe ben inetto col fornire le
armi contro se stesso
(1).
(1) Questa questione fu trattata nel Libro degli Spiriti
(n. 128 sgg.), ma
raccomandiamo su questo soggetto, come per tutto ciò che
riguarda la parte
religiosa, il libro intitolato: Lettre d’un catholique sur
le spiritisme, del dott.
Grand.
7) Poiché gli spiriti
comunicano, è perché Dio lo permette; ma vedendo le
buone e le cattive comunicazioni, non è forse più logico
pensare che Dio
permette le seconde per metterci alla prova, e le prime
per consigliarci il
bene?
8) Che cosa pensereste
voi d’un padre che lasciasse suo figlio in balia degli
esempi e dei consigli perniciosi, e che allontanasse da
lui e gli interdicesse di
vedere le persone che potessero stornarlo dal male? Come
mai si può pensare
che Dio, la bontà per eccellenza, possa fare meno di
quello che farebbe un
buon padre, anzi ancora meno di quello che farebbe un uomo
soltanto
mediocre?
9)
di altri santi, nelle apparizioni, visioni, comunicazioni
orali, ecc.; questa
credenza non è contraddittoria alla dottrina delle
comunicazioni esclusive dei
demoni?
Noi crediamo che certe persone hanno professato questa
teoria in buona fede,
ma crediamo pure che molte altre lo hanno fatto unicamente
per distogliere
dall’occuparsi di queste cose, a causa delle cattive
comunicazioni che si
possono ricevere; e dicendo che è solo il diavolo che si
manifesta, esse hanno
voluto spaventare, più o meno come quando si dice ad un
ragazzo: Non
toccare questa cosa perché ti scotta.
L’intenzione può essere lodevole, ma lo scopo è mancato;
giacché la sola
proibizione eccita la curiosità, e la paura del diavolo
trattiene ben poca gente:
si vuol vederlo, non fosse altro che per guardare come
egli è fatto, e si resta
poi meravigliati di non trovarlo tanto nero come lo si era
immaginato.
Non vi sarebbe poi un altro motivo sotto questa teoria
esclusiva del diavolo?
Vi sono delle persone che mettono dalla parte del torto
tutti coloro che non
condividono la loro opinione; ora, quelli che pretendono
che tutte le
comunicazioni siano l’opera del demonio, non sarebbero
forse mossi dalla
paura di non trovare gli spiriti d’accordo con essi su
tutti i punti, e
specialmente su quelli che riguardano gli interessi di
questo mondo più che
37
quelli dell’altro? Non potendo negare i fatti, essi
vollero presentarli in un
modo spaventevole; ma questo mezzo non fece maggior
effetto degli altri. Ove
è impotente la paura del ridicolo, conviene rassegnarsi a
lasciar passare le
cose.
Il musulmano che udisse uno spirito parlare contro certe
leggi del Corano,
penserebbe certo che fosse un cattivo spirito; lo stesso
succederebbe ad un
ebreo per ciò che riguarda certe pratiche della legge di
Mosè. Fra i cattolici,
poi, noi ne abbiamo inteso uno affermare che lo spirito
comunicante doveva
essere il diavolo, giacché si era permesso di pensare
diversamente da lui sul
potere temporale, quantunque non avesse predicato altro
che la carità, la
tolleranza, l’amore del prossimo, e la rinuncia alle cose
di questo mondo, tutte
massime insegnate dal Cristo.
Poiché gli spiriti sono né più né meno che le anime degli
uomini, i quali non
sono perfetti, ne risulta che vi sono pure degli spiriti
imperfetti, il cui
carattere si riflette nelle loro comunicazioni.
E’ cosa incontestabile che ve ne sono di cattivi, di
astuti, di profondamente
ipocriti, contro i quali giova tenersi in guardia; ma è
forse giusto fuggire tutta
la società, perché in questa s’incontrano uomini perversi?
Dio ci diede la
ragione ed il giudizio per apprezzare tanto gli spiriti
quanto gli uomini. Il
miglior mezzo per premunirsi contro gli inconvenienti che
può presentare la
pratica dello spiritismo, non sta nell’interdirlo, ma nel
farlo capire bene.
Un’immaginaria paura impressiona soltanto per il momento e
non si attacca a
tutti; la realtà, invece, chiaramente dimostrata, è intesa
da tutti.
47 - Sistema ottimista. Accanto
a quelli che in questi fenomeni vedono
soltanto l’azione del demonio, si trovano altri che
scorgono unicamente quella
dei buoni spiriti: essi suppongono che l’anima, essendo
sciolta dalla materia,
nessun velo più la ottenebri, e credono che debba
possedere la scienza
sovrana e la sovrana saggezza. La loro cieca fiducia in
questa assoluta
superiorità degli esseri del mondo invisibile, fu per
molti la sorgente di molte
disillusioni; essi impararono a loro spese a diffidare di
certi spiriti, nello
stesso modo che si impara a diffidare di certi uomini.
48 - Sistema antispiritico o monospiritico. Una varietà del sistema
ottimista consiste nella credenza che un solo spirito si
comunichi agli uomini,
e che questo spirito è il Cristo, che è il protettore
della terra.
Quando si vedono comunicazioni della più bassa trivialità,
di una rivoltante
grossolanità, improntate di malevolenza e di cattiveria,
sarebbe una
38
profanazione ed una empietà il supporre che esse possano
emanare dallo
Spirito del bene per eccellenza. Sarebbe concepibile
l’illusione di questi tali, se
essi avessero avuto soltanto comunicazioni irreprensibili;
ma la maggior parte
confessa di averne avute di pessime: spiegano ciò dicendo
che il buono spirito
fa loro subire una prova, col dettare comunicazioni
assurde. Così, mentre gli
uni attribuiscono tutte le comunicazioni al diavolo, il
quale può dire delle
buone cose per tentarli, altri pensano che Gesù solo si
manifesti, e che può
dire cose cattive per metterli alla prova. Fra queste due
opinioni così contrarie
chi deciderà? Il buon senso o l’esperienza? Diciamo l’esperienza,
giacché
crediamo impossibile che abbiano tutto visto, e tutto ben
visto, coloro che
professano idee così esclusive. Quando si fanno osservare
loro i fatti di
identità, che attestano la presenza dei parenti, amici o
conoscenti, per mezzo
delle comunicazioni scritte, visive od altre, rispondono
che è sempre lo stesso
Spirito, il diavolo secondo certuni, il Cristo secondo
altri, che prende tutte le
forme; ma non ci dicono perché gli altri spiriti non
possano comunicare, per
quale scopo lo Spirito di Verità verrebbe ad ingannarci,
presentandosi sotto
false apparenze, onde ingannare, per esempio, una povera
madre, facendosi
credere il figlio che ella rimpiange.
La ragione si rifiuta dì ammettere che lo Spirito Santo
per eccellenza si
abbassi a recitare una simile commedia. D’altronde, il
negare la possibilità di
ogni altra comunicazione, non è forse il togliere allo
spiritismo ciò che egli ha
di più soave, cioè la consolazione degli afflitti? Diciamo
semplicemente che un
tale sistema è irrazionale e non può reggere ad un serio
esame.
49 - Sistema multispiritico o polispiritico. Tutti i sistemi che abbiamo
passato in rivista, senza eccettuare quelli negativi,
poggiano su alcune
osservazioni, ma incomplete o male interpretate. Se una
casa è rossa da una
parte e bianca dall’altra, colui che l’avrà vista da un
lato solo, affermerà che
essa è rossa, un altro che è bianca: avranno tutti e due
ragione e torto; ma
colui che avrà vista la casa da tutte le parti dirà che
essa è bianca e rossa, e
sarà il solo che affermi la verità. La stessa cosa è per
ciò che riguarda
l’opinione che ci formiamo intorno allo spiritismo: può
essere vera sotto certi
aspetti, e falsa quando si vuole generalizzare ciò che è
parziale, cioè quando si
prende per regola ciò che è soltanto eccezione, e per il
tutto ciò che è solo una
parte.
Appunto per questo diciamo che chiunque voglia studiare
seriamente questa
scienza, deve vedere molto e lungamente; il tempo solo gli
permetterà di
cogliere i particolari, di rilevare le delicate sfumature,
d’osservare una
moltitudine di fatti caratteristici, i quali saranno per
lui lampi di luce; ma se si
39
arresta alla superficie, si espone ad esprimere un
giudizio prematuro e per
conseguenza erroneo. Ecco le conseguenze generali che
furono dedotte da una
completa osservazione, e che formano ora la credenza, si
può dire, della
universalità degli spiritisti, giacché i sistemi
restrittivi sono ridotti ad opinioni
isolate.
1) I fenomeni
spiritici sono prodotti da intelligenze extracorporali, dette
spiriti.
2) Gli spiriti
costituiscono il mondo invisibile; sono dappertutto; gli spazi ne
sono popolati all’infinito; ve ne sono continuamente
attorno a noi, quelli con i
quali siamo in contatto.
3) Gli spiriti
agiscono continuamente sul mondo fisico e sul mondo morale, e
sono una delle potenze della natura.
4) Gli spiriti non
sono esseri a parte nella creazione; sono invece le anime di
coloro che già vissero sopra la terra od in altri mondi, e
che deposero il loro
involucro corporeo; dal che deriva che le anime degli
uomini sono spiriti
incarnati, e che morendo noi diventiamo spiriti.
5) Vi sono spiriti di
ogni grado di bontà e di malizia, di sapere e d’ignoranza.
6) Essi sono tutti
soggetti alla legge di progresso e tutti possono arrivare alla
perfezione; ma poiché hanno il loro libero arbitrio, così
vi arrivano in un
tempo più o meno lungo, secondo i loro sforzi e la loro
volontà.
7) Essi sono felici od
infelici secondo il bene od il male da essi fatto durante la
vita ed il grado d’avanzamento al quale sono giunti. La
felicità perfetta e senza
mescolanza è retaggio soltanto degli spiriti che hanno
raggiunto il supremo
grado di perfezione.
8) Tutti gli spiriti,
in date circostanze, possono manifestarsi agli uomini; il
numero di quelli che possono comunicare è indefinito.
9) Gli spiriti
comunicano per mezzo dei medium, che servono loro da
strumenti e da interpreti.
10) La superiorità o
l’inferiorità degli spiriti si riconosce dal loro linguaggio: i
buoni consigliano soltanto il bene e dicono soltanto cose
buone, e in essi tutto
attesta l’elevazione; i cattivi ingannano, ed ogni loro
parola porta l’impronta
dell’imperfezione e dell’ignoranza.
I differenti gradi che percorrono gli spiriti sono
indicati nella Scala Spiritica
(Il Libro degli Spiriti, Libro II, Cap. 1, n. 100 e
seguenti). Lo studio di questa
classificazione è indispensabile per apprezzare la natura
degli spiriti che si
manifestano, le loro buone o cattive qualità.
40
50 - Sistema dell’anima materiale. Questo sistema consiste unicamente
in una particolare opinione circa la natura intima
dell’anima. Secondo questa
opinione, l’anima ed il perispirito non sarebbero due cose
distinte, o, per
meglio dire, il perispirito sarebbe esso stesso l’anima,
che si va depurando
gradualmente nelle diverse trasmigrazioni, come l’alcool
si depura con le
diverse distillazioni; mentre la dottrina spiritica
considera il perispirito
soltanto come l’involucro fluidico dell’anima o dello
spirito. Il perispirito
essendo una materia, quantunque molto eterea, l’anima
sarebbe così un’altra
natura materiale, più o meno essenziale secondo il grado
della sua
depurazione.
Questo sistema non contrasta alcuno dei principi
fondamentali della dottrina
spiritica, giacché non cambia nulla al destino dell’anima;
le condizioni della
sua futura felicità sono sempre le stesse; l’anima ed il
perispirito formando un
tutto, sotto il nome di spirito, come il germe ed il
perisperma ne formano uno
sotto il nome di frutto, tutta la questione si riduce a
considerare il tutto come
omogeneo invece di considerarlo formato di due parti
distinte.
Come si vede, ciò non conduce ad alcuna conseguenza, e noi
non ne avremmo
parlato, se non avessimo incontrato delle persone portate
a vedere una nuova
scuola in ciò che in fondo non è che una semplice
interpretazione di parole.
Quest’opinione, ristrettissima del resto, anche se fosse
più generale non
costituirebbe tra gli spiritisti una scissione più
rilevante di quella che è per i
fisici la questione delle due teorie dell’emissione o
dell’ondulazione della luce.
Coloro che volessero fare una divisione per una così
puerile questione,
proverebbero per questo solo che essi attribuiscono più
importanza
all’accessorio che alla cosa principale, e che sono spinti
alla disunione da
spiriti, che non possono essere buoni, giacché i buoni
spiriti non ispirano
giammai l’asprezza e la zizzania; perciò, noi invitiamo
tutti i veri spiritisti a
stare in guardia contro tali suggestioni, e a non
annettere a certi particolari
più importanza di quello che meritano: l’essenziale è il
fondo.
Cionondimeno, crediamo di dover dire alcune parole su
quello che forma
l’opinione di coloro i quali considerano l’anima ed il
perispirito come due cose
distinte. Quest’opinione è fondata sull’insegnamento degli
spiriti che non
variarono mai su questo punto; parliamo degli spiriti
illuminati, giacché fra
gli spiriti ve ne sono di quelli forniti d’istruzione
eguale od anche inferiore
all’umana, mentre poi la teoria contraria è una concezione
del tutto umana.
Noi non abbiamo né inventato, né supposto il
perispirito per
spiegarne i fenomeni; la sua esistenza ci fu rivelata
dagli spiriti, e
l’osservazione ce lo ha confermata (Il Libro degli
Spiriti, n. 93). Essa si basa
41
ancora sullo studio delle sensazioni negli spiriti (Il
Libro degli Spiriti, n. 257)
e soprattutto sul fenomeno delle apparizioni tangibili che
implicherebbe,
secondo l’altra opinione, la solidificazione e la
disgregazione delle parti
costituenti l’anima, e in conseguenza la sua
disorganizzazione.
Converrebbe inoltre ammettere che questa materia, la quale
può cadere sotto
i nostri sensi, è essa stessa il principio intelligente,
il che non è più razionale
di quello che sia il confondere il corpo con l’anima, o
l’abito col corpo. Quanto
alla natura intima dell’anima, essa ci è sconosciuta.
Allorché si dice che è immateriale, bisogna
intendere la cosa nel senso
relativo e non in quello assoluto, poiché l’immaterialità
assoluta sarebbe il
nulla; ora l’anima o lo spirito è qualche cosa; vogliamo
dire che la sua essenza
è talmente superiore, che non ha alcuna analogia con ciò
che noi chiamiamo
materia, per cui ai nostri occhi essa è immateriale (Il
Libro degli Spiriti, nn.
23 e 82).
51 - Ecco la risposta
data da uno spirito a questo proposito:
“Quello che da qualcuno è denominato perispirito non è
altra cosa se non ciò
che viene da altri chiamato involucro materiale fluidico.
Dirò, per farmi capire
in maniera più logica, che questo fluido è la
perfettibilità dei sensi,
l’estensione della vista e delle idee; parlo qui degli
spiriti elevati. Quanto agli
spiriti inferiori, i fluidi terrestri sono ancora
compiutamente inerenti ad essi;
dunque è materia come voi vedete: di qui le sofferenze
della fame, del freddo,
ecc., sofferenze che non possono colpire gli spiriti
superiori, poiché i fluidi
terrestri sono purificati attorno al loro pensiero, vale a
dire attorno all’anima
loro. L’anima per il suo progresso ha sempre bisogno di un
agente; l’anima
senza agente non è niente per voi, o, per meglio dire, non
può essere da voi
concepita.
“Il perispirito, per noi spiriti erranti, è l’agente col
quale comunichiamo con
voi, sia indirettamente per mezzo del vostro corpo, o del
vostro perispirito, sia
direttamente con la vostra anima; di qui le infinite
gradazioni di medium e di
comunicazioni.
“Ora rimane il punto di vista scientifico, vale a dire
l’essenza stessa del
perispirito; e questo è un altro affare. Cercate di capire
prima di tutto
moralmente: dopo non ci rimane altro che una discussione
sulla natura dei
fluidi, il che è per il momento inesplicabile.
“La scienza non è ancora a quest’altezza, ma vi giungerà,
se vorrà camminare
con lo spiritismo. Il perispirito può variare e cambiare
all’infinito; l’anima è il
pensiero. Essa non cambia di natura; sotto questo
rapporto, non andrete più
42
lontano: è un punto che non può essere spiegato. Credete
forse che io non
cerchi come voi? Voi cercate il perispirito, noi ora
cerchiamo l’anima.
Aspettate dunque”.
(LAMENNAIS).
Così, se gli spiriti che si possono considerare avanzati
non hanno potuto
ancora indagare la natura dell’anima, come mai potremmo
farlo noi stessi?
Sarebbe dunque un gettare via il proprio tempo qualora si
volesse scrutare il
principio delle cose, le quali, come è stato detto nel
Libro degli Spiriti (nn. 17 e
49) stanno nei segreti
di Dio. Pretendere di scavare, con l’aiuto dello
spiritismo, ciò che non è ancora competenza dell’umanità,
è come il volere
stornarlo dal suo vero scopo, imitando il bambino che
volesse saperne quanto
un vecchio.
L’essenziale è che l’uomo faccia volgere lo spiritismo al
suo miglioramento
morale; il soprappiù è soltanto una curiosità sterile e
spesse volte orgogliosa,
la cui soddisfazione non gli farà fare alcun passo in
avanti; il solo mezzo di
avanzare, è di diventare migliore.
Gli spiriti che dettarono il libro che porta il loro nome,
provarono la loro
saggezza, restringendosi, per quanto riguarda il principio
delle cose, nei limiti
che Dio non permette di oltrepassare, lasciando agli
spiriti sistematici e
presuntuosi la responsabilità delle teorie anticipate ed
erronee, più seducenti
che solide, e che cadranno un giorno davanti alla ragione,
come tante altre
uscite dai cervelli umani. Essi ci dissero solo quel tanto
che è necessario per
far comprendere all’uomo l’avvenire che lo aspetta, e
incoraggiarlo, con
questo, al Bene (vedi Parte Seconda, Cap. 1,
Azione degli spiriti sulla
materia).
43
PARTE SECONDA - MANIFESTAZIONI SPIRITICHE
1 - AZIONE DEGLI SPIRITI SULLA MATERIA
52 - Eliminata
l’opinione materialista come condannata dai fatti e dalla
ragione, tutto si riassume nel sapere se l’anima, dopo la
morte, può
manifestarsi ai vivi. La questione ridotta così alla sua
più semplice
espressione, si trova singolarmente semplificata. E prima
di tutto si potrebbe
domandare, perché esseri intelligenti, che vivono in certo
qual modo nel
nostro ambiente, quantunque per loro natura invisibili,
non potrebbero
attestare la loro presenza in una maniera qualunque? La
semplice ragione
dice che a ciò nulla vi è di assolutamente impossibile, ed
è già qualche cosa.
Questa credenza ha, d’altra parte, l’assenso di tutti i
popoli, poiché la si
ritrova dappertutto ed in tutte le epoche; ora,
un’intuizione non potrebbe
essere tanto generale, né sopravvivere ai tempi, senza
riposare su qualche
cosa. Essa è inoltre sanzionata dalla testimonianza dei
libri sacri e dei Padri
della Chiesa, e ci vollero lo scetticismo ed il
materialismo del nostro secolo per
relegarla fra le idee superstiziose; se noi siamo
nell’errore, lo sono pure queste
autorità.
Ma tali considerazioni sono soltanto morali. Una causa ha
soprattutto
contribuito a rafforzare il dubbio, in un’epoca così
positiva come la nostra, in
cui si tiene a rendersi conto di tutto, in cui si vuole
sapere il perché ed il come
d’ogni cosa, e questa è l’ignoranza della natura degli
spiriti ed i mezzi con i
quali possono manifestarsi. Una volta acquistata questa
conoscenza il fatto
delle manifestazioni non ha più niente di sorprendente e
rientra nell’ordine
dei fatti naturali
53 - L’idea che ci
formiamo degli spiriti rende, a tutta prima incomprensibile
il fenomeno delle manifestazioni. Queste manifestazioni
possono aver luogo
soltanto per l’azione dello spirito sulla materia; è per
questo che coloro i quali
credono che lo spirito è l’assenza di ogni materia, si
domandano, con qualche
apparenza di ragione, come mai può esso agire
materialmente. Ora, ecco
l’errore: poiché lo spirito non è un’astrazione, bensì un
essere definito,
limitato, circoscritto. Lo spirito incarnato nel corpo
costituisce l’anima:
allorché lo lascia, al giungere della morte, non ne esce
spoglio di qualunque
inviluppo. Tutti ci dicono che conservano la forma umana,
e infatti, allorché ci
44
appaiono, è sempre sotto il sembiante che già conoscevamo.
Osserviamoli attentamente al momento in cui lascialo la
vita: tutto è confuso
intorno a loro perché sono in uno stato di turbamento;
essi vedono il loro
corpo sano o mutilato secondo il genere di morte che hanno
subito; d’altra
parte, si vedono e si sentono vivere: e qualche cosa dice
loro che questo corpo
appartiene a loro, e non possono capacitarsi di esserne
separati. Continuano a
vedersi sotto la loro forma primitiva, e questa vista
produce in qualcuno,
durante un certo tempo, una singolare illusione, cioè
quella di credersi ancora
vivi: ed è necessario che acquistino l’esperienza del loro
nuovo stato, per
convincersi della sua realtà. Dissipato questo primo
momento di turbamento,
il corpo diventa per essi un vecchio abito di cui si sono
spogliati e che non
rimpiangono: si sentono più leggeri e come sbarazzati di
un carico: non
provano più dolori fisici, e sono tutti felici di potersi
elevare, percorrere lo
spazio, come avevano già avuto occasione di fare molte
volte nei loro sogni
(1).
(1) Se il lettore vuol ricordare tutto ciò che abbiamo
detto nel Libro degli
Spiriti sui sogni e sullo stato dello spirito durante il
sonno (numeri 400 e
418), egli capirà che simili sogni comuni a tutti, nei
quali pare di essere
trasportati quasi volando attraverso lo spazio, non sono
altro che un ricordo
della sensazione provata dallo spirito allorché, durante
il sonno, esso aveva
abbandonato momentaneamente il suo corpo materiale. Non
portando seco
il corpo fluidico, o perispirito, quello cioè che egli
conserverà dopo la morte.
Questi sogni possono dunque darci un’idea dello stato
dello spirito quando
sarà liberato dalle pastoie che lo trattengono sulla
terra.
Tuttavia, malgrado l’assenza del corpo, essi constatano la
loro personalità;
essi hanno una forma, ma una forma che non ha peso, né
l’imbarazza. Hanno
infine la coscienza del loro io e della loro
individualità. Che cosa dobbiamo
concludere? Che l’anima non lascia tutto nella tomba, che qualcosa
si porta
con sé.
54 - Numerose
osservazioni e fatti irrecusabili, di cui avremo a parlare più
tardi, condussero a questa conseguenza; cioè, che vi sono
nell’uomo tre cose:
1) l’anima o spirito,
principio intelligente, nel quale risiede il senso morale;
2) il corpo, involucro
grossolano, materiale, di cui egli è provvisoriamente
rivestito per il compimento di certi scopi provvidenziali;
45
3) il perispirito,
involucro fluidico, semi materiale, che serve di legame fra
l’anima ed il corpo.
La morte e la distruzione, o meglio, la disgregazione
dell’involucro
grossolano, di quello cioè che viene abbandonato
dall’anima; l’altro si scioglie
da quest’ultimo involucro e segue l’anima, che a questo
modo si trova sempre
in possesso di un involucro. Questo, poi, benché fluidico,
etereo, vaporoso,
invisibile per noi nel suo stato normale, è sempre
materia, quantunque sino
ad ora non abbiamo potuto ancora rendercene padroni al
punto di
sottometterla all’analisi.
Dunque, questo secondo involucro dell’anima, o perispirito,
esiste anche
durante la vita corporale; esso è l’intermediario di tutte
le sensazioni che
percepisce lo spirito, quello per mezzo del quale lo
spirito trasmette
all’esterno la sua volontà ed agisce sugli organi. Per
servirci d’un paragone
materiale, egli è il filo elettrico conduttore, che serve
a ricevere e a trasmettere
il pensiero; esso è infine l’agente misterioso,
impalpabile, designato con il
nome di fluido nervoso, il quale ha una parte così
importante nell’economia e
di cui non si tiene abbastanza conto nei fenomeni
fisiologici e patologici. La
medicina, considerando unicamente l’elemento materiale
ponderabile, si
priva, nell’apprezzamento dei fatti, d’una causa
incessante d’azione. Ma non è
qui il luogo di esaminare tale questione: faremo solamente
osservare che la
conoscenza del perispirito è la chiave d’una quantità di
problemi finora
inesplicati.
Il perispirito non è già una di quelle ipotesi a cui si è
qualche volta ricorsi
nella scienza, per la spiegazione d’un fatto: la sua
esistenza fu rivelata non
solo dagli spiriti, ma è un risultato d’osservazioni, come
avremo occasione di
dimostrare. Intanto, per non anticipare sui fatti che noi
dovremo riportare, ci
limitiamo a dire che, sia durante la sua unione col corpo,
sia dopo la sua
separazione, l’anima non va mai disgiunta dal suo
perispirito.
55 - Si dice che lo
spirito è una fiamma, una scintilla: ciò si deve intendere per
lo spirito propriamente detto, come principio intellettuale
e morale, al quale
non si saprebbe attribuire una determinata forma; ma, a
qualunque grado egli
si trovi, è sempre rivestito d’un involucro o perispirito,
la cui natura si eterizza
a misura che egli si purifica e si eleva nella gerarchia;
in maniera che, per noi,
l’idea di forma è inseparabile da quella di spirito, e non
possiamo concepire
l’una senza l’altro. Il perispirito, dunque, forma parte
integrante dello spirito,
come il corpo fa parte integrante dell’uomo; ma il
perispirito da solo non è
maggiormente spirito di quello che il corpo da solo sia
l’uomo, giacché il
perispirito non pensa: esso è per lo spirito quello che il
corpo è per l’uomo,
46
cioè l’agente o lo strumento della sua azione.
56 - La forma del
perispirito è la forma umana, ed allorché egli ci appare,
riveste generalmente quella che aveva durante la vita
terrena. Si potrebbe
credere, dietro quest’ultimo fatto, che il perispirito,
sciolto da tutte le parti del
corpo, si modelli in certa qual maniera su questo e ne
conservi l’impronta; ma
non sembra questa la versione precisa.
La forma umana, con qualche gradazione di particolari, e
salve le
modificazioni organiche richieste dall’ambiente nel quale
l’essere è chiamato
a vivere, si ritrova presso gli abitanti di tutti i globi;
ciò, almeno, al dire degli
spiriti. E’ anche la forma di tutti gli spiriti non
incarnati e che hanno il solo
perispirito. E’ quella sotto la quale in ogni tempo si
rappresentarono gli angeli
o puri spiriti; dal che dobbiamo concludere che la forma
umana è la forma di
tutti gli esseri umani, a qualunque grado appartengano. Ma
la materia sottile
del perispirito non ha né la tenacità, né la rigidità
della materia compatta del
corpo: essa è, se ci è lecito così esprimerci, flessibile
ed espansibile. Ecco
perché la forma che essa prende, quantunque modellata su
quella del corpo,
non è assoluta: essa si piega alla volontà dello spirito,
che può darle
apparenza a suo piacimento, mentre invece l’involucro
solido vi opponeva una
insuperabile resistenza.
Sbarazzato da quest’ostacolo che lo comprimeva, il
perispirito si estende o si
restringe, si trasforma; in una parola, si presta a tutte
le metamorfosi,
secondo la volontà che agisce su di lui. E’ appunto
mediante questa proprietà
del suo involucro fluidico che lo spirito, il quale
desidera farsi riconoscere,
quando ciò gli sia necessario, può prendere non solo
l’aspetto esatto che aveva
durante la vita terrena, ma ancora quello dei segni
corporali che possono
servire di riconoscimento.
Gli spiriti, come si vede da ciò, sono dunque esseri
simili a noi, che formano
intorno a noi una completa popolazione invisibile nello
stato normale.
Abbiamo detto nello stato normale, perché, come vedremo in
seguito, questa
invisibilità non è assoluta.
57 - Ma ritorniamo alla
natura del perispirito, perché ciò è essenziale per la
spiegazione che ne dovremo dare. Abbiamo detto che,
quantunque fluidico,
esso è una specie di materia, e questo risulta dal fatto
delle apparizioni
tangibili, circa le quali ci intratterremo più tardi.
Sotto l’influenza di certi
medium, si videro apparire mani dotate di tutte le
proprietà delle mani
viventi, che ne avevano il calore, che si potevano
toccare, che offrivano la
47
resistenza d’un corpo solido, che vi stringevano, e che
tutto in una volta
svanivano come un’ombra. L’azione intelligente di queste
mani, che
obbediscono evidentemente ad una volontà eseguendo certi
movimenti, e
persino suonando pezzi musicali sopra uno strumento, prova
che esse sono la
parte visibile d’un essere intelligente ed invisibile. La
loro tangibilità, la loro
temperatura, in una parola, l’impressione che fanno sui
sensi (se ne videro,
infatti, di quelle che lasciarono la loro impronta sopra
la pelle, che diedero
colpi dolorosi, o che carezzarono delicatamente), provano che esse sono di
una materia qualunque. La loro sparizione istantanea
prova, inoltre, che
questa materia è eminentemente sottile e si comporta come
certe sostanze che
possono alternativamente passare dallo stato solido allo
stato fluidico, e
viceversa.
58 - La natura intima
dello spirito propriamente detto, vale a dire dell’essere
pensante, ci è interamente sconosciuta; esso si rivela a
noi soltanto per i suoi
atti, ed i suoi atti non possono colpire i nostri sensi
materiali, se non con il
mezzo di un intermediario materiale. Lo spirito ha,
dunque, bisogno di
materia per agire sopra la materia. Esso ha per strumento
diretto il suo
perispirito, come l’uomo ha il suo corpo; ora il suo
perispirito è materia, come
abbiamo già detto. Esso ha in seguito, come agente
intermediario, il fluido
universale, specie di veicolo sul quale agisce come noi
facciamo con l’aria per
produrre certi effetti con l’aiuto della dilatazione,
della compressione, della
propulsione o delle vibrazioni.
Considerata in questo modo, l’azione dello spirito sulla
materia si capisce
facilmente; ed allora si capisce che tutti gli effetti che
ne risultano rientrano
nell’ordine dei fatti naturali, e nulla hanno di
meraviglioso. Sono apparsi
soprannaturali soltanto perché non se ne conosceva la
causa; conosciuta
questa, il meraviglioso scompare, e questa causa si vede
tutta intera nelle
proprietà semi materiale del perispirito. E’ questo un
nuovo ordine di fatti che
una legge per noi nuova viene a spiegare, e di cui nessuno
fra qualche tempo
si farà più meraviglia.
59 - Ci si domanderà
forse come può accadere che lo spirito, con il semplice
aiuto d’una materia tanto sottile, possa agire su corpi
pesanti e compatti,
sollevare tavoli, ecc... Non abbiamo noi forse, sotto i
nostri occhi, analoghi
esempi? Non è forse nei gas più rarefatti, nei fluidi
imponderabili, che
l’industria trova i suoi motori più possenti? Quando si
vede l’aria abbattere
case, il vapore trascinarsi dietro masse enormi, la
polvere gassificata sollevare
delle rocce, l’elettricità rompere alberi e bucare muri,
non si può trovare tanto
48
strano l’ammettere che lo spirito, con l’aiuto del suo
perispirito, possa
sollevare una tavola, quando soprattutto si conosce che
questo perispirito può
diventare visibile, tangibile e comportarsi come un corpo
solido.
49
2 - MANIFESTAZIONI FISICHE - TAVOLE GIRANTI
60 - Si dà il nome di
manifestazioni fisiche a quelle che si producono con
effetti sensibili, come i rumori, il movimento e lo
spostamento dei corpi solidi.
Alcune sono spontanee, vale a dire indipendenti da ogni
volontà; le altre
possono essere provocate. Per prima cosa, parleremo di
queste ultime.
L’effetto più semplice, anzi uno dei primi che fu
osservato, consiste nel
movimento circolare impresso ad una tavola. Questo effetto
si produce
egualmente sopra tutti gli altri oggetti; ma essendo sulla
tavola che si fecero
maggiori esercizi, come oggetto più comodo, il nome di Tavole
Giranti
prevalse per la designazione di questo genere di fenomeni.
Quando diciamo che tale effetto è uno dei primi che siano stati
osservati,
vogliamo riferirci a questi ultimi tempi, poiché è ben
certo che ogni genere di
manifestazione fu conosciuto fin dai tempi più remoti, e
non poté essere
diversamente, dal momento che questi effetti, essendo
naturali, dovettero
prodursi in ogni epoca. Tertulliano parla in termini
espliciti delle tavole
giranti e parlanti.
Questo fenomeno alimentò durante qualche tempo la
curiosità dei salotti,
quindi fu abbandonato per noia, onde passare ad altre
distrazioni, essendo
esso tenuto semplicemente come soggetto di distrazione.
Due cause
contribuirono all’abbandono delle tavole giranti: la moda,
per le genti frivole,
che consacrano raramente due inverni allo stesso
divertimento, e che ne
consacrarono, per prodigio, tre o quattro al suddetto
fenomeno. Per le
persone gravi ed osservatrici ne uscì invece qualcosa di
serio che prevalse; e se
trascurarono poi le tavole giranti, fu perché si sono
occupate delle
conseguenze ben più importanti nei loro risultati: esse
lasciarono l’alfabeto
per la scienza. Ecco tutto il segreto di questo apparente
abbandono, su cui gli
scettici fanno tanto rumore.
Comunque sia, le tavole giranti restano sempre come punto
di partenza della
dottrina spiritica, ed a questo titolo dobbiamo loro
alcuni schiarimenti, tanto
più che presentando i fenomeni nella loro più grande
semplicità, lo studio
delle cause ne sarà reso più facile; ed una volta
stabilita la teoria, avremo la
chiave degli effetti più complicati.
61 - Perché si produca
il fenomeno, è necessario l’intervento di una o più
persone dotate di un’attitudine speciale e che vengono
designate con il nome
di medium. Il numero di coloro che vi cooperano è
invece indifferente, se
50
non fosse per il fatto che nella quantità si può trovare
qualche medium
sconosciuto. Quanto a coloro che sono del tutto privi di
medianità, la loro
presenza è senza risultato alcuno e forse più nociva che
utile, per la
disposizione di spirito che sovente vi apportano.
I medium godono, sotto questo aspetto, di una potenza più
o meno grande, e
producono in conseguenza effetti più o meno pronunciati;
spesso un
individuo, medium potente, produrrà da solo più che venti
altri riuniti:
basterà ch’egli posi la mano sulla tavola, perché questa
si muova all’istante, si
drizzi, si rovesci, faccia dei salti o giri con violenza.
62 - Non vi è alcun
indizio della facoltà medianica; l’esperienza sola può farla
riconoscere. Allorché in una riunione si vuol provare,
conviene sedersi
semplicemente attorno ad una tavola, e posarvi sopra il
palmo della mano,
senza pressione, né tensione muscolare.
Agli inizi, allorché si ignoravano le cause del fenomeno,
si erano indicate
molte precauzioni riconosciute in seguito assolutamente
inutili: tale sarebbe,
per esempio, l’alternarsi dei sessi; il contatto dei diti
mignoli di differenti
individui, in maniera da formare una catena non
interrotta. Quest’ultima
precauzione parve necessaria allorché si credeva
all’azione di una sorta di
corrente elettrica: ma l’esperienza ne dimostrò in seguito
l’inutilità. La sola
prescrizione che sia rigorosamente obbligatoria è il
raccoglimento, un
assoluto silenzio e soprattutto la pazienza, se l’effetto
si fa aspettare. Può darsi
che esso si produca in qualche minuto, come può anche
ritardare una
mezz’ora o un’ora; ciò dipende dalla potenza medianica di
coloro che vi
partecipano.
63 - Diciamo ancora che
la forma della tavola, la sostanza di cui è fatta, la
presenza di metalli, della seta nelle vesti degli astanti,
i giorni, le ore,
l’oscurità o la luce, ecc., sono altrettanto indifferenti
che la pioggia ed il bel
tempo. Soltanto il volume della tavola ha una certa
importanza, ma solamente
nel caso in cui la potenza medianica fosse insufficiente
per vincere la
resistenza; nel caso contrario, una sola persona, un
fanciullo, può far sollevare
una tavola di 100 chili quando, in condizioni meno
favorevoli, dodici persone
non farebbero muovere il più piccolo tavolinetto ad un sol
piede.
Stando così le cose, allorché l’effetto comincia a
manifestarsi, si sente
abbastanza generalmente un piccolo scricchiolio nella
tavola; poi si sente
come un fremito, che è il preludio del movimento. La
tavola sembra fare degli
sforzi per districarsi, poi incomincia il movimento di
rotazione; questo si
51
accelera talvolta al punto di acquistare una tale rapidità
che gli astanti hanno
grande difficoltà a seguirlo. Una volta stabilito il
movimento, si può anche
restare distanti dalla tavola, ed essa continua tuttavia a
muoversi in sensi
diversi, senza contatto.
In altre circostanze la tavola si solleva, ora su un
piede, ora su un altro; poi
riprende dolcemente la sua posizione naturale. Altre volte
essa si bilancia
imitando il movimento del beccheggio e del rullio di una
nave.
Altre volte, infine, ma per ciò è necessaria una potenza
medianica
considerevole, essa si distacca interamente dal suolo, e
si mantiene in
equilibrio nello spazio, senza punto d’appoggio,
sollevandosi talvolta anche
sino al soffitto, in modo che, volendo, le si può passare
sotto; poi ridiscende
lentamente, bilanciandosi come farebbe un foglio di carta,
ovvero cade
violentemente e si spezza; il che prova, in maniera
evidente, che non si è
ingannati da un’illusione ottica.
64 - Un altro fenomeno,
che si produce spessissimo secondo la natura del
medium, è quello dei colpi battuti nell’interno stesso del
legno, senza alcun
movimento della tavola. Questi colpi, alcune volte
debolissimi, altre volte
assai forti, si fanno intendere egualmente negli altri
mobili dell’appartamento,
contro le porte, i muri ed il soffitto. A questo fenomeno
torneremo fra breve.
Quando essi hanno luogo nella tavola, vi producono una
vibrazione, che si
può benissimo apprezzare con le dita e distinguere
soprattutto quando vi si
applichi l’orecchio.
52
3 - MANIFESTAZIONI INTELLIGENTI
65 - In tutto ciò che
abbiamo sinora osservato, niente vi è di certo che riveli
un’intelligenza occulta, e questi effetti potrebbero
perfettamente spiegarsi con
l’azione di una corrente magnetica od elettrica o con
quella d’un fluido
qualunque. Tale fu infatti la prima spiegazione che si
diede a questi fenomeni,
e che poteva con ragione passare per logicissima. Essa
avrebbe senza dubbio
prevalso, se altri fatti non fossero venuti a dimostrarne
l’insufficienza; questi
fatti sono le prove d’intelligenza che tali fenomeni hanno
dato; ora, siccome
ogni effetto intelligente deve avere una causa
intelligente, era evidente che,
anche ammettendo un’azione di elettricità o di qualsiasi
altro fluido, vi
s’immischiava un’altra causa. Qual era essa? Qual era
quest’intelligenza? Ecco
ciò che le successive osservazioni hanno fatto conoscere.
66 - Affinché una
manifestazione sia intelligente, non è necessario che sia
eloquente, spiritosa o sapiente; basta che essa provi un
atto libero e
volontario, il quale esprima un’intenzione o risponda ad
un pensiero.
Certamente, quando si vede una banderuola agitata dal
vento, si è certi che
essa obbedisce soltanto ad una impulsione meccanica: ma
qualora si
riconosca nei movimenti della banderuola dei segni
intenzionali, se ella
girasse a destra od a sinistra, presto o con lentezza al
comando, bisognerebbe
per forza ammettere, non che la banderuola sia
intelligente, ma che essa
obbedisca ad un’intelligenza. Ecco ciò che avvenne
riguardo al tavolo.
67 - Abbiamo veduto il
tavolo muoversi, sollevarsi, battere dei colpi, sotto
l’influenza di uno o più medium. Il primo effetto
intelligente che fu osservato
è stato quello di vedere questi movimenti obbedire al
comando; così, senza
cambiare di posto, la tavola si sollevava alternativamente
sopra il piede
designato; poi, ricadendo, batteva un determinato numero
di colpi,
rispondendo ad una interrogazione. Altre volte, la tavola,
senza il contatto di
alcuno, passeggiava sola nella camera, andando a destra, a
sinistra, avanti o
indietro, eseguendo movimenti diversi dietro l’ordine
degli astanti. E’ però
evidente che noi eliminiamo ogni supposizione di frode, e
che ammettiamo la
perfetta lealtà degli astanti, attestata dalla loro
onorabilità e dal loro
disinteresse perfetto. Parleremo più tardi dei soprusi,
contro i quali è cosa
prudente tenersi in guardia.
53
68 - Con il mezzo dei
colpi battuti, e soprattutto dei colpi intimi, di cui
abbiamo or ora parlato, si ottengono effetti ancor più
intelligenti, come
l’imitazione di diverse maniere di battere il tamburo, di
esplosioni, di colpi
d’arma da fuoco, e persino delle cannonate; poi lo stridor
della sega, i colpi di
martello, il ritmo delle differenti arie, ecc... Questo
era, come si può
comprendere, un vasto campo aperto all’esplorazione. Si
disse che essendovi
una intelligenza occulta, essa doveva rispondere alle
domande; ed essa
rispose infatti col sì e con il no, per mezzo d’un numero
di colpi convenzionali.
Essendo però queste risposte insignificanti, si ebbe
l’idea di far segnare le
lettere dell’alfabeto e di comporre così delle parole e
delle frasi.
69 - Questi fatti,
rinnovati a volontà da migliaia di persone ed in tutti i paesi,
non potevano lasciare dubbio sulla natura intelligente
delle manifestazioni.
Sorse allora un nuovo dubbio, secondo il quale questa
intelligenza non
sarebbe altro che quella del medium, o dell’interrogante,
od anche quella degli
astanti. La difficoltà era di spiegare, come questa
intelligenza potesse
riflettersi nella tavola e tradursi per mezzo di colpi;
essendo accertato che
questi colpi non erano battuti dal medium, essi lo erano
dunque dal pensiero.
Ora, il pensiero che batte dei colpi, era un fenomeno più
prodigioso ancora di
tutti quelli di cui si era stati testimoni. L’esperienza
non tardò a dimostrare
l’inammissibilità di questa opinione. Infatti, le risposte
si trovavano assai
spesso in opposizione formale con il pensiero degli
astanti, all’infuori della
portata intellettuale del medium, e persino in lingue da
lui ignorate, od
esprimendo fatti sconosciuti a tutti. Gli esempi sono così
numerosi, che è
impossibile non ne sia stato molte volte testimonio
chiunque si sia occupato
di comunicazioni spiritiche. Citeremo un fatto solo come
ci fu riportato da un
testimonio oculare.
70 - Su una nave della
marina imperiale francese, di stazione nei mari della
Cina, tutto l’equipaggio, dal marinaio allo stato
maggiore, si occupava di far
parlare le tavole. Si ebbe l’idea d’evocare lo spirito
d’un luogotenente dello
stesso vascello, morto da due anni. Egli venne, e dopo
diverse comunicazioni,
che stupirono tutti, disse le seguenti parole: “Io vi
prego caldamente di far
pagare al capitano la somma di... (qui indicava la
cifra) che io gli debbo e che
rimpiango di non aver potuto rimborsargli prima della mia
morte”. Nessuno
conosceva il fatto; il capitano stesso aveva dimenticato
questo credito, assai
minimo, del resto; ma, cercando fra i suoi conti, egli vi
trovò la memoria del
debito del luogotenente, la cui cifra corrispondeva
esattamente a quella
indicata. Noi ci chiediamo di qual pensiero questa
indicazione potesse essere
54
il riflesso.
71 - Si perfezionò
l’arte di comunicare con colpi alfabetici, ma il mezzo era
sempre lunghissimo; ciò nonostante, si ottennero
comunicazioni d’una certa
estensione, come pure interessanti comunicazioni circa il
mondo degli spiriti.
Questi spiriti indicarono altri mezzi; ed a loro soltanto
si deve il mezzo delle
comunicazioni scritte.
Le prime comunicazioni di questo genere ebbero luogo
adattando un lapis al
piede di una tavoletta leggera, posata sopra un foglio di
carta. La tavoletta,
mossa dall’influenza del medium, si mise a tracciare
caratteri, poi parole, poi
frasi. Si semplificò successivamente questo mezzo
servendosi di piccole tavole
grandi come la mano fatte appositamente; poi dei canestri,
delle scatole di
cartone ed infine delle semplici assicelle. La scrittura
era così corrente, rapida
e facile, come se fosse stata fatta con la mano, ma si
riconobbe più tardi, che
tutti questi oggetti non erano, in ultima analisi, che
appendici, veri portalapis
di cui si poteva fare a meno, tenendo da sé stesso il
lapis. E la mano,
trascinata da un movimento involontario, scriveva sotto
l’impulso ricevuto
dallo spirito, e senza il concorso della volontà, né del
pensiero del medium.
Da quel punto, le comunicazioni d’oltretomba non ebbero
limiti più ristretti
di quelli che la corrispondenza abituale tra i viventi.
Ritorneremo sopra questi
differenti mezzi che spiegheremo particolarmente ed
estesamente; li abbiamo
rapidamente abbozzati per mostrare la successione dei
fatti che ci condussero
a constatare, in questi fenomeni, l’intervento
d’intelligenze occulte, altrimenti
dette spiriti.
55
4 - TEORIA DELLE MANIFESTAZIONI FISICHE
Movimenti e sollevamenti - Colpi - Aumento e diminuzione
del
peso dei corpi.
72 - Essendo stata
dimostrata l’esistenza degli spiriti dal ragionamento e dai
fatti, come pure la loro possibilità di agire sulla
materia, si tratta ora di
conoscere come si svolge questa loro azione e come essi ne
usino per far
muovere le tavole e gli altri corpi inerti. Un pensiero si
presenta naturalmente
alla mente, ed è lo stesso che anche noi abbiamo avuto; ma
questo pensiero
essendo stato combattuto dagli spiriti che ci hanno data
una spiegazione
completamente differente da quella che noi ci aspettavamo,
si può ritenere
questo fatto come prova certa che la loro teoria era
diversa dalla nostra
opinione. Ora, questo primo pensiero ognuno potrebbe
averlo avuto come
noi; in quanto alla teoria degli spiriti, non crediamo che
sia mai venuta in
mente ad alcuno. Si riconoscerà senza fatica quanto essa
sia superiore alla
nostra, quantunque meno semplice, poiché ci dà la
soluzione di una quantità
di altri fatti che non trovavano una soddisfacente
spiegazione.
73 - Dal momento che si
conosce la natura degli spiriti, la loro forma umana,
le proprietà semi materiali del perispirito, l’azione
meccanica che esso può
avere sulla materia (perché nei fatti di apparizione si
sono viste delle mani
fluidiche ed anche tangibili impadronirsi di oggetti e
trasportarli), era cosa
naturale credere che lo spirito si servisse semplicemente
delle sue mani per
far girare la tavola, e che la sollevasse nello spazio a
forza di braccia. Ma
allora, che necessità ci sarebbe di avere un medium? Lo
spirito non può egli
agire da solo? Infatti, il medium posa spesso le mani in
senso contrario al
movimento, od anche non le posa affatto, e pertanto non
può evidentemente
secondare lo spirito con un’azione muscolare qualunque.
Noi lasceremo
prima di tutto parlare gli spiriti che abbiamo a questo
scopo interrogati.
74 - Le risposte
seguenti ci furono date dallo spirito di San Luigi; esse furono
poi confermate da molte altre.
1) Il
fluido universale è un’emanazione della Divinità?
“No”.
56
2) E’ una
creazione della Divinità?
“Tutto è creato, eccetto Dio”.
3) Il
fluido universale è nello stesso tempo l’elemento universale?
“Sì, esso è il principio elementare d’ogni cosa”.
4) Ha
qualche rapporto con il fluido elettrico, di cui conosciamo gli effetti?
“E’ il suo elemento”.
5) Quale è
lo stato nel quale il fluido universale si presenta a noi nella sua
più grande semplicità?
“Per trovarlo nella sua assoluta semplicità, converrebbe
rimontare sino ai puri
spiriti; nel vostro mondo egli è sempre più o meno
modificato per formare la
materia compatta che vi attornia; tuttavia voi potete
dire, che lo stato il quale
maggiormente si approssima a questa semplicità è quello
del fluido che voi
chiamate fluido magnetico animale”.
6) E’
stato detto che il fluido universale è la sorgente della vita; è forse anche
la sorgente dell’intelligenza?
“No; questo fluido anima soltanto la materia”.
7) Poiché
è questo il fluido che compone il perispirito, non sembra che esso vi
si trovi in una specie di condensazione che lo approssima
fino ad un certo
punto alla materia propriamente detta?
“Fino ad un certo punto è come voi dite, poiché esso non
ne ha tutte le
proprietà; esso è più o meno condensato secondo i mondi”.
8) Come
può uno spirito operare il movimento d’un corpo solido?
“Egli combina una parte del fluido universale con il
fluido che si svolge dal
medium appropriato a questo effetto”.
9) Gli
spiriti sollevano la tavola con l’aiuto delle loro membra in qualche
maniera solidificate?
“In questa risposta non troverete ancora quello che voi
desiderate. Allorché
una tavola si muove sotto le vostre mani, lo spirito
evocato va ad attingere nel
fluido universale quanto gli occorre per animare questa
tavola d’una vita
fittizia. La tavola così preparata viene attirata dallo
spirito, che la fa muovere
sotto l’influenza del suo proprio fluido, spinto dalla sua
volontà. Allorché la
massa che vuol mettere in movimento è troppo pesante per
lui, egli chiama in
suo aiuto altri spiriti che si trovano nelle sue stesse
condizioni. In ragione
della sua eterea natura, lo spirito propriamente detto non
può agire sulla
materia grossolana senza intermediario, vale a dire senza
il legame che
57
l’unisce alla materia. Questo legame, che costituisce
quello che voi chiamate
perispirito, vi dà la chiave di tutti i fenomeni spiritici
materiali. Io credo di
essermi spiegato abbastanza chiaramente per farmi capire”.
Osservazione. - Richiamiamo
l’attenzione su questa prima fase: In questa
risposta non troverete ancora quello che desiderate. - Lo
spirito aveva
perfettamente capito, che tutte le questioni precedenti
non erano fatte, se non
allo scopo di arrivare a questa, e fa allusione al nostro
pensiero che aspettava
infatti tutt’altra risposta, vale a dire la conferma della
nostra idea, circa la
maniera con cui lo spirito fa muovere le tavole.
10) Gli
spiriti che egli chiama in suo aiuto gli sono forse inferiori? Sono essi
ai suoi ordini?
“Eguali, quasi sempre; spesso si presentano
spontaneamente”.
11) Sono
tutti gli spiriti atti a produrre fenomeni di questo genere?
“Gli spiriti che producono questa specie di effetti sono
sempre spiriti inferiori,
i quali non sono ancora interamente sciolti da ogni
influenza materiale”.
12) Comprendiamo
che gli spiriti superiori non si occupino delle cose che
sono al disotto di essi; ma noi domandiamo se essi, che
sono più
smaterializzati, avrebbero la potenza di farlo, se ne
avessero la volontà.
“Essi hanno la forza morale come gli altri hanno la forza
fisica; quando hanno
bisogno di questa forza, si servono di quelli che la
posseggono. Non vi è forse
già stato detto che essi si servono degli spiriti
inferiori come voi fate dei
fattorini?”
Osservazione. - Si
disse che la densità del perispirito, se così possiamo
esprimerci, varia secondo lo stato dei mondi; sembra anzi
che vari nello stesso
mondo, secondo gli individui. Presso gli spiriti
moralmente avanzati è più
sottile e si avvicina a quello degli spiriti elevati;
presso gli spiriti inferiori, al
contrario, si avvicina alla materia, il che fa sì che
questi spiriti di basso grado
osservino tanto a lungo le illusioni della vita terrestre;
essi pensano ed
agiscono come se fossero ancora vivi; hanno gli stessi
desideri e, si potrebbe
dire, quasi la stessa sensualità. Questa grossolanità del
perispirito dandogli
più affinità con la materia, rende gli spiriti inferiori,
al contrario, si avvicina
alla materia, il che fa sì che questa ragione per cui
l’uomo educato ed istruito,
avvezzo ai lavori dell’intelligenza, il cui corpo è
gracile e delicato, non può
alzare un pesante carico, come farebbe un facchino. La
materia si trova in lui
58
in certa qual maniera meno compatta, gli organi meno resistenti;
egli ha
minor fluido nervoso. Il perispirito essendo per lo
spirito ciò che il corpo è per
l’uomo, e la sua densità essendo in ragione
dell’inferiorità dello spirito, essa
surroga per lui la forza muscolare, vale a dire che gli
dà, sui fluidi necessari
alle manifestazioni, una potenza più grande che non
possono avere coloro la
cui natura è più eterea. Se uno spirito elevato vuol
produrre tali effetti, egli fa
ciò che presso di noi fanno le persone delicate, fa cioè
agire a tal uopo uno
spirito del mestiere.
13) Se noi
abbiamo ben compreso ciò che avete detto il principio vitale
risiede nel fluido universale; lo spirito attinge in
questo fluido l’involucro
semi materiale che costituisce il suo perispirito, ed è
per mezzo di questo
fluido che egli agisce sulla materia inerte. E’ così?
“Sì; vale a dire che anima la materia di una specie di
vita fittizia: la materia si
anima della vita animale. La tavola che si muove sotto le
vostre mani vive
come l’animale; obbedisce da se stessa all’essere
intelligente. Non è che
quest’ultimo la spinga come l’uomo farebbe d’un peso; non
è che la tavola,
quando s’innalza, sia sollevata dallo spirito a forza di
braccia, ma è la tavola
animata che obbedisce all’impulso dato dallo spirito”.
14) Quale è
la parte del medium in questo fenomeno?
“L’ho già detto. Il fluido proprio del medium si combina
con il fluido
universale accumulato dallo spirito; è necessaria l’unione
di questi due fluidi,
cioè del fluido animalizzato con il fluido universale, per
dare la vita alla
tavola. Ma, notate bene, questa vita non è che momentanea:
essa si spegne
con l’azione, e spesso prima ancora che finisca l’azione;
cioè appena la
quantità di fluido non è più sufficiente per animarla”.
15) Può lo
spirito agire senza il concorso d’un medium?
“Egli può agire all’insaputa del medium; vale a dire che
molte persone
servono d’ausiliarie agli spiriti, per certi fenomeni,
senza neppure
immaginarlo. Lo spirito attinge in esse, come ad una
sorgente, il fluido
animalizzato di cui ha bisogno; così il concorso d’un
medium quale voi lo
intendete non è sempre necessario, il che ha luogo
soprattutto nei fenomeni
spontanei”.
16) Il
tavolo animato agisce con intelligenza? Pensa?
“Esso non pensa più del bastone, con il quale fate un
segno intelligente, ma la
vitalità di cui è animato gli permette d’obbedire
all’impulso di un’intelligenza.
Sappiate bene dunque che la tavola che si muove non
diventa spirito e che
essa non ha di per sé né pensiero, né, volontà”.
59
Osservazione. - Nel
linguaggio comune, vi è un’espressione analoga: così
d’una ruota che gira con velocità, si dice che è animata
da un movimento
rapido.
17) Quale è
la causa preponderante nella produzione di questo fenomeno?
Lo spirito o il fluido?
“Lo spirito è la causa, il fluido è lo strumento; le due
cose sono necessarie”.
18) Quale
parte è riservata in questo caso alla volontà del medium?
“Chiamare gli spiriti e assecondarli nell’impulso dato al
fluido”.
- L’azione
della volontà è sempre indispensabile?
“Essa si aggiunge alla potenza, ma non è sempre necessaria,
poiché il
movimento può aver luogo contro e malgrado questa volontà,
ed è questa una
prova, che vi è una causa indipendente dal medium”.
Osservazione. - Il
contatto delle mani non è sempre necessario per far
muovere un oggetto. Lo è più spesso per dare il primo
impulso; ma, una volta
che l’oggetto sia animato, può obbedire alla volontà senza
contatto materiale;
ciò dipende sia dalla potenza del medium, sia dalla natura
degli spiriti. Un
primo contatto non è neppure sempre indispensabile; se ne
ha la prova nei
movimenti e spostamenti spontanei, che non si pensa di
provocare.
19) Perché
non possono tutti produrre lo stesso effetto, e perché tutti i
medium non hanno la stessa potenza?
“Ciò dipende dall’organizzazione e dalla maggiore e minore
facilità con la
quale può operarsi la combinazione dei fluidi; e poi, lo
spirito del medium
simpatizza più o meno con gli spiriti estranei, che
trovano in lui la potenza
fluidica necessaria. Questa potenza assomiglia a quella
dei magnetizzatori,
che è più o meno grande. Sotto questo aspetto vi sono
individui i quali sono
completamente refrattari; in altri, invece, la
combinazione si opera soltanto
per uno sforzo della volontà; in altri, infine, ha luogo
così naturalmente e così
facilmente, che non se ne accorgono neppure, e servono, a
loro insaputa, da
strumento, come abbiamo già detto”. (Vedi qui appresso
il capitolo sulle
Manifestazioni fisiche spontanee).
60
Osservazione. - Il
magnetismo è senza dubbio il principio di questi
fenomeni, ma non quale generalmente si crede; la prova è
che vi sono
potentissimi magnetizzatori i quali non farebbero nemmeno
muovere un
tavolino, mentre invece si trovano altri individui che non
possono
magnetizzare, e persino fanciulli, ai quali basta posare
le dita sopra una tavola
pesantissima per farla agitare; dunque, se la potenza
medianica non è in
ragione della potenza magnetica, è perché vi è un’altra
causa.
20) Le
persone dette elettriche possono essere considerate come medium?
“Queste persone attingono in se stesse il fluido necessario
alla produzione del
fenomeno, e possono agire senza il concorso degli spiriti.
Non sono medium
nel senso vero della parola; ma non è improbabile che
siano assistite da uno
spirito, il quale approfitterebbe così delle loro naturali
disposizioni”.
Osservazione. - Questi
individui hanno qualche analogia con i sonnambuli,
i quali possono agire tanto con il concorso di uno spirito
estraneo, quanto
senza di esso. (Vedi al capitolo dei medium, l’articolo
relativo ai medium
sonnambuli).
21) Lo
spirito che agisce sopra i corpi solidi per muoverli, si trova nella
sostanza stessa dei corpo, oppure all’infuori di questa
sostanza?
“L’uno e l’altro; noi abbiamo detto che la materia non è
un ostacolo per gli
spiriti; essi penetrano tutto; una porzione del
perispirito s’identifica, per così
dire, con l’oggetto che egli penetra”.
22) Quale
mezzo adopera lo spirito per picchiare? Si serve di un oggetto
materiale?
“No, come non si serve delle sue braccia per sollevare la
tavola. Sapete bene
che egli non ha alcun martello a sua disposizione. Il suo
martello è il fluido
combinato, messo in azione dalla sua volontà, per muovere
o per picchiare.
Quando egli muove, la luce vi porta la vista dei
movimenti; quando egli
picchia, l’aria vi porta il suono”.
23) Ciò si
concepisce quando egli picchia sopra un corpo duro; ma come può
egli far intendere dei rumori o dei suoni articolati nel
vuoto dell’aria?
“Dal momento che agisce sulla materia, può agire sull’aria
egualmente che
sulla tavola. In quanto ai suoni articolati, egli può
imitarli, come tutti gli altri
rumori”.
61
24) Voi
dite che lo spirito non si serve delle sue mani per muovere la tavola;
tuttavia, si videro in certe manifestazioni visuali
apparire mani, le cui dita si
agitavano sopra un pianoforte, ne muovevano i tasti, e facevano
intendere
dei suoni. Non si potrebbe credere che in questo caso il
movimento dei tasti
fosse prodotto dalla pressione delle dita? Questa
pressione non è essa diretta
e reale, quando si fa sentire su noi stessi, allorché
queste mani lasciano
impronte sopra la pelle?
“Voi non potete intendere la natura degli spiriti e la
loro maniera di agire, se
non con il mezzo di paragoni che ve ne danno un’idea
incompleta, ed avete
torto di volere sempre assimilare i loro processi ai
vostri. I loro processi
debbono essere in rapporto con la loro organizzazione. Non
vi ho già detto che
il fluido del perispirito penetra la materia e
s’identifica con essa, animandola
di una vita fittizia? Ebbene! Quando lo spirito posa le
dita sopra i tasti, egli le
posa realmente ed anche le fa muovere; ma non è con la
forza muscolare che
egli preme i tasti: egli anima il tasto, come anima la
tavola, ed il tasto che
obbedisce alla sua volontà si muove e batte la corda.
Anzi, qui accade una cosa
che voi avrete difficoltà a capire, ed è che certi spiriti
sono così poco avanzati,
e talmente materiali, in paragone con gli spiriti elevati,
che hanno ancora le
illusioni della vita terrestre, e credono di agire come
quando avevano il loro
corpo; essi non si rendono maggior conto della vera causa
degli effetti che
producono, di quanto un contadino si renda conto della
teoria dei suoni che
egli pronunzia. Domandate loro come fanno a toccare il
piano: essi vi diranno
che vi battono sopra con le loro dita, perché credono di
battere; l’effetto si
produce istintivamente presso di loro, senza che ne
sappiano il come, e
tuttavia per effetto della loro volontà. La stessa cosa
avviene quando fanno
intendere delle parole”.
Osservazione. - Risulta
da queste spiegazioni che gli spiriti possono
produrre tutti gli effetti che noi produciamo, ma con
mezzi appropriati alla
loro organizzazione; certe forme che sono loro proprie,
hanno la funzione dei
muscoli che sono a noi necessari per agire; nello stesso
modo che il gesto
supplisce, nel muto, la parola che gli manca.
25) Tra i
fenomeni che si citano come prova dell’azione d’una potenza
occulta, ve ne sono alcuni evidentemente contrari a tutte
le leggi conosciute
della natura; non sarebbe allora permesso dubitare?
“L’uomo è ben lungi dal conoscere tutte le leggi della
natura; se le conoscesse
tutte, sarebbe uno spirito superiore. Ogni giorno, perciò,
essa dà una smentita
a quelli che, credendo di sapere tutto, pretendono
d’imporre dei limiti alla
62
natura; e ciò nonostante non si correggono del loro
orgoglio. Svelando senza
posa nuovi misteri, Dio avverte l’uomo di non fidarsi dei
suoi propri lumi,
giacché verrà un giorno in cui la scienza del più
sapiente sarà confusa.
Non avete voi ogni giorno esempi di corpi animati da un
movimento capace di
vincere la forza di gravitazione? La palla da cannone,
lanciata nell’aria, non
sorpassa momentaneamente questa forza? Poveri uomini, che
credete di
essere molto sapienti, e la cui sciocca vanità è umiliata
ad ogni istante,
sappiate dunque che siete ancora assai piccini”.
75 - Queste spiegazioni
sono chiare, categoriche e senza ambiguità; e ne
risulta questo punto culminante, che il fluido universale,
nel quale risiede il
principio della vita, è l’agente principale delle
manifestazioni, e che
quest’agente riceve il suo impulso dallo spirito, tanto se
questo è incarnato,
quanto se è errante. Questo fluido condensato costituisce
il perispirito, od
involucro semi materiale dello spirito. Nello stato di
incarnazione, il
perispirito è unito alla materia del corpo; nello stato
erratico, egli è libero.
Quando lo spirito è incarnato, la sostanza del perispirito
è più o meno legata,
più o meno aderente, se così possiamo esprimerci. In
alcuni individui, vi è in
qualche maniera emanazione di questo fluido, come dote
dell’organismo loro,
ed è ciò che, propriamente parlando, costituisce i medium
ad effetti fisici.
L’emissione del fluido animalizzato può essere più o meno
abbondante e la
sua combinazione più o meno facile; ecco perché i medium
sono più o meno
potenti. Essa non è permanente, e ciò spiega
l’intermittenza della potenza.
76 - Citiamo un
paragone. Allorché si ha la volontà di agire materialmente
sopra un punto qualunque collocato a distanza, è il
pensiero che lo vuole; ma
il pensiero solo non andrà a colpire questo punto; gli occorre
un
intermediario ch’esso dirigerà, un bastone, un proiettile,
una corrente d’aria,
ecc... Osservate altresì che il pensiero non agisce
direttamente sopra il
bastone, giacché, se questo non è toccato, non si muoverà
da sé. Il pensiero,
che non è altra cosa se non lo spirito incarnato in noi, è
unito al corpo per
mezzo del perispirito; ora egli, come non può agire sul
corpo senza perispirito,
così non può agire sul bastone senza il corpo; esso agisce
sul perispirito
perché è la sostanza con la quale ha maggiore affinità; il
perispirito agisce sui
muscoli, i muscoli afferrano il bastone, ed il bastone
percuote dove fu stabilito
dal pensiero.
Quando lo spirito non è incarnato, ha bisogno di un mezzo
ausiliario, e
quest’ausiliario è il fluido, con l’aiuto del quale egli
rende l’oggetto suscettibile
a seguire l’impulso della sua volontà.
63
77 - Così, allorquando
un oggetto è messo in movimento, sollevato o lanciato
in aria, non è già lo spirito che lo afferra, che lo
spinge e lo solleva, come noi
faremmo con la mano; egli lo satura, per così dire,
con il suo fluido
combinato con quello del medium, e l’oggetto così
momentaneamente
vivificato, agisce come farebbe un essere vivente, con la
differenza che, non
avendo volontà propria, egli segue l’impulso e la volontà
dello spirito.
Poiché il fluido vitale, spinto in qualche maniera dallo
spirito, dà una vita
fittizia e momentanea ai corpi inerti, e dal momento che
il perispirito altro
non è che questo stesso fluido vitale, ne segue che lo
spirito, quand’è
incarnato, dà egli stesso la vita al suo corpo per mezzo
del perispirito; egli vi
resta unito fintanto che l’organismo lo permetta; quando
egli si ritira, il corpo
muore.
Ora, se invece d’una tavola si scolpisce il legno in forma
di statua, e si agisce
poi su questa statua come sulla tavola, si avrà una statua
che si muoverà, che
batterà, che risponderà coi suoi movimenti e con i suoi
colpi; si avrà, in una
parola, una statua momentaneamente animata d’una vita
artificiale; ciò che si
disse delle tavole parlanti, si potrebbe dire egualmente
delle statue parlanti.
Questa teoria getta una luce chiarificatrice su una
quantità di fenomeni
rimasti sinora insoluti. Quante allegorie, quanti effetti
misteriosi non spiega
essa!
78 - Gli increduli per
partito preso oppongono che il fatto del sollevamento
delle tavole senza punto d’appoggio è impossibile, giacché
è contrario alla
legge di gravitazione. Noi rispondiamo loro per prima cosa
che la loro
negazione non è una prova; in secondo luogo, che se il
fatto esiste, per quanto
contrario appaia a tutte le leggi conosciute, proverebbe
una sola cosa, cioè che
esso riposa sopra una legge sconosciuta, e che i negatori
non possono avere la
pretesa di conoscere tutte le leggi della natura. Noi
diamo la spiegazione di
questa legge, ma questa non è una ragione sufficiente
perché sia da loro
accettata, precisamente perché essa è data da spiriti che
hanno lasciato il loro
abito terrestre, invece di esserlo da spiriti che hanno
ancora tale abito e che
seggono all’Accademia. Di modo che, se lo spirito d’Arago
vivente avesse dato
questa legge, essi l’avrebbero accettata ad occhi chiusi;
ma data dallo spirito
di Arago morto, diventa un’utopia, e perché ciò? Perché
credono che Arago
essendo morto, tutto è morto con lui. Non abbiamo la
pretesa di dissuaderli:
tuttavia, potendo questa obiezione imbarazzare qualche
persona, cercheremo
di rispondere loro, mettendoci dal loro punto di vista,
vale a dire facendo
astrazione per un istante dalla teoria dell’animazione
fittizia.
64
79 - Quando si fa il vuoto
sotto la campana della macchina pneumatica,
questa campana aderisce con una tal forza, che è
impossibile sollevarla, a
cagione del peso della colonna d’aria che vi gravita
sopra. Vi si lasci appena
entrare l’aria, e la campana si solleverà con la più
grande facilità, perché l’aria
che vi è sotto fa da contrappeso all’aria che vi è sopra;
abbandonata però a se
stessa, resterà sul piatto, in virtù della legge di
gravitazione. Supponiamo ora
che l’aria di sotto sia compressa, che abbia una densità
più grande che quella
di sopra: la campana sarà sollevata malgrado la
gravitazione. Se la corrente
d’aria è rapida e violenta, ella potrà essere sostenuta
nello spazio senza alcun
appoggio visibile, alla maniera di quei burattini che si
fanno volteggiare sopra
un getto d’acqua.
Perché dunque il fluido universale, che è l’elemento di
ogni materia, non
dovrebbe avere, quando è accumulato attorno alla tavola,
la proprietà di
diminuirne o di aumentarne il peso specifico relativo,
come l’aria fa per la
campana della macchina pneumatica, come il gas idrogeno fa
nei palloni,
senza che si deroghi per questo alla legge di
gravitazione? Conoscete voi tutte
le proprietà e tutta la potenza di questo fluido? No!
Ebbene, non negate allora
un fatto, per il solo motivo che non potete spiegarlo.
80 - Ritorniamo ora alla
teoria del movimento delle tavole. Se con il mezzo
indicato lo spirito può sollevare una tavola, egli potrà
pure sollevare altre
cose: una sedia, per esempio. Se può sollevare una sedia,
potrà pure con una
forza sufficiente sollevare nello stesso tempo una persona
che vi sia seduta
sopra. Ecco dunque la spiegazione di questo fenomeno, che
il medium Home
ha cento volte prodotto su di sé e su altri individui;
egli lo rinnovò durante un
viaggio a Londra, e per provare che gli spettatori non
erano vittime di
un’illusione ottica, egli fece un segno con il lapis sopra
il soffitto, e vi fu pure
chi passò sotto di lui.
Nessuno ignora che il signor Home è un medium potente ad
effetti fisici: egli
era, in questo caso, la causa efficiente e l’oggetto.
81 - Abbiamo or ora
parlato dell’aumento possibile del peso; è questo, difatti,
un fenomeno che qualche volta si produce e che non è più
eccezionale di
quanto lo sia la prodigiosa resistenza della campana sotto
la pressione della
colonna atmosferica. Sotto l’influenza di certi medium, si
videro oggetti
abbastanza leggeri offrire la stessa resistenza, poi,
tutto in una volta, cedere al
più piccolo sforzo. Nella suddetta esperienza la campana
non pesa in realtà né
65
più, né meno per se stessa, ma essa sembra più pesante per
effetto della causa
esteriore che agisce su di essa: la stessa cosa si
verifica probabilmente nel caso
nostro. La tavola ha sempre il medesimo peso intrinseco,
poiché la sua massa
non è aumentata, ma una forza estranea si oppone al suo
movimento, e
questa causa può essere nei fluidi che la penetrano, come
sta nell’aria la causa
che aumenta o diminuisce il peso apparente della campana.
Fate l’esperienza della campana pneumatica davanti ad un
ignorante, il quale
non comprenda come sia l’aria, che egli non vede, a
produrre l’effetto in
questione, e non sarà difficile persuaderlo che c’entri il
diavolo.
Si potrà forse dire che, questo fluido essendo
imponderabile, la sua
accumulazione non può aumentare il peso di un oggetto:
siamo d’accordo; ma
se noi ci siamo serviti della parola accumulazione,
è stato per paragone, e
non per assimilazione assoluta con l’aria. E’
imponderabile, sia pure; tuttavia,
niente lo prova: la sua natura intima ci è sconosciuta, e
noi siamo assai
lontani dal percepirne tutte le proprietà. Prima che si
fosse sperimentato il
peso dell’aria, non si sospettavano gli effetti di questo
stesso peso. L’elettricità
è pure collocata fra i fluidi imponderabili; tuttavia un
corpo può essere
trattenuto da una corrente elettrica, ed offrire una
grande resistenza a colui
che volesse sollevarlo: esso dunque è diventato in
apparenza più pesante. Non
è giusto pensare che non esista un sostegno, perché questo
non si vede. Lo
spirito può dunque avere delle leve che ci sono
sconosciute; la natura ci prova
tutti i giorni che la sua potenza non si arresta alla
testimonianza dei nostri
sensi.
Soltanto ammettendo una simile causa, è possibile spiegare
il fenomeno
singolare, di cui si videro molti esempi, di una giovine
persona debole e
delicata che sollevava con due dita, senza sforzi e come
una piuma, un uomo
forte e robusto, unitamente alla sedia sopra la quale era
seduto. Ciò che prova
una causa estranea alla persona stessa, sono le
intermittenze della facoltà.
66
5 - MANIFESTAZIONI FISICHE SPONTANEE
Rumori, strepiti e perturbazioni Oggetti lanciati -
Fenomeno degli apporti.
Rumori, strepiti e perturbazioni Oggetti lanciati
82 - I fenomeni che
abbiamo ora menzionati, sono provocati, ma succede
qualche volta che si manifestino spontaneamente, senza
partecipazione della
volontà; anzi, qualche volta diventano fastidiosi e
importuni. Ciò che esclude
inoltre la supposizione che possano essere un effetto
dell’immaginazione
eccitata dalle idee spiritiche, è che si producono spesso
presso individui
completamente ignari di queste cose e nei momenti in cui
meno se
l’aspettano.
Questi fenomeni, che si potrebbero definire “spiritismo
pratico naturale”,
sono importantissimi, giacché non possono essere
sospettati di connivenza; è
per questo che noi invitiamo coloro che si occupano di
fenomeni spiritici a
raccogliere tutti i fatti di questo genere che venissero a
loro conoscenza, ma
soprattutto a constatarne con cura la realtà, mediante un
accurato studio delle
circostanze, onde assicurarsi che non si è in preda ad
un’illusione o ad una
mistificazione.
83 - Di tutte le
manifestazioni spiritiche, quelle più semplici e più frequenti
sono i rumori ed i colpi battuti; è qui soprattutto che
bisogna temere
l’illusione, poiché una quantità di cause naturali possono
produrne; il vento
che soffia o che agita un oggetto, un corpo che noi stessi
facciamo muovere
senza accorgercene, un effetto acustico, un animale
nascosto, un insetto, ecc.,
come pure gli scherzi di cattivi burloni. I rumori
spiritici hanno, d’altronde,
un carattere particolare, mentre dimostrano un’intensità
ed un timbro
variatissimo, che li rendono facilmente riconoscibili e
non permettono di
confonderli con lo scricchiolio del legno, con lo
scoppiettio del fuoco, o con il
tic-tac monotono d’un pendolo; sono colpi secchi, ora
sordi, deboli e leggeri,
ora chiari, distinti; qualche volta rumorosi, che cambiano
di posto e si
ripetono senza una regolarità meccanica. Di tutti i mezzi
di controllo, il più
efficace, quello che non può lasciare dubbio alcuno sopra
la loro origine, è
l’obbedienza alla volontà. Se i colpi si fanno sentire nel
posto designato, se
67
rispondono al pensiero per il loro numero o la loro
intensità, non si può non
riconoscere in essi una causa intelligente. La mancanza
d’obbedienza, però,
non è sempre una prova contraria.
84 - Ammettiamo ora che,
con una constatazione minuziosa, si acquisti la
certezza che i rumori ed altri effetti sono manifestazioni
reali; sarebbe
ragionevole spaventarsene? No sicuramente; giacché in
nessun caso potrebbe
esservi il minimo pericolo.
Soltanto coloro i quali credono che sia il diavolo possono
esserne spaventati,
al pari dei bambini, ai quali si fa paura con il lupo
mannaro o con la befana,
Queste manifestazioni acquistano in certe circostanze, è
necessario
convenirne, una proporzione ed una persistenza noiosa, da
cui viene il
desiderio ben naturale di sbarazzarsene. A questo
proposito, è necessaria una
spiegazione.
85 - Noi abbiamo detto
che le manifestazioni fisiche hanno lo scopo di
richiamare la nostra attenzione su qualche cosa, e di
convincerci della
presenza d’una potenza superiore all’uomo. Abbiamo anche
detto che gli
spiriti elevati non si occupano di questo genere di
manifestazioni; essi, per
produrle, si servono degli spiriti inferiori, come noi ci
serviamo dei servitori
per i lavori pesanti. Allorché lo scopo è raggiunto, cessa
la manifestazione
materiale non essendo essa più necessaria. Un esempio o
due faranno capire
meglio la cosa.
86 - Molti anni or sono,
al principio dei miei studi sullo spiritismo, essendo
una sera occupato in un lavoro riguardante questa materia,
si fecero sentire
dei colpi attorno a me per quattro ore consecutive. Era la
prima volta che mi
accadeva una cosa simile: constatai che essi non
provenivano da alcuna causa
accidentale, ma sul momento non potei saperne di più. A
quell’epoca, io avevo
occasione di vedere frequentemente un eccellente medium
scrivente.
All’indomani, dunque, interrogai lo spirito che comunicava
per suo mezzo
sulla causa dei colpi, e mi fu risposto: E’ il tuo
spirito familiare che
voleva parlarti. E cosa
mai voleva dirmi? Risposta: Puoi
domandarglielo tu stesso, poiché egli è là.
Avendo poi io interrogato questo spirito, egli si fece
conoscere sotto un nome
allegorico (seppi poi da altri spiriti che egli
appartiene ad un ordine
elevatissimo, e che rappresentò una parte importante sulla
terra); mi
segnalò alcuni errori nel mio lavoro, indicandomi le righe
in cui essi si
68
trovavano, mi diede utili e saggi consigli ed aggiunse che
egli sarebbe stato
sempre con me, e che sarebbe venuto dietro mia domanda
tutte le volte che io
avessi voluto interrogarlo. Da allora in poi, questo
spirito non mi ha mai
lasciato. Mi diede mille prove della sua superiorità, e il
suo intervento
benevolo ed efficace si rese pure manifesto per me negli
affari della vita
materiale, come pure nelle cose riguardanti la metafisica.
Ma, subito dopo il nostro colloquio, i colpi cessarono.
Che cosa voleva? Entrare in comunicazione regolare con me;
dunque doveva
avvertirmi. Una volta datomi l’avvertimento, date le
spiegazioni e stabilite le
relazioni regolari, i colpi divenivano inutili; ecco
perché cessarono
completamente.
Un fatto simile successe ad un nostro amico. Da qualche
tempo la sua camera
risuonava di rumori diversi, che diventavano noiosissimi.
Essendosi
presentata l’occasione di interrogare lo spirito di suo
padre per mezzo di un
medium scrivente, seppe che cosa si desiderava da lui,
fece quello che gli fu
raccomandato, e da allora in poi non sentì più nulla. Si deve
osservare che gli
individui i quali hanno con gli spiriti un mezzo regolare
e facile di
comunicazione, hanno molto più raramente manifestazioni di
questo genere,
e ciò si capisce.
87 - Le manifestazioni
spontanee non si limitano sempre a rumori ed a colpi
battuti; esse degenerano qualche volta in perturbazioni e
poi in un vero
baccano: mobili ed oggetti diversi sono scompigliati,
proiettili di ogni genere
sono lanciati all’esterno, porte e finestre sono aperte e
chiuse da mani
invisibili, vetri infranti, avvenimenti tali che non
possono certamente essere
considerati delle illusioni.
Lo scompiglio è spesso reale, ma qualche volta non ha che
l’apparenza della
realtà. Si sente uno schiamazzo nella camera vicina, un
rumore di vasellame
che cade e si rompe con fracasso, dei pezzi di legno che
rotolano sul
pavimento; si accorre in fretta e si trova tutto
tranquillo ed in ordine; poi,
appena usciti, il tumulto ricomincia.
88 - Le manifestazioni
di questo genere non sono né rare né nuove; poche
sono le cronache locali che non contengano qualche storia
relativa a ciò. La
paura ha senza dubbio esagerato i fatti, i quali, passando
di bocca in bocca,
dovettero prendere proporzioni ridicolmente enormi, e, la
superstizione
aggiungendovi il suo fermento, le case ove successero
simili fatti furono
credute frequentate dal diavolo; nacquero così tutti i
racconti meravigliosi o
69
terribili di fantasmi. Né i malvagi tralasciarono una così
bella occasione di
trarre profitto dalla credulità, e ciò sovente per utile
personale. Si capisce, del
resto, l’impressione che fatti di questo genere, anche
ridotti alla realtà,
possono fare sui caratteri deboli e predisposti
dall’educazione alle idee
superstiziose. Il più sicuro mezzo di prevenire gli
inconvenienti che ne
potessero nascere, poiché non si potrebbe impedirli, è di
far conoscere la
verità.
Le cose più semplici diventano spaventevoli, quando la
causa è sconosciuta.
Quando ci saremo familiarizzati con gli spiriti, e quando
coloro ai quali si
manifestano non crederanno più di avere una legione di
demoni alle calcagna,
non avremo più paura.
Nella Revue Spirite si può leggere il racconto di
molti fatti autentici di
questo genere.
89 - I fatti di questa
natura rivestono spesso il carattere d’una vera
persecuzione. Noi conosciamo sei sorelle che abitavano
insieme e che durante
molti anni trovavano al mattino le loro vesti disperse e
nascoste fin sopra i
tetti, stracciate e tagliate a pezzi, per quante
precauzioni prendessero per
rinchiuderle a chiave. E’ accaduto molte volte che individui
coricati e
perfettamente svegli vedessero
scuotere le loro cortine, strappare
violentemente le loro coperte ed i loro guanciali, e si
sentissero sollevati sopra
i loro materassi, e persino gettati fuori dal letto.
Questi fatti sono più
frequenti di quello che si creda; ma quasi sempre quelli
che ne sono vittime
non osano parlarne per paura del ridicolo. Venne a nostra
conoscenza che si
credette di poter “guarire” certi individui da queste
credute allucinazioni,
sottoponendoli alle cure destinate ai pazzi, ciò che li
rese realmente tali. La
medicina non può capire queste cose, perché essa non
ammette, nelle cause,
se non l’elemento materiale, da cui risultano errori
sovente funesti. La storia
un giorno racconterà certe cure del XIX secolo, come oggi
si raccontano certi
processi del Medio Evo.
Ammettiamo perfettamente che certi fatti siano l’opera
della malizia o della
malevolenza; ma se dopo tutte le più rigorose
constatazioni risulta vero che
non sono l’opera degli uomini, bisogna ben convenire che
sono l’opera del
diavolo, secondo alcuni, e degli spiriti secondo noi; ma
di quali spiriti?
90 - Gli spiriti
superiori, come gli uomini gravi e seri fra noi, non si divertono
a fare del chiasso. Noi abbiamo evocato spesso gli spiriti
perturbatori per
domandare loro il motivo che li spinge a disturbare il
riposo in tal maniera. La
70
maggior parte ha il solo scopo di divertirsi, e questi
spiriti sono più leggeri che
cattivi: essi ridono delle paure da essi cagionate e delle
inutili ricerche che si
fanno per scoprire la causa del trambusto. Spesso si
accaniscono contro un
individuo, che si divertono a tormentare, e che
perseguitano di casa in casa;
altre volte si attaccano ad una località senz’altro motivo
che il loro capriccio.
Qualche volta sono pure mossi da un desiderio di vendetta,
come avremo
occasione di vedere in seguito. In certi casi, la loro
intenzione è più lodevole:
essi vogliono richiamare l’attenzione e mettersi in
relazione, sia per dare un
utile avvertimento alla persona alla quale si rivolgono, sia
per domandare
qualcosa per se stessi. Ne abbiamo visti spesso alcuni
domandare delle
preghiere, altri sollecitare il compimento in loro nome di
un voto che essi non
avevano potuto adempiere, altri infine, nell’interesse del
loro proprio riposo,
voler riparare una cattiva azione da loro commessa in
vita. In generale, si ha
torto di spaventarsene; la loro presenza può essere
importuna, ma non
pericolosa. Si concepisce, del resto, il desiderio che si
ha di sbarazzarsene, e si
fa generalmente, per ciò, tutto il contrario di quello che
sarebbe necessario
per ottenere questo scopo. Se sono spiriti che si
divertono, più si prende la
cosa sul serio e più essi persistono, come ragazzi
maliziosi che si divertono a
tormentare tanto più chi si inquieta ed a far paura ai
poltroni. Se invece
ridessimo noi stessi dei loro cattivi tiri, finirebbero
per stancarsi e per restare
tranquilli.
Noi conosciamo qualcuno che, invece di irritarsi, li
eccitava, li sfidava a fare li
tale o la tal altra cosa. al punto che, dopo qualche
giorno, essi non ritornarono
più. Ma, come abbiamo detto, ve ne sono di quelli che
hanno un motivo meno
leggero. Ed è per questo che è sempre cosa utilissima
sapere che cosa
vogliono. Se domandano qualche cosa, si può essere certi
che cesseranno le
loro visite, non appena il loro desiderio sarà
soddisfatto. Il miglior mezzo di
sapere come regolarsi è quello di evocare lo spirito per
mezzo di un buon
medium scrivente: dalle sue risposte si vedrà subito con
chi si ha a che fare e
si agirà in conseguenza; se si tratta d’uno spirito
infelice, la carità vuole che
egli sia trattato con i riguardi che merita; se egli è un
burlone di cattivo
genere, si può agire verso di lui senza riguardi; se egli
è malevolo, bisogna
pregare Dio di renderlo migliore. Ad ogni modo la
preghiera non può non
avere un buon risultato. Ma la gravità delle formule
d’esorcismo li fa ridere,
giacché non ne tengono alcun conto. Potendo entrare in
comunicazione con
essi, conviene diffidare delle qualificazioni burlesche o
spaventevoli, che si
danno qualche volta per divertirsi della nostra credulità.
Ritorneremo con maggiori spiegazioni su questo soggetto e
sulle cause che
rendono spesso inefficaci le preghiere, nel capitolo dei Luoghi
frequentati
e della Ossessione.
71
91 - Questi fenomeni,
quantunque prodotti da spiriti inferiori, sono spesso
provocati da spiriti di un ordine più elevato, allo scopo
di convincere
dell’esistenza degli esseri incorporei e d’una potenza
superiore all’uomo. La
fama rumorosa che ne è la conseguenza, lo stesso spavento
che ciò produce,
richiamano immancabilmente l’attenzione e finiscono per
fare aprire gli occhi
ai più increduli. Questi trovano più semplice considerare
i fenomeni frutto
dell’immaginazione, spiegazione comodissima e che dispensa
dal darne altre,
Tuttavia, quando sono scompigliati degli oggetti o questi
vi sono gettati sulla
testa, occorrerebbe una immaginazione molto compiacente
per figurarsi che
simili cose accadono, quando non fosse vero. Si osserva un
effetto qualunque,
e quest’effetto ha necessariamente una causa; se
un’osservazione fredda e
calma ci dimostra che
l’effetto è indipendente da ogni umana volontà e da
ogni causa materiale; se per di più ci dà segni evidenti
d’intelligenza e di
libera volontà, cosa, questa, che è il segno più
caratteristico, si è pur
costretti ad attribuirlo ad un’intelligenza occulta!
Quali sono questi esseri misteriosi? Ecco ciò che gli
studi spiritici ci spiegano
nel modo meno contestabile, per i mezzi che ci porgono di
comunicare con
essi. Questi studi ci insegnano inoltre a distinguere ciò
che vi è di reale, di
falso o d’esagerato nei fenomeni di cui non possiamo
renderci conto.
Quando si produce un effetto insolito, come rumori,
movimenti e perfino
apparizioni, si deve pensare innanzitutto che tali
fenomeni abbiano una causa
materiale, perché questa supposizione è la più probabile;
allora, bisogna
ricercare questa causa con il più grande impegno e non
ammettere
l’intervento degli spiriti prima di aver ben esaminato
ogni cosa. Colui che, per
esempio, senza essere avvicinato da alcuno, ricevesse uno
schiaffo, oppure dei
colpi di bastone sulle spalle, come è già successo, non
potrebbe dubitare della
presenza di un essere invisibile.
Conviene tenersi in guardia non solo contro i racconti
che, più o meno,
possono peccare d’esagerazione, ma anche contro le proprie
impressioni, e
non attribuire un’origine occulta a tutto ciò che non si
comprende. Un’infinità
di cause semplicissime e naturalissime può produrre a
prima vista effetti
strani, e sarebbe una vera superstizione quella di
scorgere dappertutto spiriti
occupati a rovesciare i mobili, a rompere il vasellame, a
suscitare infine i mille
ed uno inconvenienti di casa, che sarebbe più ragionevole
attribuire alla poca
attenzione.
92 - La spiegazione data
del movimento dei corpi inerti si applica
naturalmente a tutti gli effetti spontanei che abbiamo
notato. I rumori, per
72
quanto più forti dei colpi picchiati sulla tavola, hanno
la stessa causa; gli
oggetti lanciati o smossi, lo sono in virtù della stessa
forza che solleva un
oggetto qualunque. Anzi, una circostanza viene in appoggio
a questa teoria. Si
potrebbe chiedere: dov’è il medium in questa circostanza?
Gli spiriti ci dissero
che in simili casi vi è sempre qualcuno il cui potere si
esercita a sua insaputa.
Le manifestazioni spontanee si producono rarissimamente
nei siti isolati: è
quasi sempre nelle case abitate che esse hanno luogo, ed a
causa della
presenza di certi individui che esercitano un’involontaria
influenza.
Queste persone sono veri medium, a propria insaputa, e per
questa ragione,
noi li chiamiamo medium naturali: tra questi e gli
altri medium vi è lo
stesso rapporto che passa tra i sonnambuli naturali e
quelli magnetici, e sono
altrettanto degni di osservazione.
93 - L’intervento
volontario od involontario di una persona dotata di una
disposizione speciale per la produzione di questi
fenomeni, sembra essere
necessario nella maggior parte dei casi, quantunque ve ne
siano alcuni in cui,
a quanto pare, lo spirito agisce da solo; ma allora
potrebbe anche darsi ch’egli
ricavasse il fluido animalizzato altrove, e non in una
persona presente.
Ciò spiega perché gli spiriti, che senza posa ci
attorniano, non producano ogni
momento delle perturbazioni. Occorre, prima di tutto, che
lo spirito lo voglia,
che egli abbia uno scopo, un motivo, senza di cui non fa
niente. Occorre poi
che egli trovi, precisamente nel luogo dove vorrebbe
agire, una persona atta a
secondarlo, coincidenza che si incontra assai raramente.
Se questa ultima
persona accidentalmente arrivasse, egli ne approfitterebbe
subito. Malgrado
la riunione di circostanze favorevoli, egli potrebbe
ancora esserne impedito da
una volontà superiore che non gli permettesse di agire a
suo capriccio.
Potrebbe essergli permesso di farlo soltanto in certi
limiti, e nel caso in cui
queste manifestazioni fossero giudicate utili, sia come
mezzo di convinzione,
sia come prova per la persona che ne è l’oggetto.
94 - Citeremo soltanto a
questo proposito il dialogo provocato nell’occasione
dei fatti successi nel giugno 1860 nella strada dei Noyers
a Parigi. Se ne
troveranno i particolari nella Revue Spirite,
numero d’agosto 1860.
1) (A San
Luigi) - Vorreste avere la bontà di dirci se i fatti che si dice siano
accaduti nella via Noyers sono reali? In quanto alla
possibilità, non ne
dubitiamo.
“Sì, questi fatti sono veri; solamente l’immaginazione
degli uomini li
ingrandirà, sia per paura, sia per ironia; ma, lo ripeto,
essi sono veri. Queste
73
manifestazioni sono provocate da uno spirito che si
diverte un po’ a spese
degli abitanti del luogo”.
2) Vi è
forse nella casa qualche persona che è causa di queste
manifestazioni?
“Esse sono sempre cagionate dalla presenza della persona
alla quale lo spirito
si attacca. Questo spirito perturbatore nutre astio contro
l’abitante del luogo
dove egli si trova, e vuol fargli degli sgarbi, e cerca
anche di farlo sloggiare”.
3) Noi
domandiamo se fra gli abitanti della casa vi sia qualcuno che sia la
causa di questi fenomeni per influenza medianica spontanea
ed
involontaria.
“Certamente; senza di questo, il fatto non potrebbe
succedere. Uno
spirito abita un luogo che predilige; resta nell’inazione
finché una natura a lui
conveniente non si presenti in tale luogo; quando questa
persona
sopraggiunge, allora egli si diverte più che può”.
4) La
presenza di questa persona nei luoghi suddetti è forse indispensabile?
“Questo è il caso più ordinario, ed è appunto quello del
fatto da voi citato;
ecco perché ho detto che senza di ciò il fatto non avrebbe
potuto succedere;
ma non ho inteso generalizzare, poiché vi sono dei casi in
cui la presenza
immediata non è affatto necessaria”.
5) Essendo
sempre questi spiriti di un ordine inferiore, l’attitudine a servire
loro d’ausiliario costituisce forse una presunzione
sfavorevole per la persona
che n’è dotata? Indica ciò forse una simpatia per gli
esseri di questa natura?
“Precisamente no; giacché questa attitudine è inerente ad
una disposizione
fisica; tuttavia, ciò indica spessissimo una tendenza
materiale, che sarebbe
preferibile non avere, poiché più si è moralmente elevati
e più si attirano i
buoni spiriti, che conseguentemente allontanano i
cattivi”.
6) Dove
prende lo spirito i proiettili di cui si serve?
“Questi diversi oggetti sono presi di solito sul luogo o
nel vicinato; la forza di
lanciarli nello spazio proviene dallo spirito, e questi
cadono nel luogo fissato
da questo stesso spirito”.
7) Poiché
le manifestazioni spontanee sono spesso permesse ed anzi
provocate allo scopo di convincere, ci sembra che se certi
increduli ne fossero
personalmente l’oggetto, sarebbero forzati ad arrendersi
all’evidenza. Si
lamentano talvolta di non poter essere testimoni di fatti
concludenti; non
dipenderebbe forse dagli spiriti di somministrare loro
qualche prova
sensibile?
74
“Gli atei, i materialisti non sono essi continuamente
testimoni degli effetti
della potenza di Dio e del pensiero? Ciò non impedisce
loro di negare Dio e
l’anima. I miracoli di Gesù hanno forse convertito tutti i
suoi contemporanei?
I Farisei che gli dicevano: «Maestro, fateci vedere
qualche prodigio», non
rassomigliano essi a coloro, che oggi chiedono che
facciate loro vedere delle
manifestazioni? Se non sono convinti dalle meraviglie
della creazione, non
potrebbero esserlo di più, neppure se gli spiriti
apparissero loro nella maniera
meno equivoca, giacché il loro orgoglio li rende simili a
cavalli restii. Le
occasioni di vedere non mancherebbero loro se cercassero
con buona fede.
Ecco perché Dio non giudica a proposito di fare per essi
più di quello che fa
per coloro che cercano sinceramente d’istruirsi, poiché
Egli non ricompensa
che gli uomini di buona volontà. La loro incredulità non
impedirà alla volontà
di Dio di compiersi; voi vedete bene che non ha impedito
alla dottrina di
espandersi. Cessate dunque di inquietarvi della loro
opposizione che sta alla
dottrina come l’ombra sta al quadro, e dà un maggior
rilievo. Qual merito
avrebbero essi di essere convinti con la forza? Dio lascia
loro ogni
responsabilità per la loro testardaggine: e questa
responsabilità sarà più
terribile di quello che pensate. «Felici quelli che
credono senza aver visto
disse Gesù, poiché essi non dubitano della potenza di
Dio»”.
8) Credete
voi che sarebbe utile evocare questo spirito per domandargli
qualche spiegazione?
“Evocatelo pure se volete; ma è uno spirito inferiore, che
vi darà soltanto
risposte insignificanti”.
95 - Conversazione con
lo spirito perturbatore della via dei Noyers.
1) Evocazione.
“Qual ticchio vi punge di chiamarmi? Volete voi dunque che
io vi pigli a
sassate? Si vedrebbe allora un bel “si salvi chi può”, malgrado
la vostra aria di
bravura”.
2) Quand’anche
tu ci gettassi delle pietre, noi non ci spaventeremmo; anzi
noi ti domandiamo positivamente se tu puoi gettarcene
qualcuna.
“Qui forse non potrei; voi avete un guardiano che vigila
assai bene su di voi”.
3) Nella
via dei Noyers si trovava forse qualcuno che ti aiutava per renderti
più facili i brutti tiri che facevi agli abitanti della
casa?
“Certamente ho trovato un buono strumento, e nessuno
spirito dotto,
sapiente e scrupoloso che mi abbia impedito di agire;
poiché io sono allegro,
ed amo qualche volta divertirmi”.
75
4) Quale
fu la persona che ti ha servito da strumento?
“Una serva”.
5) Ti
serviva d’ausiliaria a sua insaputa?
“Sì; povera ragazza! Era la più spaventata di tutti”.
6) Agivi
tu con uno scopo ostile?
“Io non avevo alcuno scopo ostile; ma gli uomini che si
impadroniscono di
tutto cercheranno di rivolgere la cosa a loro vantaggio”.
7) Che
cosa intendi con ciò?
“Io cercavo di divertirmi; ma voialtri studierete la cosa
e avrete un fatto di più
per dimostrare che noi esistiamo”.
8) Tu dici
che non avevi alcuno scopo utile, e ciò nonostante hai rotto tutti i
vetri dell’appartamento: tu hai recato così un danno
reale.
“Sono piccolezze”.
9) Dove ti
sei procurato gli oggetti che hai lanciato?
“Sono abbastanza comuni; li ho trovati nel cortile e nei
vicini giardini”.
10) Li hai
trovati tutti, o ne hai fabbricato qualcuno? (Vedi Cap. 8).
“Io non ho creato né composto niente”.
11) Se non
ne avessi trovati, avresti potuto fabbricarne?
“Sarebbe stato più difficile; ma, rigorosamente parlando,
si mescolano le
materie, e ciò fa un tutto qualunque”.
12) Narraci
ora come li hai lanciati.
“Ah! Questa è cosa più difficile a dirsi. Mi sono servito
della natura elettrica di
questa ragazza unendola alla mia mano materiale; abbiamo
così potuto
trasportare queste diverse materie”.
13) Tu
vorrai bene, io penso, darci qualche informazione sulla tua persona.
Anzi, dicci subito: è da molto tempo che sei morto?
“Abbastanza. Saranno cinquanta anni”.
14) Chi eri
tu quando vivevi?
“Non ero un gran che di buono; facevo il cenciaiuolo in
questo quartiere; e
qualche volta mi si dicevano delle sciocchezze, perché
amavo troppo il liquore
rosso del buon Noè; così vorrei farli sloggiare tutti”.
15) Sei
stato tu stesso, e di tua piena volontà, che hai risposto alle nostre
domande?
76
“Avevo un istitutore”.
16) Quale è
questo istitutore?
“Il vostro buon re Luigi”.
Osservazione. - Questa
ultima domanda fu motivata dalla natura di certe
risposte, che ci parvero sorpassare la portata di questo
spirito, sia per il fondo
delle idee che per la forma del linguaggio. Nulla vi è
dunque di sorprendente
che egli sia stato aiutato da uno spirito illuminato, che
voleva approfittare di
quest’occasione per darci un’istruzione. Questo è un fatto
ordinarissimo, ma
un particolare importante in questa circostanza è che
l’influenza dell’altro
spirito si è fatta sentire sopra la scrittura stessa.
Quella delle risposte in cui
egli intervenne è più regolare e più sciolta; quella del
cenciaiuolo è angolosa,
grossa, irregolare, spesso illeggibile, e porta un
carattere del tutto differente.
17) Che
cosa fai tu ora? Ti occupi del tuo avvenire?
“Non ancora. Sto errando. Si pensa così poco a me sulla
terra, che nessuno
prega per me; e così, non essendo aiutato da alcuno, io
non lavoro”.
Osservazione. - Si
vedrà più tardi, quanto si possa contribuire
all’avanzamento e al sollievo degli spiriti inferiori per
mezzo della preghiera e
dei consigli.
18) Quale
fu il tuo nome, allorché eri di questo mondo?
“Giannetto”.
19) Ebbene,
Giannetto, noi pregheremo per te. La nostra evocazione ti ha
fatto piacere o ti ha contrariato?
“Piuttosto piacere, giacché voi siete buoni figliuoli,
allegri compagni,
quantunque un poco austeri. Ma non fa niente, voi mi avete
ascoltato, ed io
sono contento”.
(GIANNETTO)
Fenomeno degli apporti
77
96 - Questo fenomeno non
differisce dagli altri di cui abbiamo parlato, se non
per l’intenzione benevola dello spirito, che ne è
l’autore, per la natura degli
oggetti, quasi sempre graziosi, e per la maniera dolce e
sovente delicata con la
quale sono arrecati. Esso consiste nell’apporto spontaneo
di oggetti, che non
esistono nel luogo dove uno si trova; sono di solito
fiori, qualche volta frutti,
dolci, gioielli, eccetera.
97 - Bisogna dire
anzitutto che questo fenomeno è uno di quelli che
maggiormente si prestano all’imitazione, e occorre
pertanto star bene in
guardia contro l’inganno. Si conosce fin dove può giungere
l’arte della
prestidigitazione in ciò che riguarda le esperienze di
questo genere; ma, anche
senza avere a che fare con un uomo del mestiere, si
potrebbe essere
facilmente ingannati da una manovra abile e interessata.
La migliore di tutte
le garanzie sta anzitutto nel carattere, nella notoria
onorabilità, nel
disinteresse assoluto della persona che ottiene simili
effetti; in secondo luogo,
nell’esame attento di tutte le circostanze nelle quali i
fatti si producono;
infine, nella illuminata conoscenza dello spiritismo, la
quale sola può fare
scoprire ciò che potrebbe essere sospetto.
98 - La teoria del
fenomeno degli apporti, e delle manifestazioni fisiche in
generale, si trova riassunta in una maniera notevole nella
seguente
dissertazione, avuta da uno spirito, di cui tutte le
comunicazioni hanno un
carattere incontestabile di profondità e di logica. Se ne
troveranno molte nel
seguito di questa opera. Egli si è fatto conoscere sotto
il nome d’Erasto,
discepolo di San Paolo, e come spirito protettore del
medium che gli servì
d’interprete.
“Per ottenere fenomeni di quest’ordine, è necessario avere
con sé certi
medium che io chiamerei sensitivi, vale a dire
dotati al più alto grado delle
facoltà medianiche d’espansione e di penetrabilità; poiché
il sistema nervoso
di questi medium, facilmente eccitabile, permette loro,
per mezzo di certe
vibrazioni, di proiettare attorno a sé, e con profusione,
il loro fluido
animalizzato.
“Le nature impressionabili, le persone i cui nervi vibrano
al minimo
sentimento ed alla più piccola sensazione; coloro che
l’influenza morale o
fisica, interna od esterna, rende sensibili, sono soggetti
molto adatti a
diventare eccellenti medium ad effetti fisici, di
tangibilità e di apporti. Infatti,
il loro sistema nervoso, quasi interamente sprovvisto
dell’involucro
refrattario, che isola questo sistema presso la maggior
parte degli altri
incarnati, li rende idonei allo sviluppo di questi diversi
fenomeni. In
78
conseguenza, con un soggetto di questa natura, di cui le
altre facoltà non
siano affatto ostili alla facoltà medianica, si otterranno
più facilmente i
fenomeni di tangibilità, i colpi picchiati nei muri e nei
mobili, i movimenti
intelligenti, ed
anche la sospensione nello spazio della materia inerte più
pesante. A fortiori si otterranno questi risultati
se, invece di un medium, se
ne avranno sottomano parecchi egualmente ben dotati.
“Ma dalla produzione di questi fenomeni all’ottenere
quello degli apporti, vi è
una distanza enorme; in questo caso, infatti, non
solamente il lavoro dello
spirito è più complesso, più difficile, ma per di più, lo
spirito non può operare
che per mezzo d’un solo apparecchio medianico, vale a dire
che molti medium
non possono assieme concorrere alla produzione del detto
fenomeno. Anzi,
accade persino che la presenza di certe persone
antipatiche allo spirito che
opera divenga un ostacolo radicale per la sua operazione.
A questi motivi, i
quali, come vedete, non mancano d’importanza, aggiungete
che gli apporti
richiedono sempre una concentrazione più grande, e nello
stesso tempo una
diffusione maggiore di certi fluidi, e che non possono
essere ottenuti se non
con i medium meglio dotati; quelli, in una parola, il cui
apparecchio
elettromedianico è il
meglio condizionato.
“In generale, i fatti d’apporto sono e resteranno
eccessivamente rari. Non ho
bisogno di dimostrarvi perché essi sono e saranno meno
frequenti degli altri
fatti di tangibilità. Lo dedurrete voi stessi da quello
che dico. D’altra parte,
questi fenomeni sono d’una tale natura, che non solo non
tutti i medium vi
sono adatti, ma che non tutti gli stessi spiriti possono
produrli”.
Occorre, infatti, che tra lo spirito ed il medium
influenzato esista una certa
affinità, una certa analogia; in una parola, una certa
somiglianza, che
permetta alla parte espansibile del fluido perispiritico
(1) dell’incarnato di
mescolarsi, di unirsi, di combinarsi con quello dello
spirito che vuol fare un
apporto. Questa fusione deve essere tale che la forza
risultante divenga, per
così dire, una; allo stesso modo che una corrente
elettrica che agisce sul
carbone produce un fuoco ed una luce unica.
(1) Si vede che quando si tratta di esprimere una idea
nuova, per la quale
manca nella lingua il vocabolo, gli spiriti sanno
perfettamente creare
neologismi. Le parole elettrodinamico, perispiritico, non
sono nostre. Quelli
che ci criticarono di aver creati i vocaboli spiritista,
spiritismo, perispirito,
che non avevano i loro analoghi, potranno pur fare lo
stesso processo agli
spiriti.
79
Perché questa unione, e perché questa fusione, direte voi?
La ragione è che,
per la produzione di questi fenomeni, conviene che le
proprietà essenziali
dello spirito motore siano aumentate di qualcuna di quelle
del medianizzato;
infatti, il fluido vitale, indispensabile alla
produzione di tutti i fenomeni
medianici è appannaggio esclusivo dell’incarnato e,
in conseguenza, lo
spirito operatore è obbligato a saturarsene, assumendone
cioè una grande
quantità.
Solamente allora, con l’aiuto di certe proprietà che si
trovano nel vostro
ambiente, sconosciute da voi, egli può isolare, rendere
invisibili a far muovere
certi oggetti materiali e persino gli incarnati stessi.
“Non mi è permesso, per il momento, svelarvi queste leggi
particolari che
reggono i gas ed i fluidi che vi circondano; ma prima che
sia trascorsa una
certa quantità di anni, prima che si sia compiuta
un’esistenza umana, la
spiegazione di queste leggi e di questi fenomeni vi sarà
rivelata, e voi vedrete
sorgere e prodursi una nuova varietà di medium che
cadranno in uno stato
catalettico particolare appena saranno medianizzati.
“Voi vedete quante difficoltà caratterizzano la produzione
degli apporti;
potete dunque logicamente concluderne che i fenomeni di
questa natura sono
molto rari, come già vi dissi, e con tanto maggior ragione
gli spiriti vi si
prestano assai poco, in quanto ciò richiede da parte loro
un lavoro quasi
materiale, il che è per essi una fatica ed un fastidio.
D’altra parte, succede
ancora assai spesso che, malgrado la loro energia e la
loro volontà, lo stato del
medium stesso oppone loro una barriera insuperabile.
“E’ dunque evidente che i fatti tangibili dei colpi, dei
movimenti e di
sospensione, sono fenomeni semplici, i quali si operano
con la concentrazione
e la dilatazione di certi fluidi, e che possono essere
provocati ed ottenuti dalla
volontà e dal lavoro dei medium che vi sono adatti, quando
questi sono
assecondati da spiriti amici e benevoli; i fatti
d’apporto, invece, sono
molteplici, complessi, esigono un concorso di circostanze
speciali, e non
possono essere compiuti che da un solo spirito e da un
solo medium, e
richiedono necessariamente, oltre ai bisogni della
tangibilità, una
combinazione tutta particolare per isolare e rendere
invisibile l’oggetto o gli
oggetti che formano il soggetto dell’apporto.
“Voi tutti, spiritisti, comprendete le mie spiegazioni, e
vi rendete esattamente
conto di questa concentrazione di fluidi speciali, per la
locomozione e la
tangibilità della materia inerte; voi ci prestate fede
come prestate fede ai
80
fenomeni di elettricità e di magnetismo, con i quali i
fatti medianici sono pieni
di analogia, e ne sono, per così dire, la consacrazione e
lo sviluppo.
“Quanto agli increduli e agli scienziati, peggiori degli
increduli, non ho tempo
per convincerli, non mi occupo di loro: saranno un giorno
convinti dalla forza
dell’evidenza, poiché bisognerà bene che essi si inchinino
davanti alla
testimonianza unanime dei fatti spiritici, come furono
forzati di farlo davanti
a tanti altri fatti che essi avevano a tutta prima
rigettati.
“Riassumendo: se i fatti di tangibilità sono frequenti,
quelli d’apporto sono
rarissimi, poiché le condizioni in cui debbono svolgersi
sono difficilissime. In
conseguenza, nessun medium può dire: alla tale ora, al tal
momento otterrò
un apporto, poiché molte volte lo stesso spirito si trova
impedito nella sua
opera. Debbo aggiungere che questi fenomeni sono doppiamente
difficili in
pubblico, poiché vi si trovano quasi sempre degli elementi
energicamente
refrattari, che paralizzano gli sforzi dello spirito, ed a
più forte ragione
l’azione del medium. Ritenete al contrario per certo che
questi fenomeni si
producono quasi sempre, in particolare spontaneamente, e
più spesso
all’insaputa dei medium e senza premeditazione; ed infine
molto raramente
quando questi ne sono prevenuti. Voi dovete quindi
concludere che vi è un
motivo di sospetto legittimo ogni qualvolta un medium si
lusinga di ottenerli
a volontà; in altri termini, cioè, di comandare agli
spiriti come se fossero
servitori, il che è semplicemente assurdo. Ritenete ancora
per regola generale,
che i fenomeni spiritici non sono punto fatti per servire
di spettacolo e per
divertire i curiosi. Se alcuni spiriti si prestano a
questo genere di cose, ciò non
può essere che per fenomeni semplici e non per quelli che
esigono condizioni
eccezionali, come sono gli apporti ed altri simili.
“Ricordatevi, spiritisti, che, se è cosa assurda il
rigettare sistematicamente
tutti i fenomeni d’oltretomba, non è saggio, d’altra
parte, accettarli tutti ad
occhi chiusi.
“Quando un fenomeno di tangibilità, di apparizione, di
visibilità o d’apporto si
manifesta spontaneamente e istantaneamente, accettatelo;
ma non accettate
niente alla cieca; e ogni fatto subisca un esame
minuzioso, approfondito e
severo; poiché, credetelo, lo spiritismo, tanto ricco in
fenomeni sublimi e
grandiosi, nulla può guadagnare da queste piccole
manifestazioni che possono
essere imitate da abili prestidigitatori.
“Io so bene quello che volete dirmi: cioè che questi
fenomeni sono utili per
convincere gli increduli; ma sappiate che se non aveste
avuto altri mezzi di
convinzione, non avreste oggi la centesima parte degli spiritisti
che avete.
Parlate al cuore, poiché è da questo lato che farete
maggiori conversioni serie.
Se credete utile, per certe persone, agire con i fatti
materiali, presentateli
81
almeno in circostanze tali che non possano dar luogo ad
alcuna falsa
interpretazione; e soprattutto non uscite dalle condizioni
normali di questi
fatti; poiché i fatti presentati in cattive condizioni,
forniscono argomento agli
increduli, invece di convincerli”.
(ERASTO)
99 - Questo fenomeno
offre una particolarità assai singolare ed è che certi
medium non l’ottengono se non nello stato sonnambolico; e
ciò si spiega
facilmente. Vi è, nel sonnambulo, uno sviluppo naturale,
una sorta
d’isolamento dello spirito e del perispirito, che deve
facilitare la combinazione
dei fluidi necessari. Tale è il caso degli apporti di cui
fummo testimoni. Le
seguenti domande furono dirette allo spirito che li aveva
prodotti, ma le sue
risposte risentono talvolta della sua insufficienza: noi
le abbiamo esposte allo
spirito Erasto, molto più illuminato dal punto di vista
teorico, che le ha
completate con osservazioni giudiziosissime. L’uno è
l’artigiano, l’altro il
sapiente, ed il paragone stesso di queste due intelligenze
è uno studio
istruttivo, giacché si prova con esso che non basta essere
spirito per capir
tutto.
1) Vogliate,
ve ne prego, dirci perché gli apporti che voi ci fate, si producono
soltanto nel sonno magnetico del medium?
“Questa è cosa attinente alla natura del medium; i fatti
che produco quando il
mio è addormentato, potrei egualmente produrli nello stato
di veglia con un
altro medium”.
2) Perché
voi fate aspettare sì lungamente l’apporto degli oggetti, e perché
eccitate il desiderio del medium, stuzzicando la sua
volontà di ottenere
l’oggetto promesso?
“Questo tempo mi è necessario per preparare i fluidi che
servono all’apporto;
quanto all’eccitazione, la provoco sovente al solo scopo
di divertire le persone
presenti e la sonnambula”.
Osservazione d’Erasto. - Lo spirito che ha risposto non ne sa di più; egli
non si rende conto del motivo di questa cupidigia che egli
solletica
istintivamente senza capirne l’effetto; crede di
divertire, mentre in realtà egli
provoca, senza accorgersene, una più grande emissione di
fluido; questa è la
conseguenza della difficoltà che presenta il fenomeno,
difficoltà sempre più
82
grande quando non è spontaneo, soprattutto con certi
medium.
3) La
produzione del fenomeno dipende dalla natura speciale del medium, e
potrebbe prodursi con altri medium con maggior facilità e
prontezza?
“La produzione dipende dalla natura del medium, e non può
prodursi che con
nature corrispondenti. Riguardo alla prontezza,
l’abitudine che noi
prendiamo, corrispondendo spesso con lo stesso medium, ci
è di grande
aiuto”.
4) L’influenza
delle persone presenti ha qualche importanza?
“Quando vi è dell’incredulità, dell’opposizione, ciò può
darci molta noia; noi
amiamo di più fare le nostre prove con persone credenti e
versate nello
spiritismo; ma con questo non intendo dire che la cattiva
volontà potrebbe
paralizzarci completamente”.
5) Dove
siete stato a prendere i fiori ed i dolci che avete portato?
“I fiori li prendo nei giardini dove mi piacciono”.
6) E i
dolci? Il negoziante dovette accorgersene che gli mancavano.
“Io li prendo dove mi piace; il negoziante non se ne
accorse affatto, poiché ne
posi altri in loro vece”.
7) Ma gli
anelli hanno un valore; dove li avete presi? Non ha poi ciò
cagionato danno a colui dal quale li avete presi in
prestito?
“Li ho presi in luoghi sconosciuti a tutti, ed in modo che
nessuno potesse
provarne danno”.
Osservazione d’Erasto. - Io credo che il fatto sia spiegato in modo
insufficiente in ragione della capacità dello spirito che
ha risposto. Sì, vi può
essere stato, in realtà, un danno reale, ma lo spirito non
volle essere creduto
capace di frodare alcunché. Un oggetto non può essere
sostituito, se non da
un oggetto identico, della stessa forma e dello stesso
valore; in conseguenza,
se uno spirito avesse la facoltà di sostituire un oggetto
simile a quello che
prende, non vi sarebbe ragione di prenderlo, e potrebbe
dare quello che usa in
sostituzione del primo.
8) E’
possibile portare fiori da un altro pianeta?
“No, a me non è possibile”.
(Ad Erasto). Altri spiriti avrebbero questo potere?
83
“No, ciò non è possibile, a causa della differenza degli
ambienti”.
9) Potreste
voi apportare fiori da un altro emisfero; dai Tropici, per
esempio?
“Dal momento che è sulla terra, posso farlo”.
10) Potreste
far sparire gli oggetti che avete portato, e poi tornare a
portarli?
“Nello stesso modo che li ho fatti venire, potrei ancora
portarli via, se ne
avessi voglia”.
11) La
produzione del fenomeno degli apporti vi cagiona una pena, un
imbarazzo qualunque?
“Essa non ci cagiona alcuna pena, quando ne abbiamo il
permesso; potrebbe
darcene delle grandissime, se volessimo produrre degli
effetti senza esservi
autorizzati”.
Osservazione d’Erasto. - Non vuole convenire della sua fatica,
quantunque essa sia reale, giacché è forzato a fare
un’operazione, per così
dire, materiale.
12) Quali
sono le difficoltà che incontrate?
“Nessun’altra, all’infuori di cattive disposizioni
fluidiche, le quali possono
esserci contrarie”.
13) Come
portate voi l’oggetto; lo tenete con le mani?
“No, noi lo inviluppiamo in noi”.
Osservazione d’Erasto. - Egli non spiega chiaramente la sua operazione,
giacché non inviluppa l’oggetto nella sua propria
personalità; ma siccome il
suo fluido personale è dilatabile, penetrabile ed
espansibile, egli combina una
parte di questo fluido con una parte del fluido
animalizzato del medium, e
quindi nasconde e trasporta in questa combinazione
l’oggetto da apportare.
Non è dunque giusto dire che egli lo inviluppa in sé.
14) Apportereste
voi con la stessa facilità un oggetto d’un peso
considerevole, di 50 chili, per esempio?
“Il peso non è niente per noi; noi apportiamo dei fiori,
perché ciò può essere
84
più gradito d’un peso voluminoso”.
Osservazione d’Erasto. - E’ giusto; egli può portare 100 o 200
chilogrammi d’oggetti, dal momento che la gravità che
esiste per voi è nulla
per lui; ma qui ancora non si rende esattamente conto di
ciò che succede. La
massa dei fluidi combinati va proporzionata alla massa
degli oggetti; in una
parola, la forza deve essere in ragione della resistenza;
ne consegue che, se lo
spirito non arreca che un fiore od un oggetto leggero, ciò
avviene spesso
perché non trova nel medium, o in se stesso, gli elementi
necessari per uno
sforzo più considerevole.
15) Vi sono
forse qualche volta sparizioni d’oggetti la cui causa resta ignota,
e che sarebbe opera degli spiriti?
“Ciò accade spessissimo, più spesso di quanto voi lo
pensiate, e vi si potrebbe
rimediare, pregando lo spirito di riportare l’oggetto
scomparso”.
Osservazione d’Erasto. - Ciò è vero: ma alle volte ciò che fu rapito fu ben
rapito, poiché tali oggetti che non si ritrovano più presso
di sé sono sovente
portati molto lontano. Tuttavia, siccome il rapimento
degli oggetti richiede
più o meno le stesse condizioni fluidiche degli apporti,
non può aver luogo se
non con l’aiuto di medium dotati di facoltà speciali. E’
più giusto dunque
credere che quando qualche cosa scompare, sia piuttosto
per la vostra
inavvertenza che non per opera degli spiriti.
16) Vi sono
forse degli effetti che sono ritenuti fenomeni naturali, e che
invece sono dovuti all’azione di certi spiriti?
“I vostri giorni sono pieni di questo genere di fatti, che
voi non capite, perché
non vi prestate attenzione, ma che un po’ di riflessione
vi farebbe chiaramente
vedere”.
Osservazione d’Erasto. - Non attribuite agli spiriti ciò che è opera
dell’umanità; ma credete alla loro influenza occulta e
costante, che fa nascere
attorno a noi mille circostanze, mille incidenti necessari
al compimento dei
vostri atti e della vostra esistenza.
17) Fra gli
oggetti apportati, non ve ne sono forse di quelli che possono
85
essere fabbricati dagli spiriti? Vale a dire prodotti
spontaneamente con le
modificazioni che gli spiriti possono far subire al fluido
o all’elemento
universale?
“Da me no, giacché non ne ho il permesso; lo potrebbe fare
soltanto uno
spirito elevato”.
18) Come
avete introdotto questi oggetti l’altro giorno, mentre la camera
era chiusa?
“Li ho fatti entrare con me, avviluppati, per così dire,
nella mia sostanza;
dirne di più non è cosa spiegabile”.
19) Come
avete fatto per rendere visibili questi oggetti che erano invisibili
un istante prima?
“Ho tolto la materia che li avvolgeva”.
Osservazione d’Erasto. - Non è materia propriamente detta quella che li
avvolge, ma un fluido, attinto per metà nel perispirito
del medium, e per
l’altra metà in quello dello spirito che opera.
20) (Ad
Erasto). Può un oggetto essere introdotto in un luogo perfettamente
chiuso; in una parola, lo spirito può egli spiritualizzare
un oggetto
materiale, in modo che possa penetrare la materia?
“Questa questione è complessa. Per quanto riguarda gli
oggetti arrecati, lo
spirito può renderli invisibili, ma non penetrabili; egli
non può rompere
l’aggregazione della materia, ciò che formerebbe la
distruzione dell’oggetto.
Egli può apportare quando vuole questo oggetto reso
invisibile, e non lasciarlo
libero se non al momento conveniente per farlo apparire.
Assai diverso è il
procedimento per gli oggetti che noi componiamo. Dal
momento che noi non
introduciamo che gli elementi della materia, e che questi
elementi sono
essenzialmente penetrabili (nello stesso modo che
penetriamo noi stessi, e
traversiamo i corpi più densi con la stessa facilità, con
la quale i raggi solari
attraversano i vetri delle finestre), possiamo perfettamente dire che noi
abbiamo introdotto l’oggetto in un luogo, per quanto
chiuso egli sia. Ma ciò
succede solamente in quest’ultimo caso”.
Nota. - Vedere
più appresso per la teoria della formazione spontanea degli
oggetti il capitolo intitolato: Laboratorio del mondo
invisibile.
86
6 - MANIFESTAZIONI VISIVE
Questioni sopra le apparizioni - Saggio teorico delle
apparizioni - Spiriti
globuli Teoria dell’allucinazione.
Questioni sopra le apparizioni
100 - Fra tutte le
manifestazioni spiritiche, le più interessanti sono quelle in
cui gli spiriti possono rendersi visibili. Si vedrà, dalla
spiegazione di questo
fenomeno, che esso non è più soprannaturale degli altri.
Noi diamo prima di
tutto le risposte che su questo argomento ci fecero gli
spiriti.
1) Possono
gli spiriti rendersi visibili?
“Sì, soprattutto durante il sonno; tuttavia, certi
individui li vedono anche
durante la veglia, ma ciò è più raro”.
Osservazione. - Durante
il riposo del corpo, lo spirito si disimpegna dai
legami materiali: egli allora è più libero e può più
facilmente vedere gli altri
spiriti con i quali entra in comunicazione. Il sogno è il
ricordo di questo stato;
allorché, svegliandoci non ricordiamo nulla, diciamo che
non abbiamo
sognato, ma l’anima non ha meno veduto ed ha egualmente
fruito della sua
libertà. Noi qui ci occuperemo più semplicemente delle
apparizioni allo stato
di veglia (1).
(1) Vedere per maggiori spiegazioni sullo stato dello
spirito durante il sonno
Il Libro degli Spiriti, capitolo Emancipazione dell’anima,
n. 409
2) Gli
spiriti che si manifestano alla vista, appartengono piuttosto ad una
classe che ad un’altra?
“No, essi possono appartenere a tutte le classi, dalle più
elevate alle più
infime”.
3) E’
permesso a tutti gli spiriti di manifestarsi visibilmente?
87
“Tutti lo possono; ma essi non ne hanno sempre il
permesso, né la volontà”.
4) Quale è
lo scopo degli spiriti che si manifestano visibilmente?
“Secondo la loro natura, lo scopo può essere buono o
cattivo”.
5) Come
mai può essere dato questo permesso quando lo scopo è cattivo?
“Questa è una prova per coloro ai quali essi appariscono.
L’intenzione dello
spirito può essere cattiva, ma il risultato può essere
buono”.
6) Quale
può essere lo scopo degli spiriti che hanno una cattiva intenzione,
nel farsi vedere?
“Atterrire e spesso vendicarsi”.
- Qual è
invece !o scopo degli spiriti che vengono con una buona intenzione?
“Consolare le persone che li rimpiangono; provare che essi
esistono e sono
vicini a voi; dare dei consigli, e qualche volta reclamare
assistenza per se
stessi”.
7) Quale
inconveniente vi sarebbe, se la possibilità di vedere gli spiriti fosse
permanente e generale? Non sarebbe questo il mezzo di
togliere i dubbi ai
più increduli?
“Essendo l’uomo costantemente attorniato da spiriti, la
loro vista incessante
lo turberebbe, lo impaccerebbe nelle sue azioni e gli
toglierebbe la sua
iniziativa nella maggior parte dei casi; mentre invece,
credendosi solo, egli
agisce più liberamente.
“Quanto agli increduli, essi hanno mezzi sufficienti per
convincersi, se
vogliono approfittarne e se non sono accecati
dall’orgoglio. Voi sapete bene
che vi sono persone che hanno veduto e tuttavia non
credono. Esse dicono che
è un’illusione. Non inquietatevi di simile gente, Dio si
occuperà di loro”.
Osservazione. - Vi
sarebbero altrettanti inconvenienti a vedersi
continuamente in presenza degli spiriti, quanto il vedere
l’aria che ci circonda,
o le miriadi d’animali microscopici che pullulano attorno
e sopra di noi. Dal
che dobbiamo concludere che ciò che Dio ha fatto, è ben
fatto, e che egli
conosce meglio di noi quello che ci conviene.
8) Se la
vista degli spiriti ha degli inconvenienti, perché e permessa in certi
casi?
“E’ permessa per provare che non tutto muore con il corpo,
e che l’anima
conserva la sua individualità dopo la morte. Questa vita
passeggera basta per
88
dare tale prova ed attestare la presenza dei vostri amici
presso di voi; ma essa
non ha gli inconvenienti della permanenza”.
9) Nei
mondi più avanzati del nostro è più frequente la vista degli spiriti?
“Quanto più l’uomo si approssima alla natura spirituale,
tanto più facilmente
entra in rapporto con gli spiriti; soltanto la
grossolanità del vostro involucro
rende più difficile e più rara la vista degli esseri
eterei”.
10) E’
ragionevole lo spaventarsi dell’apparizione d’uno spirito?
“Chi riflette deve capire che uno spirito, qualunque sia,
è meno pericoloso
d’un vivente. Gli spiriti, d’altra parte, vanno
dappertutto, e non si ha bisogno
di vederli per sapere che si può averne accanto a sé.
“Lo spirito che volesse nuocere, potrebbe, senza farsi
vedere, recar danno più
sicuramente. Non è pericoloso per la sua qualità di
spirito, ma per l’influenza
che può esercitare sul pensiero, stornando dal bene e
spingendo al male”.
Osservazione. - Gli
individui che hanno paura nella solitudine e
nell’oscurità, si rendono raramente conto della causa del
loro spavento; essi
non saprebbero dire di che cosa hanno paura, ma certamente
dovrebbero
temere più gli uomini che gli spiriti, poiché un
malfattore è più pericoloso
vivente, che dopo la sua morte. Una signora di nostra
conoscenza ebbe una
sera, nella sua camera, una apparizione così ben
caratterizzata, che ella
credette alla presenza di qualcuno ed il suo primo
movimento fu quello dello
spavento. Essendosi però assicurata che non vi era alcuno,
ella si disse: “A
quanto pare, non si tratta che di uno spirito; allora
posso dormire tranquilla”.
11) Potrebbe
colui al quale appare uno spirito intavolare con esso una
conversazione?
“Perfettamente; anzi è appunto questo che si deve fare in
simile caso,
domandando allo spirito chi egli sia, che cosa desidera, e
ciò che si può fare
per essergli utile. Se lo spirito è infelice e sofferente,
la commiserazione che gli
si dimostra, lo solleva; se poi è uno spirito benevolo,
può essere venuto con
l’intenzione di dare dei buoni consigli”.
- In
questo caso come può rispondere lo spirito?
“Lo fa qualche volta con dei suoni articolati, come
farebbe una persona
vivente; il più delle volte vi è trasmissione di
pensiero”.
12) Gli
spiriti che appaiono con le ali, le hanno realmente, oppure sono
soltanto una simbolica apparenza?
89
“Gli spiriti non hanno le ali: essi non ne hanno bisogno,
perché, come spiriti,
possono trasportarsi dappertutto. Essi appaiono nella
maniera in cui vogliono
colpire la persona alla quale si mostrano. Gli uni
compariranno con il
vestimento comune, gli altri avvolti in panneggiamenti, e
alcuni con le ali,
come attributi delle categorie di spiriti da essi
rappresentate”.
13) Le
persone che si vedono in sogno, sono sempre quelle di cui hanno
l’aspetto?
“Sono quasi sempre le stesse persone, che il vostro
spirito va a trovare o che
vengono a trovarvi”.
14) Gli
spiriti leggeri non potrebbero assumere l’apparenza delle persone
che ci sono care per indurci in errore?
“Essi assumono apparenze fantastiche soltanto per
divertirsi a vostre spese,
ma vi sono cose di cui non è loro lecito prendersi
giuoco”.
15) Il
pensiero essendo una sorta d’evocazione, si capisce che possa
provocare la presenza dello spirito; ma da che proviene
che spesso le
persone alle quali si pensa di più, e che ardentemente si
desidera di vedere,
non si presentano mai in sogno, mentre si vedono persone
indifferenti a cui
non si pensa affatto?
“Gli spiriti non hanno sempre la possibilità di
manifestarsi alla vista, anche in
sogno, e malgrado il desiderio che si ha di vederli;
possono esserne impediti
da cause indipendenti dalla loro volontà. Molte volte,
poi, è una prova, che si
deve subire malgrado il più ardente desiderio. Quanto alle
persone
indifferenti, se non pensate a loro, è possibile che esse
pensino a voi. D’altra
parte, non potete farvi un’idea delle relazioni del mondo
degli spiriti. Voi vi
incontrereste in una folla di conoscenze intime, antiche o
nuove, di cui non
avete alcuna idea allo stato di veglia”.
Osservazione. - Allorché
non vi è alcun mezzo di controllare le visioni od
apparizioni, si possono considerare delle allucinazioni;
ma allorché esse sono
confermate dagli avvenimenti, non si potrebbe attribuirle
all’immaginazione;
tali sono, per esempio, le apparizioni al momento della
morte, in sogno od
allo stato di veglia, delle persone alle quali non si
pensa per nulla, e che, con
diversi segnali, vengono a rivelare le circostanze del
tutto inattese del loro
decesso. Si videro spesso cavalli inalberarsi e rifiutare
d’andare avanti per le
apparizioni che spaventavano pure quelli che li
conducevano. Se
l’immaginazione può influenzare gli uomini, essa non
c’entra sicuramente
quando si tratta di animali. D’altra parte, se le immagini
che si vedono in
sogno fossero sempre un effetto delle preoccupazioni della
veglia, niente
90
potrebbe dare la spiegazione del perché spesso avvenga che
non si sognino
mai le cose alle quali si pensa di più.
16) Perché
certe visioni sono più frequenti nello stato di malattia?
“Esse hanno luogo egualmente nello stato di perfetta
salute; ma nella malattia
i legami materiali essendo rallentati, la debolezza del
corpo lascia maggior
libertà allo spirito, che entra più facilmente in
comunicazione con gli altri
spiriti”.
17) Le
apparizioni spontanee sembrano essere più frequenti in certe
contrade; certi popoli sono forse meglio dotati che non
altri per avere questa
sorta di manifestazioni?
“Compilate voi dei processi verbali per ogni apparizione?
Le apparizioni, i
rumori, tutte le manifestazioni infine, sono egualmente
sparse su tutta la
terra, ma esse presentano dei caratteri distinti in
relazione con i popoli presso
i quali si compiono. Per esempio, dove la scrittura è poco
diffusa, non vi sono
i medium scriventi; invece abbondano altrove. In altri
luoghi poi s’incontrano
più spesso i rumori ed i movimenti che non le
comunicazioni intelligenti,
poiché queste vi sono meno stimate e ricercate”.
18) Perché
le apparizioni hanno luogo di preferenza nella notte? Non
sarebbe questo un effetto del silenzio e dell’oscurità
sull’immaginazione?
“Per la stessa ragione per la quale non vedete le stelle
in pieno giorno. La
grande luce può cancellare un’apparizione leggera. Ma è un
errore credere che
la notte vi entri in qualche modo. Interrogate tutti
quelli che ebbero
apparizioni, e vedrete che quasi tutti le ebbero di
giorno”.
Osservazione. - I
fatti d’apparizione sono più generali e frequenti di quello
che si creda; ma molti non li confessano per la paura del
ridicolo, altri li
attribuiscono ad illusione. Se presso certi popoli
sembrano più complicati, ciò
dipende dal fatto che vi si osservano anche maggiormente
le tradizioni, vere o
false, ma quasi sempre amplificate dal prestigio del
meraviglioso, al quale si
presta più o meno l’aspetto delle località. La credulità
fa allora vedere effetti
soprannaturali nei fenomeni più comuni; il silenzio della
solitudine, i dirupi
scoscesi, lo stormir della foresta, il soffio impetuoso
dell’uragano, l’eco delle
montagne, la forma fantastica delle nubi, le ombre, i
miraggi, tutto infine si
presta all’illusione, per le immaginazioni semplici ed
ingenue, che raccontano
in buona fede ciò che esse hanno visto oppure credettero
di vedere. Ma vicino
alla finzione sta la realtà; e lo studio serio dello
spiritismo aiuta per l’appunto
a scioglierla da tutti i ridicoli accessori della
superstizione.
91
19) La
vista degli spiriti si produce nello stato normale, o solamente nello
stato estatico?
“Essa può aver luogo in condizioni perfettamente normali;
tuttavia, coloro che
li vedono sono molte volte in uno stato che si avvicina
all’estasi, e che
permette loro una doppia vista”. (Vedi Il Libro degli
Spiriti, n. 447).
20) Coloro
che vedono gli spiriti, li vedono per mezzo degli occhi?
“Essi lo credono, ma in realtà è l’anima che vede, e ciò
viene provato dal fatto
che si può vederli con gli occhi chiusi”.
21) Come
può lo spirito rendersi visibile?
“Il principio è lo stesso di tutte le manifestazioni; esso
dipende dalle proprietà
del perispirito, che può subire diverse modificazioni, a
piacimento dello
spirito”.
22) Può lo
spirito propriamente detto rendersi visibile, oppure lo può solo
con l’aiuto del perispirito?
“Nel vostro stato materiale, gli spiriti non possono
manifestarsi a voi, se non
con l’aiuto del loro involucro semi materiale, perché
questo è l’intermediario
col quale agiscono sui vostri sensi. Sotto quest’involucro
essi appaiono
talvolta sotto l’una o l’altra forma umana, sia nei sogni,
sia allo stato di veglia:
tanto nella luce che nell’oscurità”.
23) Si
potrebbe dire che lo spirito si rende visibile per la condensazione del
fluido del perispirito?
“Condensazione non è la vera espressione. E’ piuttosto un
paragone, che può
aiutarvi a farvi capire i fenomeni, poiché in realtà non
vi è condensazione. Per
mezzo della combinazione dei fluidi, si produce nel
perispirito un particolare
fenomeno, che non ha simili presso di voi e che lo rende
percettibile”.
24) Gli
spiriti che appaiono non si possono mai afferrare, né toccare?
“Non si possono afferrare, come succede in sogno, nel loro
stato normale;
tuttavia, possono fare impressione sul tatto e lasciare
tracce della loro
presenza, ed anche, in certi casi, diventare
momentaneamente tangibili, il che
prova che tra loro e voi vi è una materia”.
25) E’
possibile a tutti vedere gli spiriti?
“Nel sonno sì, ma non allo stato di veglia. Nel sonno
l’anima vede senza
intermediario; nella veglia essa è più o meno influenzata
dall’organismo, e
perciò le condizioni non sono identiche”.
92
26) Da che
cosa dipende la facoltà di vedere gli spiriti durante la veglia?
“Questa facoltà dipende dall’organismo e dalla facilità,
più o meno grande,
che ha il fluido del veggente di combinarsi con quello
dello spirito. Così, non
basta allo spirito voler mostrarsi; occorre che egli trovi
nella persona alla
quale vuol farsi vedere l’attitudine necessaria”.
- Può
questa facoltà svilupparsi con l’esercizio?
“Essa lo può come tutte le altre facoltà; ma è una di
quelle per le quali vale
meglio aspettare lo sviluppo naturale che non provocarlo,
nel timore di
eccitare troppo l’immaginazione. La vista generale e
permanente degli spiriti è
eccezionale, e non si trova nelle condizioni normali
dell’uomo”.
27) E’
possibile provocare l’apparizione degli spiriti?
“Qualche volta si può, ma molto raramente. Essa è quasi
sempre spontanea.
Per poterlo fare, occorre essere dotati d’una facoltà
speciale”.
28) Possono
gli spiriti rendersi visibili sotto un’altra apparenza che non sia
la forma umana?
“La forma umana è la forma normale. Lo spirito può
variarne l’apparenza, ma
il tipo è sempre l’umano”.
- Non
possono essi manifestarsi sotto forma di fiamma?
“Essi possono produrre fiamme e luci, come qualsiasi altro
effetto, per
attestare la loro presenza; ma le suddette luci non sono
gli spiriti. La fiamma
non è, spesso, che un miraggio od un’emanazione del
perispirito; non ne
sarebbe in tutti i casi che una parte; il perispirito non
appare intero se non
nelle visioni”.
29) Che
cosa dobbiamo pensare della credenza che attribuisce i fuochi fatui
alla presenza di anime o spiriti?
“Superstizione prodotta dall’ignoranza. La causa fisica
dei fuochi fatui è
abbastanza nota”.
- La fiamma
cerulea che apparve, a quanto si dice, sulla testa di Servio
Tullio fanciullo, è una leggenda od una realtà?
“Una realtà, essa era prodotta dallo spirito familiare,
che voleva avvertire la
madre. Questa madre, medium veggente, aveva visto un
raggio dello spirito
protettore di suo figlio. Non tutti i medium veggenti
vedono con la stessa
intensità, allo stesso modo che i vostri medium scriventi
non scrivono tutti la
stessa cosa. Mentre questa madre vedeva una fiamma
soltanto, un altro
medium avrebbe potuto vedere il corpo stesso dello
spirito”.
30) Potrebbero
gli spiriti presentarsi sotto forma di animali?
93
“Ciò può accadere; ma sono sempre spiriti bassissimi
quelli che assumono
queste apparenze. In tutti i casi, questa non potrebbe
essere che una
apparenza momentanea; giacché sarebbe assurdo il credere
che un vero
animale potesse essere l’incarnazione d’uno spirito umano
qualunque. Gli
animali sono sempre animali, e niente altro”.
Osservazione. - La
sola superstizione può far credere che certi animali
siano animati dagli spiriti; e occorrerebbe
un’immaginazione ben
compiacente e ben fervida, per vedere qualche cosa di
soprannaturale nelle
circostanze, un poco bizzarre, nelle quali essi qualche
volta si presentano; ma
la paura fa sovente vedere ciò che non esiste. La paura
non è però sempre
sorgente di questa idea. Abbiamo conosciuto una signora,
intelligentissima
del resto, che era oltre misura affezionata ad un grosso
gatto nero, perché lo
credeva d’una natura al disopra dell’animale. Essa
non aveva mai inteso
parlare di spiritismo, altrimenti avrebbe capito il
ridicolo della causa di sua
predilezione, conoscendo per prova l’impossibilità d’una
simile metamorfosi.
Saggio teorico sulle apparizioni
101 - Le manifestazioni
apparenti più ordinarie hanno luogo nel sonno; sono
visioni che si manifestano per mezzo dei sogni. Non entra
nel compito nostro
l’esaminare tutte le particolarità che possono presentare
i sogni; le
riassumeremo dicendo che i sogni possono essere: una
visione attuale delle
cose presenti od assenti; una visione retrospettiva del
passato, e, in qualche
caso eccezionale, un presentimento dell’avvenire. Altre
volte possono essere
quadri allegorici, che gli spiriti fanno passare sotto i
nostri occhi per darci
utili avvertimenti e consigli salutari, se essi sono buoni
spiriti; o per indurci in
errore e lusingare le nostre passioni, se sono spiriti
imperfetti o bassi. La
teoria seguente si applica ai sogni, come a tutti gli
altri casi di apparizione
(vedi Il Libro degli Spiriti, n. 400 e seguenti).
L’interpretazione dei sogni non è che frutto di
superstizione.
102 - Le apparizioni,
propriamente dette, hanno luogo allo stato di veglia, ed
allorché si gode della pienezza e dell’intera libertà
delle proprie facoltà. Esse si
presentano generalmente sotto una forma vaporosa e
diafana, qualche volta
vaga e imprecisa; in principio, appare soltanto una tenue
luce biancastra, i cui
94
contorni si disegnano a poco a poco. Altre volte, le forme
sono nettamente
accentuate, e si distinguono i più piccoli tratti del
viso, al punto da poterne
fare una precisissima descrizione. Il portamento e
l’aspetto sono somiglianti a
quelli che aveva lo spirito quando era in vita.
Potendo prendere tutte le apparenze, lo spirito si
presenta sotto quella che gli
serve meglio per farsi riconoscere, se tale è il suo
desiderio, Così, quantunque
come spirito non abbia più alcuna infermità corporale, si
mostrerà storpio,
zoppo, gobbo, ferito e con cicatrici, se ciò fosse
necessario per constatare la
sua identità. Esopo, per esempio, come spirito non è
deforme; ma se lo si
evoca nel suo essere di Esopo (quand’anche avesse avuto
in seguito molte
esistenze), egli
apparirà brutto e gobbo, e con il costume tradizionale.
Una cosa notevole è che, a meno di circostanze
particolari, le parti meno
disegnate sono le membra inferiori, mentre la testa, il
tronco, le braccia e le
mani sono sempre nettamente accentuate. Infatti, non si
vedono quasi mai
camminare, ma scivolare come ombre. Quanto al costume, si
compone quasi
sempre d’un panneggiamento terminante in lunghe pieghe
svolazzanti; tale
almeno, unitamente ad una capigliatura ondeggiante e
graziosa, è l’apparenza
degli spiriti che nulla hanno conservato delle cose
terrestri; ma gli spiriti
volgari, quelli che furono da noi conosciuti, hanno generalmente
il vestimento
che essi avevano nell’ultimo periodo della loro esistenza.
Spesso hanno
attributi caratteristici della loro elevazione, come
un’aureola, oppure le ali,
per quelli che si possono considerare come angeli; mentre
altri hanno quelli
che richiamano le loro occupazioni terrestri. Così, un
guerriero potrà apparire
con la sua armatura, uno scienziato con dei libri, un
assassino con un pugnale,
ecc... Gli spiriti superiori hanno una fisionomia bella,
nobile, serena; gli infimi
hanno qualche cosa di feroce e di bestiale, e qualche
volta portano ancora le
tracce dei delitti che hanno commessi o dei supplizi che
hanno subito. La
questione del vestimento e di tutti gli oggetti accessori,
è forse quella che
sorprende di più. Noi vi ritorneremo in un capitolo
speciale, perché essa si
lega ad altri fatti importantissimi.
103 - Abbiamo detto che
l’apparizione ha qualche cosa di vaporoso; in certi
casi, si potrebbe paragonare all’immagine riflessa in uno
specchio non
argentato; immagine che, malgrado la sua nettezza, non
impedisce di vedere
attraverso di lei gli oggetti che vi stanno dietro.
Generalmente, i medium
veggenti li distinguono in questa forma: essi li vedono
andare, venire, entrare
in un appartamento od uscirne, circolare tra la folla dei
viventi, avendo l’aria,
almeno per gli spiriti inferiori, di prender parte attiva
a tutto ciò che succede
intorno ad essi, di interessarsi e di ascoltare ciò che si
dice. Sovente si vedono
95
avvicinare una persona, suggerirle idee, influenzarla,
consolarla se sono
buoni, schernirla se sono cattivi, mostrarsi tristi o
contenti dei risultati che
ottengono; in una parola, è come un facsimile del mondo
corporeo. Tale è
questo mondo occulto che ci attornia, in mezzo al quale
viviamo senza
dubitarne, come viviamo, senza maggiormente dubitarne, in
mezzo alle
miriadi d’insetti e corpuscoli del mondo microscopico.
Il microscopio ci rivela un mondo di esseri infinitamente
piccoli, di cui non
avevamo idea; lo spiritismo, aiutato dai medium veggenti,
ci rivela il mondo
degli spiriti, il quale è pure una delle forze attive
della natura. Con l’aiuto dei
medium veggenti, abbiamo potuto studiare il mondo
invisibile, iniziarci alle
sue abitudini, come un popolo di ciechi potrebbe studiare
il mondo visibile,
con l’aiuto di qualche uomo che godesse della vista (vedi
più appresso, al
capitolo sui Medium, l’articolo concernente i Medium
veggenti).
104 - Lo spirito che
vuole, o può, apparire, riveste qualche volta una forma
ancora più netta, avente tutte le apparenze d’un corpo
solido, al punto di
produrre un’illusione completa e di far credere che si ha
davanti un essere
corporeo. In qualche caso, infine, e in determinate
circostanze, la tangibilità
può diventare reale, vale a dire che è possibile toccare,
palpare, sentire la
stessa resistenza, il medesimo calore che distinguono un
corpo vivente, ciò
che non gli impedisce di svanire con la rapidità del
baleno. In questo caso, la
sua presenza viene constatata non solo dalla vista, ma
anche dal tatto.
Qualora si potesse attribuire all’illusione, o ad una
sorta di fascinazione,
l’apparizione semplicemente visuale, il dubbio non sarebbe
più permesso,
quando si può afferrarla, palparla, quando essa stessa vi
ghermisce e vi
stringe. I fatti di apparizioni tangibili sono i più rari;
ma quelli che avvennero
in questi ultimi tempi, per l’influenza di qualche medium
possente (fra gli
altri il signor Home) e
che hanno tutta l’autenticità di testimonianze
irrecusabili, provano e spiegano ciò che la storia
riferisce al riguardo di
persone, che si sono mostrate dopo la loro morte, con
tutte le apparenze della
realtà. Del resto, come abbiamo detto, per quanto
straordinari siano simili
fenomeni, ne scompare tutto il meraviglioso, quando si
conosce la maniera
nella quale si producono, e si capisce che, ben lungi
dall’essere una eccezione
alle leggi della natura, essi ne sono una nuova
applicazione, o almeno
conosciuta come nuova.
105 - Per sua natura, e
nel suo stato normale, il perispirito è invisibile, ed ha
questo in comune con una quantità di fluidi, che noi
sappiamo esistere,
quantunque non li abbiamo mai visti; ma egli, come certi
altri fluidi, può
96
anche subire modificazioni che lo rendono percettibile
alla vista, sia per
mezzo d’una specie di condensazione, sia per mezzo d’un
cambiamento nella
disposizione molecolare, allora egli ci appare sotto una
forma vaporosa. La
condensazione (non converrebbe prendere questa parola
alla lettera; non
l’impieghiamo se non in mancanza d’altra e a titolo di
paragone), secondo
noi, può essere tale, che il perispirito acquisti le
proprietà di un corpo solido e
tangibile; ma egli può istantaneamente riprendere il suo
stato etereo ed
invisibile. Noi possiamo renderci conto di questo effetto
per mezzo di quello
del vapore, che può passare dalla invisibilità allo stato
nebbioso, poi liquido,
poi solido e viceversa.
Questi differenti stati del perispirito sono il risultato
della volontà dello
spirito, e non d’una causa fisica esteriore, come nei
nostri gas. Quando lo
spirito ci appare, egli mette il suo perispirito nello
stato necessario per
renderlo visibile, ma per questo la sua volontà non basta,
poiché la
modificazione del perispirito si opera mediante la sua
combinazione con il
fluido proprio del medium, ora questa combinazione non è
sempre possibile:
questo spiega perché la visibilità degli spiriti non è
generale. Così non basta
che lo spirito voglia mostrarsi; come non basta, che una
persona voglia
vederlo; è necessario che i due fluidi possano combinarsi
e che vi sia tra loro
una specie di affinità; e forse è anche necessario che
l’emissione del fluido
della persona sia abbastanza abbondante, per operare la
trasformazione del
perispirito; e probabilmente occorrono ancora altre
condizioni a noi
sconosciute; è necessario, infine, che lo spirito abbia il
permesso di farsi
vedere a tale persona, ciò che non sempre gli è accordato,
o lo è solamente in
certe circostanze, per motivi che noi non possiamo ancora
conoscere.
106 - Un’altra proprietà
del perispirito, inerente alla sua natura eterea, è la
penetrabilità. Nessuna materia gli fa ostacolo; egli le
attraversa tutte, come la
luce attraversa i corpi trasparenti. Ecco perché non vi è
chiusura che possa
opporsi all’entrata degli spiriti: essi vanno a visitare
il carcerato nella sua
prigione, facilmente quanto l’uomo che si trova fra i
campi.
107 - Le apparizioni allo
stato di veglia non sono né rare né nuove; ve ne
furono in tutti i tempi; la storia ne ricorda un gran
numero; ma, senza risalire
tanto indietro nel tempo, esse sono frequentissime anche
ai giorni nostri, e
molte persone ne ebbero, quantunque sulle prime le abbiano
considerate
come allucinazioni. Esse sono soprattutto frequenti nei
casi di morte di
persone assenti, che vengono a visitare i loro parenti od
amici. Spesso, esse
non hanno scopo determinato, ma si può dire che, in
generale, gli spiriti che
97
compaiono in questa forma, sono attratti dalla simpatia.
Poche sono le
persone che non abbiano conoscenza di qualche fatto di
questo genere, la cui
autenticità non potrebbe essere messa in dubbio.
108 - Aggiungeremo alle
considerazioni precedenti, l’esame di alcuni effetti
ottici, che diedero luogo al singolare sistema degli Spiriti
globuli.
L’aria non è sempre d’una limpidezza assoluta, e vi sono
circostanze in cui le
correnti delle molecole aeriformi e la loro agitazione
prodotta dal calore, sono
perfettamente visibili. Alcuni hanno scambiato questo
fenomeno per
moltitudini di spiriti agitantisi nello spazio. Basta
spiegare il motivo che ha
fatto nascere questa opinione per confutarla. Ma vi è un
altro genere di
illusione non meno bizzarra contro la quale è anche
conveniente essere
premuniti. L’umore acquoso dell’occhio offre dei punti
appena percettibili che
hanno perduto la loro trasparenza. Questi punti sono come
corpi opachi in
sospensione nel liquido, del quale essi seguono i
movimenti. Essi producono
nell’aria ambiente e a distanza, per l’effetto
dell’ingrandimento e della
rifrazione, l’apparenza di piccoli dischi variabili da uno
a dieci millimetri di
diametro, e che pare nuotino nell’atmosfera. Abbiamo visto
alcuni scambiare
questi dischi per spiriti, che li seguivano e li
accompagnavano dappertutto, e
nel loro entusiasmo prendere per figure le sfumature della
iridescenza, il che è
quasi tanto ragionevole, quanto il vedere una faccia nella
luna.
Una semplice osservazione, proveniente da queste stesse
persone, le
ricondurrà sul terreno della realtà.
Questi dischi o medaglioni, esse dicono, non solo le
accompagnano, ma
seguono tutti i loro movimenti; essi vanno a destra, a
sinistra, in alto, in
basso, o si arrestano secondo il movimento della testa.
Ciò non è
sorprendente; infatti, essendo la sede di ciò che appare
nel globo oculare,
l’immagine deve seguirne i movimenti. Se fossero spiriti,
bisognerebbe
convenire che essi sarebbero costretti ad un compito troppo
meccanico, in
ragione della loro qualità di esseri intelligenti e
liberi; compito assai
fastidioso, anche per spiriti inferiori, ed a più giusta
ragione incompatibile
con l’idea che noi ci facciamo degli spiriti superiori.
Alcuni, è vero, prendono
per cattivi spiriti i punti neri o “mosche amaurotiche”.
Questi dischi, come le macchie nere, hanno un movimento
ondulatorio, il
quale non si scosta giammai dall’ampiezza d’un certo
angolo, e ciò che
aumenta l’illusione, si è che non seguono bruscamente i
movimenti della linea
visuale.
La ragione ne è ben semplice. I punti opachi dell’umore
acquoso, causa prima
98
del fenomeno, sono, come abbiamo detto, tenuti in
sospensione, ed hanno
sempre una tendenza a discendere. Allorché salgono, si è
perché vi sono
sollecitati dal movimento dell’occhio dal basso in alto;
ma arrivati ad una
certa altezza, se l’occhio è fissato, si vedono i dischi
discendere da sé, poi
arrestarsi. La loro mobilità è estrema giacché basta un
impercettibile
movimento dell’occhio, per farli cambiare di direzione, e
far loro percorrere
rapidamente tutta l’ampiezza dell’arco nello spazio ove si
produce l’immagine.
Fintantoché non sia provato che un’immagine possiede un
movimento
proprio, spontaneo ed intelligente, non vi si può scorgere
altro che un
semplice fenomeno ottico o fisiologico.
Lo stesso si dica delle scintille che si producono qualche
volta in manipoli o in
fasci più o meno compatti per mezzo della contrazione dei
muscoli
dell’occhio, e che sono probabilmente dovute
all’elettricità fosforescente
dell’iride, giacché esse sono generalmente circoscritte
nella circonferenza del
disco di questo organo.
Simili illusioni non possono essere che il risultato di
una osservazione
incompleta. Coloro che hanno seriamente studiata la natura
degli spiriti con
tutti i mezzi che dà la scienza pratica, capiranno quanto
in esse vi sia di
puerile. Come noi combattiamo le teorie azzardate, per
mezzo delle quali si
viene ad attaccare le manifestazioni, allorquando queste
teorie sono basate
sull’ignoranza dei fatti, così dobbiamo cercare di
distruggere le false idee, le
quali provano più entusiasmo che riflessione, e che, per
ciò appunto, fanno
più male che bene presso gli increduli, già così disposti
a cercare il lato
ridicolo.
109 - Il perispirito,
come si scorge, è il principio di tutte le manifestazioni. La
sua conoscenza ha dato la spiegazione di una quantità di
fenomeni e ha fatto
fare un passo immenso alla scienza spiritica, facendola
entrare in una via
nuova, e togliendole ogni carattere arcano o meraviglioso.
Noi vi abbiamo
trovato, per mezzo degli spiriti stessi (poiché occorre
notare che essi ci hanno
messo su questa strada),
la spiegazione dell’azione dello spirito sopra la
materia, del movimento dei corpi inerti, dei rumori e
delle apparizioni. Noi vi
troveremo ancora quella di molti altri fenomeni che ancora
dobbiamo
esaminare, prima di passare allo studio delle
comunicazioni propriamente
dette. Essi si capiranno tanto più facilmente quanto
meglio ci saremo prima
resi conto delle cause. Se questo principio fu ben capito,
se ne farà più
facilmente l’applicazione ai diversi fatti, che potrebbero
eventualmente
presentarsi all’osservatore.
99
110 - Noi siamo lontani
dal ritenere la nostra teoria come assoluta e come se
fosse l’ultima parola sulla questione; essa sarà senza
dubbio completata o
rettificata più tardi con nuovi studi. Ma per quanto
imperfetta ed incompleta
essa sia al giorno d’oggi, può sempre aiutare a renderci
ragione della
possibilità dei fatti, per mezzo di cause che nulla hanno
di soprannaturale. Se
poi viene creduta un’ipotesi, non le si potrebbe tuttavia
rifiutare il merito
della razionalità e della probabilità, e ciò vale assai
più di tutte le spiegazioni
dei negatori, per provare che nei fenomeni spiritici tutto
è pura illusione,
fantasmagoria e sotterfugio.
Teoria dell’allucinazione
111 - Coloro che non
ammettono il mondo incorporeo ed invisibile, credono di
spiegare tutto con la parola allucinazione. La
definizione di questa parola è
conosciuta: un errore, un’illusione d’una persona che
crede di avere delle
percezioni che in realtà non ha (dal latino
hallucinari, errare, composto delle
parole ad lucem); ma
gli scienziati non ne hanno ancora, per quanto ne
sappiamo, spiegata la ragione fisiologica.
Pare che l’ottica e la fisiologia non abbiano più per essi
alcun segreto; come
può essere dunque che non ci abbiano ancora spiegata la
natura e la sorgente
delle immagini che si offrono allo spirito in certe
circostanze?
Essi vogliono tutto spiegare con le leggi della materia, e
sia; ma almeno ci
diano, sulla scorta di queste leggi, una teoria
dell’allucinazione: buona o
cattiva, essa sarà sempre una spiegazione.
112 - La causa dei sogni
non fu mai spiegata dalla scienza; essa li attribuisce
ad un effetto dell’immaginazione; ma non ci dice,
peraltro, che cosa sia
quest’immaginazione, né come essa produca queste immagini,
così chiare e
così nette, come talvolta ci appaiono. E’ un volere
spiegare una cosa che non è
conosciuta, per mezzo di un’altra parimenti ignota; la
questione resta dunque
tutta intera. Si dice che il sogno sia un ricordo delle
preoccupazioni del
giorno; ma quand’anche si volesse ammettere questa
soluzione, la quale poi
non è tale, rimarrebbe ancora da scoprire che cos’è questo
specchio magico
che conserva così bene l’impronta delle cose. Come
spiegare, soprattutto,
quelle visioni delle cose reali che non si sono mai viste
allo stato di veglia, ed
alle quali pure non si è mai pensato? Solo lo spiritismo
poteva darci la chiave
di questo bizzarro fenomeno, che passa inosservato a causa
della sua stessa
100
volgarità, come tutte le meraviglie della natura che noi
schiacciamo sotto i
piedi.
Gli scienziati sdegnarono di occuparsi dell’allucinazione;
che essa sia reale o
no, è però sempre un fenomeno che la fisiologia deve poter
spiegare, sotto
pena di confessare la sua insufficienza. Se verrà un
giorno in cui uno
scienziato s’impegni per darne non una definizione,
intendiamoci bene, ma
una spiegazione fisiologica, noi dovremo ancora vedere se
la sua teoria risolve
tutti i casi; non tralasci egli, soprattutto, i fatti così
comuni d’apparizioni di
persone al momento della loro morte ai loro cari; ci dica,
come può accadere
la coincidenza dell’apparizione, con la morte della
persona? Quando si
trattasse soltanto d’un fatto isolato, si potrebbe
attribuirlo all’azzardo, ma
poiché è frequentissimo, il caso non ha di queste
ripetizioni. Se ancora, colui
che vede l’apparizione, avesse l’immaginazione colpita
dall’idea che la
persona deve morire, sta bene; ma quella che appare è più
spesso la persona
alla quale egli pensa meno: dunque, l’immaginazione non
c’entra per nulla.
Ancora meno si possono spiegare per mezzo
dell’immaginazione le
circostanze della morte, di cui non si ha alcuna idea.
Diranno forse i partigiani
dell’allucinazione che l’anima (se pur anche ammettono
un’anima) ha dei
momenti di sovreccitazione, in cui le sue facoltà sono
esaltate?
Siamo d’accordo, ma quando quello che essa vede è reale,
il fenomeno non
può più attribuirsi ad un’illusione. Se, nella sua
esaltazione, l’anima vede una
cosa che non le è presente, è segno che essa si trasporta:
ma, se la nostra
anima può trasportarsi verso una persona assente, perché
l’anima di questa
persona assente non dovrebbe potersi trasportare verso di
noi? Noi li
invitiamo a tener conto, nella loro teoria
dell’allucinazione, di questi fatti, e a
non dimenticare che una teoria alla quale si possono
opporre fatti contrari, è
necessariamente falsa ed incompleta. Aspettando la loro
spiegazione, noi
cercheremo intanto di porgere qualche idea su questo
argomento.
113 - I fatti ci provano,
che vi sono vere apparizioni, che la teoria spiritica ci
spiega perfettamente, e che possono essere negate soltanto
da coloro che
niente ammettono all’infuori dell’organismo materiale; ma
accanto alle
visioni reali vi sono forse allucinazioni nel senso vero
della parola? Non vi è
alcun dubbio. Quale ne è dunque la sorgente? Gli spiriti
stessi ci metteranno
sulla strada poiché la spiegazione ci sembra completamente
contenuta nelle
risposte fatte alle seguenti questioni:
- Le
visioni sono sempre reali, o sono qualche volta l’effetto
dell’allucinazione? Quando, per esempio, si vede in sogno
od altrimenti il
diavolo, o altre cose fantastiche, che non esistono, non è
questo un prodotto
101
dell’immaginazione?
“Sì, qualche volta. quando si è colpiti da certe letture o
da storie di diavolerie
che c’impressionano, ce ne ricordiamo, e crediamo di
vedere ciò che non
esiste. Ma noi abbiamo anche detto che lo spirito, sotto
il suo involucro semi
materiale, può prendere ogni sorta di forme per
manifestarsi. Uno spirito
beffardo può, dunque, apparire con le corna e con gli
artigli, se ciò gli fa
piacere, per farsi giuoco della credulità; come un buono
spirito può mostrarsi
con le ali ed in sembianze raggianti”.
- Possono
considerarsi come apparizioni le figure ed altre immagini che si
presentano sovente tra il sonno e la veglia o
semplicemente quando si
chiudono gli occhi?
“Allorché i sensi si intorpidiscono, lo spirito si libera,
e può vedere lontano o
vicino ciò che non potrebbe vedere con gli occhi corporei.
Queste immagini
sono il più delle volte visioni, ma esse possono anche
essere un effetto delle
impressioni che la vista di certi oggetti ha lasciato nel
cervello che ne conserva
le tracce, come conserva quella dei suoni. Lo spirito
sciolto vede allora nel
proprio cervello queste impronte che vi si fissarono come
un’immagine
fotografica. La loro varietà e la loro mescolanza formano
un assieme bizzarro
e fuggitivo, che si cancella quasi subito malgrado gli
sforzi che si fanno per
ritenerli. E’ ad una simile causa che conviene attribuire
certe apparizioni
fantastiche, che non hanno niente di reale e che si
producono spesso nello
stato di malattia”.
E’ cosa ben certa che la memoria è il risultato delle
impronte conservate dal
cervello; ora, per qual singolare fenomeno queste impronte
così variate e così
molteplici non si confondono? E’ questo un mistero
impenetrabile, non più
strano di quello delle onde sonore, che si incrociano
nell’aria, e tuttavia
rimangono distinte. In un cervello sano e ben organizzato,
queste impronte
sono nette e precise; in uno stato meno favorevole, esse
si cancellano e si
confondono; donde la perdita della memoria o la confusione
delle idee. Ciò
sembra ancora meno straordinario se si ammette, come nella
frenologia, una
destinazione speciale ad ogni parte, e perfino ad ogni
fibra del cervello.
Le immagini arrivate al cervello per via degli occhi vi
lasciano dunque
un’impronta, la quale fa sì che ci ricordiamo di un
quadro, come se lo
avessimo ancora avanti a noi; ma e sempre una questione di
memoria,
giacché non lo vediamo.
Ora, in certi stati d’emancipazione, l’anima vede nel
cervello, e vi ritrova
queste immagini, soprattutto quelle che l’hanno
maggiormente colpita,
102
secondo la natura della preoccupazione, o le disposizioni
dello spirito; in tal
modo, essa vi ritrova l’impronta di scene religiose,
diaboliche, drammatiche,
mondane, bizzarre figure di animali, che essa ha visto in
altra epoca, in
pittura od anche in racconto, giacché anche i racconti lasciano
delle impronte.
Così l’anima vede realmente, ma essa vede soltanto
un’immagine fotografata
nel cervello. Nello stato normale, queste immagini sono
fuggitive ed effimere,
perché tutte le parti cerebrali funzionano liberamente; ma
nello stato di
malattia, il cervello è sempre più o meno indebolito, non
esiste equilibrio fra
tutti gli organi; alcuni soltanto conservano la loro
attività, mentre gli altri
sono in certo modo paralizzati; di qui la permanenza di
alcune immagini, che
non sono cancellate, come nello stato normale, dalle
preoccupazioni della vita
esteriore. E’ questa la vera allucinazione e la causa
prima delle idee fisse.
Come si vede, noi abbiamo reso conto di questa anomalia,
con una legge tutta
fisiologica e conosciutissima, cioè quella delle impronte
cerebrali; ma siamo
sempre stati costretti a farvi intervenire l’anima; ora,
se i materialisti non
hanno ancora potuto dare una soddisfacente soluzione di
questo fenomeno, è
perché non vogliono ammettere l’anima; e certo essi
diranno che la nostra
spiegazione è errata, perché noi poniamo per principio ciò
che da essi è
contestato; ma è tuttavia ammesso dalla immensa
maggioranza, dal momento
che vi sono uomini sopra la terra, e la negazione di
qualcuno non può far
testo.
La nostra spiegazione è buona? Noi la diamo per quanto
ella può valere, in
mancanza di un’altra, e, se si vuole, a titolo di semplice
ipotesi, in attesa di
meglio. Così come è, essa rende ragione di tutti i casi di
visione? Certamente
no, e noi sfidiamo tutti i fisiologi a darne una sola,
presa dal loro punto di
vista esclusivo, che li risolva tutti; poiché quando essi
hanno pronunziato le
loro sacramentali parole di sovreccitazione e di
esaltazione, essi non hanno
detto nulla; dunque, se tutte le teorie dell’allucinazione
sono insufficienti per
spiegare tutti i fatti, bisogna convenire che vi è qualche
altra cosa, all’infuori
della allucinazione propriamente detta. La nostra teoria
sarebbe falsa, se noi
l’applicassimo a tutti i casi di visione, perché ve ne
sono di quelli che
verrebbero a contraddirla; ma essa può essere giusta se è
ristretta a certi
effetti.
103
7 - BICORPOREITA’ E TRASFIGURAZIONE
Apparizioni dello spirito dei viventi - Uomini doppi -
Sant’Alfonso
de’ Liguori e Sant’Antonio da Padova - Vespasiano -
Trasfigurazione Invisibilità.
114 - Questi due fenomeni
sono varietà di quello delle manifestazioni visive, e
per quanto meravigliosi possano sembrare a tutta prima, si
riconoscerà
facilmente dalla spiegazione che ne può essere data, che
non escono
dall’ordine dei fenomeni naturali.
Essi sono ambedue basati su questo principio, che tutto
quanto fu detto sulle
proprietà del perispirito dopo la morte, si applica al
perispirito dei viventi.
Noi sappiamo che durante il sonno lo spirito riacquista in
parte la sua libertà,
vale a dire che egli si isola dal corpo, ed è in questo
stato che noi abbiamo
avuto molte volte l’occasione di osservarlo. Ma lo spirito
(sia morto o vivente
l’uomo) ha
sempre il suo involucro semi materiale, il quale, per le stesse cause
che noi abbiamo descritte, può acquistare la visibilità e
la tangibilità. Alcuni
fatti molto positivi non possono lasciare alcun dubbio su
questo punto;
citeremo soltanto qualche esempio da noi personalmente
conosciuto, e di cui
possiamo garantire l’esattezza, ciascuno essendo in
facoltà di raccoglierne di
analoghi tra i propri ricordi.
115 - La moglie d’uno dei
nostri amici vide più volte, durante la notte, entrare
nella sua camera, fosse essa illuminata o buia, una
fruttivendola dei dintorni,
che ella conosceva di vista, ma alla quale non aveva mai
parlato. Questa
apparizione le provocò grande spavento, tanto più che in
quell’epoca ella non
conosceva ancora lo spiritismo, e questo fenomeno si
rinnovò molto spesso.
La fruttivendola era, naturalmente, viva, e probabilmente
a quell’ora dormiva.
Mentre il suo corpo materiale era a casa sua, il suo
spirito ed il suo corpo
fluidico erano in casa di questa signora. Il motivo di
queste visite non si
conosce. In simile caso, uno spiritista iniziato a queste
cose, glielo avrebbe
domandato, ma essa non vi pensò. Ogni volta l’apparizione
si eclissò senza
che la signora ne sapesse il come, ed ogni volta dopo la
sua scomparsa ella
volle assicurarsi che tutte le porte fossero perfettamente
chiuse, e che nessuno
avesse potuto introdursi nel suo appartamento. Questa
precauzione le provò
che ella era ben sveglia, e che non era la vittima di un
sogno.
Altre volte, ella vide nello stesso modo un uomo che non
conosceva; un
104
giorno, poi, vide suo fratello, che era allora in
California: aveva talmente
l’apparenza d’una persona vivente, che ella, al primo
momento, credette al
suo ritorno e volle rivolgergli la parola, ma egli
disparve senza lasciargliene il
tempo. Una lettera ricevuta in seguito le provò che non
era morto. Questa
signora era un medium veggente naturale, ma a quest’epoca,
come abbiamo
detto, essa non aveva giammai inteso parlare di medium.
116 - Un’altra signora
che abita in provincia, essendo gravemente malata,
vide una sera, verso le dieci, un signore attempato che
abitava nella sua stessa
città, che ella incontrava talvolta in società, ma senza
alcuna relazione
d’intimità. Questo signore, seduto in una poltrona ai
piedi del suo letto, di
tanto in tanto prendeva una presa di tabacco, avendo
l’aria di vegliarla.
Sorpresa di una tale visita a simile ora, ella volle
domandargliene il motivo,
ma il signore le fece cenno di non parlare e di dormire.
Varie volte ella volle
indirizzargli la parola, ed ogni volta si ripeté la stessa
raccomandazione.
Infine, ella finì con l’addormentarsi. Dopo qualche
giorno, essendo ristabilita,
ella ricevette la visita di quello stesso signore, ma ad
un’ora più conveniente, e
questa volta era proprio lui in persona, con gli stessi
abiti, la stessa
tabacchiera, ed esattamente gli stessi modi. Persuasa che
egli fosse venuto
durante la sua malattia, lo ringraziò della pena che si
era dato. Il signore,
sorpreso, le rispose che da molto tempo non aveva avuto il
piacere di vederla.
La signora, che conosceva i fenomeni spiritici, capì
allora la cosa; ma non
volendo entrare con lui in spiegazioni, si accontentò di
dirgli che
probabilmente aveva sognato. E’ proprio quello che è più
probabile, diranno
gli increduli; ma rimane sempre cosa accertata che questa
signora non
dormiva affatto, come non dormiva l’altra, menzionata più
sopra. Allora ella
sognava da sveglia; in altri termini, aveva una
allucinazione. Ecco la grande
parola, la spiegazione universale di tutto ciò che non si
capisce. Avendo noi
già sufficientemente combattuto quest’obiezione,
proseguiamo.
117 - Ecco un altro fatto
più caratteristico, e noi saremmo curiosi di vedere
come si potrebbe spiegarlo con il puro gioco
dell’immaginazione.
Un signore abitante in provincia non aveva mai voluto
prendere moglie,
malgrado le istanze della sua famiglia. Questa aveva particolarmente
insistito
presso di lui affinché sposasse una persona abitante in
una vicina città, e che
egli non aveva mai vista. Un giorno, essendo nella sua
camera, fu tutto
sorpreso di vedersi in presenza di una giovane fanciulla,
vestita di bianco, con
la testa ornata d’una corona di fiori. Ella gli disse che
era la sua fidanzata, gli
tese la mano, ch’egli prese nella sua, e nella quale vide
un anello. In capo a
105
qualche istante tutto disparve. Sorpreso di questa
apparizione, ed essendosi
assicurato di essere ben sveglio, si informò se qualcuno
era venuto nella
giornata; la risposta fu che non era venuto nessuno. Un
anno dopo, cedendo a
nuove sollecitazioni da parte d’un parente, egli si decise
di andare a vedere la
fanciulla che gli era stata proposta in moglie. Egli
arrivò nel giorno del
Corpus Domini; era
il momento in cui si ritornava dalla processione, ed
una delle prime persone che vide entrando nella casa, fu
una ragazza, quella
che gli era apparsa: era vestita nella stessa maniera e
per di più il giorno
dell’apparizione era stato pure quello del Corpus
Domini. Egli restò
interdetto, e dal canto suo la ragazza gettò un grido e
svenne. Tornata in sé,
disse che aveva già visto quel signore nello stesso giorno
dell’anno precedente.
Il matrimonio fu concluso. Ciò accadeva nell’anno 1835; in
tale epoca non si
parlava ancora di spiriti, e d’altra parte ambedue i
protagonisti sono persone
molto positive e di prudente immaginazione.
Si dirà forse che l’uno e l’altra avevano lo spirito
colpito dall’idea dell’unione
proposta, e che questa preoccupazione determinò
un’allucinazione; ma non
bisogna dimenticare che il marito vi era tanto
indifferente da stare un anno
senza andare a vedere la sua futura sposa. E qualora si
volesse ammettere
questa ipotesi, resterebbe da spiegare la doppia
apparizione, la coincidenza
dell’abbigliamento con il giorno del Corpus Domini,
ed infine il
riconoscimento fisico tra persone che non si erano mai
viste, circostanze,
queste, che non possono essere il prodotto dell’immaginazione.
118 - Prima di andare
avanti, dobbiamo rispondere immediatamente ad una
domanda che qualcuno non mancherà di farci, quella cioè di
sapere come può
vivere il corpo mentre lo spirito è assente. Potremmo
rispondere che il corpo
può vivere di vita organica, la quale è indipendente dalla
presenza dello
spirito, e la prova è che le piante vivono e non hanno
spirito; ma dobbiamo
aggiungere che durante la vita, lo spirito non è mai
completamente staccato
dal corpo. Gli spiriti, nella stessa maniera di certi medium
veggenti,
riconoscono lo spirito d’una persona vivente grazie ad una
striscia luminosa
che fa capo nel suo corpo, fenomeno che non ha mai luogo
quando il corpo è
morto, poiché allora la separazione è completa. E’ per
questa comunicazione
che lo spirito viene avvertito all’istante, a qualunque
distanza egli sia, del
bisogno che il corpo può avere della sua presenza, ed
allora egli vi ritorna con
la celerità del baleno. Ne risulta che il corpo non può
mai morire durante
l’assenza dello spirito, e che non può mai capitare che
quest’ultimo, al suo
ritorno, “trovi la porta chiusa”, come hanno scritto
alcuni romanzieri in
racconti di fantasia (Il Libro degli Spiriti, n. 400 e
seguenti).
106
119 - Torniamo ora al
nostro argomento. Lo spirito d’una persona vivente,
isolato dal corpo, può apparire come quello d’una persona
morta, ed avere
tutte le apparenze della realtà; inoltre, per motivi già
spiegati, egli può
acquistare una tangibilità momentanea. Questo fenomeno,
designato sotto il
nome di bicorporeità, diede luogo alle storie degli
uomini doppi, vale a dire
di individui la cui presenza simultanea fu constatata in
due luoghi differenti.
Eccone due esempi tolti, non dalle leggende popolari, ma
dalla storia
ecclesiastica.
Sant’Alfonso de’ Liguori fu canonizzato prima del tempo
normalmente
richiesto, per essersi mostrato simultaneamente in due
luoghi differenti, il che
passò per un miracolo.
Sant’Antonio da Padova era in Spagna, e nel tempo in cui
egli predicava, suo
padre, che era a Padova, andava al supplizio accusato di
omicidio. Ed ecco
apparire Sant’Antonio, il quale dimostra l’innocenza di
suo padre e fa
conoscere il vero colpevole, che subisce più tardi il suo
castigo. Fu constatato
che in questo momento Sant’Antonio non aveva lasciato la
Spagna.
Sant’Alfonso, evocato ed interrogato da noi intorno a
questo fatto, così ci
rispose:
1) Potreste
voi darci la spiegazione di questo fenomeno?
“Sì; l’uomo allorché per le sue virtù si è completamente
liberato dall’influenza
della materia e ha elevata la sua anima verso Dio, può
apparire in due luoghi
nello stesso tempo, ed ecco come:
“Lo spirito incarnato, sentendosi in procinto di prender
sonno, può
domandare a Dio di potersi trasportare in un luogo
qualunque. Il suo spirito,
o la sua anima, come volete chiamarlo, abbandona allora il
corpo, seguito da
una parte del perispirito, e lascia la materia immonda in
uno stato vicino alla
morte. Dico vicino alla morte, poiché è restato nel corpo
un legame, che tiene
uniti il perispirito e l’anima alla materia, e questo legame
non può essere
definito. Il corpo appare dunque nel luogo richiesto. Non
credo che
desideriate sapere di più”.
2) Questo
non ci dà la spiegazione della visibilità e della tangibilità del
perispirito.
“Lo spirito, trovandosi sciolto dalla materia secondo il
suo grado d’elevazione,
può rendersi tangibile alla materia”.
107
3) E’
indispensabile il sonno del corpo affinché lo spirito appaia in altri siti?
“L’anima può dividersi allorché si sente portata in un
luogo differente da
quello ove si trova il corpo. Può accadere che il corpo
non dorma, quantunque
ciò sia rarissimo, ma allora il corpo non è mai in uno
stato perfettamente
normale; è sempre in uno stato più o meno estatico”.
Osservazione. - L’anima
non si divide già nel senso letterale della parola;
essa irradia in diverse parti, e può così manifestarsi in
molti punti senza
essere divisa; la stessa cosa succede di una luce che può
simultaneamente
riflettersi in molti specchi.
4) Che
cosa accadrebbe ad un uomo il quale fosse improvvisamente
svegliato, mentre è immerso nel sonno, e il suo spirito
appare altrove?
“Ciò non potrebbe accadere, giacché se qualcuno avesse
l’intenzione di
svegliarlo, lo spirito rientrerebbe nel corpo e
preverrebbe l’intenzione, poiché
lo spirito legge nel pensiero”.
Una spiegazione del tutto identica ci fu data molte volte
dallo spirito di
persone morte o viventi. Sant’Alfonso spiega il fatto
della doppia presenza,
ma non ci dà la teoria della visibilità e della
tangibilità.
120 - Tacito riferisce un
fatto analogo:
Durante il mese che Vespasiano trascorse in Alessandria
per aspettare il
ritorno periodico dei venti d’estate e la stagione in cui
il mare diventa sicuro,
accaddero molti prodigi, per mezzo dei quali si manifestò
il favore dal cielo, e
l’interesse che gli dei sembravano prendere a questo
principe... Questi prodigi
raddoppiarono in Vespasiano il desiderio di visitare il
sacro soggiorno del dio,
per consultarlo sulle faccende dell’impero. Egli ordina
che il tempio sia chiuso
a tutti; entrato egli stesso, e tutt’immerso nell’aspettativa
di ciò che l’oracolo
avrebbe pronunziato, vede, dietro quello, uno dei capi
egiziani, chiamato
Basilide, ch’egli sapeva essere ritenuto ammalato molto
lontano da
Alessandria. S’informa dai sacerdoti se Basilide è venuto
in quel giorno nel
tempio, s’informa dai passanti se qualcuno l’ha visto in
città, infine manda
uomini a cavallo, e si assicura che in quel momento
Basilide, era ad una
distanza di ottanta miglia. Allora egli non dubitò più che
la visione non fosse
soprannaturale, e ritenne il nome di Basilide quale
oracolo. (TACITO, Storie,
Libro IV, Cap. 81 e 82).
108
121 - L’individuo che si
mostra simultaneamente in due luoghi differenti ha
dunque due corpi; ma di questi due corpi uno solo è reale,
l’altro non è che
un’apparenza; si può dire che il primo ha la vita
organica, ed il secondo quella
dell’anima; al risveglio, i due corpi si riuniscono, e la
vita dell’anima rientra
nel corpo materiale. Non sembra possibile, almeno noi non
ne abbiamo alcun
esempio, e la ragione sembra dimostrarlo, che nello stato
di separazione, i due
corpi possano simultaneamente godere, e nello stesso
grado, della vita attiva
ed intelligente. Risulta inoltre, da ciò che noi abbiamo
detto or ora, che il
corpo reale non potrebbe morire mentre il corpo apparente
resterebbe
visibile: l’avvicinarsi della morte richiamando sempre lo
spirito nel corpo, non
fosse altro che per un istante.
Ne risulta egualmente che il corpo apparente non potrebbe
essere ucciso,
giacché non è organico e non è formato di carne e ossa;
esso sparirebbe al
momento in cui gli si volesse dare la morte (1).
(1) Vedere la Revue Spirite gennaio 1859, Il folletto di
Baiona; - febbraio
1859, Gli Ageneri; Il mio amico Hermann; - maggio 1859, Il
legame tra lo
spirito ed il corpo; - novembre 1859, L’Anima errante; -
gennaio 1860, Lo
spirito da una parte e il corpo dall’altra; - marzo 1860,
Studi sopra lo spirito
di persone viventi: il dottor V. e madamigella I.; aprile
1860, Il fabbricante
di Pietroburgo; apparizioni tangibili; - novembre 1860,
Storia di Santa
Maria d’Agreda; - luglio 1861, Una apparizione
provvidenziale.
122 - Passiamo al secondo
fenomeno, quello della trasfigurazione. Esso
consiste nel cambiamento d’aspetto di un corpo vivente.
Ecco, a questo
riguardo, un fatto di cui noi possiamo garantire la
perfetta autenticità, e che
accadde negli anni 1858 e 1859 nei dintorni di
Saint-Etienne.
Una giovane fanciulla di circa 15 anni d’età, fruiva della
singolare facoltà di
trasfigurarsi, vale a dire di prendere in certi momenti
tutte le apparenze di
alcune persone morte. L’illusione era talmente completa,
che si credeva di
avere la persona innanzi a sé, tanto erano simili i tratti
del viso, lo sguardo, il
suono della voce, e persino il dialetto. Questo fenomeno
si è rinnovato
centinaia di volte, senza che la volontà della giovine
ragazza vi entrasse per
niente. Ella prese molte volte l’apparenza di suo fratello
morto qualche anno
prima; ne aveva non solamente la figura, ma la statura ed
il volume del corpo.
Un medico del paese, molte volte testimonio di certi
effetti bizzarri e volendo
assicurarsi di non essere vittima d’una illusione, fece la
seguente esperienza.
109
(Noi abbiamo avuto il racconto dei fatti da lui stesso,
dal padre della
ragazza e da molti altri testimoni oculari stimatissimi e
degnissimi di fede).
Egli ebbe la idea di pesare la ragazza nel suo stato
normale , poi in quello di
trasfigurazione, allorquando ella aveva l’apparenza di suo
fratello dell’età di
20 e più anni, e che era molto più grande e più forte.
Ebbene! Si trovò che, in
quest’ultimo dato, il peso era quasi doppio. L’esperienza
era concludente, ed
era impossibile attribuire questa apparenza ad una
semplice illusione ottica.
Tentiamo di spiegare questo fatto, che una volta si
sarebbe chiamato
miracolo, e che noi chiamiamo semplicemente fenomeno.
123 - La trasfigurazione,
in certi casi, può avere per causa una semplice
contrazione muscolare, che può dare alla fisionomia una
espressione
tutt’affatto diversa, al punto di rendere la persona quasi
irriconoscibile. Noi
l’abbiamo osservata spesso in certi sonnambuli, ma in
questo caso la
trasformazione non è radicale; una donna potrà sembrare
giovane o vecchia,
bella o brutta, ma sarà sempre una donna, e soprattutto il
suo peso non
aumenterà né diminuirà. Nel caso di cui si tratta, è ben
certo che vi è qualcosa
di più; la teoria del perispirito che ci metterà sulla
via.
E’ ammesso, in via di principio, che lo spirito può dare
al suo perispirito tutte
le apparenze; che per una modificazione nella disposizione
molecolare, può
dare la visibilità, la tangibilità e per conseguenza l’opacità;
che il perispirito
d’una persona viva, isolato dal corpo, può subire le
stesse trasformazioni; che
questo cambiamento di stato si opera per la combinazione
dei fluidi.
Immaginiamo ora il perispirito d’una persona viva, non
isolato, ma raggiante
attorno al suo corpo in maniera da avvolgerlo quasi come
un vapore; in
questo stato, egli può subire le stesse modificazioni che
potrebbe subire se ne
fosse separato; se egli perde la sua trasparenza, il corpo
può sparire, diventare
invisibile ed esserne velato come se fosse immerso nella
nebbia.
Egli potrà anche cambiare aspetto e diventare brillante se
tale è la volontà o il
potere dello spirito. Un altro spirito, combinando il
proprio fluido con il
primo, può sostituirvi la propria apparenza, e in maniera
tale, che il corpo
reale scompare sotto un involucro fluidico esteriore, la
cui apparenza può
variare a piacimento dello spirito. Tale sembra essere la
causa vera del
fenomeno strano e raro, conviene dirlo, della
trasfigurazione. Quanto alla
differenza del peso, essa si spiega nello stesso modo che
per i corpi inerti. Il
peso intrinseco del corpo non è variato, poiché la
quantità di materia non è
aumentata; egli subisce l’influenza di un agente
esteriore, che può
aumentarne o diminuirne il peso relativo, come l’abbiamo
spiegato qui sopra
al n. 78 e seguenti. E’ dunque probabile che, se la
trasfigurazione avvenisse
110
sotto l’aspetto d’un bambino, il peso diminuirebbe in
proporzione.
124 - Si capisce che il
corpo possa assumere un’altra apparenza più grande o
della stessa dimensione; ma come potrebbe prenderne una
più piccola, ovvero
quella d’un bambino? In questo caso il corpo reale non
dovrebbe superare i
limiti del corpo apparente? Per questo noi non affermiamo
che il fatto si sia
prodotto; abbiamo solamente voluto mostrare, riferendoci
alla teoria del peso
specifico, che il peso apparente avrebbe potuto diminuire.
Quanto al
fenomeno per se stesso, noi non affermiamo né la sua
possibilità né la sua
impossibilità; ma nel caso in cui dovesse aver luogo, non
si potrebbe negare la
cosa, per il solo motivo che non se ne potrebbe dare una
soddisfacente
soluzione; non bisogna dimenticare che noi siamo ai primi
passi della scienza,
e che essa è ben lontana dall’aver detto la sua ultima
parola su questo punto,
come su molti altri. D’altronde, le parti eccedenti
potrebbero perfettamente
essere rese invisibili.
La teoria del fenomeno dell’invisibilità risulta
naturalmente dalle spiegazioni
precedenti e da quelle che sono state date intorno al
fenomeno degli apporti
(vedi n. 96 e seguenti).
125 - Ci resterebbe da
parlare del singolare fenomeno degli ageneri, che, per
quanto straordinario possa sembrare a tutta prima, non è
più soprannaturale
degli altri.
Ma, siccome l’abbiamo spiegato nella Revue Spirite (febbraio
1859),
crediamo inutile di riprodurne qui i particolari; diremo
solamente che è una
varietà dell’apparizione tangibile; è lo stato di certi
spiriti, i quali possono
rivestire momentaneamente le forme d’una persona vivente,
al punto di
produrre una completa illusione. (Dal greco a
privativo, e geine, geinomai,
generare, che non fu generato).
111
8 - LABORATORIO DEL MONDO INVISIBILE
Abiti degli spiriti - Formazione spontanea di oggetti
tangibili -
Modificazione delle proprietà della materia - Azione
magnetica
curativa.
126 - Noi abbiamo detto
che gli spiriti si presentano vestiti di tuniche, di
panneggiamenti od anche dei loro abiti ordinari. I
panneggiamenti sembrano
essere un abito generale nel mondo degli spiriti. Ma nasce
naturale la
domanda: dove prendono essi gli abbigliamenti in tutto
simili a quelli che
portavano da vivi? E’ ben certo che essi non hanno portato
con sé tali oggetti,
poiché gli oggetti reali sono ancora sotto i nostri occhi;
che origine hanno
dunque quelli che essi portano nell’altro mondo? Questa
questione ha sempre
imbarazzato molto; ma per parecchie persone fu sempre un
oggetto di
semplice curiosità; essa confermava peraltro una questione
di principio d’una
grande importanza, poiché la sua soluzione ci ha messi
sulla strada d’una
legge generale, che trova la sua applicazione anche nel
nostro mondo
corporeo. Molti fatti sono venuti a complicarla e a
dimostrare l’insufficienza
delle teorie che si erano provate.
Si poteva, fino ad un certo punto, rendersi conto
dell’abito, poiché si può
considerare come facente parte, in qualche maniera,
dell’individuo, non così
degli oggetti accessori, come per esempio la tabacchiera
del visitatore della
signora ammalata di cui abbiamo parlato al n. 116. Notiamo
a questo
proposito, che non si trattava qui di un morto, ma d’un
vivente, e che questo
signore, allorché ritornò in persona, aveva una
tabacchiera del tutto simile.
Dove aveva dunque il suo spirito trovata quella ch’egli
usava, quando si
trovava accanto al letto della malata?
Potremmo citare un gran numero di casi in cui spiriti di
morti o di vivi sono
apparsi con diversi oggetti, come bastoni, armi, pipe,
lanterne, libri, eccetera.
Ci venne allora un pensiero, cioè che i corpi inerti
potessero avere i loro
analoghi eterei, nel mondo invisibile; che la materia
condensata formante gli
oggetti potesse avere una parte in quintessenza, che
sfuggisse ai nostri sensi.
Questa teoria non era priva di verosimiglianza, ma non era
in grado di
spiegarci tutti i fatti. Uno soprattutto sembrava
sconcertare tutte le
interpretazioni. Finora non si trattò che di immagini o di
apparenze; abbiamo
ben visto che il perispirito può acquistare le proprietà
della materia, e
112
diventare tangibile, ma questa tangibilità è soltanto momentanea,
ed il corpo
solido svanisce come un’ombra. Questo è già un fenomeno
molto
straordinario, ma ciò che lo supera è vedere prodursi
materia solida
persistente, come provano i numerosi fatti autentici, e
particolarmente quelli
della scrittura diretta, di cui parleremo in un capitolo
speciale. Tuttavia,
poiché questo fenomeno si lega intimamente al soggetto che
trattiamo in
questo momento, e che ne è una delle applicazioni più
positive, ne
anticiperemo l’esposizione.
127 - La scrittura
diretta, o pneumatografia, si produce spontaneamente,
senza l’intervento né della mano del medium, né del lapis.
Basta prendere un
foglio di carta bianca (con tutte le precauzioni
necessarie per assicurarsi che
non si possa essere ingannati da alcuna frode), piegarlo e
depositarlo in
qualche parte (in un cassetto, o semplicemente sopra un
mobile) e, se le
condizioni sono convenienti, entro un tempo più o meno
lungo, si trovano
sopra la carta caratteri tracciati, segni diversi, parole,
frasi e persino discorsi,
scritti spesso con una sostanza grigiastra, analoga alla
piombaggine, altre
volte con il lapis rosso, o con inchiostro ordinario od
anche con inchiostro da
stampa. Ecco il fatto in tutta la sua semplicità, e la cui
riproduzione,
quantunque poco comune, non è tuttavia rarissima, poiché
vi sono persone
che l’ottengono facilmente. Qualora si volesse aggiungere
un lapis alla carta,
si potrebbe credere che lo spirito se ne sia servito per
scrivere; ma dal
momento che la carta è sola, è evidente che la scrittura è
formata da una
materia deposta. Dove ha preso lo spirito questa materia?
Tale è la domanda
alla cui soluzione noi fummo condotti dalla tabacchiera di
cui abbiamo
parlato.
128 - Lo spirito di San
Luigi ci ha dato questa soluzione nelle seguenti
risposte:
1) Abbiamo
citato un caso d’apparizione dello spirito di una persona vivente.
Questo spirito aveva una tabacchiera ed annusava tabacco.
Provava egli la
sensazione che si prova quando si annusa tabacco?
“No”.
2) Questa
tabacchiera aveva la forma di quella di cui egli si serviva
abitualmente, e che teneva presso di sé. Che cosa era
questa tabacchiera
nelle mani di quest’uomo?
“Un’apparenza; ciò avvenne affinché la circostanza fosse
osservata, come
113
infatti lo fu, e l’apparizione non fosse presa per
un’allucinazione prodotta
dallo stato di salute della veggente. Lo spirito voleva
che questa signora
credesse alla realtà della sua presenza, e perciò egli
prese tutte le apparenze
della realtà”.
3) Avete
detto che è un’apparenza; ma un’apparenza non ha nulla di reale, è
come un’illusione ottica. Vorremmo sapere se questa
tabacchiera era
precisamente una immagine senza realtà o se vi era
qualcosa di materiale.
“Certamente; è con l’aiuto di questo principio materiale
che il perispirito
prende l’apparenza di abiti simili a quelli che lo spirito
indossava da vivo”.
Osservazione. - E’
evidente che bisogna intendere qui la parola apparenza
nel senso d’aspetto, imitazione. La tabacchiera reale non
era là; quella che
teneva lo spirito non ne era che la rappresentazione; era
dunque
un’apparenza paragonata all’originale, nonostante fosse
formata d’un
principio materiale. L’esperienza ci insegna che non
conviene sempre
prendere alla lettera certe espressioni impiegate dagli
spiriti; interpretandole
secondo le nostre idee, ci esponiamo a grandi errori; ecco
perché conviene
approfondire il senso delle parole, ogni qualvolta esso
presenta la minima
ambiguità. E’ questa, una raccomandazione che
costantemente ci fanno gli
spiriti stessi, Senza la spiegazione che noi abbiamo
provocata, la parola
apparenza, costantemente riprodotta nei casi analoghi,
poteva dar luogo ad
una falsa interpretazione.
4) La
materia inerte dunque si sdoppierebbe? Si trova forse nel mondo
invisibile una materia essenziale, la quale rivestirebbe
all’occorrenza la
forma degli oggetti che vediamo? In una parola, questi
oggetti avrebbero il
duplicato etereo nel
mondo invisibile, come gli uomini i quali vi sono
rappresentati dagli spiriti?
“Non è così. Lo spirito ha sugli elementi materiali sparsi
dappertutto nello
spazio, nella vostra atmosfera, una potenza che siete ben
lungi dal sospettare.
Egli può a suo piacimento concentrare questi elementi e
dare loro la forma
apparente propria ai suoi progetti”.
Osservazione. - Questa
questione, come si è visto, era la traduzione del
nostro pensiero, vale a dire la traduzione dell’idea che
ci eravamo formati
sopra la natura di questi oggetti. Se le risposte fossero,
come lo pretende
qualcuno, il riflesso del pensiero, avremmo ottenuto una
conferma della
nostra teoria invece d’una teoria contraria.
114
5) Pongo
ancora la questione in maniera categorica, onde evitare ogni
equivoco. Gli abiti di cui si ricoprono gli spiriti sono
essi qualche cosa?
“Mi sembra che la mia risposta precedente risolva la
questione. Non sapete
che il perispirito per se stesso è qualche cosa?”.
6) Risulta
da questa spiegazione che gli spiriti fanno subire alla materia
eterea delle trasformazioni a loro gradimento, e che così,
per esempio, per
ciò che riguarda la tabacchiera, lo spirito non l’ha
trovata già fatta, ma la
fece egli stesso nel momento in cui ne aveva bisogno, per
mezzo d’un atto
della sua volontà, e che poté poi disfarla; la stessa cosa
deve pertanto
accadere per tutti gli altri oggetti, come vesti,
gioielli, eccetera.
“Ma evidentemente!”.
7) Questa
tabacchiera fu visibile per questa signora al punto di sembrarle
reale. Lo spirito avrebbe potuto renderla tangibile per
lei?
“L’avrebbe potuto”.
8) Presentandosi
l’occasione, questa signora avrebbe potuto prenderla nelle
sue mani, credendo di avere una vera tabacchiera?
“Sì”.
9) Se
l’avesse aperta, vi avrebbe probabilmente trovato del tabacco; se
avesse preso questo tabacco l’avrebbe esso fatta
starnutire?
“Sì”.
10) Lo
spirito dunque può dare non solo la forma ma anche proprietà
speciali?
“Se lo vuole; è soltanto in virtù di questo principio che
ho risposto
affermativamente alle questioni precedenti. Voi avrete
delle prove dell’azione
potente esercitata dallo spirito sulla materia, e che
siete lungi dal sospettare,
come già vi dissi”.
11) Supponiamo
allora che egli avesse voluto fare una sostanza velenosa, e
che una persona l’avesse adoperata, ne sarebbe stata
avvelenata?
“L’avrebbe potuto fare, ma non l’avrebbe fatto, poiché non
gli sarebbe stato
permesso”.
12) Avrebbe
egli avuto il potere di fare una sostanza salutare ed atta a
guarire in caso di malattia, e questo caso si è già
avverato?
“Sì, molto spesso”.
13) Egli
potrebbe allora fare anche una sostanza alimentare; supponiamo
115
ch’egli abbia fatto un frutto, una vivanda qualunque,
avrebbe qualcuno
potuto mangiarne ed esserne saziato?
“Sì, sì; ma non cercate dunque tanto ciò che è così facile
a capire. Basta un
raggio di sole, per rendere percettibili ai vostri organi
grossolani quelle
particelle materiali che ingombrano lo spazio in mezzo al
quale vivete; non
sapete che l’aria contiene dei vapori d’acqua?
Condensateli, e li ricondurrete
allo stato normale; privateli del calore, ed ecco che
queste molecole
impalpabili ed invisibili diverranno un corpo solido,
solidissimo; vi sono varie
altre sostanze da cui i chimici estrarranno meraviglie
ancora più
sorprendenti. Lo spirito possiede soltanto strumenti più
perfetti dei vostri: la
volontà ed il permesso di Dio”.
Osservazione. - La
questione di sazietà è qui molto importante. Come mai
una sostanza, che ha soltanto esistenza e proprietà
temporanee ed in certa
maniera di convenzione, può produrre sazietà? Questa
sostanza, per mezzo
del suo contatto con lo stomaco, produce la sensazione
della sazietà, ma non
la sazietà risultante dalla pienezza. Se una tale sostanza
può agire
sull’economia e modificare uno stato morboso, essa può
anche agire sullo
stomaco e produrvi il senso della sazietà.
14) Gli
oggetti resi tangibili dalla volontà dello spirito, potrebbero avere un
carattere di permanenza e di stabilità, e diventare di uso
normale?
“Ciò si potrebbe, ma non si fa; è cosa fuori delle
leggi”.
15) Gli
spiriti hanno tutti nel medesimo grado il potere di produrre oggetti
tangibili?
“E’ cosa certa che tanto più lo spirito è elevato, tanto
più facilmente egli la
ottiene; ma ciò dipende ancora dalle circostanze. Anche
spiriti inferiori
possono avere questo potere”.
16) Lo
spirito si rende sempre conto del modo nel quale produce tanto i suoi
indumenti che gli oggetti di cui offre l’apparenza?
“No, spesso concorre alla loro formazione con un atto
istintivo, che non
capisce egli stesso, se non è abbastanza illuminato per
ciò”.
17) Se lo
spirito può attingere nell’elemento universale i materiali per fare
ogni cosa, e dare a queste cose una temporanea realtà con
le loro proprietà,
può anche attingervi ciò che è necessario per scrivere, e
quindi questo ci
induce a pensare che possa dare la chiave del fenomeno
della scrittura
diretta?
116
“Infine, eccovi arrivati!”.
Osservazione. - Infatti,
è a questo punto che noi volevamo giungere, con
tutte le nostre questioni preliminari; la risposta prova
che lo spirito aveva
letto nel nostro pensiero.
18) Se la
materia di cui si serve lo spirito non ha persistenza, come mai le
tracce della scrittura diretta non spariscono?
“Non sofisticate sulle parole; io non ho finora detta la
parola: giammai; era
questione d’un oggetto materiale voluminoso; qui sono
segni tracciati che è
utile conservare e che vengono conservati. Ho voluto dire
che gli oggetti così
composti dallo Spirito, non potrebbero diventare oggetti
usuali, poiché non vi
è in realtà aggregazione di materia, come nei vostri corpi
solidi”.
129 - La teoria finora
esposta può riassumersi così: Lo spirito agisce sulla
materia; egli attinge nella materia cosmica universale gli
elementi necessari
per formare a suo piacimento oggetti aventi l’apparenza di
diversi corpi che
esistono sopra la terra. Egli può egualmente operare sulla
materia
elementare, con la sua volontà, una trasformazione intima
che le dà delle
proprietà determinate. Questa facoltà è inerente alla
natura dello spirito, che
l’esercita spesso come un atto istintivo quando ciò è
necessario, e senza
rendersene conto. Gli oggetti formati dallo spirito hanno
un’esistenza
temporanea, subordinata alla sua volontà o alla necessità:
egli può farli e
disfarli a suo piacimento. Questi oggetti possono, in
certi casi, avere agli occhi
delle persone viventi tutte le apparenze della realtà,
vale a dire diventare
momentaneamente visibili ed anche tangibili. Vi è
formazione, ma non
creazione, poiché lo spirito non può formare niente dal
nulla.
130 - L’esistenza d’una
materia elementare unica è quasi generalmente
ammessa oggi dalla scienza, e confermata, come si è visto,
dagli spiriti. Questa
materia dà origine a tutti i corpi della natura; per mezzo
delle trasformazioni
che ella subisce produce pure le diverse proprietà di
questi stessi corpi; è così
che una sostanza salutare può diventare velenosa con una
semplice
modificazione: la chimica ce ne offre esempi numerosi.
Tutti sanno che due
sostanze innocue combinate in certe proporzioni possono
produrne una che
sia deleteria. Una parte d’ossigeno e due d’idrogeno,
tutti e due inoffensivi,
formano l’acqua; aggiungetevi un atomo d’ossigeno ed
avrete un liquido
corrosivo.
117
Senza cambiare le proporzioni, basta spesso un semplice
cambiamento nel
modo di aggregazione molecolare per cambiare le proprietà;
in tal modo, un
corpo opaco può diventare trasparente e viceversa. Poiché
lo spirito ha, per la
sua sola volontà, un’azione così potente sulla materia
elementare, si
concepisce ch’egli possa non solamente formare delle
sostanze, ma anche
snaturarne le proprietà, facendo anche la volontà
l’effetto d’un reattivo.
131 - Questa teoria ci dà
la soluzione d’un fatto molto conosciuto in
magnetismo, ma inesplicato sinora, cioè quello del
cambiamento delle
proprietà dell’acqua per forza della volontà. Lo spirito
agente è quello del
magnetizzatore, assistito di solito da uno spirito
estraneo: egli opera una
tramutazione con l’aiuto del fluido magnetico, il quale,
come si disse, è la
sostanza che più si avvicina alla materia cosmica, od
elemento universale. Se
egli può operare una modificazione nelle proprietà
dell’acqua, può
egualmente produrre un fenomeno analogo sui fluidi
dell’organismo, e di là
nasce l’effetto curativo dell’azione magnetica
convenientemente diretta.
Si conosce la parte essenziale che rappresenta la volontà
in tutti i fenomeni
del magnetismo; ma come spiegare l’azione materiale d’un
agente così sottile?
La volontà non è un essere, una sostanza qualunque, e
neppure è una
proprietà della materia più eterea; la volontà è
l’attributo essenziale dello
spirito, vale a dire dell’essere pensante, con l’aiuto di
questa leva egli agisce
sulla materia elementare, e, per un’azione consecutiva,
egli reagisce sopra i
suoi composti, le cui proprietà intime possono così essere
trasformate.
La volontà è l’attributo dello spirito incarnato, come
dello spirito errante; di là
proviene la potenza del magnetizzatore, potenza che si
conosce essere in
ragione della forza di volontà. Lo spirito incarnato,
potendo agire sulla
materia elementare, può dunque ugualmente variarne le
proprietà entro certi
limiti; così si spiega la facoltà di guarire per mezzo del
contatto e
dell’imposizione delle mani, facoltà che qualche individuo
possiede in grado
più o meno elevato. (Vedi al capitolo dei Medium l’articolo
relativo ai
Medium guaritori.
Vedere pure la Revue Spirite, luglio 1859, pagg. 184
e 189: Lo Zuavo di Magenta; Un ufficiale dell’armata
d’Italia).
118
9 - LUOGHI FREQUENTATI DAGLI SPIRITI
132 - Le manifestazioni
spontanee che si sono prodotte in ogni tempo, e la
persistenza di qualche spirito a dare evidenti segni della
sua presenza in
qualche località, sono la sorgente della credenza nei
luoghi frequentati dagli
spiriti. Le seguenti risposte furono fatte alle domande
riguardanti questo
soggetto:
1) Gli
spiriti si attaccano soltanto alle persone o si attaccano anche alle cose?
“Secondo la loro elevazione. Alcuni spiriti possono
attaccarsi agli oggetti
terrestri; gli avari, per esempio, che hanno nascosto i
loro tesori e che non
sono abbastanza smaterializzati, possono ancora
sorvegliarli e custodirli”.
2) - Hanno
gli spiriti erranti dei luoghi di predilezione?
“Questo si lega ancora allo stesso principio. Gli spiriti
che non tengono più
alla terra, vanno nei luoghi ove trovano amore; essi vi
sono attirati dalle
persone, piuttosto che dagli oggetti materiali; tuttavia,
ve ne sono alcuni che
possono momentaneamente avere una preferenza per certi
luoghi, ma sono
sempre spiriti inferiori”.
3) Poiché
l’attaccamento degli spiriti per una località è un segno
d’inferiorità, è questa pure una prova che sono spiriti
cattivi?
“No, certamente; uno spirito può essere poco avanzato
senza per ciò essere
cattivo; non succede forse la stessa cosa fra gli uomini?”
4) La
credenza che gli spiriti frequentino di preferenza le rovine ha forse
qualche fondamento?
“No. Gli spiriti vanno in questi luoghi come vanno
dappertutto altrove; ma
l’immaginazione è colpita dal lugubre aspetto di certi
luoghi, ed attribuisce
alla loro presenza ciò che spesso non è che un effetto
naturalissimo. Quante
volte la paura non ha fatto prendere l’ombra di un albero
per una fantasma, il
grido di un animale, o il soffio dei venti per voci di
morti! Gli spiriti amano la
presenza degli uomini, pertanto, cercheranno di preferenza
i luoghi abitati
piuttosto che quelli isolati”.
- Tuttavia, stando a quanto noi sappiamo intorno alla
differenza di
carattere degli spiriti, ve ne devono essere di
misantropi, che possono
preferire la solitudine.
“Appunto per questo non ho risposto alla questione in una
maniera assoluta;
119
ho detto che essi possono andare nei luoghi deserti come
dappertutto, ed è
evidente che quelli i quali si tengono in disparte, lo
fanno perché ciò piace
loro; ma non è una ragione per dedurne che le rovine siano
necessariamente
dei luoghi di predilezione per essi; ed infatti ve ne sono
certamente molti di
più nelle città e nei palazzi che non nel fondo delle
foreste”.
5) Le
credenze popolari hanno in generale un fondo di verità; quale può
essere l’origine di quella dei luoghi frequentati dagli
spiriti?
“Il fondo di verità è la manifestazione degli spiriti,
alla quale l’uomo credette
in ogni tempo per istinto; ma come già vi dissi, l’aspetto
dei luoghi lugubri
colpisce la sua immaginazione, e vi colloca, naturalmente,
gli esseri che egli
considera come soprannaturali. Questa superstiziosa
credenza è nutrita dai
racconti fantastici in cui fu cullata la sua infanzia”.
6) Gli
spiriti che si riuniscono hanno, per fare ciò, dei giorni e delle ore
preferite?
“No; i giorni e le ore sono misure del tempo ad uso degli
uomini e per la vita
corporea, ma di essi gli spiriti non hanno bisogno e non
si danno pensiero”.
7) Quale è
l’origine dell’idea che gli spiriti vengano di preferenza durante la
notte?
“L’impressione prodotta sull’immaginazione dal silenzio e
dall’oscurità. Tutte
queste credenze sono superstizioni che la conoscenza
ragionata dello
spiritismo deve distruggere. Lo stesso si dica dei giorni
e delle ore che si crede
siano loro più propizi; credete pure che l’influenza della
mezzanotte non è mai
esistita se non nelle favole”.
- Se così
è, perché dunque certi spiriti annunziano il loro arrivo e le loro
manifestazioni per quell’ora, ed in giorni determinati,
come il venerdì, per
esempio?
“Si tratta di spiriti che approfittano della credulità e
se ne divertono. Per la
stessa ragione, ve ne sono alcuni i quali affermano di
essere il diavolo e si
danno nomi infernali. Mostrate loro che voi non siete il
loro zimbello ed essi
non ritorneranno più”.
8) Gli
spiriti ritornano di preferenza verso le tombe nelle quali riposa il loro
corpo?
“Il corpo era soltanto un abito; non tengono maggiormente
al corpo che li ha
fatti soffrire di quanto il prigioniero tenga alle sue
catene. Il ricordo delle
persone che sono loro care è la sola cosa alla quale essi
attribuiscono qualche
importanza”.
- Le
preghiere che si vanno a fare sopra le loro tombe sono da essi più
120
gradite delle altre e li attirano più di quelle fatte in
altri siti?
“La preghiera a Dio è anche un’evocazione che attira gli
spiriti, voi ben lo
sapete. La preghiera ha tanto maggiore azione quanto più
essa è fervente e
sincera; ora, davanti ad una tomba venerata il
raccoglimento è maggiore, e la
conservazione di pie reliquie è una testimonianza di
affetto che si dà allo
spirito, ed alla quale egli è sempre sensibile. E’ sempre
il pensiero che agisce
sopra lo spirito, e non gli oggetti materiali, e questi
oggetti hanno maggior
influenza su colui che prega, fissandone l’attenzione,
piuttosto che sopra lo
spirito”.
9) Da
quanto abbiamo fin qui detto, la credenza nei luoghi frequentati dagli
spiriti non sembrerebbe del tutto falsa?
“Abbiamo detto che certi spiriti possono essere attirati
da cose materiali;
possono esserlo, ad esempio, da certi luoghi in cui
sembrano eleggere
domicilio, finché cessino le circostanze che ve li
conducevano”.
- Quali
sono le circostanze che possono condurveli?
“La loro simpatia per qualcuna delle persone che li
frequentano, ed il
desiderio di comunicare con loro. Tuttavia, le loro
intenzioni non sono
sempre così lodevoli; quando si tratta di cattivi spiriti,
essi possono voler
esercitare una vendetta su persone di cui essi ebbero a
lagnarsi. Il soggiorno
in un luogo determinato può essere anche, per alcuni, una
punizione che
viene loro inflitta, soprattutto se vi hanno commesso un
delitto affinché essi
abbiano costantemente questo delitto sotto gli occhi” (1).
(1) Revue Spirite, febbraio 1860: Histoire d’un dammé.
10) I
luoghi frequentati dagli spiriti, lo sono sempre da antichi abitanti di
questi stessi luoghi?
“Qualche volta, ma non sempre, poiché se l’antico abitante
è uno spirito
elevato, non terrà conto della sua abitazione terrestre
più di quanto ne terrà
del suo corpo. Gli spiriti che frequentano certi luoghi,
spesso non hanno altri
motivi che il capriccio, a meno che non vi siano attirati
dalla loro simpatia per
certe persone”.
- Possono
stabilirvisi allo scopo di proteggere una persona o la sua
famiglia?
“Certamente, se sono buoni; ma in questo caso essi non
manifestano mai la
loro presenza in modi sgradevoli”.
121
11) Vi è
qualcosa di vero nella storia della Dama Bianca?
“E’ un racconto formato da mille fatti veri”.
12) E’
forse ragionevole temere i luoghi frequentati dagli spiriti?
“No, gli spiriti che frequentano certi luoghi e vi fanno
baccano, cercano di
divertirsi alle spese della credulità e della ingenuità
piuttosto che fare del
male. D’altra parte, pensate che gli spiriti sono
dappertutto e che in
qualunque luogo voi siate ne avete continuamente accanto a
voi, anche nelle
case più tranquille. Sembra che a volte frequentino di
preferenza certi luoghi,
perché vi trovano occasione di manifestare la loro
presenza”.
13) Vi è
qualche mezzo per espellerli?
“Sì, ma spesso quello che si fa per ottenere questo scopo,
li attira invece di
allontanarli. Il miglior mezzo per cacciare i cattivi
spiriti è quello di attirare i
buoni. Attirate dunque i buoni spiriti facendo il maggior
bene possibile, ed i
cattivi se ne andranno, poiché il bene ed il male sono tra
loro incompatibili.
Siate buoni e avrete soltanto buoni spiriti accanto a
voi”.
- Vi
sono, ciò nonostante, delle persone stimabilissime che sono prese di mira
dai cattivi spiriti?
“Se queste persone sono realmente buone, è forse una prova
per esercitare la
loro pazienza e spingerle ad essere ancora migliori; ma
credete pure che
coloro i quali parlano continuamente di virtù, non sono
quelli che ne hanno di
più. Colui che possiede delle qualità reali, spesso le
ignora egli stesso, oppure
non ne parla mai”.
14) Che
cosa bisogna credere relativamente all’efficacia dell’esorcismo, per
cacciare i cattivi spiriti dai luoghi che ne sono
frequentati?
“Avete voi visto riuscire spesso questo mezzo? Non avete,
al contrario, sentito
spesso il rumore raddoppiare dopo le cerimonie di
esorcismo? Il motivo è che
essi si divertono ad essere scambiati per il diavolo.
“Gli spiriti, che non vengono con cattive intenzioni,
possono pure manifestare
la loro presenza con rumori, ed anche con il rendersi
visibili; ma essi non
fanno mai rumori fastidiosi. In generale, sono spiriti
sofferenti ai quali voi
potete arrecare sollievo, pregando per loro; altre volte,
pure, sono spiriti
benevoli che vogliono mettervi alla prova di essere vicini
a voi; oppure, infine,
sono spiriti leggeri che vogliono scherzare. Dal momento
che quelli che
turbano la quiete facendo del chiasso sono quasi sempre
spiriti che si
divertono, la miglior cosa da fare, è di riderne; essi si
stancheranno, se
vedranno che non riescono né a spaventare né a far perdere
la pazienza”.
(Vedi Cap. 5, Manifestazioni fisiche spontanee).
122
Dalle spiegazioni date finora, risulta che vi sono spiriti
i quali si attaccano a
certe località e vi si fermano di preferenza, ma che
tuttavia non hanno bisogno
di manifestare la loro presenza con effetti sensibili. Un
luogo qualunque può
essere il soggiorno forzato o di predilezione d’uno
spirito, anche cattivo, senza
che vi abbia mai avuto luogo alcuna manifestazione.
Gli spiriti che s’attaccano alle località o alle cose
materiali, non sono mai
spiriti superiori; ma senza essere spiriti superiori
possono tuttavia non essere
cattivi, e non avere alcuna intenzione cattiva; essi sono
talvolta ospiti più utili
che nocivi, poiché s’interessano alle persone, e possono
proteggerle.
123
10 - NATURA DELLE COMUNICAZIONI
Comunicazioni grossolane, frivole, serie o istruttive.
133 - Abbiamo detto che
ogni effetto il quale rivela nella sua causa un atto di
libera volontà, per quanto insignificante sia quest’atto,
dimostra una causa
intelligente. Così, un semplice movimento del tavolo che
risponde al nostro
pensiero, e presenta un carattere intenzionale, può essere
considerato come
una manifestazione intelligente. Se il risultato dovesse
limitarsi a ciò, non vi
sarebbe per noi che un interesse molto secondario;
basterebbe, tuttavia, per
darci la prova, che in questi fenomeni vi è qualche cosa
di più che un’azione
puramente materiale; ma l’utilità pratica che ne
risulterebbe per noi sarebbe
nulla o quanto meno molto ristretta; la cosa è poi molto
diversa quando
questa intelligenza acquista uno sviluppo che permette uno
scambio regolare
e collegato di pensieri; allora non si tratta più di
semplici manifestazioni
intelligenti, ma di vere comunicazioni. I mezzi di cui
oggi si dispone,
permettono di ottenerle così estese, così esplicite e così
rapide quanto quelle
che avvengono fra gli uomini.
Se dopo aver letto la Scala Spiritica (Il Libro
degli Spiriti, n. 100) siamo
rimasti ben penetrati della varietà infinita che esiste
fra gli spiriti, sotto il
doppio aspetto dell’intelligenza e della moralità, si
capirà facilmente la
differenza che deve esistere nelle loro comunicazioni;
esse debbono riflettere
l’elevazione o la bassezza delle loro idee, il loro
sapere, la loro ignoranza, i loro
vizi e le loro virtù; in una parola, non debbono
rassomigliarsi più di quelle
degli uomini, dal selvaggio sino all’europeo più
illuminato. Tutte le gradazioni
che presentano possono raggrupparsi in quattro principali
categorie. Secondo
i loro caratteri più salienti, esse sono: grossolane,
frivole, serie o
istruttive.
134 - Le comunicazioni
grossolane sono quelle che si traducono con
espressioni che urtano le convenienze. Esse non possono
emanare che da
spiriti di basso rango, ancora imbrattati di tutte le
impurità della materia, e
non differiscono in niente da quelle che potrebbero dare
uomini viziosi e
grossolani. Esse ripugnano ad ogni persona che abbia la
più piccola
delicatezza di sentimento; poiché, secondo il carattere
degli spiriti, esse sono
triviali, rozze, oscene, insolenti, arroganti, malevole ed
anche empie.
124
135 - Le comunicazioni
frivole provengono da spiriti leggeri scherzosi e
scaltri, più maliziosi che cattivi, che non danno alcuna
importanza a quanto
dicono. Poiché nulla hanno di sconveniente, esse piacciono
a certe persone,
che se ne divertono e trovano gusto in queste
conversazioni futili, in cui molto
si parla per nulla dire. Questi spiriti dicono talvolta
arguzie spiritose e
mordaci, ed in mezzo alle volgari facezie scagliano spesso
dure verità, che
colpiscono quasi sempre giusto. Questi spiriti leggeri
pullulano attorno a noi,
e colgono tutte le occasioni per immischiarsi nelle
comunicazioni. La verità è
l’ultimo dei loro pensieri; pertanto, si fanno un maligno
piacere di burlare
quelli che hanno la debolezza e qualche volta la
presunzione di credere alle
loro parole. Le persone che si compiacciono di questa
sorta di comunicazioni,
danno naturalmente adito agli spiriti leggeri ed
ingannatori; gli spiriti seri se
ne allontanano, come fra noi gli uomini seri si allontanano
dalle società di
persone leggiere.
136 - Le comunicazioni
serie sono gravi, sia per l’argomento, sia per la
maniera nella quale sono composte. Ogni comunicazione che
esclude la
frivolezza e la grossolanità, e che ha uno scopo utile,
fosse anche d’interesse
privato, è caratterizzata come serie; ma non è, peraltro,
sempre scevra di
errori. Gli spiriti seri non sono tutti egualmente
illuminati; vi sono molte cose
che essi ignorano e sulle quali possono ingannarsi in
buona fede; è per questo
motivo che gli spiriti veramente superiori ci raccomandano
continuamente di
sottomettere tutte le comunicazioni al sindacato della
ragione e della più
severa logica.
Conviene dunque distinguere le comunicazioni che diremo serio-vere
dalle
comunicazioni serio-false; e non è cosa sempre
facile, perché è appunto in
grazia della gravità del linguaggio che certi spiriti
presuntuosi o falsi sapienti
cercano di far prevalere le idee più false ed i sistemi
più assurdi; e per darsi
maggior credito ed importanza, non si fanno scrupolo di
farsi belli dei nomi
più rispettabili ed anche più venerati. Ciò forma uno dei
più grandi scogli
della scienza pratica; noi vi ritorneremo più tardi, con
tutti gli svolgimenti che
richiede un soggetto così importante, mentre faremo
conoscere i mezzi di
premunirsi contro il pericolo di false comunicazioni.
137 - Le comunicazioni
istruttive sono le comunicazioni serie che hanno
per oggetto principale un insegnamento qualunque dato
dagli spiriti sulle
scienze, la morale, la filosofia, ecc... Esse sono più o
meno profonde, secondo
il grado di elevazione e di smaterializzazione dello
spirito. Per ottenere da
queste comunicazioni un frutto reale, conviene che siano
regolari e continuate
125
con perseveranza.
Gli spiriti seri si avvicinano a quelli che vogliono
istruirsi, e li assecondano,
lasciando agli spiriti leggeri la cura di divertire quelli
che vedono in queste
manifestazioni soltanto una distrazione. E’ solamente per
la regolarità e la
frequenza di queste comunicazioni che si può apprezzare il
valore morale ed
intellettuale degli spiriti, con i quali ci intratteniamo,
ed il grado di confidenza
che essi meritano. Se è necessaria l’esperienza, per
giudicare gli uomini, ce ne
vuole forse di più per giudicare gli spiriti.
Dando a queste comunicazioni la qualifica di istruttive,
noi le supponiamo
vere, poiché una cosa
che non fosse vera non potrebbe essere istruttiva,
quand’anche fosse detta nel linguaggio più imponente. Non
potremmo
dunque collocare in questa categoria certi insegnamenti
che di serio hanno
soltanto la forma, spesso ampollosa ed enfatica, per mezzo
della quale gli
spiriti, più presuntuosi che sapienti che le dettano,
sperano di dare illusione.
Ma questi spiriti, non potendo supplire al fondo che loro
manca, non
potrebbero sostenere a lungo la loro parte; essi
tradiscono ben presto il loro
lato debole, per poco che le loro comunicazioni siano
seguitate, oppure che
vengano rinserrati nei loro ultimi trinceramenti.
138 - I mezzi di
comunicazione sono svariatissimi. Gli spiriti, agendo sui
nostri organi e su tutti i nostri sensi, possono
manifestarsi alla vista con le
apparizioni, al tatto con impressioni tangibili, occulte o
visibili, all’udito con
rumori, all’odorato con odori, di cui si ignora la
provenienza. Questo ultimo
modo di manifestazione, quantunque realissimo, è senza
dubbio, il più incerto
per le numerose cause che possono indurre in errore;
perciò non ci
soffermeremo su di esso.
Ciò, invece, che dobbiamo esaminare con cura sono i
diversi modi di ottenere
comunicazioni, vale a dire uno scambio regolare e
continuato di pensieri.
Questi mezzi sono: i colpi picchiati, la parola e
la scrittura.
Li svolgeremo in capitoli speciali.
126
11 - SEMATOLOGIA E TIPTOLOGIA
139 - Le prime
manifestazioni intelligenti furono ottenute per mezzo dei colpi
picchiati, ossia per mezzo della tiptologia. Questo mezzo
primitivo, che
risentiva dell’infanzia dell’arte, non offriva che mezzi
limitatissimi, e si era
ridotti, nelle comunicazioni, alle risposte monosillabiche
di sì e di no, con
l’aiuto d’un numero convenuto di colpi. Venne perfezionato
più tardi, come
abbiamo detto. I colpi picchiati si ottengono in due
maniere, per mezzo di
medium speciali; è necessario generalmente, per questo
modo di agire, una
certa attitudine per le manifestazioni fisiche. La prima,
che si potrebbe
chiamare tiptologia per mezzo dell’altalena,
consiste in un movimento
del tavolo, che si alza da un lato, poi ricade battendo il
piede. Basta per ciò che
il medium posi le mani sopra l’estremità della tavola. Se
egli desidera
intrattenersi con uno spirito determinato, deve farne
l’evocazione; nel caso
contrario, si presenta il primo venuto o colui che ha
l’abitudine di venire.
Essendo convenuto, per esempio, che un colpo voglia dire sì
e due colpi no,
ciò è indifferente, si indirizzano allo spirito le domande
che si desidera;
vedremo più tardi quelle da cui conviene astenersi.
L’inconveniente è nella
brevità delle risposte e nella difficoltà di formulare la
domanda in maniera di
ottenere un sì od un no.
Supponiamo che si domandi allo spirito: Che cosa desideri
tu? Egli potrebbe
rispondere solo con una frase; conviene allora dire:
Desideri tu la tal cosa?
No; la tal altra? Sì; e così di seguito.
140 - E’ opportuno
osservare che unitamente a questo modo di esprimersi lo
spirito aggiunge spesso una specie di mimica, vale
a dire che egli esprime
l’energia dell’affermazione o della negazione con la forza
dei colpi. Egli
esprime così la natura dei sentimenti che lo animano: la
violenza con la
rudezza dei movimenti; la collera e l’impazienza battendo
con forza dei colpi
ripetuti, come una persona che batte i piedi con collera,
qualche volta persino
gettando il tavolo a terra. Se egli è educato e benevolo,
al principio ed alla fine
della seduta inclina il tavolo in forma di saluto; volendo
egli rivolgersi
direttamente ad una persona della società, dirige verso di
lei il tavolo con
dolcezza o con violenza, a seconda che voglia
testimoniarle affezione od
antipatia.
E’ questa, propriamente parlando, la sematologia o
linguaggio dei segni,
come la tiptologia è il linguaggio dei colpi
battuti.
127
Ecco un notevole esempio dell’impiego spontaneo della
sematologia.
Un signore di nostra conoscenza, essendo un giorno nella
sua sala, ove molti
individui si occupavano di manifestazioni tiptologiche,
ricevette in quel
momento una nostra lettera. Durante il tempo nel quale
egli la leggeva, il
tavolino che serviva alle esperienze, viene
improvvisamente verso di lui.
Terminata la lettura della lettera, egli va a posarla
sopra un tavolo all’altra
estremità della sala, ed il tavolino lo segue e si dirige
verso il tavolo sul quale
era la lettera. Sorpreso da questa coincidenza, pensa che
vi sia qualche
rapporto tra questo movimento e la lettera; egli interroga
lo spirito, che
risponde essere il nostro spirito familiare. Questo
signore, avendoci informato
della circostanza, pregammo pur noi questo spirito di
dirci il motivo della
visita che aveva fatta. Egli ci rispose: “E’ naturale che
io vada a vedere le
persone con le quali tu sei in relazione, per potere, in caso
di bisogno, dare
tanto a te che a loro i consigli necessari”.
E’ dunque evidente che lo spirito aveva voluto richiamare
l’attenzione di
questo signore e cercava un’occasione di fargli sapere che
egli era là. Un muto
non avrebbe potuto fare di meglio.
141 - La tiptologia non
tardò a perfezionarsi, e si arricchì d’un mezzo di
comunicazione più completo, quello della tiptologia
alfabetica. Essa
consiste nel fare indicare le lettere dell’alfabeto a
mezzo di colpi battuti; allora
si possono ottenere parole, frasi ed anche interi
discorsi. Seguendo questo
metodo, la tavola batte tanti colpi che bastano per
indicare ogni lettera, vale a
dire un colpo per a, due per b, tre per c,
e così di seguito; durante questo
tempo, una persona scrive le lettere a mano a mano che
esse sono designate.
Quando lo spirito ha finito, lo fa sapere con un segno
prestabilito.
Questo modo di procedere, come si vede, è lunghissimo, e
richiede un tempo
enorme, per le comunicazioni d’una certa lunghezza;
tuttavia vi sono persone
che ebbero la pazienza di servirsene per ottenere dettati
di molte pagine; la
pratica fece poi scoprire dei mezzi abbreviativi, che
permisero una maggiore
rapidità nelle comunicazioni. Quello più in uso consiste
nell’avere davanti a sé
un alfabeto tutto scritto, unitamente alla serie delle
cifre che segnano le unità.
Mentre il medium è alla tavola, un’altra persona percorre
successivamente le
lettere dell’alfabeto se trattasi d’una parola, o la serie
delle cifre se trattasi di
un numero; arrivata sopra la lettera necessaria, la tavola
batte da se stessa un
colpo, e si scrive la lettera; poi si ricomincia per la
seconda e la terza e così di
seguito. Qualora ci si fosse ingannati sopra una lettera,
lo spirito avverte con
molti colpi, o per mezzo d’un movimento della tavola, e si
ricomincia.
Acquistando pratica, si va molto rapidamente; ma si
abbrevia soprattutto
128
indovinando la fine d’una parola incominciata, e che il
senso della frase fa
conoscere; qualora si fosse nell’incertezza, si domanda
allo spirito, se ha
voluto dire la tale parola, ed egli risponde sì o no.
142 - Tutti gli effetti
che abbiamo indicato, possono ottenersi in una maniera
ancora più semplice, cioè con dei colpi che si fanno
sentire nel legno stesso
del tavolo, senza alcun movimento, e che abbiamo descritto
al capitolo delle
manifestazioni fisiche (vedi n. 64): è la tiptologia
intima. Non tutti i
medium sono egualmente atti a quest’ultimo modo di
comunicazione, perché
ve ne sono di quelli che ottengono solamente i colpi
battuti per altalena;
tuttavia, con l’esercizio essi possono pervenirci per la
maggior parte, e questa
maniera ha il doppio vantaggio d’essere più rapida e di
prestarsi meno al
sospetto che non il metodo dell’altalena, la quale può
essere attribuita ad una
pressione volontaria. E’ però vero che i colpi intimi
potrebbero anche essere
imitati da medium di cattiva fede. Le migliori cose
possono essere
contraffatte, ma ciò nulla prova contro di esse. (Vedi
alla fine di questo
volume il capitolo intitolato Frodi e inganni).
Qualunque sia il perfezionamento che si è potuto
introdurre in questa
maniera di procedere, essa non può mai raggiungere la
rapidità e la facilità
che presenta la scrittura; per cui ora si impiega
pochissimo. E’ tuttavia
qualche volta interessantissima dal punto di vista del
fenomeno, soprattutto
per i principianti, ed ha il vantaggio di provare, in
maniera decisiva,
l’indipendenza assoluta dal pensiero del medium. Si
ottengono spesso, in tal
modo, risposte così impreviste, così significative, che
sarebbe prova d’un
partito preso ben determinato il non arrendersi
all’evidenza; perciò, questo
sistema è sovente, per molte persone, un potente motivo di
convinzione; ma
anche per questo mezzo, come per tutti gli altri, gli
spiriti non amano
prestarsi ai capricci dei curiosi, che vogliono metterli
alla prova con domande
inopportune.
143 - Allo scopo di
meglio assicurare l’indipendenza dal pensiero del
medium, si immaginarono diversi strumenti consistenti in
tabelle o quadranti
sopra i quali sono tracciate le lettere. Un ago mobile,
messo in movimento dal
medium con l’aiuto di un filo conduttore o d’una
carrucola, indica le lettere.
Noi conosciamo questi strumenti soltanto per i disegni e
per le descrizioni che
furono pubblicate in America; non possiamo dunque
pronunciarci sul loro
merito, ma pensiamo che la loro stessa complicazione sia
un inconveniente;
che l’indipendenza dal medium è ugualmente attestata dai
colpi intimi, e che
essa lo è ancora di più per l’imprevisto delle risposte
che non per tutti i mezzi
129
materiali. D’altra parte, gli increduli, sempre disposti a
vedere dappertutto
intrighi e preparazioni, sono ancora più portati a
supporne un meccanismo
speciale, che non nella prima tavola che capita sotto la
mano, sprovvista di
qualunque accessorio.
144 - Un apparecchio più
semplice, ma di cui la cattiva fede può facilmente
abusare, come vedremo al capitolo delle Frodi, è
quello che noi designeremo
sotto il nome di Tavola Girardin, in memoria
dell’uso che ne faceva la
signora Emilia di Girardin nelle numerose comunicazioni
che essa otteneva
come medium; infatti, madama di Girardin, quantunque donna
di spirito,
aveva la debolezza di credere agli spiriti ed alle loro
manifestazioni.
Questo strumento consiste in un rotondo di tavolino ad un
sol piede, mobile,
di trenta o quaranta centimetri di diametro, girante
liberamente e facilmente
sul suo asse, alla guisa di una roulette. Sulla
superficie e attorno alla
circonferenza sono tracciati come sopra un quadrante le
lettere, le cifre e le
parole sì e no. Al centro vi è un ago fisso.
Allorché il medium posa le dita
sull’orlo della tavoletta, questa gira, e si arresta
quando la lettera voluta sta
sotto l’ago. Si prende nota delle lettere indicate, e si
formano così, abbastanza
rapidamente, le parole e le frasi.
Osserviamo che la tavoletta non scivola sotto le dita, ma
che le dita,
restandovi appoggiate, seguono il movimento della
tavoletta. Forse un
medium potente potrebbe ottenere un movimento
indipendente; lo crediamo
possibile, ma non ne fummo mai testimoni. Se l’esperienza
potesse farsi in
questa maniera, essa sarebbe molto più concludente, poiché
escluderebbe
ogni possibilità di frode.
145 - Resta da
distruggere un errore abbastanza diffuso, che consiste nel
confondere con gli spiriti picchiatori tutti gli spiriti
che comunicano per
mezzo di colpi. La tiptologia è un mezzo di comunicazione
come un altro; esso
non è meno degno degli spiriti elevati, di quanto lo siano
la scrittura o la
parola. Tutti gli spiriti, buoni o cattivi, possono dunque
servirsene nello stesso
modo in cui si servono degli altri mezzi.
Ciò che caratterizza gli spiriti superiori è l’elevatezza
del pensiero e non lo
strumento di cui si servono per trasmetterlo; senza
dubbio, essi preferiscono i
mezzi più comodi e soprattutto più rapidi; ma in mancanza
di carta e matita,
essi si serviranno senza scrupolo della volgare tavola
parlante, e la prova è che
attraverso questo mezzo si ottengono le cose più sublimi.
Se noi non ce ne
serviamo non è perché lo disprezziamo, ma unicamente
perché, come
130
fenomeno, ci ha insegnato tutto quello che noi potevamo da
esso sapere, che
nulla può aggiungere alle nostre convinzioni, e che la
lunghezza delle
comunicazioni che riceviamo esige una rapidità
incompatibile con la
tiptologia.
Tutti gli spiriti che picchiano non sono dunque spiriti
picchiatori; questo
nome deve essere riservato a quelli che si possono
chiamare picchiatori di
professione, e che, con l’aiuto di questo mezzo, si
compiacciono nel fare dei
tiri piacevoli per divertire una società, oppure
infastidire con la loro
importunità. Da parte loro ci si può aspettare qualche
volta cose briose, mai
cose profonde, per cui sarebbe un voler gettare il proprio
tempo facendo loro
delle domande d’una certa portata scientifica o
filosofica. La loro ignoranza e
la loro inferiorità hanno fatto sì che fosse loro
affibbiata dagli altri spiriti, ed a
giusto titolo, la qualifica di spiriti giocolieri o
saltimbanchi del mondo
spiritico. Aggiungiamo che, se agiscono spesso per proprio
conto, sono anche
strumenti di cui spesso si servono gli spiriti superiori,
quando vogliono
produrre effetti materiali.
131
12 - PNEUMATOGRAFIA O SCRITTURA DIRETTA -
PNEUMATOFONIA
Scrittura diretta
146 - La pneumatografia
è la scrittura prodotta direttamente dallo spirito,
senza alcun intermediario; essa differisce dalla psicografia
in quanto questa
è la trasmissione del pensiero dello spirito con il mezzo
della scrittura,
servendosi della mano di un medium.
Il fenomeno della scrittura diretta è senza dubbio uno di
più straordinari dello
spiritismo; ma, per quanto anormale possa sembrare, è al
giorno d’oggi un
fatto accertato ed incontestabile. Se la teoria è
necessaria per rendersi conto
della possibilità dei fenomeni spiritici in generale, essa
lo è forse ancora di più
in questo caso, il quale è senza dubbio uno dei più strani
finora presentatisi,
ma che cessa di sembrare soprannaturale dal momento in cui
se ne spiega il
principio.
Alla prima rivelazione di questo fenomeno, il sentimento
dominante fu quello
del dubbio; l’idea di una frode fu la prima; infatti,
tutti conoscono l’azione
degli inchiostri detti simpatici, le cui tracce, a tutta
prima completamente
invisibili, appaiono soltanto dopo qualche tempo. Poteva
dunque essere che si
fosse abusato della credulità, e noi non affermeremo che
ciò non sia mai
accaduto; anzi, siamo convinti che qualcuno, sia per scopo
mercenario, sia
unicamente per amor proprio, e per far credere alla sua
potenza, abbia
impiegato dei sotterfugi (vedi il capitole delle Frodi).
Ma sarebbe assurdo affermare che una cosa non esiste
soltanto perché essa
può essere imitata. Non si è forse, in questi ultimi
tempi, trovato il mezzo
d’imitare la lucidità sonnambolica al punto che sembrasse
vera? E il fatto che
questo trucco da prestigiatore sia praticato in tutte le
fiere, permette di
affermare che non vi sono veri sonnambuli? Per il fatto
che esista anche vino
sofisticato, sarebbe forse ragionevole dedurne che non vi
e vino puro? Lo
stesso può dirsi della scrittura diretta; d’altra parte,
le precauzioni per
assicurarsi della realtà del fatto erano ben semplici e
facili, e, grazie a queste
precauzioni, non vi può, al giorno d’oggi, rimanere alcun
dubbio.
147 - Poiché la
possibilità di scrivere senza intermediari è un attributo degli
spiriti, e dal momento che gli spiriti sono sempre esistiti,
ed hanno sempre
132
prodotto i diversi fenomeni che noi conosciamo, e così
hanno pur sempre
dovuto produrre la scrittura diretta, tanto nell’antichità
come ai giorni nostri,
può spiegarsi in questo modo l’apparizione delle tre
parole nella sala del
festino di Baldassarre.
Il Medio Evo, così fecondo in prodigi occulti, che furono
peraltro soffocati coi
roghi, dovette altresì conoscere la scrittura diretta, e
forse potrebbe trovarsi
nella teoria delle modificazioni che gli spiriti possono
operare sulla materia (e
che noi abbiamo sviluppato nel Cap. 8) il principio della credenza nella
tramutazione dei metalli.
Prescindendo dai risultati ottenuti in diverse epoche, non
dopo la
volgarizzazione delle manifestazioni spiritiche che sia
seriamente sorta la
questione della scrittura diretta. Il primo che sembra
averla fatta conoscere a
Parigi in questi ultimi anni, è il barone de Guldenstubbé,
che pubblicò
un’opera interessantissima su questo argomento, contenente
un gran numero
di fac-simile di scritture da lui ottenute. Il
fenomeno era già conosciuto in
America da qualche tempo. La posizione sociale del barone
de Guldenstubbé,
la sua indipendenza, la considerazione di cui gode nella
società più elevata,
tolgono incontestabilmente ogni sospetto di frode volontaria,
poiché egli non
può essere stato spinto da alcun motivo di interesse.
Si potrebbe credere, tutt’al più, che egli stesso fosse
vittima di un’illusione;
ma a ciò risponde perentoriamente un fatto, e cioè che
altre persone hanno
ottenuto il medesimo fenomeno, dopo aver preso tutte le
precauzioni
necessarie per evitare una frode od altra causa d’errore.
148 - La scrittura
diretta si ottiene, come in generale la maggior parte delle
manifestazioni spiritiche non spontanee, con il
raccoglimento, la preghiera
e l’evocazione. Se ne sono ottenute spesso nelle chiese,
sulle tombe, ai piedi
delle statue o delle immagini dei personaggi che si
evocano; ma è evidente che
la località non ha altra influenza che quella di provocare
un raccoglimento più
grande ed una più grande concentrazione di pensiero;
poiché è provato che si
ottengono ugualmente senza questi accessori e nei luoghi
più comuni, anche
su un semplice mobile domestico, qualora concorrano le
condizioni volute di
moralità e si goda della facoltà medianica necessaria.
Dapprima si credeva che fosse necessario depositare un
lapis con carta; il
fatto poteva allora spiegarsi sino ad un certo punto. Si
sa che gli spiriti
operano il movimento e lo spostamento degli oggetti; che
essi li afferrano e li
lanciano talvolta attraverso lo spazio; essi potevano
dunque, nello stesso
modo, prendere il lapis e servirsene per tracciare dei
caratteri; poiché possono
dare l’impulso alla mano del medium, e per mezzo di
questo, alla tavoletta,
133
ecc., essi potrebbero egualmente farlo in maniera diretta.
Ma non si tardò a
riconoscere che la presenza del lapis non era affatto
necessaria e che bastava
un semplice pezzo di carta, piegato o no, sopra il quale
si trovarono, dopo
qualche minuto, caratteri tracciati.
Ed ecco che qui il fenomeno cambia completamente di
aspetto e ci conduce in
un ordine di cose completamente nuovo. Questi caratteri
sono tracciati con
una sostanza qualunque; dal momento che non si è data
questa sostanza allo
spirito, ne deriva che egli stesso deve averla fatta e
composta; dove l’ha
attinta? Questo era il problema.
Se vogliamo riportarci alle spiegazioni date nel Cap. 8,
nn. 127 e 128, vi si
troverà la teoria completa di questo fenomeno. In questa
scrittura, lo spirito
non si serve né delle nostre sostanze, né dei nostri
strumenti; fabbrica egli
stesso la materia e gli strumenti di cui abbisogna,
attingendo i suoi materiali
nell’elemento primitivo universale, al quale fa subire,
con la sua volontà, le
modificazioni necessarie all’effetto che vuole produrre.
Egli può dunque
fabbricare tanto il lapis rosso, che l’inchiostro da
stampa e l’inchiostro
ordinario, quanto il lapis nero, e persino caratteri
tipografici abbastanza
resistenti da poter dare un rilievo all’impronta, di cui
abbiamo visto degli
esempi. La figlia d’un signore che noi conosciamo, ragazza
dai 12 ai 13 anni,
ha ottenuto pagine intere scritte con una sostanza analoga
al pastello.
149 - Tale è il risultato
al quale ci ha condotti il fenomeno della tabacchiera
menzionato nel Cap. 7, n. 116, e sul quale noi ci siamo
soffermati, perché vi
abbiamo scorto l’occasione di approfondire una delle più
importanti leggi
dello spiritismo, la cui conoscenza può rischiare più d’un
mistero, anche del
mondo visibile. In questo modo, da un fatto apparentemente
volgare può
scaturire la luce; tutto dipende dall’osservare con cura,
ed e ciò che ognuno
può fare come noi, quando non si limiti a vedere gli
effetti senza cercarne le
cause. Se la nostra fede si è fortificata di giorno in
giorno, è perché abbiamo
capito; fate dunque capire, se volete fare dei proseliti
seri. L’intelligenza delle
cause ha ancora un altro risultato, quello cioè di
tracciare una linea di
demarcazione fra la verità e la superstizione. Se noi
consideriamo la scrittura
diretta dal punto di vista dei vantaggi ch’essa può
offrire, diremo che finora la
sua principale utilità fu la constatazione materiale d’un
fatto grave: cioè
l’intervento d’una potenza occulta, che per questo mezzo
trova un nuovo
modo di manifestarsi. Ma le comunicazioni che così si
ottengono sono
raramente di qualche entità; sono, in generale, spontanee
e limitate a parole,
a sentenze, sovente a segni non intelligibili; se ne
ottennero in tutte le lingue,
in greco, in latino, in siriaco, in caratteri geroglifici,
ecc., ma esse non si sono
134
ancora prestate a quei discorsi compiuti e rapidi che
permette la psicografia o
scrittura medianica.
Pneumatofonia
150 - Gli spiriti,
potendo produrre rumori e colpi battuti, possono anche far
sentire gridi di ogni genere e suoni vocali, imitanti la voce
umana presso di
noi o nell’aria, è questo il fenomeno che noi designiamo
sotto il nome di
pneumatofonia.
Servendoci della conoscenza che abbiamo della natura
degli spiriti, si può arguire che alcuni di essi, quando
sono d’un ordine
inferiore, credono di parlare come se fossero viventi (vedi
Revue Spirite,
febbraio 1858: Storia del fantasma di madamigella
Clairon).
Converrebbe tuttavia evitare di prendere per voci occulte
tutti i suoni che non
hanno causa nota od i semplici ronzii alle orecchie, e
soprattutto di credere
che vi sia la più piccola verità nella volgare credenza
che l’orecchio in cui si
manifesta il ronzio ci avverte che qualcuno parla di noi.
Questi suoni, la cui
causa è puramente fisiologica, non hanno d’altra parte
alcun senso, mentre i
suoni pneumatofonici esprimono pensieri, e da ciò
soltanto si può
riconoscere che essi hanno la loro origine in una causa
intelligente e non
accidentale. Gli effetti notoriamente intelligenti sono
i soli che possano
attestare l’intervento degli spiriti; in quanto agli
altri, ci sono almeno cento
probabilità contro una che siano dovuti a cause fortuite.
151 - Accade spesso che
tra il sonno e la veglia si intenda distintamente
pronunciare parole, nomi, e qualche volta anche frasi
intere, e ciò in modo
abbastanza distinto da far risvegliare di soprassalto.
Quantunque in certi casi
possa accadere che questa sia realmente una
manifestazione, tuttavia questo
fenomeno non è abbastanza positivo perché possa essere
attribuito ad una
causa analoga a quella che noi abbiamo sviluppata nella
teoria
dell’allucinazione (Cap. 6, n. 111 e seguenti). Ciò
che si sente in questa
maniera non ha, del resto, alcuna conseguenza. La cosa
cambia d’aspetto
allorché si è del tutto svegli, poiché se la voce proviene
da uno spirito, si può
quasi sempre avere con lui uno scambio di pensieri e
legare una regolare
conversazione.
I suoni spiritici o pneumatofonici hanno due modi
ben distinti di prodursi:
qualche volta è una voce intima che risuona nel proprio
interiore, ma
quantunque le parole siano chiare e distinte, nulla hanno
tuttavia di
135
materiale; altre volte esse sono esteriori, e così
distintamente articolate che
sembrano provenire da una persona che sia al nostro
fianco.
Il fenomeno della pneumatofonia è quasi sempre
spontaneo, in qualunque
modo si produca, e raramente può essere provocato.
136
13 - PSICOGRAFIA
Psicografia indiretta: canestrini e tavolette -
Psicografia diretta o
manuale.
152 - La scienza
spiritica ha progredito come tutte le altre e più rapidamente
delle altre, poiché appena qualche anno ci separa da
questi mezzi primitivi ed
incompiuti che comunemente si chiamavano le tavole
parlanti, e si è ormai
giunti a poter comunicare con gli spiriti tanto facilmente
e tanto rapidamente
quanto gli uomini possono fare tra di loro, e ciò con gli
stessi mezzi: la
scrittura e la parola. La scrittura ha soprattutto il
vantaggio di attestare più
materialmente l’intervento di una potenza occulta, e di
lasciare tracce che
possono essere da noi conservate, come si usa per la
nostra comune
corrispondenza. Il primo mezzo impiegato fu quello delle
tavolette e dei
canestrini muniti di lapis. Ecco qual è la loro
disposizione.
153 - Abbiamo detto che
una persona dotata di un’attitudine speciale può
imprimere un movimento di rotazione ad una tavola, oppure
ad un oggetto
qualunque; prendiamo, invece d’una tavola, un cestino di
quindici o venti
centimetri di diametro (sia esso in legno od in vimini,
poco importa, la
sostanza è indifferente).
Se ora, attraverso il fondo di questo canestrino si fa
passare un lapis solidamente attaccato, la punta
all’infuori ed in basso, e si
mantenga il tutto in equilibrio sulla punta del lapis,
collocate, esso stesso
sopra un foglio di carta, ponendo le dita sugli orli del
cestino, questo
comincerà a muoversi; ma invece di girare, porterà il
lapis in sensi diversi
sulla carta, in modo da formare o segni insignificanti o
caratteri di scrittura.
Se uno spirito è evocato e voglia comunicare, risponderà
non più con colpi
battuti come nella tiptologia, ma con parole scritte. Il
movimento del
canestrino non è più automatico, come nelle tavole
parlanti, ma diventa
intelligente. In questa disposizione, il lapis, arrivato
all’estremità della riga,
non ritorna indietro per incominciarne un’altra, ma
continua circolarmente,
in maniera tale che la linea di scrittura forma una
spirale, e che occorre alzare
più volte la carta per leggere ciò che vi è scritto. La
scrittura così ottenuta non
è sempre leggibile, non essendo separate le parole; ma il
medium, per una
specie di intuizione, la decifra facilmente. Si può anche
sostituire la lavagna
ed il gesso alla carta e al lapis. Designeremo questo
canestrino con il nome di
canestrino-trottola. AI
canestrino si sostituisce qualche volta una
137
scatoletta di cartone, il lapis ne forma l’asse.
154 - Molte altre
soluzioni furono immaginate per conseguire lo stesso scopo.
La più comoda è quella che noi chiameremo, canestrino
col becco, che
consiste nell’adattare sul canestrino un supporto di legno
inclinato, sporgente
da dieci a quindici centimetri da un lato. In un buco
praticato all’estremità di
questo fusto, o becco, si fa passare una matita abbastanza
lunga, in maniera
che la punta sia appoggiata sulla carta. Quando il medium
pone le dita sugli
orli del canestrino, tutto l’apparecchio si muove ed il
lapis scrive come nel
caso sopraccitato, con la differenza che la scrittura è,
in generale, più
leggibile, le parole separate, e le righe non sono più
disposte a spirale, ma
come nella scrittura ordinaria. Si ottengono così
dissertazioni di molte pagine
tanto rapidamente quanto nella scrittura manuale.
155 - L’intelligenza che
agisce si manifesta spesso con altri segni non
equivoci. Arrivati alla fine della pagina, il lapis fa
spontaneamente un
movimento per voltarla; volendo riportarsi ad un passaggio
precedente, nella
stessa pagina o in un’altra, essa lo cerca con la punta
del lapis, come si farebbe
con il dito, poi lo sottolinea. Se poi lo spirito desidera
indirizzarsi a qualcuno
degli astanti, l’estremità del supporto di legno si dirige
verso di lui. Per
abbreviare, egli imprime spesso le parole sì e no
con segni d’affermazione e
di negazione simili a quelli che noi facciamo con la
testa: se egli vuole
esprimere la collera e l’impazienza, batte colpi ripetuti
con la punta del lapis e
spesso la rompe.
156 - Invece del
canestrino, qualcuno si serve di una specie di piccola tavola
fatta espressamente, da dodici a quindici centimetri di
lunghezza, circa cinque
di altezza, a tre piedi, di cui quello anteriore porta il
lapis; i due altri sono
arrotondati o guarniti di una pallina di avorio, onde
scivolare facilmente
sopra la carta. Altri si servono semplicemente di una
tavoletta di superficie
variabile da quindici a venti centimetri quadrati,
triangolare, oblunga od
ovale; sopra uno degli orli vi è un buco obliquo per
mettere il lapis;
collocata allo scopo di scrivere, si trova inclinata e si
appoggia con uno dei
suoi lati sopra la carta; il lato appoggiato sulla carta è
talvolta guarnito di due
rotelline per facilitare il movimento. Si capisce, del
resto, che tutte queste
disposizioni nulla hanno di assoluto; la più comoda è la
migliore. Con tutti
questi apparecchi conviene quasi sempre essere in due; ma
non è necessario
che la seconda persona sia dotata della facoltà medianica:
ella serve
unicamente a mantenere l’equilibrio ed a diminuire la
fatica del medium.
138
157 - Noi chiamiamo
psicografia indiretta la scrittura così ottenuta, in
opposizione alla psicografia diretta o manuale ottenuta
dallo stesso
medium. Per capire quest’ultimo procedimento, conviene
renderci conto di
quello che si verifica in questa operazione. Lo spirito
estraneo che comunica,
agisce sul medium, il quale, sotto questa influenza,
dirige macchinalmente
il suo braccio e la sua mano per scrivere, senz’avere (è
questo almeno il caso
più comune) la
minima coscienza di quello che scrive; la mano agisce sul
canestrino ed il canestrino sul lapis. Così, non è il
canestrino che diventa
intelligente, ma è uno strumento diretto da
un’intelligenza; non è in realtà che
un portalapis, un’appendice della mano, un intermediario
fra la mano ed il
lapis; eliminando questo intermediario, e collocando il
lapis nella mano, voi
avrete il medesimo risultato, con un meccanismo molto più
semplice, poiché
il medium scrive come farebbe nelle condizioni normali;
così, qualunque
persona che scrive con l’aiuto d’un canestrino, tavoletta
od altro oggetto, può
scrivere direttamente.
Di tutti i mezzi di comunicazione, la scrittura alla
mano designata da
qualcuno sotto il nome di scrittura involontaria, è
senza dubbio il più
semplice, il più facile e il più comodo, poiché non esige
preparazione e si
presta come scrittura corrente agli svolgimenti più
estesi. Vi ritorneremo
parlando dei medium.
158 - AI principio delle
manifestazioni, quando si avevano a questo riguardo
idee meno precise, molti scritti furono pubblicati con
questa designazione:
comunicazione d’un canestrino, d’una tavoletta, d’una
tavola, ecc...
Si capisce oggi quanto queste espressioni avessero
d’insufficiente e d’erroneo,
senza considerare il loro carattere poco serio.
Difatti, come noi abbiamo appena visto, le tavole, le
tavolette ed i canestrini
non sono che strumenti senza intelligenza,
quantunque
momentaneamente animati da una vita fittizia, e che nulla
possono
comunicare per se stessi; ciò sarebbe prendere l’effetto
per la causa, lo
strumento per l’agente; tanto varrebbe che un autore
mettesse nel
frontespizio della sua opera, che egli l’ha scritta con
una penna metallica od
una penna d’oca. Questi strumenti, d’altra parte, non sono
assoluti.
Conosciamo qualcuno, che invece del canestrino-trottola
da noi descritto,
si serviva d’un imbuto, nel collo del quale egli passava
il lapis. Ciò che importa
conoscere, non è la natura dello strumento, ma il modo con
cui si ottiene la
comunicazione. Se la comunicazione ha luogo per mezzo
della scrittura, di
qualunque natura sia il portalapis, noi chiameremo ciò psicografia;
se per
139
mezzo dei colpi, tiptologia.
140
14 - I MEDIUM
Medium ad effetti fisici - Persone elettriche - Medium
sensitivi o
impressionabili - Medium auditivi - Medium parlanti -
Medium veggenti -
Medium sonnambuli - Medium guaritori - Medium
pneumatografi.
Medium ad effetti fisici - Persone elettriche
159 - Qualunque persona
che risenta, a qualsiasi grado, l’influenza degli
spiriti, è per questo motivo un medium.
Questa facoltà è inerente all’uomo, e per conseguenza non
è privilegio
esclusivo; così vi sono poche persone presso le quali non
se ne trovi qualche
traccia. Si può dunque dire che tutti, chi più chi meno,
sono medium.
Tuttavia, nell’uso questa qualificazione si applica
soltanto a quelli la cui
facoltà medianica è nettamente caratterizzata e si traduce
con effetti palesi di
una certa intensità, ciò che allora dipende da
un’organizzazione più o meno
sensitiva. Conviene inoltre notare che questa facoltà non
si svela presso tutti
nella medesima maniera; i medium hanno generalmente
un’attitudine
speciale per l’uno e per l’altro ordine di fenomeni, il
che costituisce altrettante
varietà quante sono le sorte di manifestazioni. I principali
sono: I medium
ad effetti fisici, i medium sensitivi, auditivi, parlanti,
veggenti,
sonnambuli, guaritori, pneumatografi, scriventi o
psicografici.
1 - Medium ad effetti fisici
160 - I medium ad
effetti fisici sono particolarmente atti a produrre
fenomeni materiali, come i movimenti dei corpi inerti, i
rumori, eccetera.
Si possono dividere in medium facoltativi e medium
involontari (vedi
Parte Seconda, Capp. 2 e 4).
I medium facoltativi sono quelli che hanno la
coscienza del loro potere, e
che producono i fenomeni spiritici con l’atto della loro
volontà. Questa
facoltà, benché inerente alla specie umana, come abbiamo
detto, non esiste
141
per tutti allo stesso grado; ma sono poche le persone per
cui essa è
assolutamente nulla, quelle atte a produrre i grandi
effetti (come la
sospensione dei corpi gravi nello spazio, la traslazione
aerea e soprattutto le
apparizioni) sono
ancora più rare.
Gli effetti più semplici sono quelli della rotazione di un
oggetto, dei colpi
battuti per mezzo del sollevamento di questo oggetto, o
nella sua sostanza
stessa. Senza attribuire un’importanza straordinaria a
questi fenomeni, noi
invitiamo però a non trascurarli; essi possono dar luogo
ad osservazioni
interessanti ed aiutare la convinzione. Conviene tuttavia
osservare che la
facoltà di produrre effetti materiali esiste raramente
presso coloro che hanno
mezzi più perfetti di comunicazione, come la scrittura o
la parola.
Generalmente, la facoltà diminuisce in un senso a misura
che essa si sviluppa
in un altro.
161 - I medium
involontari o naturali sono quelli la cui influenza si
esercita a loro insaputa. Essi non hanno alcuna coscienza
del loro potere, e
spesso ciò che succede d’anormale attorno ad essi, non
sembra loro affatto
straordinario; ciò fa parte di essi stessi, assolutamente
come le persone dotate
della seconda vista e che non lo immaginano affatto.
Questi soggetti sono degnissimi di osservazione, e non si
deve trascurare di
raccogliere e di studiare i fatti di questo genere che
possono venire a nostra
conoscenza; essi si manifestano in ogni età, e spesso
presso ragazzi
giovanissimi (vedi Cap. 5, Manifestazioni spontanee).
Questa facoltà non è di per sé l’indizio di uno stato
patologico, poiché non è
incompatibile con una perfetta salute. Se colui che la
possiede è sofferente, ciò
dipende da una causa estranea, e questo è il motivo per
cui i mezzi terapeutici
sono impotenti a farla cessare. Essa può, in certi casi,
essere conseguenza
d’una certa debolezza organica, ma non ne è mai causa
efficiente. Non si
saprebbe dunque ragionevolmente concepirne alcuna
inquietudine dal punto
di vista igienico. Essa potrebbe avere degli inconvenienti
soltanto allorché il
soggetto, divenuto medium facoltativo, ne facesse un
abuso, poiché allora vi
sarebbe da parte sua emissione troppo abbondante di fluido
vitale, e in
conseguenza indebolimento di organi.
162 - La ragione si
ribella all’idea delle torture morali e corporali, alle quali la
scienza ha talvolta sottomesso esseri deboli e delicati in
vista di assicurarsi
che non vi fosse frode o inganno da parte loro; queste esperienze,
fatte il più
delle volte con malevolenza, sono sempre dannose per le
persone sensitive, e
142
potrebbero risultarne dei gravi disordini fisiologici. Il
fare simili prove, è un
giocare con la vita. L’osservatore di buona fede non ha
bisogno d’impiegare
questi mezzi; colui che è familiarizzato con questa sorta
di fenomeni sa,
d’altra parte, che essi appartengono più all’ordine morale
che all’ordine fisico,
e che se ne cercherebbe invano la soluzione nelle nostre
scienze esatte.
E appunto perché questi fenomeni hanno relazione con
l’ordine morale, si
deve evitare con cura scrupolosa tutto ciò che può
sovreccitare
l’immaginazione. Sono note le disgrazie che possono
derivare dalla paura, e si
sarebbe meno imprudenti se si conoscessero tutti i casi di
follia e di epilessia,
che hanno la loro origine nei racconti dei lupi-mannari e
della befana; che
cosa ne deriverebbe quando si volesse persuadere che
c’entra il diavolo?
Quelli che danno credito a tali idee non sanno la
responsabilità che si
assumono: possono uccidere! Ora il pericolo non è
soltanto per il soggetto,
è pure per quelli che lo circondano, e che possono essere
spaventati dal
pensiero che la loro casa è un covo di demoni. Questa
funesta credenza fu
quella che causò tante azioni atroci nei tempi
d’ignoranza. Tuttavia, con un
po’ di discernimento, si sarebbe dovuto pensare che,
bruciando il corpo che si
credeva posseduto dal diavolo, non si bruciava il diavolo.
Poiché si voleva
disfarsi del diavolo, occorreva prima di tutto dare il
rogo al diavolo stesso; la
dottrina spiritica, illuminandoci sopra la vera causa di
tutti questi fenomeni,
le dà il colpo di grazia. Lungi dunque dal far nascere
questo pensiero,
si deve, ed è un dovere morale e d’umanità, combatterlo se
esiste.
Ciò che conviene fare quando una simile facoltà si
sviluppa spontaneamente
in un individuo, è di lasciare che il fenomeno segua il
suo corso naturale; la
natura è più prudente degli uomini: la Provvidenza,
d’altra parte, vede assai
lontano, ed il più meschino individuo può essere lo
strumento dei più grandi
disegni. Ma, è necessario convenirne, questo fenomeno
raggiunge talvolta
delle proporzioni gravi ed importune per tutti (1).
(1) Uno dei fatti più straordinari di questa natura, per
la varietà e la
stranezza dei fenomeni, è senza dubbio quello che ebbe
luogo nel 1852 nel
Palatinato (Baviera renana) a Bergzabern, vicino a
Wissembourg. Esso è
tanto più notevole in quanto riunisce nel medesimo
soggetto quasi tutti i
generi di manifestazioni spontanee: strepiti da scuotere
la casa,
rovesciamento di mobili, oggetti lanciati lontano da mano
invisibile, visioni
ed apparizioni, sonnambulismo, estasi, catalessi,
attrazione elettrica, gridi e
suoni aerei, strumenti che suonano senza contatto,
comunicazioni
intelligenti, ecc.; e, ciò che non è di scarsa importanza.
la constatazione di
questi fatti, per quasi due anni consecutivi, fatta da
innumerevoli testimoni
143
oculari, degni di fede per il loro sapere e la loro
posizione sociale.
Il racconto fu pubblicato a quell’epoca in molti giornali
tedeschi, e in un
opuscolo ormai esaurito e rarissimo. Si troverà la
traduzione completa di
questo opuscolo nella Revue Spirite del 1858, con i
commenti e le
spiegazioni necessarie. Per quanto noi sappiamo, è la sola
pubblicazione
francese che ne sia stata fatta. Oltre l’interesse
vivissimo inerente a questi
fenomeni, essi sono eminentemente istruttivi dal punto di
vista dello studio
pratico dello spiritismo.
Ecco quindi in tutti i casi quello che conviene fare. Nel
Cap. 5,
Manifestazioni fisiche spontanee, abbiamo già dato qualche consiglio al
riguardo, dicendo che conviene cercare di mettersi in
rapporto con lo spirito
per sapere da lui ciò che vuole. Il mezzo seguente è
egualmente fondato
sull’osservazione.
Gli esseri invisibili, che rivelano la loro presenza con
effetti sensibili, sono, in
generale, spiriti d’un ordine inferiore, si possono
dominare per mezzo
dell’ascendente morale. Ed è questo ascendente che
conviene cercare di
acquistare. Per ottenere questo ascendente, conviene far
passare il soggetto
dallo stato di medium naturale, a quello di medium
facoltativo. Si
produce allora un effetto analogo a quello che si verifica
nel sonnambulismo.
Si sa che il sonnambulismo naturale cessa generalmente
quando è sostituito
dal sonnambulismo magnetico.
Non si arresta con questo la facoltà emancipatrice
dell’anima, ma le si dà un
altro corso. Lo stesso avviene per la facoltà medianica. A
questo segno, invece
di impedire i fenomeni (ciò che si raggiunge raramente
e che non è sempre
senza pericolo),
bisogna invece spingere il medium a produrli di sua volontà,
imponendosi allo spirito. Con questo mezzo, egli arriva a
padroneggiarlo, e da
un dominatore qualche volta tirannico, ne fa un essere
subordinato e spesso
dolcissimo. Un fatto degno di attenzione, e giustificato
dall’esperienza, è che,
in simile caso, un fanciullo ha altrettanta e, spesso, più
autorità d’un adulto;
altra prova del punto essenziale della Dottrina, secondo
cui lo spirito non è
fanciullo se non per il corpo, e ha di per se stesso uno
sviluppo
necessariamente anteriore alla sua incarnazione Attuale,
sviluppo che può
dargli ascendente sopra gli spiriti che gli sono
inferiori.
La moralizzazione dello spirito per mezzo dei consigli di
una terza persona
influente e sperimentata, se lo stesso medium non è in
stato di farlo, è spesso
un mezzo efficacissimo. Vi ritorneremo, sopra più tardi.
144
163 - Sembra che
appartengano a questa categoria di medium gli individui
dotati di una certa dose d’elettricità naturale; vere torpedini
umane, che
producono con il semplice contatto qualunque effetto di
attrazione e di
repulsione. Si avrebbe torto tuttavia a ritenerli dei medium,
poiché la vera
medianità suppone l’intervento diretto d’uno spirito; ora,
nei casi di cui
parliamo, esperienze concludenti hanno provato che
l’elettricità è l’unico
agente di questi fenomeni.
Questa facoltà bizzarra, che quasi potrebbe chiamarsi una
infermità, può
qualche volta collegarsi con la medianità, come può
scorgersi nella storia dello
spirito picchiatore di Bergzabern, ma spesso essa è completamente
indipendente. Come abbiamo già detto, la sola prova
dell’intervento degli
spiriti è il carattere intelligente delle manifestazioni;
ogni qualvolta questo
carattere non esiste, si possono attribuire con fondamento
ad una causa
puramente fisica. La questione è di sapere se le persone
elettriche
avrebbero una più grande attitudine a diventare medium
ad effetti fisici;
noi lo pensiamo, ma ciò deve essere un risultato
dell’esperienza.
2 - Medium sensitivi o Impressionabili
164 - Si designano così
le persone suscettibili di sentire la presenza degli
spiriti per mezzo d’una vaga impressione, una sorta di
fruscio in tutto il corpo,
di cui esse non possono rendersi conto. Questa varietà non
ha un carattere
ben definito; tutti i medium sono necessariamente
impressionabili;
l’impressionabilità viene così dichiarata una qualità
generale, piuttosto che
speciale; è la facoltà rudimentale indispensabile allo
sviluppo di tutte le altre.
Essa differisce dall’impressionabilità puramente fisica e
nervosa, con la quale
non si deve confondere, poiché vi sono persone che non
hanno i nervi delicati
e che risentono più o meno l’effetto della presenza degli
spiriti, nello stesso
modo che altre irritabilissime non la risentono affatto.
Questa facoltà si sviluppa con l’abitudine, e può
acquistare una tale
delicatezza che colui il quale ne è dotato riconosce,
dall’impressione che ne
risente, non solamente la natura buona o cattiva dello
spirito che gli sta
vicino, ma perfino la sua individualità, come il cieco
riconosce, quasi per
intuito, l’avvicinarsi di questa o quella persona: egli
diventa, riguardo agli
spiriti, una vera sensitiva. Un buono spirito fa sempre
un’impressione dolce e
gradevole; quella di un cattivo spirito, al contrario, è
penosa, ansiosa e
sgradevole; ne traspira come un alito di impurità.
145
3 - Medium auditivi
165 - Essi sentono la
voce degli spiriti. Ciò, come abbiamo detto parlando
della pneumatofonia, è qualche volta una voce intima che
si fa sentire
all’interno dell’orecchio; altre volte è una voce
esteriore, chiara e distinta,
come quella d’una persona vivente. I medium auditivi
possono così entrare in
conversazione con gli spiriti. Allorché essi sono
assuefatti a comunicare con
alcuni spiriti, li riconoscono immediatamente dal timbro
della voce. Allorché
non si possieda questa facoltà, si può egualmente
comunicare con uno spirito
per mezzo di un medium auditivo, che funge da interprete.
Questa facoltà è
gradevolissima quando il medium ha a che fare con buoni
spiriti, o soltanto
con quelli che egli chiama; ma la cosa cambia aspetto
quando un cattivo
spirito si accanisce contro di lui e gli fa sentire ogni
momento le cose più
sgradevoli, e qualche volta le più sconvenienti. Conviene
allora cercare di
sbarazzarsene con i mezzi che noi indicheremo al capitolo
riguardante
l’Ossessione.
4 - Medium parlanti
166 - I medium auditivi,
che trasmettono soltanto quello che sentono, non
sono, propriamente parlando, medium parlanti;
questi ultimi, invece, il più
delle volte non sentono nulla. Con questi lo spirito
agisce sugli organi della
parola, come agisce sopra la mano dei medium scriventi. Lo
spirito che vuole
comunicare si serve dell’organo che trova maggiormente
idoneo nel medium;
da uno prenderà in uso la mano, da un altro la parola, da
un terzo l’udito. Il
medium parlante si esprime generalmente senza avere la
coscienza di ciò che
dice, e spesso dice cose completamente estranee alle sue
idee abituali, alle sue
cognizioni, e persino lontane dalla portata della sua
intelligenza. Quantunque
il medium sia perfettamente sveglio e in uno stato
normale, esso raramente
conserva il ricordo di ciò che ha detto; in altri termini,
la parola è per il
medium uno strumento di cui si serve lo spirito e con il
quale una persona
estranea può entrare in comunicazione, nella stessa
maniera in cui può farlo
attraverso il medium auditivo.
La passività del medium parlante non è sempre completa; ve
ne sono di quelli
146
che hanno l’intuizione di ciò che dicono nel momento
stesso in cui
pronunziano le parole. Ritorneremo su questa varietà
quando tratteremo dei
medium intuitivi.
5 - Medium veggenti
167 - I medium veggenti
sono dotati della facoltà di vedere gli spiriti. Vi sono
di quelli che godono di questa facoltà nello stato
normale, allorché sono
perfettamente svegli e ne conservano un esatto ricordo;
altri non lo hanno se
non nello stato di sonnambulismo o vicino al
sonnambulismo.
Questa facoltà è raramente permanente: essa è quasi sempre
l’effetto di una
crisi momentanea e passeggera. Si possono collocare nella
categoria dei
medium veggenti tutti gli individui dotati della seconda
vista. La possibilità di
vedere gli spiriti in sogno nasce senza dubbio da una
specie di medianità
veggente. Abbiamo spiegato questo fenomeno nel Cap. 6, Manifestazioni
visive.
Il medium veggente crede di vedere con gli occhi, come
coloro i quali sono
dotati della seconda vista; ma in realtà è l’anima che
vede, ed è questa la
ragione per cui essi vedono tanto con gli occhi chiusi
quanto con gli occhi
aperti; da ciò ne risulta che un cieco può vedere gli
spiriti come colui che ha
buona vista. Si potrebbe fare, a questo riguardo, uno
studio molto
interessante, quello cioè di sapere se questa facoltà è
più frequente presso i
ciechi. Spiriti che furono ciechi ci hanno detto che,
essendo in vita, essi
avevano per mezzo dell’anima la percezione di certi
oggetti, e che non erano
immersi nell’oscurità nera.
168 - Conviene
distinguere le apparizioni accidentali e spontanee dalla
facoltà propriamente detta di vedere gli spiriti. Le prime
sono frequenti,
soprattutto al momento della morte delle persone amate e
conosciute, le quali
vengono ad avvertire che non sono più di questo mondo. Vi
sono numerosi
esempi di simili fatti avvenuti, senza parlare delle
visioni durante il sonno.
Altre volte, sono parenti ed amici che, sebbene morti da
un tempo più o meno
lungo, appaiono, sia per avvertire di un pericolo, sia per
dare un consiglio, sia
per chiedere che si faccia qualcosa per lui. Il servizio
che può reclamare uno
spirito consiste generalmente nel compimento d’una cosa
che egli non poté
fare quando era vivo, o nel domandare il soccorso delle
preghiere. Queste
apparizioni sono fatti isolati, che hanno sempre un
carattere individuale e
147
personale, e non costituiscono una facoltà propriamente
detta. La facoltà
consiste nella possibilità, se non permanente, almeno
frequentissima, di
vedere qualsiasi spirito, anche quello che ci è più
estraneo. Questa è la vera
facoltà che caratterizza, propriamente parlando, i medium
veggenti
Fra i medium veggenti ve ne sono di quelli che vedono
soltanto gli spiriti
evocati, dei quali possono fare la descrizione con una
minuziosa esattezza;
essi descrivono i loro gesti nei più piccoli particolari,
come pure l’espressione
della loro fisionomia, le loro fattezze, le vesti, e
persino i sentimenti da cui
sembrano animati. Ve ne sono altri presso i quali questa
facoltà è ancora più
generale; essi vedono tutta la popolazione spiritica
circostante andare, venire,
e si potrebbe dire, attendere ai suoi affari.
169 - Assistemmo una sera
alla rappresentazione dell’opera Oberon in
compagnia di un ottimo medium veggente. Nella sala vi
erano numerosi posti
liberi, molti dei quali occupati da spiriti, che
sembravano seguire lo
spettacolo; alcuni andavano presso alcuni spettatori e
sembrava che
ascoltassero la loro conversazione. Sul palcoscenico si
svolgeva un’altra scena;
dietro gli attori molti spiriti d’umor gioviale si
divertivano a contraffarli,
imitando i loro gesti in modo grottesco; altri, più seri,
sembravano ispirare i
cantanti e fare degli sforzi per dare loro energia. Uno di
essi era
costantemente vicino ad una delle interpreti principali;
noi credemmo che
egli avesse intenzioni un po’ leggiere; avendolo poi
chiamato nell’intervallo,
egli venne presso di noi, e ci rimproverò con qualche
severità il nostro
temerario giudizio. “Non sono quello che credete”, disse
egli, “Io sono
incaricato di dirigerla”. Dopo qualche minuto di una
conversazione molto
seria, ci lasciò dicendoci: “Addio! ella è nel suo camerino:
è bene che io vada a
vigilare su di lei”. Evocammo in seguito lo spirito di
Weber, autore dell’opera,
e gli domandammo che cosa pensasse dell’esecuzione del suo
lavoro. “Non c’è
male”, egli disse, “ma vi è una certa fiacchezza: gli
attori cantano, ecco tutto,
ma non vi è ispirazione. Aspettate”, soggiunse, “tenterò
di dare loro un po’ di
fuoco sacro”. Allora lo si vide sulla scena librarsi al
disopra degli attori; un
effluvio sembrava partire da lui e spandersi sopra di
loro: in quel momento, vi
fu negli attori un visibile aumento d’energia.
170 - Ecco un altro fatto
il quale prova l’influenza esercitata dagli spiriti sugli
uomini a loro insaputa. Eravamo, come nella sera suddetta,
ad una
rappresentazione teatrale con un altro medium veggente.
Avendo impegnato
una conversazione con uno spirito spettatore,
questi ci disse: “Vedete
quelle due signore sole nel palchetto di prima fila?
Ebbene, io sono capace di
148
far loro abbandonare la sala”. Ciò detto lo si vide andare
a collocarsi nel
palchetto in questione, e parlare alle due signore; ad un
tratto, queste, che
erano attentissime allo spettacolo, si guardano, sembrano
consultarsi, poi se
ne vanno e non ricompaiono più. Lo spirito ci fece allora
un gesto comico per
dimostrare che egli aveva mantenuto la parola; ma non lo
rivedemmo più per
domandargli spiegazioni. In questo modo abbiamo potuto
essere testimoni
mille volte della parte che sostengono gli spiriti fra i
viventi. Li abbiamo
osservati nei diversi luoghi di riunione, al ballo, al
concerto, alla predica, ai
funerali, ai conviti, ecc., e dappertutto ne abbiamo
trovati che attizzavano le
cattive passioni, soffiavano la discordia, eccitavano le
risse, e si rallegravano
delle loro prodezze; altri, al contrario, combattevano
questa perniciosa
influenza, ma erano raramente ascoltati.
171 - La facoltà di
vedere gli spiriti può senza dubbio svilupparsi, ma è per
l’appunto una di quelle di cui conviene aspettare lo
sviluppo naturale senza
provocarlo, se non si vuole rischiare di diventare vittime
della propria
immaginazione. Quando esiste il germe d’una facoltà, essa
si manifesta da se
stessa. In principio conviene accontentarsi di quelle che
Dio ci ha accordato,
senza ricercare l’impossibile; allora, infatti, volendo
avere troppo, si corre
rischio di perdere quello che si ha.
Quando abbiamo detto che i fatti d’apparizione spontanea
sono frequenti
(vedi n. 107) non
abbiamo con ciò voluto dire che sono comunissimi. Quanto
ai medium veggenti, propriamente detti, essi sono ancora
più rari, e conviene
diffidare assai di quelli che pretendono di godere di
questa facoltà; è cosa
prudente il non prestar loro fede se non dietro prove
positive. Non ci
fermiamo nemmeno a parlare di quelli che si fanno la
ridicola illusione degli
spiriti globuli, da noi descritta al n. 108; parliamo di
quelli che pretendono di
vedere gli spiriti in una maniera razionale. Certe persone
possono, senza
dubbio, ingannarsi in buona fede, ma altre possono pure
simulare questa
facoltà per amor proprio o per interesse. In questo caso,
conviene
particolarmente tener conto del carattere, della moralità
e della sincerità
abituale; ma è soprattutto nelle minute particolarità che
si può trovare il
giudizio più certo, poiché ve ne sono di quelle che non
possono lasciare alcun
dubbio, come, ad esempio, il ritratto degli spiriti che il
medium non ha mai
conosciuti, fatto con esattezza. Il fatto seguente
appartiene a questa categoria.
Una signora vedova, il cui marito comunicava con lei
frequentemente, si
trovava un giorno con un medium veggente che non conosceva
né lei né la sua
famiglia. Il medium le disse: “Vedo presso di voi uno
spirito”. “Ah!” disse
subito la signora, “è senza dubbio mio marito, il quale
non mi abbandona
149
quasi mai”. “No”, rispose il medium, “è una donna d’una
certa età, la quale ha
il capo coperto in maniera singolare; ha una fascia bianca
sulla fronte”.
Per questa particolarità e per altri dettagli descrittivi,
la signora riconobbe in
maniera certa la sua nonna, notando che essa non pensava
affatto a lei in quel
momento. Se il medium avesse voluto simulare la facoltà,
gli sarebbe stato
facile andare dietro al pensiero della signora, mentre,
invece del marito, di cui
ella era preoccupata, egli vede una donna con
un’acconciatura speciale sul
capo, per lui del tutto incomprensibile. Questo fatto
prova un’altra cosa, cioè
che la vista nel medium non è il riflesso di alcun
pensiero estraneo (vedi n.
102).
6 - Medium sonnambuli
172 - Il sonnambulismo
può essere considerato come una varietà della facoltà
medianica, o per meglio dire, i due ordini di fenomeni si
trovano spesso
riuniti.
Il sonnambulo agisce sotto l’influenza del proprio
spirito. E’ la sua anima che,
nei momenti di emancipazione, vede, intende e percepisce
all’infuori dei
limite dei sensi; ciò che esprime, egli lo attinge in se
stesso; le sue idee sono in
generale più giuste che non nello stato normale; le sue
cognizioni più estese,
poiché la sua anima è libera; in una parola, egli vive in
anticipo della vita degli
spiriti. Il medium, al contrario, è lo strumento d’una
intelligenza estranea;
egli è passivo, e ciò che dice non viene da lui.
Riassumendo, il sonnambulo
esprime il proprio pensiero ed il medium quello d’un
altro. Ma lo spirito che
comunica con un medium ordinario, può, nella stessa
maniera, comunicare
con un sonnambulo; spesso, anche lo stato d’emancipazione
dell’anima,
durante il sonnambulismo, rende questa comunicazione più
facile. Molti
sonnambuli vedono perfettamente gli spiriti, e li
descrivono con altrettanta
precisione che i medium veggenti; essi possono intrattenersi
con loro e
trasmetterci il loro pensiero; ciò che dicono al di fuori
delle loro personali
conoscenze, viene loro spesso suggerito da altri spiriti.
Ecco un esempio
notevole dove la doppia azione dello spirito del
sonnambulo e dello spirito
estraneo si rivela nella maniera meno equivoca.
173 - Un nostro amico
aveva in esame un giovinetto sonnambulo di 14 o 15
anni, di intelligenza molto comune e d’una istruzione
estremamente limitata.
Tuttavia, nel sonnambulismo egli diede prove d’una
lucidità straordinaria e
150
d’una grande perspicacia. Egli era soprattutto abile nella
cura delle malattie e
compì un gran numero di cure ritenute impossibili. Un
giorno, egli dava un
consulto ad un ammalato, di cui descrisse il male con una
perfetta esattezza.
“Ciò non è tutto”, gli si disse, “ora occorre indicare il
rimedio”. “Non posso”,
egli rispose, “il mio angelo dottore non è qui”.
“Chi intendi per angelo dottore?”
“Quello che mi detta i rimedi”.
“Non sei dunque tu che vedi i rimedi?”
“No, essi mi vengono dettati dal mio angelo dottore”.
Così, per questo sonnambulo, l’azione di vedere il male
era opera del proprio
spirito, il quale, per questo, non aveva bisogno di alcuna
assistenza; ma
l’indicazione dei rimedi gli era da un altro; quest’altro
non essendo presente,
egli non poteva dir nulla. Da solo egli era puramente sonnambulo;
assistito
da colui che egli chiamava il suo angelo dottore, egli era
mediumsonnambulo.
174 - La lucidità
sonnambolica è una facoltà relativa all’organismo, e del tutto
indipendente dall’elevazione, dall’avanzamento, ed anche
dallo stato morale
del soggetto. Un sonnambulo può dunque essere lucidissimo,
ed essere
incapace di rispondere a certe domande, se il suo spirito
è poco avanzato.
Colui che parla, di per se stesso può dunque dire cose
buone o cattive, giuste o
sbagliate, mettere più o meno delicatezza e scrupolo nei
suoi procedimenti,
secondo il grado di elevazione o d’inferiorità del proprio
spirito; è allora che
l’assistenza d’uno spirito straniero può supplire alla sua
insufficienza. Ma un
sonnambulo può essere assistito da uno spirito bugiardo,
leggiero, od anche
cattivo, quanto potrebbe esserlo un medium; in queste
circostanze,
soprattutto le qualità morali hanno una grande influenza
per attirare i buoni
spiriti (vedi Il Libro degli Spiriti, Sonnambulismo,
n. 425, e qui appresso il
capitolo sull’Influenza morale del medium).
7 - Medium guaritori
175 - Non parleremo, se
non a titolo di memoria, di questa varietà di medium,
poiché questo argomento esigerebbe uno sviluppo troppo
esteso.
Noi diremo solamente che questo genere di medianità
consiste
151
principalmente nel dono che certe persone posseggono di
guarire con il
semplice tatto, con lo sguardo, con un solo gesto, senza
l’ausilio di alcun
medicamento. Si dirà senza dubbio che ciò è puro
magnetismo. E’ evidente
che il fluido magnetico ha una grande azione; ma, quando
si esamina con cura
questo fenomeno, si riconosce senza fatica che vi è
qualcosa di più. La
magnetizzazione ordinaria è una vera cura, continua,
regolare, metodica; nel
primo caso, invece, le cose vanno ben altrimenti. Tutti i
magnetizzatori sono
più o meno atti a guarire, se sanno convenientemente
operare, mentre presso
i medium guaritori la facoltà è spontanea; anzi ve ne sono
alcuni che la
posseggono senza aver mai inteso parlare di magnetismo.
L’intervento di una
potenza occulta, che costituisce la medianità, diventa
evidente in certe
circostanze; essa lo è soprattutto quando si considera che
la maggior parte
degli individui, i quali si possono con ragione qualificare
come medium
guaritori, fanno ricorso alla preghiera, che è una vera
evocazione (vedi n. 131).
176 - Ecco le risposte
che furono date alle seguenti questioni rivolte agli
spiriti su questo argomento:
1) Le
persone dotate della potenza magnetica possono essere considerate
come formanti una varietà di medium?
“Non potreste dubitarne”.
2) Tuttavia,
il medium è l’intermediario tra lo spirito e l’uomo; ora, il
magnetizzatore che attinge in se stesso la sua forza, non
sembra essere
l’intermediario di alcuna potenza a lui estranea.
“E’ un errore. La potenza magnetica risiede senza dubbio
nell’uomo, ma è
aumentata dall’azione degli spiriti che egli chiama in suo
aiuto. Se tu
magnetizzi con lo scopo di guarire, per esempio, e invochi
un buono spirito
che si interessa a te ed al tuo malato, egli aumenta la
tua forza e la tua
volontà, dirige il tuo fluido e gli dà le qualità
necessarie”.
3) Vi
sono, tuttavia, ottimi magnetizzatori che non credono agli spiriti?
“Credi tu dunque che gli spiriti agiscano soltanto sopra quelli
che credono in
essi? Quelli che magnetizzano a fin di bene sono
assecondati dai buoni spiriti.
Ogni uomo che ha il desiderio del bene li chiama, senza
averne neppure il
sospetto, nella stessa maniera che con il desiderio del
male e le cattive
intenzioni egli chiama quelli cattivi”.
4) Colui
che, avendo la potenza, credesse all’intervento degli spiriti,
agirebbe più efficacemente?
“Egli farebbe cose tali che voi le considerereste dei
miracoli”.
152
5) Certe
persone hanno esse veramente il dono di guarire con il semplice
tatto, senza l’impiego dei passi magnetici?
“Certamente; non ne avete voi numerosi esempi?”
6) In
questo caso vi è azione magnetica, o solamente influenza degli spiriti?
“L’una e l’altra. Queste persone sono veri medium, poiché
agiscono sotto
l’influenza degli spiriti; ma ciò non vuol dire che esse
siano medium scriventi,
come voi l’intendete”.
7) Si può
trasmettere questo potere?
“Il potere no, ma bensì la conoscenza delle cose
necessarie per esercitarlo, se
lo si possiede. Qualcuno non sospetterebbe di aver questo
potere, se non
credesse che gli fu trasmesso”.
8) Si
possono ottenere guarigioni con il mezzo della sola preghiera?
“Sì, qualche volta, se Dio lo permette; ma può darsi che
il malato debba
soffrire ancora per il suo stesso bene, ed allora voi
credete che la vostra
preghiera non sia stata ascoltata”.
9) Vi
sono, a questo scopo, alcune formule di preghiere più efficaci di altre?
“La sola superstizione può attribuire una virtù a certe
parole, e alcuni spiriti
ignoranti e mentitori possono mantenere idee di questo
genere, prescrivendo
delle formule. Tuttavia, può anche accadere che persone
poco illuminate ed
incapaci di capire le cose puramente spirituali acquistino
confidenza
nell’impiego di una formula. In questo caso, non è la formula
che è efficace,
ma la fede che viene aumentata dall’idea collegata
all’impiego della formula”.
8 - Medium pneumatografi
177 - Si dà questo nome
ai medium atti ad ottenere la scrittura diretta, il che
non è dato a tutti i medium scriventi. Questa facoltà è
finora abbastanza rara;
essa si sviluppa probabilmente con l’esercizio; ma, come
abbiamo detto, la sua
utilità pratica si limita ad una constatazione evidente
dell’intervento di una
potenza occulta nelle manifestazioni. Solo l’esperienza
può far conoscere se si
possiede. Si può dunque tentare, e d’altra parte si può
domandarlo ad uno
spirito protettore con gli altri mezzi di comunicazione.
Secondo la maggiore o
minore potenza del medium, si ottengono semplici tratti,
segni, lettere,
parole, frasi, ed anche pagine intere. Basta,
ordinariamente, depositare un
foglio di carta piegato in un luogo qualunque, o in un
sito designato dallo
153
spirito, durante dieci minuti o un quarto d’ora, qualche
volta di più. La
preghiera ed il raccoglimento sono condizioni essenziali;
è per questo che si
può ritenere impossibile ottenere qualcosa in una riunione
di persone poco
serie, o che non siano animate da sentimenti simpatici e
benevoli (vedi Cap.
8, Laboratorio del mondo invisibile, n.127 e
seguenti, e Cap. 12,
Pneumatografia).
Tratteremo in maniera speciale dei medium scriventi nei
seguenti capitoli.
154
15 - MEDIUM SCRIVENTI O PSICOGRAFI
Medium meccanici - Medium intuitivi - Medium
semi-meccanici - Medium
ispirati o involontari - Medium da presentimenti.
178 - Di tutti i mezzi di
comunicazione, la scrittura manuale è il più semplice,
il più comodo e soprattutto il più completo.
Tutti gli sforzi devono tendere verso questo mezzo, poiché
esso permette di
stabilire con gli spiriti relazioni altrettanto continuate
e regolari quanto lo
sono quelle che esistono tra di noi. Conviene attenervisi,
tanto più perché è il
mezzo con il quale gli spiriti rivelano meglio la loro
natura ed il grado della
loro perfezione o della loro inferiorità.
Per la facilità che hanno di esprimersi con questo mezzo,
essi ci fanno
conoscere i loro pensieri intimi e ci mettono così in
grado di giudicarli e di
apprezzarli secondo il loro valore. La facoltà di
scrivere, per un medium, è
inoltre quella che è più suscettibile di svilupparsi con
l’esercizio.
Medium meccanici
179 - Esaminando certi
effetti che si producono nei movimenti della tavola,
del canestrino o della tavoletta che scrive, non si può
dubitare dell’esistenza di
un’azione esercitata direttamente dagli spiriti sopra
questi oggetti. Il
canestrino si agita talvolta con tanta violenza, che
sfugge dalle mani del
medium; qualche volta esso si dirige verso alcune persone
del circolo per
picchiarle; altre volte, i suoi movimenti indicano un
sentimento affettuoso. La
stessa cosa ha luogo allorché il lapis è collocato nella
mano; spesso viene
lanciato lontano con forza, oppure la mano, come il
canestrino, si agita
convulsamente e picchia la tavola con collera, anche
quando il medium è nella
massima calma e si meraviglia di non essere padrone di sé.
Diciamo, di passaggio, che questi effetti denotano sempre
la presenza di
spiriti imperfetti; gli spiriti realmente superiori sono
costantemente calmi,
dignitosi e benevoli; se non sono convenientemente
ascoltati, si ritirano, ed
altri prendono il loro posto. Lo spirito può dunque
esprimere direttamente il
155
suo pensiero, sia con il movimento di un oggetto, di cui
la mano del medium è
soltanto il punto d’appoggio, sia con la sua azione sulla
mano stessa.
Allorché lo spirito agisce direttamente sulla mano, egli
le dà un impulso
completamente indipendente dalla volontà. Essa si muove
senza interruzione
e malgrado la volontà del medium, finché lo spirito ha da
dire qualche cosa, e
si arresta quando ha terminato.
Ciò che caratterizza il fenomeno in questa circostanza, è
che il medium non ha
la minima coscienza di ciò che scrive, l’incoscienza
assoluta, in questo caso,
costituisce il carattere di quelli che si chiamano medium
passivi o
meccanici.
Questa facoltà è preziosa in quanto non può lasciare alcun
dubbio
sull’indipendenza dello scritto dal pensiero di colui che
scrive.
Medium intuitivi
180 - La trasmissione del
pensiero ha pure luogo per mezzo dello spirito del
medium, o meglio della sua anima, poiché noi designiamo
sotto questo nome
lo spirito incarnato. Lo spirito estraneo, in questo caso,
non agisce sulla mano
per farla scrivere; egli non la tiene e non la guida;
agisce, invece, sopra
l’anima con la quale egli si identifica. L’anima, sotto
questo impulso, dirige la
mano, e la mano dirige il lapis. Osserviamo qui intanto
una cosa importante, e
cioè che lo spirito estraneo non si sostituisce affatto
all’anima, poiché non
potrebbe smuoverla, ma egli la domina a sua insaputa e le
imprime la sua
volontà. In questa circostanza, la parte dell’anima non è assolutamente
passiva: essa riceve il pensiero dello spirito estraneo e
lo trasmette.
In questa situazione, il medium ha la coscienza di ciò che
scrive, quantunque
non esprima il suo proprio pensiero; è ciò che si chiama medium
intuitivo.
Se le cose stanno in questi termini, dirà qualcuno, niente
ci prova che sia
piuttosto uno spirito estraneo che scrive, e non quello
del medium. La
distinzione è infatti qualche volta difficile a farsi, ma
può succedere che ciò
importi poco.
Tuttavia, si può riconoscere il pensiero suggerito, in
quanto esso non è mai
preconcetto, ma nasce a mano a mano che si scrive, ed è
spesso contrario
all’idea preventiva che ci eravamo formati; può, inoltre,
essere superiore alle
cognizioni ed alle capacità del medium.
156
La parte del medium meccanico è quella di una macchina; il
medium intuitivo
agisce come farebbe un interprete. Quest’ultimo, infatti,
per trasmettere il
pensiero deve capirlo, e in certo modo appropriarsene per
tradurlo
fedelmente, e tuttavia questo pensiero non è il suo; esso
si limita ad
attraversargli il cervello. Tale è esattamente la parte
del medium intuitivo.
Medium semi-meccanici
181 - Nei medium
puramente meccanici il movimento della mano è
indipendente dalla volontà; nel medium intuitivo il
movimento è volontario e
facoltativo. Il medium semi-meccanico partecipa dell’uno e
dell’altro; egli
sente l’impulso dato alla mano suo malgrado, ma nello
stesso tempo ha la
coscienza di ciò che scrive a mano a mano che si formano
le parole. Nel
primo, il pensiero segue l’atto della scrittura; nel
secondo, lo precede; nel
terzo, lo accompagna. Questi ultimi medium sono i più
numerosi.
Medium ispirati
182 - Chiunque, sia nello
stato normale, sia nello stato d’estasi, riceva, per
mezzo del pensiero, comunicazioni estranee alle sue idee,
può essere collocato
nella categoria dei medium ispirati. Come si può
comprendere, questa è una
varietà della medianità intuitiva, con questa differenza,
che l’intervento d’una
potenza occulta vi è molto meno sensibile, poiché
nell’ispirato diventa ancora
più difficile il distinguere il pensiero proprio da quello
che è suggerito. Quello
che caratterizza quest’ultimo è soprattutto la
spontaneità. L’ispirazione ci
viene dagli spiriti che su di noi influiscono in bene o in
male, ma è piuttosto il
fatto di quelli che ci vogliono bene, e dei quali abbiamo
troppo spesso il torto
di non seguire i consigli. Essa si applica a tutte le
circostanze della vita nelle
risoluzioni che dobbiamo prendere. Sotto questo aspetto,
si può dire che tutti
sono medium, poiché non vi è individuo che sia privo dei
suoi spiriti
protettori e familiari, i quali fanno tutti i loro sforzi
per suggerire buoni e utili
pensieri ai loro protetti.
Se fossimo ben convinti di questa verità, avremmo più
spesso ricorso
all’ispirazione del nostro Angelo Custode nei momenti in
cui non sappiamo
che dire né che fare. Lo si invochi dunque con fervore e
fiduciosi in caso di
157
necessità, e si resterà meravigliati delle idee che
sorgeranno come per incanto,
sia che si debba prendere una decisione, sia che si debba
comporre qualche
cosa.
Se non venisse alcuna idea, vuol dire che occorre
aspettare. La prova che
l’idea che arriva è proprio estranea a noi, è che, se
fosse stata nel nostro
cervello, ne saremmo sempre stati padroni, e che non vi
sarebbe ragione per
cui essa non dovesse manifestarsi a volontà. Colui che non
è cieco, non ha che
da aprire gli occhi per vedere, quando ne ha voglia; allo
stesso modo, colui che
ha idee proprie, le ha sempre a sua disposizione; se poi
esse non gli vengono
quando vorrebbe averle, è perché è obbligato ad attingerle
in altra parte, che
non è il suo cervello.
Si possono includere in questa categoria anche le persone
che, senza essere
dotate di una intelligenza straordinaria, e senza uscire
dallo stato normale,
hanno lampi di una lucidezza intellettuale che dà loro
momentaneamente una
facilità non comune di concezione e di elocuzione, e in
certi casi il
presentimento delle cose future.
In questi momenti, che si chiamano giustamente di
ispirazione, le idee
abbondano, si seguono, si incatenano, per così dire, da se
stesse e per un
impulso involontario e quasi febbrile; ci sembra che una
intelligenza
superiore venga ad aiutarci, e che il nostro spirito si
sia alleggerito d’un peso.
183 - Gli uomini di genio
in tutti i campi, artisti, sapienti, letterati, sono senza
dubbio spiriti avanzati, capaci per se stessi di
comprendere e di concepire
grandi cose; ora è precisamente perché ne sono giudicati
capaci, che gli spiriti
i quali vogliono il compimento di certi lavori, suggeriscono
loro le idee
necessarie, per cui, nella maggior parte dei casi, essi sono
medium senza
saperlo. Hanno
tuttavia una vaga intuizione di una assistenza estranea,
poiché colui che fa appello all’ispirazione non fa altro
che un’evocazione.
Le seguenti risposte confermano quest’asserzione.
- Qual è
la causa prima dell’ispirazione?
“Spirito che comunica per mezzo del pensiero”.
- L’ispirazione
ha per oggetto soltanto la rivelazione di grandi cose?
“No, essa ha spesso relazione con le circostanze più ordinarie
della vita. Per
esempio, tu vuoi andare in qualche luogo: una voce segreta
ti dice di non
farlo, perché vi è pericolo per te; ovvero, essa ti dice
di fare una cosa alla quale
tu non pensavi; e questa si chiama ispirazione. Vi sono
ben poche persone che
158
non siano state più o meno ispirate in certi momenti”.
- Un
autore, un pittore, un musicista, per esempio, nei momenti d’ispirazione
potrebbero essere considerati dei medium?
“Sì, perché in questi momenti la loro anima è più libera,
è come sciolta dalla
materia; essa ricupera una parte delle sue facoltà di
spirito e riceve più
facilmente le comunicazioni degli altri spiriti che la
ispirano”.
Medium da presentimenti
184 - Il presentimento è
un’intuizione vaga delle cose future. Certe persone
hanno questa facoltà più o meno sviluppata; esse possono
attribuirla ad una
specie di doppia vista, che permette loro d’intravedere le
conseguenze delle
cose presenti e la filiazione degli avvenimenti; ma spesso
è anche il fatto di
comunicazioni occulte, ed allora, specialmente, si può
dare a chi le possiede il
nome di medium da presentimenti, che sono una
varietà dei medium
ispirati.
159
16 - MEDIUM SPECIALI
Attitudini speciali dei medium - Tavola sinottica delle
differenti
varietà di medium.
185 - Oltre le categorie
di medium che abbiamo enumerate, la medianità
presenta una varietà infinita di gradazioni, che
costituiscono ciò che si chiama
i medium speciali, i quali hanno attitudini
particolari non ancora definite,
ad eccezione delle qualità e delle cognizioni dello
spirito che si manifesta.
La natura delle comunicazioni è sempre relativa alla
natura dello spirito, e
reca l’impronta della sua elevazione o della sua
inferiorità, del suo sapere o
della sua ignoranza; ma allo stesso modo, vi è
incontestabilmente presso di lui
una propensione ad occuparsi di una cosa piuttosto che di
un’altra. Gli spiriti
“picchiatori”, per esempio, non si allontanano dalle
manifestazioni fisiche, e
fra quelli che ci danno manifestazioni intelligenti, vi
sono degli spiriti poeti,
musici, disegnatori, moralisti, scienziati, medici, ecc.
Noi parliamo degli
spiriti di un ordine medio, poiché, arrivati ad un certo
grado, le attitudini si
confondono nell’unità della perfezione. Ma, accanto
all’attitudine dello
spirito, vi è quella del medium, che è per lui uno
strumento più o meno
comodo, più o meno flessibile, e nel quale egli scopre
qualità particolari che
noi non possiamo apprezzare.
Prendiamo un esempio: Un abilissimo musicista ha sotto
mano molti violini,
che per le persone comuni saranno tutti buoni strumenti,
ma fra i quali
l’artista consumato fa una grande differenza; egli vi
scopre gradazioni di una
delicatezza estrema, che gli faranno scegliere gli uni e
rifiutare gli altri;
gradazioni che egli comprende per intuizione, senza poterle
definire. Lo
stesso si può dire dei medium: a qualità eguali nella
potenza medianica, lo
spirito darà la preferenza all’uno o all’altro, secondo il
genere di
comunicazione che egli vuol fare. Così, per esempio, si
vedono persone
scrivere, come medium, ammirabili poesie, quantunque nelle
condizioni
ordinarie esse non abbiano mai potuto o saputo mettere
insieme due versi;
altre, al contrario, che sono poeti, come medium non hanno
mai potuto
scrivere altro che prosa, malgrado il loro desiderio. Lo
stesso si dica del
disegno, della musica, ecc. Ve ne sono di quelli che,
senza avere per se stessi
alcuna cognizione scientifica, hanno un’attitudine più
particolare per ricevere
comunicazioni scientifiche; altri riescono negli studi
storici; altri servono più
160
facilmente da interpreti agli spiriti moralisti; in una
parola, qualunque sia la
predisposizione del medium, le comunicazioni che riceve
con maggior facilità
hanno generalmente un contrassegno speciale: ve ne sono
persino di quelli
che non escono da un certo circolo di idee, e quando se ne
allontanano hanno
soltanto comunicazioni incomplete, laconiche, e spesso
false. All’infuori della
predisposizione individuale, gli spiriti comunicano
ancora, più o meno
volentieri, per mezzo dell’uno o dell’altro intermediario,
secondo le loro
simpatie; così, a parità di condizioni, d’ogni altro lato,
il medesimo spirito
sarà molto più esplicito con alcuni medium, unicamente
perché più congeniali
al suo tipo di comunicazioni.
186 - Sarebbe dunque un
errore il credere che si possa avere buone
comunicazioni in tutti i generi per il solo motivo che si
ha sotto mano un buon
medium, anche se egli avesse la più facile scrittura.
La prima condizione è quella di assicurarsi della sorgente
da cui esse
emanano, vale a dire delle qualità dello spirito che le
trasmette; ma non è
meno necessario d’avere riguardo alle qualità dello
strumento che si offre allo
spirito; conviene dunque studiare la natura del medium,
come si studia la
natura dello spirito, poiché questi sono due elementi essenziali
per ottenere
un soddisfacente risultato. Ve ne è un terzo che
rappresenta una parte
egualmente importante, ed è l’intenzione, il pensiero
intimo, il sentimento più
o meno lodevole di colui che interroga; e ciò è naturale. Affinché
una
comunicazione sia buona, è necessario che emani da un
buono
spirito; affinché questo buono spirito POSSA trasmetterla,
conviene dargli un buono strumento; affinché VOGLIA
trasmetterla, bisogna che lo scopo gli convenga. Lo spirito, che legge
nel pensiero, giudica se il quesito che gli si propone
merita una risposta seria,
e se la persona che glielo indirizza è degna di riceverla;
nel caso contrario, egli
non perde il suo tempo a seminare il buon grano sopra le
pietre, ed è allora
che gli spiriti leggieri e saltimbanchi prendono la mano,
poiché,
preoccupandosi poco della verità, non guardano troppo per
il sottile, e sono
generalmente assai poco scrupolosi circa lo scopo ed i
mezzi.
Riassumeremo qui di seguito i principali generi di
medianità, onde
presentarne in qualche modo il quadro sinottico, che
comprende quelli da noi
già descritti nei precedenti capitoli, indicandone i
numeri dove se ne parla con
maggiori particolari.
Abbiamo raggruppato le differenti varietà di medium, per
analogia di cause e
d’effetti, senza che questa classificazione abbia nulla
d’assoluto. Alcune si
incontrano frequentemente; altre, al contrario, sono rare
e persino
161
eccezionali, il che abbiamo cura di menzionare.
Queste ultime indicazioni sono state tutte fornite dagli
spiriti, che, del resto,
hanno riveduto questo quadro con una cura particolarissima
e l’hanno
completato con numerose osservazioni, e con categorie
nuove, in modo che
esso è, per così dire, interamente loro opera. Abbiamo
indicato con virgolette
le loro testuali osservazioni, allorché abbiamo creduto
doveroso il farle
risaltare. Esse sono per la maggior parte di Erasto e
di Socrate.
187 - Si possono dividere
i medium in due grandi categorie:
1) Medium ad effetti fisici; cioè quelli che hanno il potere di provocare
effetti materiali o manifestazioni ostensibili (vedi n.
160).
2) Medium ad effetti psichici; quelli che sono più propriamente atti a
ricevere ed a trasmettere le comunicazioni intelligenti (vedi
n. 65 e seguenti).
Tutte le altre varietà rientrano più o meno direttamente
all’una o all’altra di
queste due categorie; alcune appartengono a tutte e due.
Analizzando i
differenti fenomeni prodotti dalla influenza medianica, si
vedrà che in tutti vi
è un effetto fisico, e che agli effetti fisici si unisce,
nella maggior parte dei casi,
un effetto psichico. Il limite fra i due è qualche volta
difficile da stabilire, ma
ciò non conduce a nessuna conseguenza. Noi comprendiamo
sotto la
denominazione di medium ad effetti psichici quelli
che possono più
specialmente servire di intermediari nelle comunicazioni
regolari e continuate
(vedi n. 133).
188 - Varietà comuni a tutti I generi di medianità
Medium sensitivi, sono
le persone suscettibili di risentire la presenza degli
spiriti per mezzo d’una impressione generale o locale,
vaga o materiale. La
maggior parte distingue gli spiriti buoni o cattivi dalla
natura dell’impressione
(vedi n. 164).
“I medium delicati e molto sensitivi debbono astenersi
dalle comunicazioni
con spiriti violenti, o la cui impressione è penosa, a
causa della fatica che ne
risulta”.
Medium naturali ed incoscienti; sono quelli che producono i fenomeni
spontaneamente, senza alcuna partecipazione della loro
volontà, ed il più
delle volte a loro insaputa (vedi n.161).
162
Medium facoltativi o volontari; sono quelli che hanno la potenza di
provocare i fenomeni con un atto della loro volontà (vedi
n.160).
“Per quanto grande sia questa loro volontà, essi non
possono niente se gli
spiriti vi si rifiutano; fatto che prova l’intervento d’un
potere estraneo”.
189 - Varietà speciali per gli effetti fisici
Medium tiptologici; sono
quelli per la cui influenza si producono i rumori
ed i colpi battuti. Varietà comunissima, tanto con la
volontà, quanto senza.
Medium motori;
quelli che producono il movimento dei corpi inerti.
Comunissimi (vedi n. 61).
Medium da traslazione e da sospensione; quelli che producono la
traslazione aerea e la sospensione dei corpi inerti nello
spazio, senza punto
d’appoggio. Ve ne sono di quelli che possono elevarsi da
se stessi. Più o meno
rari, secondo lo sviluppo del fenomeno; rarissimi
nell’ultimo caso (vedi n. 75 e
n. 80).
Medium ad effetti musicali; essi provocano il suono di certi strumenti
senza contatto. Sono rarissimi (vedi n.74, domanda 24).
Medium da apparizioni;
quelli che, possono provocare apparizioni
fluidiche o tangibili, visibili per gli astanti.
Eccezionalissimi (vedi n. 100,
domanda 27, e n. 104).
Medium da apporti;
quelli che possono servire di ausiliari agli spiriti, per
l’apporto di oggetti materiali. Varietà dei medium motori
e da traslazioni.
Eccezionali (vedi n. 96).
Medium notturni;
quelli che non ottengono certi effetti fisici se non
nell’oscurità. Ecco la risposta d’uno spirito alla
domanda, se si possono
considerare questi medium come formanti una varietà.
“Si può certamente farne una specialità, ma questo
fenomeno è legato alle
condizioni dell’ambiente, piuttosto che alla natura del
medium e degli spiriti;
debbo aggiungere che alcuni sfuggono a questa influenza
dell’ambiente, e che
la maggior parte dei medium notturni potrebbero, con
l’esercizio, arrivare ad
agire tanto alla luce quanto nell’oscurità. Questa varietà
di medium è poco
numerosa; occorre dire che, favoriti da questa condizione
che lascia libertà
nell’uso dei trucchi, della ventriloquia e dei tubi
acustici, i ciarlatani hanno
troppo spesso abusato della credulità, facendosi passare
per medium a scopi
163
di lucro. Ma i ciarlatani saranno crudelmente smascherati,
e gli spiriti
proveranno loro che non è conveniente immischiarsi nelle
loro faccende. Sì, lo
ripeto, certi ciarlatani riceveranno lezioni molto dure,
che li disgusteranno del
mestiere di falsi medium. Del resto, tutto ciò non durerà
che poco tempo”.
(ERASTO)
Medium pneumatografi;
quelli che ottengono la scrittura diretta.
Fenomeno rarissimo e soprattutto facilissimo ad essere
imitato dagli
imbroglioni (vedi n. 177).
Osservazione. - Gli
spiriti hanno insistito, contro la nostra opinione, per
collocare la scrittura diretta tra i fenomeni d’ordine
fisico, per il motivo,
hanno essi soggiunto, che: “Gli effetti intelligenti sono
quelli, per mezzo dei
quali lo spirito si serve dei materiali cerebrali del
medium, il che non è il caso
nella scrittura diretta; l’azione del medium è qui
completamente materiale,
mentre presso il medium scrivente, anche completamente
meccanico, il
cervello vi ha sempre una parte attiva”.
Medium guaritori;
quelli che hanno il potere di guarire o di curare, con
l’imposizione delle mani o con la preghiera.
“Questa facoltà non è essenzialmente medianica; essa
appartiene a tutti i veri
credenti, siano essi medium o no; spesso essa non è che
una esaltazione della
potenza magnetica fortificata, in caso di bisogno,
dall’aiuto di buoni spiriti”
(vedi n. 175).
Medium eccitatori;
individui che hanno il potere di sviluppare negli altri,
con la loro influenza, la medianità e la facoltà di
scrivere.
“Questo è piuttosto un effetto magnetico che un fatto di
medianità
propriamente detto, poiché non prova l’intervento di uno
spirito. In ogni caso,
appartiene all’ordine degli effetti fisici”. (Vedi il
capitolo della Formazione
dei medium).
190 - Medium speciali ad effetti psichici. Attitudini
diverse
164
Medium audienti;
quelli che sentono gli spiriti. Abbastanza comuni (vedi
n. 165).
“Ve ne sono molti che si figurano di sentire, ma è
l’effetto della loro
immaginazione”.
Medium parlanti;
quelli che parlano sotto l’influenza degli spiriti.
Comunissimi (vedi n. 166).
Medium veggenti;
quelli che vedono gli spiriti allo stato di veglia. La vista
accidentale e fortuita d’uno spirito in una circostanza
particolare è assai
frequente; ma la vista abituale e facoltativa degli
spiriti, senza distinzione, è
eccezionale (vedi n. 167).
“E’ questa un’attitudine alla quale si oppone lo stato
attuale degli organi; è
perciò utile non credere sempre sulla loro parola a quelli
che dicono di vedere
gli spiriti”.
Medium ispirati;
quelli cui vengono suggeriti pensieri degli spiriti, il più
spesso a loro insaputa, sia per gli atti ordinari della
vita, sia per i grandi lavori
dell’intelligenza (vedi n. 182).
Medium da presentimenti;
persone che, in certe circostanze, hanno una
vaga intuizione delle cose future. Comuni (vedi n. 184).
Medium profetici;
varietà dei medium ispirati, o da presentimenti;
ricevono, con il permesso di Dio, e con maggiore
precisione dei medium da
presentimenti, la rivelazione delle cose future, di un
interesse generale, e che
essi sono incaricati di far conoscere agli uomini per loro
istruzione.
“Se vi sono dei veri profeti, ve ne sono ancor più di
falsi, e di quelli che
prendono i sogni della loro immaginazione per rivelazioni,
quando non siano
mariuoli che si fanno passare come profeti per ambizione”.
(Vedi Il Libro
degli Spiriti, n. 624: Caratteri del vero profeta).
Medium sonnambuli;
quelli che, nello stato di sonnambulismo, sono
assistiti dagli spiriti (vedi n. 172).
Medium estatici;
quelli che, nello stato d’estasi, ricevono rivelazioni da
parte degli spiriti.
“Molti estatici sono le vittime di scherzi della loro
immaginazione e degli
spiriti ingannatori, che approfittano della loro
esaltazione. Quelli che
meritano completa fiducia sono rarissimi”.
Medium pittori e disegnatori; quelli che dipingono o disegnano sotto
l’influenza degli spiriti.
Intendiamo parlare qui di quelli che ottengono cose serie,
poiché non si
165
potrebbe dare tale nome a certi medium ai quali gli
spiriti burloni fanno fare
delle cose grottesche e assurde.
Gli spiriti leggeri sono imitatori. All’epoca in cui
apparvero i notevoli disegni
del pianeta Giove, sorse un gran numero di pretesi medium
disegnatori, ai
quali gli spiriti burloni si divertivano a far eseguire le
cose più ridicole. Uno di
essi, fra gli altri, volendo eclissare i disegni di Giove,
almeno per la
dimensione se non per la qualità, fece disegnare al medium
un monumento
che occupava un numero di fogli tale da raggiungere l’altezza
di due piani.
Molti altri fecero fare dei sedicenti ritratti, che erano
vere caricature (Revue
Spirite,
agosto 1858).
Medium musicisti;
quelli che eseguono, compongono o scrivono musica,
sotto l’influenza degli spiriti. Vi sono medium musicisti,
meccanici, semimeccanici,
intuitivi e ispirati come per le comunicazioni letterarie (vedi
Medium ad effetti musicali).
VARIETA’ DEI MEDIUM SCRIVENTI
191 - 1° - Secondo il modo di esecuzione
Medium scriventi o psicografi; quelli che hanno la facoltà di scrivere essi
stessi sotto l’influenza degli spiriti.
Medium scriventi meccanici; quelli la cui mano riceve un impulso
involontario, e che non hanno consapevolezza di ciò che
scrivono. Rarissimi
(vedi n. 179).
Medium semi-meccanici;
quelli la cui mano va innanzi
involontariamente, ma che hanno la coscienza istantanea
delle parole e delle
frasi man mano che le scrivono. Sono i più comuni (vedi
n. 181).
Medium intuitivi;
quelli ai quali gli spiriti comunicano con il pensiero e la
cui mano è guidata dalla volontà. Differiscono dai medium
ispirati, nel senso
che questi ultimi non hanno bisogno di scrivere, mentre il
medium intuitivo
scrive il pensiero che gli è suggerito all’istante sopra
un soggetto determinato
e provato (vedi n. 180).
“Sono comunissimi, ma anche molto soggetti all’errore,
poiché assai spesso
non possono discernere quello che proviene dagli spiriti o
da loro stessi”.
Medium poligrafi;
quelli la cui scrittura cambia con lo spirito che
166
comunica, o che sono atti a riprodurre la scrittura che lo
spirito aveva quando
era in vita. Il primo caso è comunissimo; il secondo,
quello dell’identità della
scrittura, è più raro (vedi n. 219).
Medium poliglotti;
quelli che hanno la facoltà di parlare o di scrivere nelle
lingue che essi non conoscono. Rarissimo.
Medium illetterati;
quelli che scrivono come medium, senza saper leggere
né scrivere nello stato ordinario.
“Più rari che i precedenti; vi è una grande difficoltà
materiale da vincere”.
192 - 2° - Secondo lo sviluppo della facoltà
Medium novizi;
quelli le cui facoltà non sono ancora completamente
sviluppate, e che mancano della esperienza necessaria.
Medium improduttivi;
quelli che non giungono ad ottenere che risultati
insignificanti, come monosillabi, tratti o lettere senza
seguito (vedi il capitolo
della Formazione dei Medium).
Medium fatti o formati;
sono quelli le cui facoltà medianiche sono
completamente sviluppate, che trasmettono con facilità,
prontezza e senza
esitazione le comunicazioni che ricevono. E’ evidente che
questo risultato non
si può ottenere che a forza d’abitudine, mentre presso i medium
novizi, le
comunicazioni sono lente e difficili.
Medium laconici;
quelli le cui comunicazioni, quantunque facili, sono brevi
e senza sviluppo.
Medium espliciti; le
comunicazioni, che essi ricevono, hanno tutta la
vastità e tutto lo sfogo che ci si può aspettare da uno
scrittore consumato.
“Quest’attitudine proviene dall’espansione e dalla
facilità delle combinazioni
dei fluidi; gli spiriti li ricercano per trattare i
soggetti che richiedono grande
sviluppo”.
Medium sperimentali; la
facilità d’esecuzione è questione d’abitudine, che
si acquista spesso in poco tempo, mentre l’esperienza è il
risultato di uno
studio serio di tutte le difficoltà che si presentano
nella pratica dello
spiritismo. L’esperienza dà al medium il tatto necessario
per apprezzare la
natura degli spiriti che si manifestano, giudicare le loro
qualità buone o
cattive dai segni più minuziosi, distinguere le astuzie
degli spiriti ingannatori,
che si nascondono sotto le apparenze della verità. Si
comprende facilmente
167
l’importanza di questa qualità, senza la quale tutte le
altre sono senza reale
utilità; il male è che molti medium confondono
l’esperienza, frutto dello
studio, con l’attitudine, prodotto dell’organizzazione: si
credono diventati
maestri perché scrivono facilmente; rifiutano ogni
consiglio e diventano preda
di spiriti mentitori ed ipocriti che li dominano adulando
il loro orgoglio (vedi
qui appresso il capitolo dell’Ossessione).
Medium flessibili;
quelli la cui facoltà si presta più facilmente ai diversi
generi di comunicazioni, e per mezzo dei quali tutti gli
spiriti, o quasi tutti,
possono manifestarsi spontaneamente o per evocazione.
“Questa varietà di medium si avvicina molto a quella dei
medium sensitivi”.
Medium esclusivi;
quelli per mezzo dei quali uno spirito si manifesta di
preferenza, ed anche con l’esclusione di tutti gli altri,
e risponde per quelli che
si evocano per mezzo dei medium.
“Ciò proviene sempre da una mancanza di flessibilità;
quando lo spirito è
buono, egli può attaccarsi al medium per simpatia e per un
lodevole scopo;
quando è cattivo, è quasi sempre per mettere il medium
sotto il suo
predominio. E’ un difetto piuttosto che una qualità, ed è
molto vicino
all’ossessione”. (Vedi il capitolo dell’Ossessione).
Medium da evocazioni:
i medium flessibili sono naturalmente i più adatti
a questo genere di comunicazioni ed alle domande
particolareggiate che si
possono indirizzare agli spiriti. Vi sono, sotto questo
aspetto, dei medium del
tutto speciali.
“Le loro risposte si racchiudono quasi sempre in un quadro
ristretto,
incompatibile con lo sviluppo dei soggetti generali”.
Medium da dettati spontanei; ricevono di preferenza comunicazioni
spontanee da parte di spiriti che si presentano senza
essere chiamati.
Allorché questa facoltà è speciale presso un medium, è
difficile, e qualche
volta persino impossibile, fare una evocazione con il suo
mezzo.
“Tuttavia sono meglio forniti di quelli della gradazione
precedente. Intendete
che tale dote si riferisce ai materiali cerebrali, poiché
spesso occorre una più
grande intelligenza per i dettati spontanei che non per le
evocazioni.
Considerate dettati spontanei quelli che meritano
veramente questo nome, e
non qualche frase incompleta o qualche pensiero volgare,
che si può trovare
in tutti i cervelli umani”.
168
193 - 3° - Secondo il genere e la specialità delle
comunicazioni
Medium versificatori;
ottengono, più facilmente di altri, comunicazioni in
versi. Assai comuni per i cattivi versi; assai rari per i
buoni.
Medium poetici; senza
ottenere versi, le comunicazioni che essi ricevono
hanno qualche cosa di aereo, di sentimentale; non vi
traspare la minima
ruvidezza; essi sono più degli altri adatti
all’espressione dei sentimenti teneri
ed affettuosi. Tutto vi è vago, e sarebbe inutile
domandare loro qualcosa di
preciso. Comunissimi.
Medium positivi; le
loro comunicazioni hanno in generale un carattere di
nettezza e di precisione che volentieri si presta ai
particolari circostanziati ed
ai ragguagli esatti. Rarissimi.
Medium letterari; non
hanno né la vaghezza dei medium poetici, né il
realismo dei medium positivi; ma hanno sagacità nelle
dissertazioni: il loro
stile è corretto, elegante, e spesso di una eloquenza
notevole.
Medium scorretti;
possono ottenere ottime cose, pensieri d’una moralità
irreprensibile, ma il loro stile è diffuso, scorretto,
sovraccarico di ripetizioni e
di termini impropri.
“La scorrettezza materiale dello stile dipende
generalmente dal difetto di
cultura intellettuale del medium, che sotto questo aspetto
non è un buono
strumento per lo spirito. Questi vi attribuisce poca
importanza, perché per lui
il pensiero è la cosa essenziale e lascia il medium libero
di dargli la forma
conveniente. Così non è di tutte le idee false ed
illogiche che può contenere
una comunicazione; esse sono sempre un indizio
dell’inferiorità dello spirito
che si manifesta”.
Medium storici; hanno
un’attitudine speciale per gli svolgimenti storici.
Questa facoltà, come tutte le altre, è indipendente dalle
cognizioni del
medium, poiché si vedono persone senza istruzione ed anche
fanciulli trattare
soggetti molto al disopra della loro portata. Varietà rara
dei medium positivi.
Medium scientifici; non
diciamo scienziati, poiché essi possono essere
molto ignoranti, e ciò nonostante sono più particolarmente
adatti alle
comunicazioni relative alle scienze.
Medium medici; la
loro specialità è di servire più facilmente da interpreti
agli spiriti per le prescrizioni mediche. Non bisogna
confonderli con i medium
guaritori, giacché si limitano solamente a trasmettere il
pensiero dello spirito,
e non hanno per se stessi alcuna influenza. Piuttosto
comuni.
Medium religiosi;
ricevono più particolarmente comunicazioni di carattere
169
religioso, o trattano le questioni di religione,
nonostante le loro credenze e le
loro abitudini.
Medium filosofi e moralisti; le loro comunicazioni hanno per oggetto i
temi di morale e di alta filosofia. Comunissimi per la
morale.
“Tutte queste gradazioni sono varietà d’attitudini di
buoni medium. Quanto a
quelli che hanno un’attitudine speciale per certe
comunicazioni scientifiche,
storiche, mediche od altre, al disopra della loro portata
attuale, siate persuasi
che essi hanno posseduto queste cognizioni in un’altra
esistenza e che esse
sono rimaste presso di loro allo stato latente. Esse fanno
parte dei materiali
cerebrali necessari allo spirito che si manifesta, sono
gli elementi che gli
facilitano la strada per comunicare le proprie idee,
poiché questi medium
sono per esso strumenti più intelligenti e più duttili di
quello che sarebbe un
ignorante”.
(ERASTO)
Medium da comunicazioni triviali e sozze; queste parole indicano il
genere di comunicazioni che certi medium ricevono di
consueto, e la natura
degli spiriti che le fanno. Chiunque ha studiato il mondo
spiritico in tutti i
gradi della scala, sa che ve ne sono di quelli la cui
perversità eguaglia quella
degli uomini più depravati, e che si compiacciono di
esprimere i loro pensieri
nei termini più grossolani. Altri, meno abbietti, si
contentano di espressioni
triviali. Si capisce che questi medium debbono avere il
desiderio di essere
liberati dalla preferenza loro accordata da questi
spiriti. Bisognerebbe avere
una strana aberrazione di idee ed avere divorziato dal
buon senso, per credere
che un simile linguaggio possa provenire da buoni spiriti.
194 - 4° - Secondo le qualità fisiche del medium
Medium calmi; essi
scrivono sempre con una certa lentezza e senza provare
la minima agitazione.
Medium veloci;
scrivono con una rapidità più grande di quanto potrebbero
fare volontariamente nello stato ordinario. Gli spiriti
comunicano, per mezzo
loro, con la velocità; si direbbe che hanno una
sovrabbondanza di fluido, che
permette loro di identificarsi istantaneamente con lo
spirito. Questa qualità
170
ha però qualche volta un suo inconveniente, ed è che la
rapidità della scrittura
riesce difficilissima ad essere letta da chiunque non sia
il medium stesso.
“E’ anche faticosissima, perché disperde troppo fluido
inutilmente”.
Medium convulsivi: sono
in uno stato di sovreccitazione quasi febbrile: la
loro mano, e qualche volta tutta la loro persona, è
agitata da un tremito che
essi non possono dominare. La causa prima è senza dubbio
nel loro
organismo, ma essa dipende altresì molto dalla natura
degli spiriti che per
mezzo loro comunicano. Gli spiriti buoni e benevoli fanno
sempre
un’impressione dolce e gradevole; i cattivi, al contrario,
ne fanno una penosa.
“Conviene che questi medium non si valgano che raramente
della loro facoltà
medianica, perché l’uso troppo frequente potrebbe nuocere
al sistema
nervoso”. (Vedi cap. 24 sulla Identità degli
Spiriti, Distinzione dei
buoni e dei cattivi spiriti).
195 - 5° - Secondo le qualità morali del medium
Noi le menzioniamo sommariamente per completare il quadro,
poiché esse
saranno sviluppate qui appresso nei capitoli speciali: Influenza
morale dei
medium, Ossessione, Identità degli spiriti, ed altri, sui quali
richiamiamo un’attenzione particolare; vi si vedrà
l’influenza che le qualità e i
difetti del medium possono esercitare sopra la sicurezza delle
comunicazioni,
e quali sono coloro che si possono con ragione considerare
come medium
imperfetti, o buoni medium.
196 - Medium imperfetti
Medium ossessi;
coloro che non possono sbarazzarsi degli spiriti importuni
ed ingannatori, ma che se ne accorgono.
Medium fascinati;
quelli che sono sedotti da spiriti ingannatori, e si fanno
illusioni sopra la natura delle comunicazioni che
ricevono.
Medium soggiogati;
quelli che subiscono un dominio morale e spesso
materiale per parte dei cattivi spiriti.
Medium leggeri;
quelli che non prendono sul serio la loro facoltà medianica
171
e se ne servono soltanto come divertimento o per cose
futili.
Medium indifferenti;
quelli che non traggono alcun profitto morale dalle
istruzioni che ricevono e non modificano per nulla la loro
condotta e le loro
abitudini.
Medium presuntuosi;
quelli che hanno la pretesa di essere solamente loro
in rapporto con gli spiriti superiori. Si credono
infallibili, e giudicano come
inferiore ed erroneo tutto ciò che non viene da loro.
Medium orgogliosi;
quelli che diventano vanitosi per le comunicazioni che
ricevono. Essi credono di non avere più niente da imparare
nello spiritismo, e
non prendono per se stessi le lezioni che spesso ricevono
da parte degli spiriti.
Non si accontentano delle facoltà che posseggono; vogliono
possederle tutte.
Medium suscettibili;
varietà dei medium orgogliosi; si offendono delle
critiche di cui le loro comunicazioni possono essere
oggetto; si offendono alla
più piccola contraddizione, e se mostrano quello che ottengono
è per farlo
ammirare e non per domandare consigli. Generalmente, essi
prendono in
avversione le persone che non li applaudono senza riserva
e abbandonano le
riunioni dove essi non possono imporsi e dominare.
“Lasciateli andare altrove a pavoneggiarsi e a cercare
orecchie più
compiacenti, o a ritirarsi nell’isolamento: le riunioni
che essi privano della
loro presenza non subiscono una gran perdita”.
(ERASTO)
Medium mercenari;
quelli che fanno commercio della loro facoltà.
Medium ambiziosi;
quelli che senza utilizzare la loro facoltà, sperano però
di trarne un vantaggio qualunque.
Medium di cattiva fede;
quelli che, avendo facoltà reali simulano quelle
che non hanno per darsi importanza. Non si può dare il
titolo di medium alle
persone che, non avendo alcuna facoltà medianica,
producono degli effetti
soltanto per mezzo di trucchi.
Medium egoisti;
quelli che non si servono della loro facoltà se non per solo
loro uso personale, e tengono per sé le comunicazioni che
ricevono.
Medium gelosi;
quelli che vedono con dispetto altri medium meglio
apprezzati e che sono superiori a loro.
Tutte queste cattive qualità hanno necessariamente il loro
contrapposto in
bene.
172
197 - Buoni medium
Medium seri;
quelli che non si servono della loro facoltà che per il bene e
per le cose veramente utili; essi crederebbero di
profanarla facendola servire
alla soddisfazione dei curiosi e degli indifferenti o per
le cose futili.
Medium modesti;
quelli che non si fanno alcun merito delle comunicazioni
che ricevono, per quanto belle esse siano: si ritengono
come estranei ad esse,
e non si credono al coperto delle mistificazioni. Lungi
dal fuggire gli avvisi
disinteressati, essi li sollecitano.
Medium devoti;
quelli che capiscono come il vero medium abbia una
missione da adempiere, e debba, quando ciò è necessario,
sacrificare i suoi
gusti, le sue abitudini, i suoi piaceri, il suo tempo,
anche i suoi interessi
materiali per il bene altrui.
Medium sicuri;
quelli che, oltre ad avere facilità d’esecuzione, meritano la
maggiore fiducia per il loro proprio carattere, per la
natura elevata degli
spiriti da cui sono assistiti, e che sono i meno esposti
ad essere ingannati.
Vedremo più tardi che questa sicurezza non dipende affatto
dai nomi più o
meno rispettabili che prendono gli spiriti.
“E’ incontestabile, voi lo capite bene, che l’aver
elencato così le qualità buone
e cattive dei medium, susciterà delle contrarietà ed anche
delle animosità in
qualcheduno, ma che importa? La medianità si spande ogni
giorno di più, ed
il medium che mal sopportasse queste riflessioni
proverebbe una cosa, cioè
che non è un buon medium, vale a dire che egli è assistito
da cattivi spiriti.
Del resto, come già dissi, tutto ciò non durerà che
qualche tempo, ed i cattivi
medium, quelli che abusano delle loro facoltà, o le usano
male, ne subiranno
tristi conseguenze, come è già successo per qualcuno: essi
impareranno a loro
spese che cosa costi il far volgere a profitto delle loro
passioni terrestri un
dono che Dio aveva loro accordato per il loro avanzamento
morale. Se voi non
potete ricondurli sulla buona strada, compiangeteli,
poiché, io lo posso dire,
sono riprovati da Dio”.
(ERASTO)
“Questo quadro è di molta importanza, non soltanto per i
medium sinceri che
173
cercheranno in buona fede, leggendolo, di preservarsi
dagli scogli ai quali
sono esposti, ma anche per tutti coloro che si valgono di
medium, perché esso
darà loro la misura di quello che possono ragionevolmente
aspettarsi. Questo
quadro dovrebbe essere costantemente sotto gli occhi di
chiunque si occupi di
manifestazioni, come pure la scala spiritica, di
cui è il complemento. Questi
due quadri riassumono tutti i principi della dottrina, e
contribuiranno, più di
quello che voi crediate, a ricondurre lo spiritismo sulla
sua vera strada”.
(SOCRATE)
198 - Tutte queste
varietà di medium presentano dei gradi infiniti nella loro
intensità. Ve ne sono molte che non costituiscono,
propriamente parlando, se
non delle gradazioni, ma che derivano tuttavia da
attitudini speciali. E’ cosa
assai rara che la facoltà d’un medium sia rigorosamente
circoscritta in un solo
genere di manifestazioni; lo stesso medium può, senza
dubbio, avere molte
attitudini, ma ne ha sempre una che domina le altre, ed è
a questa che deve
attenersi e coltivarla, se essa è utile.
E’ un torto assai grave il voler spingere lo sviluppo
d’una facoltà quando non
la si possiede; bisogna coltivare tutte quelle di cui si
riconosce il germe in sé;
ma il correre dietro alle altre vuol dire prima di tutto
perdere il proprio
tempo, ed in secondo luogo forse perdere (indebolire
certamente) quelle di
cui si è dotati.
“Allorché il principio, il germe d’una facoltà esiste,
essa si manifesta sempre
con segni non equivoci. Limitandosi alla sua specialità,
il medium può
diventare eccellente ed ottenere grandi e belle cose;
occupandosi di tutto, non
otterrà niente di bene. Osservate di passaggio che il
desiderio di ampliare
indefinitamente il circolo delle proprie facoltà è una
pretesa orgogliosa, che
gli spiriti non lasciano mai impunita; i buoni abbandonano
sempre il
presuntuoso, che diventa così vittima di spiriti
menzogneri. Sfortunatamente,
non è raro il vedere dei medium che, non accontentandosi
dei doni ricevuti,
aspirano, per amor proprio ed ambizione, a possedere
facoltà eccezionali, atte
a farli spiccare. Questa pretesa toglie loro la qualità
più preziosa, cioè quella
di medium sicuri”.
(SOCRATE)
199 - Lo studio della
specialità dei medium è necessario non solamente per
174
questi, ma anche per l’evocatore.
Secondo la natura dello spirito che si desidera chiamare e
le domande che gli
si vogliono indirizzare, conviene scegliere il medium a
ciò più adatto;
rivolgendosi al primo venuto, si rischia di esporsi a
risposte incomplete od
erronee. Prendiamo un testo al primo venuto soltanto
perché egli sa scrivere.
Allo stesso modo, un musicista che vuol far eseguire una
sua composizione,
sceglierà per suo interprete un cantante del quale la
voce, l’espressione, e
tutte le qualità in una parola, rispondano nel miglior
modo alla natura del
pezzo. Ugualmente procedono gli spiriti riguardo ai
medium, e noi dobbiamo
fare come loro.
Si deve inoltre osservare che le gradazioni presentate
dalla medianità (alle
quali se ne potrebbero ancora aggiungere altre) non sono sempre in
relazione con il carattere del medium; così, per esempio,
un medium
naturalmente allegro e gioviale può avere abitualmente
comunicazioni gravi,
anche severe e viceversa. Questa è una prova
evidente che egli agisce sotto
l’impulso di una influenza estranea. Non si affiderà la
redazione di un
esempio nei fatti ordinari. Ritorneremo su questo
argomento nel capitolo che
tratta dell’Influenza morale del medium.
175
17 - FORMAZIONE DEI MEDIUM
Sviluppo della medianità - Cambiamento di scrittura -
Perdita e sospensione
della medianità.
Sviluppo della medianità
200 - Ci occuperemo qui
specialmente dei medium scriventi, perché è il
genere di medianità più diffuso, ed inoltre perché il più
semplice ed il più
comodo; ed è anche quello che dà risultati più
soddisfacenti e completi. E’ il
genere che tutti hanno maggior desiderio di possedere. Per
sfortuna, non vi è
alcun sistema, almeno fino ad oggi, per indicare, anche
per approssimazione,
chi possiede questa facoltà. I segni fisici, nei quali
certe persone hanno
creduto di vedere degli indizi, nulla hanno di certo. Si
trova nei fanciulli e nei
vecchi, presso gli uomini e presso le donne, qualunque ne
sia il
temperamento, lo stato di salute, il grado di sviluppo
intellettuale e morale.
L’unico mezzo per constatarne l’esistenza, è di provare.
Si può ottenere la scrittura, come abbiamo visto, per
mezzo dei canestrini e
delle tavolette o direttamente con la mano; quest’ultimo
mezzo, essendo il più
facile, e, si può dire, il solo impiegato al giorno
d’oggi, è anche quello a cui
invitiamo di attenersi di preferenza. Il processo è dei
più semplici; consiste
nel prendere un lapis e della carta e mettersi nella
posizione d’una persona
che scrive, senz’altra preparazione. Ma, per riuscire,
sono indispensabili
molte raccomandazioni.
201 - Come disposizione
materiale, raccomandiamo di evitare tutto quello
che può impedire il libero movimento della mano; è meglio
che questa non si
posi interamente sulla carta. La punta del lapis deve
essere appoggiata
sufficientemente per scrivere, ma non tanto da provare
resistenza. Queste
precauzioni diventano inutili allorché si è giunti a
scrivere correntemente,
poiché allora nessun ostacolo potrebbe arrestare il
movimento. Questi sono
semplicemente preliminari da principianti.
202 - E’ indifferente il
servirsi della penna piuttosto che del lapis; certi
176
medium preferiscono la penna, altri la matita.
203 - Il desiderio di
ogni aspirante medium è naturalmente di potere
intrattenersi con lo spirito delle persone che gli sono
care; ma egli deve
moderare la sua impazienza; poiché la comunicazione con uno
spirito
determinato offre spesso delle difficoltà materiali che la
rendono impossibile
per un principiante.
Perché uno spirito possa comunicare, conviene che fra lui
ed il medium vi
siano dei rapporti fluidici, i quali non sempre si
stabiliscono istantaneamente;
è soltanto a misura che la facoltà si sviluppa che il
medium acquista a poco a
poco l’attitudine necessaria per entrare in relazione con
il primo spirito
venuto. Può dunque accadere che lo spirito con il quale si
desidera
comunicare, non sia nelle condizioni propizie per farlo, malgrado
la sua
presenza, come
può ancora accadere che egli non abbia né la possibilità né il
permesso di intervenire alla chiamata che gli viene fatta.
Non conviene perciò ostinarsi, agli inizi, a chiamare uno
spirito determinato
ad esclusione di ogni altro, poiché spesso avviene che non
è con quello che i
rapporti fluidici si stabiliscono con maggior facilità,
per quanta simpatia si
abbia per lui. Prima, dunque, di pensare ad ottenere
comunicazioni di tale o
tal altro spirito, bisogna spingere lo sviluppo della
facoltà, e per questo
conviene fare un’evocazione generale, ed indirizzarsi
soprattutto al proprio
angelo custode.
Non vi è, per questo, alcuna formula sacramentale:
chiunque pretendesse di
darne una, può essere senza tema tacciato di
ciarlataneria, perché per gli
spiriti la forma è nulla.
Tuttavia, l’evocazione deve sempre essere fatta nel nome
di Dio. Si può fare
nei termini seguenti o in qualunque altro equivalente: Prego
Dio
Onnipotente di permettere ad uno spirito buono di
comunicare
con me, e di farmi scrivere; prego anche il mio angelo
custode di
volermi assistere e di tenere lontani i cattivi spiriti.
Si aspetta allora che uno spirito si manifesti, facendo
scrivere qualche cosa.
Può darsi che sia quello che si desidera, come potrebbe
essere uno spirito
sconosciuto o l’angelo custode; in tutti i casi, egli si
fa generalmente conoscere
scrivendo il suo nome; ma allora si presenta la questione
dell’identità,
questione che richiede la maggiore esperienza, poiché vi sono
pochi
principianti che non siano esposti ad essere ingannati.
Tratteremo quest’argomento in un capitolo speciale.
Allorché si vogliono chiamare spiriti determinati, è
essenzialissimo, quando si
177
comincia, indirizzarsi soltanto a quelli che si conoscono
per buoni e simpatici,
e che possono avere un motivo di venire come parenti od
amici. In questo
caso, l’evocazione può essere così formulata: In nome
di Dio
Onnipotente, prego lo spirito del tale di comunicarsi a
me; ovvero:
Prego Dio Onnipotente di permettere allo spirito del tale
di
comunicarsi a me; o
qualunque altra formula che risponda allo stesso
pensiero. Non è meno necessario che le prime domande siano
concepite in
maniera che la risposta sia semplicemente sì o no,
come per esempio: Sei
qui? Vuoi rispondermi? Puoi farmi scrivere? ecc... Più tardi, questa
precauzione diventa inutile, trattandosi in principio
soltanto d’un rapporto da
stabilirsi; l’essenziale è che la domanda non sia futile,
e non riguardi cose
d’interesse privato, e soprattutto che sia l’espressione
d’un sentimento
benevolo e simpatico per lo spirito al quale ci rivolgiamo
(vedi il capitolo
speciale sulle Evocazioni).
204 - Una cosa ancora più
importante da osservarsi che non il modo
dell’evocazione, è la calma ed il raccoglimento congiunti
ad un desiderio
ardente e ad una ferma volontà di riuscire. E per volontà
non intendiamo già
una volontà effimera, che agisce a tratti, e che ad ogni
minuto è interrotta da
altre preoccupazioni; ma una volontà seria, perseverante,
sostenuta, senza
impazienza né desiderio febbrile. Il raccoglimento è favorito dalla
solitudine, dal silenzio e dall’allontanamento di tutto
ciò che può cagionare
distrazioni. Allora non rimane più che una sola cosa a
fare, cioè rinnovare
ogni giorno il tentativo durante dieci minuti o un quarto
d’ora ogni volta, e ciò
durante quindici giorni, un mese, due mesi o più, se
occorre. Noi conosciamo
dei medium, che non si sono formati se non dopo sei mesi
di esercizio, mentre
altri scrivono correntemente sin dalla prima volta.
205 - Per evitare
tentativi inutili, si può interrogare, per mezzo di un altro
medium, uno spirito serio ed avanzato; ma conviene
osservare, che
allorquando si fa agli spiriti la domanda per sapere se
siamo medium o no,
essi rispondono quasi sempre affermativamente, ciò che non
impedisce che i
tentativi restino spesso infruttuosi. Questo si spiega
naturalmente. Si fa allo
spirito una domanda generale: egli risponde in una maniera
generale. Ora,
come già sappiamo, non vi è nulla di più elastico che la
facoltà medianica,
poiché essa può presentarsi sotto le forme più svariate ed
a gradi
differentissimi. Si può dunque essere medium senza
accorgersene ed in un
senso che non è quello a cui si pensa.
A questa domanda vaga: Sono io un medium? lo
spirito può rispondere sì,
178
a quest’altra più precisa: Sono io medium scrivente? può
rispondere no.
Conviene tenere conto altresì della natura dello spirito
che s’interroga: ve ne
sono di così leggieri ed ignoranti, che rispondono a caso,
come veri storditi; è
perciò che noi consigliamo di rivolgersi a spiriti
illuminati, i quali rispondono
in generale volentieri a queste domande ed indicano la
migliore strada da
seguire, se vi è probabilità di riuscita.
206 - Un mezzo riuscito
assai spesso consiste nell’impiegare come ausiliario
momentaneo un buon medium scrivente flessibile, già
formato. Se egli mette
la sua mano, le sue dita, sopra la mano che deve scrivere,
è raro che questa
non si muova immediatamente. In questa circostanza, la
mano che tiene il
lapis diventa in qualche maniera un’appendice della mano
del medium, come
sarebbe un canestrino od una tavoletta; ma ciò non
impedisce che questo
esercizio sia molto utile, quando si può farlo spesso
regolarmente; la
ripetizione aiuta a sormontare l’ostacolo materiale ed a
provocare lo sviluppo
della facoltà. Talvolta basta magnetizzare fortemente, con
questa intenzione il
braccio e la mano di colui che vuole scrivere; spesso, il
magnetizzatore si
limita a porre la sua mano sopra la spalla, e noi abbiamo
visto scrivere
prontamente sotto questa influenza. Lo stesso effetto può
egualmente
prodursi senza alcun contatto e per solo effetto della
volontà. Si capisce
quindi che la fiducia del magnetizzatore nella propria
potenza deve avere qui
una gran parte per produrre questo risultato, e che un
magnetizzatore
incredulo avrebbe poca o nessuna azione.
L’aiuto di una guida sperimentata è inoltre qualche volta
molto utile per far
osservare al principiante una quantità di piccole
precauzioni, che egli spesso
trascura, a detrimento della rapidità del progresso. Esso
è soprattutto utile
per illuminarlo sulla natura delle prime domande e sulla
maniera di
presentarle. La sua parte è quella d’un insegnante di cui
si potrà far senza,
quando si sarà abbastanza impratichito.
207 - Un altro mezzo, che
può contribuire molto allo sviluppo della facoltà
medianica, consiste nel riunire un certo numero di
persone, tutte animate dal
medesimo desiderio e dalla medesima intenzione. Allora,
tutte assieme,
facendo l’invocazione al rispettivo angelo custode o ad
uno spirito simpatico
qualunque, tentino di scrivere osservando un assoluto
silenzio, ed un religioso
raccoglimento.
Una di esse può egualmente fare, senza designazione
speciale e per tutti i
membri della riunione, un’evocazione generale ai buoni spiriti,
dicendo, per
esempio: Nel nome di Dio Onnipotente, preghiamo i buoni
spiriti di
179
voler comunicare con noi per mezzo delle persone qui
presenti. E’
ben raro che nel numero non ve ne sia qualcuna che non dia
prontamente
segni di medianità, od anche scriva correntemente in poco
tempo.
Si capisce facilmente che cosa si verifica in questa
circostanza. Le persone
unite da una comunanza d’intenzione formano un tutto
collettivo, la cui
potenza e sensibilità si trovano accresciute da una sorta
d’influenza
magnetica, che aiuta lo sviluppo della facoltà. Fra gli
spiriti attirati da questo
concorso di volontà, ve ne sono di quelli che trovano
negli astanti lo
strumento che loro conviene (se non è l’uno, sarà
l’altro) e ne approfittano.
Questo mezzo deve essere soprattutto impiegato nei gruppi
spiritici che
mancano di medium, o che non ne hanno un numero
sufficiente.
208 - Si sono cercati dei
procedimenti per la formazione dei medium, come si
sono cercati dei diagnostici; ma fino al giorno d’oggi noi
non ne conosciamo
altri più efficaci di quelli che abbiamo indicati. Nella
persuasione che
l’ostacolo allo sviluppo della facoltà medianica sia una
resistenza del tutto
materiale, certe persone pretendono di vincerla con una
specie di ginnastica
particolarmente dedicata alle braccia e alla testa. Non
descriveremo questo
procedimento, che ci venne dall’altra parte
dell’Atlantico, non solamente
perché non abbiamo prova alcuna della sua efficacia, ma
per la convinzione in
cui siamo, che esso può offrire un pericolo, per le
costituzioni delicate, stante
la scossa del sistema nervoso. Se i rudimenti della
facoltà non esistono,
nessuna cosa potrebbe darli, nemmeno l’elettrizzazione,
che fu impiegata
senza successo per il medesimo scopo.
209 - La fede, nel medium
principiante, non è una condizione di rigore; essa
asseconda gli sforzi, senza dubbio, ma non è
indispensabile; la purezza
d’intenzione, il desiderio e la buona volontà bastano. Si
videro persone
perfettamente incredule, essere tutte stupite di scrivere
loro malgrado,
mentre credenti sinceri non possono arrivarvi; il che
prova come questa
facoltà sia inerente ad una predisposizione organica.
210 - Il primo indizio
d’una disposizione a scrivere, è una specie di fremito
nel braccio e nella mano; a poco a poco, la mano è
trascinata da un impulso
che non può padroneggiare. Spesso essa non traccia a tutta
prima che segni
insignificanti; poi i caratteri si designano sempre più
nettamente e la scrittura
finisce per acquistare la rapidità della scrittura
corrente. In tutti i casi,
bisogna abbandonare la mano al suo movimento naturale e
non portarvi né
180
resistenza, né spinta.
Certi medium scrivono correntemente e con facilità fin dal
principio, qualche
volta anche sin dalla prima seduta, il che è abbastanza
raro; altri fanno per
molto tempo delle aste e dei veri esercizi calligrafici.
Gli spiriti dicono che ciò
si fa per slegare loro le mani.
Se questi esercizi si prolungassero troppo, o
degenerassero in segni ridicoli,
non si potrebbe più dubitare che ciò dipende da uno spirito
che vuol
divertirsi, poiché i buoni spiriti non fanno mai fare
nulla di inutile; in questo
caso, converrebbe raddoppiare di fervore per domandare
l’assistenza di
questi. Se, ciò malgrado, non vi è un cambiamento,
conviene cessare, dal
momento che nulla di serio si ottiene. Si può ricominciare
il tentativo ogni
giorno, ma è utile smettere ai primi segui equivoci, per
non dare
soddisfazione agli spiriti leggieri o burloni.
A queste osservazioni uno spirito aggiunge:
“Vi sono dei medium, la cui facoltà non può andare oltre a
questi segni;
quando, passato qualche mese, essi ottengono soltanto cose
insignificanti, dei
sì o dei no, o
lettere senza seguito, è inutile persistere a volere sciupare
tempo e carta senza risultato; essi sono medium, è
vero, ma medium
improduttivi. Del
resto, le prime comunicazioni ottenute debbono essere
considerate soltanto come esercizi, che si affidano a
spiriti secondari;
conviene perciò attribuire loro soltanto una mediocre
importanza, in ragione
degli spiriti, che sono, per così dire, impiegati come
maestri di scrittura, per
dirozzare il medium principiante; non si deve mai credere
che siano spiriti
elevati quelli che fanno fare al medium questi esercizi
preparatori; accade
però che, se il medium non ha uno scopo serio, questi spiriti
restano e si
attaccano a lui. Quasi tutti i medium passarono attraverso
questa prova per
svilupparsi; spetta a loro fare ciò che abbisogna per
conciliarsi la simpatia
degli spiriti veramente superiori”.
211 - La difficoltà della
maggior parte dei medium principianti è di avere a
che fare con spiriti inferiori, e debbono stimarsi felici
quando questi sono
soltanto spiriti leggieri. Ogni loro attenzione deve
tendere a non permettere
loro di prender piede, poiché, una volta stabiliti, non è
sempre facile
sbarazzarsene. Si tratta d’un punto talmente essenziale,
soprattutto al
principio, che, senza le precauzioni necessarie, si può
perdere il frutto delle
più belle facoltà.
Il primo punto consiste nel mettersi, con una fede
sincera, sotto la protezione
di Dio, e implorare l’assistenza del proprio angelo
custode; questi è sempre
181
buono, mentre gli spiriti familiari, simpatizzando con le
buone o con le cattive
qualità del medium, possono essere leggieri od anche
cattivi.
Il secondo punto è di applicarsi con cura scrupolosa a
riconoscere, con tutti gli
indizi che fornisce l’esperienza, la natura dei primi
spiriti che comunicano, e
di cui è sempre prudente diffidare. Se questi indizi sono
sospetti, conviene
fare un’invocazione fervente al proprio angelo custode, e
rigettare con tutte le
forze il cattivo spirito, provandogli che non si è suo
zimbello, allo scopo di
scoraggiarlo. Ecco perché lo studio preventivo della
teoria è indispensabile,
qualora si vogliano evitare gli inconvenienti inseparabili
dell’inesperienza. Si
troveranno su ciò istruzioni molto particolareggiate nei
capitoli
dell’Ossessione e dell’Identità degli spiriti.
Ci limiteremo qui a dire che,
oltre il linguaggio, si possono considerare come prova infallibile
della
inferiorità degli spiriti: qualunque segno, figura,
emblema inutile o puerile;
ogni scrittura bizzarra, fatta a salti, torturata con
intenzione, di dimensione
esagerata, o che ostenta forme ridicole ed inusitate. La
scrittura può essere
cattivissima, anche poco leggibile (ma ciò dipende più
dal medium che dallo
spirito), senza
avere niente d’insolito.
Noi abbiamo visto dei medium talmente sedotti, che
misuravano la
superiorità degli spiriti dalla dimensione dei caratteri,
e che attribuivano una
grande importanza a lettere modellate come caratteri di
stampa: puerilità,
cotesta, evidentemente incompatibile con una superiorità
reale.
212 - Se è cosa
importante il non cadere, senza volerlo, sotto la dipendenza
dei cattivi spiriti, lo è più ancora il non porvisi
volontariamente; e un
desiderio smodato di scrivere non deve far credere che sia
indifferente
indirizzarsi al primo arrivato, salvo sbarazzarsene più
tardi se non conviene;
poiché non si domanda impunemente l’assistenza per
qualsiasi cosa ad un
cattivo spirito, il quale può far pagare molto cari i suoi
servizi.
Alcune persone impazienti di vedere sviluppata in sé la
facoltà medianica,
troppo lenta per il loro desiderio, hanno avuto l’idea di
chiamare in loro aiuto
uno spirito qualunque, anche se cattivo, con la
ferma intenzione di
congedarlo in seguito. Molti furono subito accontentati,
ed hanno scritto
immediatamente; ma lo spirito, non tenendo presente di
essere stato preso in
aiuto provvisorio, fu meno docile ad andarsene, di quanto
lo fosse stato nel
venire. Ne conosciamo di quelli che furono grandemente
puniti della loro
presunzione di credersi abbastanza forti da poter
allontanare questi spiriti a
loro piacimento; essi espiarono il loro errore con anni
d’ossessioni d’ogni
natura, con le mistificazioni più ridicole, con una fascinazione
tenace, ed
anche con malanni materiali, e con i più crudeli
disinganni. Lo spirito si
182
mostrò prima apertamente cattivo, poi ipocrita, allo scopo
di far credere o alla
sua conversione o alla pretesa facoltà del suo soggiogato
di poterlo cacciare a
volontà.
213 - La scrittura è
qualche volta leggibilissima, le parole e le lettere
perfettamente distaccate; ma con certi medium è difficile
decifrarla per tutti,
eccetto che per lo scrivente. Conviene acquistarne
l’abitudine. Essa è spesso
formata a grandi tratti; gli spiriti sono poco economi di
carta. Allorché una
parola od una frase è poco leggibile, si prega lo spirito
di voler ricominciare,
ciò che in generale egli fa volentieri. Quando la
scrittura è abitualmente
illeggibile, anche dal medium, questi giunge quasi sempre
ad ottenerne una
più netta con esercizi frequenti e perseveranti, portandovi
una più forte
volontà e
pregando con ardore lo spirito di essere più corretto. Certi spiriti
adottano spesso segni convenzionali, che passano in uso
nelle riunioni
abituali. Per far capire che non gradiscono una certa
domanda, e che non
vogliono rispondere, fanno, per esempio, una lunga asta, o
qualcosa di
equivalente.
Allorché lo spirito ha terminato ciò che aveva da dire
oppure quando non
vuole più rispondere, la mano resta immobile, ed il
medium, per quanto sia
grande la sua potenza e la sua volontà, non può ottenere
una parola di più. Al
contrario, fino a che lo spirito non ha finito, il lapis
cammina senza che sia più
possibile alla mano di fermarsi. Quando lo spirito vuol
dire spontaneamente
qualche cosa, la mano prende convulsivamente il lapis e si
mette a scrivere
senza potervisi opporre. Il medium, d’altra parte, sente
quasi sempre in sé
qualche cosa che gli indica se vi è una sospensione o se
lo spirito ha
terminato. E’ ben raro che egli non senta quando lo
spirito è partito.
Tali sono le spiegazioni più essenziali che noi dobbiamo
dare riguardo allo
sviluppo della psicografia; l’esperienza farà conoscere,
nella pratica, certi
particolari, che qui sarebbe inutile riportare, e per i
quali si dovranno seguire i
principi generali. Invitiamo molti a provare, e forse si
troveranno più medium
di quanto si pensi.
214 - Tutto ciò che
finora abbiamo detto riguarda esclusivamente la scrittura
meccanica, e cioè quella che tutti i medium cercano, con
ragione, di ottenere;
ma il meccanismo puro è molto raro, e vi si unisce molto
spesso, più o meno
intuizione. Il medium, che ha coscienza di quello che
scrive, è naturalmente
portato a dubitare della sua facoltà; non sa se ciò viene
da lui o da uno spirito
estraneo. Egli non deve però inquietarsene, e deve
seguitare a scrivere
nonostante ogni dubbio. Indaghi poi con cura le sue
impressioni e riconoscerà
183
facilmente in ciò che egli scrive una quantità di cose che
non erano nel suo
pensiero, che forse addirittura ad esso sono contrarie;
prova evidente che esse
non vengono da lui. Continui, dunque, ed il dubbio si
dissiperà con
l’esperienza.
215 - Se non è dato al
medium di essere esclusivamente meccanico, tutti i
tentativi per ottenere questo risultato saranno
infruttuosi; tuttavia, avrebbe
torto di credersi per questo abbandonato. Se egli è dotato
puramente della
medianità intuitiva è necessario che se ne accontenti,
poiché questa non
mancherà di rendergli grandi servigi, se egli sa metterla
a profitto e non la
respinge.
Se dopo inutili tentativi, durati qualche tempo, non si
produce alcun indizio di
movimento involontario, o se questi movimenti sono troppo
deboli per dare
dei risultati, egli non deve esitare a scrivere il primo
pensiero che gli viene
suggerito, senza inquietarsi se proviene da lui o da una
sorgente estranea.
L’esperienza gl’insegnerà a farne la distinzione. D’altra
parte, succede
soventissimo che il movimento meccanico si sviluppi
ulteriormente.
Abbiamo già detto che vi sono dei casi in cui è
indifferente il sapere se il
pensiero viene dal medium o da uno spirito straniero; è
soprattutto allorché
un medium puramente intuitivo od ispirato fa un lavoro di
immaginazione
per conto proprio; poco importa che egli si attribuisca un
pensiero che gli sarà
suggerito. Se gli sorgono delle buone idee, ne ringrazi il
suo spirito guida e
gliene verranno suggerite delle altre. Tale è
l’ispirazione dei poeti, dei filosofi
e degli scienziati.
216 - Supponiamo ora che
la facoltà medianica sia completamente
sviluppata, e che il medium scriva con facilità; che egli
sia, in una parola, ciò
che si chiama un medium fatto; egli commetterebbe tuttavia
un grande errore
qualora si credesse dispensato da ogni altra istruzione.
Egli non ha vinto che
una resistenza materiale, ma da questo momento, appunto,
incominciano per
lui le vere difficoltà, e più che mai abbisogna dei
consigli della prudenza e
dell’esperienza, se non vuole cadere in mille insidie che
gli verranno tese. Se
egli vuole troppo presto volare con le proprie ali, non
tarderà ad essere
vittima di spiriti mentitori, che cercheranno di
approfittare della sua
presunzione.
217 - Una volta che la
facoltà sia sviluppata nel medium, è cosa essenziale che
egli non ne abusi. La soddisfazione, che questa procura a
certi principianti,
184
eccita presso di loro un entusiasmo che occorre moderare;
essi devono
pensare che viene loro data per il bene e non per
soddisfare una vana
curiosità; è perciò cosa utile servirsene solo nei momenti
opportuni, e non ad
ogni istante. Non essendo gli spiriti costantemente ai
loro ordini, essi corrono
rischio di imbattersi in spiriti burloni. E’ bene adottare
a questo scopo giorni e
ore determinate, perché vi si apportino disposizioni di
maggior
raccoglimento, e perché gli spiriti che vogliono venire si
trovino prevenuti e si
dispongano in conseguenza.
218 - Se, malgrado tutti
i tentativi, la medianità non si rivelasse in alcuna
maniera, converrebbe rinunciarvi, come si rinuncia a
cantare quando non si
ha la voce adatta. Colui che non conosce una lingua, si
serve di un traduttore;
qui bisogna fare lo stesso, cioè ricorrere ad un altro
medium. In mancanza di
medium, non conviene credersi privo dell’assistenza degli
spiriti. La
medianità è per essi un mezzo di esprimersi, ma non un
mezzo esclusivo
d’attrazione; quelli che ci amano sono presso di noi,
anche se noi non siamo
dei medium, un padre non abbandona il suo figliolo, anche
se questo è sordo
e cieco, e non può né vederlo né sentirlo; egli lo attornia
della sua
sollecitudine: e così fanno i buoni spiriti per noi; se
non possono trasmetterci
materialmente il loro pensiero, ci vengono in aiuto con
l’ispirazione.
Cambiamento di scrittura
219 - Un fenomeno molto
comune presso i medium scriventi è il
cambiamento di scrittura, a seconda degli spiriti che si
comunicano, e ciò che
vi è di più notevole è che la stessa scrittura si
riproduce costantemente con lo
stesso spirito, e qualche volta è identica a quella che
egli aveva quando era
vivo. Vedremo più tardi le conseguenze che se ne possono
dedurre per quanto
riguarda l’identità. Il cambiamento di scrittura ha luogo
soltanto presso i
medium meccanici e semimeccanici, poiché in loro il
movimento della mano è
involontario e diretto dallo spirito; la stesa cosa che
non si verifica presso i
medium puramente intuitivi, perché in questo caso lo
spirito agisce
unicamente sul pensiero, e la mano è diretta dalla volontà
dello scrivente
come nelle circostanze ordinarie; ma l’uniformità della
scrittura, anche presso
un medium meccanico, non prova assolutamente nulla contro
la sua facoltà,
non essendo il cambiamento di calligrafia una condizione
assoluta nella
manifestazione degli spiriti; esso proviene da
un’attitudine speciale di cui i
185
medium più meccanici non sono sempre dotati. Noi
designiamo coloro che
hanno questa attitudine sotto il nome di medium
poligrafi.
Perdita o sospensione della medianità
220 - La facoltà
medianica è soggetta ad intermittenze ed a sospensioni
momentanee, tanto per le manifestazioni fisiche quanto per
la scrittura. Ecco
le risposte date dagli spiriti a qualche domanda fatta in
proposito.
1) Possono
i medium perdere la loro facoltà?
“Ciò accade spesso, qualunque sia il genere di questa
facoltà; ma altre volte è
una semplice interruzione momentanea che cessa con la
causa che l’ha
prodotta”.
2) La
causa della perdita della facoltà medianica consiste forse
nell’esaurimento del fluido?
“Qualunque sia la facoltà posseduta dal medium, egli non
può fare nulla senza
il concorso simpatico degli spiriti; allorché egli non
ottiene più nulla, non è
sempre per difetto della facoltà; spesso sono gli spiriti
che non vogliono più o
non possono più servirsi di lui”.
3) Quali
cause possono provocare in un medium l’abbandono degli spiriti?
“L’uso che egli fa della sua facoltà è la causa più
potente sugli spiriti buoni.
Noi possiamo abbandonarlo allorché se ne serve
semplicemente per cose
frivole o per fini ambiziosi; allorché rifiuta di far
conoscere la nostra parola o i
nostri fatti agli incarnati che lo richiedono, o che hanno
bisogno di vedere per
convincersi. Questo dono di Dio non è accordato al medium
per suo piacere,
ed ancora meno per servire la sua ambizione, ma in vista
del suo
miglioramento, e per fare conoscere agli uomini la verità.
Se lo spirito vede
che il medium non risponde più ai suoi scopi e non
approfitta delle istruzioni
e degli avvertimenti che gli si danno, egli si ritira, per
cercare un protetto più
degno”.
4) Non
potrebbe lo spirito che si ritira essere sostituito? E in questo caso,
come si capirebbe la sospensione della facoltà?
“Non mancano spiriti che non chiedono di meglio che
comunicare e sono
prontissimi a sostituire quelli che si ritirano; ma
allorché quello che
abbandona il medium è un buono spirito, egli può benissimo
lasciarlo
soltanto momentaneamente e privarlo per un certo tempo di
ogni
186
comunicazione, per dargli una lezione e per provargli che
la sua facoltà non
dipende da lui e non
deve esserne vanitoso. Questa momentanea impotenza
è anche permessa per dare al medium la prova che egli
scrive sotto una
influenza esterna, altrimenti non vi sarebbe
intermittenza.
“Del resto, l’interruzione della facoltà non è sempre una
punizione; essa
indica qualche volta la sollecitudine dello spirito verso
il medium che egli
ama, e vuole procurargli un riposo materiale che giudica
necessario, ed in
questo caso non permette ad altri spiriti di comunicare
con il suddetto in sua
vece”.
5) Si
vedono, tuttavia, medium molto benemeriti moralmente parlando, che
non provano alcun bisogno di riposo e sono molto
contrariati da
interruzioni di cui non capiscono lo scopo.
“Ciò avviene per mettere alla prova la loro pazienza e per
giudicare la loro
perseveranza; qui abbiamo il motivo per cui gli spiriti
non assegnano in
generale alcun termine a questa sospensione: vogliono
vedere se il medium si
stancherà e cederà allo scoramento. Spesso ciò succede
pure per lasciar loro il
tempo di meditare le istruzioni che vennero loro date, ed
è da questa
meditazione sui nostri insegnamenti che noi riconosciamo
gli spiritisti
veramente seri. Non possiamo dar questo nome a coloro che
in realtà sono
soltanto amatori di comunicazioni”.
6) E’
forse necessario in questo caso che il medium seguiti i suoi tentativi per
scrivere?
“Se lo spirito glielo consiglia, sì; se gli dice di
astenersi, egli deve farlo”.
7) Vi è
qualche mezzo per abbreviare questa prova?
“La rassegnazione e la preghiera. Del resto, basta fare
ogni giorno un tentativo
di qualche minuto, poiché sarebbe inutile perdere il tempo
in prove
infruttuose; il tentativo non ha altro scopo che quello di
assicurarsi se la
facoltà è recuperata”.
8) La
sospensione implica forse l’allontanamento degli spiriti che
comunicano di consueto?
“Niente affatto: il medium è allora nella condizione di un
individuo, il quale
perdesse momentaneamente lo vista, e non sarebbe per
questo meno
attorniato dai suoi amici, quantunque non possa vederli.
Il medium può
dunque, anzi deve, continuare ad intrattenersi con il
pensiero con i suoi spiriti
familiari, ed essere persuaso che egli è da loro inteso.
Se la mancanza di
medianità può privarlo delle comunicazioni materiali con
certi spiriti, essa
non può privarlo delle comunicazioni morali”.
187
9) Così
l’interruzione della facoltà medianica non implica sempre un
biasimo da parte degli spiriti?
“No, senza dubbio, poiché può anche essere una prova di
benevolenza”.
10) Quali
segni permettono di riconoscere un biasimo in questa
interruzione?
“Interroghi il medium la sua coscienza e si domandi l’uso
che ha fatto della
sua facoltà, il bene che ne è risultato per gli altri, il
profitto che ha
ottenuto dai consigli che gli furono dati ed avrà la sua risposta”.
11) Il
medium che non può più scrivere non potrebbe ricorrere ad un altro
medium?
“Ciò dipende dalla causa dell’interruzione; questa ha
spesso lo scopo di
lasciarvi qualche tempo senza comunicazioni, dopo avervi
dato dei consigli,
affinché non prendiate l’abitudine di non far più nulla
senza di noi; in questo
caso non si avrà maggior soddisfazione servendosi di un
altro medium; e ciò
ha ancora uno scopo, quello cioè di provarvi che gli
spiriti sono liberi, e che
non dipende da voi il farli camminare a vostro piacimento.
Questa è pure la
causa per cui quelli che non sono medium, non hanno sempre
tutte le
comunicazioni che desiderano”.
Osservazione. - Si
deve osservare infatti che colui il quale ricorre ad un
terzo per le comunicazioni, nonostante la qualità del
medium, spesso non
ottiene nulla di soddisfacente, mentre in altri momenti le
risposte sono molto
esplicite. Ciò dipende talmente dalla volontà dello
spirito, che non si ottiene
nulla cambiando medium. Gli spiriti stessi sembrano darsi,
sotto questo
aspetto, la parola d’ordine, poiché quello che non si
ottiene dall’uno non si
otterrà nemmeno dall’altro. Bisogna evitare allora
d’insistere e di
impazientirsi, se non si vuol essere vittima di spiriti
ingannatori, che
risponderanno, se lo si vuole a forza, mentre i buoni li
lasceranno fare per
punirci della nostra insistenza.
12) Per
quale scopo la Provvidenza diede a certi individui la medianità in
una forma speciale?
“E’ una missione di cui sono incaricati e di cui sono
felici; essi sono gli
interpreti fra gli spiriti e gli uomini”.
13) Vi sono
però dei medium che impiegano solo con ripugnanza la loro
facoltà?
188
“Questi sono medium imperfetti; essi non conoscono il
valore del favore che
viene loro accordato”.
14) Se è
una missione, come mai questa facoltà non è il privilegio degli
uomini dabbene, e perché essa è data anche ad individui
che non meritano
alcuna stima e che possono abusarne?
“Essa è loro data perché ne hanno bisogno per il proprio
miglioramento, ed
affinché essi siano in grado di ricevere buone istruzioni;
se non ne
approfittano, ne subiranno le conseguenze. Gesù non
concedeva forse di
preferenza la sua parola ai peccatori, dicendo che
conviene dare a chi non
ha?”
15) Le
persone che hanno un grande desiderio di scrivere come medium e
che non possono riuscire, possono dedurne qualche
conseguenza contro se
stesse, per quanto riguarda la benevolenza degli spiriti
verso di loro?
“No, perché Dio può avere loro rifiutato questa facoltà,
come può avere loro
rifiutato il dono della poesia o della musica; ma se esse
non godono di questo
favore possono averne altri”.
16) Come
può un uomo perfezionarsi con l’insegnamento degli spiriti,
allorché non ha né per se stesso, né con il mezzo di altri
medium, il mezzo di
ricevere questo insegnamento diretto?
“Non ha egli i libri come il cristiano ha il Vangelo? Per
praticare la morale di
Gesù, il cristiano non ha bisogno di averne inteso le
parole dalla sua stessa
bocca”.
189
18 - INCONVENIENTI E PERICOLI DELLA MEDIANITA’
Influenza dell’esercizio della medianità: sulla salute;
sul cervello;
sui figli.
221 - 1) La
facoltà medianica è forse l’inizio d’uno stato patologico
qualunque o semplicemente anomalo?
“Anomalo qualche volta, ma non patologico; vi sono medium
di salute
robusta; quelli che sono ammalati lo sono per altre
cause”.
2) Può
l’esercizio della facoltà medianica cagionare stanchezza?
“L’esercizio troppo prolungato d’una facoltà qualunque ha
per conseguenza la
stanchezza; lo stesso avviene nella medianità,
principalmente quella che si
applica agli effetti fisici; essa cagiona necessariamente
una perdita di fluido,
che porta con sé la stanchezza e si ripara con il riposo”.
3) L’esercizio
della medianità può avere degli inconvenienti per se stesso,
dal punto di vista igienico, astrazion fatta dell’abuso?
“Vi sono casi in cui non solo è prudente, ma anche
necessario astenersene, od
almeno moderarne l’uso; ciò dipende dallo stato fisico e
morale del medium.
Questi, d’altra parte, lo sente in generale, ed allorché
prova stanchezza deve
astenersene”.
4) Vi sono
persone a cui questo esercizio produce inconvenienti maggiori
che ad altre?
“Ho detto che ciò dipende dallo stato fisico e morale del
medium. Vi sono
persone che debbono evitare ogni causa di sovreccitazione,
e questi è una di
esse”. (Vedi nn. 188 e 194).
5) Potrebbe
la medianità produrre la pazzia?
“Niente più di quanto possa produrla un’altra causa,
allorché non vi è
predisposizione per debolezza cerebrale. La medianità non
produrrà la pazzia
allorché non ce n’è il germe, ma se questo esiste (ciò
che è facilissimo
riconoscere dallo stato morale), il buon senso dice che conviene usare dei
riguardi sotto tutti gli aspetti, poiché ogni causa di
scossa può essere nociva”.
6) Produce
qualche inconveniente lo sviluppare la medianità presso i
ragazzi?
“Certamente, ed io sostengo che è pericolosissimo; poiché
queste
190
organizzazioni deboli e delicate sarebbero troppo scosse e
la loro giovane
immaginazione troppo sovreccitata; perciò i parenti
accorti li allontaneranno
da queste idee, od almeno ne parleranno loro soltanto dal
punto di vista delle
conseguenze morali”.
7) Esistono,
tuttavia, fanciulli che sono naturalmente medium, sia per gli
effetti fisici, sia per la scrittura e le visioni; vi sono
pure in questo caso gli
stessi inconvenienti?
“No; quando la facoltà è spontanea in un fanciullo, ciò fa
parte della sua
natura, e la sua costituzione vi si presta; la stessa cosa
non si può dire quando
è provocata e sovreccitata. Osservate che il fanciullo che
ha delle visioni, ne è
generalmente poco impressionato: ciò gli sembra una cosa
del tutto naturale,
alla quale egli presta una debole attenzione, e che spesso
dimentica; più tardi
il fatto gli ritorna alla memoria, ed egli se lo spiega
facilmente, se conosce lo
spiritismo”.
8) Qual è
l’età in cui si può, senza inconvenienti, occuparsi di medianità?
“Non vi è età precisa; ciò dipende interamente dallo
sviluppo fisico, ed ancora
più dallo sviluppo morale; vi sono fanciulli di dodici
anni, che soffriranno
meno di certe persone fatte. Io parlo della medianità in
generale, ma la più
faticosa fisicamente è quella che si applica agli effetti
fisici. La scrittura ha un
altro inconveniente che è relativo alla inesperienza del
giovanetto, nel caso
che volesse occuparsene da solo e farne un trastullo”.
222 - La pratica dello
spiritismo, come vedremo più tardi, richiede molto
tatto per sventare le malizie degli spiriti ingannatori;
se uomini fatti si
lasciano ingannare, maggiormente saranno a ciò soggetti i
giovani ed i
fanciulli per la loro inesperienza. Si sa inoltre che il
raccoglimento è una
condizione senza la quale non si possono avere relazioni
con spiriti seri; le
evocazioni fatte con storditezza e scherzando sono una
vera profanazione, che
apre un facile accesso agli spiriti burloni o cattivi; e
non potendo aspettarsi da
un fanciullo la gravità necessaria ad un simile atto,
sarebbe da temersi che
egli non ne facesse un giuoco qualora fosse abbandonato a
se stesso. Nelle
stesse condizioni più favorevoli, è da desiderarsi che un
fanciullo, dotato della
facoltà medianica, la eserciti soltanto sotto l’occhio di
gente sperimentata, che
gli insegnerà con il suo esempio il rispetto che si deve
alle anime di quelli che
hanno vissuto. Si vede da tutto ciò che la questione
dell’età è subordinata alle
circostanze, tanto del fisico quanto del carattere.
Tuttavia, ciò che risulta
chiaramente dalle suddette risposte, è che non conviene
promuovere nei
fanciulli lo sviluppo di questa facoltà allorché essa non
è spontanea, e che, in
tutti i casi, conviene usarne con grande circospezione, e
che non conviene
191
neppure eccitarla né incoraggiarla presso persone deboli.
Conviene
distoglierne con tutti i mezzi possibili quelle che avessero
presentati i più
piccoli sintomi di eccentricità nelle idee o di
indebolimento nelle facoltà
mentali, poiché in esse vi è evidente predisposizione alla
follia, che può essere
sviluppata da ogni causa sovreccitante.
Le idee spiritiche non hanno, sotto questo rapporto, una
influenza maggiore
di altre idee, ma la follia, venendosi a dichiarare,
prenderebbe il carattere
della preoccupazione dominante (come prenderebbe un
carattere religioso se
la persona si dedicasse con eccesso alle pratiche di
devozione), e si
renderebbe di ciò responsabile lo spiritismo. Ciò che di
meglio vi è da fare con
qualunque individuo il quale mostri una tendenza all’idea
fissa, si è di dirigere
i suoi pensieri sopra un altro argomento, per procurare un
po’ di riposo agli
organi indeboliti.
A proposito, richiamiamo l’attenzione dei nostri lettori
sul paragrafo XII
dell’introduzione del Libro degli Spiriti.
192
19 - LA PARTE CHE HANNO I MEDIUM NELLE COMUNICAZIONI
SPIRITICHE
Influenza dello spirito personale del medium - Sistema dei
medium inerti - Attitudine di certi medium per le cose che
non
conoscono: le lingue, la musica, il disegno, ecc... -
Dissertazione
d’uno spirito sulla parte dei medium.
223 - 1) Il
medium, al momento in cui esercita la sua facoltà, si trova egli in
uno stato normale?
“Egli è, talvolta, in uno stato di crisi più o meno
pronunciato, il che lo affatica,
ed è perciò che ha bisogno di riposo; ma più spesso il suo
stato non differisce
sensibilmente dallo stato normale, soprattutto nei medium
scriventi”.
2) Le
comunicazioni scritte o verbali possono anche provenire dallo stesso
spirito incarnato nel medium?
“L’anima del medium può comunicare come quella di chiunque
altro; se essa
fruisce d’un certo grado di libertà, recupera le sue
qualità di spirito. Voi ne
avete la prova nell’anima delle persone viventi che
vengono a visitarvi, e
spesso comunicano con voi mediante la scrittura, senza che
voi le chiamiate.
Giacché, sappiatelo bene, fra gli spiriti che voi evocate,
ve ne sono di quelli
incarnati sulla terra; allora essi vi parlano come
spiriti e non come
uomini. Perché la stessa
cosa non dovrebbe poter accadere al medium?”
- Non
sembra forse che questa spiegazione confermi l’opinione di coloro i
quali credono che tutte le comunicazioni emanano dallo
spirito del medium e
non da spiriti estranei?
“Essi hanno torto solamente perché sono troppo assoluti,
poiché è cosa certa
che lo spirito del medium può agire da se stesso; ma ciò
non è una ragione
perché altri non agiscano egualmente per suo mezzo”.
3) Come
distinguere se lo spirito che risponde è quello del medium od uno
spirito estraneo?
“Dalla natura delle comunicazioni. Studiate le circostanze
ed il linguaggio, e li
distinguerete. E’ principalmente nello stato di
sonnambulismo o d’estasi che
si manifesta lo spirito del medium, poiché allora egli è
più libero; ma nello
stato normale la cosa è più difficile. Vi sono, d’altra
parte, certe risposte che è
impossibile attribuirgli; ecco perché vi dico di studiare
e di osservare”.
193
Osservazione. - Allorché
una persona ci parla, noi distinguiamo facilmente
ciò che viene da lei, o ciò di cui essa non è che l’eco;
lo stesso avviene per i
medium.
4) Poiché
lo spirito del medium ha potuto acquistare, in esistenze anteriori,
cognizioni che ha poi dimenticate sotto il suo involucro
corporeo, ma di cui si
ricorda come spirito, non può egli attingere in se stesso
le idee che sembrano
oltrepassare la portata della sua istruzione?
“Ciò avviene spesso nello stato di crisi sonnambolica od
estatica; ma, ancora
una volta, vi sono circostanze che non permettono
assolutamente il dubbio:
studiate lungamente e meditate”.
5) Le
comunicazioni provenienti dallo spirito del medium sono sempre
inferiori a quelle che potrebbero essere fatte da spiriti
estranei?
“Sempre, no; poiché lo spirito estraneo può essere egli
stesso d’un ordine
inferiore a quello del medium, ed allora parla meno
sensatamente. Ciò si
osserva nel sonnambulismo; poiché allora è più spesso lo
spirito del
sonnambulo che si manifesta e che tuttavia dice qualche
volta cose eccellenti”.
6) Lo
spirito che comunica per mezzo d’un medium trasmette direttamente il
suo pensiero, oppure questo pensiero ha per intermediario
lo spirito
incarnato nel medium?
“Lo spirito del medium è l’interprete, poiché è legato al
corpo che serve a
parlare, e che d’altronde ha bisogno di un legame tra voi
e gli spiriti estranei
che comunicano; come occorre un filo elettrico per
trasmettere in lontananza
una notizia, ed alla fine del filo una persona
intelligente che la riceva e la
trasmetta”.
7) Può lo
spirito incarnato nel medium esercitare un’influenza sulle
comunicazioni che egli deve trasmettere e che provengono
da spiriti
estranei?
“Sì, perché, se non è loro simpatico, può alterare le
risposte ed assimilarle alle
sue proprie idee ed alle sue tendenze, ma egli non
esercita influenza
sopra gli spiriti per se stessi; risulta semplicemente un cattivo
interprete”.
8) E’
questa dunque la causa della preferenza degli spiriti per certi medium?
“Non ve ne è alcun’altra; essi cercano l’interprete che
simpatizzi meglio con
essi, e che renda più esattamente il loro pensiero. Se non
vi è fra loro
194
simpatia, lo spirito del medium è un antagonista che porta
una certa
resistenza e diventa un interprete di cattiva voglia, e
spesso infedele. Lo stesso
avviene tra voi, quando il pensiero di un savio è
trasmesso per mezzo d’uno
stordito o di un uomo in mala fede”.
9) Si
capisce che ciò possa accadere per i medium intuitivi, ma non si
capisce perché lo stesso sia per quelli meccanici.
“Voi non vi rendete ben conto della parte che rappresenta
il medium; vi è qui
una legge che voi non avete ancora ben capita. Ricordatevi
che per operare il
movimento di un corpo inerte, lo spirito ha bisogno d’una
certa quantità di
fluido animalizzato, che egli prende dal medium, per
animare
momentaneamente la tavola, affinché questa obbedisca alla
sua volontà;
ebbene, sappiate anche che, per una comunicazione
intelligente, egli ha
bisogno d’un intermediario intelligente, e che questo
intermediario è quello
dello spirito del medium”.
- Ciò non
sembra potersi applicare alle cosiddette tavole parlanti; infatti,
allorquando oggetti inerti come le tavole, le
tavolette ed i canestrini danno
risposte intelligenti, non sembrerebbe che lo spirito del
medium non vi entri
per nulla?
“E’ un errore; lo spirito può dare al corpo inerte una
vita fittizia momentanea,
ma non l’intelligenza; mai un corpo inerte fu
intelligente. Lo spirito del
medium, dunque, è quello che riceve il pensiero a sua
insaputa e lo trasmette
da vicino a vicino con l’aiuto di diversi intermediari”.
10) Da
queste spiegazioni sembra risultare che lo spirito del medium non è
giammai completamente passivo. E’ così?
“E’ passivo quando non mescola le proprie idee a quelle
dello spirito estraneo,
ma non è mai assolutamente nullo; il suo concorso è sempre
necessario come
intermediario, anche in quelli che voi chiamate medium
meccanici”.
11) Non vi
è forse maggior garanzia d’indipendenza nel medium meccanico
che nel medium intuitivo?
“Senza alcun dubbio, e per certe comunicazioni, un medium
meccanico è
preferibile; ma quando si conoscono le facoltà d’un medium
intuitivo, ciò
diventa indifferente secondo le circostanze; voglio dire
che vi sono
comunicazioni che richiedono minor precisione”.
12) Fra i
diversi sistemi escogitati per spiegare i fenomeni spiritici, uno
consiste nel credere che la vera medianità sia in un corpo
completamente
inerte (nel canestrino o nel cartone, per esempio) che
serve da strumento, e
che lo spirito estraneo si identifica con quest’oggetto e
lo rende non
solamente vivo, ma intelligente; e di qui il nome di medium
inerti dato a
195
questi oggetti; cosa pensate di questo?
“Una sola cosa si può rispondere ed è che se lo spirito
avesse trasmesso al
cartone, insieme con l’intelligenza, la vita, il cartone
scriverebbe da solo,
senza il concorso del medium. Sarebbe singolare che l’uomo
intelligente
divenisse macchina e che un oggetto inerte diventasse
intelligente. E’ uno dei
numerosi sistemi nati da un’idea preconcetta, e che cadono
come tanti altri di
fronte all’esperienza e all’osservazione”.
13) Un
fenomeno assai conosciuto potrebbe accreditare l’opinione che nei
corpi inerti animati vi sia qualche cosa più della vita,
vi sia pure
l’intelligenza, ed è quello delle tavole, dei canestrini,
ecc., che esprimono con i
loro movimenti la collera o l’affetto. Che dire di ciò?
“Allorché un uomo agita un bastone con collera, non è il
bastone che è in
collera, e neppure la mano che tiene il bastone, ma il
pensiero che dirige la
mano; le tavole ed i canestrini non sono più intelligenti
dei bastoni; essi non
hanno alcun sentimento intelligente, ma obbediscono ad
un’intelligenza; in
una parola, non è lo spirito che si trasforma in
canestrino, e neppure vi elegge
il suo domicilio”.
14) Se non
è cosa razionale attribuire l’intelligenza a questi oggetti, possono
essi essere considerati come una varietà di medium,
designandoli con il
nome di medium inerti?
“E’ una questione di parole che poco ci importa, basta che
vi intendiate fra
voi. Siete liberi di chiamare uomo un burattino”.
15) Gli
spiriti hanno soltanto il linguaggio del pensiero; essi non hanno
linguaggio articolato; il che fa sì che vi sia per essi un
solo linguaggio. Ora
potrebbe uno spirito esprimersi per via medianica in una
lingua che egli non
ha mai parlato da vivo? Ed in questo caso ove attinge egli
le parole di cui si
serve?
“Voi stessi avete risposto alla vostra domanda, dicendo
che gli spiriti hanno
un solo linguaggio, che è quello del pensiero; questo
linguaggio è capito da
tutti, tanto dagli uomini che dagli spiriti. Lo spirito
errante rivelandosi allo
spirito incarnato del medium, non gli parla né francese né
inglese, ma la
lingua universale, che è quella del pensiero. Per tradurre
poi le sue idee in un
linguaggio articolato, trasmissibile, egli attinge le sue
parole nel vocabolario
del medium”.
16) Se è
così, lo spirito non dovrebbe esprimersi che nella lingua del
medium: invece se ne vedono scrivere in lingue sconosciute
da quest’ultimo.
Non vi è in ciò una contraddizione?
“Osservate prima di tutto che tutti i medium non sono egualmente
atti a
196
questo genere d’esercizio, ed in seguito che gli spiriti
vi si prestano solo
accidentalmente, quando essi giudicano che ciò possa
essere utile; ma per le
comunicazioni usuali e d’una certa lunghezza, essi
preferiscono servirsi d’una
lingua familiare al medium, poiché questa presenta loro
minori difficoltà
materiali da vincere”.
17) L’attitudine
di certi medium a scrivere in una lingua che è loro estranea
non deriverebbe dalla circostanza che questa lingua può
essere stata loro
familiare in un’altra esistenza e che essi ne avrebbero
conservata
l’intuizione?
“Ciò può certamente aver luogo, ma non è una regola; lo
spirito può, con
qualche sforzo, sormontare momentaneamente la resistenza
materiale che
incontra. Ciò avviene quando il medium scrive, nella sua
propria lingua,
parole che non conosce”.
18) Una
persona che non sapesse scrivere potrebbe scrivere come medium?
“Sì, ma si comprende che vi è una grande difficoltà
meccanica da vincere, non
avendo la mano l’abitudine del movimento necessario per
formare le lettere.
Lo stesso succede con i medium disegnatori che non sanno
disegnare”.
19) Un
medium di intelligenza limitata potrebbe trasmettere comunicazioni
d’un ordine elevato?
“Sì, per lo stesso motivo che un medium può scrivere in
una lingua che non
conosce. La medianità propriamente detta è indipendente
tanto
dall’intelligenza quanto dalle qualità morali, ed in
difetto di un migliore
strumento, lo spirito può servirsi di quello che ha
sottomano; ma è cosa
naturale che per le comunicazioni di un certo ordine, egli
preferisca il
medium che gli offre minori ostacoli materiali. Vi è poi
un’altra
considerazione: l’idiota è spesso idiota soltanto per
l’imperfezione dei suoi
organi, ma il suo spirito può essere più avanzato di
quello che voi crediate; voi
ne avete la prova in certe evocazioni di idioti morti o
viventi”.
Osservazione. - Questo
è un fatto constatato dall’esperienza; noi abbiamo
più volte evocato idioti viventi, che hanno dato prove
evidenti della loro
identità, e rispondevano in una maniera sensatissima ed
anche superiore.
Questo stato è una punizione dello spirito, che soffre a
causa della costrizione
in cui si trova. Un medium idiota può dunque qualche volta
offrire, allo
spirito che vuole manifestarsi, più risorse di quello che si
creda (vedi, Revue
Spirite,
luglio 1860, articolo sulla Frenologia e la Fisiognomonia).
197
20) Da che
cosa proviene l’attitudine di certi medium a scrivere in versi
malgrado la loro ignoranza in fatto di poesia?
“La poesia è un linguaggio; essi possono scrivere in
versi, come possono
scrivere in una lingua che non conoscono; e poi essi
possono essere stati poeti
in un’altra esistenza, e, come vi fu già detto, le
cognizioni acquistate non sono
mai perdute per lo spirito, che deve giungere alla
perfezione in ogni cosa.
Allora le cognizioni antecedenti concedono ad essi, a loro
insaputa, una
facilità che non hanno nello stato ordinario”.
21) E’
forse lo stesso per quelli che hanno un’attitudine speciale per il
disegno e per la musica?
“Sì, il disegno e la musica sono pure maniere di esprimere
il pensiero; gli
spiriti si servono degli strumenti che offrono loro
maggior facilità di
espressione”.
22) L’espressione
del pensiero per mezzo della poesia, del disegno o della
musica, dipende unicamente dall’attitudine speciale del
medium o da quella
dello spirito che comunica?
“Qualche volta dal medium, qualche volta dallo spirito.
Gli spiriti superiori
hanno tutte le attitudini; gli spiriti inferiori hanno
cognizioni limitate”.
23) Perché
l’uomo che ha un ingegno trascendente in una esistenza, non lo
ha più nell’esistenza seguente?
“Non è sempre così, poiché spesso egli perfeziona in una
esistenza ciò che ha
cominciato in una precedente; ma può succedere che una
facoltà trascendente
si assopisca durante un certo tempo per lasciarne
sviluppare più liberamente
un’altra; è un germe latente che si ritroverà più tardi e
di cui resta sempre
qualche traccia od almeno una vaga intuizione”.
224 - Lo spirito estraneo
capisce senza dubbio tutte le lingue, poiché le lingue
sono l’espressione del pensiero, e lo spirito intende per
mezzo del pensiero;
ma per manifestare questo pensiero occorre uno strumento:
questo
strumento è il medium. L’anima del medium che riceve la
comunicazione
estranea può trasmetterla soltanto con gli organi del suo
corpo; ora, questi
organi non possono avere, per una lingua sconosciuta, la
stessa flessibilità che
hanno per quella che è loro familiare. Un medium che
conosce soltanto il
francese potrà benissimo accidentalmente dare una risposta
in inglese, per
esempio, se ciò piace allo spirito; ma gli spiriti che
trovano già il linguaggio
umano troppo lento, in confronto alla rapidità del
pensiero (ed infatti
l’abbreviano il più possibile), si impazientano della resistenza meccanica che
provano; ecco perché non usano sempre questo mezzo. Questa
è anche la
198
ragione, per la quale un medium novizio, che scrive
faticosamente e con
lentezza, anche nella propria lingua, non ottiene in
generale che risposte brevi
e senza svolgimento; perciò gli spiriti raccomandano di
fare soltanto domande
semplici per mezzo di lui. Per le domande di alta portata,
occorre un medium
formato, che non presenti alcuna difficoltà meccanica allo
spirito. Noi non
prenderemmo per nostro lettore uno scolaro che sappia
appena compitare.
Un buon operaio non ama servirsi di cattivi utensili.
Aggiungiamo un’altra importante considerazione per ciò che
concerne le
lingue straniere. I saggi di questo genere sono sempre
fatti per uno scopo di
curiosità e di esperimento; ora nulla vi è di più antipatico
agli spiriti che le
prove alle quali si tenta di sottometterli. Gli spiriti
superiori non vi si prestano
mai, ed abbandonano allorché si vuole entrare in questa
strada. Altrettanto si
compiacciono alle cose utili e serie quanto ripugnano
dall’occuparsi di cose
futili e senza scopo. Trattandosi di convincerci, diranno
gli increduli, questo
scopo è utile, poiché può guadagnare dei proseliti alla
causa degli spiriti. A ciò
gli spiriti rispondono:
“La nostra causa non ha bisogno di quelli che hanno tanto orgoglio
da
credersi indispensabili; noi chiamiamo verso di noi coloro
che noi
vogliamo, e
questi sono spesso i più piccoli ed i più umili. Gesù ha forse fatto
i miracoli che gli domandavano gli scribi? E di quali
uomini si è servito per
mettere il mondo in rivoluzione? Se volete convincervi,
avete mezzi diversi dai
giuochi di forza; cominciate per sottomettervi; non è
nell’ordine delle cose che
lo scolaro imponga la sua volontà al maestro”.
Risulta da ciò che, salvo qualche eccezione, il medium
manifesta il pensiero
dello spirito con i mezzi meccanici che sono a sua
disposizione, e che
l’espressione di questo pensiero può, e deve anche il più
spesso, risentire della
imperfezione di questi mezzi. Così, l’uomo incolto, il
contadino, potrà dire le
cose più belle, esprimere i più elevati e filosofici
pensieri, parlando da
contadino; poiché, come sappiamo, per gli spiriti il
pensiero domina tutto. Ciò
risponde all’obiezione di certi critici, riguardo alle
scorrettezze di stile e
d’ortografia che si possono rimproverare agli spiriti, e
che possono provenire
tanto dal medium quanto dallo spirito. E’ prova di
leggerezza l’attaccarsi a
simile cose. E non è meno puerile l’ostinarsi a riprodurre
queste scorrettezze
con una minuziosa esattezza, come qualche volta abbiamo
visto fare. Si può
dunque correggerle senza alcuno scrupolo, a meno che non
siano una
caratteristica dello spirito che comunica, nel qual caso è
cosa utile il
conservarle come prova d’identità. In questa maniera, per
esempio, noi
abbiamo visto uno spirito scrivere costantemente Jule (Giulio)
senza s,
parlando a suo nipote, perché mentre era in vita scriveva
in questa maniera, e
quantunque il nipote, che serviva da medium, sapesse
perfettamente scrivere
199
il proprio nome.
225 - La dissertazione
seguente, data spontaneamente da uno spirito
superiore, che si è rivelato per mezzo di comunicazioni
d’ordine elevatissimo,
riassume nella maniera più chiara e più compiuta la
questione del ruolo e dei
compiti del medium:
“Qualunque sia la natura dei medium scriventi, siano essi
meccanici, semimeccanici,
o semplicemente intuitivi, i nostri metodi di
comunicazione con
essi non variano essenzialmente. Infatti noi comunichiamo
con gli spiriti
incarnati, come con gli spiriti propriamente detti, con la
sola irradiazione del
nostro pensiero.
“I nostri pensieri non hanno bisogno della veste della
parola per essere capiti
dagli spiriti, e tutti gli spiriti percepiscono il
pensiero che noi desideriamo
comunicare loro, per il solo motivo che noi dirigiamo
questo pensiero verso di
essi, e ciò in ragione delle loro facoltà intellettuali;
vale a dire che il tale
pensiero può essere capito dai tali e dai tali secondo il
loro avanzamento,
mentre presso tali altri questo pensiero non risvegliando
nessun ricordo, né
alcuna cognizione nel fondo del loro cuore o del loro
cervello, non è
percettibile per essi. In questo caso, lo spirito
incarnato che ci serve da
medium è più atto a manifestare il nostro pensiero per gli
altri incarnati, per
quanto non lo capisca, mentre uno spirito disincarnato e
poco avanzato non
potrebbe farlo, se noi fossimo costretti a ricorrere alla
sua mediazione; poiché
l’uomo mette il suo corpo come strumento a nostra
disposizione, ciò che non
può fare lo spirito errante.
“Così, quando troviamo in un medium il cervello provvisto
di cognizioni
acquistate nella sua vita attuale, ed il suo spirito ricco
di cognizioni anteriori
latenti, proprie a facilitare le nostre comunicazioni, noi
ce ne serviamo di
preferenza, perché con lui il fenomeno della comunicazione
ci è molto più
facile che non con un medium la cui intelligenza fosse
limitata e le cui
cognizioni anteriori fossero rimaste insufficienti. Questo
lo faremo capire con
alcune spiegazioni nette e precise.
“Con un medium, la cui intelligenza attuale od anteriore
si trova sviluppata, il
nostro pensiero si comunica istantaneamente da spirito a
spirito, per una
facilità propria all’essenza dello spirito stesso. In
questo caso, noi troviamo
nel cervello dei medium gli elementi adatti a vestire il
nostro pensiero con la
parola corrispondente al medesimo, e ciò anche nel caso in
cui il medium sia
intuitivo, semi-meccanico o meccanico puro. Ecco perché,
qualunque sia la
diversità degli spiriti che comunicano ad un medium, i
dettati da lui ottenuti
mantengono una certa uniformità di forma e di colore
personale a questo
200
medium, quantunque procedano da spiriti diversi. Sì,
malgrado il pensiero gli
sia completamente estraneo, quantunque il soggetto esca
dal quadro nel quale
egli abitualmente si muove, nonostante il fatto che ciò
che vogliamo dire non
provenga in modo alcuno da lui, egli influisce sempre
sulla forma, tanto per la
qualità, che per le proprietà inerenti al suo individuo.
Avviene esattamente
come quando voi guardate differenti punti di vista con
occhiali colorati, verdi,
bianchi o turchini; quantunque i punti di vista od oggetti
guardati siano
diversi e indipendenti gli uni dagli altri, essi
conservano tuttavia una tinta
comune che proviene dal colore degli occhiali. O meglio,
si potrebbero
paragonare i medium a vasi di vetro pieni di liquidi
colorati e trasparenti;
ebbene, noi siamo come luci, che illuminiamo certi punti
di vista morali,
filosofici ed interni, attraverso medium turchini, verdi o
rossi, in maniera tale
che i nostri raggi luminosi, obbligati a passare
attraverso vetri più o meno ben
tagliati, più o meno trasparenti, vale a dire attraverso
medium più o meno
intelligenti, non arrivano sugli oggetti che noi vogliamo
rischiare che
assumendo il colore del liquido che attraversano, o meglio
la forma propria e
particolare di ciascun medium. Infine, per terminare con
un ultimo paragone,
noi spiriti, siamo come compositori di musica che abbiamo
composto o
vogliamo improvvisare un’aria, e non abbiamo sottomano che
un piano, un
violino, un flauto, un fagotto, od un fischietto da due
soldi. E’ cosa
incontestabile che usando uno qualsiasi degli strumenti
musicali, noi
eseguiremo il nostro pezzo in maniera abbastanza
intelligibile per i nostri
uditori; nonostante che i suoni provenienti dal piano, dal
fagotto o dal
clarinetto siano essenzialmente differenti gli uni dagli
altri, la nostra
composizione sarà identicamente la stessa, salvo le
gradazioni del suono. Ma
se noi avessimo soltanto a nostra disposizioni un
fischietto da due soldi,
avremmo non poche difficoltà nell’eseguire il motivo.
“Allo stesso modo, quando siamo obbligati a servirci di
medium poco
avanzati, il nostro lavoro diventa assai più lungo, assai
più penoso, perché
siamo obbligati a ricorrere a forme incomplete, il che è
per noi una
complicazione; infatti, allora dobbiamo scomporre i nostri
pensieri e
procedere parola per parola, lettera per lettera; il che è
una noia ed una fatica
per noi ed un intralcio effettivo alla prontezza ed allo
sviluppo delle nostre
manifestazioni.
“Siamo dunque felici quando possiamo trovare medium ben
adatti, ben
provvisti, muniti di materiali pronti ad essere adoperati,
buoni strumenti, in
una parola, perché allora il nostro perispirito, agendo
sopra il perispirito di
colui che rendiamo medium, deve solamente comunicare l’impulso
alla mano,
che ci serve da porta penna, o da portalapis; mentre con
medium insufficienti
siamo obbligati di fare un lavoro analogo a quello che
facciamo quando
201
comunichiamo per mezzo di colpi picchiati, vale a dire
designando lettera per
lettera, parola per parola, ciascuna delle frasi che
formano la traduzione dei
pensieri che vogliamo comunicare.
“E’ per queste ragioni che noi ci siamo diretti di
preferenza alle classi
illuminate ed istruite, per la divulgazione dello
spiritismo e lo sviluppo delle
facoltà medianiche scriventi, quantunque sia fra queste
classi che
s’incontrano gl’individui più increduli, più ribelli e a
volte anche più
immorali. E come noi lasciamo oggi agli spiriti giocolieri
e poco avanzati
l’esercizio delle comunicazioni tangibili, dei colpi e
degli apporti, così gli
uomini poco seri fra voi preferiscono ai fenomeni
puramente spirituali,
puramente psicologici, la vista dei fenomeni che
colpiscono i loro occhi o le
loro orecchie.
“Quando noi vogliamo procedere per dettati spontanei,
facciamo sentire la
nostra azione sopra gli organi cerebrali del medium, e
riuniamo i nostri
materiali con gli elementi che egli ci somministra, e ciò
a sua completa
insaputa; questo avviene come se noi prendessimo nella sua
borsa la somma
che vi potesse essere e disponessimo le differenti monete
secondo l’ordine che
ci sembrasse più utile.
“Ma quando il medium vuole per parte sua interrogarci, è
cosa buona che egli
vi rifletta seriamente onde interrogarci in una maniera
metodica, facilitandoci
così il nostro lavoro di risposta. Infatti, come vi fu
detto in una istruzione
precedente, il vostro cervello è spesso in un disordine
inestricabile, e ci è
altrettanto penoso quanto difficile muoverci nel labirinto
dei vostri pensieri.
Allorché le domande devono essere fatte da terzi, è cosa
buona ed utile che la
serie delle questioni sia comunicata anticipatamente al
medium, affinché
quest’ultimo si identifichi con lo spirito dell’evocatore
e se ne rivesta, per così
dire; noi stessi abbiamo allora molto maggior facilità per
rispondere, per
l’affinità che esiste tra il nostro perispirito e quello
del medium che ci serve da
interprete.
“Certamente noi possiamo parlare di matematiche per mezzo
d’un medium
che a voi sembra tutt’affatto estraneo a tale argomento;
ma spesso lo spirito di
questo medium possiede questa cognizione allo stato
latente, vale a dire
personale all’essere fluidico e non all’essere
incarnato, perché il suo
corpo attuale uno strumento ribelle o contrario a questa
conoscenza. Lo
stesso dicasi dell’astronomia, della poesia, della
medicina e delle diverse
lingue, come di tutte le altre cognizioni particolari alla
specie umana. Infine,
noi abbiamo ancora il mezzo della elaborazione penosa in
uso con i medium
completamente estranei al soggetto trattato, riunendo le
lettere e le parole
come in tipografia.
202
“Come abbiamo già detto, gli spiriti non hanno bisogno di
rivestire il loro
pensiero; essi percepiscono e comunicano il pensiero, per
il solo fatto che
questo esiste in essi. Gli esseri corporei, al contrario,
non possono percepire il
pensiero se non rivestito. Mentre la lettera, la parola,
il sostantivo, il verbo, la
frase in una parola, sono a voi necessari per percepire,
sia pure mentalmente,
per noi invece nessuna forma visibile o tangibile è
necessaria”.
(ERASTO e TIMOTEO)
Osservazione. - Quest’analisi
della parte spettante ai medium e dei
procedimenti con i quali gli spiriti si comunicano, è
altrettanto chiara quanto
logica. Ne deriva il principio, che lo spirito attinge non
le sue idee, ma i
materiali necessari per esprimerle, nel cervello dei
medium, e che più questo
cervello è ricco di materiali, più la comunicazione
diventa facile. Allorché lo
spirito si esprime nella lingua familiare al medium, egli
trova in lui le parole
già formate allo scopo di rivestirne l’idea; ma se egli si
esprime in una lingua a
lui straniera non vi trova le parole, ma semplicemente le
lettere; allora lo
spirito è obbligato a dettare, per così dire, lettera per
lettera, esattamente
come se volessimo far scrivere tedesco a chi non ne
conosce una parola. Se il
medium non sa né leggere né scrivere, non possiede neppure
la nozione delle
lettere; è dunque necessario condurgli la mano come ad uno
scolaro; e questa
è una difficoltà materiale ancora più grande da vincere.
Questi fenomeni sono
dunque possibili, e se ne hanno numerosi esempi; ma si
capisce che questa
maniera di procedere concorda poco con la portata e con la
rapidità delle
comunicazioni, e che gli spiriti devono preferire gli
strumenti più facili, o,
come essi dicono, i medium ben muniti, dal loro punto di
vista.
Se quelli che domandano questi fenomeni come mezzo di
convinzione,
avessero preventivamente studiata la teoria, saprebbero in
quali condizioni
eccezionali essi si producono.
203
20 - INFLUENZA MORALE DEL MEDIUM
Questioni diverse - Dissertazioni d’uno spirito
sull’influenza
morale.
226 - 1) Lo
sviluppo della medianità è forse in ragione dello sviluppo morale
del medium?
“No; la facoltà propriamente detta è inerente
all’organismo; essa è
indipendente dal morale; la stessa cosa non avviene per
l’uso, che può essere
più o meno buono, secondo le qualità del medium”.
2) Fu
sempre detto che la medianità è un dono di Dio, una grazia, un favore;
perché dunque non è il privilegio dell’uomo dabbene, e
perché si vedono
persone indegne che ne sono dotate al più alto grado e che
ne abusano?
“Tutte le facoltà sono favori di cui si deve rendere
grazie a Dio, poiché vi sono
uomini che ne sono privi. Potreste domandare anche perché
Dio accorda una
buona vista a malfattori, l’abilità a scrocconi,
l’eloquenza a quelli che se ne
servono per dire cose cattive. Lo stesso dicasi della
medianità; individui
indegni ne sono dotati, perché essi ne hanno più bisogno
degli altri per il loro
miglioramento. Pensate voi che Dio rifiuti i mezzi di
salvezza ai colpevoli? Egli
li moltiplica sotto i loro passi, li mette nelle loro
mani; tocca ad essi
approfittarne. Giuda il traditore non ha forse fatto
miracoli e guarito malati
come apostolo? Dio permise che egli avesse questo dono
affinché si salvasse;
egli invece, non valendosene in bene, rese più odioso il
suo tradimento”
3) I
medium che fanno un cattivo uso delle loro facoltà, che non se ne
servono per fare del bene, o che non ne approfittano per
loro istruzione, ne
subiranno le conseguenze?
“Se ne usano male, ne saranno doppiamente puniti, poiché
essi hanno un
mezzo maggiore di illuminarsi e non lo mettono a profitto.
Colui che vede
bene e che inciampa è più biasimevole del cieco che cade”.
4) Vi sono
medium ai quali vengono fatte spontaneamente e quasi
costantemente comunicazioni su uno stesso argomento, come
certe questioni
morali o determinati difetti; ha ciò forse uno scopo?
“Sì; e questo scopo si è di illuminarli su un soggetto
spesso ripetuto, o di
correggerli di qualche difetto; è per ciò che all’uno
parleranno senza posa
dell’orgoglio, ad un altro della carità; non c’è che la
sazietà che possa aprire
204
loro finalmente gli occhi. Non vi è medium che abusi della
sua facoltà per
ambizione o per interesse, o la comprometta con un difetto
essenziale, come
l’orgoglio, l’egoismo, la leggerezza, ecc., che non riceva
di tempo in tempo
qualche avviso da parte degli spiriti; il male è che la
maggior parte delle volte
egli non prende questi avvisi per sé”.
Osservazione. - Gli
spiriti usano spesso dei riguardi nelle loro lezioni; le
danno in maniera indiretta, per lasciare maggior merito a
colui che sa
applicarle a se stesso e profittarne; ma la cecità e
l’orgoglio presso qualcuno
sono tali, che essi non si riconoscono nel quadro che si
mette loro sotto gli
occhi; anzi, se lo spirito dà loro ad intendere che si
tratta di loro, subito vanno
in collera e trattano lo spirito da mentitore, o di faceto
di cattivo genere: il che
per se stesso prova che lo spirito ha ragione.
5) Nelle
lezioni che sono dettate al medium in una maniera generale e
senz’applicazione personale, non agisce egli come
strumento passivo, per
servire all’istruzione altrui?
“Spesso questi avvisi e questi consigli non sono dettati
per lui personalmente,
ma bensì per gli altri, ai quali noi non possiamo
indirizzarci se non per mezzo
di questo medium, ma egli deve prenderne la sua parte, se
non è accecato
dall’amor proprio.
“Non crediate che la facoltà medianica sia stata data per
correggere solamente
una persona o due; no, lo scopo è più grande: si tratta
dell’umanità. Un
medium è uno strumento troppo poco importante come
individuo; è perciò
che, quando diamo istruzioni che debbono essere utili alla
generalità, noi ci
serviamo di quelli che posseggono le facilità necessarie.
Siate certi che verrà
un tempo in cui i buoni medium saranno abbastanza comuni
da permettere ai
buoni spiriti di servirsi soltanto di buoni strumenti”.
6) Poiché
le qualità morali del medium allontanano gli spiriti imperfetti,
come può essere che un medium dotato di buone qualità
trasmetta risposte
false o grossolane?
“Conosci tu tutti i ripostigli della sua anima?
D’altronde, senza essere vizioso,
egli può essere frivolo o leggiero; e qualche volta
anch’egli ha bisogno di una
lezione, affinché si tenga in guardia”.
7) Perché
gli spiriti superiori permettono che persone dotate d’una grande
potenza come medium, e che potrebbero fare molto bene,
siano strumenti
dell’errore?
205
“Essi cercano di influire su di loro; ma quando esse si
lasciano trascinare in
una cattiva strada, le lasciano andare. E’ perciò che se
ne servono con
ripugnanza, poiché la verità non può essere
interpretata dalla
menzogna”.
8) E’
assolutamente impossibile avere buone comunicazioni da un medium
imperfetto?
“Un medium imperfetto può qualche volta ottenere buone
cose, perché, se ha
una bella facoltà, i buoni spiriti possono servirsene in
mancanza d’un altro in
una circostanza particolare; ma questa è sempre una cosa
momentanea,
poiché quando essi ne trovano uno che loro convenga
meglio, gli danno la
preferenza”.
Osservazione. - Si
deve osservare che, allorquando i buoni spiriti giudicano
che un medium cessa d’essere ben assistito, e diventa, a
causa delle sue
imperfezioni, preda degli spiriti ingannatori, essi
provocano quasi sempre
delle circostanze che svelano i suoi difetti e lo
allontanano dalle persone serie
e ben intenzionate, la cui buona fede potrebbe essere
sfruttata. In questo caso,
per quanto apprezzabili siano le sue facoltà, egli non è
da rimpiangere.
9) Quale
sarebbe il medium che si potrebbe chiamare perfetto?
“Voi sapete bene che la perfezione non è sulla terra,
altrimenti voi non vi
sareste; dite dunque buon medium, e ciò è già molto,
poiché essi sono rari. Il
medium perfetto sarebbe colui sul quale i cattivi spiriti
non avrebbero
giammai osato fare un tentativo per ingannarlo; il
migliore è quello che,
simpatizzando soltanto con buoni spiriti, fu ingannato il
minor numero di
volte”.
10) Se
simpatizza soltanto con buoni spiriti, come possono essi permettere
che sia ingannato?
“I buoni spiriti lo permettono qualche volta con i
migliori medium, per
esercitare il loro giudizio ed insegnare loro a discernere
il vero dal falso; e poi
per quanto buono sia un medium, egli non è mai così
perfetto che non possa
far presa su di lui per qualche lato debole, e ciò deve
servirgli da lezione. Le
comunicazioni false, che
riceve di tanto in tanto, sono avvisi affinché non
si creda infallibile e non si inorgoglisca; perché il
medium che ottiene le cose
più notevoli, non ha il diritto di gloriarsene più di
quello che lo abbia un
suonatore d’organo, che produce delle belle sonate,
girando la manovella del
suo strumento”.
206
11) Quali
sono le condizioni necessarie affinché la parola degli spiriti
superiori ci arrivi pura da ogni alterazione?
“Volere il bene; scacciare l’egoismo e l’orgoglio:
entrambe sono
necessarie”.
12) Se la
parola degli spiriti superiori non ci arriva pura che in condizioni
difficili ad incontrarsi, non è questo un ostacolo alla
propagazione della
verità?
“No, poiché la luce perviene sempre a colui che vuole
riceverla. Chiunque
vuole illuminarsi deve fuggire le tenebre, e le tenebre
sono nell’impurità del
cuore.
“Gli spiriti che voi ritenete come la personificazione del
bene non si
presentano volentieri all’appello di coloro il cui cuore è
macchiato
dall’orgoglio, dalla cupidigia e dalla mancanza di carità.
“Coloro, dunque, che vogliono illuminarsi depongano ogni
vanità umana, ed
umiliino la loro ragione avanti alla potenza infinita del
Creatore: questa sarà
la miglior prova della loro sincerità; e questa condizione
ciascuno può
adempierla”.
227 - Se il medium, dal
punto di vista dell’esecuzione, è soltanto uno
strumento, egli esercita peraltro, sotto il rapporto
morale, una grandissima
influenza. Infatti, poiché per comunicare lo spirito
estraneo s’identifica con lo
spirito del medium, questa identificazione non può aver
luogo se non quando
vi è fra loro simpatia, e si può dire affinità. L’anima
esercita sullo spirito
estraneo una specie di attrazione o di repulsione, secondo
il grado della loro
similitudine o della loro differenza; ora i buoni hanno
affinità per i buoni ed i
cattivi per i cattivi; da cui segue che le qualità morali
del medium hanno
un’influenza essenziale sulla natura degli spiriti che
comunicano con il suo
mezzo. Se egli è vizioso, gli spiriti inferiori vengono a
raggrupparsi intorno a
lui e sono sempre pronti a prendere il posto dei buoni
spiriti che furono
chiamati. Le qualità che attirano di preferenza i buoni
spiriti sono la bontà, la
benevolenza, la semplicità di cuore, l’amore del prossimo,
il distacco delle
cose materiali; i difetti che li respingono sono:
l’orgoglio, l’egoismo, l’invidia,
la gelosia, l’odio, la cupidigia, la sensualità, e tutte
le passioni per mezzo delle
quali l’uomo s’attacca alla materia.
228 - Tutte le
imperfezioni morali sono altrettante porte aperte che
permettono l’accesso ai cattivi spiriti; ma quella di cui
essi approfittano con
maggior abilità è l’orgoglio, poiché è quella che l’uomo
confessa meno a se
207
stesso: l’orgoglio ha perduto numerosi medium, dotati
delle più belle facoltà,
e che senza di esso avrebbero potuto diventare soggetti
notevoli ed utilissimi;
mentre invece, divenuti preda di spiriti mentitori, le
loro facoltà si sono
dapprima pervertite, poi annichilate, e più d’uno si è
visto umiliato dalle più
amare delusioni. L’orgoglio si manifesta nei medium con
segni non equivoci,
sui quali è tanto più necessario richiamare l’attenzione;
in quanto è uno degli
errori che debbono ispirare maggior diffidenza sulla
veridicità delle loro
comunicazioni.
E’ prima una cieca confidenza nella superiorità di queste
stesse comunicazioni
e nell’infallibilità dello spirito che le dà; di qui un
certo disprezzo per quanto
non proviene da essi, poiché credono di avere il
privilegio della verità. Il
prestigio dei grandi nomi di cui si rivestono gli spiriti
che essi credono di
avere per protettori li abbaglia, e poiché il loro amor
proprio soffrirebbe nel
confessare che sono ingannati, essi rigettano ogni specie
di consigli; anzi li
evitano persino, allontanandosi dai loro amici e da
chiunque potrebbe aprire
loro gli occhi; se hanno la condiscendenza di ascoltarli,
non tengono conto
alcuno dei loro avvisi, poiché dubitare della superiorità
del loro spirito è quasi
una profanazione. Essi si risentono della più piccola
contraddizione, d’una
semplice osservazione critica, e giungono qualche volta
sino a prendere in
disgrazia le persone stesse che hanno loro fatto dei
favori. Per mezzo di
quest’isolamento provocato dagli spiriti che non vogliono
avere
contraddittori, questi hanno buon giuoco per trattenerli
nelle loro illusioni, e
così fanno loro accettare facilmente le più grosse
assurdità come cose sublimi.
Così, fiducia assoluta nella superiorità di ciò che
ottengono, disprezzo di ciò
che non viene da essi, importanza ciecamente attribuita ai
grandi nomi,
rifiuto dei consigli, suscettibilità ad ogni critica,
allontanamento da quelli che
possono dare consigli disinteressati, credenza nella
propria abilità malgrado
la mancanza d’esperienza: tali sono i caratteri dei medium
orgogliosi. Bisogna
convenire, altresì, che l’orgoglio è spesso eccitato nel
medium da coloro che lo
circondano. Se ha facoltà un po’ trascendenti, egli è
ricercato e lodato;
comincia pertanto a credersi indispensabile, e presto
assume arie di
presunzione e modi sdegnosi quando presta il suo concorso.
Più d’una volta
abbiamo dovuto rimpiangere gli elogi che abbiamo dati a
certi medium allo
scopo di incoraggiarli.
229 - Vediamo ora invece
come si presenta il medium veramente buono,
quello nel quale si può avere completa fiducia. Supponiamo
dapprima una
facilità di esecuzione abbastanza grande da permettere
agli spiriti di
comunicare liberamente e senza essere impacciati da alcuna
difficoltà
materiale. Ciò posto, quello che più occorre considerare è
la natura degli
208
spiriti che abitualmente l’assistono, e pertanto non è sul
nome che bisogna
soffermarsi, ma sul linguaggio. Non deve mai perdere di
vista il fatto che le
simpatie che egli si attirerà dai buoni spiriti saranno in
ragione di quello che
farà per allontanare i cattivi. Persuaso che la sua
facoltà è un dono che gli è
accordato a fin di bene, non cerca affatto di vantarsene e
non se ne fa alcun
merito. Accetta le buone comunicazioni che gli vengono
fatte come una grazia,
di cui deve sforzarsi di rendersi degno con la sua bontà,
con la sua
benevolenza e con la sua modestia.
Il medium orgoglioso s’insuperbisce delle sue relazioni
con gli spiriti
superiori; il medium buono si umilia, poiché si crede
sempre al disotto di
questo favore.
230 - L’istruzione
seguente ci fu data su questo soggetto da uno spirito, del
quale abbiamo già riportato molte comunicazioni:
“Noi l’abbiamo detto: i medium per se stessi hanno
solamente un’influenza
secondaria nelle comunicazioni degli spiriti; il loro
compito è quello di un
apparecchio telegrafico, che trasmette i messaggi da un
punto all’altro della
terra. Così, quando noi vogliamo dettare una
comunicazione, la nostra azione
si fa sentire sui medium come il telegrafista agisce sul
suo apparecchio; vale a
dire, nella stessa guisa che il tac-tac del telegrafo
disegna alla distanza di
migliaia di chilometri, sopra una striscia di carta, i
segni riproduttori del
dispaccio, così noi comunichiamo attraverso le distanze
incommensurabili
che separano il mondo visibile dal mondo invisibile, il
mondo immateriale dal
mondo incarnato, quello che vogliamo insegnarvi per mezzo
dell’apparecchio
medianico. Ma nella stessa maniera che le influenze
atmosferiche agiscono e
disturbano spesso le trasmissioni del telegrafo elettrico,
l’influenza morale del
medium agisce e disturba talvolta la trasmissione dei
nostri messaggi
d’oltretomba, perché noi siamo obbligati a farli passare
per un mezzo che è
loro contrario. Tuttavia, il più delle volte, questa
influenza è annullata dalla
nostra energia e dalla nostra volontà, e non si manifesta
alcun atto
perturbatore. Infatti, dettati d’alta portata filosofica,
comunicazioni di una
perfetta moralità, sono trasmessi talvolta per mezzo di
medium che si
mostrano vergognosi di esserne stati trasmettitori.
“In via generale, si può affermare che spiriti simili
chiamano gli spiriti simili,
e che raramente gli spiriti delle sfere elevate comunicano
per mezzo di
medium cattivi conduttori, allorché possono aver sottomano
buoni
apparecchi medianici, cioè, in una parola, buoni medium.
“I medium leggieri e poco seri chiamano dunque spiriti
della stessa natura;
ecco perché le loro comunicazioni sono improntate di
trivialità, di frivolezze,
209
di idee senza seguito e spesso molto eterodosse, spiriticamente
parlando.
Certamente, essi possono dire e dicono qualche volta delle
buone cose; ma è
soprattutto in questo caso che occorre condurre un esame
severo e
scrupoloso; infatti, in mezzo a queste buone cose, alcuni
spiriti ipocriti
insinuano, con abilità e con calcolata perfidia, fatti
inventati, menzognere
asserzioni, onde ingannare la buona fede dei loro uditori.
Conviene allora
togliere senza pietà ogni parola, ogni frase equivoca, e
conservare solamente
del dettato ciò che la logica accetta o che la dottrina ha
già insegnato. Le
comunicazioni di questo genere debbono essere tenute
solamente soltanto
dagli spiritisti isolati, gruppi novizi o poco illuminati;
infatti, nelle riunioni
ove gli adepti sono più avanzati ed hanno acquistato
esperienza, la gazza, per
quanto rivesta le penne del pavone, è sempre scacciata
senza pietà.
“Non parlerò dei medium che si compiacciono a sollecitare
e ad ascoltare
comunicazioni sozze; lasciamoli compiacersi nella società
degli spiriti cinici.
D’altra parte, le comunicazioni di questo genere ricercano
per la loro stessa
natura la solitudine e l’isolamento; esse potrebbero
soltanto, in ogni caso,
suscitare lo sdegno e il disgusto fra i membri dei gruppi
filosofici seri. Ma
dove l’influenza morale del medium si fa realmente
sentire, è quando questi
sostituisce le sue idee personali a quelle che gli spiriti
si sforzano di
suggerirgli; e ancora allorché egli attinge nella sua
immaginazione teorie
fantastiche che egli stesso, in buona fede, crede che
nascano da una
comunicazione intuitiva. Allora si può essere certi, che
ciò è puramente il
riflesso dello spirito personale del medium; accade
perfino questo fatto
curioso, cioè che la mano del medium si muove qualche
volta quasi
meccanicamente, spinta da uno spirito secondario e beffeggiatore.
E’ contro
questa pietra di paragone che vengono ad infrangersi le
immaginazioni
ardenti, poiché, trasportati dalla foga delle proprie
idee, dal concetto delle
loro cognizioni letterarie, i medium disconoscono il
modesto dettato di uno
spirito saggio, ed abbandonando la realtà per l’ombra,
sostituiscono al
concetto un’ampollosa parafrasi. Contro questo pericoloso
scoglio vengono
egualmente ad infrangersi le personalità ambiziose, le
quali, in mancanza di
buone comunicazioni che vengono loro rifiutate dai buoni
spiriti, presentano
le proprie opere come se fossero l’opera di questi stessi
spiriti. Ecco perché è
necessario che i capi dei gruppi spiritici siano provvisti
d’un tatto squisito e
d’una rara sagacia per discernere le comunicazioni autentiche
da quelle che
non lo sono, come pure per non offendere quelli che si
fanno illusione da se
stessi.
“Nel dubbio astieniti, dice uno dei vostri antichi
proverbi; ammettete
dunque soltanto quello che è per voi d’una sicura
evidenza. Dal momento che
una nuova opinione si fa largo, se vi sembra appena appena
dubbiosa,
210
passatela al crogiuolo della ragione e della logica;
rigettate arditamente ciò
che il buon senso e la ragione riprovano. Val meglio
rigettare dieci verità che
ammettere una sola bugia, una sola falsa teoria. Infatti,
sopra questa teoria
potreste edificare tutto un sistema che crollerebbe al
primo soffio della verità,
come un monumento fabbricato sopra mobile arena, mentre,
se voi rigettate
oggi certe verità, perché esse non vi sono logicamente e
chiaramente
dimostrate, presto un fatto brutale od una dimostrazione
inconfutabile verrà
ad affermarvene l’autenticità.
“Ricordate tuttavia, spiritisti, che non vi è impossibile
per Dio e per i buoni
spiriti se non l’ingiustizia e l’iniquità.
“Lo spiritismo è ormai abbastanza diffuso fra gli uomini
ed ha abbastanza
moralizzato gli adepti sinceri della sua santa dottrina,
perché gli spiriti non
possano essere ridotti ad impiegare cattivi arnesi e
medium imperfetti. Se
dunque ora un medium qualsiasi dà per la sua condotta, per
i suoi costumi,
per il suo orgoglio, per la sua mancanza di carità, una
legittima ragione di
sospetto, respingete le sue comunicazioni, perché vi è un
serpente nascosto
nell’erba. Ecco la mia conclusione sull’influenza morale
dei medium”.
(ERASTO)
211
21 - INFLUENZA DELL’AMBIENTE
231 - 1) L’ambiente
nel quale si trova il medium, esercita un’influenza sulle
manifestazioni?
“Tutti gli spiriti che circondano il medium, l’aiutano nel
bene come nel male”.
2) Gli
spiriti superiori non possono trionfare del cattivo volere dello spirito
incarnato, che serve loro da interprete, e di quelli che
l’attorniano?
“Sì, quando lo giudicano utile, e secondo l’intenzione
della persona che ad essi
ricorre. L’abbiamo già detto: gli spiriti più elevati
possono qualche volta
comunicare per un favore speciale, malgrado l’imperfezione
del medium e
dell’ambiente, ma allora questi vi restano completamente
estranei”.
3) Gli
spiriti superiori cercano di condurre le riunioni futili ad idee più
serie?
“Gli spiriti superiori non vanno nelle riunioni dove sanno
che la loro presenza
è inutile. Nei centri poco istruiti, ma dove vi è
sincerità, noi andiamo
volentieri, quand’anche non vi trovassimo che mediocri
strumenti; ma nei
centri istruiti nei quali domina l’ironia, noi non
andiamo. Ivi occorre parlare
agli occhi ed alle orecchie; ciò spetta agli spiriti
picchiatori e burloni. E’ cosa
buona che quelli i quali si pavoneggiano della loro
scienza siano umiliati dagli
spiriti meno sapienti e meno avanzati”.
4) E’ forse
proibito agli spiriti inferiori l’accesso alle riunioni serie?
“No, vi restano qualche volta, per approfittare delle
istruzioni che vi sono
date; ma essi tacciono come farebbero gli storditi
nell’assemblea dei
savi”.
232 - Sarebbe un errore
il credere che bisogna essere medium per attirare a
sé gli esseri del mondo invisibile. Lo spazio ne è
popolato; ne abbiamo senza
posa attorno a noi, ai nostri fianchi, che ci vedono, ci
osservano, si mescolano
alle nostre riunioni, che ci seguono o ci sfuggono, a seconda
che noi li
attiriamo o li respingiamo. La facoltà medianica non
c’entra, in questo: essa è
soltanto un mezzo di comunicazione. Da quanto abbiamo
visto intorno alle
cause di simpatia o di antipatia degli spiriti, si capirà
facilmente che
dobbiamo essere attorniati da quelli che hanno affinità
per il nostro spirito,
secondo il suo grado di elevazione o di degradazione.
Consideriamo ora lo
stato morale del nostro globo, e si capirà qual è il
genere di spiriti che deve
212
dominare fra gli spiriti erranti.
Se prendiamo ciascun popolo in particolare, potremo
giudicare dal carattere
dominante degli abitanti, dalle loro preoccupazioni, dai
loro sentimenti più o
meno morali ed umanitari, dell’ordine di spiriti,
che vi scelgono, di
preferenza il loro convegno.
Partendo da questo principio, supponiamo una riunione di
uomini leggieri,
inconseguenti, occupati dei loro piaceri, quali saranno
gli spiriti che vi si
troveranno di preferenza? Non saranno certo spiriti
superiori, come neppure i
nostri dotti ed i nostri filosofi che andranno a passarvi
il loro tempo. Così,
ogni volta che gli uomini si riuniscono, hanno con sé
un’assemblea occulta
che simpatizza con le loro qualità o con i loro errori, e
ciò
indipendentemente da qualunque pensiero d’evocazione.
Ammettiamo ora che essi abbiano la possibilità
d’intrattenersi con gli esseri
del mondo invisibile per mezzo d’un interprete, cioè d’un
medium: chi
risponderà alla loro evocazione? Evidentemente quelli che
sono là pronti e
che cercano soltanto un’occasione di comunicare.
Se in una futile assemblea si chiama uno spirito
superiore, egli potrà venire ed
anche fare intendere qualche parola ragionevole, come un
buon pastore viene
nel mezzo delle sue pecore allontanatesi; ma dal momento
che egli non si
vede inteso né ascoltato, se ne va, come fareste voi
stessi al suo posto, e così
resta agli altri piena libertà di azione.
233 - Non basta sempre
che un’assemblea sia seria, per avere comunicazioni
di un ordine elevato; vi sono persone che non ridono mai,
e che ciò
nonostante non hanno il cuore puro; ora è il cuore
soprattutto che attira i
buoni spiriti. Nessuna condizione morale esclude le
comunicazioni spiritiche;
ma se noi ci troviamo in cattive condizioni, noi
discorriamo con i nostri simili,
che non si fanno scrupolo d’ingannarci, e sovente
accarezzano i nostri
pregiudizi.
Da ciò può dedursi l’enorme influenza che l’ambiente
esercita sulla natura
delle manifestazioni intelligenti. Ma quest’influenza non
si esercita affatto
come hanno preteso certe persone quando non si conosceva
ancora il mondo
degli spiriti come si conosce al giorno d’oggi, e prima
che esperienze più
concludenti fossero venute a chiarire i dubbi. Allorché le
comunicazioni
concordano con l’opinione degli astanti, non è perché
questa opinione si
rifletta nello spirito del medium come in uno specchio, ma
perché avete con
voi degli spiriti che vi sono simpatici per il bene come
per il male, e che
abbondano nel vostro senso; e la prova di ciò è che se voi
aveste la forza di
attirare verso di voi spiriti diversi da quelli che vi
circondano, lo stesso
213
medium vi terrebbe un linguaggio completamente diverso e
vi direbbe le cose
più lontane dai vostri pensieri e dalle vostre
convinzioni. Insomma, le
condizioni dell’ambiente saranno tanto più buone quanto
maggiore
omogeneità vi sarà nel bene, quanto più puri ed elevati vi
saranno i
sentimenti e quanto più sincero e senza secondi fini sarà
il desiderio di
istruirsi.
214
22 - MEDIANITA’ NEGLI ANIMALI
234 - Possono gli animali
essere medium? A questa domanda, sembra che
certi fatti rispondano affermativamente. Ciò che
soprattutto ha potuto
accreditare questa opinione sono i segni sorprendenti
d’intelligenza di
qualche uccello ammaestrato, che sembra indovinare il
pensiero, ed estrae da
un pacco di carte quelle che possono formare la risposta
esatta ad una
domanda proposta. Abbiamo osservato queste esperienze con
una cura tutta
particolare, e ciò che noi abbiamo ammirato è l’arte che
si dovette impiegare
per l’istruzione di questi uccelli. Senza dubbio non si
può ricusare loro una
certa dose d’intelligenza relativa, ma bisognerebbe
concedere che in questa
circostanza la loro perspicacia sorpasserebbe di molto
quella dell’uomo,
poiché non vi è persona che possa lusingarsi di fare ciò
che essi fanno:
converrebbe perfino, per certe esperienze, supporre loro
un dono di seconda
vista, superiore a quella dei sonnambuli più
chiaroveggenti. Infatti, si sa che
la lucidità è essenzialmente variabile e che è soggetta a
frequenti
intermittenze; in questi uccelli sarebbe invece permanente
e funzionerebbe a
puntino, con una regolarità ed una precisione che non si
vede in alcun
sonnambulo; in una parola, essa non verrebbe loro mai
meno. La maggior
parte delle esperienze che noi abbiamo viste, sono del
genere di quelle che
fanno i prestigiatori, e non potevano lasciarci dubbio
alcuno sopra l’impiego
di qualcuno dei loro mezzi, specialmente di quello delle
carte obbligate. L’arte
della prestidigitazione consiste nel dissimulare questi
mezzi, senza di cui
l’effetto non avrebbe più attrattiva. Il fenomeno, anche
ridotto a questa
proporzione, non è meno interessante e lascia sempre
ammirare l’ingegno
dell’istruttore, come anche l’intelligenza dell’allievo,
poiché la difficoltà da
vincersi è molto più grande che se l’uccello agisse
soltanto in virtù delle
proprie facoltà; ora, fare in maniera che questi uccelli
operino cose eccedenti
il limite del possibile per l’intelligenza umana, prova
già di per sé l’impiego
d’un procedimento segreto. Vi è, d’altra parte, un fatto
costante, ed è che
questi uccelli pervengono a questo grado di abilità
soltanto dopo un certo
tempo, e con l’aiuto di cure particolari e perseveranti;
il che non sarebbe
necessario se la loro intelligenza ne facesse da sola le
spese. Non è più
straordinario avvezzarli ad estrarre le carte di quello
che sia l’addestrarli a
ripetere canti e parole.
La stessa cosa accadde quando la prestidigitazione volle
imitare la seconda
vista; si facevano fare al soggetto troppe cose perché
l’illusione potesse durare
a lungo. Fin dalla prima volta che assistemmo ad una
seduta di questo genere,
215
vi vedemmo solo una imperfettissima imitazione del
sonnambulismo, che
rivelava l’ignoranza delle condizioni più essenziali di
questa facoltà.
235 - Tuttavia, la
questione principale resta pur sempre non risolta sotto un
altro punto di vista; infatti nello stesso modo che
l’imitazione del
sonnambulismo non gli toglie la facoltà di esistere, così
anche l’imitazione
della medianità con il mezzo degli uccelli non proverebbe
niente contro la
possibilità d’una facoltà analoga presso di loro, o presso
altri animali. Si
tratterebbe dunque di sapere se gli animali sono atti,
come gli uomini, a
servire da intermediari agli spiriti per le loro
comunicazioni intelligenti.
Sembra anzi abbastanza logico il supporre che un essere
vivente, dotato di
una certa dote di intelligenza, sia più adatto a questo
effetto che un corpo
inerte, senza vitalità, come una tavola, per esempio.
Tuttavia, questo è quanto
non succede.
236 - La questione della
medianità degli animali si trova completamente
risolta nella seguente dissertazione, data da uno spirito
di cui potemmo già
apprezzare la profondità e la sagacia, dalle citazioni che
abbiamo fin qui avuto
occasione di fare. Per afferrare completamente il valore
della sua
dimostrazione, è cosa essenziale riportarsi alla
spiegazione che egli diede del
compito del medium nelle comunicazioni, e che abbiamo qui
sopra riprodotta
(vedi n. 225).
Questa comunicazione fu data in seguito ad una discussione
che ebbe luogo su
questo argomento nella società parigina di studi
spiritici.
“Io entro quest’oggi nella questione della medianità degli
animali, sollevata e
sostenuta da uno dei vostri più ferventi adepti. Egli
pretende che, in virtù di
questo assioma: Chi può il più può il meno, noi
possiamo medianizzare gli
uccelli e gli altri animali, e servircene nelle nostre
comunicazioni con specie
umana. Ciò è quello che voi chiamate in filosofia, o
piuttosto in logica,
puramente e semplicemente un sofisma.
“Voi animate, dice egli, la materia inerte, vale a dire
una tavola, una sedia, un
piano; a fortiori voi dovete animare la materia già
animata, e
particolarmente gli uccelli. Ebbene! Nello stato normale
dello spiritismo ciò
non è; ciò non può essere.
“Prima di tutto intendiamoci bene sui fatti. Che cosa è un
medium? E’
l’essere, è l’individuo che serve di punto d’unione agli
spiriti liberi, affinché
questi possano comunicarsi con facilità con gli uomini,
spiriti incarnati. In
conseguenza, senza medium, non vi sono comunicazioni
tangibili, mentali,
216
fisiche, di scrittura, né di altro genere qualsiasi. Vi è
un principio che, ne sono
sicuro, è ammesso da tutti gli spiritisti, cioè che i
simili agiscono con i loro
simili e come i loro simili. Ora quali sono i simili degli
spiriti, se non gli spiriti,
incarnati o no? Occorre forse ripeterlo ancora? Ebbene, io
ve lo ripeterò. Il
vostro perispirito ed il nostro sono tratti dallo stesso
ambiente, sono di
un’identica natura; in una parola, sono simili; essi
posseggono una proprietà
di assimilazione più o meno sviluppata, di calamitazione
più o meno vigorosa,
che permette a noi, spiriti ed incarnati, di metterci
prontamente e facilmente
in relazione. Infine, la cosa che riguarda in particolare
i medium, e che è
dell’essenza stessa della loro individualità, è un’affinità
speciale, e nello stesso
tempo una forza d’espansione particolare che annientano in
essi ogni
repulsione e stabiliscono tra loro una specie di corrente,
una sorta di fusione
che facilita le nostre comunicazioni. D’altra parte,
questa repulsione della
materia è quella che si oppone allo sviluppo della
medianità nella maggior
parte di quelli che non sono medium.
“Gli uomini sono sempre portati ad esagerare tutto; gli
uni, non parlo qui dei
materialisti, rifiutano un’anima agli animali; gli altri
vogliono dargliene una,
per così dire, simile alla nostra. Perché voler così
confondere il perfettibile
con l’imperfettibile? No, no. Siatene convinti, il fuoco
che anima le bestie, il
soffio che le fa agire, muovere e parlare nel loro
linguaggio, non ha, almeno al
presente, alcuna attitudine a mescolarsi, ad unirsi, a
fondersi con il soffio
divino, con l’anima eterea, con lo spirito, in una parola,
che anima l’essere
essenzialmente perfettibile, l’uomo, questo re della
creazione. Ora non è
appunto questa condizione essenziale di perfettibilità,
quello che forma la
superiorità della specie umana sulle altre specie
terrestri? Ebbene.
Riconoscete dunque che non si può assimilare all’uomo,
solo perfettibile in se
stesso e nelle sue opere, nessun individuo delle altre razze
viventi sulla terra.
“Il cane che, per la sua intelligenza superiore fra gli
animali, fu destinato ad
essere l’amico dell’uomo, è forse perfettibile per se
stesso e di sua iniziativa
personale? Nessuno oserebbe sostenerlo, poiché il cane non
fa progredire il
cane, e colui che è il più abile fra di essi è sempre
ammaestrato dal suo
padrone. Da che mondo è mondo, la lontra ha sempre
fabbricato la sua
capanna sulle acque, seguendo sempre le stesse proporzioni
ed una regola
invariabile; gli usignoli e le rondini hanno sempre
costruito i loro nidi nella
stessa forma e maniera dei loro padri. Il nido di passeri
antidiluviani, come un
nido di passeri dell’epoca moderna, è sempre un nido di
passeri, edificato
nelle stesse condizioni e con il medesimo sistema di fili
d’erba e di briciole
intrecciate, raccolte in primavera all’epoca degli amori.
Le api e le formiche,
queste piccole repubbliche di massaie, non hanno mai
variato nelle loro
abitudini di approvvigionamento, nei loro portamenti, nei
loro costumi, nelle
217
loro produzioni. Infine, il ragno tesse sempre la sua tela
nello stesso modo.
“D’altra parte, però, se voi cercate le capanne di foglie
e le tende delle prime
età della terra, troverete al loro posto i palazzi ed i
castelli della civiltà
moderna; i vestiari di rozze pelli furono sostituiti con i
tessuti d’oro e di seta;
infine, ad ogni passo troverete la prova di questo cammino
incessante
dell’umanità verso il progresso.
“Da questo progresso costante, invincibile, irrecusabile
della specie umana, e
da questo stazionamento indefinito delle altre specie
animate, dovete dedurre
che, se esistono principi comuni a ciò che vive ed a ciò
che si muove sulla
terra, il soffio e la materia, non è men vero che voi
soli, spiriti incarnati, siete
sottomessi a questa inevitabile legge dal progresso, che
vi spinge fatalmente
avanti e sempre avanti. Dio ha messo gli animali ai vostri
fianchi, come
ausiliari, per nutrirvi, vestirvi, assecondarvi. Egli
diede loro una certa dose
d’intelligenza, poiché per aiutarvi dovevano capirvi, ed
ha proporzionato la
loro intelligenza ai servizi che sono chiamati a rendere;
ma nella sua sapienza
non ha voluto che fossero assoggettati alla medesima legge
del progresso;
quali furono creati, tali restarono e tali resteranno sino
alla estinzione delle
loro razze.
“Si è detto: gli spiriti medianizzano e fanno muovere la
materia inerte, sedie,
tavole, pianoforti; fanno muovere, sì, ma non
medianizzano! Ripetiamo
ancora che, senza medium, nessuno di questi fenomeni
potrebbe prodursi.
Che cosa può esservi di straordinario se con l’aiuto di
uno o molti medium noi
facciamo muovere la materia inerte passiva, la quale,
proprio in ragione della
sua passività e della sua inerzia, è atta a subire i
movimenti e gli impulsi che
desideriamo imprimerle? Per questo noi abbiamo bisogno di
medium, è
positivo; ma non è necessario che il medium sia presente o
cosciente, poiché
noi possiamo agire con gli elementi che ci fornisce a sua
insaputa e fuori della
sua presenza, soprattutto nei fatti di tangibilità e di apporti.
Il nostro
involucro fluidico, più imponderabile e più sottile, del
più sottile ed
imponderabile dei vostri gas, unendosi, accoppiandosi,
combinandosi con
l’involucro fluidico ma animalizzato del medium, la
cui proprietà di
espansione e di penetrabilità non può essere afferrata dai
vostri sensi
grossolani, e che è quasi inesplicabile per voi, ci
permette di muovere dei
mobili, ed anche d’infrangerli in locali inabitati.
“Certamente gli spiriti possono rendersi visibili e
tangibili per gli animali, e
spesso certi spaventi improvvisi da cui sono presi, e che
a voi non sembrano
motivati, sono causati dalla vista di uno o di molti di
questi spiriti
malintenzionati verso gli individui presenti, o per coloro
a cui appartengono
questi animali. Molto spesso voi vedete cavalli che non
vogliono né avanzare
218
né retrocedere o che si impuntano davanti ad un ostacolo
immaginario;
ebbene, siate certi che l’ostacolo immaginario è spesso
uno spirito, o un
gruppo di spiriti, che si compiace di impedire loro di
avanzare. Ricordatevi
l’asina di Balaam, che vedendo un angelo davanti a sé e
temendo la sua spada
fiammeggiante, si ostinava a non muoversi; ciò si spiega
perché prima di
manifestarsi visibilmente a Balaam, l’angelo aveva voluto
rendersi visibile al
solo animale; ma, lo ripeto, noi non medianizziamo
direttamente né gli
animali, né la materia inerte; ci occorre sempre il
concorso cosciente o
incosciente di un
medium umano, poiché è necessaria l’unione di fluidi
omogenei, il che non troviamo negli animali e neppure
nella materia bruta.
“M. T. dice di avere magnetizzato il suo cane; a che
risultato è pervenuto? Lo
ha ucciso. Questo infelice animale, infatti, è morto dopo
essere caduto in una
specie di atonia e di languore, conseguenza della sua
magnetizzazione.
Inondandolo di un fluido attinto in una essenza superiore
all’essenza speciale
della sua natura, egli lo ha schiacciato ed ha agito sopra
di lui, quantunque
più lentamente, alla maniera del fulmine. Dunque, non
essendovi
assimilazione possibile tra il nostro perispirito e
l’involucro fluidico degli
animali propriamente detti, noi li schiacceremmo
istantaneamente
medianizzandoli.
“Ciò posto, riconosco pienamente che presso gli animali
esistono attitudini
diverse; che certi sentimenti, certe passioni analoghe alle
passioni ed ai
sentimenti umani si sviluppano in essi; che essi sono
sensibili e riconoscibili,
vendicativi e pieni di odio, a seconda che si agisca con
essi bene o male.
Infatti, Dio, il quale non fa nulla d’incompleto, ha dato
agli animali, compagni
e servitori dell’uomo, qualità di sociabilità che mancano
interamente agli
animali selvaggi abitanti le solitudini. Ma da ciò, al
poter essi servire da
intermediari per la trasmissione del pensiero degli
spiriti, vi è un abisso: la
differenza delle nature.
“Voi sapete che noi attingiamo nel cervello del medium gli
elementi necessari
per dare al nostro pensiero una forma sensibile e da voi
raggiungibile; è con il
mezzo dei materiali che il medium possiede che egli
traduce il nostro pensiero
nel linguaggio volgare; ebbene! Quali elementi troveremmo
noi nel cervello di
un animale? Vi sono forse delle parole, dei numeri, delle
lettere, dei segni
qualunque somiglianti a quelli che esistono nell’uomo,
anche il meno
intelligente? Tuttavia, direte voi, gli animali capiscono
il pensiero dell’uomo;
essi lo indovinano persino; sì, gli animali ammaestrati
capiscono certi
pensieri, ma ne avete mai visti riprodurli? No! Concludete
dunque che gli
animali non possono servirci da interpreti.
“Per riassumermi: i fatti medianici non possono
manifestarsi senza il
219
concorso cosciente od incosciente dei medium, ed è
solamente presso gli
incarnati, spiriti come noi, che possiamo trovare
individui che possano
servirci da medium. In quanto all’ammaestrare i cani, gli
uccelli, od altri
animali, nell’eseguire determinati esercizi, è affare
vostro e non nostro”.
(ERASTO)
220
23 - DELL’OSSESSIONE
Ossessione semplice - Fascinazione - Soggiogazione - Cause
dell’ossessione - Mezzo di combatterla.
237 - Fra gli scogli che
presenta la pratica dello spiritismo, occorre mettere in
prima linea l’ossessione, vale a dire la padronanza
che alcuni spiriti sanno
prendere su certe persone. Essa si verifica soltanto per
parte degli spiriti
inferiori, che cercano di dominare; i buoni spiriti non
fanno provare alcuna
costrizione; essi consigliano, combattono l’influenza dei
cattivi, e se non sono
ascoltati, si ritirano. I cattivi, al contrario, si
attaccano a quelli sui quali
trovano da far presa, e se giungono a prendere padronanza
su qualcuno, si
identificano con il suo spirito e lo conducono come un
vero fanciullo.
L’ossessione presenta caratteri diversi, che è necessario
distinguere, e che
risultano dal grado della costrizione e dalla natura degli
effetti che essa
produce. La parola ossessione è in certo qual modo
un termine generico,
con il quale si indica questo genere di fenomeni, le cui
principali varietà sono:
l’ossessione semplice, la fascinazione e la soggiogazione.
238 - L’ossessione semplice ha luogo quando uno spirito malefico si
impone al medium, si immischia suo malgrado nelle
comunicazioni che egli
riceve, gli impedisce di comunicare con altri spiriti e si
sostituisce a quelli che
vengono evocati.
Non può dirsi ossesso un individuo per il solo motivo che
è ingannato da uno
spirito mentitore; il miglior medium vi è esposto,
soprattutto al principio,
allorché manca ancora della esperienza necessaria, nella
stessa maniera che
fra noi le persone più oneste possono essere ingannate dai
furfanti. Si può
dunque essere ingannato senza essere ossesso; l’ossessione
sta nella tenacità
dello spirito, di cui non possiamo sbarazzarci.
Nell’ossessione semplice, il medium sa benissimo che egli
ha da fare con uno
spirito ingannatore, e questo non si nasconde, non
dissimula affatto le sue
cattive intenzioni ed il suo desiderio di contrariare. Il
medium riconosce senza
sforzo l’inganno, e siccome si tiene sull’avviso,
difficilmente può essere
ingannato. Questo genere d’ossessione è dunque
semplicemente sgradevole,
ed ha soltanto l’inconveniente di opporre un ostacolo alle
comunicazioni che
si vorrebbe con spiriti seri, o con quelli che noi amiamo.
221
Si possono collocare in questa categoria i casi d’ossessione
fisica, vale a
dire quella che consiste nelle manifestazioni rumorose ed
ostinate di certi
spiriti che fanno sentire spontaneamente dei colpi od
altri rumori.
Rimandiamo per questo fenomeno al capitolo delle Manifestazioni
fisiche
spontanee (vedi
n. 82).
239 - La fascinazione ha
conseguenze molto più gravi. E’ un’illusione
prodotta dall’azione diretta dello spirito sul pensiero
del medium, e che
paralizza in qualche maniera il suo giudizio per quanto
riguarda le
comunicazioni. Il medium fascinato non crede di essere
ingannato, perché lo
spirito ha l’arte di ispirargli una cieca fiducia, che gli
impedisce di vedere
l’inganno e di capire l’assurdità di ciò che scrive, anche
allorquando essa
appare agli occhi di tutti. L’illusione può andare sino al
punto di fargli vedere
cose sublimi nel linguaggio più ridicolo. Sarebbe un
errore credere che questo
genere d’ossessione non possa colpire che le persone
semplici, ignoranti e
prive di giudizio; perché gli uomini di maggiore ingegno,
più colti e più
intelligenti sotto altri aspetti, non ne sono esenti, il
che prova che questa
aberrazione è l’effetto d’una causa estranea, di cui
subiscono l’influenza.
Noi abbiamo detto che le conseguenze della fascinazione
sono molto più
gravi. infatti, con il favore di quella illusione, che ne
è la conseguenza, lo
spirito conduce colui che egli padroneggia come si
condurrebbe un cieco, e
può fargli accettare le dottrine più bizzarre, le teorie
più false come se fossero
l’ultima espressione della verità; anzi, egli può
eccitarlo a modi di procedere
ridicoli, compromettenti ed anche pericolosi.
Si capisce facilmente tutta la differenza che esiste fra
l’ossessione semplice e
la fascinazione; si capisce pure che gli spiriti che
producono questi due effetti
debbono differire di carattere. Nella prima, lo spirito
che si attacca a voi è
soltanto un essere importuno per la sua tenacia, e di cui
si è impazienti di
sbarazzarsi. Nella seconda è tutt’altra cosa; per
pervenire a tali fini ci vuole
uno spirito esperto, maligno e profondamente ipocrita,
poiché egli non può
fingere e farsi accettare, se non con l’aiuto della
maschera che sa prendere, e
di un falso sembiante di virtù; le grandi parole di
carità, di umiltà e di amore
di Dio, sono per lui come credenziali; ma attraverso tutto
ciò, egli lascia
intravedere segni di inferiorità, che occorre essere fascinati
per non
scorgere; egli teme perciò soprattutto le persone che
vedono troppo chiaro,
per cui la sua tattica è quasi sempre quella di ispirare
al suo interprete una
avversione per chiunque potrebbe aprirgli gli occhi, ed
evitando così ogni
contraddizione, è sicuro di avere sempre ragione.
222
240 - La soggiogazione è
una costrizione che paralizza la volontà di colui
che la subisce, e lo fa agire suo malgrado. Egli è, in una
parola, sotto un vero
giogo.
La soggiogazione può essere morale o corporale.
Nel primo caso, il soggiogato è sollecitato a prendere
determinazioni spesso
assurde e compromettenti, che per una sorta d’illusione
egli crede sensate; è
una specie di fascinazione. Nel secondo caso, lo spirito
agisce sugli organi
materiali e provoca dei movimenti involontari. La
soggiogazione corporale si
traduce nel medium scrivente in un bisogno incessante di
scrivere, anche nei
momenti più inopportuni. Ne abbiamo visti alcuni che in
mancanza di penna
o di lapis, facevano il movimento di scrivere sui muri.
La soggiogazione corporale qualche volta va ancora oltre;
può spingere agli
atti più ridicoli. Noi abbiamo conosciuto un uomo, che non
era né giovane né
bello, il quale, dominato da una ossessione di questa
natura, si trovò costretto
da una forza con il dito, ovunque si trovassero, anche nelle
strade, sulle porte
irresistibile a mettersi in ginocchio davanti ad una
ragazza, nei riguardi della
quale non aveva intenzione alcuna, e domandarla in
matrimonio. Altre volte,
egli sentiva sulla schiena e sui garetti una pressione
energica, che lo forzava,
malgrado la sua opposta volontà, a mettersi in ginocchio
ed a baciare la terra,
nei luoghi pubblici ed in presenza della folla. Questo
uomo passava per matto
fra le sue conoscenze; ma noi ci siamo convinti che egli
non lo fosse poiché
aveva la piena coscienza di ciò che faceva suo malgrado, e
del ridicolo che ne
risultava, e ne soffriva moltissimo.
241 - Altre volte si
definiva possessione la padronanza esercitata da cattivi
spiriti, allorché la loro influenza andava sino
all’aberrazione delle facoltà. La
possessione sarebbe per noi sinonimo di soggiogazione. Se
non adottiamo
questo vocabolo, è per due motivi: il primo perché implica
la credenza di
esseri creati per il male e perpetuamente dannati al male,
mentre non vi sono
che esseri più o meno imperfetti, i quali possono tutti
migliorarsi. Il secondo
perché implica egualmente l’idea di presa di possesso del
corpo, per mezzo di
uno spirito estraneo, di una specie di coabitazione,
mentre non vi è che
costrizione. La parola soggiogazione spiega
perfettamente il pensiero. Così,
per noi, non vi sono posseduti, nel senso volgare
della parola. ma vi sono
ossessi, soggiogati
e fascinati.
242 - L’ossessione, come
abbiamo detto, è uno dei più grandi scogli della
medianità; ed è anche uno dei più frequenti; per cui non
sono mai troppe le
223
cure che si devono usare per combatterla, poiché, oltre
agli inconvenienti
personali che ne possono risultare, è un ostacolo assoluto
alla bontà ed alla
veracità delle comunicazioni. L’ossessione, a qualunque
grado essa sia,
essendo sempre l’effetto di una costrizione, e questa non
potendo giammai
essere esercitata da un buono spirito, ne risulta che ogni
comunicazione data
da un medium ossesso è di origine sospetta e non merita
confidenza di sorta.
Se talvolta vi si trova del buono, bisogna prenderlo e
rigettare tutto ciò che è
semplicemente dubbioso.
243 - L’ossessione si
riconosce dai seguenti caratteri:
1) Persistenza di uno
spirito a comunicare a tutti i costi, con la scrittura,
l’audizione, la tiptologia, ecc. opponendosi a che altri
spiriti possano
comunicare.
2) Illusione che,
nonostante l’intelligenza del medium, gli impedisce di
riconoscere la falsità ed il ridicolo delle comunicazioni
che riceve.
3) Credenza
all’infallibilità ed all’identità assoluta degli spiriti che
comunicano, e che, sotto nomi rispettabili e venerati,
dicono cose false o
assurde.
4) Completa fiducia
del medium negli elogi che gli fanno gli spiriti i quali
comunicano con lui.
5) Disposizione ad
allontanarsi dalle persone che possono dargli utili consigli.
6) Reazioni offese
alle critiche riguardanti le comunicazioni che sono da lui
ricevute.
7) Bisogno incessante
ed inopportuno di scrivere.
8) Costrizione fisica
dominante la volontà e forzante il medium ad agire o a
parlare suo malgrado.
9) Rumori e movimenti
di oggetti persistenti attorno a lui e di cui egli è la
causa o l’oggetto.
244 - Di fronte al
pericolo dell’ossessione, si domanda se non sia una cosa
deplorevole l’essere medium; non è forse questa facoltà
che la provoca? In
una parola, non è questa una prova dell’inconveniente
delle comunicazioni
spiritiche? La nostra risposta è facile, e noi preghiamo
di meditarla con
attenzione.
Non sono né i medium né gli spiritisti che hanno creato
gli spiriti, ma gli
spiriti che hanno agito in modo che vi fossero gli
spiritisti ed i medium.
224
Gli spiriti non essendo che le anime degli uomini, ne
segue che vi sono spiriti
da quando vi sono uomini, ed in conseguenza hanno da tutti
i tempi esercitato
la loro influenza salutare o perniciosa sull’umanità.
La facoltà medianica non è per essi che un mezzo di
manifestarsi; in
mancanza di questa facoltà, essi si manifestano in mille
altre maniere più o
meno occulte. Sarebbe dunque errore il credere che gli
spiriti esercitano la
loro influenza soltanto con le comunicazioni scritte o
verbali; questa influenza
è di tutti i momenti, e quelli che non si occupano di
spiriti, o che non credono
alla loro esistenza, vi sono esposti come tutti, ed anche
più degli altri, perché
non ne hanno il contrapposto. La medianità è per lo
spirito un mezzo di farsi
conoscere; se egli è cattivo, si tradisce sempre, per
quanto ipocrita egli sia; si
può dunque dire che la medianità permette di vedere il suo
nemico in faccia,
se così possiamo esprimerci, e di combatterlo con le sue
proprie armi; senza
questa facoltà, egli agisce nell’ombra, e con il favore
della sua invisibilità può
fare e fa in realtà molto male. A quante azioni non siamo
noi spinti a nostro
danno, che avremmo evitate se avessimo avuto il mezzo
d’illuminarci? E’ una
grande verità quando si dice di un uomo che è fuorviato
per ostinazione: “E’ il
suo cattivo genio che lo spinge alla sua rovina”.
Così, la conoscenza dello spiritismo, lungi dal dare
padronanza ai cattivi
spiriti, deve avere per risultato, in un tempo più o meno
prossimo, e quando
sarà propagata, di distruggere questo impero, dando
a ciascuno i mezzi
di mettersi in guardia contro le loro suggestioni; e colui
che soccomberà dovrà
prendersela soltanto contro se stesso.
Regola generale: chiunque abbia cattive comunicazioni
spiritiche scritte o
verbali, è sotto una cattiva influenza; questa influenza
si esercita su di lui, che
egli scriva o non scriva, vale a dire sia egli medium o
non lo sia, creda o non
creda. La scrittura porge il mezzo di assicurarsi della
natura degli spiriti che
agiscono sopra di lui, e di combatterli se sono cattivi,
il che si fa ancora con
maggior successo quando si giunge a conoscere il motivo
che li fa agire. Se
egli è reso talmente cieco da non comprenderlo, altri
possono aprirgli gli
occhi.
Riassumendo: il pericolo non è nello spiritismo per se
stesso, poiché può al
contrario servire per giudicare, e preservare dal pericolo
che noi corriamo
senza posa a nostra insaputa; esso sta nell’orgogliosa
pretesa di certi medium
di credersi troppo leggermente gli strumenti esclusivi di
spiriti superiori, e
nella specie di fascinazione che non permette loro di
capire le sciocchezze di
cui sono gli interpreti. Anche quelli che non sono medium
possono lasciarvisi
ingannare. Citiamo un paragone. Un uomo ha un nemico
segreto che non
conosce e che spande contro di lui sottomano la calunnia e
tutto quanto può
225
inventare la più nera cattiveria. Egli vede disperdersi la
sua fortuna,
allontanarsi i suoi amici, intorbidare la sua felicità
intima; non potendo
scoprire la mano che lo colpisce, non può difendersi e
soccombe; ma un
giorno questo segreto nemico gli scrive e si tradisce
malgrado la sua malizia.
Ecco dunque scoperto il suo nemico; egli può sconfiggerlo
e rialzarsi. Tale è la
parte dei cattivi spiriti, che lo spiritismo ci dà la
possibilità di conoscere e di
sventare.
245 - I motivi
dell’ossessione variano secondo il carattere dello spirito;
qualche volta si tratta di una vendetta che egli esercita
su un individuo, di cui
ebbe a lagnarsi durante la sua vita o in un’altra
esistenza; spesso anche è un
cattivo spirito che non ha altra ragione che il desiderio
di fare il male; e poiché
egli soffre, vorrebbe anche far soffrire gli altri, e
trova una specie di
godimento a tormentarli, a vessarli; perciò l’impazienza
che si dimostra lo
stuzzica ancor di più, avendo egli proprio lo scopo di
tormentare; mentre
invece lo si stanca con la pazienza; irritandosi e
mostrando dispetto si fa
precisamente ciò che egli desidera. Questi spiriti
agiscono talvolta in odio e
per gelosia del bene; è per questo che essi gettano le
loro malefiche vedute
sopra le persone più oneste.
Uno di essi si è attaccato ad una buona famiglia di nostra
conoscenza, che
però egli non ebbe la soddisfazione di riuscire ad
ingannare; interrogato sul
motivo per il quale egli si era attaccato a buone persone,
piuttosto che a
uomini di cattiva fede come lui, ci rispose: Questi non
mi fanno invidia.
Altri sono guidati da un sentimento di vigliaccheria, che
li porta ad
approfittare della debolezza morale di certi individui,
che conoscono incapaci
di resistere loro. Uno di questi ultimi, che soggiogava un
giovine d’una
intelligenza limitatissima, interrogato sul motivo di
questa scelta, ci rispose:
Ho un bisogno grandissimo di tormentare qualcuno; una persona
ragionevole mi respingerebbe; mi attacco ad un idiota che
non mi
oppone alcuna virtù.
246 - Vi sono degli
spiriti ossessori senza cattiveria, che anzi hanno del
buono, ma che sono dominati dall’orgoglio del false
sapere; hanno le loro
idee, i loro sistemi sopra le scienze, l’economia sociale,
la morale, la religione,
la filosofia; essi vogliono far prevalere la loro
opinione, e cercano medium
abbastanza creduli per accettare i loro insegnamenti ad
occhi chiusi; li
fascinano, quindi, per impedir loro di discernere il vero
dal falso. Questi sono
i più pericolosi, perché i sofismi non costano loro
niente, e perché possono
accreditare le utopie più ridicole. Conoscendo essi il
prestigio dei grandi
226
nomi, innanzi ai quali tutti si inchinano, non si fanno
alcuno scrupolo di
rivestirsene, e non indietreggiano nemmeno davanti al
sacrilegio di chiamarsi
Gesù, la Vergine Maria od un santo venerato. Cercano di
abbagliare con un
linguaggio pomposo, più pretenzioso che profondo, irto di
termini tecnici ed
ornato di grandi parole di carità e di morale; si
guarderanno dal dare un
cattivo consiglio, perché essi sanno bene che sarebbero
scacciati; e così
avviene che coloro che essi ingannano, li difendono ad
oltranza, dicendo:
“Vedete bene che essi non dicono niente di cattivo”. Ma la
morale non è per
essi che un passaporto, è il più piccolo dei loro fastidi;
ciò che essi vogliono
prima di tutto, è dominare ed imporre le loro idee, per
quanto irragionevoli
esse siano.
247 - Gli spiriti che
tengono ad un sistema, sono generalmente
scribacchiatori; essi cercano perciò i medium che scrivono
con facilità, e
procurano di farsene strumenti docili e soprattutto
entusiasti, fascinandoli.
Essi sono quasi sempre verbosi, molto prolissi, cercando
di compensare la
qualità con la quantità. Si compiacciono di dettare ai
loro interpreti
voluminosi scritti indigesti e spesso poco intelligibili,
che hanno per fortuna
l’antidoto dell’impossibilità materiale di esser letti
dalle masse. Gli spiriti
veramente superiori sono sobri di parole; dicono molte
cose in poche frasi,
per cui una fecondità prodigiosa deve sempre essere
sospetta.
Non si è mai abbastanza circospetti, quando si tratta di
pubblicare simili
scritti; le utopie e le eccentricità di cui spesso
abbondano e che urtano il buon
senso, producono una tristissima impressione sulle persone
novizie, dando
loro una falsa idea dello spiritismo, senza contare che
essi apprestano le armi
ai nemici dello stesso, che se ne servono per coprirlo di
ridicolo. Fra queste
pubblicazioni ve ne sono di quelle che, senza essere
cattive, e senza provenire
da un’ossessione, possono essere considerate imprudenti, intempestive
o
malaccorte.
248 - Succede assai
spesso che un medium non possa comunicare che con un
solo spirito, il quale si attacca a lui e risponde per
quelli che sono chiamati
con la sua intromissione. Ciò non è sempre un’ossessione,
poiché può
provenire da mancanza di flessibilità nel medium, e da
un’affinità speciale per
parte sua verso l’uno o l’altro spirito. Ossessione
propriamente detta esiste
soltanto quando lo spirito si impone ed allontana gli
altri con la sua volontà, il
che non è mai opera di un buono spirito.
Generalmente, lo spirito che si impadronisce del medium in
vista di
dominarlo, non sopporta l’esame critico delle sue comunicazioni;
quando
227
vede che esse non sono accettate e che sono discusse, non
si ritira, ma ispira
al medium il pensiero di isolarsi, e spesso anche glielo
comanda. Qualunque
medium, che si offende per la critica delle comunicazioni
che ottiene, è l’eco
dello spirito che lo domina, e questo spirito non può
essere buono dal
momento che gli ispira un pensiero illogico, cioè quello
di rifiutarsi all’esame.
L’isolamento del medium è sempre una cosa funesta per lui,
perché non ha
più alcun giudizio critico alle sue comunicazioni. Non
soltanto egli deve
illuminarsi domandando il parere degli altri, ma gli è
necessario studiare tutti
i generi di comunicazioni per paragonarle; mentre,
rinchiudendosi in quelle
che ottiene, per quanto buone gli sembrano, si espone a farsi
illusioni sul loro
valore, senza contare che non può tutto conoscere e che
esse vertono sempre,
più o meno, sullo stesso tema (vedi n. 112; Medium
esclusivi).
249 - I mezzi per
combattere l’ossessione variano secondo il carattere che
essa riveste. Il pericolo non esiste realmente per ogni
medium ben convinto di
avere a che fare con uno spirito mentitore, come accade
nell’ossessione
semplice; è soltanto per lui cosa spiacevole. Ma
precisamente perché ciò gli
riesce spiacevole, lo spirito trova una ragione di più per
accanirsi a vessarlo.
Due cose essenziali sono da farsi in questo caso: prima
provare allo spirito che
non si è suo zimbello, e che gli è impossibile menarci per
il naso; in secondo
luogo, stancare la sua pazienza mostrandosi più paziente
di lui; quando sarà
convinto che perde il suo tempo, finirà per ritirarsi,
come fanno gli importuni
che nessuno ascolta.
Ma ciò non sempre basta, e la cosa può durare a lungo,
poiché ve ne sono
alcuni molto tenaci, e per essi i mesi e gli anni sono
poca cosa.
Il medium deve, inoltre, fare una invocazione al suo buon
angelo, come pure
ai buoni spiriti che gli sono simpatici e pregarli di
assisterlo.
Riguardo allo spirito ossessore, per quanto cattivo egli
sia, conviene trattarlo
con severità ma sempre con benevolenza, e vincerlo con le
buone maniere,
pregando per lui. Se egli è realmente perverso, se ne
riderà a tutta prima, ma
moralizzandolo con perseveranza, finirà per emendarsi. E’
una conversione da
intraprendere; un tale compito è spesso penoso, ingrato e
persino ripugnante,
e il suo merito sta appunto nella difficoltà; ma se è ben
fatto, dà sempre la
soddisfazione di aver adempiuto ad un dovere di carità e
di aver ricondotto
sul buon sentiero una anima perduta.
Conviene egualmente interrompere ogni comunicazione
scritta, appena si
riconosce che proviene da un cattivo spirito che non vuole
intendere ragione,
per non dargli il piacere di essere ascoltato. In alcuni
casi, può essere utile
cessare di scrivere per un certo tempo; infine, conviene
regolarsi secondo le
228
circostanze. Ma se il medium scrivente può evitare questi
colloqui,
astenendosi dallo scrivere, lo stesso non è del medium
auditivo, che lo spirito
ossessore perseguita talvolta ad ogni istante con i suoi
propositi grossolani ed
osceni, e che non ha nemmeno il ripiego di turarsi le
orecchie. Del resto,
bisogna riconoscere che alcuni si divertono nel sentire il
linguaggio triviale di
questa sorta di spiriti, che essi incoraggiano e provocano
ridendo delle loro
sciocchezze, invece di imporre loro silenzio e di
moralizzarli. I nostri consigli
non possono applicarsi a quelli che vogliono annegare.
250 - Vi è dunque
soltanto fastidio e non pericolo per qualunque medium che
non si lasci sedurre, poiché non può essere ingannato; ma
la cosa è ben
diversa per la fascinazione, perché allora il
predominio dello spirito sul
povero posseduto è senza limiti. La sola cosa da farsi è
tentare di convincerlo
che egli è ingannato, e di ricondurre la sua ossessione
allo stato di ossessione
semplice; ma ciò non è sempre facile, se pure qualche
volta non è impossibile.
L’ascendente dello spirito può essere tale da rendere il
fascinato sordo a
qualunque specie di ragionamento, e può spingerlo sino a
farlo dubitare,
quando lo spirito commette qualche grossa eresia scientifica,
se non è la
scienza che si inganna. Come abbiamo detto, egli accoglie
malissimo i
consigli, la critica lo urta, lo irrita, e gli fa prendere
in uggia quelli che non
condividono la sua ammirazione. Sospettare il suo spirito
è quasi una
profanazione ai suoi occhi, ed è appunto ciò che lo
spirito vuole, poiché quello
che egli desidera è che ognuno abbia ad inginocchiarsi
davanti alla sua parola.
Uno di essi esercitava su una persona di nostra conoscenza
una straordinaria
fascinazione; noi lo evocammo, e dopo qualche
smargiassata, vedendo che
non poteva illuderci sul conto della sua identità, finì
per confessare che non
era la persona di cui prendeva il nome. Avendogli
domandato perché tanto
ingannava questa persona, rispose queste parole che
dipingono chiaramente il
carattere di simile specie di spiriti: Io cercavo un
uomo che potessi
menare per il naso; l’ho trovato e vi resto. Ma se gli si fa vedere chiaro,
ti caccerà: E’ quello che vedremo! Non essendovi
cieco peggiore di colui
che non vuole vedere, quando si riconosce l’inutilità di
ogni tentativo per
aprire gli occhi del fascinato, non vi è altro a fare che
lasciarlo nelle sue
illusioni. Non si può guarire un malato che si ostina a
volersi tenere il suo
male e vi si compiace.
251 - La soggiogazione
corporale toglie spesso all’ossesso l’energia necessaria
per dominare il cattivo spirito, per cui abbisogna
l’intervento d’una terza
persona, che agisca sia con il magnetismo, sia con la
forza della sua volontà.
229
In mancanza del concorso dell’ossesso, questa persona deve
prendere
l’ascendente sopra lo spirito; ma poiché quest’ascendente
può essere soltanto
morale, non è dato che ad un essere moralmente
superiore allo spirito di
esercitarlo, ed il suo potere sarà tanto più grande in
ragione della sua morale
superiorità, che imponendosi allo spirito, lo sforza ad
inchinarsi a lui dinanzi.
E’ perciò che Gesù aveva una potenza così grande per
scacciare quelli che
allora si chiamavano demoni, vale a dire i cattivi spiriti
ossessori. Ciò che
manca talvolta all’ossesso è una forza fluidica
sufficiente; in questo caso,
l’azione magnetica di un buon magnetizzatore può essergli
di utile aiuto. Del
resto, è sempre buona cosa chiedere, per mezzo di un
medium sicuro, i
consigli di uno spirito superiore o del proprio angelo
custode.
252 - Le imperfezioni
morali dell’ossesso sono spesso un ostacolo alla sua
liberazione. Ecco un esempio notevole, che può servire
all’istruzione di tutti.
Alcune sorelle erano da un certo numero d’anni vittime di
sgradevoli
depredazioni. I loro vestiti erano senza posa dispersi in
tutti gli angoli della
casa, e fino sopra i tetti, tagliati, lacerati, crivellati
di buchi, per quanta cura
esse avessero di metterli sotto chiave. Queste signore,
relegate in una piccola
località di provincia, non avevano mai inteso parlare di
spiritismo. Il loro
primo pensiero fu, naturalmente, di credere d’esser prese
di mira da qualche
buffone di cattivo genere; ma questa persistenza e le
precauzioni che esse
prendevano tolsero loro questa idea. Fu solamente lungo tempo
dopo che, in
seguito ad alcune indicazioni, esse credettero di
indirizzarsi a noi per
conoscere la causa di questi guasti ed i mezzi di porvi
rimedio, se era
possibile. La causa non era dubbia, ma il rimedio era più
difficile. Lo spirito
che si manifestava con simili atti era evidentemente
cattivo. Si mostrò,
nell’evocazione, di una grande perversità, ed
inaccessibile a qualunque buon
sentimento. La preghiera parve tuttavia esercitare
un’influenza salutare; ma
dopo qualche tempo di tranquillità, le depredazioni
ricominciarono. Ecco il
consiglio che diede uno spirito superiore su questo
proposito:
“La miglior cosa da fare per queste signore, è pregare i
loro spiriti protettori di
non abbandonarle; e non ho miglior consiglio da dar loro
che discendere nella
loro coscienza per confessarsi a se stesse ed esaminare se
hanno sempre
praticato l’amore del prossimo e la carità; non dico già
la carità che dà e
distribuisce, ma la carità della lingua, poiché
sfortunatamente esse non sanno
trattenere la loro, e non giustificano con i loro atti di
pietà il desiderio che
hanno di essere liberate da colui che le tormenta. Esse
amano troppo dir male
del loro prossimo, e lo spirito che le tiene sotto
ossessione si prende oggi la
sua rivincita, poiché fu loro bersaglio quando era
vivente. Esse debbono
230
cercare soltanto nella loro memoria, e presto vedranno con
chi hanno a che
fare. Tuttavia, se esse arrivano a migliorarsi, i loro
angeli custodi si
avvicineranno ad esse, e la loro sola presenza basterà per
cacciare il cattivo
spirito che ha preso a tormentare soprattutto una di esse,
perché il suo angelo
custode dovette allontanarsi di fronte ad atti
reprensibili o a pensieri cattivi.
Ciò che conviene loro sono ferventi preghiere per quelli
che soffrono, e
soprattutto la pratica delle virtù imposte da Dio a
ciascuno, secondo la sua
condizione”.
Avendo noi osservato che queste parole ci sembravano un
poco severe e che
forse bisognava addolcirle per trasmetterle, lo spirito
aggiunse:
“Devo dire quello che dico e come lo dico, poiché le
persone in questione
hanno l’abitudine di credere di non fare del male con la
lingua, mentre esse ne
fanno molto. Ecco perché bisogna colpire il loro spirito
in maniera che ciò sia
per esse un serio avvertimento”.
Da tutto ciò risulta un insegnamento di una grande
portata, cioè che le
imperfezioni morali permettono l’intervento degli spiriti
ossessori e che il più
sicuro mezzo di sbarazzarsene si è di attirare i buoni con
la pratica del bene. I
buoni spiriti hanno senza dubbio maggior potenza dei
cattivi, e la loro volontà
basta per allontanarli; ma essi assistono soltanto quelli
che li secondano con i
loro sforzi per migliorarsi; altrimenti si allontanano e
lasciano libero il campo
ai cattivi spiriti, che così diventano, in certi casi,
strumenti di punizione,
poiché i buoni li lasciano agire per questo scopo.
253 - Bisogna, del resto,
guardarsi dall’attribuire all’azione diretta degli
spiriti tutti i dispiaceri che possono accaderci; questi
dispiaceri sono spesso
conseguenza dell’incuria e dell’imprevidenza. Un
coltivatore ci fece scrivere
un giorno che da dodici anni gli accadevano ogni sorta di
disgrazie tra il suo
bestiame; ora erano vacche che morivano o non davano più
latte, ora erano i
suoi cavalli, i suoi montoni ed i suoi porci che erano colpiti.
Egli fece fare
novene sopra novene, le quali non rimediarono al male, non
più che le messe
che egli fece dire, né gli esorcismi che fece praticare.
Allora, secondo il
pregiudizio delle campagne, egli si persuase che si era
gettata la iettatura ai
suoi animali. Credendoci senza dubbio dotati di un potere
di scongiuro più
grande di quello del curato del suo villaggio, ci fece
domandare il nostro
avviso. Ecco la risposta che ottenemmo:
“La mortalità o le malattie delle bestie di quest’uomo
provengono dalle stalle
231
che sono infette, e che egli non fa riparare, perché ciò
costerebbe”.
254 - Termineremo questo
capitolo con le risposte date dagli spiriti ad alcune
domande, e che vengono in appoggio a quello che abbiamo
detto.
1) Perché
certi medium non possono sbarazzarsi dagli spiriti cattivi che si
attaccano a loro, e perché i buoni spiriti che essi
invocano, non sono
abbastanza potenti per allontanare gli altri e comunicarsi
direttamente?
“Non è la potenza che manca al buono spirito, spesso è il
medium che non è
abbastanza forte per secondarlo, la sua natura si presta
meglio a certe
relazioni; il suo fluido si identifica con uno spirito
piuttosto che con un altro,
ed è ciò che dà una padronanza così grande a quelli che
vogliono abusarne”.
2) Ci
sembra, tuttavia, che vi siano persone meritevolissime, di una
irreprensibile moralità, e che tuttavia sono impedite di
comunicare con i
buoni spiriti.
“Questa è una prova; e chi vi dice d’altra parte che il
cuore non sia intaccato
da un po’ di male? Che l’orgoglio non domini un poco sotto
l’apparenza della
bontà? Queste prove, mostrando all’ossesso la sua
debolezza, debbono farlo
volgere verso l’umiltà.
“Vi è forse qualcuno sulla terra che possa dirsi perfetto?
E anche chi ha tutte
le apparenze della virtù può avere ancora molti difetti
nascosti, un vecchio
lievito d’imperfezione.
“Così, per esempio, voi dite di colui che non fa del male,
che è leale nei suoi
rapporti sociali, che è un bravo e degno uomo; ma sapete
se queste buone
qualità non sono oscurate dall’orgoglio; se non vi è in
lui un fondo di egoismo;
se egli non è avaro, geloso, tenace nell’odio, maldicente,
e cento altre cose che
voi non scorgete, poiché le vostre relazioni con lui non
vi hanno messo in
questo caso? Il mezzo più potente per combattere l’influenza
dei cattivi spiriti
è quello di avvicinarci sempre più alla natura dei buoni”.
3) L’ossessione,
che impedisce al medium di ottenere le comunicazioni che
desidera, è essa sempre un segno di indegnità da parte
sua?
“Non ho detto che sia un segno d’indegnità; ma che un
ostacolo può opporsi a
certe comunicazioni; egli deve fare di tutto per togliere
l’ostacolo che sta in
lui; senza di ciò, la sua preghiera e le sue suppliche non
approdano a niente.
Non basta ad un ammalato dire al suo medico: “Mi dia la
salute, io voglio
stare bene”; il medico non può far niente se il malato non
fa ciò che è
necessario”.
4) La
privazione di comunicare con certi spiriti, sarebbe dunque una specie
232
di punizione?
“In certi casi, può essere una vera punizione, come la
possibilità di
comunicare con essi è un premio che dovete sforzarvi di
meritare”. (Vedi
Perdita o sospensione
della medianità, n. 220).
5) Non si
potrebbe anche combattere l’influenza degli spiriti cattivi
moralizzandoli?
“Sì, questo è ciò che non si fa, e che non si dovrebbe mai
tralasciar di fare;
spesso invero è questo un compito che vi è dato, e che voi
dovete compiere
caritatevolmente e religiosamente. Con i saggi consigli,
si possono spingere al
pentimento e così affrettare il loro avanzamento”.
- Come
può un uomo, sotto questo aspetto, avere maggior influenza degli
spiriti stessi?
“Gli spiriti perversi si avvicinano piuttosto agli uomini
che essi cercano di
tormentare, che non agli spiriti buoni, da cui si
allontanano il più che
possono. In questo riavvicinamento con gli umani, quando
ne trovano di
quelli che li moralizzano, a tutta prima non li ascoltano,
e se ne ridono; ma
poi finiscono per lasciarsi commuovere. Gli spiriti
elevati possono parlare loro
soltanto in nome di Dio e ciò li spaventa. L’uomo non ha
certamente maggior
potere degli spiriti superiori, ma il suo linguaggio si
identifica meglio con la
loro natura, e vedendo l’ascendente che può esercitare
sopra gli spiriti
inferiori, capisce meglio la solidarietà che esiste tra
cielo e terra.
“Del resto, l’ascendente che l’uomo può esercitare sopra
gli spiriti è in ragione
della sua superiorità morale. Egli non domina gli spiriti
superiori, e neppure
quelli che, senza essere superiori, sono buoni e benevoli,
ma può dominare gli
spiriti che gli sono inferiori in moralità”. (Vedi n.
279).
6) La
soggiogazione corporale, spinta ad un certo grado, potrebbe avere per
conseguenza la follia?
“Sì, una specie di follia, la cui causa è sconosciuta al
mondo, ma che non ha
relazione con la follia ordinaria. Fra quelli che sono
considerati pazzi, ve ne
sono molti che sono soltanto soggiogati; converrebbe loro
un buon
trattamento morale, mentre si fanno diventare pazzi
davvero con i trattamenti
corporali. Allorché i medici conosceranno bene lo
spiritismo, sapranno fare
questa distinzione e guariranno più ammalati che non con
le docce fredde”.
(Vedi n. 221).
7) Che
cosa si deve pensare di coloro che, vedendo un pericolo qualunque
nello spiritismo, credono, che il mezzo di prevenirlo
sarebbe di interdire le
comunicazioni spiritiche?
233
“Se è possibile interdire a certe persone di comunicare
con gli spiriti, non è
possibile impedire le manifestazioni spontanee fatte a
queste stesse persone,
poiché non si possono sopprimere gli spiriti, né impedire
la loro occulta
influenza. Ciò assomiglia a quei fanciulli che coprono gli
occhi e credono con
ciò di non essere visti. Sarebbe follia il voler
sopprimere una cosa che offre
così grandi vantaggi, solo perché gli imprudenti possono
abusarne. Il mezzo
di prevenire questi inconvenienti è invece di far
conoscere a fondo ogni cosa”.
234
24 - IDENTITA’ DEGLI SPIRITI
Prove possibili d’identità - Distinzione dei buoni e dei
cattivi spiriti - Quesiti
sopra la natura e l’identità degli spiriti.
Prove possibili d’identità
255 - La questione
dell’identità degli spiriti è una di quelle che danno luogo a
maggiori controversie anche fra gli adepti dello
spiritismo. Infatti, gli spiriti
non ci portano un documento di identità, e si sa con quale
facilità alcuni fra
loro prendono nomi in prestito; così, dopo l’ossessione, è
questa una delle più
grandi difficoltà dello spiritismo pratico; del resto, in
molti casi, l’identità
assoluta è una questione secondaria e senza reale
importanza.
L’identità dello spirito dei personaggi antichi è la più
difficile a constatare, e
spesse volte è completamente impossibile, e si è ridotti
ad un giudizio
puramente morale. Si giudicano gli spiriti, come gli
uomini, dal loro
linguaggio. Se uno spirito si presenta sotto il nome di
Fénelon, per esempio, e
dice trivialità o puerilità, è certo che non può essere
lui; ma se dice soltanto
cose degne del carattere di Fénelon e che egli non
rinnegherebbe, vi è, se non
una prova materiale, almeno la probabilità morale che sia
lui. E’ soprattutto
in questo caso che la identità reale è una questione
accessoria. Dal momento
che lo spirito dice soltanto delle cose buone, poco
importa il nome sotto il
quale esse sono espresse.
Si obbietterà, senza dubbio, che uno spirito che prendesse
un nome falso,
anche per dire soltanto del bene, per questo commetterebbe
comunque una
frode, e che allora non potrebbe essere un buono spirito.
Ma qui vi sono
sfumature di gradazioni difficili a capirsi e che noi
tenteremo di svolgere.
256 - A mano a mano che
gli spiriti si purificano e si elevano nella gerarchia
spiritica, i caratteri distintivi della loro personalità
si cancellano, per così dire,
nella uniformità della perfezione, e tuttavia essi non
conservano meno, per
questo, la loro individualità. Ciò ha luogo per gli
spiriti superiori ed i puri
spiriti. In questa posizione il nome che essi avevano
sulla terra, in una delle
mille esistenze corporali effimere, per le quali
sono passati, è una cosa
235
affatto insignificante. Osserviamo ancora che gli spiriti
sono attirati gli uni
verso gli altri per la somiglianza delle loro qualità, e
che essi formano così dei
gruppi o famiglie simpatiche. D’altra parte, se si
considera il numero
immenso di spiriti che, dall’origine dei tempi, deve
essere pervenuto ai primi
gradi, e se vogliamo paragonarlo al numero così piccolo
degli uomini che
hanno lasciato un gran nome sulla terra, si capirà che,
fra gli spiriti superiori
che possono comunicare, la maggior parte di essi non può
avere per noi un
nome noto; ma dal momento che ci occorrono dei nomi per
fissare le nostre
idee, essi possono prendere quello del personaggio
conosciuto, la cui natura si
identifica meglio con la loro. E’ per questo motivo che i
nostri angeli custodi si
fanno il più spesso conoscere sotto il nome di uno dei
santi che noi
veneriamo, e generalmente sotto il nome di quello per il
quale noi abbiamo
maggior simpatia. Da ciò ne segue che se l’angelo custode
di una persona si
qualifica per San Pietro, per esempio, non abbiamo alcuna
prova materiale
che si tratti precisamente dell’apostolo di questo nome;
può essere lui, come
può essere uno spirito completamente sconosciuto,
appartenente alla famiglia
di spiriti di cui San Pietro fa parte; ne segue ancora
che, qualunque sia il
nome sotto il quale invochiamo il nostro angelo custode,
egli verrà alla
chiamata che gli viene fatta, perché è attirato dal
pensiero, ma il nome gli è
indifferente.
Lo stesso si dica ogni volta che uno spirito superiore si
comunica
spontaneamente sotto il nome di un personaggio conosciuto;
veramente, noi
non abbiamo prove che sia precisamente lo spirito di
questo personaggio; ma
se nulla dice che smentisca l’elevazione del carattere di
quest’ultimo, si può
presumere che sia lui, e in tutti i casi si può dire che
se non è lui, deve essere
uno spirito dello stesso grado, oppure anche inviato da
lui. Riassumendo, la
questione del nome è secondaria, potendo il nome essere
considerato come
un semplice indizio del posto che occupa lo spirito nella
scala spiritica.
La posizione è del tutto diversa allorché uno spirito di
un ordine inferiore si
riveste di un nome rispettabile per dar credito alle sue
parole, e questo caso è
talmente frequente, che non sarà mai abbastanza ripetuto
di tenersi in
guardia contro queste sostituzioni; perché è con il favore
di questi falsi nomi,
e soprattutto con l’aiuto della fascinazione, che certi
spiriti sistematici, più
orgogliosi che sapienti, cercano di accreditare le idee
più ridicole.
La questione dell’identità è dunque, come abbiamo detto,
quasi indifferente
quando si tratta di istruzioni generali, poiché i migliori
spiriti possono
sostituirsi gli uni agli altri senza che ciò possa avere
cattive conseguenze. Gli
spiriti superiori formano, per così dire, un tutto
collettivo, le cui individualità
ci sono, salvo poche eccezioni, completamente sconosciute.
Ciò che ci
interessa non è la loro persona, ma il loro insegnamento;
ora, dal momento
236
che questo insegnamento è buono, poco importa che colui il
quale lo
impartisce, si chiami Pietro o Paolo; si giudica dalla sua
qualità e non dal
nome. Se un vino è cattivo, non è certo ciò che è scritto
sull’etichetta che lo
renderà migliore. Ben altrimenti avviene nelle
comunicazioni intime, perché è
l’individuo, la sua stessa persona che ci interessa, ed è
con ragione, che in
questa circostanza noi teniamo ad assicurarci se lo
spirito che viene alle
nostre chiamate è in realtà quello che si desidera.
257 - L’identità è molto
più facile a constatare quando si tratta di spiriti
contemporanei, di cui si conoscono il carattere e le
abitudini, poiché sono
precisamente queste abitudini, di cui non hanno ancora
avuto il tempo di
spogliarsi, che ce li fanno riconoscere; e questo è uno
dei segni più sicuri di
identità. Lo spirito può, senza dubbio, dar delle prove,
dietro domanda che gli
vien fatta, ma lo fa solamente se ciò gli aggrada, e
generalmente questa
domanda lo ferisce; bisogna dunque evitarla. Lasciando il
suo corpo, lo spirito
non ha spogliata la sua suscettibilità; si irrita di ogni
domanda avente per
scopo di metterlo, alla prova. Vi sono delle domande che
non si
oserebbe fargli qualora si presentasse vivente, per timore di mancare
alle convenienze; perché, dunque, si dovrebbero avere per
lui minori riguardi
dopo la sua morte? Forse che, a un uomo che si presenti in
una sala
declinando il suo nome, gli si potrà chiedere di provare
che egli è in realtà il
tale, invitandolo ad esibire i suoi titoli, sotto il
pretesto che vi sono degli
impostori? Quest’uomo certamente avrebbe il diritto di
richiamare
l’interrogante alle regole del saper vivere. Ciò fanno
infatti gli spiriti, o non
rispondendo, oppure ritirandosi. Citiamo un esempio.
Supponiamo che
l’astronomo Arago, allorché era fra i viventi, si fosse
presentato in una casa
ove la sua persona non fosse stata conosciuta e che lo si
fosse apostrofato così:
“Voi dite di essere Arago, ma noi non vi conosciamo,
vogliate dunque provarlo
rispondendo alle nostre domande; risolvete il tale
problema d’astronomia;
diteci il vostro nome e prenome, quello dei vostri figli,
e ciò che facevate nel
tal giorno, alla tale ora, ecc.”. Che cosa avrebbe egli
risposto? Ebbene, come
spirito egli farà quello che avrebbe fatto da vivo, e gli
altri spiriti seguono la
stessa strada.
258 - Pur rifiutandosi
gli spiriti di rispondere alle domande puerili e ridicole
che noi ci faremmo scrupolo di indirizzare ad una persona
vivente, danno poi
spesso essi stessi, e spontaneamente, prove sicure della
loro identità, per
mezzo del loro carattere che si rivela nel loro
linguaggio, usando parole che
erano loro familiari, citando certi fatti e particolarità
della loro vita qualche
237
volta sconosciute agli astanti, e la cui esattezza può
essere verificata.
Le prove d’identità risultano inoltre da una quantità di
circostanze impreviste,
che non si presentano sempre a prima vista, ma che
risultano nel seguito dei
colloqui. Conviene dunque aspettarle senza provocarle,
osservando con cura
tutte quelle che possono derivare dalla natura delle
comunicazioni (si veda il
fatto riferito al n. 70).
259 - Un mezzo che si
impiega qualche volta con successo per assicurarsi
dell’identità, allorché lo spirito che comunica è
sospetto, consiste nel fargli
affermare in nome di Dio Onnipotente, che egli è
veramente colui che
dice di essere. Succede spesso che colui il quale prende
un nome usurpato
indietreggi davanti ad un sacrilegio, e che dopo avere
incominciato a scrivere:
Affermo in nome di... si
arresti tracciando con collera delle righe
insignificanti, o rompa il lapis. Ma se egli è più
ipocrita, elude la questione
con una restrizione mentale, scrivendo per esempio: Vi
assicuro che dico
la verità;
oppure anche: Vi attesto in nome di Dio che sono proprio io
che vi parlo, ecc.
Ma ve ne sono di quelli che non sono così scrupolosi, e che
giurano tutto quello che si vuole. Uno di essi,
comunicando con un medium,
aveva detto di essere Dio; e il medium, onoratissimo di un
così alto favore,
non aveva esitato a crederlo. Evocato da noi, non osò
sostenere la sua
menzogna, e disse: “Io non sono Dio, ma sono suo
figlio”. “Sei dunque
Gesù? Ciò non è probabile poiché Gesù è troppo in alto per
ricorrere ad un
sotterfugio! Osi dunque affermare in nome di Dio che sei
il Cristo?”. “Non.
dico che io sia Gesù; dico che sono il figlio di Dio,
poiché sono una delle sue
creature”.
Si deve concludere da ciò, che il rifiuto da parte di uno
spirito di affermare la
sua identità in nome di Dio, è sempre una prova manifesta
che il nome da lui
dichiarato era un’impostura; ma che d’altra parte
l’affermazione non è che
una congettura e non una prova certa.
260 - Si possono anche
considerare fra le prove di identità, le somiglianze
della scrittura e della firma, ma, a parte il fatto che
non è dato a tutti i
medium di ottenere questo risultato, non è sempre una
sufficiente garanzia; vi
sono falsificatori anche nel mondo degli spiriti. Esso
dunque non sarebbe che
una presunzione d’identità che acquista valore solamente
per le circostanze
che l’accompagnano.
Lo stesso è di tutti i segni materiali che alcuni danno
come talismani
inimitabili dagli spiriti bugiardi. Per quelli che osano
spergiurare in nome di
238
Dio, o contraffare una firma, un segno materiale qualunque
non può essere
un ostacolo maggiore. La migliore di tutte le prove di
identità sta nel
linguaggio e nelle circostanze fortuite.
261 - Si dirà senza
dubbio che se uno spirito può imitare una firma, può
anche imitare il linguaggio. Ciò è vero; e ne abbiamo
visti di quelli che
sfrontatamente assumevano il nome di Cristo, e che per
illudere simulavano
lo stile evangelico e prodigavano le parole ben
conosciute: In verità, in
verità, vi dico; ma
quando si studiava l’assieme senza prevenzione;
quando si scrutava il fondo dei loro pensieri e la portata
delle loro espressioni;
quando accanto alle belle massime di carità, si vedevano
raccomandazioni
puerili e ridicole, si sarebbe dovuti essere fascinati per
lasciarsi ingannare!
Certe parti della forma materiale del linguaggio possono
essere imitate,
questo è vero, ma non il pensiero; mai l’ignoranza potrà
imitare il vero sapere,
e giammai il vizio potrà imitare la vera virtù; da qualche
parte spunterà
sempre una estremità d’orecchio; è specialmente allora che
tanto il medium
quanto l’evocatore hanno bisogno di tutta la loro
perspicacia e di tutto il loro
giudizio, per distinguere la verità dalla menzogna. Essi
debbono persuadersi
che gli spiriti perversi sono capaci di ogni malizia, e
che quanto più è elevato il
nome sotto il quale si annunzia lo spirito, tanto più egli
deve ispirare
diffidenza. Quanti medium hanno avuto comunicazioni
apocrife firmate
Gesù, Maria, o
con il nome d’un santo venerato!
Distinzione dei buoni e dei cattivi spiriti
262 - Se l’identità
assoluta degli spiriti è in molti casi una questione
accessoria e senza importanza, lo stesso non è per la
distinzione dei buoni e
dei cattivi spiriti; la loro individualità può esserci
indifferente, ma la loro
qualità non lo è mai. In tutte le comunicazioni
istruttive, è sopra questo punto
che deve concentrarsi ogni attenzione, poiché esso solo
può darci la misura
della confidenza che possiamo accordare allo spirito che
si manifesta,
qualunque sia il nome sotto il quale egli si palesi. Lo
spirito che si manifesta è
buono o cattivo? A qual grado della scala spiritica
appartiene? Ecco la
questione principale (si veda Scala Spiritica,
Il Libro degli Spiriti, n. 100).
263 - Noi abbiamo detto
che si giudicano gli spiriti come si giudicano gli
uomini, cioè dal loro linguaggio. Supponiamo che un uomo
riceva venti lettere
239
da persone che gli sono sconosciute; dallo stile, dai
pensieri, da una quantità
di segni, egli giudicherà quelle che sono colte od ignoranti,
educate o
grossolane, superficiali, profonde, frivole, orgogliose,
serie, leggiere,
sentimentali, ecc. Lo stesso vale per gli spiriti; essi si
debbono considerare
come corrispondenti che non si sono mai visti, e quindi
occorre domandare a
se stessi, che cosa si penserebbe del sapere e del
carattere di un uomo che
dicesse o scrivesse simili cose.
Si può stabilire come regola invariabile e senza
eccezione, che il linguaggio
degli spiriti è sempre in ragione del grado della loro
elevazione.
Non solamente gli spiriti realmente superiori dicono
sempre cose buone, ma
le dicono in termini che escludono nella maniera più
assoluta ogni trivialità.
Per quanto buone siano queste cose, se esse sono oscurate
da una sola
espressione che senta la bassezza, è un segno indubitabile
di inferiorità, e lo è
ancora di più quando l’assieme della comunicazione ferisce
le convenienze
con la sua grossolanità. Il linguaggio rivela sempre la
sua origine, sia per il
pensiero che traduce, sia per la forma; anche quando uno
spirito volesse
ingannarci sulla sua pretesa superiorità, basta conversare
qualche tempo con
lui per apprezzarlo.
264 - La bontà e la
benevolenza sono pure attributi essenziali degli spiriti
purificati; essi non sentono odio né per gli uomini, né
per gli altri spiriti;
compiangono le debolezze, criticano gli errori, ma sempre
con moderazione,
senza fiele e senza animosità. Se si ammette che gli
spiriti veramente buoni
possono soltanto volere il bene e dire solo cose buone, si
concluderà che tutto
quanto nel linguaggio degli spiriti lascia trapelare
mancanza di bontà e di
benevolenza non può emanare da un buono spirito.
265 - L’intelligenza è
lungi dall’essere un segno certo di superiorità, poiché
intelligenza e morale non camminano sempre di pari passo.
Uno spirito può
essere buono, benevolo ed aver limitate cognizioni, mentre
uno spirito
intelligente e colto può essere molto inferiore in
moralità.
Si crede in generale che interrogando lo spirito d’un uomo
che fu dotto in una
data specialità sulla terra si otterrà più sicuramente la
verità; questo è logico,
e tuttavia non è sempre vero. L’esperienza dimostra che
gli scienziati, al pari
degli altri uomini, e soprattutto quelli che hanno
lasciato la terra da poco
tempo, sono ancora sotto il dominio dei pregiudizi della
vita corporea, e non
smettono immediatamente lo spirito che in vita li ha
animati. Può dunque
avvenire che sotto l’influenza delle idee che hanno
accarezzato in vita e con
240
cui si sono fatti un titolo di gloria, essi vedano meno
chiaro di quello che noi
pensiamo. Noi non diamo questo principio come una regola,
tutt’altro;
diciamo solamente che ciò succede, e che per conseguenza
la loro scienza
umana non è sempre una prova della loro infallibilità come
spiriti.
266 - Sottomettendo tutte
le comunicazioni ad un esame scrupoloso,
scrutando ed analizzando il pensiero e le espressioni,
come si fa quando si
tratta di giudicare un’opera letteraria, rigettando senza
esitare tutto ciò che
pecca nella logica e nel buon senso, tutto quello che
smentisce il carattere
dello spirito che si crede manifestarsi, si scoraggiano
gli spiriti ingannatori,
che finiscono sempre per ritirarsi quando sono proprio
convinti che non
possono illuderci. Lo ripetiamo: questo mezzo è il solo,
ma è infallibile, poiché
non vi è cattiva comunicazione che possa resistere a
simile critica rigorosa. I
buoni spiriti non se ne offendono mai, poiché essi stessi
lo consigliano, e
perché nulla hanno da temere nell’esame; solo i cattivi se
ne formalizzano e ce
ne dissuadono, perché hanno tutto da perdere, ed appunto
per questo ci
provano quello che sono.
Ecco a questo proposito il consiglio datoci da San Luigi:
“Qualunque sia la legittima fiducia che vi ispirano gli
spiriti che presiedono ai
vostri lavori, vi è una raccomandazione che noi non vi ripeteremo
mai
abbastanza - e che voi dovreste sempre aver presente al
pensiero, quando vi
mettete allo studio -: essa è di pesare e di maturare, e
sottomettere al
controllo del ragionamento più severo, tutte le
comunicazioni che ricevete; di
non trascurare - appena un punto vi sembra sospetto,
dubbioso od oscuro - di
domandare le spiegazioni necessarie per fissarvi ed
assicurarvi su di esso”.
267 - Si possono
riassumere i mezzi di riconoscere la qualità degli spiriti nei
seguenti principi:
1) Non vi è altro criterio
per discernere il valore degli spiriti che il buon senso.
Ogni formula data a questo riguardo dagli spiriti stessi è
assurda, e non può
emanare da spiriti superiori.
2) Si giudicano gli
spiriti dal loro linguaggio e dalle loro azioni. Le azioni degli
spiriti sono i sentimenti che ispirano ed i consigli che
danno.
3) Essendo ammesso che
i buoni spiriti non possono dire e fare che il bene,
tutto quello che è male non può venire da un buono
spirito.
4) Gli spiriti
superiori hanno un linguaggio sempre dignitoso, nobile ed
elevato, senza mescolanza di alcuna trivialità; essi
dicono tutto con semplicità
241
e modestia; non si vantano mai, e non fanno mostra del
loro sapere, né della
loro posizione fra gli altri. Il linguaggio, per contro,
degli spiriti inferiori o
volgari ha sempre qualche riflesso delle passioni umane;
ogni espressione che
dimostri la bassezza, la boria, l’arroganza, la
ciarlataneria, l’acrimonia, è un
indizio caratteristico di inferiorità, o di frode, se lo
spirito si presenta sotto un
nome rispettabile e venerato.
5) Non si debbono
giudicare gli spiriti dalla forma materiale e dalla
correttezza del loro stile, ma scandagliarne il senso
intimo, scrutare le loro
parole, pesarle freddamente, serenamente, senza
prevenzione. Ogni scarto di
logica, di ragione e di saviezza non può lasciar dubbio
sulla loro origine,
qualunque sia il nome di cui si maschera lo spirito (vedi
n. 224).
6) Il linguaggio degli
spiriti elevati è sempre identico, se non nella forma,
almeno nella sostanza. I pensieri sono gli stessi in ogni
tempo ed in ogni
luogo; essi possono essere più o meno sviluppati, secondo
le circostanze, i
bisogni e le facilità di comunicare, ma non saranno
contraddittori. Se due
comunicazioni portanti il medesimo nome sono in
opposizione l’una con
l’altra, l’una delle due è evidentemente apocrifa, e la
vera sarà quella in cui
nulla smentisce il carattere conosciuto del personaggio.
Fra due
comunicazioni firmate, per esempio, da San Vincenzo de’
Paoli, di cui l’una
predicasse l’unione e la carità, e l’altra tendesse a
seminare la discordia, non
vi potrebbe essere persona di buon senso che potesse
sbagliarsi.
7) I buoni spiriti
dicono soltanto ciò che sanno; essi tacciono o confessano la
loro ignoranza su ciò che non sanno. I cattivi parlano di
tutto con sicurezza,
senza darsi pensiero della verità. Qualunque eresia
scientifica notoria, ogni
principio che urti il buon senso, mostrano subito la
frode, se lo spirito vuol
farsi credere uno spirito illuminato.
8) Si riconoscono
ancora gli spiriti leggieri dalla facilità con la quale
predicono l’avvenire e precisano fatti materiali che non
ci è dato di conoscere.
I buoni spiriti possono far presentire le cose future
allorché questa
conoscenza può essere utile, ma non precisano mai le date.
Ogni annunzio
d’avvenimento ad epoca fissa è l’indizio di una
mistificazione.
9) Gli spiriti
superiori si esprimono semplicemente, senza prolissità; il loro
stile è conciso, senza escludere però la poesia delle idee
e delle espressioni; è
chiaro, intelligibile per tutti, e non domanda sforzi per
essere capito. Essi
hanno l’arte di dire molte cose in poche parole, poiché
ogni parola ha il suo
valore. Gli spiriti inferiori, o falsi sapienti,
nascondono sotto l’ampollosità e
l’enfasi il vuoto dei pensieri. Il loro linguaggio è
spesso affettato, ridicolo od
oscuro, a forza di voler sembrare profondo.
10) I buoni spiriti non
comandano mai; essi non si impongono, consigliano, e
242
se non sono ascoltati si ritirano. I cattivi sono
imperiosi, danno ordini,
vogliono essere obbediti, e rimangono ostinatamente anche
quando non li si
vuole più. Qualunque spirito che si impone, tradisce la
sua bassezza. Sono
esclusivi ed assoluti nelle loro opinioni, e pretendono di
essere i soli ad avere
il privilegio della verità. Essi esigono una fiducia cieca
e non fanno appello
alla ragione, poiché sanno che la ragione li
smaschererebbe.
11) I buoni spiriti non
adulano mai; approvano quando si agisce bene, ma
sempre con prudenza; i cattivi prodigano elogi esagerati,
stimolano l’orgoglio
e la vanità mentre affettano di predicare l’umiltà, e
cercano di esaltare
l’importanza personale di
quelli che vogliono cattivarsi.
12) Gli spiriti
superiori sono al disopra delle puerilità della forma in ogni
cosa. Soltanto gli
spiriti volgari possono attribuire importanza alle meschine
particolarità, incompatibili con le idee veramente
elevate. Ogni prescrizione
meticolosa è un
segno di inferiorità e di inganno da parte di uno spirito che
assume un nome imponente.
13) Conviene diffidare
dei nomi bizzarri e ridicoli che si danno certi spiriti, i
quali vogliono imporsi alla credulità; sarebbe
sovranamente assurdo prendere
questi nomi sul serio.
14) Conviene egualmente
diffidare degli spiriti che si presentano troppo
facilmente sotto nomi estremamente venerati, e non accettare
le loro parole
se non con la più grande riserva. Qui, soprattutto, è
indispensabile un severo
giudizio, poiché spesso è una maschera che essi assumono
per far credere a
pretese relazioni intime con spiriti elevatissimi. Con
questo mezzo, essi
solleticano la vanità del medium e ne approfittano per
indurlo spesso a passi
incresciosi o ridicoli.
15) I buoni spiriti
sono scrupolosissimi circa le azioni che possono
consigliare; queste, in tutti i casi, hanno sempre uno
scopo serio ed
eminentemente utile.
Conviene dunque ritenere come sospetti tutti quei
passi che non avessero questo carattere o che fossero
condannati dalla
ragione, e riflettere maturamente prima di intraprenderli
poiché si correrebbe
il rischio di essere esposti a spiacevoli mistificazioni.
16) Si riconoscono pure
i buoni spiriti dalla loro prudente riserva su tutte le
cose che possono compromettere; ad essi ripugna svelare il
male; gli spiriti
leggieri e malevoli si compiacciono invece a farlo
risaltare. Mentre i buoni
cercano di addolcire i torti e predicano l’indulgenza, i
cattivi li esagerano e
seminano zizzania con perfide insinuazioni.
17) I buoni spiriti
prescrivono soltanto il bene. Qualunque massima,
qualunque consiglio che non sia strettamente conforme
alla pura carità
243
evangelica non può
essere l’opera di buoni spiriti.
18) I buoni spiriti
consigliano soltanto cose perfettamente razionali, e
qualunque raccomandazione che si scostasse dalla linea
retta del buon
senso o dalle leggi immutabili della natura, accusa uno spirito limitato,
e perciò poco degno di confidenza.
19) Gli spiriti cattivi
o semplicemente imperfetti si tradiscono ancora con
segni materiali sui quali non si potrebbe aver dubbio. La
loro azione sul
medium è a volte violenta, e provoca in lui movimenti
istantanei ed a scosse,
un’agitazione febbrile e convulsa, che è l’antitesi della
calma e della dolcezza
dei buoni spiriti.
20) Gli spiriti
imperfetti approfittano spesso dei mezzi di comunicazione di
cui dispongono per dare perfidi consigli; essi eccitano la
diffidenza e
l’animosità contro coloro che sono loro antipatici. Sono
soprattutto l’oggetto
della loro avversione quelli che possono smascherare le
loro imposture.
Gli uomini deboli sono il loro punto di mira per indurli
al male. Impiegando
di volta in volta i sofismi, i sarcasmi, le ingiurie e
persino i segni materiali
della loro potenza occulta per meglio convincere, essi
cercano di stornarli dal
sentiero della verità.
21) Gli spiriti degli
uomini che hanno avuto sopra la terra una unica
preoccupazione materiale o morale, se non sono sciolti
dall’influenza della
materia, sono ancora sotto il dominio delle idee
terrestri, e portano con sé una
parte dei pregiudizi, delle predilezioni e persino delle
manie che avevano
quaggiù. Ciò si può facilmente riconoscere dal loro
linguaggio.
22) Le cognizioni di
cui certi spiriti spesso fanno mostra con ostentazione
non sono un segno della loro superiorità. L’inalterabile
purezza dei sentimenti
morali è sotto questo rapporto la vera pietra di paragone.
23) Non basta interrogare
uno spirito per conoscere la verità. Bisogna prima
di tutto sapere a chi ci rivolgiamo; poiché gli spiriti
inferiori, ignoranti essi
stessi, trattano con frivolezza le questioni più serie.
Non basta che uno spirito sia stato un grande uomo sulla
terra per avere nel
mondo spiritico la scienza sovrana. La sola virtù può,
purificandolo,
avvicinarlo a Dio e aumentare le sue cognizioni.
24) Per parte degli
spiriti superiori la facezia, quando appare, è fine e
penetrante, ma non è mai triviale. Negli spiriti
motteggiatori, che non sono
grossolani, la satira mordente è spesso piena di
opportunità.
25) Studiando con cura
il carattere degli spiriti che si presentano, soprattutto
dal punto di vista morale, si riconoscerà la loro natura e
il grado di confidenza
244
che si può loro accordare. Il buon senso non potrebbe
ingannare.
26) Per giudicare gli
spiriti, come per giudicare gli uomini, conviene prima di
tutto sapersi giudicare noi stessi. Vi sono, purtroppo,
molte persone che
prendono la loro opinione personale per misura esclusiva
del buono e del
cattivo, del vero e del falso; tutto quanto contraddice la
loro maniera di
vedere, le loro idee, il sistema che hanno concepito o
adottato, è cattivo ai loro
occhi. Gente simile manca evidentemente di una qualità essenziale:
la
rettitudine del giudizio; ma essi non se ne danno per
intesi, ed è questo il
difetto sul quale è facilissimo illudersi.
Tutte queste osservazioni derivano dall’esperienza e
dall’insegnamento degli
spiriti; noi le completeremo con le risposte stesse da
essi date sui punti più
importanti.
Domande sulla natura e l’Identità degli spiriti
268 - 1) Da
quali segni possiamo noi riconoscere la superiorità o
l’inferiorità degli spiriti?
“Dal loro linguaggio; nella stessa maniera che distinguete
uno stordito da un
uomo assennato. Abbiamo già detto che gli spiriti
superiori non si
contraddicono mai e non dicono che cose buone; essi
vogliono soltanto il
bene; questa è la loro preoccupazione.
“Gli spiriti inferiori sono ancora sotto il peso delle
idee materiali; i loro
discorsi si risentono delle loro ignoranza e della loro
imperfezione. Soltanto
agli spiriti superiori è dato di conoscere ogni cosa e di
giudicarla senza
passione”.
2) La
scienza in uno spirito è sempre un segno certo di elevazione?
“No, poiché se egli è ancora sotto l’influenza della
materia, può avere i vostri
vizi ed i vostri pregiudizi. Certe persone in questo mondo
sono
eccessivamente gelose ed orgogliose; credete che esse
smettano questi difetti
appena lasciano il mondo? No; dopo la separazione dal
corpo, e soprattutto
quelle che ebbero passioni spiccate, si trovano in una
sorta di atmosfera che le
avvolge e lascia in loro tutte queste cattive cose.
“Questi spiriti semi-imperfetti sono assai più da temersi
che i cattivi spiriti,
poiché la maggior parte riunisce l’astuzia e l’orgoglio
all’intelligenza. Con il
loro preteso sapere, essi si impongono ai semplici ed agli
ignoranti che
245
accettano senza sindacare le loro teorie assurde e
menzognere. Quantunque
queste teorie non possano prevalere contro la verità, esse
fanno tuttavia un
male temporaneo, dal momento che fanno ostacolo al cammino
dello
spiritismo, ed i medium si illudono volentieri sul merito
di ciò che è loro
comunicato. E’ questo che richiede un grandissimo studio
per parte degli
spiritisti illuminati e dei medium; infatti, occorre porre
ogni attenzione a
distinguere il vero dal falso”.
3) Molti
spiriti protettori si designano sotto il nome di santi o di personaggi
conosciuti; che cosa dobbiamo credere a questo riguardo?
“Tutti i nomi dei santi e dei personaggi conosciuti non
basterebbero a fornire
un protettore ad ogni uomo; fra gli spiriti ve ne sono
pochi che hanno un
nome conosciuto sulla terra; ecco perché molto spesso non
si presentano; ma
quasi sempre voi volete un nome, ed allora, per
soddisfarvi, essi prendono
quello di un uomo che voi conoscete e che rispettate”.
4) Questo
nome preso in prestito non potrebbe essere considerato come una
frode?
“Sarebbe una frode da parte di un cattivo spirito che
volesse abusarne, ma
quando si opera a fin di bene, Dio permette che ciò accada
fra gli spiriti dello
stesso ordine, perché vi è tra di loro solidarietà e
similitudine di pensieri”.
5) Così,
quando uno spirito protettore dice di essere San Paolo, per esempio,
non è cosa certa che sia presente lo spirito stesso o
l’anima dell’apostolo di
questo nome?
“Non è affatto certo, poiché voi trovate migliaia di
persone alle quali fu detto
che il loro angelo custode è San Paolo o un altro; ma che
cosa importa a voi, se
lo spirito che vi protegge è tanto elevato quanto San
Paolo? Ve l’ho già detto:
voi avete bisogno di un nome, ed essi ne prendono uno per
farsi chiamare e
farsi riconoscere, come voi prendete dei nomi di battesimo
per farvi
distinguere dagli altri membri della vostra famiglia. Essi
possono anche
prendere quello dell’arcangelo Raffaele, di San Michele,
ecc., senza che ciò
possa avere conseguenze. Del resto, quanto più uno spirito
è elevato, tanto più
il suo irradiamento è multiplo; dunque, uno spirito
protettore di un ordine
superiore può avere sotto la sua tutela centinaia di
incarnati. Voi ne avete un
esempio sulla vostra terra, dove alcuni notai si
incaricano degli affari di cento
e duecento famiglie; perché vorreste che noi fossimo,
spiritualmente
parlando, meno atti alla direzione morale degli uomini, di
quello che essi
siano alla direzione materiale dei loro interessi?”
6) Perché
gli spiriti comunicanti prendono così spesso il nome dei santi?
“Essi si identificano con le abitudini di coloro ai quali
parlano, e prendono
246
nomi che sono adatti a fare sull’uomo la più grande
impressione in ragione
delle sue credenze”.
7) Alcuni
spiriti superiori che si evocano, vengono sempre in persona,
oppure, come qualcuno crede, incaricano un altro di
trasmettere il loro
pensiero?
“Perché non verrebbero essi in persona se lo possono? Ma
se lo spirito non
può venire, invierà per forza un altro che lo
rappresenti”.
8) Il
sostituto è sempre sufficientemente illuminato per rispondere come lo
farebbe lo spirito che lo invia?
“Gli spiriti superiori sanno a chi confidano la cura di
sostituirli. D’altra parte,
più gli spiriti sono elevati e più si confondono in un
pensiero comune, in
maniera tale che, per essi, la personalità è una cosa
indifferente, e lo stesso
deve essere per voi. Credete dunque che non vi siano nel
mondo spiriti
superiori all’infuori di quelli da voi conosciuti sulla
terra capaci d’istruirvi?
Voi siete talmente portati a considerarvi come i prototipi
dell’universo, che
credete sempre che non vi sia più niente fuori del vostro
mondo. Voi
rassomigliate perfettamente a quei selvaggi che non sono
mai usciti dalla loro
isola e credono che il mondo si limiti ad essa”.
9) Noi
intendiamo che debba essere così quando si tratta di un
insegnamento serio; ma come mai gli spiriti elevati
permettono a spiriti
inferiori di rivestirsi di nomi rispettabili per indurre
in errore con massime
spesso perverse?
“Essi non lo fanno con il permesso dei superiori; e,
d’altra parte, ciò non
accade pure tra voi? Quelli che così ingannano ne saranno
puniti, credetelo
bene, e la loro punizione sarà proporzionata alla gravità
dell’impostura.
“D’altronde, se voi non foste imperfetti, non avreste
intorno a voi che buoni
spiriti, e se voi siete ingannati, dovete prendervela
contro voi stessi. Dio
permette che così sia, per provare la vostra perseveranza
ed il vostro giudizio,
ed insegnarvi a distinguere la verità dall’errore; se non
lo fate, è perché non
siete abbastanza elevati ed avete ancora bisogno delle
lezioni dell’esperienza”.
10) Non
accade talvolta che vengano delegati spiriti poco avanzati, ma
animati da buone intenzioni e dal desiderio di progredire
per surrogare uno
spirito superiore, onde fornire loro l’occasione di
esercitarsi
all’insegnamento?
“Mai nei grandi centri; intendo dire nei centri seri, e
per un insegnamento
generale. Quelli che vi si prestano lo fanno sempre di
loro spontanea volontà,
e, come voi dite, per esercitarsi; è perciò che le loro
comunicazioni,
quantunque buone, portano sempre le tracce della loro
inferiorità. Quando
247
sono delegati, lo sono solamente per le comunicazioni poco
importanti e per
quelle che si possono chiamare personali”.
11) Le
comunicazioni spiritiche ridicole sono talvolta intercalate da ottime
massime; come si può conciliare questa anomalia, che
sembrerebbe indicare
la presenza simultanea di spiriti buoni e di spiriti
cattivi?
“Gli spiriti cattivi o leggieri si divertono anche a dare
sentenze senza troppo
vederne la portata od il significato. Tutti quelli che
sentenziano fra di voi,
sono uomini superiori? No: gli spiriti buoni e quelli
cattivi non fanno lega
assieme. Soltanto dalla costante uniformità delle
comunicazioni positive, voi
riconoscerete la presenza degli spiriti buoni”.
12) Gli
spiriti che inducono in errore lo fanno sempre scientemente?
“No; vi sono spiriti buoni ma ignoranti, e che possono
ingannarsi in buona
fede; quando hanno la coscienza della loro insufficienza,
ne convengono e non
dicono che quello che sanno”.
13) Allorché
uno spirito dà una falsa comunicazione, lo fa sempre con
intenzioni malevole?
“No; quando lo spirito è leggiero, egli si diverte a
prendere in giro senza altro
scopo”.
14) Giacché
certi spiriti possono ingannare con il loro linguaggio, possono
anche prendere una apparenza falsa agli occhi d’un medium
veggente?
“Ciò può accadere, ma assai difficilmente. In tutti i
casi, può aver luogo
soltanto per uno scopo che gli stessi spiriti cattivi non
conoscono. Essi
servono da strumento per dare una lezione. Il medium
veggente può vedere
spiriti leggieri e mentitori, nello stesso modo che altri
li sentono o scrivono
sotto la loro influenza. Gli spiriti leggieri possono
approfittare di questa
disposizione per sedurlo con false apparenze, ciò dipende
dalle qualità del
proprio spirito”
15) Per non
essere ingannato, basta essere animato da buone intenzioni? E
gli uomini veramente seri, che non mescolano con i loro
studi alcun
sentimento di curiosità, sono anche essi esposti ad essere
ingannati?
“Evidentemente meno che altri; ma l’uomo ha sempre qualche
imperfezione
che attira gli spiriti burloni; si crede forte e spesso
non lo è; deve dunque
diffidare della debolezza che nasce dall’orgoglio e dai
pregiudizi. Non si tiene
abbastanza conto di queste due cause di cui approfittano
gli spiriti;
lusingando le varie manie essi sono sicuri di riuscire”.
16) Perché
Dio permette che spiriti cattivi possano comunicare e dicano cose
cattive?
248
“Anche in quello che vi è di più cattivo, si trova un
insegnamento; sta a voi
saperlo trovare. E’ necessario che vi siano comunicazioni
di ogni genere per
insegnarvi a distinguere gli spiriti buoni dai cattivi, e
servire così di specchio a
voi stessi”.
17) Gli
spiriti possono, attraverso comunicazioni scritte, ispirare ingiuste
diffidenze contro certe persone ed inimicare degli amici?
“Gli spiriti perversi e gelosi possono fare in male tutto
ciò che possono fare gli
uomini; ecco perché conviene stare in guardia. Gli spiriti
superiori sono
sempre prudenti e riservati quando debbono biasimare; non
dicono mai male;
avvertono con bella maniera. Qualora volessero che due
persone cessassero,
nel loro interesse, di vedersi, faranno nascere degli
incidenti che, le
separeranno in modo naturale. Un linguaggio proprio a
seminare la discordia
è sempre il fatto di un cattivo spirito, qualunque sia il
nome di cui si riveste.
Così, accettate con gran circospezione il male che uno
spirito può dire di
qualcuno di voi, soprattutto quando uno spirito buono ve
ne ha detto bene, e
diffidate anche di voi stessi e delle vostre prevenzioni.
Nelle comunicazioni
degli spiriti prendete soltanto ciò che vi è di buono, di
grande, di razionale, e
ciò che la vostra coscienza approva”.
18) Stante
la facilità con cui gli spiriti cattivi si immischiano nelle
comunicazioni, non sembrerebbe di non essere mai certi di
avere la verità?
“Sì; poiché avete un giudizio per apprezzarle. Alla
lettura di una lettera, sapete
ben riconoscere se colui che vi scrive è uno zotico od un
uomo educato, uno
sciocco od un sapiente: perché non potreste egualmente
regolarvi quando
sono gli spiriti che vi scrivono? Se voi riceveste una
lettera da un amico
lontano, chi vi prova che sia proprio sua? La sua
scrittura, direte voi: ma non
vi sono forse falsari che imitano tutte le scritture? Poco
di buono i quali
possono conoscere i vostri affari? Tuttavia, vi sono dei
segni sui quali voi non
potreste errare. Lo stesso vale per gli spiriti.
Figuratevi dunque che sia un
amico che vi scrive, oppure figuratevi di leggere l’opera
d’uno scrittore, e
giudicate con gli stessi mezzi”.
19) Gli
spiriti superiori potrebbero impedire agli spiriti cattivi di prendere
nomi falsi?
“Certamente lo possono; ma quanto più gli spiriti sono
cattivi, tanto più sono
restii ad obbedire, e sovente resistono alle ingiunzioni.
Dovete pur sapere che
vi sono persone alle quali gli spiriti superiori si
interessano più che ad altre, e
che quando lo giudicano necessario, sanno preservarle
dagli attacchi della
menzogna; contro queste persone gli spiriti ingannatori
sono impotenti”.
20) Qual è
il motivo di questa parzialità?
249
“Non è affatto parzialità, ma giustizia; gli spiriti buoni
si interessano a quelli
che mettono a profitto i loro avvisi, e lavorano
seriamente al loro proprio
miglioramento; quelli sono i loro preferiti e li
secondano; ma si preoccupano
poco di quelli con i quali perdono il loro tempo in belle
parole”.
21) Perché
Iddio permette agli spiriti di commettere il sacrilegio di prendere
falsamente dei nomi venerati?
“Voi potreste anche domandare perché Dio permette agli
uomini di mentire e
di bestemmiare. Gli spiriti, come gli uomini, hanno il
loro libero arbitrio nel
bene come nel male; ma la giustizia di Dio non verrà meno
né per gli uni né
per gli altri”.
22) Vi sono
forse formule efficaci per scacciare gli spiriti ingannatori?
“La formula è materia; un buon pensiero verso Dio vale
assai di più”.
23) Alcuni
spiriti hanno detto di avere dei segni grafici inimitabili, specie di
emblemi, che possono farli riconoscere e constatare la
loro identità. E’ vero?
“Gli spiriti superiori non hanno altri segni per farsi
riconoscere che la
superiorità delle loro idee e del loro linguaggio.
Qualunque spirito può imitare
un segno materiale. Quanto agli spiriti inferiori, essi si
tradiscono in tante
maniere che bisogna essere ciechi per lasciarsi
ingannare”.
24) Gli
spiriti ingannatori non possono imitare il pensiero?
“Essi imitano il pensiero come gli scenari di teatro
imitano la natura”.
25) E’
dunque sempre facile scoprire l’inganno con uno studio attento?
“Non dubitatene. Gli spiriti ingannano soltanto quelli che
si lasciano
ingannare. Ma bisogna avere occhi di esperto in diamanti,
per distinguere la
pietra vera dalla falsa; ora colui che non sa distinguere
la pietra fina dalla
falsa deve indirizzarsi al gioielliere”.
26) Vi sono
persone che si lasciano sedurre da un linguaggio enfatico; che si
stimano paghe di parole più che di idee; che prendono
anche le idee false e
volgari per idee sublimi; come questa gente, che non è
neppure capace di
giudicare le opere degli uomini, può giudicare quelle
degli spiriti?
“Allorché queste persone hanno abbastanza modestia per
riconoscere la loro
insufficienza, non si fidano di loro stessi; quando poi
per orgoglio si credono
più capaci di quanto lo siano in realtà, allora portano la
pena della loro vanità.
Gli spiriti ingannatori sanno bene a chi si rivolgono; vi
sono individui semplici
e poco istruiti più difficili da ingannare che non altri,
i quali hanno ingegno e
sapere. Lusingando le passioni, fanno dell’uomo tutto
quello che vogliono”.
27) Nella
scrittura gli spiriti cattivi si tradiscono qualche volta con segni
250
materiali involontari?
“Gli abili non lo fanno; gli inesperti si fuorviano.
Qualunque segno inutile e
puerile è un indizio certo d’inferiorità. Gli spiriti
elevati non fanno nulla di
inutile”,
28) Molti
medium riconoscono i buoni ed i cattivi spiriti dall’impressione
gradevole o penosa che risentono al loro avvicinarsi. Noi
domandiamo se
l’impressione sgradevole, l’agitazione convulsiva, il
malessere, in una
parola, sono sempre indizi della cattiva natura degli
spiriti che si
manifestano.
“Il medium prova le sensazioni dello stato nel quale si
trova lo spirito che
viene a lui. Quando lo spirito è felice, egli è
tranquillo, leggiero, posato;
quando è infelice, egli è agitato, febbrile, e questa
agitazione passa
naturalmente nel sistema nervoso del medium. Del resto, la
stessa cosa
accade all’uomo sopra la terra. Colui che è buono, è anche
calmo e tranquillo;
colui che è cattivo, è sempre agitato”.
Osservazione. - Vi
sono medium di una impressionabilità nervosa più o
meno grande, e dunque l’agitazione non potrebbe essere
riguardata come una
regola assoluta; conviene invece tenere qui, come in ogni
cosa, conto delle
circostanze. Il carattere penoso e sgradevole
dell’impressione è un effetto di
contrasto, perché, se lo spirito del medium simpatizza con
lo spirito cattivo
che si manifesta, ne sarà poco o punto alterato. Dei
resto, non conviene
confondere la rapidità della scrittura, che va unita
all’estrema flessibilità di
certi medium, con l’agitazione convulsiva che i medium più
lenti possono
provare al contatto di spiriti imperfetti.
251
25 - DELLE EVOCAZIONI
Considerazioni generali - Spiriti che si possono evocare -
Linguaggio da
tenersi con gli spiriti - Utilità delle evocazioni
particolari - Domande circa le
evocazioni - Evocazione degli animali - Evocazione delle
persone viventi -
Telegrafia umana.
Considerazioni generali
269 - Gli spiriti possono
comunicare spontaneamente o venire alla nostra
chiamata, vale a dire, in seguito ad evocazione. Vi sono
persone le quali
credono che dobbiamo astenerci dall’evocare il tale o il
tal altro spirito, e che è
preferibile l’aspettare quello che vuole mettersi in
contatto spontaneamente.
Esse si basano sull’opinione che, chiamando uno spirito
determinato, non si è
certi che sia proprio quello colui che si presenta, mentre
lo spirito che viene
spontaneamente, prova meglio la sua identità, poiché
rivela così il suo
desiderio di intrattenersi con noi. Secondo la nostra
opinione, questo è un
errore; prima di tutto perché vi sono sempre intorno a noi
spiriti, il più delle
volte di bassa lega, che non domandano di meglio che
comunicare; in secondo
luogo, e per questa ultima ragione principalmente, il non
chiamare alcuno in
particolare, è come aprire la porta a tutti quelli che
vogliono entrare. In
un’assemblea, il negare la parola a tutti, è come il
lasciarla a tutti, e si conosce
quello che ne risulta.
La chiamata diretta fatta ad uno spirito determinato
stabilisce un legame fra
lui e noi; lo chiamiamo con il nostro desiderio, opponendo
così una specie di
barriera agli intrusi. Senza una chiamata diretta, uno
spirito non avrebbe
spesso alcun motivo di venire a noi, se non è il nostro
spirito familiare.
Queste due maniere di operare hanno, sia l’una che
l’altra, i loro vantaggi, e
l’inconveniente sarebbe soltanto nella esclusione assoluta
dell’una o dell’altra.
Le comunicazioni spontanee non hanno nessun inconveniente
quando si è
padroni degli spiriti e si è certi di non lasciar prendere
alcuna iniziativa ai
cattivi; allora è spesso cosa utile aspettare la
disponibilità di quelli che si
vogliono manifestare, poiché il loro pensiero non subisce
alcuna contrarietà;
si possono, in questo modo, ottenere cose notevolissime;
mentre poi non è
proprio stabilito che lo spirito da voi chiamato sia
disposto a parlare o capace
252
di farlo nel senso che si desidera. L’esame scrupoloso che
abbiamo consigliato
è d’altra parte una garanzia contro le cattive
comunicazioni. Nelle riunioni
regolari, in quelle soprattutto in cui ci occupiamo di un
lavoro consecutivo, vi
sono sempre spiriti abituali, che si trovano all’appuntamento
senza che
alcuno li chiami, per il solo motivo che vi sono preparati
a causa della
regolarità delle sedute. Essi prendono spesso la parola
spontaneamente per
trattare un soggetto qualunque, sviluppare un concetto o
prescrivere ciò che si
deve fare, ed allora si riconoscono facilmente, sia per la
forma del loro
linguaggio, che è sempre identico, sia per la loro
scrittura, sia per certe
abitudini che sono loro familiari.
270 - Allorquando si
desidera di comunicare con uno spirito determinato,
conviene necessariamente evocarlo (vedi n. 203). Se
può venire, si ottiene
generalmente per risposta: “Sì”; oppure: “Io
sono qui”; oppure anche: “Che
cosa desiderate da me?”
Qualche volta egli entra direttamente in materia
rispondendo anticipatamente alle domande che ci si
proponeva di
indirizzargli.
Allorché uno spirito è evocato per la prima volta,
conviene designarlo con
qualche precisione. Nelle domande che gli sono dirette,
conviene evitare le
forme secche ed imperative, che sarebbero per lui un
motivo per allontanarsi.
Queste forme debbono essere affettuose o rispettose a
seconda dello spirito,
ed in ogni caso debbono testimoniare la benevolenza
dell’evocatore.
271 - Si resta spesso
sorpresi dalla prontezza con cui uno spirito evocato si
presenta, anche per la prima volta. Si direbbe che sia
stato preavvisato:
infatti, questo accade quando ci preoccupiamo
antecedentemente della sua
evocazione. Questa preoccupazione è una specie di
evocazione anticipata, e
poiché noi abbiamo sempre i nostri spiriti familiari che
si identificano con il
nostro pensiero, essi preparano le vie in maniera tale
che, se niente vi si
oppone, lo spirito che si vuole chiamare è già presente.
Nel caso contrario, è lo
spirito familiare del medium o quello dell’interrogante,
od uno dei presenti
che va a cercarlo, e perciò non è necessario molto tempo.
Se lo spirito evocato
non può venire all’istante, il messaggero (i pagani
avrebbero detto Mercurio)
assegna una dilazione, talvolta di cinque minuti, di un
quarto d’ora, di un’ora
ed anche di molti giorni; allorché egli è giunto, dice: “E’
qui”, ed allora si
possono iniziare le domande che gli si vogliono porre.
Il messaggero non è sempre un intermediario necessario,
giacché la chiamata
dell’evocatore può essere intesa direttamente dallo spirito,
come è detto qui
appresso, al n. 282, domanda 5, sul modo di trasmissione
del pensiero.
253
Quando diciamo di fare l’evocazione in nome di Dio,
intendiamo che la nostra
raccomandazione deve essere presa sul serio, e non alla
leggera: quelli che vi
vedessero solamente una formula senza conseguenza,
farebbero meglio ad
astenersi.
272 - Le evocazioni
presentano spesso per i medium maggiori difficoltà che
non i dettati spontanei, soprattutto quando si tratta di
ottenere risposte
precise a domande circostanziate. Per ottenere ciò,
occorrono medium
speciali flessibili e positivi ad un tempo;
e si è visto (vedi n. 193) che questi
ultimi sono abbastanza rari, giacché, come abbiamo detto,
i rapporti fluidici
non si stabiliscono sempre in modo istantaneo con il primo
spirito venuto. E’
perciò utile che i medium non si dedichino alle evocazioni
particolareggiate se
non dopo essersi assicurati dello sviluppo della loro
facoltà e della natura
degli spiriti che li assistono, poiché, per quelli che
sono male coadiuvati, le
evocazioni non possono avere alcun carattere di
autenticità.
273 - I medium sono
generalmente molto più ricercati per le evocazioni di
interesse privato, che non per le comunicazioni di
interesse generale; ciò
viene spiegato dal desiderio naturale che si ha di
intrattenersi con le persone
che ci sono care. Noi crediamo a questo proposito di dover
fare molte
raccomandazioni importanti ai medium. Prima di tutto,
quella di non
accondiscendere a questo desiderio se non con riserva, di
fronte a persone
della cui sincerità non si sia perfettamente sicuri, e di
mettersi in guardia
contro le insidie che potrebbero tendere le persone
malevole. In secondo
luogo, di non prestarvisi sotto alcun pretesto, se notano
uno scopo di curiosità
e di interesse materiale, e non un’intenzione seria
nell’evocatore; di rifiutarsi
ad ogni domanda oziosa, o che dovesse uscire dal circolo
di quelle che
ragionevolmente si possono indirizzare agli spiriti. Le
domande debbono
essere poste con chiarezza, esattezza e senza reticenze,
quando si vogliono
ottenere risposte categoriche. Bisogna dunque rigettare
tutte quelle che
avessero un carattere insidioso, poiché sappiamo che gli
spiriti non amano
quelle domande che hanno per scopo di metterli alla prova:
voler insistere su
domande di tale natura, è come voler essere ingannati.
L’evocatore deve
andare francamente ed apertamente allo scopo, senza
sotterfugi e senza mezzi
indiretti: se teme di spiegarsi, farebbe meglio ad
astenersi.
Conviene infine non fare, se non con molta prudenza, evocazioni
in assenza
delle persone che ne fanno domanda, e spesso è anche
preferibile astenersene
del tutto, essendo queste persone le sole adatte a
giudicare le risposte, a
riconoscere l’identità, a provocare schiarimenti, se ce ne
è bisogno, ed a fare le
254
domande accidentali volute dalle circostanze. Inoltre, la
loro presenza è un
legame che attira lo spirito, spesso poco disposto a
comunicare con estranei,
per i quali non ha affatto simpatia. Il medium, in una
parola, deve evitare
tutto ciò che potrebbe trasformarlo in agente di consulti,
ciò che agli occhi di
molte persone è sinonimo di ciarlatano e imbroglione.
Spiriti che si possono evocare
274 - Si possono evocare
tutti gli spiriti a qualunque grado della scala
appartengano: i buoni, come i cattivi, quelli che hanno
lasciato da poco tempo
la vita, come quelli che vissero nei tempi più lontani,
gli uomini illustri come i
più oscuri, i nostri parenti, i nostri amici, come quelli
che ci sono indifferenti;
ma non è detto che essi vogliano o possano sempre
rispondere alla nostra
chiamata. Indipendentemente dalla loro volontà o dal
permesso che può
essere loro rifiutato da una superiore potenza, essi
possono anche esserne
impediti da motivi che non ci è sempre concesso di poter
conoscere. Vogliamo
dire, che non vi è impedimento assoluto, che si opponga
alle comunicazioni
(eccetto quello che diremo qui appresso). Gli ostacoli, che possono impedire a
uno spirito di manifestarsi, sono quasi sempre di
carattere individuale, e si
riferiscono spesso alle circostanze.
275 - Fra le cause che
possono opporsi alla manifestazione di uno spirito,
alcune sono interne, altre esterne. Sono da collocare fra
le prime le sue
occupazioni o le missioni che egli compie e da cui non può
essere sviato per
aderire ai nostri desideri; in questo caso, la sua visita,
è soltanto rimandata.
E’ da considerare ancora la sua situazione. Quantunque lo
stato di
incarnazione non sia un ostacolo assoluto, esso, peraltro,
può essere un
impedimento in certi momenti, soprattutto quando ha luogo
nei mondi
inferiori e quando lo stesso spirito è poco
smaterializzato. Nei mondi
superiori, in cui i legami dello spirito e della materia
sono debolissimi, la
manifestazione è quasi altrettanto facile che nello stato
errante, ed in tutti i
casi più facile che in quelli in cui la materia corporea è
più compatta.
Le cause esterne sono relative specialmente alla natura
del medium, alla
natura della persona che evoca, all’ambiente nel quale si
fa l’evocazione, ed
infine allo scopo che ci si propone.
Certi medium ricevono più particolarmente comunicazioni
dai loro spiriti
255
familiari, i quali possono essere più o meno elevati;
altri sono atti a servire da
intermediari a tutti gli spiriti; ciò dipende dalla
simpatia o dall’antipatia,
dall’attrazione o dalla repulsione che lo spirito
personale del medium esercita
sopra lo spirito estraneo, che può prenderlo per
interprete con piacere o con
ripugnanza. Ciò dipende ancora, indipendentemente dalle
qualità intime del
medium, dallo sviluppo della facoltà medianica.
Gli spiriti vengono più volentieri e soprattutto sono più
espliciti con un
medium che non offra loro alcun ostacolo materiale.
D’altra parte, a pari
condizioni morali, quanto maggiore facilità ha un medium
per scrivere e per
esprimersi con proprietà, tanto più facilmente si
generalizzano le sue relazioni
con il mondo spiritico.
276 - Conviene ancora
tenere conto della facilità che dà l’abitudine di
comunicare con l’uno o l’altro spirito. Con il tempo, lo
spirito estraneo si
identifica con quello del medium ed anche con colui che lo
evoca. A parte la
questione di simpatia, si stabiliscono fra loro rapporti
fluidici che rendono le
comunicazioni più pronte; perciò un primo colloquio non è
sempre così
soddisfacente come si potrebbe desiderare, ed è per questo
che gli spiriti
stessi domandano spesso di essere richiamati. Lo spirito
che viene per
consuetudine si trova come se fosse a casa sua; è
familiarizzato con i suoi
uditori e con i suoi interpreti; egli parla ed agisce più
liberamente.
277 - Riassumendo, da ciò
che noi abbiamo detto, risulta che la facoltà di
evocare uno spirito qualunque non implica, per lo spirito,
l’obbligo di essere
ai nostri ordini; che può venire in un momento e non in un
altro, con un certo
medium od evocatore che gli piace e non con un altro; dire
quello che vuole,
senza essere costretto a dire ciò che non vuole; andarsene
quando desidera;
infine che, per cause dipendenti o no dalla sua volontà,
dopo essersi mostrato
assiduo durante qualche tempo, può tutto ad un tratto
cessare di venire.
Per tutti questi motivi, allorché si desidera chiamare un
nuovo spirito, è
necessario domandare alla propria guida protettrice se
l’evocazione è
possibile; nel caso che non lo fosse, essa ne spiega quasi
sempre i motivi, ed
allora è inutile insistere.
278 - Qui si presenta una
questione importante, quella cioè di sapere se vi
siano o meno inconvenienti ad evocare cattivi spiriti. Ciò
dipende dallo scopo
che noi ci proponiamo e dall’ascendente che si può avere
sopra di essi.
L’inconveniente è nullo quando essi sono chiamati con uno
scopo serio,
256
istruttivo, e con l’intento di migliorarli; è grandissimo,
al contrario, quando si
evocano per pura curiosità o facezia, o se ci mettiamo
sotto la loro
dipendenza, domandando loro un servizio qualunque. I buoni
spiriti, in
questo caso, possono benissimo dar loro il potere di fare
ciò che loro si
domanda, salvo a punire severamente più tardi il temerario
che avesse osato
invocare il loro soccorso e crederli più potenti di Dio.
Invano potremmo
promettere di farne un buon uso in seguito e di congedare
il servitore quando
il servizio è reso; questo stesso servizio che si è
sollecitato, per quanto piccolo
sia, è un vero patto concluso con il cattivo spirito, e
questi non abbandona mai
facilmente la sua preda (vedi numero 212).
279 - L’ascendente sopra
gli spiriti inferiori non si esercita se non con la
superiorità morale. Gli
spiriti perversi riconoscono come propri superiori
gli uomini dabbene. Di fronte a quelli che oppongono loro
soltanto la forza
della volontà, che è una specie di forza brutale, essi
lottano, e spesso sono i
più forti.
Qualcuno cercava così di domare uno spirito ribelle con la
sua volontà. Lo
spirito gli rispose:
“Lasciami dunque tranquillo con le tue arie da bravaccio,
tu che non vali
meglio di me; non si direbbe forse che un ladro fa la
morale ad un altro
ladro?”.
Potrebbe darsi che il nome di Dio invocato contro di essi
rimanga impotente.
San Luigi ne diede la ragione nella risposta seguente:
“Il nome di Dio non ha influenza contro gli spiriti imperfetti,
se non quando
colui che lo adopera può servirsene con autorità, in forza
delle sue virtù; nella
bocca di un uomo che non avesse alcuna superiorità morale
sopra lo spirito, è
una parola come un’altra. Lo stesso dicasi delle cose
sante che si oppongono
loro. L’arma più terribile diventa inoffensiva nelle mani
inabili a servirsene od
incapaci di portarla”.
Linguaggio da tenersi con gli spiriti
280 - Il grado di
superiorità o d’inferiorità degli spiriti indica naturalmente il
tono che con essi si deve tenere. E’ cosa evidente, che
quanto più essi sono
elevati, tanto maggior diritto hanno al nostro rispetto,
ai nostri riguardi, alla
nostra sottomissione. Non dobbiamo dimostrare loro minor
deferenza di
257
quella che avremmo loro portato quando erano vivi, ma per
altri motivi: sulla
terra noi avremmo considerato il loro rango e la loro
posizione sociale; invece,
nel mondo degli spiriti, il nostro rispetto è diretto
soltanto alla loro
superiorità morale. La loro stessa elevazione li mette al
disopra delle puerilità
delle nostre forme adulatrici. Non è con le parole che noi
possiamo
accattivarci la loro benevolenza, ma con la sincerità dei
nostri sentimenti.
Sarebbe dunque ridicolo dare loro i titoli che i nostri
costumi consacrano alla
distinzione della posizione sociale, e che, durante la
loro vita, avrebbero
potuto lusingare la loro vanità; se sono realmente
superiori, non solamente
essi non ci tengono, ma se ne dispiacciono. Un buon
pensiero è loro più
gradito che gli epiteti più laudativi; se così non fosse,
non sarebbero al disopra
dell’umanità. Lo spirito di un venerabile ecclesiastico,
che fu, mentre viveva
sulla terra, un principe della chiesa, uomo dabbene,
praticante la legge di
Gesù, rispose un giorno a qualcuno che lo evocava,
dandogli il titolo di
monsignore:
“Tu dovresti dire almeno, ex monsignore; giacché
qui di signore non vi è
che Dio: sappi bene che io vedo alcuni di quelli che sopra
la terra si mettevano
ai miei ginocchi, e davanti ai quali ora mi inchino io
stesso”.
Quanto agli spiriti inferiori, il loro carattere ci indica
il linguaggio che
dobbiamo tenere con essi. Nel numero ve ne sono di quelli
che, quantunque
inoffensivi ed anche benevoli, sono leggieri, ignoranti,
storditi; il trattarli allo
stesso modo degli spiriti seri, come fanno alcuni, sarebbe
lo stesso che
inchinarsi davanti a uno scolaro o davanti a un asino a
cui si fosse posto un
berretto da dottore. Il tono di familiarità non potrebbe
essere fuori di posto
con essi, e non se ne formalizzano; anzi vi si prestano
volentieri.
Fra gli spiriti inferiori ve ne sono di quelli che sono
infelici. Di qualunque
genere possano essere le colpe che espiano, le loro
sofferenze sono titoli tanto
più grandi alla nostra commiserazione, in quanto nessuno
può vantarsi di
sfuggire alle parole di Cristo: “Colui il quale è senza
peccato getti la prima
pietra”. La nostra benevolenza è per essi un sollievo; e,
in mancanza di
simpatia, essi devono trovare l’indulgenza che noi
desidereremmo che si
avesse per noi.
Gli spiriti che rivelano la loro inferiorità con il
cinismo del loro linguaggio,
con le menzogne, con la bassezza dei sentimenti e con la
perfidia dei loro
consigli, sono certamente meno degni del nostro interesse
di quelli le cui
parole attestano il pentimento; noi dobbiamo loro almeno
la pietà che
accordiamo ai più grandi colpevoli, ed il mezzo di ridurli
al silenzio è di
mostrarsi ad essi superiori; essi si emancipano solamente
con la gente da cui
credono di non aver niente da temere; poiché gli spiriti
perversi sentono i loro
258
maestri negli uomini buoni, come negli spiriti superiori.
Riassumendo, tanto sarebbe mancare di rispetto il trattare
da pari a pari con
gli spiriti superiori, quanto sarebbe ridicolo avere una
stessa deferenza per
tutti, senza eccezione. Si abbia dunque venerazione per
quelli che la meritano,
riconoscenza per quelli che ci proteggono e ci assistono;
per tutti gli altri, una
benevolenza di cui un giorno, forse, avremo noi stessi
bisogno. Penetrando
nel mondo incorporeo, impariamo a conoscerlo, e questa
conoscenza deve
regolarci nelle nostre relazioni con quelli che la
abitano. Gli antichi, nella loro
ignoranza, hanno innalzato loro degli altari; per noi,
sono soltanto creature
più o meno perfette e non innalziamo altari se non a Dio.
Utilità delle evocazioni particolari
281 - Le comunicazioni
che si ottengono dagli spiriti molto elevati, e da quelli
che hanno animato i grandi personaggi dell’antichità sono
preziose per gli alti
insegnamenti che racchiudono. Questi spiriti hanno
acquistato un grado di
perfezione che permette loro di abbracciare una sfera
d’idee più estesa, di
penetrare i misteri che oltrepassano la portata volgare
dell’umanità, e per
conseguenza di iniziarci meglio che altri a certe cose.
Ciò non vuol dire però
che le comunicazioni degli spiriti di un ordine meno
elevato siano senza
utilità: l’osservatore vi attinge più di un’istruzione,
Per conoscere i costumi di
un popolo, conviene studiarlo in tutti i gradi della scala
sociale. Chiunque
l’avesse visto soltanto sotto un aspetto lo conoscerebbe
male. La storia di un
popolo non è quella dei suoi re e delle sommità sociali;
per giudicarlo,
conviene vederlo nella vita intima, e nelle sue abitudini
private. Ora, gli spiriti
superiori sono le sommità del mondo spiritico; la loro
stessa elevazione li
colloca talmente al disopra di noi, che siamo spaventati
della distanza che ci
separa.
Gli spiriti più borghesi (ci si perdoni
quest’espressione) ci rendono più
palpabili le circostanze della loro nuova esistenza. In
essi, il legame fra la vita
corporea e la vita spiritica è più intimo, e noi lo
comprendiamo meglio, perché
ci tocca più da vicino. Sentendo da loro stessi che cosa
sono diventati, ciò che
pensano, quello che provano gli uomini di tutte le
condizioni e di tutti i
caratteri, gli uomini per bene come i viziosi, i grandi ed
i piccoli, i felici e gli
infelici del secolo, in una parola gli uomini che hanno
vissuto fra noi, che
abbiamo visto e conosciuto, di cui conosciamo la vita
reale, le virtù e gli errori,
di cui intendiamo le gioie e le sofferenze; noi ci associamo
ad essi e ne
259
attingiamo un insegnamento morale, tanto più utile in
quanto sono più intime
le relazioni fra essi e noi. Noi ci mettiamo più
facilmente al posto di colui che
fu nostro eguale che di quello che vediamo soltanto
attraverso il miraggio
d’una gloria celeste. Gli spiriti volgari ci mostrano
l’applicazione pratica delle
grandi e sublimi verità, di cui gli spiriti superiori
c’insegnano la teoria. D’altra
parte, nello studio d’una scienza nulla vi è d’inutile.
L’evocazione degli spiriti volgari ha inoltre il vantaggio
di metterci in
relazione con spiriti sofferenti, che si possono sollevare
e di cui si può
facilitare l’avanzamento con utili consigli e con
preghiere. Possiamo dunque
renderci utili agli stessi spiriti nello stesso tempo in cui
facciamo la nostra
istruzione: vi è dell’egoismo nel cercare soltanto la
nostra soddisfazione nei
colloqui con gli spiriti, e colui che sdegna di tendere
una mano soccorrevole a
quelli che sono infelici, dà nello stesso tempo prova di
orgoglio. A cosa gli
serve ottenere belle comunicazioni di spiriti eletti, se
ciò non lo rende migliore
per se stesso, più caritatevole e più benevolo per i suoi
fratelli di questo
mondo e dell’altro?
Che cosa diverrebbero i poveri ammalati se i medici
rifiutassero di toccare le
loro piaghe?
Domande circa le evocazioni
282 - 1) Si
possono evocare gli spiriti senza essere medium?
“Chiunque può evocare gli spiriti, e se quelli che voi
chiamate non possono
manifestarsi materialmente, essi comunque vengono presso
di voi e vi
ascoltano”.
2) Lo
spirito evocato risponde sempre alla chiamata che gli è fatta?
“Ciò dipende dalle condizioni nelle quali egli si trova,
poiché vi sono
circostanze in cui egli non può venire”.
3) Quali
sono le cause che possono impedire ad uno spirito di venire alla
nostra chiamata?
“La sua volontà prima di tutto; poi il suo stato
corporale, se egli è incarnato, le
missioni di cui può essere incaricato, ovvero ancora, il
permesso che può
essergli rifiutato.
“Vi sono spiriti che non possono mai comunicare; sono
quelli che, per la loro
natura, appartengono ancora ai mondi inferiori alla terra.
Non possono
260
neppure comunicare quelli che sono nelle sfere di
punizione, a meno di un
permesso superiore, che è accordato soltanto per uno scopo
di generale
vantaggio. Affinché uno spirito possa comunicare, bisogna
che abbia
raggiunto il grado di avanzamento del mondo in cui è
chiamato, altrimenti è
straniero alle idee di questo mondo e non ha alcun punto
di paragone. La
stessa cosa non avviene per quelli che sono inviati in
missione o in espiazione
nei mondi inferiori: essi hanno le idee necessarie per
rispondere”.
4) Per
quali motivi il permesso di comunicare può essere rifiutato ad uno
spirito?
“Questa può essere una prova od una punizione per lui o
per colui che lo
chiama”.
5) Come
mai gli spiriti dispersi nello spazio o nei differenti mondi, possono
intendere da tutti i punti dell’universo le evocazioni che
sono loro fatte?
“Spesso essi ne sono avvertiti dagli spiriti familiari che
vi attorniano e che
vanno a cercarli; ma qui accade un fenomeno che è
difficile spiegarvi, giacché
voi non potete ancora capire il modo di trasmissione del
pensiero fra gli
spiriti. Quello che posso dirvi, è, che lo spirito
evocato, per quanto distante sia
da voi, riceve, per così dire, il contraccolpo del
pensiero, come una specie di
commozione elettrica, che richiama la sua attenzione verso
la parte da cui
viene il pensiero a lui diretto. Si può dire che egli
senta il pensiero come sopra
la terra voi sentite la voce”.
- E’ il
fluido universale il veicolo del pensiero, come l’aria è quello del suono?
“Sì, con questa differenza che il suono può farsi sentire
solo in un raggio
limitatissimo, mentre il pensiero raggiunge l’infinito. Lo
spirito, nello spazio,
è come il viaggiatore in mezzo ad una vasta pianura, che
sentendo
pronunciare il suo nome, si dirige verso la parte da dove
è stato chiamato”.
6) Sappiamo
che le distanze sono poca cosa per gli spiriti, tuttavia non
possiamo non meravigliarci di vederli spesso rispondere
così prontamente
all’appello come se fossero già pronti.
“Infatti qualche volta lo sono. Se l’evocazione è
premeditata, lo spirito ne è
avvertito anticipatamente e si trova sovente presente
prima del momento in
cui lo si chiama”.
7) Il
pensiero dell’evocatore è forse più o meno facilmente inteso secondo
certe circostanze?
“Senza alcun dubbio; lo spirito chiamato da un sentimento
simpatico e
benevolo, è più vivamente scosso; riconosce quasi una voce
amica; senza ciò,
accade spesso che l’evocazione non raggiunga il suo scopo.
Il pensiero che
261
sgorga dall’evocazione colpisce lo spirito; se è mal
diretto, si perde nel vuoto.
“Accade per gli spiriti quello che avviene per gli uomini;
se colui che li chiama
è loro indifferente od antipatico, possono sentirlo, ma
spesso non lo
ascoltano”.
8) Lo
spirito evocato viene volontariamente, oppure vi è costretto?
“Egli obbedisce alla volontà di Dio, cioè alla legge
generale che regge
l’universo; e perciò la parola costretto non è esatta,
poiché egli giudica se è
utile venire: e qui sta ancora per lui il libero arbitrio.
Lo spirito superiore
viene sempre quando è chiamato per uno scopo utile; egli
non si rifiuta di
rispondere che nei circoli di gente poco seria, che
trattano la cosa per burla”.
9) Può lo
spirito evocato rifiutarsi di venire alla chiamata che gli è fatta?
“Certamente; dove sarebbe, senza di ciò, il libero
arbitrio? Credete voi che
tutti gli esseri dell’universo siano ai vostri ordini? E
voi stessi, vi credete forse
obbligati di rispondere a tutti quelli che pronunciano il
vostro nome? Quando
dico che può rifiutarsi, intendo dietro richiesta
dell’evocatore, poiché uno
spirito inferiore può essere costretto a venire da uno
spirito superiore”.
10) Vi è
forse per l’evocatore un mezzo per costringere uno spirito a venire
suo malgrado?
“Nessuno, se questo spirito è vostro eguale o vostro
superiore in moralità -
dico in moralità e non in intelligenza - poiché voi
non avete sopra di lui
alcuna autorità; se egli poi è vostro inferiore, voi
potete costringerlo, se ciò è
per il suo bene, poiché allora altri spiriti vi
aiuteranno”. (Vedi n. 279).
11) Vi è
forse qualche inconveniente ad evocare gli spiriti inferiori, e si può
temere, chiamandoli, di porsi sotto il loro dominio?
“Essi dominano soltanto quelli che si lasciano dominare.
Colui che è assistito
da buoni spiriti nulla ha da temere; egli si impone agli
spiriti inferiori, e questi
non si impongono a lui. Nell’isolamento, i medium, e
soprattutto quelli che
sono alle prime esperienze, debbono astenersi da questa
specie di evocazioni”.
(Vedi n. 278).
12) E’
necessario avere qualche disposizione particolare nelle evocazioni?
“La più essenziale di tutte le disposizioni è il
raccoglimento, quando si vuole
trattare con spiriti seri. Con la fede e con il desiderio
del bene si è più potenti
per evocare gli spiriti superiori. Elevando la vostra
anima nel raccoglimento di
alcuni istanti al momento dell’evocazione, vi identificate
con i buoni spiriti e li
disponete a venire”.
13) La fede
è necessaria per le evocazioni?
262
“La fede in Dio, sì. La fede verrà, peraltro, se voi
volete il bene e se avete il
desiderio di istruirvi”.
14) Gli
uomini riuniti in una comunione di pensieri e di intenzioni, hanno
maggiore potenza per evocare gli spiriti?
“Allorquando tutti sono riuniti nella carità e nell’amore
del bene, ottengono
grandi cose. Per contro, nulla è più nocivo al risultato
delle evocazioni che la
divergenza di pensieri”.
15) La
precauzione di fare la catena dandosi la mano durante qualche
minuto al principio delle riunioni è utile?
“La catena è un mezzo materiale che non realizza l’unione
fra voi, se non
esiste nel pensiero; ciò che è più utile di tutto, è di
unirsi in un pensiero
comune, domandando, ognuno dal canto suo, buoni spiriti.
Voi non sapete
tutto quello che potrebbe ottenere una riunione seria e
compatta da cui fosse
bandito ogni sentimento di orgoglio e di personalità, e
dove regnasse un
perfetto sentimento di reciproca cordialità”.
16) Le
evocazioni a giorni ed ore fisse, sono preferibili?
“Sì, e se è possibile nello stesso luogo; gli spiriti vi
intervengono più volentieri;
è il vostro desiderio costante che aiuta gli spiriti a
venire a mettersi in
comunicazione con voi. Gli spiriti hanno le loro
occupazioni, che non possono
lasciare all’improvviso per vostra soddisfazione
personale. Ho detto nello
stesso luogo, ma
non crediate che ciò sia un’assoluta necessità poiché gli
spiriti vengono dappertutto; voglio dire che un luogo
consacrato a ciò è
preferibile, perché è più profondo il raccoglimento”.
17) Certi
oggetti, quali le medaglie ed i talismani, hanno la proprietà di
attirare o di rigettare gli spiriti, come pretendono
alcuni?
“Questa domanda è inutile, poiché voi sapete bene che la
materia non ha
azione di sorta sugli spiriti. Siate ben certi che mai un
buono spirito consiglia
simili assurdità; la virtù dei talismani, di qualunque
natura essi siano, non è
mai esistita fuorché nell’immaginazione delle persone
credule”.
18) Che
cosa dobbiamo pensare degli spiriti che danno appuntamenti in
luoghi lugubri o strani, e in ore indebite?
“Questi spiriti si divertono a spese di coloro che li
ascoltano. E’ sempre inutile
e spesso pericoloso il cedere a tali suggestioni; inutile,
perché vi si guadagna
soltanto di essere ingannati; pericoloso, non per il male
che possono fare gli
spiriti, ma per l’influenza che ciò può esercitare sui
cervelli deboli”.
19) Vi sono
giorni ed ore più propizie alle evocazioni di spiriti?
263
“Per gli spiriti ciò è completamente indifferente come
tutto ciò che è
materiale, e sarebbe una superstizione il credere all’influenza
dei giorni e
delle ore. I momenti più propizi sono quelli in cui
l’evocatore può essere meno
distratto dalle sue occupazioni abituali; quando il suo
corpo ed il suo spirito
sono più calmi”.
20) L’evocazione
è per gli spiriti una cosa gradevole o penosa? Vengono essi
volentieri quando sono chiamati?
“Ciò dipende dal loro carattere e dal motivo per cui sono
chiamati. Quando lo
scopo è lodevole, e quando il circolo è loro simpatico,
allora la cosa è per essi
molto gradevole ed anche attraente; gli spiriti sono
sempre felici dell’affetto
che si dimostra loro. Ve ne sono di quelli per cui è una
grande soddisfazione
comunicare con gli uomini, e che soffrono dell’abbandono
in cui sono lasciati.
Ma, come già dissi, ciò dipende anche dal loro carattere.
Fra gli spiriti ve ne
sono di misantropi, che non amano essere disturbati, e le
cui risposte
risentono del loro cattivo umore, soprattutto quando sono
chiamati da
persone indifferenti, alle quali essi non si interessano
affatto. Uno spirito non
ha, spesso, alcun motivo per venire alla chiamata di uno
sconosciuto che gli è
indifferente, e che è quasi sempre mosso dalla curiosità;
se viene, non fa di
solito che brevi apparizioni, a meno che non vi sia uno
scopo serio ed
istruttivo nell’evocazione”.
Osservazione. - Si
vedono persone che evocano i loro parenti per
domandare loro soltanto le cose più volgari della vita
materiale; per esempio,
l’una per sapere se affitterà o venderà la sua casa,
un’altra per conoscere il
profitto che trarrà dal suo commercio, oppure il luogo ove
fu deposto del
denaro, o se un dato affare sarà o no vantaggioso. I
nostri parenti
d’oltretomba si interessano a noi soltanto in ragione
dell’affetto che abbiamo
per loro. Se tutto il nostro pensiero si limita a crederli
stregoni, o se pensiamo
ad essi soltanto per chieder loro indicazioni, non possono
avere per noi una
grande simpatia, e non dobbiamo meravigliarci della poca
benevolenza che ci
dimostrano.
21) Vi è
differenza tra gli spiriti buoni ed i cattivi nella premura che
dimostrano di venire alla nostra chiamata?
“Grandissima; i cattivi spiriti vengono volentieri
soltanto in ragione del
dominio e dell’inganno che sperano di esercitare; ma essi
provano una viva
contrarietà quando sono costretti a venire per confessare
le loro colpe, e non
domandano che di andarsene come uno scolaro che vien
chiamato per una
264
correzione. Possono esservi costretti dagli spiriti
superiori, come ad un
castigo, e per l’istruzione degli incarnati. L’evocazione
è penosa per i buoni
spiriti, quando sono chiamati inutilmente per futilità;
allora essi non
vengono, oppure si ritirano presto.
“Voi potete ammettere per principio che gli spiriti quali
che essi siano, non
amano, come non amate voi, servire da distrazione per i
curiosi. Spesso,
nell’evocare uno spirito, voi non avete altro scopo che di
vedere ciò che vi dirà,
o di interrogarlo sopra particolarità della sua vita, che
egli non ama farvi
conoscere, poiché non ha alcun motivo per farvi le sue
confidenze; e voi
credete che egli starà lungamente sotto interrogatorio per
il vostro buon
piacere? Disingannatevi; ciò che non avrebbe fatto mentre
era in vita, lo farà
ancor meno come spirito”.
Osservazione. - L’esperienza
prova infatti, che l’evocazione è sempre
gradita agli spiriti, quando è fatta per uno scopo serio
ed utile; i buoni
vengono ad istruirci con piacere; quelli che soffrono
trovano un sollievo nella
simpatia che loro si dimostra; quelli che abbiamo
conosciuti in vita sono
soddisfatti della nostra memoria. Gli spiriti leggieri
amano di essere evocati
dalle persone frivole, perché ciò fornisce loro
un’occasione di divertirsi alle
loro spese; essi si trovano male con le persone serie.
22) Gli
spiriti, per manifestarsi, hanno sempre bisogno di essere evocati?
“No, spesso si presentano senza essere chiamati, e ciò
prova che vengono
volentieri”.
23) Allorché
uno spirito si presenta da se stesso, possiamo essere più certi
della sua identità?
“In nessuna maniera, gli spiriti ingannatori impiegano
sovente questo mezzo
per darla ad intendere”.
24) Allorché
si invoca con il pensiero lo spirito di una persona, questo
spirito viene da noi anche quando non vi è manifestazione
per mezzo della
scrittura, o altrimenti?
“La scrittura è per lo spirito un mezzo materiale di
attestare la sua presenza,
ma è il pensiero che li attira, e non il fatto della
scrittura”.
25) Allorché
si manifesta uno spirito inferiore, possiamo obbligarlo a
ritirarsi?
“Sì, non ascoltandolo. Ma come volete che si ritiri,
quando voi vi divertite
265
delle sue turpitudini? Gli spiriti inferiori si attaccano
a quelli che li ascoltano
con compiacenza, come fanno gli sciocchi fra di voi”.
26) L’evocazione
fatta in nome di Dio è una garanzia contro l’intrusione dei
cattivi spiriti?
“Il nome di Dio non è un freno per tutti gli spiriti
perversi, ma ne trattiene
molti; con questo mezzo, voi ne allontanate sempre
qualcuno, e ne
allontanereste di più se fosse fatta dal fondo del cuore e
non come una
comune formula”.
27) Si
potrebbero evocare nominativamente parecchi spiriti per volta?
“Non vi è in ciò alcuna difficoltà, e se voi aveste tre o
quattro mani per
scrivere, tre o quattro spiriti vi risponderebbero nello
stesso tempo; ciò
succede, infatti, quando vi sono molti medium”.
28) Allorché
molti spiriti sono evocati simultaneamente e non vi è che un
solo medium, quale è colui che risponde?
“Uno di essi risponde per tutti, ed esprime il pensiero
collettivo”.
29) Potrebbe
il medesimo spirito comunicare in una volta, e seduta stante,
per mezzo di due medium differenti?
“Tanto facilmente quanto lo può fare un uomo che sa
dettare molte lettere in
una volta”.
Osservazione. - Noi
abbiamo visto uno spirito rispondere
contemporaneamente, a mezzo di due medium, alle domande
che gli si
indirizzavano, dall’uno in inglese, e dall’altro in
francese; le risposte erano
non solo identiche nel senso, ma alcune erano la reciproca
traduzione
letterale l’una dell’altra. Due spiriti evocati
simultaneamente da due medium
possono stabilire fra loro una conversazione; a questo
modo di
comunicazione, non essendo per essi necessario, poiché si
leggono
reciprocamente nel pensiero, vi si prestano tuttavia per
nostra istruzione.
Qualora essi siano spiriti inferiori, essendo ancora
imbevuti delle passioni
terrestri e delle idee corporee, può succedere di vederli
disputare ed
apostrofarsi con parole grossolane, di rimproverarsi
reciprocamente i loro
torti, ed anche di lanciare i lapis, i canestrini, le
tavolette, ecc., l’uno contro
l’altro.
30) Lo
spirito, evocato nello stesso tempo sopra molti punti, può rispondere
simultaneamente alle domande che gli sono dirette?
266
“Sì, quando sia uno spirito elevato”.
- In
questo caso lo spirito si divide, oppure ha il dono dell’ubiquità?
“Il sole è uno, e tuttavia irradia tutto intorno, portando
lontano i suoi raggi
senza suddividersi; lo stesso avviene per gli spiriti. Il
pensiero dello spirito è
come una scintilla, che proietta lontano la sua luce e può
essere vista da tutti i
punti dell’orizzonte. Più è puro lo spirito, tanto più il
suo pensiero irradia e si
spande come la luce. Gli spiriti inferiori sono troppo
materiali; essi non
possono rispondere che ad una sola persona per volta, e
non possono venire
se sono chiamati altrove.
“Uno spirito superiore, chiamato nello stesso tempo da due
punti differenti,
risponderà alle due evocazioni, se esse sono entrambe
ugualmente serie e
ferventi; nel caso contrario, egli darà la preferenza alla
più seria”.
Osservazione. - Sarebbe
lo stesso per un uomo, che senza cambiare di
posto potrebbe trasmettere il suo pensiero per mezzo di
segnali visibili da
differenti posizioni. In una seduta della Società parigina
di studi spiritici,
dove era stata discussa la questione dell’ubiquità, uno
spirito dettò
spontaneamente la comunicazione seguente:
“Voi domandavate questa sera quale è la gerarchia degli
spiriti riguardo
all’ubiquità. Paragonateci ad un aerostato che si innalzi
a poco a poco
nell’aria. Quando rade ancora la terra, solo un
piccolissimo cerchio può
scorgerlo; a misura che egli si innalza, il cerchio si
allarga per lui, e quando è
giunto ad una certa altezza appare ad un numero infinito
di persone. Così è
per noi: un cattivo spirito, che è ancora attaccato alla
terra, resta in un circolo
ristretto di persone che lo vedono. Quando sale in grazia,
cioè quando
migliora, egli può discorrere con molte persone; e quando
poi è diventato
spirito superiore, egli può irradiare come la luce del
sole, e mostrarsi a molte
persone e in molti luoghi in una sola volta.
(CHANNING)
31) Si
possono evocare i puri spiriti, cioè quelli che hanno terminato la serie
delle loro incarnazioni?
“Sì, ma ben raramente; essi comunicano soltanto ai cuori
puri e sinceri, e non
agli orgogliosi ed agli egoisti. Così è necessario diffidare degli spiriti
inferiori che prendono questa qualità, per darsi maggior
importanza ai vostri
occhi”.
267
32) Perché gli
spiriti degli uomini più illustri vengono così facilmente e
familiarmente alla chiamata degli uomini più oscuri?
“Gli uomini giudicano gli spiriti secondo i loro
pregiudizi, ed è un errore.
Dopo la morte del corpo i gradi terrestri non esistono
più, non vi è altra
distinzione fra loro che la bontà, e quelli che sono buoni
vanno dovunque vi
sia del bene da fare”.
33) Quanto
tempo dopo la morte si può evocare uno spirito?
“Si può evocare all’istante stesso della morte, ma essendo
in questo momento
lo spirito ancora nel turbamento, non risponderebbe che
imperfettamente”.
Osservazione. - La
durata del turbamento essendo variabilissima, non può
esservi un termine fisso per fare l’evocazione; è raro
tuttavia che nel termine
di otto giorni lo spirito non si riconosca abbastanza per
poter rispondere; egli
lo può qualche volta benissimo due o tre giorni dopo la
morte. Si può in tutti i
casi tentare con circospezione.
34) L’evocazione
all’istante della morte è forse più penosa per lo spirito di
quello che lo sarebbe più tardi?
“Qualche volta sì; è come se qualcuno vi strappasse dal
sonno prima che foste
completamente svegli. Ve ne sono tuttavia alcuni che non
ne sono contrariati;
ed anzi ciò li aiuta ad uscire dal turbamento”.
35) Come
mai lo spirito di un fanciullo, morto in tenera età, può rispondere
con cognizione di causa, anche se mentre era in vita non
aveva avuta ancora
la coscienza di se stesso?
“L’anima del fanciullo è uno spirito ancora avvolto
nelle fasce della
materia; ma,
sciolto dalla materia, egli gode delle sue facoltà di spirito,
giacché gli spiriti non hanno età; il che prova che lo
spirito del fanciullo ha già
vissuto, Tuttavia, fintanto che non sia completamente
sciolto, può conservare
nel suo linguaggio qualche traccia del carattere della
fanciullezza”.
Osservazione. - L’influenza
corporea, che si fa sentire più o meno
lungamente sullo spirito del fanciullo, si fa egualmente
notare su quelli che
morirono in uno stato di pazzia. Lo spirito per se stesso
non è pazzo, ma si sa
che certi spiriti credono durante qualche tempo di essere
ancora di questo
mondo. Non è dunque da meravigliarsi che lo spirito del
pazzo risenta ancora
degli ostacoli che durante la vita si opponevano alla sua
libera manifestazione,
268
finché non ne sia completamente sciolto. Questo effetto
varia secondo le cause
della pazzia, poiché vi sono dei pazzi che ricuperano
tutta la lucidità delle loro
idee immediatamente dopo la loro morte.
Evocazione degli animali
36) Si può
evocare lo spirito di un animale?
“Dopo la morte dell’animale, il principio intelligente che
era in lui resta in uno
stato latente; esso è subito utilizzato da alcuni spiriti
incaricati di questo
compito, per animare nuovi esseri, nei quali esso continua
l’opera della sua
elaborazione. Così, nel mondo degli spiriti, non vi sono
spiriti di animali
erranti, ma solamente spiriti umani. Ciò risponde alla
vostra domanda”.
- Come è
stato possibile che alcune persone, avendo evocato animali, ne
hanno ottenuto risposta?
“Evocate una roccia, ed essa vi risponderà. Vi è sempre
una quantità di spiriti
pronti a prendere la parola per tutti”.
Osservazione. - E’
per la stessa ragione che, qualora si evocasse un mito od
un personaggio allegorico, egli risponderebbe, vale a dire
che qualcuno
risponderebbe per lui, e lo spirito che si presenterebbe
ne prenderebbe il
carattere e le maniere. Qualcuno ebbe un giorno l’idea di
evocare Tartufo, e
Tartufo venne subito. Anzi, egli parlò d’Orgone, d’Elmira,
di Damis e di
Valerio, di cui diede notizie; e quanto a lui, egli
contraffece Tartufo con tale
abilissima arte, come se Tartufo fosse stato un
personaggio reale. Egli ci disse,
più tardi, di essere lo spirito di un attore che aveva
sostenuto questa parte. Gli
spiriti leggieri approfittano sempre dell’inesperienza
degli interroganti; ma si
guardano bene dal rivolgersi a quelli che essi conoscono
abbastanza illuminati
per scoprire le loro imposture, e che non presterebbero
punto fede alle loro
fandonie. La stessa cosa accade fra gli uomini. Un signore
aveva nel suo
giardino un nido di cardellini, ai quali pigliava grande
interesse. Un giorno il
nido disparve; essendosi assicurato che nessuno di casa
sua era colpevole del
delitto, ed essendo medium egli stesso, ebbe l’idea di
evocare la madre degli
uccellini; essa venne e gli disse in ottimo francese: “Non
accusare alcuno e
rassicurati circa la sorte dei miei piccini; è il gatto
che nel saltare ha
rovesciato il nido; lo troverai sotto l’erba, unitamente
agli uccelli che non
furono mangiati”. Verificata la cosa, fu trovata esatta.
Dobbiamo forse
269
concludere che la risposta fu dell’uccello? No,
certamente; ma che fu
semplicemente di uno spirito il quale conosceva
l’avvenimento. Ciò prova
quanto convenga diffidare delle apparenze e come sia
giusta la risposta:
“Evocate una roccia e vi risponderà”. (Vedi più sopra
il capitolo della
Medianità negli animali, n. 234).
284 - Evocazione delle persone viventi
37) L’incarnazione
dello spirito può forse essere un ostacolo assoluto alla
sua evocazione?
“No, ma bisogna che lo stato del corpo permetta allo spirito
di allontanarsi in
quel dato momento. Lo spirito incarnato viene tanto più
facilmente, quanto
più è di ordine elevato il mondo in cui si trova, perché i
corpi vi sono meno
materiali”.
38) Si può
evocare lo spirito di una persona vivente?
“Sì, poiché si può evocare uno spirito incarnato.
“Lo spirito di un vivente può anche nei suoi momenti di
libertà presentarsi
senza essere evocato;
ciò dipende dalla sua simpatia verso le persone alle
quali si comunica”. (Vedi n. 116, Storia dell’uomo
dalla tabacchiera).
39) In
quale stato è il corpo della persona il cui spirito è evocato?
“Egli dorme o sonnecchia; è allora che lo spirito è
libero”.
- Potrebbe
il corpo svegliarsi durante il tempo in cui è assente lo spirito?
“No; lo spirito è costretto a rientrare al suo posto;
se in questo momento si
intrattiene con voi, egli vi lascia, e spesso ve ne dice
il motivo”.
40) Come
mai lo spirito assente dal corpo è avvertito della necessità della
sua presenza?
“Lo spirito di un corpo vivente non è mai completamente
separato; a
qualunque distanza si trasporti, egli vi resta attaccato
per mezzo di un legame
fluidico, il quale serve a richiamarvelo, quando ciò è
necessario; questo
legame è rotto soltanto dalla morte”.
Osservazione. - Questo
legame fluidico fu veduto spesso da medium
veggenti. E’ una specie di striscia, o traccia
fosforescente, che si perde nello
spazio e nella direzione del corpo. Certi spiriti hanno
detto che da ciò
270
riconoscono quelli che sono ancora legati al mondo
corporeo.
41) Che
cosa succederebbe se durante il sonno e nella lontananza dello
spirito il corpo fosse mortalmente ferito?
“Lo spirito sarebbe avvertito e rientrerebbe prima che la
morte fosse
consumata”.
- Non
potrebbe, in questo caso, accadere che il corpo morisse nell’assenza
dello spirito, e che questo al suo ritorno non vi potesse
rientrare?
“No; questa cosa sarebbe contraria alla legge che regge
l’unione dell’anima e
del corpo”.
- Ma se
il colpo fosse stato improvviso?
“Lo spirito sarebbe stato prevenuto prima che il colpo
mortale fosse dato”.
Osservazione. - Lo
spirito di un vivente, interrogato su questo fatto,
rispose: “Se il corpo potesse morire nell’assenza dello
spirito, sarebbe un
mezzo troppo comodo per commettere dei suicidi ipocriti”.
42) Lo
spirito di una persona evocata durante il sonno è tanto libero di
comunicare come quello di una persona morta?
“No; la materia ha sempre più o meno influenza su di
esso”.
Osservazione. - Una
persona in questo stato, a cui qualcuno rivolgeva
questa domanda, rispose: “Sono sempre incatenato alla
palla da cannone
(boulet) che io
trascino dietro di me”.
- In
questo stato, lo spirito potrebbe essere impedito di venire perché si trova
in un altro luogo?
“Sì; può accadere che lo spirito sia in un luogo ove si
compiace di restare, ed
allora egli non viene alla evocazione, soprattutto quando
è fatta da qualcuno
che non lo interessa”.
43) E’
assolutamente impossibile evocare lo spirito di una persona sveglia?
“Quantunque difficile, ciò non è assolutamente
impossibile, poiché se
271
l’evocazione arriva efficace, può darsi che la persona si
addormenti; ma lo
spirito non può comunicare, come spirito, se non nei
momenti in cui la sua
presenza non è necessaria all’attività intelligente del
corpo”.
Osservazione. - “L’esperienza
ci prova che l’evocazione fatta durante lo
stato di veglia può provocare il sonno od almeno un
assopimento che si
approssima al sonno, ma questo effetto non può aver luogo
se non per mezzo
d’una volontà molto energica, e se esistono legami di
simpatia fra i due
individui; altrimenti, l’evocazione non ha efficacia. Nel
caso stesso in cui
l’evocazione potesse provocare il sonno, se il momento è
inopportuno, la
persona non volendo dormire opporrà resistenza, e se
soccombe, il suo spirito
ne sarà turbato e risponderà difficilmente. Da ciò risulta
che il momento più
favorevole per l’evocazione di una persona viva è quello
del suo sonno
naturale, poiché il suo spirito, essendo libero, può
venire verso colui che lo
chiama, nello stesso modo che potrebbe andare altrove.
Allorché l’evocazione
è fatta con il consenso della persona, e questa cerca di
addormentarsi con
questo scopo, può accadere che questa preoccupazione
ritardi il sonno e turbi
lo spirito, questo è il motivo per cui il sonno naturale è
da scegliersi di
preferenza”.
44) Una
persona vivente che venga evocata, ha coscienza della evocazione
al suo risveglio?
“No; voi stessi siete evocati più spesso di quello che
pensiate. Il suo spirito
solo lo sa, e può qualche volta lasciargliene una
impressione vaga, come
quella di un sogno”.
- Chi può
evocarci se noi siamo esseri oscuri?
“In altre esistenze voi potete essere state persone
conosciute in questo mondo
o in altri; e poi, possono evocarvi i vostri parenti e i
vostri amici che sono in
questo mondo o in altri. Supponiamo che il tuo spirito abbia
animato il corpo
di un’altra persona; ebbene, quando questa persona
evocherà suo padre, è il
tuo spirito che sarà evocato e che dovrà rispondere”.
45) Lo
spirito evocato di una persona vivente, risponde come spirito, o con
le idee dello stato di veglia?
“Ciò dipende dalla sua elevazione, ma egli giudica, in
ogni caso, più
sanamente ed ha minori pregiudizi, assolutamente come i
sonnambuli; questo
infatti è uno stato quasi simile al sonnambulismo”.
46) Se lo
spirito di un sonnambulo in stato di sonno magnetico fosse
272
evocato, sarebbe più lucido di quello di tutt’altra
persona?
“Egli risponderebbe senza dubbio più facilmente perché è
più sciolto; tutto
dipende dal grado di indipendenza dello spirito e del
corpo”.
- Lo
spirito d’un sonnambulo potrebbe rispondere ad una persona che
l’evocasse da lontano nello stesso tempo in cui risponde
verbalmente ad
un’altra?
“La facoltà di comunicare simultaneamente in due punti
differenti appartiene
soltanto agli spiriti completamente sciolti dalla
materia”.
47) Si
potrebbero modificare le idee di una persona allo stato di veglia, con
l’agire sopra il suo spirito durante il sonno?
“Sì, qualche volta: lo spirito, non essendo più collegato
alla materia con
legami così intimi, è più accessibile alle impressioni
morali; e queste
impressioni possono influire sulla sua maniera di vedere
nello stato ordinario.
Per sfortuna, però, avviene spesso che, allo svegliarsi,
la natura corporea
prenda il sopravvento e gli faccia dimenticare le buone
risoluzioni che ha
potuto prendere”.
48) E’
libero lo spirito di una persona vivente, di dire o di non dire ciò che
vuole?
“Egli ha le sue facoltà di spirito, ed in conseguenza il
suo libero arbitrio, e
poiché ha maggiore perspicacia, è ancora più circospetto
di quanto lo sia nello
stato di veglia”.
49) Si
potrebbe, nell’evocare una persona, obbligarla a dire quello che
vorrebbe tacere?
“Ho detto che lo spirito ha il suo libero arbitrio; ma può
succedere che, nella
sua qualità di spirito, attribuisca minor importanza a
certe cose, che non nello
stato ordinario; la sua coscienza può parlare più
liberamente. D’altra parte, se
essa non vuol parlare, può sempre sfuggire alle
importunità andandosene,
poiché non si può trattenere il suo spirito, come si
tratterrebbe il suo corpo”.
50) Non
potrebbe lo spirito di una persona vivente essere costretto da un
altro spirito a venire ed a parlare, come avviene per gli
spiriti erranti?
“Fra gli spiriti, siano essi morti o viventi, non vi è
supremazia che per la
superiorità morale, e voi dovete ben credere che uno
spirito superiore non
presterebbe mai il suo appoggio ad una vile
indiscrezione”.
Osservazione. - Questo
abuso di confidenza sarebbe infatti una cattiva
azione, ma che non potrebbe avere alcun risultato, poiché
non si può
273
strappare un segreto che lo spirito volesse tacere, a meno
che, dominato da un
sentimento di giustizia, non confessasse quello che
tacerebbe in altre
circostanze. Una persona volle sapere con questo mezzo da
uno dei suoi
parenti se il testamento di quest’ultimo fosse in suo favore.
Lo spirito rispose:
“Sì, cara nipote, e ne avrete ben presto la prova”. La
cosa era infatti reale, ma
pochi giorni dopo il parente distrusse il suo testamento
ed ebbe la malizia di
farlo sapere alla nipote, senza tuttavia che egli sapesse
di essere stato evocato.
Un sentimento istintivo lo portò senza dubbio ad eseguire
la risoluzione che il
suo spirito aveva preso dopo la domanda che gli fu fatta.
E’ una vigliaccheria il
domandare allo spirito di un morto o di un vivo, quello
che non si oserebbe
domandare alla sua persona, e questa vigliaccheria non ha
nemmeno per
compenso il risultato che da ciò si vuole ricavare.
51) Si può
evocare uno spirito il cui corpo è ancora nel seno della madre?
“No; voi sapete bene che in questo tempo lo spirito è in
un turbamento
completo”.
Osservazione. - L’incarnazione
non ha luogo definitivamente che al
momento in cui il bambino respira; ma dal momento della
concezione, lo
spirito designato per animarlo è preso da un turbamento
che aumenta
all’avvicinarsi della nascita e gli toglie la coscienza di
se stesso, ed in
conseguenza la facoltà di rispondere (vedi Il Libro
degli Spiriti: Ritorno
alla vita corporea; Unione dell’anima con il corpo, n. 344).
52) Uno
spirito ingannatore potrebbe egli prendere il posto dello spirito
d’una persona vivente che si evocasse?
“Senza dubbio, e succede anzi molto spesso, soprattutto
quando l’intenzione
dell’evocatore non è pura. Del resto, l’evocazione delle
persone viventi ha
soltanto interesse come studio psicologico; è necessario
astenersene ogni
qualvolta non può avere un risultato istruttivo”.
Osservazione. - Se
l’evocazione degli spiriti erranti non è sempre efficace,
per servirci della loro espressione, ciò è molto più
frequente per quelli che
sono incarnati; allora soprattutto gli spiriti ingannatori
prendono il loro
posto.
274
53) L’evocazione
di una persona vivente presenta qualche inconveniente?
“Essa non è sempre senza pericolo; ciò dipende dalla
posizione della persona,
poiché, se è ammalata, si possono aumentare le sue
sofferenze”.
54) Quali
sono i casi in cui l’evocazione di una persona vivente può avere
maggiori inconvenienti?
“Conviene astenersi dall’evocare i fanciulli d’età troppo
tenera, le persone
gravemente malate ed i vecchi infermi; in una parola, essa
può cagionare degli
inconvenienti tutte le volte che il corpo è molto
indebolito”.
Osservazione. - La
repentina sospensione delle facoltà intellettuali durante
lo stato di veglia, potrebbe anche presentare il pericolo
che la persona si
trovasse in questo momento ad avere bisogno di tutta la
sua presenza di
spirito.
55) Durante
l’evocazione di una persona vivente, il suo corpo prova
stanchezza in seguito al lavoro a cui si dedica lo
spirito, quantunque
assente?
Una persona in questo stato, che pretendeva che il suo
corpo soffrisse
stanchezza, rispose a questa domanda:
“Il mio spirito è come un pallone frenato attaccato ad un
palo; il mio corpo è il
palo che è scrollato dalle stesse scosse del pallone”.
56) Poiché
l’evocazione delle persone viventi può avere degli inconvenienti
quando è fatta senza precauzione, il pericolo non esiste
qualora si evocasse
uno spirito di cui si conosce l’incarnazione, e che
potrebbe trovarsi in
condizioni sfavorevoli?
“No, le circostanze non sono le stesse; verrà soltanto se
è in posizione di
venire; e d’altra parte, non vi ho forse detto di
domandare, prima di fare
un’evocazione, se essa è possibile?”
57) Allorché
noi proviamo, nei momenti più inopportuni, una irresistibile
voglia di dormire, potrebbe ciò provenire dal fatto che
noi siamo evocati in
qualche luogo?
“Ciò può senza dubbio accadere, ma il più delle volte è un
effetto puramente
fisico, sia che il corpo abbia bisogno di riposo, sia che
lo spirito abbia bisogno
della sua libertà”.
275
Osservazione. - Una
signora di nostra conoscenza, essendo medium, ebbe
un giorno l’idea di evocare lo spirito del suo piccolo
nipote che dormiva nella
stessa camera. L’identità fu constatata dal linguaggio,
dalle espressioni
familiari del fanciullo e dal racconto esattissimo di
molte cose che gli erano
successe nella sua pensione; ma una circostanza venne a
confermarla. Tutto
ad un tratto, la mano della medium si ferma nel bel mezzo
di una frase, senza
che sia possibile ottenere nulla di più; in quello stesso
momento, il fanciullo,
mezzo svegliato, fece diversi movimenti nel suo letto;
qualche istante dopo,
essendosi riaddormentato, la mano della medium si mosse
nuovamente,
continuando il colloquio interrotto. L’evocazione delle
persone viventi, fatta
in buone condizioni, prova nella maniera più incontestabile
l’azione distinta
dello spirito e del corpo, ed in conseguenza l’esistenza
di un principio
intelligente, indipendente dalla materia (vedi nella Revue
Spirite, 1860,
pagg. 11 e 81, molti esempi notevoli di evocazione di
persone viventi).
285 - Telegrafia umana (telepatia)
58) Due
individui, evocandosi reciprocamente, potrebbero trasmettere i
loro pensieri e corrispondere?
“Sì, e questa «telegrafia umana» sarà un giorno un
mezzo
universale di corrispondenza”.
- Perché
non potrebbe essere praticata fin da oggi?
“Essa lo è per alcuni, ma non per tutti; è necessario che
gli uomini si
purifichino affinché
il loro spirito si sciolga dalla materia, e questo è anche
una ragione per fare l’evocazione in nome di Dio. Finora
essa è circoscritta
alle anime elette e smaterializzate, il che si riscontra
raramente nello stato
attuale degli abitanti della terra.
276
26 - DOMANDE CHE SI POSSONO FARE AGLI SPIRITI
Osservazioni preliminari - Domande simpatiche o
antipatiche agli spiriti -
Domande sull’avvenire - Sulle esistenze passate e future -
Sugli interessi
morali e materiali - Sulla sorte degli spiriti - Sulla
salute - Sulle invenzioni e
scoperte - Sui tesori nascosti - Sugli altri mondi.
Osservazioni preliminari
286 - Ha una importanza
grandissima il modo di presentare le domande, e
più ancora ciò che riguarda la natura delle domande
stesse. Due cose sono da
considerarsi in quelle che si dirigono agli spiriti: la
forma e la sostanza.
Riguardo alla forma, esse debbono essere redatte con
chiarezza e precisione
evitando le domande complesse. Ma vi è un altro punto non
meno
importante, ed è la regola che deve presiedere al loro
ordinamento. Allorché
un soggetto richiede una serie di domande, è essenziale
che esse siano
concatenate con metodo, in modo che derivino naturalmente
le une dalle
altre. Gli spiriti rispondono a queste molto più
facilmente e più chiaramente
che non quando sono fatte a caso, passando senza
transizione da un soggetto
ad un altro. Per questa ragione, è sempre utilissimo
prepararle
anticipatamente salvo intercalarvi, seduta stante, quelle
che sono richieste
dalle circostanze. Oltre alla redazione, che deve essere
migliore, essendo fatta
a mente riposata, questo lavoro preparatorio è, come
abbiamo già detto, una
specie di evocazione anticipata, alla quale lo spirito può
avere assistito ed
essersi disposto a rispondere. Si osserverà che spesso lo
spirito risponde in
anticipazione a certe domande, il che prova che già le
conosceva.
La sostanza della domanda richiede un’attenzione ancora
più seria, poiché la
risposta, giusta o falsa, è provocata dalla natura della
domanda; ve ne sono di
quelle sulle quali gli spiriti non possono e non debbono
rispondere, per motivi
a noi sconosciuti; è dunque del tutto inutile insistere;
ma ciò che soprattutto
si deve evitare, sono le domande fatte allo scopo di
mettere alla prova la loro
perspicacia. Quando una cosa esiste, si dice, essi debbono
conoscerla. Ora è
precisamente perché la cosa è da voi conosciuta, o che voi
avete i mezzi di
verificarla, che essi non si danno la pena di rispondere.
Questo sospetto li
urta, e non si ottiene da loro nulla di soddisfacente. Non
ne abbiamo
continuamente esempi fra noi? Uomini superiori, e che
hanno la coscienza del
277
loro valore, si divertirebbero forse a rispondere a tutte
le sciocche domande
che tendessero a sottometterli ad un esame come se fossero
scolari? Il
desiderio di fare un nuovo adepto di tale o tal altra
persona non è per gli
spiriti un motivo di soddisfare una vana curiosità; essi
sanno che la
convinzione presto o tardi si farà strada, ed i mezzi che
impiegano per
portarla a maturità non sono sempre quelli da noi pensati.
Supponete un uomo grave occupato in cose utili e serie,
incessantemente
tormentato dalle domande puerili di un fanciullo, e voi
avrete un’idea di ciò
che debbono pensare gli spiriti superiori di quelle
sciocchezze che loro si
fanno sentire. Ciò non vuol dire che non si possano
ottenere utili ragguagli e
soprattutto eccellenti consigli dagli stessi spiriti; ma
essi rispondono più o
meno bene, secondo le cognizioni che essi stessi
posseggono, l’interesse che
meritiamo da parte loro, e l’affetto che ci portano; ed
infine secondo
l’importanza dello scopo che ci proponiamo e l’utilità che
essi vedono nella
cosa; ma se tutto il nostro pensiero si limita a crederli
più atti che non altri a
ragguagliarci utilmente sopra le cose di questo mondo,
essi non possono avere
per noi una profonda simpatia; ed in conseguenza fanno
delle brevissime
apparizioni; e, secondo il grado della loro imperfezione,
dimostrano spesso il
loro cattivo umore per essere stati inutilmente
disturbati.
287 - Certe persone
immaginano che sia preferibile astenersi dal fare
domande, e che conviene aspettare l’insegnamento degli
spiriti senza
provocarlo. Questo è un errore. Gli spiriti danno senza fallo
istruzioni
spontanee di altissima portata, e che si avrebbe torto di
trascurare; ma vi sono
spiegazioni che si aspetterebbero spesso lungo tempo, se
non fossero
provocate. Senza le domande che abbiamo proposte, il Libro
degli Spiriti ed il
Libro dei Medium si dovrebbero ancora incominciare, od
almeno sarebbero
molto meno completi; ed una quantità di problemi di una
grande importanza
non sarebbero ancora risolti. Le domande, ben lungi
dall’avere il minimo
inconveniente, sono utilissime dal punto di vista
dell’istruzione, quando si sa
tenerle nei limiti voluti. Esse hanno ancora un altro
vantaggio, quello cioè di
aiutare a smascherare gli spiriti ingannatori, i quali,
essendo più vani che
sapienti, subiscono raramente a loro vantaggio la prova di
domande fatte con
logica serrata, con le quali si vedono respinti nei loro
ultimi trinceramenti. Al
contrario, gli spiriti veramente superiori nulla hanno da
temere da un simile
sindacato, e sono essi i primi a provocare spiegazioni sui
punti oscuri. Gli
altri, al contrario, temendo di impegnarsi con un
avversario più forte, hanno
grande cura di evitare spiegazioni, e per questo
raccomandano in generale ai
medium che essi vogliono dominare ed ai quali vogliono far
accettare le loro
utopie, di astenersi da ogni controversia circa i loro
insegnamenti.
278
Se si è capito per bene quello che abbiamo detto fin qui,
ognuno può già farsi
un’idea dei limiti in cui conviene contenere le domande
che si possono
indirizzare agli spiriti; tuttavia, per maggior certezza,
diamo qui appresso le
risposte, che ci furono date ai principali argomenti, sui
quali le persone poco
sperimentate sono generalmente disposte a formulare le
loro domande.
288 - Domande simpatiche o antipatiche agli spiriti
1) Rispondono
gli spiriti volentieri alle domande, che vengono loro rivolte?
“Secondo le domande. Gli spiriti seri rispondono sempre
con piacere a quelle
che hanno per scopo il bene ed i mezzi di farvi avanzare.
Non ascoltano le
domande futili”.
2) Basta
che una domanda sia seria per ottenere una risposta seria?
“No, ciò dipende dallo spirito che risponde”.
- Ma una
domanda seria non allontana forse gli spiriti leggieri?
“Non è la domanda che allontana gli spiriti leggieri: è
il carattere di colui
che la fa”.
3) Quali
sono le domande particolarmente antipatiche ai buoni spiriti?
“Tutte quelle che sono inutili e che sono fatte per lo
scopo di curiosità e di
prova; allora non vi rispondono e si allontanano”.
- Vi sono
domande che riescano antipatiche agli spiriti imperfetti?
“Non vi sono che quelle che possono far scoprire la loro
ignoranza o la loro
frode quando cercano di ingannare; altrimenti, essi
rispondono a tutto senza
preoccuparsi della verità”.
4) Che
cosa pensare delle persone che nelle comunicazioni spiritiche non
vedono che una distrazione ed un passatempo, od un mezzo
di ottenere
rivelazioni sopra ciò che le interessa?
“Queste persone piacciono molto agli spiriti inferiori, i
quali vogliono al par di
loro divertirsi, e sono per di più contenti quando
riescono a mistificarle”.
5) Allorché
gli spiriti non rispondono a certe domande è per un effetto della
loro volontà, oppure perché una potenza superiore si
oppone a certe
rivelazioni?
“L’una cosa e l’altra; vi sono cose che non possono essere
rivelate, ed altre che
279
lo spirito stesso non conosce”.
- Qualora
si insistesse energicamente, lo spirito finirebbe per rispondere?
“No; lo spirito che non vuole rispondere ha sempre la
facilità di andarsene.
Ecco perché è necessario aspettare, quando vi si dice di
farlo, e soprattutto di
non ostinarvi a volerci far rispondere. Insistere per
avere una risposta che non
vi si vuol dare è un mezzo certo di essere ingannati”.
6) Gli spiriti hanno
tutti la stessa attitudine per capire le domande che
vengono poste loro?
“Tutt’altro; gli spiriti inferiori sono incapaci di capire
certe domande, il che
non impedisce loro di rispondere bene o male, come avviene
fra voi”.
Osservazione. - In
certi casi, e quando è utile, accade frequentemente, che
uno spirito più illuminato venga in aiuto allo spirito
ignorante e gli suggerisca
quello che deve dire. Ciò si riconosci facilmente dal
contrasto di certe risposte,
ed inoltre perché lo spirito lo ammette egli stesso. Ciò
avviene soltanto per gli
spiriti ignoranti in buona fede, ma mai per quelli che
fanno pompa di un falso
sapere.
289 - Domande sull’avvenire
7) Possono
gli spiriti farci conoscere l’avvenire?
“Se l’uomo conoscesse l’avvenire trascurerebbe il
presente. E anche questo è
un punto sul quale voi insistete sempre per avere una
risposta precisa; è un
gran torto, poiché la manifestazione degli spiriti non è
un mezzo di
divinazione; se volete assolutamente una risposta, vi sarà
data da uno spirito
folletto: noi ve lo ripetiamo ad ogni momento”. (Vedi
Il Libro degli Spiriti:
Conoscenza dell’avvenire, n. 868).
8) Non vi
sono forse talvolta avvenimenti futuri che sono annunziati
spontaneamente e con verità dagli spiriti?
“Può accadere che lo spirito preveda delle cose che
giudica utile far conoscere,
o che ha la missione di far conoscere; ma vi è maggior
motivo di diffidare
degli spiriti ingannatori che si divertono a fare delle
predizioni. Solo l’insieme
delle circostanze può far apprezzare il grado di fiducia
che esse meritano”.
9) Quale è
il genere delle predizioni di cui si deve diffidare di più?
280
“Tutte quelle che non hanno per scopo un’utilità generale.
Le predizioni
personali possono quasi sempre essere considerate come
false”.
10) Che
scopo hanno gli spiriti nell’annunziare spontaneamente
avvenimenti che poi non si realizzano?
“Il più spesso è per divertirsi della credulità, del
timore o della gioia che
provocano: poi essi ridono del disinganno. Queste
predizioni menzognere
hanno tuttavia qualche volta uno scopo più serio, quello
di mettere alla prova
colui a cui sono fatte, per vedere la maniera con la quale
prende la cosa, e la
natura dei sentimenti buoni o cattivi che fa nascere in
lui”.
Osservazione. - Ciò
sarebbe, per esempio, l’annunzio di ciò che può
lusingare la cupidigia o l’ambizione, come la morte d’una
persona, la
prospettiva di un’eredità, eccetera.
11) Perché
gli spiriti seri, allorché fanno presentire un avvenimento, non ne
fissano ordinariamente la data? E’ ciò impotenza o volontà
da parte loro?
“L’una e l’altra; possono, in certi casi, far presentire
un avvenimento: è
allora un avvertimento che vi danno. Quanto a precisarne
l’epoca, spesso essi
non lo devono, e spesso ancora non lo possono, perché essi
stessi non lo
sanno. Lo spirito può prevedere una cosa che avrà luogo,
ma il momento
preciso può dipendere dagli avvenimenti che non sono
ancora compiuti e che
Dio solo conosce. Gli spiriti leggieri, che non si fanno
scrupolo di ingannarvi,
vi indicano i giorni e le ore senza menomamente
preoccuparsi della riuscita.
Ecco perché ogni predizione circostanziata deve
esservi sospetta.
“Ancora una volta, la nostra missione è di farvi
progredire; noi vi aiutiamo il
più che possiamo. Colui che domanda la saggezza agli
spiriti superiori non
sarà mai ingannato; ma non crediate che noi perdiamo il
nostro tempo ad
ascoltare tutte le vostre sciocchezze ed a dirvi la buona
ventura; noi lasciamo
ciò agli spiriti leggieri che se ne divertono, come
farebbero bambini maliziosi.
“La provvidenza ha messo limiti alle rivelazione che
possono essere fatte agli
uomini. Gli spiriti seri mantengono il silenzio su tutto
ciò che è loro interdetto
di far conoscere. Insistendo per avere una risposta, vi
esponete agli scherzi e
alle frodi degli spiriti inferiori, sempre pronti ad
afferrare le occasioni di
tendere tranelli alla vostra credulità”.
Osservazione. - Gli
spiriti vedono o presentono per induzione gli
avvenimenti futuri; essi li vedono compiersi in un tempo
che essi non
281
misurano come noi; per precisarne l’epoca, occorrerebbe
identificarsi con la
nostra maniera di computare la durata, il che essi non
giudicano sempre
necessario; in questo è spesso una causa di errori
apparenti.
12) Non vi
sono forse uomini dotati di una facoltà speciale, che fa loro
intravedere l’avvenire?
“Sì, quelli la cui anima si disimpegna dalla materia,
allora è lo spirito che
vede; e quando ciò può essere utile, Dio permette loro di
rivelare certe cose a
fin di bene; ma molto maggiore è il numero degli impostori
e dei ciarlatani.
Questa facoltà sarà più comune nell’avvenire”.
13) Che
cosa pensare degli spiriti che si compiacciono di predire a qualcuno
la sua morte a giorno e a ora fissa?
“Sono spiriti che amano le facezie di cattivo genere, anzi
di pessimo genere,
che non hanno altro scopo all’infuori di godere della
paura che cagionano.
Non conviene preoccuparsene”.
14) Come
può accadere che certe persone siano avvertite per presentimento
dell’epoca della loro morte?
“Il più delle volte è il loro spirito che lo sa, nei suoi
momenti di libertà, e che
ne conserva una intuizione al suo svegliarsi. E’ perciò
che queste persone
essendovi preparate non se ne spaventano, né se ne
commuovono. Esse non
vedono in questa separazione del corpo e dell’anima se non
un cambiamento
di situazione, o se preferite, con un esempio più volgare,
l’abbandono d’un
abito grossolano, per un abito di seta. Il timore della
morte diminuirà a mano
a mano che si divulgheranno le credenze spiritiche”.
290 - Domande sulle esistenze passate e future
15) Possono
gli spiriti farci conoscere le nostre esistenze passate?
“Dio permette qualche volta che esse siano rivelate,
secondo lo scopo; quando
ciò è per vostra edificazione e vostra istruzione, saranno
vere, ed in questo
caso la rivelazione è sempre fatta spontaneamente ed in
maniera del tutto
imprevista; ma Dio non lo permette mai per soddisfare una
vana curiosità”.
- Perché
certi spiriti non si rifiutano mai a questo genere di rivelazioni?
“Sono spiriti burloni che si divertono alle vostre spalle.
In generale, dovete
282
ritenere come falsa, od almeno sospetta, qualunque
rivelazione di questa
natura, che non abbia uno scopo eminentemente serio ed
utile. Gli spiriti
ingannatori si compiacciono nel lusingare l’amor proprio
con pretese origini.
Vi sono dei medium e dei credenti che accettano per
assoluta verità ciò che è
loro detto su questo punto, e che non vedono affatto come
lo stato attuale del
loro spirito non giustifichi del tutto il rango che
pretendono di avere
occupato; piccola vanità, di cui si divertono gli spiriti
burloni al pari di certi
uomini. Sarebbe più logico e più conforme al cammino
progressivo degli
esseri, che fossero saliti invece di essere discesi, il
che sarebbe per loro più
onorevole.
“Affinché si potesse prestar fede a questo genere di
rivelazioni, converrebbe
che fossero fatte spontaneamente, da diversi medium
estranei gli uni agli
altri, ed ignari di ciò che fosse stato rivelato prima;
allora certamente vi
sarebbe evidente ragione di credere”.
- Se non
si può conoscere la nostra anteriore individualità, dobbiamo
pensare la stessa cosa del genere di esistenza che si
ebbe, della posizione
sociale che si è occupata, delle qualità e dei difetti che
hanno predominato in
noi?
“No, ciò può essere rivelato perché potete trarne profitto
per il vostro
miglioramento; ma d’altra parte studiando il vostro
presente, potete voi stessi
dedurne il vostro passato”. (Vedi Libro degli Spiriti: Oblio
del passato, n.
392).
16) Ci può
essere rivelato qualche cosa sulle nostre esistenze future?
“No; tutto quello che vi diranno certi spiriti su questo
soggetto non può essere
altro che una facezia; e ciò si capisce: la vostra
esistenza futura non può essere
fissata prima, poiché essa sarà quale l’avrete fatta voi
stessi con la vostra
condotta sulla terra, e con le risoluzioni che avrete
prese quando sarete spiriti.
Meno avrete da espiare e tanto più essa sarà felice; ma
sapere dove e come
sarà questa esistenza, ancora una volta, è impossibile,
salvo il caso speciale e
raro degli spiriti che sono sulla terra soltanto per
compiere una missione
importante, poiché allora la loro via è in certa maniera
tracciata
anticipatamente.
291 - Domande sugli interessi morali e materiali
17) Si
possono domandare consigli agli spiriti?
283
“Sì, certamente; i buoni spiriti non rifiutano mai di
aiutare quelli che li
invocano con fede, principalmente in ciò che riguarda
l’anima; ma essi
respingono gli ipocriti, quelli che sembra domandino la
luce e si
compiacciono delle tenebre”.
18) Possono
gli spiriti dare consigli sulle cose di interesse privato?
“Qualche volta, secondo il motivo. Ciò dipende anche da
quelli a cui ci
indirizziamo.
“Gli avvisi concernenti la vita privata sono dati con
maggior esattezza dagli
spiriti familiari, perché essi si legano ad una persona e
si interessano a ciò che
la concerne: essi sono gli amici, i confidenti dei vostri
più segreti pensieri; ma
spesso voi li stancate con domande così insensate, che vi
piantano lì. Sarebbe
tanto assurdo il domandare cose intime agli spiriti che
sono a voi estranei,
quanto il rivolgervi per questo al primo individuo che
incontraste per la
strada.
“Non dovreste mai dimenticare che la puerilità delle domande
è incompatibile
con la superiorità degli spiriti. Conviene anche tener
conto delle qualità dello
spirito familiare, che può essere buono o cattivo, secondo
le sue simpatie per
la persona alla quale egli si lega. Lo spirito familiare
di un uomo cattivo, è un
cattivo spirito, i cui consigli possono essere perniciosi,
ma che si allontana e
cede il posto ad uno spirito migliore, se l’uomo si
migliora egli stesso. I simili
con i propri simili”.
19) Possono
gli spiriti familiari favorire gli interessi materiali con
rivelazioni?
“Lo possono, e lo fanno qualche volta, secondo le
circostanze, ma siate sicuri
che mai i buoni spiriti si prestano a servire la
cupidigia. I cattivi fanno
luccicare ai vostri occhi mille attrattive per stimolarla,
e mistificarvi in seguito
con l’inganno. Sappiate anche che se la vostra prova è di
subire tale o tal altra
vicissitudine, i vostri spiriti protettori possono
aiutarvi a sopportarla con
maggior rassegnazione, e qualche volta addolcirla; ma
nell’interesse stesso del
vostro avvenire, non è permesso ad essi di esentarvene.
Nello stesso modo che
un buon padre non accorda a suo figlio tutto quello che
egli desidera.
Osservazione. - I
nostri spiriti protettori possono, in mille circostanze,
indicarci la via migliore, senza tuttavia condurci per
mano, altrimenti noi
perderemmo ogni iniziativa e non oseremmo fare un passo
senza ricorrere ad
essi, e ciò con pregiudizio del nostro perfezionamento.
Per progredire, l’uomo
ha spesso bisogno di acquistare l’esperienza a sue spese;
è perciò che gli spiriti
savi, mentre ci consigliano, ci abbandonano spesso alle
nostre forze, come
284
farebbe un abile istitutore per i suoi allievi. Nelle
circostanze ordinarie della
vita, ci consigliano con l’ispirazione e ci lasciano così
tutto il merito del bene,
come ci lasciano tutta la responsabilità della cattiva
scelta. Sarebbe un
abusare della condiscendenza degli spiriti familiari, e
farsi un falso concetto
della loro missione, interrogandoli ad ogni istante sulle
cose più volgari, come
fanno certi medium. Ve ne sono di quelli che per un sì o
per un no prendono il
lapis e domandano il parere per l’azione più futile.
Questa mania denota
piccolezza nelle idee, ed è nello stesso tempo presunzione
il credere che uno
spirito sia sempre ai nostri ordini, non abbia altre cose
da fare che occuparsi
di noi e dei nostri piccoli interessi. E’ inoltre un
annichilire il nostro proprio
giudizio e ridursi ad una parte passiva senza profitto per
la vita presente, e
certamente pregiudizievole per l’avanzamento futuro. Se vi
è puerilità ad
interrogare gli spiriti per cose futili, non ve ne è
minore da parte degli spiriti
che vogliono occuparsi spontaneamente di ciò che si può
chiamare il governo
della casa; essi possono essere spiriti buoni, ma
sicuramente sono ancora
molto attaccati alla terra.
20) Se una
persona lascia, morendo, gli affari imbrogliati, è lecito
domandare al suo spirito di aiutarci a sbrogliarsene ed è
possibile anche
interrogarlo sulle sostanze reali che ha lasciato, nel
caso in cui queste
sostanze non fossero abbastanza conosciute, quando ciò sia
nell’interesse
della giustizia?
“Voi dimenticate che la morte è una liberazione dalle
preoccupazioni della
terra; credete voi dunque che lo spirito, felice della sua
libertà, venga
volentieri a riprendere la sua catena, e ad occuparsi di
cose che non lo
riguardano più, per soddisfare la cupidigia dei suoi
eredi, i quali forse si sono
rallegrati della sua morte, nella speranza che essa
sarebbe stata loro proficua?
Voi parlate di giustizia; ma la giustizia è nello smacco
della loro ingordigia; è
il principio delle punizioni che Dio riserva alla loro
avidità dei beni della terra.
D’altronde, gli imbarazzi nei quali lascia talvolta la
morte di una persona,
fanno parte delle prove della vita, e non sta in potere di
alcuno spirito di
evitarvele, giacché esse stanno nei decreti di Dio”.
Osservazione. - Questa
risposta lascerà a mani vuote coloro i quali
immaginano che gli spiriti nulla hanno di meglio da fare,
che servirci come
ausiliari chiaroveggenti, per guidarci non verso il cielo,
ma sopra la terra.
Un’altra considerazione viene all’appoggio di questa
risposta. Se un uomo
lasciò, durante la sua vita, i suoi affari in disordine
per incuria non è
verosimile che dopo la sua morte ne prenda oltre
interesse, giacché deve
285
sentirsi felice di essere liberato dalle cure che gli
cagionavano, e per poco che
egli sia elevato, vi attribuirà ancora meno importanza
come spirito che non
come uomo. Quanto ai beni sconosciuti, che avesse potuto
lasciare, egli non
ha alcuna ragione di interessarsene per gli avidi eredi
che non penserebbero
probabilmente più a lui, se non sperassero di trarne
qualche cosa. E se è
ancora accecato dalle passioni umane, egli può farsi un
maligno piacere del
loro sconcerto. Se, nell’interesse della giustizia e delle
persone che ama, uno
spirito giudica utile fare rivelazioni o dare indicazioni
di questo genere, egli lo
fa spontaneamente, e non si ha perciò bisogno di essere
medium o di ricorrere
ad un medium; egli farà sorgere circostanze fortuite che
metteranno in chiaro
le cose, ma non lo farà dietro la domanda che gliene viene
fatta, poiché questa
domanda non può cambiare la natura delle prove che si
devono subire; anzi,
sarebbe piuttosto atta ad aggravarle, poiché è sempre un
indizio di cupidigia e
proverebbe per di più allo spirito che ci occupiamo di lui
per interesse (vedi n.
295).
292 - Domande sulla sorte degli spiriti
21) Si
possono chiedere agli spiriti ragguagli sulla loro situazione nel mondo
a noi invisibile?
“Sì, ed essi ne danno volentieri quando la domanda è
dettata dalla simpatia o
dal desiderio di essere utile e non dalla curiosità”.
22) Possono
gli spiriti descrivere la natura delle loro sofferenze o della loro
felicità?
“Perfettamente; e queste rivelazioni sono un grande
insegnamento per voi,
poiché vi iniziano alla vera natura delle pene e delle
ricompense future;
distruggendo le idee false che voi vi fate a questo
riguardo, esse tendono a
rianimare la fede e la vostra confidenza nella bontà di
Dio. I buoni spiriti sono
felici di descrivervi la felicità degli eletti; i cattivi
possono essere costretti a
descrivere i loro patimenti allo scopo di provocare in
essi il pentimento; essi vi
trovano anche qualche volta una specie di sollievo; è
l’infelice che sfoga il suo
lamento, nella speranza di trovare compassione.
“Non dimenticate che lo scopo essenziale, esclusivo, dello
spiritismo, è il
vostro miglioramento, ed affinché possiate raggiungerlo, è
permesso agli
spiriti di iniziarvi alla vita futura, offrendovi degli
esempi di cui potrete
approfittare. Più vi identificherete con il mondo che vi
aspetta, meno
rimpiangerete quello in cui siete presentemente. Questo è,
in sostanza, lo
286
scopo attuale della rivelazione”.
23) Evocando
una persona la cui sorte ci è sconosciuta, si può sapere da lei
se esiste ancora?
“Sì, qualora l’incertezza della sua morte non sia una
necessità, od una prova
per quelli che hanno interesse a saperlo”.
- Se essa
è morta, può forse far conoscere le circostanze della sua morte, in
maniera da poterla verificare?
“Se essa vi attribuisce qualche importanza, lo farà,
altrimenti se ne prenderà
poco fastidio”.
Osservazione. - L’esperienza
prova che in questo caso lo spirito non è
affatto eccitato dai motivi di interesse che si può avere
di conoscere le
circostanze della sua morte; se ha piacere di rivelarli,
lo fa da se stesso, sia per
via medianica, sia per quella delle visioni od
apparizioni, e allora può dare le
più precise indicazioni; nel caso contrario, uno spirito
mistificatore può
perfettamente ingannare e divertirsi a provocare ricerche
inutili. Accade
frequentemente che la sparizione di una persona, la cui
morte non può essere
ufficialmente constatata, apporti degli imbarazzi agli
affari di famiglia. Non è
che in casi rarissimi ed eccezionali che noi abbiamo visto
gli spiriti mettere
sulla strada della verità dopo la domanda che loro era
stata rivolta. Se
volessero farlo, lo potrebbero senza dubbio, ma spesso ciò
non è loro
permesso, se gli imbarazzi sono prove per quelli che
fossero interessati a
liberarsene. E’ dunque una speranza chimerica il tentare
con questo mezzo il
recupero di una eredità, di cui il più positivo è il
denaro che si spende a
quest’uopo. Non mancano spiriti disposti a lusingare
simili speranze e che
non si fanno scrupolo alcuno di indurre a certi passi, di
cui si è spesso felici di
esserne liberati, con un po’ di ridicolo.
293 - Domande circa la salute
24) Possono
gli spiriti dare dei consigli sulla salute?
“La salute è una condizione necessaria per il lavoro che
si deve compiere sulla
terra, perciò essi se ne occupano volentieri; ma poiché
fra di loro vi sono degli
ignoranti e dei sapienti, non conviene per questo, come
per qualsiasi altra
cosa, indirizzarsi al primo venuto”.
287
25) Indirizzandosi
allo spirito di una celebrità medica si è più certi
d’ottenere un buon consiglio?
“Le celebrità terrestri non sono infallibili ed hanno
spesso idee sistematiche,
che non sono sempre giuste, e dalle quali la morte non li
libera subito. La
scienza terrestre è ben poca cosa di fronte alla scienza
celeste. Soltanto gli
spiriti superiori hanno quest’ultima scienza; senza avere
nomi da voi
conosciuti, essi possono saperne molto più dei vostri
scienziati in ogni cosa.
La sola scienza non forma gli spiriti superiori, e voi
sareste molto meravigliati
del posto che alcuni scienziati occupano fra noi. Lo
spirito di uno scienziato
può dunque non saperne di più di quanto sapeva sulla
terra, se non ha
progredito come spirito”.
26) Lo
scienziato diventato spirito riconosce i suoi errori scientifici ?
“Se è giunto ad un grado abbastanza elevato per essere
sbarazzato della sua
vanità e capire che il suo sviluppo non è compiuto, egli
li riconosce e li
confessa senza rossore; ma se non è abbastanza
smaterializzato, può
conservare alcuni dei pregiudizi di cui era imbevuto sulla
terra”.
27) Potrebbe
un medico, evocando quelli fra i suoi malati che sono morti,
ottenerne chiarimenti sulla causa della loro morte,
conoscere gli sbagli che
ha potuto commettere nella cura ed acquistare così un
aumento di
esperienze?
“Lo può, e ciò gli sarebbe utilissimo, soprattutto qualora
si facesse assistere da
spiriti illuminati che supplirebbero alla mancanza di
cognizioni in certi
malati. Ma converrebbe che facesse questo studio in modo
serio, assiduo, per
uno scopo umanitario, e non come mezzo di acquistare,
senza fatica, sapere e
fortuna”.
294 - Domande sulle Invenzioni e sulle scoperte
28) Possono
gli spiriti guidare nelle ricerche scientifiche e nelle scoperte?
“La scienza è l’opera del genio; essa non deve acquistarsi
che con il lavoro,
poiché soltanto per mezzo del lavoro l’uomo avanza nella
sua vita. Che merito
avrebbe egli se gli bastasse interrogare gli spiriti per
sapere tutto? Qualunque
imbecille potrebbe diventare scienziato a questo prezzo.
Lo stesso dicasi delle
invenzioni e delle scoperte dell’industria. Ed un’altra
considerazione è che
ogni cosa deve venire a suo tempo, e quando le idee sono
mature per
riceverla; se l’uomo avesse questo potere, egli
rovescerebbe l’ordine delle
288
cose, facendo spuntare i frutti prima della stagione.
“Dio disse all’uomo: Tu trarrai il tuo nutrimento dalla
terra col
sudore della tua fronte (Gen. III, 17 a 19).
Figura mirabile che dipinge la
condizione nella quale egli si trova qui sulla terra; egli
deve progredire in tutto
per lo sforzo del suo lavoro; se gli si dessero le cose
tutte fatte, a che cosa gli
servirebbe la sua intelligenza? Sarebbe come lo scolaro al
quale un altro
facesse il compito di scuola”.
29) Lo
scienziato e l’inventore non sono mai assistiti dagli spiriti nelle loro
ricerche?
“Oh! Questo è ben differente! Allorché il tempo di una
scoperta è giunto, gli
spiriti incaricati di dirigerne il cammino, cercano l’uomo
capace di condurla a
buon fine, e gli ispirano le idee necessarie, in maniera
da lasciargli tutto il
merito, poiché queste idee bisogna che egli le elabori e
le metta in opera. Così
è di tutti i grandi lavori dell’intelligenza umana. Gli
spiriti lasciano ogni uomo
nella sua sfera. Di colui che è capace soltanto di
dissodare la terra non
faranno il depositario dei segreti di Dio, ma sapranno
trarre dall’oscurità
l’uomo capace di secondare i suoi disegni. Non lasciatevi
dunque trascinare
dalla curiosità o dall’ambizione in una strada che non è
lo scopo dello
spiritismo e che finirebbe per condurvi alle più ridicole
mistificazioni”.
Osservazione. - La
conoscenza più illuminata dello spiritismo ha calmato la
febbre delle scoperte, che nel principio qualcuno si era
lusingato di ottenere
con questo mezzo. Si era giunti fino a domandare agli
spiriti delle ricette per
tingere e fare spuntare i capelli, guarire i calli ai
piedi, ecc. Abbiamo visto
molte persone che credettero fatta la loro fortuna e non
hanno raccolto altro
che procedimenti più o meno ridicoli. La stessa cosa
succede allorché si vuole,
con l’aiuto degli spiriti, penetrare i misteri
dell’origine delle cose; certi spiriti
hanno su questi argomenti la loro opinione, che sovente
non vale più di quella
degli uomini e che è cosa prudente accogliere soltanto con
la più grande
riserva.
295 - Domande sui tesori nascosti
30) Possono
gli spiriti far scoprire i tesori nascosti?
“Gli spiriti superiori non si occupano di queste cose; ma
gli spiriti ingannatori
indicano spesso dei tesori che non esistono, o possono
anche farne vedere uno
289
in un luogo, mentre è nel luogo opposto; e ciò ha il suo
scopo, quello, cioè, di
insegnare che la vera fortuna sta nel lavoro. Se la
Provvidenza destina
ricchezze nascoste a qualcuno, egli le troverà
naturalmente; altrimenti no”.
31) Che
cosa pensare della credenza negli spiriti guardiani dei tesori
nascosti?
“Gli spiriti che non sono smaterializzati si attaccano
alle cose materiali. Avari
che hanno nascosto il loro tesoro possono ancora
sorvegliarlo e fargli la
guardia dopo la loro morte, e i timori in cui sono di
vederlo portar via, è uno
dei loro castighi, sino a tanto che essi ne avranno capita
l’inutilità per il loro
uso particolare. Vi sono pure spiriti della terra
incaricati di dirigerne le
trasformazioni interne, dei quali per allegoria si fecero
i guardiani delle
ricchezze naturali.
Osservazione. - La
questione dei tesori nascosti è nella medesima categoria
delle eredità sconosciute; ben pazzo sarebbe colui che
contasse sopra le
pretese rivelazioni che possono essergli fatte dai burloni
del mondo invisibile.
Noi abbiamo detto, che allorquando gli spiriti vogliono o
possono fare simili
rivelazioni, le fanno spontaneamente e non hanno bisogno
per questo di
medium. Eccone un esempio:
Una signora aveva recentemente perduto suo marito dopo
trent’anni di
convivenza in famiglia, e si trovava alla vigilia di
essere espulsa dal suo
domicilio, senza mezzi di fortuna, dai suoi generi, ai
quali ella aveva fatto da
madre. Il suo dispiacere era al sommo, allorché una sera
il marito le apparve,
le disse di seguirlo nel suo studio. Colà giunti, le
mostra il suo scrittoio che era
ancora sotto i suggelli, e per un effetto di seconda vista
gliene fa vedere
l’interno; le indica un cassettino segreto, che ella non
conosceva, e di cui le
spiega il meccanismo; indi soggiunge: “Ho previsto ciò che
ora succede, ed ho
voluto assicurare la tua sorte; in questo cassetto sono le
mie ultime
disposizioni; ti cedo il godimento di questa casa ed una
rendita di...”, e poi
disparve. Il giorno in cui furono tolti i suggelli,
nessuno poté aprire il cassetto,
la signora allora raccontò ciò che le era successo. Ella
lo aprì secondo le
indicazioni di suo marito, e vi trovò il testamento
conforme a quello che le era
stato annunziato.
296 - Domande sopra gli altri mondi
290
32) Quale
grado di fiducia si può avere nelle descrizioni che gli spiriti fanno
dei differenti mondi?
“Ciò dipende dal grado di avanzamento reale degli spiriti
che danno queste
descrizioni; poiché voi capirete che gli spiriti comuni
sono altrettanto incapaci
di ragguagliarvi a questo scopo, quanto lo è un ignorante
del vostro mondo di
descrivervi tutti i paesi della terra. Voi fate spesso su
questi mondi dei quesiti
scientifici che questi spiriti non possono risolvere; se
sono di buona fede, ne
parlano secondo le loro idee personali; se sono spiriti
leggieri si divertono a
darvi descrizioni bizzarre e fantastiche; e ciò tanto più
in quanto questi spiriti
che non sono sprovvisti di immaginazione nell’erraticità
come non lo erano
sulla terra, attingono in questa facoltà il racconto di
molte cose che nulla
hanno di reale. Tuttavia, non crediate alla impossibilità
assoluta di avere
schiarimenti su questi mondi; i buoni spiriti si
compiacciono anche nel
descrivervi quelli che essi abitano, perché ciò possa
servirvi di insegnamento
per rendervi migliori ed impegnarvi a seguire la strada
che vi può colà
condurre; è un mezzo di fissare le vostre idee
sull’avvenire e di non lasciarvi
nel vago”.
- Quale
giudizio si può avere dell’esattezza di queste descrizioni?
“Il miglior giudizio è la concordanza che vi può essere
fra loro; ma ricordatevi
che esse hanno per scopo il vostro miglioramento morale, e
che, per
conseguenza, è sullo stato morale degli abitanti che
potete essere meglio
ragguagliati, e non sullo stato fisico o geologico di
questi globi. Con le vostre
attuali cognizioni voi non potreste nemmeno capirlo;
questo studio non
servirebbe affatto ai vostri interessi qui sulla terra, e
voi avrete ogni possibilità
di farlo quando vi sarete”.
Osservazione. - Le
domande circa la costituzione fisica e gli elementi
astronomici dei mondi rientrano nell’ordine delle ricerche
scientifiche, di cui
gli spiriti non debbono risparmiarci la pena; senza di
ciò, un astronomo
troverebbe comodissimo di adoperarsi in maniera che essi
facessero i suoi
calcoli, ciò che senza dubbio si guarderebbe poi bene dal
confessare. Se con il
mezzo della rivelazione gli spiriti potessero risparmiare
il lavoro d’una
scoperta, è probabile che essi lo farebbero in favore di
quello scienziato
abbastanza modesto da confessarne apertamente la sorgente,
piuttosto che a
profitto degli orgogliosi che li rinnegano, ai quali, al
contrario, essi procurano
spesso degli smacchi d’amor proprio.
291
27 - CONTRADDIZIONI E MISTIFICAZIONI
Contraddizioni
297 - Gli avversari dello
spiritismo non mancano mai di obbiettare che gli
adepti non sono d’accordo fra loro; che non tutti dividono
le stesse credenze;
in una parola, che si contraddicono. Se, dicono essi,
l’insegnamento vi è dato
dagli spiriti, come mai succede che non sia identico? Solo
uno studio serio ed
approfondito della scienza può ridurre questo argomento al
suo giusto valore.
Affrettiamoci a dire subito che queste contraddizioni di
cui alcuni fanno un
grande scalpore, sono in generale più apparenti che reali;
che esse tengono
più spesso alla forma che non alla sostanza della cosa, e
che per conseguenza
sono senza importanza. Le contraddizioni provengono da due
sorgenti: dagli
uomini e dagli spiriti.
298 - Le contraddizioni
di origine umana furono abbastanza spiegate nel
capitolo dei Sistemi, n. 36, al quale rinviamo il
lettore. Ognuno capirà come
in principio, allorché le osservazioni erano ancora
incomplete, siano sorte
opinioni divergenti sulle cause e sulle conseguenze dei
fenomeni spiritici,
opinioni delle quali già caddero i tre quarti davanti ad
uno studio più serio e
più approfondito. Eccetto qualche eccezione, e lasciate in
disparte alcune
persone, che non si scostano facilmente dalle idee che
hanno accarezzate o
generate, si può dire che oggi vi è unità nella immensa
maggioranza degli
spiritisti, almeno per ciò che riguarda i principi
generali, se non in qualche
particolare insignificante
299 - Per capire la causa
ed il valore delle contraddizioni d’origine spiritica,
conviene essersi identificati con la natura del mondo
invisibile ed averlo
studiato sotto tutti i suoi aspetti. A tutta prima, può
meravigliare che gli spiriti
non pensino tutti nello stesso modo, ma ciò non può
sorprendere chiunque si
sia reso conto del numero infinito di gradi che debbono
percorrere prima di
pervenire alla sommità della scala. Il supporre loro un
eguale apprezzamento
delle cose, sarebbe supporli tutti allo stesso livello; il
pensare che essi
debbono tutti vedere giusto, sarebbe ammettere che tutti
sono arrivati alla
perfezione, il che non è, e non può essere, se
consideriamo che essi non sono
altro se non l’umanità spogliata dell’involucro corporeo.
Gli spiriti di tutte le
292
gradazioni potendo manifestarsi, ne risulta che le loro
comunicazioni portano
il suggello della loro ignoranza o del loro sapere, della
loro inferiorità o della
loro superiorità morale. Le istruzioni, che noi abbiamo
date, debbono
condurre a distinguere il vero dal falso, il buono dal
cattivo.
Non conviene dimenticare che fra gli spiriti, come fra gli
uomini, vi sono dei
falsi dotti e dei mezzi scienziati, degli orgogliosi, dei
presuntuosi e dei
sistematici. Nello stesso modo, che solamente agli spiriti
perfetti è dato di
conoscere tutto, vi sono per gli altri, come per noi, dei
misteri, che essi
spiegano alla loro maniera, secondo le loro idee, e circa
i quali essi possono
farsi delle opinioni più o meno giuste, che per l’amor
proprio desiderano far
prevalere, e che amano riprodurre nelle loro comunicazioni
Il torto di qualcuno dei loro interpreti è quello di avere
sposato troppo
leggermente opinioni contrarie al buon senso, e di
essersene fatti editori
responsabili. Così, le contraddizioni di origine spiritica
non hanno altra
sorgente che la diversità nella intelligenza, nelle
cognizioni, nel giudizio e
nella moralità di certi spiriti, che non sono ancora atti
a tutto conoscere ed a
tutto capire (vedi Libro degli Spiriti, Introduzione,
XIII, Conclusione, IX).
300 - A che cosa serve
l’insegnamento degli spiriti, dirà qualcuno, se non ci
offre maggior certezza dell’insegnamento umano? A ciò è
facile la risposta.
Noi non accettiamo con eguale confidenza l’insegnamento di
tutti gli uomini,
e fra due dottrine diamo la preferenza a quella il cui
autore ci pare il più
illuminato, il più capace, il più giudizioso, il meno
accessibile alle passioni.
Così conviene agire anche con gli spiriti. Se nel numero
se ne trovano di quelli
che non sono al disopra dell’umanità, ve ne sono molti che
l’hanno
largamente oltrepassata, e questi possono darci istruzioni
che cercheremmo
invano presso gli uomini più istruiti. Se vogliamo
illuminarci, cerchiamo di
distinguerli dalla turba degli spiriti inferiori, ed a
questa distinzione conduce
la conoscenza approfondita dello spiritismo. Ma anche
queste istruzioni
hanno un limite, perché se non è dato agli spiriti di
saper tutto, a maggior
ragione deve essere la stessa cosa per gli uomini. Vi sono
dunque cose sulle
quali invano si interrogherebbero gli spiriti, sia perché
è loro proibito di
rivelarle, sia perché le ignorano essi stessi e sulle
quali non possono darci che
la loro opinione personale; ora, sono precisamente queste
opinioni personali
che gli spiriti orgogliosi ci danno come verità assolute.
E’ soprattutto su
quanto deve rimanere nascosto, come l’avvenire ed il
principio delle cose, che
essi insistono di più, per darsi l’aria di essere in possesso
dei segreti di Dio;
infatti, è su questi punti che fervono le maggiori
contraddizioni (si veda il
capitolo precedente).
293
301 - Ecco le risposte
date dagli spiriti alle domande seguenti relative alle
contraddizioni:
1) Il
medesimo spirito comunicando a due centri differenti, può trasmettere
sullo stesso argomento risposte contraddittorie?
“Se i due centri differiscono fra loro di opinioni e di
pensieri, la risposta potrà
arrivare loro sotto due diverse forme, poiché essi sono
sotto l’influenza di
differenti gruppi di spiriti; in questo caso, la
contraddizione non sarà nella
risposta, ma nella maniera con la quale essa sarà
trasmessa”.
2) Si
concepisce che una risposta possa essere alterata; ma allorché le
qualità dei medium escludono ogni idea di cattiva
influenza, come può
accadere che spiriti superiori tengano un linguaggio
differente e
contraddittorio sullo stesso argomento, con persone
perfettamente serie?
“Gli spiriti realmente superiori non si contraddicono mai,
ed il loro linguaggio
è sempre lo stesso, con le stesse persone. Esso può
essere differente
secondo le persone ed i luoghi; ma conviene prestarvi
attenzione, poiché
spesso la contraddizione è solo apparente; essa consiste
più nelle parole che
nel pensiero; poiché, riflettendo, si trova che l’idea
fondamentale è la stessa.
Inoltre, il medesimo spirito può rispondere
differentemente sopra la stessa
questione, secondo il grado di perfezione di quelli che lo
evocano, poiché non
è sempre conveniente che tutti abbiano la stessa risposta,
non essendo essi
egualmente avanzati. Succede esattamente, come se un
fanciullo od uno
scienziato ti facessero la stessa domanda; certamente tu
risponderesti all’uno
e all’altro in maniera tale da essere capito e di
soddisfarli; la risposta,
quantunque differente nella forma, avrebbe, d’altra parte,
la stessa sostanza”.
3) Con
quale scopo sembra che spiriti seri vogliano accreditare presso certe
persone idee ed anche pregiudizi che essi stessi
combattono negli altri?
“E’ opportuno che noi facciamo in modo di intenderci bene.
Se qualcuno ha
una convinzione ben ferma su una dottrina, anche falsa,
conviene stornarlo da
questa convinzione, ma a poco a poco; ecco perché noi ci
serviamo sovente dei
suoi termini, ed abbiamo l’aspetto di abbondare nel
senso delle sue idee,
affinché egli non si offuschi tutto in una volta e non
cessi di istruirsi presso di
noi.
“D’altra parte, non è conveniente urtare troppo
bruscamente i pregiudizi;
questo sarebbe il mezzo di non essere ascoltati; ecco
perché gli spiriti parlano
spesso nel senso dell’opinione di quelli che li ascoltano,
onde condurli poco
per volta alla verità. Essi adattano il loro linguaggio
alle persone, come fai tu
294
stesso, se sei abile oratore; è per questo che non
parleranno ad un Cinese o ad
un maomettano, come parlerebbero ad un Francese o ad un
cristiano, poiché
sarebbero sicuri di essere respinti.
“Non si deve prendere per una contraddizione ciò che non è
spesso che una
parte dell’elaborazione della verità. Tutti gli spiriti
hanno il loro compito
segnato da Dio; essi lo compiono nelle condizioni che
giudicano convenienti
per il bene di quelli che ricevono le loro comunicazioni”
4) Le
contraddizioni, anche apparenti, possono gettare dei dubbi nello
spirito di certe persone; quale giudizio si può avere per
conoscere la verità?
“Per sceverare l’errore dalla verità, conviene
approfondire queste risposte e
meditarle lungamente e seriamente; è uno studio completo
da farsi. Ci vuole
tempo per questo, come per studiare ogni altra cosa.
“Studiate, paragonate, approfondite; noi ve lo
diciamo senza posa; la
conoscenza della verità è a questo prezzo. E come volete
voi arrivare alla
verità, quando interpretate tutto secondo le vostre idee
ristrette, che prendete
per grandi idee? Ma il giorno non è lontano in cui
l’insegnamento spiritico
sarà dappertutto uniforme nei particolari, come nelle cose
principali. La
nostra missione è di distruggere l’errore, ma ciò non può
venire che
successivamente”.
5) Vi sono
persone che non hanno né il tempo né l’attitudine necessaria per
uno studio serio ed approfondito, e che accettano senza
esame ciò che si
insegna loro. Non vi è forse per esse qualche
inconveniente ad accreditare
degli errori?
“Pratichino il bene e non facciano del male, questo è
l’essenziale, per ciò non
vi sono due dottrine. Il bene è sempre il bene, sia che lo
facciate in nome di
Allah o di Iehovah, poiché non vi è che uno stesso Dio
nell’universo”.
6) Come
mai spiriti che sembrano sviluppati in intelligenza possono avere
idee evidentemente false su certe cose?
“Essi hanno la loro dottrina. Quelli che non sono
abbastanza avanzati, e che
credono di esserlo, prendono le loro idee per verità. E’
come fra voi”.
7) Che
cosa pensare delle dottrine secondo le quali un solo spirito potrebbe
comunicare, e che questo spirito sarebbe Dio o Gesù?
“Lo spirito che insegna queste cose è uno spirito che
vuole dominare; egli
vuole perciò far credere che è solo; ma l’infelice che osa
prendere il nome di
Dio, espierà duramente il suo orgoglio. Quanto a queste
dottrine, esse si
confutano da sé, poiché sono in contraddizione con i fatti
più accertati e non
meritano un serio esame dal momento che non hanno radici.
295
“La ragione vi dice che il bene procede da una buona
sorgente ed il male da
una cattiva; perché vorreste voi che un buon albero desse
cattivi frutti? Avete
mai colto dei grappoli di uva sopra un melo? La diversità
delle comunicazioni
è la prova più evidente della diversità della loro
origine. D’altronde, gli spiriti
che pretendono di essere i soli a comunicare, dimenticano
di dire perché gli
altri non potrebbero fare altrettanto. La loro pretesa è
la negazione di ciò che
lo spiritismo ha di più bello e di più consolante: cioè i
rapporti del mondo
visibile con il mondo invisibile, degli uomini con gli
esseri che sono loro cari e
che altrimenti sarebbero per essi perduti per sempre. Sono
queste le relazioni
che identificano l’uomo con il suo avvenire, e che lo
staccano dal mondo
materiale: sopprimere queste relazioni, sarebbe rigettarlo
nel dubbio che fa il
suo tormento, sarebbe dare un alimento al suo egoismo.
Esaminando con
cura la dottrina di questi spiriti, vi si riconoscono ad
ogni istante
contraddizioni ingiustificabili, tracce della loro
ignoranza sulle cose più
evidenti, e per conseguenza i segni certi della loro
inferiorità”.
(Lo SPIRITO DI VERITA’)
8) Di
tutte le contraddizioni che si osservano nelle comunicazioni degli
spiriti, una delle più evidenti è quella relativa alla
reincarnazione. Se la
reincarnazione è una necessità della vita spiritica, come
può essere che non
sia insegnata da tutti gli spiriti?
“Non sapete dunque che vi sono spiriti le cui idee sono
limitate al solo
presente, come presso molti uomini della terra? Essi
credono che lo stato in
cui si trovano debba durare per sempre; non vedono al di
là della cerchia delle
loro percezioni e non si preoccupano né di dove vengono né
di dove vanno, e
tuttavia dovranno subire la legge della necessità. La
reincarnazione è per essi
una necessità alla quale non pensano se non quando arriva;
essi sanno che lo
spirito progredisce, ma in quale maniera? Ciò è per essi
un problema. Per cui,
se lo domandate loro, vi parleranno dei sette cieli
sovrapposti come sette
piani, ve ne saranno persino di quelli che vi parleranno
della sfera del fuoco,
della sfera delle stelle, poi della città dei fiori e di
quella degli eletti”.
9) Noi
intendiamo come gli spiriti poco avanzati possano non capire questa
questione; ma, allora, perché mai vi sono spiriti di una
inferiorità morale ed
intellettuale notoria, che parlano spontaneamente delle
loro differenti
esistenze e del loro desiderio di reincarnarsi per
riscattare il loro passato?
“Nel mondo degli spiriti accadono cose tali che per voi
sono assai difficili da
intendere. Non avete pure fra voi individui ignorantissimi
su certe cose, e che
296
sono invece illuminati sopra altre; individui che hanno
più giudizio che
istruzione, ed altri che hanno più spirito che giudizio?
Non sapete voi, inoltre,
che certi spiriti si divertono a mantenere gli uomini
nell’ignoranza di tutto,
mentre fingono di istruirli, e che abusano della facilità
con la quale si presta
fede alle loro parole? Essi possono sedurre quelli che non
vanno al fondo delle
cose, ma quando si stringono con il ragionamento, non
sostengono per lungo
tempo la loro parte.
“Bisogna inoltre tener conto della prudenza che mettono in
generale gli spiriti
nella divulgazione della verità: una luce troppo viva e
troppo improvvisa
abbaglia, ma non rischiara. Essi possono dunque giudicare
utile di spargerla
gradatamente, secondo i tempi, i luoghi e le persone. Mosè
non ha insegnato
tutto quello che ha insegnato il Cristo, ed il Cristo
stesso ha detto molte cose
la cui comprensione era riservata alle generazioni future.
Voi parlate della
reincarnazione e vi meravigliate che questo principio non
sia stato insegnato
in certi luoghi; ma dovete osservare che in un paese, per
esempio, dove i
pregiudizi del colore della pelle regnano sovranamente,
dove la schiavitù è
radicata nei costumi, lo spiritismo sarebbe stato
rigettato per il solo motivo
che insegna la reincarnazione. Infatti, l’idea che il
padrone possa diventare
schiavo, e reciprocamente, sarebbe sembrata mostruosa. Non
era forse meglio
il far accettare a tutta prima il principio generale,
salvo trarne più tardi le
conseguenze? O uomini! Come è corta la vostra vista nel
giudicare i disegni di
Dio! Sappiate dunque che niente si fa senza il suo
permesso e senza uno
scopo, che sovente non potete penetrare. Vi ho detto che
l’unità sarebbe fatta
nella fede spiritica; tenete per certo che si farà; i
dissensi, già meno profondi,
scompariranno poco per volta, a mano a mano che gli uomini
si
illumineranno; essi scompariranno completamente, poiché è
tale la volontà di
Dio, contro la quale l’errore non può prevalere”.
(Lo SPIRIRITO DI VERITA’)
10) Le
dottrine erronee, che possono essere insegnate da certi spiriti, non
hanno per effetto di ritardare il progresso della vera
scienza?
“Voi vorreste aver tutto senza fatica; sappiate che non vi
è campo dove non
crescano cattive erbe, le quali debbono essere estirpate
dal lavoratore. Queste
dottrine erronee sono una conseguenza dell’inferiorità del
vostro mondo; se
gli uomini fossero perfetti, non accetterebbero che il
vero; gli errori sono
come le pietre false, le quali possono essere distinte
soltanto da un occhio
esercitato; voi dunque avete bisogno di un noviziato per
distinguere il vero dal
falso; ebbene, le false dottrine hanno il vantaggio di
esercitarvi a distinguere
297
la verità dall’errore”.
- Quelli
che adottano l’errore non sono in ritardo nel loro avanzamento?
“Se adottano l’errore è perché non sono abbastanza
avanzati per capire la
verità”.
302 - Aspettando
che l’unità si faccia, ciascuno crede di avere la verità per
se stesso, e sostiene essere egli solo nel vero, illusione
che viene mantenuta
dagli spiriti ingannatori. Su che cosa l’uomo imparziale e
disinteressato può
dunque basarsi per un giudizio?
“La luce più pura è quella non oscurata da alcuna nube; il
diamante senza
macchie è quello che ha maggior valore; giudicate dunque
gli spiriti secondo
la purezza del loro insegnamento. L’unità si farà dal lato
in cui il bene non
sarà mai stato mescolato con il male; è da questo lato che
gli uomini si
riuniranno per la forza delle cose, poiché giudicheranno
che ivi sta senza
dubbio la verità. Osservate, d’altronde, che i principi
fondamentali sono
dappertutto gli stessi e debbono unirvi in un pensiero
comune: l’amore di Dio
e la pratica del bene. Qualunque sia dunque il modo di
progredire, che si
suppone debba guidare le anime, lo scopo finale è lo
stesso, ed il mezzo di
conseguirlo è pure lo stesso: fare il bene; ora, non vi
sono che due maniere di
farlo. Qualora si sollevassero dei dissidi essenziali
intorno al principio stesso
della dottrina, voi avete una regola certa per
apprezzarli. Eccovela: la
dottrina migliore è quella che soddisfa meglio il cuore e
la ragione, e che
contiene maggiori elementi per condurre gli uomini al
bene; questa, vi
assicuro, sarà quella che prevarrà”.
(Lo SPIRITO DI VERITA’)
Osservazione. - Le
contraddizioni che si presentano nelle comunicazioni
spiritiche possono provenire dalle seguenti cause:
dall’ignoranza di certi
spiriti; dall’inganno di spiriti inferiori, che per
malizia o cattiveria dicono il
contrario di quello che ha detto altrove lo spirito di cui
usurpano il nome;
dalla volontà dello spirito stesso che parla secondo i
tempi, i luoghi e le
persone, e può giudicare utile di non dire tutto a tutti;
dall’insufficienza del
linguaggio umano per esprimere le cose del mondo
incorporeo;
dall’insufficienza dei mezzi di comunicazione, che non permette
sempre allo
spirito di manifestare tutto il suo pensiero; infine
possono provenire dalla
interpretazione, che ciascuno può dare ad una parola o ad
una spiegazione,
secondo le sue idee, i suoi pregiudizi od il punto di
vista sotto il quale egli
osserva le cose. Lo studio, l’osservazione, l’esperienza e
l’abnegazione di
298
qualunque sentimento di amor proprio, possono solo
insegnare a distinguere
queste diverse gradazioni.
Mistificazioni
303 - Se è sgradevole
essere ingannato, lo è ancora di più essere mistificato:
questo è peraltro uno degli inconvenienti più facili da
evitare. I mezzi per
sventare le astuzie degli spiriti mistificatori si possono
ricavare dalle
precedenti istruzioni; e per ciò noi non ne diremo che
poche cose. Ecco le
risposte degli spiriti a questo proposito:
1) Le
mistificazioni sono uno degli scogli più sgradevoli dello spiritismo
pratico; vi è un mezzo di preservarsene?
“Mi pare che possiate trovare la risposta in tutto quello
che già vi fu
insegnato. Sì, certamente, vi è per questo un mezzo molto
semplice, ed è di
non chiedere allo spiritismo più di quello che può
e deve darvi. Suo scopo
è il miglioramento morale dell’umanità. Fintanto che voi non ve ne
allontanerete, non sarete mai ingannati, poiché non vi
sono due maniere di
capire la vera morale, quella morale che può ammettere
ogni uomo di buon
senso.
“Gli spiriti vengono ad istruirvi e a guidarvi nella
strada del bene, e non in
quella degli onori e della fortuna, o per servire alle
vostre meschine passioni.
Se non si domandasse loro mai nulla di futile o
all’infuori delle loro
attribuzioni, non si darebbe alcun adito agli spiriti
ingannatori; da ciò dovete
concludere che colui il quale è mistificato non ha che
quanto si merita.
“Il compito degli spiriti non è quello di darvi cognizioni
sulle cose di questo
mondo, ma di guidarvi sicuramente in ciò che può esservi
utile per l’altro.
Quando essi vi parlano delle cose di quaggiù, è perché lo
giudicano
necessario, ma non è per la vostra domanda. Quando volete
vedere negli
spiriti degli indovini o degli stregoni, allora sarete
ingannati.
“Se gli uomini non avessero che da rivolgersi agli spiriti
per sapere tutto, non
avrebbero più il loro libero arbitrio, ed uscirebbero
dalla strada tracciata da
Dio per l’umanità. L’uomo deve agire da sé; Dio non invia
gli spiriti per
spianargli la strada materiale della vita terrestre, ma
per aiutarlo a preparare
quella dell’avvenire”.
299
- Vi sono
pertanto degli individui che non chiedono niente, e che sono
indegnamente ingannati da spiriti, i quali vengono
spontaneamente senza
essere chiamati?
“Se essi nulla domandano, si lasciano peraltro
intrattenere, il che è lo stesso.
Se accogliessero con riserva e diffidenza tutto ciò che si
scosta dall’oggetto
essenziale dello spiritismo, gli spiriti leggieri non li
prenderebbero così
facilmente per loro zimbello”.
2) Perché
Dio permette che individui sinceri e che accettano lo spiritismo in
buona fede siano mistificati? Non potrebbe ciò avere
l’inconveniente di
scuotere la loro fede?
“Se ciò scuotesse la loro fede, questo significherebbe che
essa non è
solidissima. Quelli che rinunciassero allo spiritismo per
una semplice
disillusione, proverebbero che non lo intendono e che non
si dedicano alla
parte seria di esso. Dio permette le mistificazioni per
provare la perseveranza
dei veri adepti, e per punire quelli che ne fanno oggetto
di divertimento”.
(Lo SPIRITO DI VERITA’)
Osservazione. - La
scaltrezza degli spiriti mistificatori supera talvolta tutto
ciò che si può immaginare; l’arte con la quale essi piantano
le loro batterie e
combinano i mezzi di persuadere, sarebbe una cosa curiosa,
qualora si
trattasse sempre di innocenti facezie; ma queste
mistificazioni possono avere
conseguenze sgradevoli per quelli che non stanno in
guardia. Noi abbiamo
avuto la fortuna di aprire a tempo gli occhi a molte
persone che hanno voluto
domandarci il nostro parere, risparmiando loro azioni
ridicole e
compromettenti. Fra i mezzi, che impiegano questi spiriti,
mettiamo in prima
linea, perché sono i più frequenti, quelli che hanno lo
scopo di tentare la
cupidigia, come rivelazione di pretesi tesori nascosti,
l’annunzio di eredità od
altre fonti di fortuna, Si debbono inoltre considerare
come sospette senza
esitare, le predizioni ad epoche fisse, come anche tutte
le indicazioni precise
aventi relazione con gli interessi materiali; guardarsi da
ogni passo prescritto
e consigliato dagli spiriti, allorché lo scopo non ne è
eminentemente
razionale; non lasciarsi mai abbagliare dai nomi che
prendono gli spiriti, per
dare un’apparenza di verità alle loro parole; diffidare
delle teorie e dei sistemi
scientifici troppo spinti; infine, di tutto ciò che si
scosta dallo scopo morale
delle manifestazioni. Noi potremmo compilare un volume dei
più attraenti
con la storia di tutte le mistificazioni che sono venute a
nostra conoscenza.
300
28 - CIARLATANESIMO E FRODE
Medium Interessati - Frodi spiritiche.
304 - Dal momento che
tutto può diventare oggetto di speculazione
materiale, nulla vi sarebbe di sorprendente, se anche si
volesse far servire gli
spiriti a questo scopo; resta da sapere come essi
prenderebbero la cosa,
qualora un tale commercio tentasse di introdursi. Diremo
subito che
niente si presterebbe di più al ciarlatanesimo ed alle
frodi che un
simile mestiere. Se si
vedono dei falsi sonnambuli, si vedrebbero ancor più
facilmente dei falsi medium, e questa sola ragione sarebbe
un fondato motivo
di diffidenza.
Il disinteresse, al contrario, è la risposta più decisiva
che si possa opporre a
quelli che vedono soltanto nei fatti una abile manovra.
Non esiste
ciarlatanesimo disinteressato. Quale potrebbe essere
dunque il movente di
colui che usasse frodare senza interesse, e ciò tanto più
quando la sua notoria
onorabilità lo mettesse al disopra dei sospetti?
Se il guadagno che un medium potrebbe ricavare dalla sua
facoltà può essere
una causa di sospetto, non sarebbe affatto una prova che
questo sospetto
possa essere fondato; egli potrebbe avere una attitudine
reale ed agire
realmente in buona fede, anche facendosi retribuire;
vediamo se in questo
caso ci si possa aspettare un risultato soddisfacente.
305 - Se si è ben capito
ciò che abbiamo detto circa le condizioni necessarie
per servire da interprete ai buoni spiriti, circa le cause
numerose che possono
allontanarli, circa le circostanze indipendenti dalla loro
volontà, che sono
spesso un ostacolo alla loro venuta, ed infine circa tutte
le condizioni morali
che possono esercitare una influenza sulla natura delle
comunicazioni, come
mai si potrebbe supporre che uno spirito alquanto elevato
sia, ad ogni ora del
giorno, agli ordini di un impresario di sedute e
sottomesso alle sue esigenze,
per soddisfare la curiosità del primo venuto? Si conosce
l’avversione degli
spiriti per tutto ciò che concerne la cupidigia e
l’egoismo, il nessun conto in
cui essi tengono le cose materiali, e si vorrebbe che
aiutassero a fare
commercio sulla loro presenza? Ciò ripugna al pensiero, e
si conoscerebbe
ben poco la natura del mondo spiritico, per credere che
ciò possa accadere.
Ma poiché gli spiriti leggieri sono meno scrupolosi, e non
cercano che le
occasioni di divertirsi a nostre spese, ne risulta, che
quand’anche non si fosse
301
mistificati da un falso medium, si avrebbe tutta la
probabilità di esserlo dagli
spiriti stessi. Queste riflessioni danno già di per sé la
misura del grado di
fiducia che si dovrebbe accordare alle comunicazioni di
questo genere. Del
resto, a che cosa servirebbero oggi i medium pagati, dal
momento che, se non
avessimo noi stessi questa facoltà, potremmo trovarla
nella nostra famiglia,
presso i nostri amici od i nostri conoscenti?
306 - I medium
interessati non sono soltanto quelli che potrebbero esigere
un compenso per le loro prestazioni; l’interesse non si
traduce sempre nella
speranza di un guadagno materiale, ma anche nelle mire
ambiziose di ogni
natura, sulle quali si possono fondare speranze personali;
è questo pure un
errore che sanno benissimo afferrare gli spiriti
mistificatori, e ne approfittano
con una destrezza ed una furberia veramente straordinarie,
cullando con
ingannevoli illusioni quelli che si pongono così sotto la
loro dipendenza.
Riassumendo, diremo che la medianità è una facoltà data
per il
bene, ed i buoni spiriti si allontanano da chiunque
pretendesse
farsene uno sgabello per giungere a qualunque risultato
che non
fosse in relazione con le mire della Provvidenza.
L’egoismo è la
piaga della società; i buoni spiriti lo combattono, e non
si può
supporre che essi vengano per servirlo. Ciò è tanto logico, che sarebbe
inutile insistere maggiormente su questo punto.
307 - I medium ad effetti
fisici non sono nella stessa categoria; questi effetti
sono generalmente prodotti da spiriti inferiori meno
scrupolosi. Noi non
diciamo per questo che questi spiriti siano
necessariamente cattivi: si può
essere un facchino ed essere nello stesso tempo un
onestissimo uomo. Un
medium di questa categoria, che volesse trarre profitto
della sua facoltà,
potrebbe dunque avere degli spiriti, che l’assisterebbero
senza troppa
ripugnanza; ma anche qui si presenta un altro
inconveniente. Il medium ad
effetti fisici, come quello da comunicazioni intelligenti,
non ha ricevuto la sua
facoltà per suo divertimento; gli fu data per farne un
buon uso, e se egli ne
abusa, può essergli tolta, ovvero può rivolgersi a suo
danno, poiché, in ultima
analisi, gli spiriti inferiori sono agli ordini degli
spiriti superiori.
Gli spiriti inferiori amano molto mistificare, ma non
amano essere mistificati.
Se si prestano volentieri alle facezie ed alle cose di
curiosità, è perché amano
divertirsi, ma non hanno piacere, come non l’hanno gli
altri, di essere posti in
commercio, né di servire da comparse per fare andar bene
l’incasso; e
provano ad ogni istante che hanno la loro volontà, che
agiscono quando e
come loro sembra bene, il che dimostra come il medium ad
effetti fisici sia
302
ancora meno sicuro del medium scrivente, per quanto
riguarda la regolarità
delle manifestazioni.
Pretendere poi di produrli a giorni ed ore fisse, sarebbe
dar prova della più
profonda ignoranza. Che fare allora per guadagnare danaro?
Simulare i
fenomeni: ed è ciò che può succedere non solo a quelli che
ne fanno un
mestiere pubblico, ma anche alle persone, semplici in
apparenza, che trovano
questo mezzo più facile e più comodo che non il lavoro. Se
lo spirito non si
presta, vi si supplisce; l’immaginazione è molto feconda
quando si tratta di
guadagnare soldi! L’interesse essendo un legittimo
motivo di
sospetto, ci dà un diritto ad esame rigoroso, di cui non
sarebbe
lecito offendersi, senza giustificare i sospetti. Ma se il
sospetto è
legittimo in questo caso, altrettanto offensivo è quando
si tratta di
persone onorevoli e disinteressate.
308 - La facoltà
medianica, anche ristretta nel limite delle manifestazioni
fisiche, non fu data per farne pompa sui palcoscenici, e
chiunque pretendesse
di avere spiriti ai suoi ordini per mostrarli al pubblico,
può a buon diritto
essere sospettato di ciarlatanesimo o di prestigio più o
meno abile. Ciò vale
ogni qualvolta si vedano annunzi di pretese sedute di spiritismo
o di
spiritualismo a
prezzo fisso, ricordandosi del diritto che si acquista
entrando.
Da tutto ciò che precede, concludiamo che il disinteresse
più
assoluto è la miglior garanzia contro il ciarlatanesimo:
se non
assicura sempre la bontà delle comunicazioni intelligenti,
esso
toglie comunque ai cattivi spiriti un potente mezzo di
azione e
chiude la bocca a certi detrattori.
309 - Vi rimarrebbe ciò
che si potrebbe chiamare la frode da dilettante, vale a
dire, gli scherzi innocenti di qualche giovialone di
cattivo genere. Si potrebbe
senza dubbio praticarla in maniera di passatempo, nelle
riunioni leggiere e
frivole, ma non nelle assemblee serie, dove si ammettono
soltanto persone
serie. In tal caso, potrebbe darsi che si prendessero il
piacere di una
mistificazione momentanea; ma bisognerebbe essere dotati
d’una pazienza
singolare per rappresentare questa parte durante mesi ed
anni; ed in ogni
seduta per molte ore consecutive. Solo un interesse
qualsiasi può dare questa
perseveranza e l’interesse, noi lo ripetiamo, può far
sospettare di tutto.
310 - Si dirà forse che
un medium il quale consacra il suo tempo al pubblico,
303
nell’interesse della cosa, non può darlo per niente,
poiché anzitutto bisogna
vivere. Ma è nell’interesse della cosa, o nel suo interesse,
che egli dà il suo
tempo, o non è piuttosto perché vi intravede un mestiere
lucrativo? Si
troveranno sempre persone disposte a prestarsi a questo
prezzo. Non ha egli
altra industria che questa a sua disposizione? Non
dimentichiamo
che gli spiriti, qualunque sia la loro superiorità o la
loro
inferiorità, sono le anime dei morti; e mentre la morale e
la
religione ci fanno un dovere di rispettare i loro resti,
l’obbligo di
rispettare il loro spirito è ancora più grande.
Che cosa si direbbe di colui che togliesse un corpo dalla
tomba e lo esponesse
al pubblico a pagamento, perché questo corpo sarebbe di
natura tale da
eccitare la curiosità? Ed è forse minor mancanza di
rispetto, esporre lo spirito
piuttosto che il corpo, sotto pretesto che è un fenomeno
curioso il vedere agire
uno spirito? E notate bene, che il prezzo dei posti sarà
in ragione delle scene
molteplici che potrà presentare, e dell’allettamento dello
spettacolo.
Certamente, lui vivente, fosse egli stato anche un
commediante, non avrebbe
pensato certo che dopo la sua morte avrebbe trovato un
direttore, per cui
rappresentare gratis la commedia a suo profitto.
Non bisogna dimenticare che le manifestazioni fisiche,
come
quelle intelligenti, non sono permesse da Dio che per sola
nostra
istruzione.
311 - A parte queste considerazioni morali, noi non
contestiamo
affatto che vi possano essere medium interessati onesti e
coscienziosi, perché si trova gente onesta in tutti i
mestieri; noi
parliamo soltanto dell’abuso. Si dovrà però convenire, per i motivi da noi
esposti, che l’abuso ha maggior ragione di essere nei
medium retribuiti, che
non in quelli che considerano la loro facoltà come un
favore, e l’impiegano
soltanto per rendere utili servigi.
Il grado di fiducia o di diffidenza che si può accordare
ad un medium
retribuito, dipende, più che altro, dalla stima che
meritano il suo carattere e la
sua moralità; come pure le circostanze che lo attorniano.
Il medium che, per
uno scopo eminentemente serio e proficuo, fosse impedito
di utilizzare il suo
tempo in altra maniera, e per questa ragione fosse esonerato
da
responsabilità, non
deve essere confuso con il medium speculatore, con
quello cioè che, con disegno premeditato, si facesse
un’industria della
medianità. Secondo il motivo e lo scopo, gli spiriti
possono dunque
condannare, assolvere od anche favorire; essi giudicano
l’intenzione, piuttosto
che il fatto materiale.
304
312 - I sonnambuli che
utilizzano la loro facoltà in modo lucrativo, non sono
nello stesso caso. Quantunque questo lucro sia soggetto ad
abusi, e
nonostante che il disinteresse sia la più grande garanzia
della sincerità, la
posizione è differente, poiché qui è il loro proprio
spirito che agisce; egli è per
conseguenza sempre a loro disposizione, ed in realtà essi
non mettono in
commercio se non se stessi, poiché sono liberi di disporre
della loro persona
come vogliono, mentre i medium speculatori mettono in
commercio le anime
dei trapassati (vedi n. 172, Medium sonnambuli).
313 - Noi non ignoriamo
che la nostra severità, verso i medium interessati, fa
insorgere contro di noi tutti quelli che traggono profitto
o sarebbero tentati di
trarre profitto da questa nuova industria, e ce ne fa dei
nemici accaniti, come
ci rende avversi i loro amici che ne sostengono la causa
contro di noi; ma ci
consoliamo pensando che i commercianti scacciati dal
tempio da Gesù, non
dovevano certo vederlo di buon occhio. Noi abbiamo anche
contro di noi tutti
quelli che non osservano la cosa con la stessa gravità;
tuttavia ci crediamo in
diritto di avere una opinione e di manifestarla; noi non
forziamo alcuno ad
adottarla. Se un’immensa maggioranza si è riunita alla
nostra opinione, ciò
vuol dire che, apparentemente, la si trova giusta: noi non
vediamo, infatti,
come si possa provare che vi siano più facilmente la frode
e l’abuso nella
speculazione che non nel disinteresse. Quanto a noi, se i
nostri scritti hanno
contribuito a gettare il discredito sulla medianità
interessata, noi crediamo
che questo non sia l’ultimo dei servizi resi allo
spiritismo serio.
Frodi spiritiche
314 - Coloro che non
ammettono la realtà delle manifestazioni fisiche,
attribuiscono generalmente alla frode gli effetti che si
producono. Essi si
fondano sul fatto che i prestigiatori abili fanno cose che
sembrano prodigi
quando non si conoscono i loro segreti; dal che
concludono, che i medium
sono semplicemente giocolieri Abbiamo già confutato questo
argomento, o
piuttosto questa opinione, specialmente nei nostri
articoli dedicati al medium
Home e nei numeri della Revue Spirite di gennaio e
febbraio 1858: ne diremo
perciò soltanto qualche parola prima di parlare di una
cosa più seria.
D’altra parte, vi è da fare una considerazione che non
sfuggirà a chiunque
rifletta un pochino. Senza dubbio, vi sono prestigiatori
di una abilità
305
prodigiosa, ma sono rari. Se tutti i medium praticassero
il prestigio,
bisognerebbe convenire che questa arte avrebbe fatto in
poco tempo progressi
inauditi, e sarebbe divenuta subito assai comune, poiché
si troverebbe allo
stato innato, presso persone che non immaginavano neppure
di possederla,
persino presso fanciulli.
Si abusa di tutto, persino delle cose più rispettabili, e si può dire che
la frode ha anch’essa il suo genio. Ma la frode ha sempre
uno scopo, un
interesse materiale qualunque; là dove vi è nulla da
guadagnare, non vi è
interesse ad ingannare. E’ per questo, che noi abbiamo
detto, a proposito dei
medium mercenari, che la migliore di tutte le garanzie
consiste in un
disinteresse assoluto.
315 - Di tutti i fenomeni
spiritici, quelli che più di tutti si prestano alla frode
sono i fenomeni fisici, e ciò per motivi che è utile
prendere in considerazione.
Prima di tutto, perché, dirigendosi agli occhi più che
all’intelligenza, sono
quelli che il prestigio può più facilmente imitare. In
secondo luogo, perché,
stuzzicando più degli altri la curiosità, sono maggiormente
atti ad attirare la
folla, e per conseguenza sono più produttivi. A questo
doppio punto di vista, i
ciarlatani hanno dunque tutto il loro interesse a simulare
questo genere di
manifestazioni, gli spettatori, per la maggior parte
estranei alla scienza, vi
vanno generalmente a cercare una distrazione, piuttosto
che una seria
istruzione, e si sa che vien pagato sempre meglio ciò che
diverte, che non
quello che istruisce. Ma anche senza questa considerazione
vi è un altro
motivo egualmente decisivo. Se il prestigio può imitare
effetti materiali per i
quali basta la sola abilità, noi non gli conosciamo sinora
il dono di
improvvisatore che richiede una dose di intelligenza poco
comune, né quello
di produrre quelle comunicazioni sublimi, spesso così
piene di opportunità,
che gli spiriti dettano. Ciò ci richiama alla memoria il
fatto seguente.
Un letterato abbastanza conosciuto venne un giorno a
vederci e ci disse che
egli era un ottimo medium scrivente intuitivo e che
si metteva a disposizione
della società spiritica. Avendo noi per regola di non
ammettere nella società
se non i medium le cui facoltà ci sono conosciute, lo
pregammo di voler venire
prima di tutto a fare le sue prove in una riunione
particolare. Egli vi venne;
molti medium esperimentati ci diedero sia dissertazioni,
sia risposte di una
notevole precisione su questioni proposte e su certi
soggetti da loro non
conosciuti. Quando venne il turno di questo signore, egli
scrisse qualche
parola insignificante, disse che era mal disposto in quel
giorno, e dopo non
l’abbiamo più visto. Senza dubbio la parte di medium ad
effetti intelligenti era
più difficile a rappresentare di quello che egli avesse
creduto.
306
316 - In ogni cosa, gli individui più facili ad essere
ingannati sono
quelli che non sono del mestiere. Lo stesso avviene per lo
spiritismo; quelli che non lo conoscono sono facilmente
illusi dalle
apparenze;
mentre invece uno studio preventivo ed attento li inizierebbe
non solamente alla causa dei fenomeni, ma alle condizioni
normali in cui
questi fenomeni possono prodursi, e così fornirebbe loro i
mezzi di
riconoscere la frode, se frode esiste.
I medium ingannatori sono stigmatizzati come si meritano
nella seguente
lettera che abbiamo riprodotto nella Revue Spirite del
mese di agosto 1861.
Parigi, 21 luglio 1861
Signore,
“Non sono forse così severo come voi riguardo ai medium,
che sotto una
forma degna e conveniente accettano una remunerazione come
indennità del
tempo che consacrano ad esperienze sovente lunghe e
faticose; ma lo sono
altrettanto, e non si potrebbe mai esserlo abbastanza,
riguardo a quelli, che in
simile caso suppliscono, all’occasione con la truffa e con
la frode, alla assenza
od all’insufficienza dei risultati promessi e attesi (vedi
n. 311).
“Mescolare il falso al vero, quando si tratta di fenomeni
ottenuti con
l’intervento degli spiriti, è una vera infamia, e vi
sarebbe alterazione del senso
morale nel medium che credesse di poterlo fare senza
scrupolo. Come voi lo
fate perfettamente osservare, sarebbe gettare il
discredito sulla
credenza nello spirito degli indecisi, appena la frode
venisse
riconosciuta.
Aggiungerò che sarebbe compromettere nel modo più
deplorevole gli uomini dabbene che danno ai medium
l’appoggio
disinteressato delle loro conoscenze e delle loro
cognizioni.
“Qualunque medium che fosse convinto di fraudolenti
manovre; che fosse
preso, per servirmi di una espressione un po’ prosaica,
con la mano nel sacco,
meriterebbe di essere messo al bando da tutti gli
spiritualisti o spiritisti del
mondo, per i quali sarebbe un dovere rigoroso smascherarlo
e stigmatizzarlo
moralmente.
“Se vi conviene, signore, di inserire queste poche linee
nel vostro giornale,
servitevene pure”.
(Matteo)
307
318 - Non tutti i
fenomeni spiritici sono egualmente facili ad essere imitati, e
ve ne sono di quelli che sfidano evidentemente ogni
abilità di prestigio: tali
sono il movimento di oggetti senza contatto, la
sospensione di corpi pesanti
nello spazio, i colpi battuti in diverse parti, le
apparizioni, ecc., ecco perché
noi diciamo che in simili casi, ciò che di meglio si può
fare, è osservare
attentamente le circostanze, e soprattutto tener conto del
carattere e della
posizione delle persone, dello scopo e dell’interesse che
esse potrebbero avere
ad ingannare. Questo è il migliore di tutti i giudizi,
perché vi sono delle
circostanze che tolgono ogni motivo di sospetto. Abbiamo
dunque, per
principio, che conviene diffidare di chiunque facesse di
questi fenomeni un
oggetto di curiosità e di divertimento, e pretendesse di
produrli a volontà ed a
punto fisso, come abbiamo già spiegato. Non potremmo
ripeterlo
troppo, le intelligenze occulte, che si manifestano a noi,
hanno la
loro suscettibilità, e vogliono provarci che hanno anche
il loro
arbitrio, e non si sottomettono ai nostri capricci (vedi n. 38).
Ci basterà segnalare alcune precauzioni impiegate, o che è
possibile impiegare
in certi casi, per premunire contro la frode gli
osservatori di buona fede.
Quanto a coloro che si ostinano a giudicare senza
approfondire, sarebbe fatica
perduta il cercare di disingannarli.
319 - Uno dei fenomeni
più ordinari è quello dei colpi interni battuti nella
sostanza stessa del legno, con o senza movimento della
tavola o di un altro
oggetto di cui ci serviamo. Questo effetto è uno dei più
facili ad imitare, sia
per il contatto dei piedi, sia provocando piccoli
scricchiolii nel mobile. Vi è poi
una piccola astuzia speciale che è utile svelare. Basta
posare le due mani a
piatto sulla tavola, ed abbastanza ravvicinate, perché le
unghie dei pollici
appoggino fortemente l’una contro l’altra: allora, per
mezzo di un movimento
muscolare del tutto impercettibile, si fa provare ad esse
un fregamento che
produce un piccolo rumore secco, avente una grande
analogia con quelli della
tiptologia intima. Questo rumore si ripercuote nel legno,
e produce una
completa illusione. Niente è più facile che far sentire
tanti colpi quanti se ne
domandano, una batteria di tamburo, ecc., rispondere a
certe domande con il
sì o con il no,
con numeri od anche con l’indicazione delle lettere
dell’alfabeto.
Quando si ha il sospetto, il mezzo di riconoscere la frode
è assai semplice.
Essa non è possibile se le mani sono distanti l’una
dall’altra, e quando si è
sicuri che nessun altro contatto può produrre questo
rumore. I colpi reali
offrono d’altra parte ciò di caratteristico, che cambiano
di posto e di timbro a
308
volontà - il che non può aver luogo, quando è dovuto alla
causa che noi
segnaliamo od a qualsiasi altra analogia - quando questi
colpi escono dalla
tavola per portarsi sopra un mobile qualunque che nessuno
tocca, sopra i
muri, il soffitto, ecc.; e infine quando rispondono a
domande non previste
(vedi n. 41).
320 - La scrittura
diretta è ancora più facile ad imitarsi; senza parlare degli
agenti chimici ben conosciuti per far apparire la scrittura,
in un dato tempo,
sopra la carta bianca - il che si può sventare con le
precauzioni più comuni -
potrebbe succedere che, per un abile prestigio, si
sostituisse una carta ad
un’altra. Potrebbe anche darsi che colui il quale volesse
ingannare, avesse
l’arte di stornare l’attenzione mentre egli destramente
scriverebbe qualche
parola. Ci fu riferito il caso di qualcuno che scriveva
con un pezzo di matita
dissimulato sotto l’unghia.
321 - Il fenomeno degli apporti non si presta meno
all’inganno, e si
può facilmente essere vittime di un giocoliere più o meno
abile,
senza che vi sia bisogno di avere da fare con un
prestigiatore di
professione. Nell’articolo
speciale (vedi n. 96), gli spiriti hanno essi stessi
determinato le condizioni eccezionali nelle quali tale
fenomeno può prodursi,
d’onde si può concludere che il fatto di ottenerlo in modo
facile e
facoltativo, può
almeno essere considerato sospetto. La scrittura diretta è da
ritenere un caso analogo.
322 - Nel capitolo dei Medium
speciali abbiamo menzionato, secondo
quanto ci dissero gli spiriti, le attitudini medianiche
comuni, e quelle che sono
rare. Conviene dunque diffidare dei medium che pretendono
di avere queste
ultime troppo facilmente, o che ambiscono la molteplicità
delle facoltà,
pretesa che non è giustificata se non raramente.
323 - Le manifestazioni
intelligenti sono, secondo le circostanze, quelle che
offrono maggiori garanzie, e tuttavia esse non sono al
riparo dall’imitazione,
almeno per quanto concerne le comunicazioni comuni e
volgari. Si crede di
avere maggior sicurezza con i medium meccanici, non
solamente per
l’indipendenza delle idee, ma per esser premuniti contro i
falsi; per queste
ragioni certe persone preferiscono gli intermediari
materiali. E’ invece un
errore. La frode si introduce dappertutto, e noi
sappiamo che con
l’abilità si può dirigere a volontà anche un canestrino od
una tavoletta che
309
scrive, e dar loro tutte le apparenze dei movimenti
spontanei.
Ciò che toglie ogni dubbio, sono i pensieri espressi,
vengano essi da un
medium meccanico, intuitivo, auditivo, parlante o
veggente. Vi sono
comunicazioni che sono talmente all’infuori delle idee,
delle cognizioni, ed
anche della portata intellettuale del medium, che
occorrerebbe ingannarsi in
modo strano, per attribuirgliele.
Noi riconosciamo nel ciarlatanesimo una grande abilità e
risorse feconde, ma
non gli riconosciamo ancora il dono di dare agli ignoranti
il sapere, o lo spirito
a colui che non ne ha.
Riassumendo, ripetiamo, che la miglior garanzia è nella
notoria
moralità dei medium e nell’assenza di ogni causa di
interesse
materiale o d’amor proprio che potrebbe stimolare in lui
l’esercizio delle facoltà medianiche da lui possedute;
poiché queste
cause possono impegnarlo a fingere quelle che non ha.
310
29 - RIUNIONI E SOCIETA’ SPIRITICHE
Delle riunioni in generale - Società propriamente dette -
Soggetti di studio -
Rivalità fra le società.
Delle riunioni in generale
324 - Le riunioni
spiritiche possono avere grandissimi vantaggi, in quanto ci
porgono occasione di illuminarci a vicenda mediante lo
scambio dei pensieri,
delle domande e degli appunti, che ognuno può fare e di
cui approfittano
tutti; ma per ritrarne tutti i frutti desiderabili, esse
richiedono condizioni
speciali che noi esamineremo, poiché si avrebbe torto
assimilandole alle
società ordinarie. Del resto, le riunioni essendo corpi o
enti collettivi, quello
che li concerne è la conseguenza naturale delle istruzioni
da noi date
precedentemente; esse devono prendere le stesse
precauzioni ed evitare gli
stessi scogli, dai quali debbono guardarsi i singoli
individui; è per ciò che
abbiamo collocato per ultimo questo capitolo.
Le riunioni spiritiche hanno caratteri differentissimi,
secondo lo scopo che
ognuna di esse si propone; e il loro modo di essere deve
pure per ciò stesso
differenziarsi. Secondo la loro natura esse possono essere
frivole,
sperimentali o istruttive.
325 - Le riunioni frivole si compongono di persone che vedono soltanto il
lato piacevole delle manifestazioni, che si divertono
delle facezie degli spiriti
leggieri, amatissimi di questo genere di assemblee, in cui
hanno ogni libertà
di prodursi e non se ne privano. In queste riunioni dunque
si domanda ogni
sorta di volgarità, si chiede agli spiriti la buona
ventura, si mette alla prova la
loro perspicacia per farsi indovinare l’età, ciò che si ha
in tasca, per svelare i
piccoli segreti e mille altre cose di questa importanza.
Queste riunioni sono senza conseguenza; ma siccome gli
spiriti leggieri sono
talvolta intelligentissimi e in generale di umore facile e
gioviale, vi si
producono sovente cose curiosissime. Colui che non avesse
visto altre riunioni
e giudicasse il mondo degli spiriti da questo esempio, se
ne farebbe una idea
così falsa, come colui che giudicasse tutta la società di
una grande città da
311
quella che avesse visto in certi rioni. Il semplice buon
senso ci dice, che gli
spiriti elevati non possono andare in tali riunioni, in
cui gli spettatori non
sono certamente più seri che gli attori. Quando volessimo
occuparci di cose
futili, conviene francamente chiamare spiriti leggieri,
come si chiamerebbero
giullari per divertire una società, ma vi sarebbe
profanazione ad invitarvi
nomi venerati, e mescolare il sacro al profano.
326 - Le riunioni sperimentali hanno più specialmente per oggetto la
produzione di manifestazioni fisiche. Per molte persone è
uno spettacolo più
curioso che istruttivo; gli increduli ne escono più
meravigliati che convinti,
quando non hanno visto altro, ed ogni loro pensiero è
volto verso la ricerca
dei trucchi, poiché non rendendosi conto di niente, essi
suppongono
facilmente dei sotterfugi. La cosa è diversa per quelli
che hanno studiato; essi
ne capiscono a tutta prima la possibilità, ed i fatti
positivi determinano, in
seguito, o compiono la loro convinzione. Se vi fossero
sotterfugi, essi
sarebbero in grado di scoprirli.
Ciò nonostante, questo genere di esperimenti ha un’utilità
che nessuno
potrebbe disconoscere, poiché sono essi che fecero
scoprire le leggi che
reggono il mondo invisibile, e per molte persone sono
senza dubbio un
potente motivo di convinzione. Ma noi riteniamo sempre che
essi soli non
possono iniziare alla scienza spiritica, come la vista di
un ingegnoso
meccanismo non potrebbe far conoscere la meccanica se se
ne ignorano le
leggi.
Tuttavia se queste riunioni fossero dirette con metodo e
prudenza, se ne
otterrebbero risultati molto migliori. Ritorneremo su
questo argomento fra
poco.
327 - Le riunioni istruttive hanno tutt’altro carattere, e poiché sono quelle
in cui si può attingere il vero insegnamento, noi
insisteremo maggiormente
circa le condizioni alle quali esse debbono rispondere.
La prima di tutte è di restare seri in tutta la pienezza
della parola. Bisogna
persuadersi che gli spiriti ai quali vogliamo rivolgerci,
sono di una natura del
tutto speciale; che, non potendo il sublime fare alleanza
con il triviale, né il
bene con il male, quando si vogliono ottenere cose buone,
conviene rivolgersi
ai buoni spiriti; ma non basta chiamare i buoni spiriti:
occorre, come
condizione espressa, essere in condizioni propizie,
affinché essi vogliano
venire. Ora, gli spiriti superiori non verranno nelle
assemblee di uomini
leggieri e superficiali, più di quello che vi sarebbero
venuti durante la loro
312
vita.
Una società non è veramente seria se non alla condizione
di occuparsi di cose
veramente utili, con l’esclusione di ogni altra; se essa
aspira ad ottenere
fenomeni straordinari per curiosità o per passatempo, gli
spiriti che li
producono potranno venire, ma gli altri se ne andranno. In
una parola,
qualunque sia il carattere di una riunione, essa troverà
sempre spiriti disposti
a secondare le sue tendenze. Una riunione seria, dunque,
si allontanerà dal
suo scopo, se lascia l’insegnamento per il divertimento.
Le manifestazioni
fisiche, come abbiamo detto, hanno i loro vantaggi; coloro
che vogliono
vedere vadano nelle riunioni sperimentali; quelli invece
che vogliono capire
vadano nelle riunioni di studio.
328 - L’istruzione
spiritica non comprende solamente l’insegnamento morale
dato dagli spiriti, ma anche lo studio dei fatti; spetta
ad essa la teoria di tutti i
fenomeni, la ricerca delle cause e, come conseguenza, la
constatazione di ciò
che è possibile e di ciò che non lo è; in una parola,
l’osservazione di tutto ciò
che può far avanzare la scienza. Ora, sarebbe un
illudersi, il credere che i fatti
siano limitati ai fenomeni straordinari; che quelli che
colpiscono
maggiormente i sensi siano i soli degni di attenzione; se
ne incontrano ad ogni
passo nelle comunicazioni intelligenti e che gli uomini
riuniti per lo studio
non potrebbero trascurare. Questi fatti, che sarebbe
impossibile enumerare
nascono da una quantità di circostanze fortuite;
quantunque meno
appariscenti, non mancano del più alto interesse per
l’osservatore, che vi
trova o la conferma di un principio conosciuto, o la
rivelazione di un principio
nuovo, che lo fa penetrare più avanti nei misteri del
mondo invisibile. Qui vi è
pure vero studio filosofico.
329 - Le riunioni di
studio sono inoltre di una immensa utilità per i medium
a manifestazioni intelligenti, soprattutto per quelli che
hanno un vero
desiderio di perfezionarsi e che non vi vanno con una
sciocca presunzione di
infallibilità. Uno dei più grandi scogli della
medianità è, come
abbiamo detto, l’ossessione e la fascinazione; essi possono
dunque
illudersi in una fede circa il merito di ciò che
ottengono, e si
capisce che gli spiriti ingannatori abbiano pieno
sopravvento
quando hanno da fare con un cieco; è per questo che
allontanano il
loro medium da ogni giudizio critico, e, all’occorrenza,
gli fanno
anche prendere in avversione chiunque potrebbe
illuminarlo; con
il favore dell’isolamento e della fascinazione essi
possono
facilmente fargli accettare tutto quello che vogliono.
313
Non lo ripeteremo mai abbastanza: ivi è, non solamente
lo scoglio, ma
anche il pericolo. Il solo
mezzo di sfuggirvi è il giudizio di persone
disinteressate e benevole, che, giudicando le
comunicazioni con sangue
freddo ed imparzialità, possono aprirgli gli occhi e
fargli vedere ciò che da se
stesso non potrebbe scorgere. Ora, qualunque medium che
tema questo
giudizio, è già sulla strada dell’ossessione; colui il
quale crede che la luce sia
fatta per lui solo, è già completamente sotto il gioco; se
prende come una
offesa le osservazioni, se le respinge, se queste lo
irritano, non vi può essere
dubbio sulla cattiva natura dello spirito che l’assiste.
Abbiamo già detto che un medium può mancare delle
cognizioni necessarie
per capire gli errori, egli può lasciarsi ingannare da
parole altisonanti e da un
linguaggio ampolloso, essere sedotto da sofismi, e ciò con
la miglior fede del
mondo; è per ciò che in mancanza di cognizioni proprie
egli deve
modestamente ricorrere a quelle di altri, secondo il
vecchio adagio, che
quattro occhi vedono meglio di due, e che nessuno è mai
buon
giudice nella propria causa. E’ sotto questo punto di vista che le riunioni
sono per il medium di una grande utilità - se egli è
abbastanza sensato per
ascoltarne gli avvisi - poiché ivi si trovano persone più
illuminate di lui, che
potranno afferrare le gradazioni spesso delicate, con le
quali lo spirito tradisce
la sua inferiorità.
Qualunque medium che sinceramente desidera di non essere
vittima della
menzogna, deve dunque cercare di presentarsi nelle
riunioni serie ed
apportarvi tutto ciò che ottiene in particolare. Egli deve
accettare con
riconoscenza e anche sollecitare l’esame critico delle
comunicazioni che
riceve. Se egli è alla mercé di spiriti ingannatori,
questo è il mezzo più sicuro
di sbarazzarsene, provando loro che essi non possono
ingannarlo. D’altra
parte, il medium che si irrita della critica, è tanto più
in errore, in quanto il
suo amor proprio non vi è affatto impegnato, giacché
quello che dice non è
opinione sua, ed egli non ne è maggiormente responsabile
che se dovesse
leggere i versi di un cattivo poeta.
Noi abbiamo insistito su questo punto, perché se ciò è uno
scoglio per i
medium, ne è pure uno per le riunioni alle quali importa
di non accordare
leggermente confidenza a tutti gli interpreti degli
spiriti. Il concorso di
qualsiasi medium ossesso o fascinato sarebbe più nocivo
che utile; essi non
debbono dunque accettarlo. Noi crediamo di aver dato
spiegazioni sufficienti
da rendere impossibile ingannarsi sui caratteri
dell’ossessione, se il medium
non può riconoscerla egli stesso; uno dei caratteri più
notevoli è senza
dubbio la pretesa di avere da solo ragione contro tutti. I medium
ossessi che non vogliono convenirne, assomigliano a quei
malati che si
illudono sulla loro salute, e si perdono per non voler
sottomettersi ad un
314
regime salutare.
330 - Una riunione seria
deve proporsi di scartare gli spiriti mentitori; essa
sarebbe nell’errore se si credesse difesa dalla serietà
del suo scopo e dalla
qualità dei suoi medium; essa non perverrà ad essere
liberata da questi spiriti,
se non quando essa stessa sarà in condizioni favorevoli.
Per ben capire quello che succede in questa circostanza,
rimandiamo il lettore
a quanto abbiamo detto al n. 231, circa l’Influenza
dell’ambiente. Bisogna
rappresentarsi ogni individuo come se fosse attorniato da
un certo numero di
esseri invisibili, che si identificano con il suo
carattere, con i suoi gusti e con le
sue tendenze; dunque, ogni persona che entra in una
riunione conduce con sé
spiriti che le sono simpatici. Secondo il loro numero e la
loro natura, questi
possono esercitare sulla assemblea e sulle comunicazioni
un’influenza buona
o cattiva. Una riunione perfetta sarebbe quella in cui
tutti i membri,
animati da un eguale amore del bene, conducessero con sé
soltanto buoni spiriti; in mancanza della perfezione, la
migliore
sarà quella in cui il bene soverchierà il male. Questo è troppo logico
perché sia necessario insistere.
331 - Una riunione è un essere collettivo, le cui qualità
e proprietà
sono la risultante di tutte quelle dei suoi membri, e
formano come
un fascio; ora, questo fascio avrà tanto maggiori forze
quanto più
sarà omogeneo. Se si è
ben capito ciò che dicemmo (vedi n. 282, domanda
5) circa la maniera
con la quale gli spiriti sono avvertiti dalla nostra chiamata,
si capirà facilmente la potenza dell’associazione del
pensiero degli astanti. Se
lo spirito è in qualche maniera colpito dal pensiero, come
noi lo siamo dalla
voce, venti persone che si unissero in una medesima
intenzione avranno
necessariamente maggior forza di una sola; ma affinché
tutti questi pensieri
concorrano verso lo stesso scopo, conviene che essi
vibrino all’unisono; che si
confondano, per così dire, in uno solo, il che non può
aver luogo senza
raccoglimento.
D’altra parte, lo spirito, arrivando in un ambiente
completamente simpatico,
vi si trova maggiormente a suo agio; non trovando che
amici, vi viene più
volentieri ed è più disposto a rispondere. Chiunque abbia
seguito con qualche
attenzione le manifestazioni spiritiche intelligenti, ha
potuto convincersi di
questa verità. Se i pensieri sono divergenti, ne risulta
un urto di idee,
sgradevole per lo spirito, e per conseguenza nocivo alle
manifestazioni. Lo
stesso si dica di un uomo che deve parlare in
un’assemblea. Se egli sente che
tutti i pensieri gli sono simpatici e benevoli,
l’impressione che ne riceve
315
reagisce sulle sue proprie idee e dà loro maggior estro;
l’unanimità di questo
concorso esercita sopra di lui una specie di azione
magnetica, che moltiplica i
suoi mezzi, mentre l’indifferenza o l’ostilità lo turba e
lo paralizza; è così che
gli attori sono elettrizzati dagli applausi; ora gli
spiriti, ben più
impressionabili che gli uomini, debbono subire molto
meglio l’influenza
dell’ambiente in cui si trovano.
Ogni riunione spiritica deve dunque tendere alla più
grande
omogeneità possibile. E’
ben inteso che noi parliamo di quelle che
vogliono pervenire a risultati seri e veramente utili; se
si vogliono
semplicemente ottenere comunicazioni ad ogni costo, senza
inquietarsi della
qualità di quelli che le danno, è evidente che tutte
queste precauzioni non
sono necessarie, ma allora non ci si deve lamentare della
qualità del prodotto.
332 - Il raccoglimento e la comunione di pensieri essendo
le
condizioni essenziali di ogni riunione seria, si capisce
che il
numero troppo grande degli astanti deve essere una delle
cause
più contrarie all’omogeneità. Non vi è certo alcun limite assoluto a
questo numero, e si capisce che cento persone
sufficientemente raccolte ed
attente, saranno in condizioni migliori di dieci che
fossero distratte e
rumorose; ma è pure evidente, che quanto più il numero è
grande, tanto più
queste condizioni sono difficili ad ottenersi. D’altra
parte, è un fatto provato
dall’esperienza che i piccoli circoli intimi sono sempre
più favorevoli alle belle
comunicazioni, e ciò per i motivi già sviluppati.
333 - Vi è ancora un altro punto non meno necessario, e
questo è la
regolarità delle riunioni. In tutte vi sono sempre spiriti che si potrebbero
chiamare abbonati, e non intendiamo con ciò parlare
di quegli spiriti che si
trovano dappertutto e si mischiano in tutto, ma intendiamo
gli spiriti
protettori, e quelli che si interrogano più spesso. Non
bisogna però credere,
che questi spiriti non abbiano altra cosa da fare
all’infuori di quella di
ascoltarci; essi hanno le loro occupazioni e possono,
d’altra parte, trovarsi in
condizioni sfavorevoli per essere evocati. Ma quando le
riunioni hanno luogo
a giorni ed ore fisse, essi si dispongono in conseguenza,
ed è raro che vi
manchino, ve ne sono anzi di quelli, che spingono la
puntualità all’eccesso; si
formalizzano di un quarto d’ora di ritardo, e stabiliscono
essi stessi il
momento di un colloquio; sarebbero chiamati invano qualche
minuto prima.
Aggiungiamo tuttavia che, quantunque gli spiriti preferiscano
la regolarità,
quelli che sono veramente superiori non sono meticolosi a
questo punto.
L’esigenza di una puntualità rigorosa è un segno
d’inferiorità come
316
tutto ciò che è puerile. All’infuori delle ore stabilite, essi possono senza
dubbio venire, e vengono anche volentieri, se lo scopo è
utile; ma non c’è nulla
di più nocivo alle buone comunicazioni, che di chiamarli a
dritto e a rovescio
quando ci prende la fantasia, e soprattutto senza motivi
seri; non essendo essi
obbligati a sottomettersi ai nostri capricci, potrebbero
anche non disturbarsi,
ed è allora soprattutto che altri possono prendere il loro
posto e il loro nome.
Società propriamente dette
334 - Tutto quello che
abbiamo detto circa le riunioni in generale, si applica
naturalmente alle società regolarmente costituite; queste
tuttavia hanno da
lottare contro certe difficoltà speciali, che nascono dal
legame stesso che
unisce i membri. Essendoci stati molte volte chiesti
consigli sopra la loro
organizzazione, noi li riassumiamo qui in poche parole.
Lo spiritismo è ancora troppo diversamente apprezzato, e
non abbastanza
capito nella sua essenza da un gran numero di adepti, per
offrire un legame
potente fra i membri di ciò che si potrebbe chiamare
un’associazione. Questo
legame può esistere solamente fra quelli che ne vedono lo
scopo
morale, lo capiscono e lo
applicano a se stessi. Tra quelli che non vi
vedono che fatti più o meno curiosi, non vi potrebbe
essere un legame serio;
perché, mettendo i fatti al disopra dei principi, una
semplice divergenza nella
maniera di considerarli può suscitare una divisione.
La stessa cosa non succede per i primi, giacché sulla
questione morale non
possono esistere due maniere di vedere; per cui è notevole
che, ovunque si
incontrino, una reciproca confidenza li attiri gli uni
verso gli altri; la
benevolenza che regna fra di loro scaccia il malessere e
la soggezione che
nascono dalla suscettibilità, dall’orgoglio che si risente
della minima
contraddizione, e dall’egoismo, che tutto riferisce e fa
convergere a se stesso.
Una società nella quale tali sentimenti regnassero nella
loro pienezza, ove i
singoli membri si riunissero allo scopo di venire ad
istruirsi all’insegnamento
degli spiriti, e non nella speranza di vedere cose più o
meno interessanti, o per
far prevalere la propria opinione, una tale società,
diciamo noi, sarebbe non
solo vitale, ma indissolubile. La difficoltà di riunire
numerosi elementi
omogenei sotto questo punto di vista ci porta a dire che,
nell’interesse degli
studi e per il bene stesso della cosa, le riunioni
spiritiche debbono tendere a
moltiplicarsi per piccoli gruppi, piuttosto che cercare di
costituirsi in grandi
agglomerazioni. Questi gruppi, corrispondendo fra di loro,
visitandosi,
trasmettendosi le loro osservazioni, possono fin d’ora
formare il nucleo della
317
grande famiglia spiritica, che riunirà un giorno tutte le
opinioni, ed unirà gli
uomini in uno stesso sentimento di fraternità suggellato
dalla carità cristiana.
335 - Noi abbiamo visto di quale importanza sia
l’uniformità dei
sentimenti per ottenere buoni risultati; questa uniformità
è
necessariamente tanto più difficile ad ottenersi quanto
maggiore è
il numero dei soci. Nei
piccoli comitati si conoscono reciprocamente, e si è
più sicuri degli elementi che vi si introducono; il
silenzio ed il raccoglimento
vi sono più facili. Le grandi assemblee escludono
l’intimità per la varietà degli
elementi di cui si compongono. La divergenza dei
caratteri, delle idee, delle
opinioni vi si disegna assai più facilmente, ed offre agli
spiriti imbroglioni
maggior facilità per seminarvi la discordia. Quanto più
numerosa è la
riunione e tanto più difficile è accontentare tutti. I
piccoli comitati non sono
soggetti alle medesime fluttuazioni; la caduta di una
grande società sarebbe
uno smacco apparente per la causa dello spiritismo, ed i
suoi nemici non
mancherebbero di farsene un’arma; invece, la dissoluzione
di un piccolo
gruppo passa inosservata, e d’altra parte, se uno si
disperde, se ne formano
venti ,altri. Ora venti gruppi di quindici o venti persone
otterranno di più, e
faranno di più per la propaganda, che un’assemblea di
trecento o
quattrocento persone.
336 - Non dimentichiamo
che lo spiritismo ha nemici interessati, che vedono
con dispetto i suoi successi; i più pericolosi sono quelli
che agiscono
nell’ombra; costoro lo carezzano con una mano e lo
lacerano con l’altra.
Questi esseri malevoli si insinuano dappertutto, ove
sperano far del male;
sapendo che l’unione è una potenza, cercano di
distruggerla, agitando la
fiaccola della discordia. Si capisce che essi abbiano
molto maggior facilità di
insinuarsi nelle riunioni numerose, piuttosto che nei
piccoli comitati, dove
tutti si conoscono a vicenda; essi seminano il dubbio, la
diffidenza ed il
disamore.
337 - Si può dunque
stabilire il principio, che chiunque, in una riunione
spiritica, provochi il disordine o la disunione,
ostensibilmente o sottomano,
con qualunque mezzo, è, o un agente provocatore, od almeno
un pessimo
spiritista, di cui sarebbe bene lo sbarazzarsi al più
presto; ma gli stessi
impegni che legano tutti i membri vi mettono sovente
ostacolo; ecco perché
conviene evitare gli impegni indissolubili; perché gli
uomini dabbene sono
sempre abbastanza impegnati; i malintenzionati lo sono
sempre troppo.
318
338 - Oltre le persone notoriamente
malevole, vi sono quelle che per
carattere portano le scissure con sé ovunque si trovino. Conviene
dunque
essere molto circospetti circa gli elementi nuovi che vi
si
introducono. I più
temibili sono gli individui che hanno sistemi preconcetti,
gli increduli ad ogni costo, che dubitano di tutto, anche
dell’evidenza; gli
orgogliosi, che pretendono di avere essi soli la scienza
infusa, che vogliono
imporre dappertutto la loro opinione, e guardano con
sdegno chiunque non
pensi come loro. Guardatevi soprattutto da quei peroratori
insipidi, che
vogliono sempre avere l’ultima parola, e da quelli che si
compiacciono
soltanto nella contraddizione; gli uni e gli altri fanno
perdere il tempo senza
profitto per se stessi; gli spiriti buoni non amano le
parole inutili.
339 - Vista la necessità
di evitare ogni causa di torbido e di distrazione, una
società spiritica che si organizza deve portare tutta la
sua attenzione sulle
misure adatte a togliere ai fautori di disordini i mezzi
di nuocere, e a dare le
più grandi facilità per scartarli. Le piccole riunioni
hanno solo bisogno di un
regolamento disciplinare, molto semplice, per l’ordine
delle sedute; ma le
società regolarmente costituite esigono una più compiuta
organizzazione; la
migliore sarà quella i cui ingranaggi saranno meno
complicati.
340 - Le società piccole o grandi e tutte le riunioni,
qualunque ne
sia l’importanza, debbono lottare contro un altro scoglio.
I fautori
di divisioni non si trovano solamente nel loro seno: essi
si trovano
egualmente nel mondo invisibile. Come vi sono spiriti protettori per le
società, le città ed i popoli, vi sono pure spiriti
malefici, che si legano ai gruppi
come agli individui; essi si attaccano dapprima ai più
deboli ed ai più
accessibili, cercando di ridurli a propri strumenti per
giungere poco alla volta
a circonvenire le masse; ché la loro maligna gioia cresce
in ragione del
numero di quelli che tengono sotto il loro giogo. Ogni
volta, dunque, che in un
gruppo un individuo cade nelle loro insidie, conviene
dirsi che vi è un nemico
nel campo, un lupo nell’ovile, e che dobbiamo tenerci in
guardia, poiché è più
che probabile che egli cerchi di moltiplicare i suoi
tentativi. Se non lo si
scoraggia con una resistenza energica, l’ossessione
diventa come un male
contagioso, che si manifesta nei medium con la
perturbazione della
medianità, e presso altri con l’ostilità dei sentimenti,
con il pervertimento del
senso morale e con l’alterazione dell’armonia. E poiché il
più potente antidoto
di questo veleno è la carità, essi cercano soprattutto di
spegnere la carità.
Non conviene dunque aspettare che il male sia divenuto
incurabile
319
per porvi rimedio. Per questo, vi sono due mezzi
efficacissimi se
bene impiegati: la preghiera del cuore, e lo studio
attento dei più
piccoli segni, che rivelino la presenza di spiriti
ingannatori; il
primo attira i buoni spiriti che assistono con zelo
soltanto quelli
che li secondano per mezzo della loro confidenza in Dio, e
l’altro
prova ai cattivi che essi hanno da fare con persone
abbastanza
illuminate e sensate, per non lasciarsi sedurre.
341 - L’influenza
dell’ambiente è la conseguenza della natura degli spiriti e
del loro modo d’azione sopra gli esseri viventi. Da questa
influenza ognuno
può dedurre da se stesso le condizioni più favorevoli per una
società che
aspira a conciliarsi la simpatia dei buoni spiriti e ad
ottenere soltanto buone
comunicazioni, eliminando i cattivi. Queste condizioni
sono tutte nelle
disposizioni morali degli astanti; esse si riassumono nei
punti seguenti:
Perfetta comunione di idee e di sentimenti;
Benevolenza reciproca fra tutti i membri;
Abnegazione di ogni sentimento contrario alla vera carità
cristiana;
Desiderio unico di istruirsi e di migliorare se stessi
mediante l’insegnamento
dei buoni spiriti, e mettendo a profitto i loro consigli.
Chiunque sia persuaso
che gli spiriti superiori si manifestano con lo scopo di
farci progredire, e non
per nostro solo comodo, capirà che essi debbono ritirarsi
da quelli che si
limitano ad ammirare il loro stile, senza trarne alcun frutto;
Esclusione di tutto ciò che nelle comunicazioni domandate
agli spiriti avrebbe
solo uno scopo di curiosità;
Raccoglimento e silenzio rispettoso durante i colloqui con
gli spiriti;
Associazione di tutti gli astanti, con il pensiero, alla
chiamata fatta agli spiriti
che si evocano;
Concorso dei medium dell’assemblea, con rinunzia di
qualsiasi sentimento di
orgoglio, di amor proprio e di supremazia, e per l’unico
desiderio di rendersi
utili.
342 - Sarebbe un errore
credere, che siano all’infuori di questo concerto
fraterno le riunioni che si occupano specialmente di
manifestazioni fisiche, e
che escludano ogni pensiero serio. Se esse non richiedono
condizioni così
rigorose, non vi si può però assistere impunemente con
leggerezza; e sarebbe
un errore il credere che il concorso degli astanti sia
assolutamente nullo. Si ha
320
la prova del contrario in questo fatto, che spesso le
manifestazioni di questo
genere, anche provocate da medium potenti, non possono
prodursi in certi
ambienti. Vi sono dunque, pure per questo, delle influenze
contrarie, e queste
influenze non possono essere che nella divergenza o nella
ostilità dei
sentimenti, che paralizzano gli sforzi degli spiriti.
Le manifestazioni fisiche, come abbiamo detto, hanno una
grande utilità; esse
aprono un vasto campo all’osservatore, poiché è tutto un
ordine di insoliti
fenomeni, che si svolge ai suoi occhi, e le cui
conseguenze sono incalcolabili.
Un’assemblea può dunque occuparsene con intenti serissimi,
ma essa non
potrebbe raggiungere il suo scopo, sia come studio, sia
come mezzo di
convinzione, se non si colloca in condizioni favorevoli:
la prima di tutte è non
la fede degli astanti, ma il loro desiderio di
illuminarsi, senza secondi fini,
senza partito preso di rigettare anche l’evidenza; la seconda
è la restrizione
del loro numero, per evitare la mescolanza degli elementi
eterogenei. Se le
manifestazioni fisiche sono prodotte in generale dagli
spiriti meno avanzati,
esse non hanno meno delle altre uno scopo provvidenziale;
ed i buoni spiriti
le favoriscono tutte le volte che possono avere un utile
risultato.
Soggetti di studio
343 - Allorché si sono
evocati i nostri parenti ed amici e qualche personaggio
celebre, per paragonare le loro opinioni d’oltretomba con
quelle che essi
hanno avuto in vita, si è spesso imbarazzati per
alimentare i colloqui, a meno
di cadere nelle volgarità e nelle futilità. Molti pensano
inoltre che Il Libro
degli Spiriti abbia esaurito la serie delle domande morali
e filosofiche. Ciò è
un errore; ed ecco perché può essere utile indicare la
sorgente ove si possono
attingere soggetti di studio, per così dire illimitati.
344 - Se l’evocazione
degli uomini illustri e degli spiriti superiori è
eminentemente utile per l’insegnamento che ci danno,
quella degli spiriti
comuni non lo è meno, quantunque essi siano incapaci di
risolvere le
domande di qualche elevatezza; per la loro inferiorità
essi si dipingono da se
stessi, e meno la distanza che ce ne separa è grande, più
noi vi troviamo
somiglianze con la nostra situazione senza contare che ci
offrono sovente
tratti caratteristici del più alto interesse, come abbiamo
spiegato al n. 281,
parlando della utilità delle evocazioni particolari. E’
dunque una sorgente
inesauribile di osservazioni, anche quando si vogliano
prendere soltanto gli
uomini, la vita dei quali presenta qualche particolarità
riguardo al genere di
321
morte, all’età, alle buone o cattive qualità, alla loro
posizione felice od infelice
sopra la terra, alle abitudini, allo stato mentale,
eccetera.
Con gli spiriti elevati, il quadro degli studi si estende
assai di più; oltre le
questioni psicologiche, che hanno un limite, si può
proporre loro una quantità
di problemi morali, che si estendono all’infinito, su
tutte le posizioni della vita
sulla migliore condotta da tenersi in tale o tal altra
circostanza, sui nostri
doveri reciproci, ecc. Il valore dell’istruzione che si
riceve su un soggetto
qualunque, morale, storico, filosofico o scientifico,
dipende interamente dallo
stato dello spirito che si interroga; e poi sta a noi il
giudicare.
345 - Oltre le evocazioni
propriamente dette, le comunicazioni spontanee
offrono infiniti soggetti di studio. Esse consistono
nell’aspettare il soggetto
che piace agli spiriti di trattare. Molti medium possono,
in questo caso,
lavorare simultaneamente. Qualche volta si può chiamare
uno spirito
determinato; il più delle volte si aspetta quelli che
vogliono presentarsi, e ne
vengono spesso, nella maniera più imprevista. Queste
comunicazioni possono
poi dar luogo ad una quantità di quesiti, il cui tema si
trova così già preparato.
Essi debbono essere commentati con cura, per studiare
tutti i pensieri che
racchiudono, e giudicare se essi portano un suggello di
verità. Questo esame,
fatto con severità, è, come abbiamo detto, la migliore
garanzia contro
l’intrusione di spiriti ingannatori. Per questo motivo,
come pure per
l’istruzione di tutti, potrà essere data conoscenza delle
comunicazioni
ottenute anche all’infuori della riunione. Vi è qui, come
si vede, una sorgente
inesauribile di elementi molto seri ed istruttivi.
346 - Le occupazioni di
ogni seduta possono essere regolate come segue:
1) Lettura delle
comunicazioni spiritiche ottenute nell’ultima seduta.
2) Relazioni diverse.
- Corrispondenza. - Lettura delle comunicazioni
ottenute all’infuori delle sedute. - Relazione di fatti
interessanti lo spiritismo.
3) Lavori di studio. -
Dettati spontanei. - Domande diverse e problemi
morali proposti agli spiriti. - Evocazioni.
4) Conferenza. -
Esame critico ed analitico delle diverse comunicazioni.
Discussione circa i differenti punti della Scienza
spiritica.
347 - I gruppi nascenti
sono qualche volta arrestati nei loro lavori per
mancanza di medium. I medium sono certamente uno degli
elementi
essenziali delle riunioni spiritiche, ma non ne sono
l’elemento indispensabile,
322
e si avrebbe torto di credere che, mancando essi, non vi
resti più nulla da fare.
Senza dubbio, quelli che si riuniscono soltanto per uno
scopo di esperimento
non possono fare senza medium, come i musicisti non
possono suonare in un
concerto senza strumenti; ma quelli che hanno in vista lo
studio serio, hanno
mille soggetti di occupazione altrettanto utile e proficua
che se potessero
operare essi stessi.
Rivalità tra le società
348 - Le riunioni che si
occupano esclusivamente di comunicazioni
intelligenti, e quelle che si dedicano allo studio delle
manifestazioni fisiche,
hanno ciascuna la loro missione; né le une né le altre
sarebbero nel vero
spirito dello spiritismo, qualora si vedessero di cattivo
occhio; e quella che
gettasse la pietra all’altra, proverebbe, con ciò solo, la
cattiva influenza che la
domina. Tutte debbono concorrere, quantunque per strade
differenti, allo
scopo comune, che è la ricerca e la propagazione della
verità; il loro
antagonismo, che sarebbe effetto soltanto di una
eccitazione d’orgoglio,
fornendo le armi ai detrattori, non potrebbe che nuocere
alla causa che esse
pretendono di difendere.
349 - Queste ultime
riflessioni si applicano egualmente a tutti i gruppi, che
potrebbero differire sopra alcuni punti della dottrina.
Come abbiamo detto al
capitolo delle Contraddizioni, queste divergenze
non riguardano, la
maggior parte delle volte, che argomenti accessori, spesso
anche semplici
parole; vi sarebbe dunque puerilità a fare scuola a parte,
perché non si
penserebbe esattamente la stessa cosa. Ma sarebbe ancora
peggio se i
differenti gruppi o società di una stessa città, si
guardassero con gelosia.
Amore e Carità è la divisa di ogni vero spiritista. Vogliono essi farsi
scudo della superiorità degli spiriti che li assistono? Lo
provino con la
superiorità degli insegnamenti che ricevono, e con
l’applicazione che essi ne
fanno di se stessi.
Certi spiriti, più presuntuosi che logici, tentano qualche
volta di imporre
sistemi strani ed impraticabili, con il favore dei nomi
venerati, di cui si
rivestono. Il buon senso fa presto giustizia di queste
utopie, ma intanto esse
possono seminare il dubbio e l’incertezza fra gli adepti;
da cui spesso nasce
una causa di dissenso momentaneo.
350 - Se lo spiritismo deve, come fu annunziato, produrre
la
323
trasformazione dell’umanità, ciò non può avvenire se non
mediante il miglioramento delle masse, il quale giungerà
solo
gradatamente e poco per volta, in seguito al miglioramento
degli
individui. Che
importa il credere all’esistenza degli spiriti, se questa
credenza non rende migliori, più benevoli e più indulgenti
verso i propri
simili, più umili, più pazienti nelle avversità? Che cosa
vale all’avaro l’essere
spiritista, se rimane sempre avaro? all’orgoglioso se è
sempre pieno di se
stesso? all’invidioso se è sempre geloso? Tutti gli uomini
potrebbero dunque
credere alle manifestazioni e ciò nonostante l’umanità
restare stazionaria; ma
tali non sono i disegni della Provvidenza. Tutte le
società spiritiche serie
devono tendere verso lo scopo provvidenziale, raggruppando
attorno a sé tutti
quelli che nutrono gli stessi sentimenti; allora vi sarà
fra esse unione,
simpatia, fraternità, e non un vano e puerile antagonismo
di amor proprio di
parole, piuttosto che di cose; allora esse saranno forti e
potenti, perché si
appoggeranno su una base irremovibile: il bene per tutti;
allora esse saranno
rispettate ed imporranno silenzio alla sciocca derisione,
perché parleranno in
nome della morale evangelica rispettata da tutti.
Questa è la strada nella quale ci siamo sforzati di fare
entrare lo spiritismo.
La bandiera che noi altamente inalberiamo, è quella dello
Spiritismo Cristiano ed umanitario; attorno al quale siamo felici di
vedere già tanti uomini raccogliersi in tutti i punti del
globo, giacché
capiscono che qui sta l’ancora di salvezza, la
salvaguardia dell’ordine
pubblico, il segnale di una era nuova per l’umanità. Noi
invitiamo tutte le
società spiritiche a concorrere a questa grande opera; che
da tutti i
punti della terra esse si tendano una mano fraterna, ed
esse
allacceranno il male in reti inestricabili.
324
30 - DISSERTAZIONI SPIRITICHE
Comunicazioni sullo spiritismo - Comunicazioni sui medium
-
Comunicazioni sulle società spiritiche - Comunicazioni
apocrife.
Abbiamo riunito in questo capitolo alcuni dettati
spontanei che possono
completare e confermare i principi contenuti in
quest’opera. Ne avremmo
potuto citare un numero molto più grande, ma ci siamo
limitati a quelli che
hanno più particolarmente relazione con l’avvenire dello spiritismo,
con i
medium e con le riunioni spiritiche. Li diamo e come
istruzione e come tipi
del genere di comunicazioni veramente serie. Termineremo
con alcune
comunicazioni apocrife, seguite da annotazioni proprie a
farle riconoscere.
Comunicazioni sullo spiritismo
I
Abbiate fede nella bontà di Dio e siate abbastanza
illuminati per capire i
preparativi della nuova vita che egli vi destina. Non vi
sarà dato, è vero, di
goderne in questa esistenza; ma non sarete voi felici,
quando anche non
doveste rivivere su questo globo, di considerare dall’alto
l’opera che avrete
incominciata e che si svilupperà sotto i vostri occhi?
Formatevi una corazza
con fede ferma e siate senza esitazioni contro gli
ostacoli che sembrano dovere
innalzarsi contro l’edificio di cui voi ponete le
fondamenta. Le basi sulle quali
si appoggia sono solide. Il Cristo ne pose la prima
pietra. Coraggio, dunque,
architetti del divin Maestro! Lavorate, fabbricate, Dio
coronerà la vostra
opera. Ma ricordatevi bene che Gesù Cristo rinnega tra i suoi
discepoli
chiunque abbia la carità soltanto sulle labbra; non basta
credere, occorre
soprattutto dare l’esempio della bontà, della benevolenza
e del disinteresse;
senza ciò, la vostra fede sarà sterile per voi.
(Sant’Agostino)
325
II
Gesù Cristo in persona presiede i lavori di ogni natura
che sono in via da
compiersi, per aprirvi l’era di rinnovazione e di
perfezionamento che vi
predicano le vostre guide spirituali. Se infatti,
all’infuori delle manifestazioni
spiritiche, voi gettate gli occhi sopra gli avvenimenti
contemporanei,
riconoscerete senza alcuna esitazione i segni precursori
che vi proveranno in
maniera innegabile che i tempi predetti sono arrivati. -
Le comunicazioni si
stabiliscono fra tutti i popoli; gli ostacoli morali che
si oppongono alla loro
unione, i pregiudizi politici e religiosi, si
cancelleranno rapidamente, ed il
regno della fratellanza si stabilirà infine in una maniera
solida e durevole. -
Osservate già fin d’ora gli stessi sovrani spinti da una
mano invisibile,
prendere, cosa inaudita per voi, l’iniziativa delle
riforme, e le riforme che
partono dall’alto e spontaneamente, sono molto più
durevoli e rapide di
quelle che partono dal basso, e sono strappate dalla
forza. - Io avevo,
malgrado i pregiudizi dell’infanzia e dell’educazione,
malgrado il culto delle
memorie, presentito l’epoca attuale. Ne sono felice, e
sono più felice ancora di
venirvi a dire: Fratelli, coraggio! Lavorate per voi e per
l’avvenire dei vostri;
lavorate soprattutto per il vostro miglioramento
personale, e goderete nella
vostra prima esistenza di una felicità, di cui è tanto
difficile a voi il farvi
un’idea, quanto a me di farvela comprendere.
(Chateaubriand)
III
Io penso che lo spiritismo sia uno studio tutto filosofico
delle cause segrete,
dei movimenti interni dell’animo, poco o punto definiti
finora. Esso spiega,
più ancora di quello che scopra, orizzonti nuovi. La
reincarnazione e le prove
subite prima di arrivare allo scopo supremo non sono
rivelazioni, ma una
conferma importante. Io sono colpito dalle verità che
questo mezzo mette
alla luce. Dico mezzo con intenzione, poiché, a mio
credere, lo spiritismo è
una leva che scosta le barriere della cecità. Si deve creare
del tutto la
preoccupazione delle questioni morali. Si discute la
politica che agita gli
interessi generali, si discutono gli interessi privati, ci
si preoccupa per
l’attacco o la difesa della personalità; i sistemi hanno i
loro partigiani ed i loro
detrattori; ma le verità morali, quelle che sono il pane
dell’anima, il pane di
vita, sono lasciate nella polvere accumulata dai secoli. -
Qualunque
326
perfezionamento è utile agli occhi della moltitudine,
eccetto quello dell’anima;
la sua educazione, la sua elevazione sono chimere, utili
tutt’al più per
occupare gli ozi dei preti, dei poeti e delle donne, sia
allo stato di moda, sia a
quello di insegnamento.
Se lo spiritismo risuscita lo spiritualismo,
esso renderà alla società lo
slancio che infonde agli uni la dignità interna, agli
altri la rassegnazione, a
tutti il bisogno di elevarsi verso l’Essere supremo,
dimenticato e sconosciuto
dalle sue ingrate creature.
(J. J. Rousseau)
IV
Se Dio invia spiriti per istruire gli uomini, è per
illuminarli nei loro doveri, per
mostrar loro la strada che può abbreviare le loro prove, e
con questo mezzo
affrettare il loro avanzamento. Ora, come il frutto giunge
a maturità, così
l’uomo arriverà alla perfezione. Ma accanto ai buoni
spiriti che vogliono il
vostro bene, vi sono pure gli spiriti imperfetti che
vogliono il vostro male;
mentre gli uni vi spingono avanti, gli altri tentano di
tirarvi indietro; dovete
dunque concentrare tutta la vostra attenzione per
distinguerli; il mezzo è
facile: cercate solamente di capire che nulla di ciò che
proviene da uno spirito
buono può nuocere a chicchessia, e che tutto ciò che è
male non può venire se
non da un cattivo spirito. Se voi non ascoltate i saggi
consigli degli spiriti che
vi vogliono bene, se vi offendete delle verità che possono
dirvi, è evidente che
sono cattivi spiriti quelli che vi consigliano di
comportarvi così. Il solo
orgoglio può impedirvi di vedervi tali quali voi siete; ma
se non lo vedete voi
stessi, altri lo vedono per voi; in modo che voi siete
biasimati e dagli uomini,
che vi ridono dietro, e dagli spiriti.
(Uno Spirito familiare)
V
La vostra dottrina è bella e santa; la prima pietra è
posta, e solidamente. Ora
non avete che da proseguire: la via che vi è aperta è
grande e maestosa.
327
Benedetto colui che arriverà in porto; quanti più
proseliti avrà fatto, più gli
sarà contato. Ma per ciò non conviene abbracciare
freddamente la dottrina, è
bene mettervi l’ardore, e questo ardore sarà raddoppiato,
poiché Dio è sempre
con voi, quando fate il bene. Tutti quelli che condurrete
a lui saranno tante
pecorelle rientrate nell’ovile; povere pecore a metà smarrite!
Credete pure che
il più scettico, il più ateo, il più incredulo infine, ha
sempre un piccolo angolo
nel cuore che vorrebbe poter nascondere a se stesso.
Ebbene! Conviene
cercarlo questo piccolo angolo, conviene trovarlo. E’
questo il lato debole che
conviene attaccare; è la piccola breccia che Dio lasciò
appositamente aperta,
per facilitare alla sua creatura il mezzo di rientrare nel
suo seno.
(San Benedetto)
VI
Non sbigottitevi di certi ostacoli, di certe controversie.
Non tormentate alcuno con la minima insistenza; la
persuasione non verrà
agli increduli se non per il vostro disinteresse, per la
vostra tolleranza, per la
vostra carità verso tutti, senza eccezione.
Guardatevi soprattutto dal forzare l’opinione altrui, non
fosse altro, con vostre
parole o con pubbliche dimostrazioni. Quanto più sarete
modesti, tanto più
facilmente perverrete a farvi apprezzare. Allontanate da
voi ogni movente
personale e troverete nelle vostre coscienze una forza
attrattiva che soltanto il
bene procura. Gli spiriti, per ordine di Dio, lavorano per
il progresso di tutti,
senza eccezione; voi spiritisti fate lo stesso.
(San Luigi)
VII
Quale è l’istituzione umana, quale la divina, che non
abbia avuto ostacoli da
superare, che non abbia dovuto lottare contro gli scismi?
Se aveste soltanto
un’esistenza triste e caduca, vi lascerebbero tranquilli,
sapendo bene che
dovete soccombere da un momento all’altro; ma poiché la
vostra vitalità è
forte ed attiva, dal momento che l’albero spiritico ha
forti radici, si suppone
328
che esso possa vivere lungamente, e si cerca di adoperare
contro di esso la
scure. A che cosa riusciranno questi invidiosi?
Abbatteranno tutt’al più
qualche ramo che rigermoglierà con radici novelle e sarà
più forte di prima.
(Channing)
VIII
Desidero intrattenervi circa la fermezza che dovete avere
nei vostri lavori
spiritici. Una citazione su questo argomento vi fu già
fatta; vi consiglio di
studiarla di cuore, appropriandola al vostro spirito;
poiché, come San Paolo,
voi sarete perseguitati, non nella vostra carne e nelle
ossa, ma nello spirito.
Gli increduli, i farisei dell’epoca, vi biasimeranno e vi
scherniranno; ma non
abbiate timore, questa sarà una prova che vi fortificherà
se sapete riferirla a
Dio, e più tardi vedrete i vostri sforzi coronati da
successo; questo sarà per voi
un grande trionfo per il giorno dell’eternità senza
dimenticare che, in questo
mondo, è già una consolazione per le persone che hanno
perduto parenti ed
amici. Il sapere che sono felici, e che si può comunicare
con essi, è una vera
gioia. Camminate dunque avanti; compite la missione che
Dio vi dà e che vi
sarà contata nel giorno in cui comparirete avanti
all’Onnipossente.
(Channing)
IX
Sono io che vengo, io tuo salvatore e tuo giudice; io
vengo come altra volta fra
i figli smarriti di Israele; vengo a portare la verità e a
dissipare le tenebre.
Ascoltatemi. Lo spiritismo, come altre volte la mia
parola, deve ricordare ai
materialisti che al disopra di essi regna la verità
immutabile, il Dio buono, il
Dio grande che fa germogliare la pianta e che solleva i
flutti. Io rivelai la
dottrina divina; a guisa di mietitore, legai in manipoli
il bene sparso
nell’umanità, e dissi: “Venite a me, voi tutti che
soffrite”.
Ma gli uomini ingrati deviarono dalla strada diritta e
larga che conduce al
regno di mio Padre, e si smarrirono negli aspri sentieri
dell’empietà. Il Padre
mio non vuole annientare l’umana razza; Egli vuole, non
più con profeti, non
329
con apostoli, ma che, aiutandovi gli uni gli altri, morti
e viventi - vale a dire
morti secondo la carne, poiché la morte non esiste - voi
abbiate a soccorrervi,
e che la voce di quelli che non sono più si faccia sentire
ancora per gridarvi:
Pregate e credete! perché la morte è la risurrezione, e la
vita è la prova scelta
durante la quale le vostre virtù, coltivate, debbono
ingrandirsi e svilupparsi
come il cedro.
Credete alle voci che vi rispondono: sono le anime stesse
di quelli che voi
evocate. Raramente io comunico; i miei amici, quelli che
hanno assistito alla
mia vita ed alla mia morte, sono i divini interpreti dei
voleri del Padre mio.
Uomini deboli, che credete all’errore delle vostre oscure
intelligenze, non
spegnete la fiaccola che la clemenza divina colloca fra le
vostre mani per
rischiarare la vostra strada, e per ricondurvi, figli
smarriti, nel grembo di
vostro Padre.
Io ve lo dico in verità: Credete alla diversità, alla molteplicità
degli spiriti
che vi attorniano. Io sento troppa compassione per le
vostre miserie, per la
vostra immensa debolezza, per non porgere una mano
soccorritrice agli
infelici smarriti, i quali, vedendo il cielo, cadono
nell’abisso dell’errore.
Credete, amate, capite le verità che vi sono rivelate; non
mescolate la zizzania
al buon grano, i sistemi alle verità.
Spiritisti! Amatevi, ecco il primo insegnamento; istruitevi,
ecco il
secondo. Tutte le verità si trovano nel Cristianesimo; gli
errori che
vi presero radice sono di origine umana; ed ecco che al di là della
tomba, ove voi pensavate vi fosse il nulla, sentite voci
che vi gridano:
Fratelli! Niente perisce. Gesù Cristo è il vincitore del
male, siate i
vincitori dell’empietà.
Osservazione. - Questa
comunicazione, ottenuta da uno dei migliori
medium della Società Spiritica di Parigi, è segnata da un
nome che il rispetto
non ci permette di riprodurre che sotto ogni riserva,
tanto grande sarebbe
l’insigne favore della sua autenticità, e perché ne fu
spesso abusato in
comunicazioni evidentemente apocrife. Questo nome è quello
di Gesù di
Nazaret. Non dubitiamo affatto che Egli possa
manifestarsi; ma se gli spiriti
veramente superiori lo fanno soltanto in circostanze
eccezionali, la ragione ci
proibisce di credere che lo spirito puro per eccellenza
voglia rispondere
all’appello del primo venuto; vi sarebbe, in tutti i casi,
profanazione
nell’attribuirgli un linguaggio indegno di lui. Come
abbiamo detto, più gli
spiriti sono elevati nella gerarchia spiritica, più il
loro nome deve essere
accolto con diffidenza. Nella comunicazione sopra riferita
constatiamo una
cosa sola, la superiorità incontestabile dei linguaggio e
dei pensieri, lasciando
330
ad ognuno la cura di giudicare se Colui di cui porta il
nome non la
sconfesserebbe.
Comunicazioni sui medium
X
Tutti gli uomini sono medium, tutti hanno uno spirito che
li dirige verso il
bene quando sanno ascoltarlo. Ora, che alcuni comunichino
direttamente con
lui per mezzo di una medianità particolare, che altri lo
intendano soltanto con
la voce del cuore e dell’intelligenza, poco importa; è
sempre lo spirito
familiare che li consiglia. Chiamatelo spirito, ragione,
intelligenza, è sempre
una voce che risponde alla vostra anima e vi detta buone
parole; siete voi che
non le intendete sempre. Non tutti sanno agire secondo i
consigli della
propria ragione; non di quella ragione che si trascina e
si arrampica piuttosto
che camminare, quella che si perde in mezzo agli interessi
materiali e
grossolani, ma quella ragione che eleva l’uomo al disopra
di se stesso, che lo
trasporta verso regioni sconosciute, fuoco sacro che
ispira l’artista e il poeta,
pensiero divino che eleva il filosofo, slancio che
trascina gli individui ed i
popoli, ragione che il volgo non può comprendere, ma che
eleva l’uomo e lo
avvicina a Dio più di nessuna altra creatura; criterio che
sa condurlo dal noto
all’ignoto e gli fa eseguire le cose più sublimi.
Ascoltate dunque questa voce
interna, questo buon genio che vi parla senza posa, e voi
giungerete
progressivamente ad intendere il vostro angelo custode,
che vi tende la mano
dall’alto del cielo. Lo ripeto, la voce intima che parla
al cuore è quella dei
buoni spiriti, ed è sotto questo punto di vista che gli
uomini tutti sono
medium.
(Channing)
XI
Il dono della medianità è antico come il mondo; i profeti
erano medium; i
misteri d’Eleusi erano fondati sulla medianità; i Caldei e
gli Assiri avevano i
loro medium; Socrate era diretto da uno spirito che gli
ispirava mirabili
principi della sua filosofia; egli ne sentiva la voce.
Tutti i popoli hanno avuto i
331
loro medium, e le ispirazioni di Giovanna d’Arco non erano
altro che le voci di
spiriti benefici che la dirigevano. Questo dono, che ora
si diffonde, era
diventato più raro nei secoli di mezzo, ma non si è mai
spento. Swedenborg ed
i suoi adepti hanno avuto una numerosa scuola. La Francia
degli ultimi secoli,
schernitrice, occupata in una filosofia che, volendo
distruggere gli abusi
dell’intolleranza religiosa, spegneva sotto il ridicolo
tutto ciò che era ideale, la
Francia doveva allontanare lo spiritismo, che non cessava
di progredire nel
Nord.
Dio aveva permesso questa lotta delle idee positive contro
le idee spiritualiste,
perché il fanatismo si era fatto un’arma di queste ultime;
ora che il progresso
dell’industria e delle scienze ha sviluppato l’arte di ben
vivere ad un punto
tale, che le tendenze materiali sono diventate dominanti,
Dio vuole che gli
spiriti siano ricondotti agli interessi dell’anima; egli
vuole che il
perfezionamento dell’uomo morale diventi ciò che deve
essere, vale a dire il
fine e lo scopo della vita. Lo spirito umano segue un
cammino necessario,
immagine della gradazione subita da tutto ciò che popola
l’universo visibile ed
invisibile; ogni progresso arriva a suo tempo: è venuto
ora quello
dell’elevazione morale dell’umanità; essa non avrà ancora
il suo compimento
ai giorni vostri, ma ringraziate Dio d’assistere
all’aurora benedetta.
(Pierre Jouty - padre del medium)
XII
Dio mi ha incaricata di compiere una missione verso i
credenti che egli
favorisce con il mediumato. Più essi sono favoriti di
grazie dall’Altissimo, e
più numerosi sono i pericoli che corrono, e questi
pericoli sono tanto più
grandi, in quanto prendono radice nei favori stessi che
Dio concede loro.
La facoltà di cui godono i medium attirano su di loro gli
elogi degli uomini, le
felicitazioni, le adulazioni: ecco il loro scoglio. Questi
stessi medium, che
dovrebbero avere sempre presente alla memoria la loro
incapacità primitiva,
non solo la dimenticano, ma per di più essi attribuiscono
a proprio merito
quello che devono a Dio solo. E che cosa succede allora? I
buoni spiriti li
abbandonano; essi diventano zimbello dei cattivi e non hanno
più nessuna
bussola per sapersi guidare. Più essi diventano capaci, e
più sono spinti ad
attribuirsi un merito che loro non appartiene, fino a
tanto che Dio li punisce
ritirando da essi una facoltà che può soltanto essere loro
fatale.
332
Io non potrei mai ricordarvi abbastanza il bisogno di
raccomandarvi al vostro
angelo custode, affinché vi aiuti a star sempre in guardia
contro l’orgoglio, che
è il vostro più crudele nemico.
Ricordate bene, voi che avete la bella avventura d’essere
gli interpreti fra gli
spiriti e gli uomini, che, senza l’appoggio del nostro
Divino Maestro, sarete
puniti più severamente, perché sarete stati più favoriti.
Spero che questa comunicazione porterà i suoi frutti, e
desidero che essa
possa aiutare i medium a tenersi in guardia dallo scoglio
contro il quale
verrebbero ad infrangersi; questo scoglio, già ve lo
dissi, è l’orgoglio.
(Giovanna d’Arco)
XIII
Allorché vorrete ricevere comunicazioni da buoni spiriti,
è necessario che vi
prepariate a questo favore con il raccoglimento, con sane
intenzioni e con il
desiderio di fare il bene in vista del progresso generale;
dovete ricordarvi,
infatti, che l’egoismo è causa di ritardo per ogni
avanzamento. Ricordate che
se Dio permette a qualcuno fra voi di ricevere le
ispirazioni di alcuni suoi figli,
i quali, per la loro condotta, hanno saputo meritare la
felicità di capire la sua
infinita bontà, è perché Egli vuole, dietro nostra
sollecitazione, e in vista delle
vostre buone intenzioni, darvi i mezzi per avanzare nella
sua strada; così
dunque, medium, mettete a profitto questa facoltà che Dio
vuole per sua
grazia accordarvi! Abbiate fede nella bontà del nostro
Maestro; mettete
sempre in pratica la carità; non stancatevi mai di
esercitare questa sublime
virtù insieme con la tolleranza. Siano le vostre azioni
sempre in armonia con
la vostra coscienza; è un mezzo certo di centuplicare la
vostra felicità in
questa vita passeggera, e di prepararvi un’esistenza mille
volte più dolce.
Colui fra i medium che non si sentisse di perseverare
nello spiritico
insegnamento, se ne astenga; poiché, non mettendo a
profitto la luce che lo
rischiara, sarà meno scusabile di un altro, e dovrà
espiare il suo accecamento.
(Pascal)
333
XIV
Oggi vi parlerò del disinteresse, che deve essere una
delle qualità essenziali
dei medium, come deve esserlo la modestia e lo spirito di
sacrificio. Dio diede
loro questa facoltà affinché aiutino a propagare la
verità, e non per farne un
traffico; e con ciò io non intendo menzionare soltanto
quelli che vorrebbero
trarne partito come di una abilità ordinaria, e che si
facessero medium come
si diventa ballerino o cantante; ma tutti quelli che
pretendessero di servirsene
per fini interessati di ogni genere. E’ forse razionale il
credere, che spiriti
buoni, ed ancora meno spiriti superiori, che condannano la
cupidigia,
acconsentano a dare spettacolo di sé, e si mettano come
comparse a
disposizione di un impresario di manifestazioni
spiritiche? E non lo è
maggiormente il credere che buoni spiriti possano favorire
vedute d’orgoglio e
d’ambizione? Dio permette loro di comunicare agli uomini
per trarli dal fango
terrestre, e non per servire da strumento alle passioni
mondane. Non può,
dunque, vedere con piacere quelli che stornano dal suo
vero scopo il dono che
ha loro fatto, e vi assicuro che ne saranno puniti, anche
qui sulla terra, con
amari disinganni.
(Delfina di Girardin)
XV
Tutti i medium sono incontrastabilmente chiamati a servire
la causa dello
spiritismo nella misura delle loro facoltà, ma sono ben
pochi quelli che non si
lasciano prendere al trabocchetto dell’amor proprio; è una
pietra di paragone
che manca raramente di fare il suo effetto; per cui, su
cento medium se ne
troverà appena uno, per infimo che sia, il quale non si
sia creduto, nei primi
tempi della sua medianità, chiamato ad ottenere risultati
superiori e
predestinato a grandi missioni. Quelli che soccombono a
questa vanitosa
speranza, ed il numero ne è grande, diventano la preda
inevitabile di spiriti
ossessori, che non tardano a soggiogarli, lusingando il
loro orgoglio e
prendendoli dal loro lato debole; quanto più essi hanno
voluto elevarsi, tanto
più sarà ridicola la loro caduta, quando pure non
divenisse per essi disastrosa.
Le grandi missioni sono confidate soltanto agli uomini
eletti, e Dio li colloca
lui stesso, e senza che essi lo cerchino, nel luogo e
nella posizione ove potrà
essere efficace il loro concorso. Non raccomanderò mai
abbastanza ai medium
inesperti di diffidare di quanto certi spiriti potranno
dir loro, riguardo il
334
preteso compito che sono chiamati a sostenere, poiché, se
essi la prendono sul
serio, non raccoglieranno che disinganni in questo mondo
ed un severo
castigo nell’altro. Si persuadano essi che, nella sfera
modesta ed oscura in cui
sono collocati, possono rendere grandi servigi, aiutando
la conversione degli
increduli, e dando consolazioni agli afflitti; qualora
dovessero uscirne,
saranno condotti da una mano invisibile, che preparerà le
vie, e saranno, loro
malgrado, messi in evidenza. Ricordino queste parole:
“Chiunque si innalza
sarà abbassato e chiunque s’abbassa sarà innalzato”.
(Lo Spirito di Verità)
Comunicazioni sulle società spiritiche
Nota. - Delle
seguenti comunicazioni, alcune furono date nella Società
parigina di studi spiritici o altrove, ma con il suo
stesso punto di vista; altre ci
furono trasmesse da diversi medium: esse contengono
consigli generali sulle
riunioni, sulla loro formazione e sulle difficoltà che
possono incontrare.
XVI
Perché non cominciate le vostre sedute con una invocazione
generale, una
qualche preghiera che disponga al raccoglimento? Poiché,
sappiatelo bene,
senza il raccoglimento voi non avrete che comunicazioni
leggiere; i buoni
spiriti vanno soltanto dove sono chiamati con fervore e
sincerità. Ecco ciò che
non si capisce abbastanza; sta dunque a voi darne
l’esempio; a voi che, se lo
volete, potete diventare una delle colonne del nuovo
edificio. Noi vediamo i
vostri lavori con piacere e vi aiutiamo, ma a condizione
che voi, da parte
vostra, ci secondiate e vi mostriate all’altezza della
missione che siete chiamati
a compiere. Formate dunque un fascio, e sarete forti, ed i
cattivi spiriti non
prevarranno contro di voi. Dio ama i semplici di spirito,
il che non vuol dire
gli sciocchi, ma quelli che fanno abnegazione di se stessi
e che vanno a Lui
senza orgoglio. Voi potete diventare un focolare di luce
per l’umanità;
sappiate dunque distinguere il buon grano dalla zizzania,
non seminate se non
il buon grano e guardatevi dallo spargere la zizzania;
poiché la zizzania
impedirà al buon grano di germogliare, e voi sarete
responsabili di tutto il
male che avrà fatto; voi sarete pure responsabili delle
cattive dottrine che
potreste spargere. Ricordate che un giorno il mondo può
avere l’occhio su voi;
335
fate dunque che niente abbia ad oscurare lo splendore delle
buone cose che
usciranno dal vostro seno; ecco perché noi vi
raccomandiamo di pregare Dio
di assistervi.
(Sant’Agostino)
Sant’Agostino, pregato di voler gettare una formula
d’invocazione generale
rispose:
“Voi sapete che non vi è alcuna formula assoluta: Dio è
troppo grande per
attribuire maggior importanza alle parole che non ai
pensieri. Ora, non
crediate che basti pronunciare qualche parola, per
allontanare i cattivi spiriti;
evitate soprattutto di fare una di quelle formule comuni
che si recitano per
sentirsi a posto con la coscienza. La sua efficacia
consiste nella sincerità del
sentimento che la detta, e soprattutto nell’unanimità
dell’intenzione, poiché
nessuno di quelli che non vi si associassero di cuore,
potrebbe trarne
giovamento, né giovare agli altri. Fatela dunque voi
stessi, e sottomettetela, se
vi piace; io vi aiuterò”.
Nota. - La
formula seguente d’invocazione generale è stata redatta con il
concorso dello spirito, che l’ha completata in molti
punti.
“Noi Vi preghiamo, Dio Onnipotente, di inviarci dei buoni
Spiriti per
assisterci, e di allontanare quelli che potrebbero indurci
in errore. Dateci la
luce necessaria per distinguere la verità dall’impostura.
Allontanate ancora gli spiriti malevoli che potrebbero
gettare la disunione fra
di noi, suscitando l’invidia, l’orgoglio e la gelosia. Se
qualcuno tentasse di
introdursi in questo luogo, in nome di Dio, noi lo
scongiuriamo di ritirarsi.
“Buoni spiriti che presiedete ai nostri lavori, degnate di
venire ad istruirci e
rendeteci docili ai vostri consigli. Fate che ogni
sentimento personale si
dilegui in noi di fronte al pensiero del bene generale.
Preghiamo poi particolarmente..., nostro protettore
speciale, di volerci dare
oggi il suo aiuto”.
XVII
336
Amici miei, lasciate che vi dia un consiglio, poiché voi
camminate sopra un
terreno nuovo, e se seguite la strada che vi indichiamo,
voi non vi smarrirete.
Vi si disse una cosa ben vera, e che vogliamo richiamarvi,
cioè che lo
spiritismo non è che una morale, che non deve uscire dai
limiti della filosofia
né punto né poco, se non vuole cadere nel dominio della
curiosità. Lasciate da
parte le questioni di scienza: la missione degli spiriti
non è quella di risolverle
risparmiandovi la pena delle ricerche, ma bensì di fare in
modo di rendervi
migliori, poiché così soltanto voi avanzerete realmente.
(San Luigi)
XVIII
Il mondo rise delle tavole giranti, ma non riderà mai
della filosofia, della
saviezza e della carità che brillano nelle comunicazioni
serie. Quelle, le tavole
giranti, furono il vestibolo della scienza; ivi entrando
si devono lasciare i
pregiudizi, come vi si lascerebbe il mantello. Non potrei
mai abbastanza
impegnarvi a fare delle vostre riunioni un centro serio.
Si facciano altrove
dimostrazioni fisiche, si veda e si senta in altri luoghi,
ma fra voi si
capisca e si ami. Che
cosa credete voi di essere agli occhi degli spiriti
superiori, quando avete fatto girare od alzare una tavola?
Scolari! Passa forse
lo scienziato il suo tempo a ripassare l’abc della
scienza? Invece, vedendovi
cercare serie comunicazioni, siete considerati come uomini
seri, in cerca della
verità.
(San Luigi)
Avendo chiesto a San Luigi se con ciò intendeva biasimare
le manifestazioni
fisiche, rispose:
“Io non potrei biasimare le manifestazioni fisiche, poiché
se hanno luogo, è
con il permesso di Dio e per un utile scopo; dicendo che
furono il vestibolo
alla scienza, indico il loro vero posto e ne constato
l’utilità. lo biasimo soltanto
quelli che ne fanno un oggetto di divertimento e di
curiosità, senza trarne
l’insegnamento che ne è la conseguenza; esse stanno alla
filosofia dello
spiritismo, come la grammatica sta alla letteratura, e
colui che è pervenuto ad
un certo grado nella scienza, non perde più il suo tempo a
ripassarne i
337
principi elementari”.
XIX
Miei amici e fedeli credenti, sono sempre felice di
potervi dirigere nella via del
bene; è una dolce missione che Dio mi concede e di cui
sono lieto, perché
l’essere utile è sempre una ricompensa. Che lo spirito di
carità vi riunisca,
tanto la carità che dà, come quella che ama. Mostratevi
pazienti contro le
ingiurie dei vostri detrattori; siate fermi al bene e
soprattutto umili davanti a
Dio; la sola umiltà eleva; è questa la sola grandezza che
Dio riconosce. Allora
soltanto i buoni spiriti verranno a voi, altrimenti quello
del male si
impadronirebbe della vostra anima. Siate benedetti nel
nome del Creatore, e
voi diverrete grandi agli occhi degli uomini, nello stesso
tempo che a quelli di
Dio.
(San Luigi)
XX
L’unione fa la forza: siate uniti per essere forti. Lo spiritismo
ha germogliato e
gettato profonde radici; esso sta per stendere nella terra
i suoi rami benefici.
Il necessario che vi rendiate invulnerabili contro le
frecce avvelenate della
calunnia e della nera falange degli spiriti ignoranti,
egoisti ed ipocriti, Per
giungervi è necessario che presiedano alle vostre
relazioni una grande
indulgenza e una reciproca benevolenza; che passino
reciprocamente
inosservati i vostri difetti e siano notate soltanto le
vostre qualità; la fiaccola
della santa amicizia riunisca, rischiari e riscaldi i
vostri cuori, e voi resisterete
agli attacchi impotenti del male, come la roccia immobile
allo sbattere
dell’onda furiosa.
(San Vincenzo de’ Paoli)
XXI
338
Amici miei, voi volete formare una riunione spiritica e vi
approvo, poiché gli
spiriti non possono vedere con piacere i medium che
restano nell’isolamento.
Dio non ha dato loro questa sublime facoltà per sé soli,
ma per il bene
generale. Comunicando ad altri, essi hanno mille occasioni
di illuminarsi sul
merito delle comunicazioni che ricevono, mentre da soli
essi restano più
facilmente sotto il predominio di spiriti mentitori, i
quali sono contenti di non
essere giudicati. Questo per voi, e se non siete dominati
dall’orgoglio, lo
capirete e ne farete profitto. Ecco ora per gli altri.
Vi rendete voi ben conto di ciò che deve essere una
riunione spiritica? No,
poiché nel vostro zelo voi credete che non vi sia di
meglio da fare che riunire il
più gran numero di persone, onde convincerle.
Disingannatevi, perché quanto
più pochi sarete, e più otterrete. E’ soprattutto con
l’ascendente morale che
condurrete a voi gli increduli, e con maggior efficacia
che non con i fenomeni
che riuscirete. Se voi attirate soltanto con i fenomeni,
si verrà a vedervi per
curiosità, e troverete curiosi che non vi crederanno e che
rideranno di voi. Se
fra voi non si troveranno che persone degne di stima, non
vi si crederà forse
subito, ma sarete rispettati, ed il rispetto ispira sempre
la fiducia. Voi siete
convinti che lo spiritismo debba portare una riforma
morale; sia dunque la
vostra riunione la prima a dare l’esempio delle virtù
cristiane, poiché in
questo tempo d’egoismo la vera carità deve trovare un
rifugio nelle società
spiritiche. Tale deve essere, amici miei, una riunione di
veri spiritisti. Un’altra
volta vi darò altri consigli.
(Fénelon)
XXII
Voi mi avete chiesto se la molteplicità dei gruppi in una
medesima località
non potrebbe generare rivalità penose per la dottrina. A
ciò vi risponderò che
coloro i quali sono imbevuti dei veri principi di questa
dottrina vedono dei
fratelli in tutti gli spiritisti e non dei rivali; e
quelli che vedessero le altre
riunioni con occhio geloso, proverebbero che vi è in essi
un secondo fine di
interesse o di amor proprio, e che non sono guidati
dall’amore della verità. Vi
assicuro che se fra voi vi fosse qualcuna di tali persone,
esse seminerebbero
presto il torbido e la disunione. Il vero spiritismo ha
per motto benevolenza
e carità; esso
esclude ogni altra emulazione che non sia quella del bene che si
può fare; tutti i gruppi che lo scriveranno sulla loro
bandiera potranno
tendersi la mano come buoni vicini, i quali sono e
rimangono amici
339
quantunque non abitino la stessa casa. Quelli che
pretenderanno di avere i
migliori spiriti per guide, dovranno provarlo mostrando i
migliori sentimenti.
Vi sia dunque emulazione fra di essi, ma per grandezza
d’animo, di
abnegazione, di bontà e di umiltà: colui che gettasse la
pietra all’altro
proverebbe per questo solo che è spinto da cattivi,
spiriti. La natura dei
sentimenti che due uomini manifestano l’uno verso l’altro,
è la pietra di
paragone che fa conoscere la natura degli spiriti che li
assistono.
(Fénelon)
XXIII
Il silenzio ed il raccoglimento sono le condizioni
essenziali per tutte le
comunicazioni serie. Voi non le otterrete mai da quelli
che fossero attirati
nelle vostre riunioni unicamente per curiosità; invitate
dunque i curiosi ad
andarsene a divertire altrove, poiché la loro distrazione
sarebbe una causa di
disunione.
Voi non dovete tollerare alcuna conversazione allorché
fate le domande agli
spiriti. Avete talvolta delle comunicazioni che richiedono
repliche serie da
parte vostra e risposte non meno serie da parte degli
spiriti evocati, i quali
provano, credetelo bene, un vero disgusto per i mormorii
continui di certi
astanti, da ciò deriva che nulla di completo e di
veramente serio si produce. Il
medium che scrive prova, egli pure, distrazioni molto
nocive per le sue
funzioni.
(San Luigi)
XXIV
Vi parlerò della necessità di osservare nelle vostre
sedute la più grande
regolarità, vale a dire di evitare qualunque confusione,
qualunque divergenza
nelle idee. La divergenza favorisce la sostituzione dei
cattivi spiriti ai buoni, e
quasi sempre sono i primi che si impossessano delle
questioni proposte.
D’altra parte, in una riunione composta di elementi
diversi e sconosciuti gli
uni agli altri, come evitare le idee contraddittorie, la
distrazione o, peggio
340
ancora, una vaga e scettica indifferenza?
Questo mezzo io vorrei trovarlo, efficace e certo. Forse
si trova nella
concentrazione dei fluidi sparsi attorno ai medium. Essi
soli, ma soprattutto
quelli che sono amati, trattengono i buoni spiriti
nell’assemblea; ma la loro
influenza basta appena a dissipare la folla degli spiriti
leggieri. Il lavoro
dell’esame delle comunicazioni è eccellente; non si
potrebbe mai abbastanza
approfondire le domande e soprattutto le risposte;
l’errore è facile anche per
gli spiriti animati dalle migliori intenzioni. La lentezza
della scrittura, durante
la quale lo spirito si storna dal soggetto che egli
esaurisce appena lo ha
concepito: la mobilità e l’indifferenza per certe forme
convenute; tutte queste
ragioni, e tante altre vi fanno un dovere di prestare
soltanto una fiducia
limitata e sempre subordinata all’esame, anche quando si
tratta di
comunicazioni più autentiche.
(Giorgio - Spirito familiare)
XXV
Per quale scopo, la maggior parte delle volte, voi
chiedete comunicazioni agli
spiriti? Per avere dei magnifici brani letterari, che poi
mostrate alle vostre
conoscenze come campioni del nostro ingegno; li conservate
preziosamente
nei vostri album, ma per loro non c’è un posto nel vostro
cuore. Credete voi
che noi siamo molto lusingati di intervenire alle vostre
assemblee come ad un
concorso, e dar prova d’eloquenza, affinché possiate dire
che la seduta fu
molto interessante? Che cosa vi resta mai quando avete
trovato ammirabile
una comunicazione? Credete voi che noi veniamo a cercare i
vostri applausi?
Disingannatevi; noi non amiamo divertirvi più in una
maniera che in un’altra;
da parte vostra è questa ancora una curiosità che voi
dissimulate invano; il
nostro scopo è di rendervi migliori. Ora, quando vediamo
che le nostre parole
non portano frutto, e che tutto si riduce, da parte
vostra, ad una sterile
approvazione, noi andiamo a cercare anime più docili, e
lasciamo venire in
vece nostra gli spiriti che non domandano di meglio che
parlare, e questi non
mancano certamente. Voi vi meravigliate perché lasciamo
che essi prendano il
nostro nome; che cosa vi importa mai, dal momento che per
voi è la stessa
cosa? Ma sappiate bene che noi non lo permetteremmo
riguardo a coloro ai
quali ci interessiamo realmente, vale a dire per quelli
con i quali non
perdiamo il nostro tempo; essi sono i nostri preferiti e
noi li preserviamo dalla
menzogna. Non incolpate dunque che voi stessi, se siete
così spesso ingannati.
341
Per noi, l’uomo serio non è colui che si astiene dal
ridere, ma colui che, nel
suo cuore, è toccato dalle nostre parole, che le medita e
ne fa buon uso. (Vedi
n. 268, domande 19 e 20).
(Massillon)
XXVI
Lo spiritismo dovrebbe essere un’egida contro lo spirito
di discordia e di
dissenso; ma questo spirito ha in ogni tempo agitato la
sua fiaccola sugli
uomini, perché esso è geloso della felicità che procura la
pace e l’unione.
Spiritisti, esso potrà dunque penetrare nelle vostre
assemblee e, non
dubitatene, cercherà di seminare il disamore, ma sarà
impotente contro
coloro che sono animati dalla vera carità. State dunque in
guardia, e vegliate
senza posa alla porta del vostro cuore, come a quella
delle vostre riunioni, per
non lasciarvi penetrare il nemico. Se i vostri sforzi sono
impotenti contro il
nemico esterno, dipenderà sempre da voi interdirgli
l’accesso dell’anima
vostra. Se si elevassero dissensi fra voi, questi non
potrebbero essere suscitati
se non da cattivi spiriti; coloro dunque che avranno al
più alto grado il
sentimento dei doveri che l’urbanità ed il vero spiritismo
loro impongono, si
mostrino i più pazienti, i più dignitosi ed i più
convenienti. I buoni spiriti
possono qualche volta permettere queste lotte, per dare ai
buoni come ai
cattivi sentimenti l’occasione di rivelarsi, onde separare
il buon grano dalla
zizzania, e saranno sempre dal lato ove vi sarà maggior
umiltà e vera carità.
(San Vincenzo de’ Paoli)
XXVII
Respingete senza pietà tutti quegli spiriti che si danno
come consiglieri
esclusivi, predicando la divisione e l’isolamento. Sono
quasi sempre spiriti
vanitosi e mediocri, che tentano di imporsi agli uomini
deboli e creduli,
prodigando loro lodi esagerate allo scopo di fascinarli e
tenerli sotto la loro
dominazione. Essi sono generalmente spiriti affamati di
potere, i quali,
essendo stati despoti pubblici e privati durante la loro
vita, vogliono ancora
avere vittime da tiranneggiare dopo la loro morte. In
generale, diffidate delle
342
comunicazioni che portano un carattere di misticismo o di
stranezza, o che
prescrivono cerimonie ed atti bizzarri; allora vi è sempre
un motivo legittimo
di sospetto.
D’altra parte, siate persuasi che allorquando una verità
deve essere rivelata
all’umanità, essa è, per così dire, comunicata
istantaneamente in tutti i gruppi
seri, che posseggono medium seri, e non a questi o a
quelli, con l’esclusione di
tutti gli altri. Nessun medium è perfetto se è ossesso, e
vi è ossessione
manifesta allorché un medium è soltanto atto a ricevere le
comunicazioni di
uno spirito speciale, per quanto alto questi cerchi di
collocarsi da se stesso. In
conseguenza, qualunque medium e qualunque gruppo che si
credano
privilegiati da comunicazioni che essi solo possono
ricevere, e che d’altra
parte sono assoggettati a pratiche da cui traspare la
superstizione, sono
indubbiamente sotto una ossessione delle meglio
caratterizzate, soprattutto
quando lo spirito dominatore si fa bello di un nome che
tutti, spiriti ed
incarnati, dobbiamo onorare e rispettare e mai lasciar
porre innanzi ad ogni
proposito.
E’ incontestabile che, sottomettendo al crogiuolo della
ragione e della logica
tutti i dati e tutte le comunicazioni degli spiriti, sarà
facile respingere
l’assurdità e l’errore. Un medium può essere fascinato, un
gruppo può essere
ingannato, ma il severo controllo degli altri gruppi, la
scienza acquistata e la
incontestabile ed alta autorità morale dei capi di gruppi,
le comunicazioni dei
principali medium che ricevono un suggello di logica e di
autenticità dai
nostri migliori spiriti, faranno rapidamente giustizia di
queste comunicazioni
menzognere ed astute, che emanano da una turba di spiriti
ingannatori o
cattivi.
(Erasto - discepolo di San Paolo)
Osservazione. - Uno
dei caratteri distintivi di questi spiriti, che vogliono
imporsi e far accettare idee bizzarre e sistematiche, è
quello di pretendere,
quand’anche fossero i soli del loro avviso, di avere
ragione contro tutto il
mondo. La loro tattica è quella di evitare la discussione,
e quando si vedono
vittoriosamente combattuti con le armi irresistibili della
logica, rifiutano
sdegnosamente di rispondere, e prescrivono ai loro medium
di allontanarsi
dai centri, in cui le loro idee non sono accolte. Questo
isolamento è ciò che vi è
di più fatale per i medium, perché essi subiscono senza
contrappeso il giogo di
questi spiriti ossessori che li conducono come ciechi, e
li trascinano sovente in
vie perniciose.
343
XXVIII
I falsi profeti non si trovano solamente fra gli
incarnati; vi sono anche, ed in
numero molto maggiore, fra gli spiriti orgogliosi che,
sotto false sembianze di
amore e di carità, seminano la disunione e ritardano
l’opera emancipatrice
dell’umanità, gettandole innanzi i loro sistemi assurdi,
che fanno accettare dai
loro medium; e per meglio fascinare quelli che essi
vogliono ingannare, per
dare maggior peso alle loro teorie, si servono, senza
scrupoli, di nomi che gli
uomini pronunciano soltanto con rispetto, quelli dei santi
giustamente
venerati, di Gesù, di Maria ed anche di Dio.
Sono essi che seminano fermenti di antagonismo fra i vari
gruppi, che li
spingono ad isolarsi gli uni dagli altri, ed a vedersi di
cattivo occhio. Ciò solo
basterebbe per smascherarli, giacché, così trattando,
danno essi stessi la più
formale smentita a quello che pretendono di essere.
Ciechi, dunque, sono gli
uomini che si lasciano cogliere in un’insidia così
grossolana.
Ma vi sono pure altri mezzi per riconoscerli. Spiriti
dell’ordine al quale dicono
di appartenere, devono essere non solamente di bontà
eccezionale, ma inoltre
eminentemente logici e razionali. Ebbene! Passate il loro
sistema al crivello
della ragione e del buon senso, e vedrete che cosa ne
resterà. Convenite
dunque con me, che ogni qualvolta uno spirito indica, come
rimedio ai mali
dell’umanità, o come mezzi di arrivare alla sua
trasformazione, cose
utopistiche ed impraticabili, misure puerili e ridicole;
quando formula un
sistema contraddetto dalle più comuni nozioni della
scienza, egli è
sicuramente uno spirito ignorante e mentitore.
D’altra parte, siate certi che, se la verità non è sempre
apprezzata dagli
individui, essa lo è sempre dal buon senso delle masse, ed
è questo ancora un
criterio. Se due principi si contraddicono, voi avrete la
misura del loro valore
intrinseco, cercando quello dei due che trova maggior eco
e simpatia; sarebbe
illogico, infatti, ammettere che una dottrina, la quale
vedesse diminuire il
numero dei suoi seguaci, fosse più vera di quella che li
vede invece aumentare.
Dio, volendo che la verità pervenga a tutti, non la
confina in un circolo
ristretto e misurato, ma la fa sorgere in differenti punti
affinché dappertutto
la luce si trovi di fronte alle tenebre.
(Erasto)
344
Osservazione. - La
miglior garanzia che un principio è
l’espressione della verità si ha allorquando è insegnato e
rivelato
da differenti spiriti, per mezzo di medium estranei gli
uni agli altri
ed in differenti luoghi, e, allorché per giunta, è
confermato dalla
ragione e sanzionato dalla adesione della maggioranza. La
verità
sola può dare radici ad una dottrina; un sistema erroneo
può bensì
reclutare qualche aderente, ma siccome egli manca della
prima
condizione di vitalità, non ha che un’esistenza effimera;
perciò non
dobbiamo inquietarcene; esso si uccide con i suoi propri
errori, e
cadrà inevitabilmente davanti all’arma potente della
logica.
Comunicazioni apocrife
Vi sono spesso comunicazioni talmente assurde, quantunque
firmate dai
nomi più rispettabili, che il più comune buon senso ne
dimostra la falsità; ve
ne sono però di quelle in cui l’errore è dissimulato sotto
buone istruzioni che
fanno illusione, ed impediscono qualche volta di
afferrarlo al primo colpo
d’occhio, ma che tuttavia non potrebbero resistere ad un
esame serio. Ne
citeremo soltanto qualcuna come esempio.
XXIX
La creazione perpetua ed incessante dei mondi è per come
un godimento
perpetuo, poiché egli vede senza posa i suoi raggi
diventare ogni giorno più
luminosi in felicità. Non vi è numero, per Dio, come non
vi è tempo. Ecco
perché centinaia e miliardi non sono, per Lui, né più né
meno, l’uno che
l’altro. E’ un padre il cui gaudio è formato dalla
felicità collettiva dei suoi figli,
e ad ogni secondo di creazione, vede una nuova felicità
che viene a fondersi
nella felicità generale. Non vi è né fine né sosta in
questo movimento
perpetuo, in questa grande felicità incessante che feconda
la terra ed il cielo.
Del vostro mondo non si conosce che una piccola frazione,
e voi avete dei
fratelli che vivono sotto latitudini in cui l’uomo non è
ancora riuscito a
penetrare. Che cosa significano questi calori torridi e
questi freddi mortali che
arrestano gli sforzi dei più arditi? Credete voi
semplicemente che là sia il
limite del vostro mondo, perché voi non potete avanzare
più oltre con i soli
vostri piccoli mezzi? Potreste voi dunque misurare
esattamente il vostro
pianeta? Non credete a ciò. Vi sono, sul vostro pianeta,
più luoghi incogniti
che luoghi sconosciuti. Ma poiché è inutile propagare di
più tutte le vostre
345
cattive istituzioni, tutte le vostre cattive leggi, azioni
ed esistenze, vi è un
limite che vi arresta qua e là e che vi arresterà fino a
che abbiate a trasportare
le buone sementi, fatte dal vostro libero arbitrio. Voi
non conoscete questo
mondo che chiamate la terra. Voi vedrete già nella vostra
esistenza un grande
principio di prove in favore di questa comunicazione.
Ecco, sta per suonare
l’ora in cui sarà fatta una scoperta diversa dall’ultima;
ecco che sta per
allargarsi il circolo della vostra terra conosciuta, e
quando tutta la stampa
canterà quest’osanna in tutte le lingue, voi, poveri
figliuoli, che amate Dio e
che cercate la sua via, voi l’avrete saputo prima ancora
di quelli che daranno il
loro nome alla nuova terra.
(Vincenzo de’ Paoli)
Osservazione. - Dal
punto di vista dello stile, in questa comunicazione gli
errori, i pleonasmi, i giri viziosi saltano agli occhi di
chiunque; ma ciò non
proverebbe niente contro il nome con cui è firmata, perché
queste
imperfezioni potrebbero provenire dall’insufficienza del
medium, come
abbiamo altrove dimostrato. Ciò che proviene dallo spirito
è l’idea; ora
quando egli dice che sul nostro pianeta vi sono maggiori
quantità di luoghi
ignorati che conosciuti, che presto si scoprirà un nuovo
continente, è, per uno
spirito che si dice superiore, prova della più profonda
ignoranza. Dire inoltre
che queste terre sono popolate, e che Dio le ha nascoste
agli uomini perché
essi non vi portassero le loro cattive istituzioni,
significa affidarsi troppo alla
fiducia cieca di coloro ai quali egli spaccia simili assurdità.
XXX
Figli miei, il nostro mondo materiale ed il mondo
spirituale, che così pochi
conoscono ancora, formano come due piatti della bilancia
perpetua. Finora, le
nostre religioni, le nostre leggi, i nostri costumi e le
nostre passioni hanno
talmente fatto scendere il piatto del male per sollevare
quello del bene, che si
è visto il male regnare sovrano sulla terra. Da molti
secoli la medesima
lagnanza esce dalla bocca dell’uomo, e la conclusione
fatale è l’ingiustizia di
Dio. Vi sono persino di quelli che vanno sino alla
negazione dell’esistenza di
Dio. Voi vedete tutto qui e niente là; voi vedete il
superfluo che urta il bisogno,
l’oro che brilla vicino al fango; tutti i contrasti più
evidenti, che dovrebbero
provarvi la vostra doppia natura. Da che cosa proviene
ciò? Di chi è la colpa?
Ecco quanto conviene cercare con tranquillità e con
imparzialità; allorquando
346
si desidera sinceramente trovare un buon rimedio, lo si
trova. Ebbene,
malgrado questa dominazione del male sul bene per vostra
propria colpa,
perché non vedete voi il resto andare diritto secondo la
linea tracciata da Dio?
Vedete voi alterarsi le stagioni? Urtarsi
inconsideratamente i caldi ed i freddi?
La luce del sole dimenticarsi di illuminare la terra? La
terra dimenticare nel
suo seno i germi che l’uomo vi ha deposti? Vedete voi la
cessazione dei mille
miracoli perpetui, che si producono sotto i vostri occhi,
dalla nascita del filo
d’erba, fino alla nascita del bambino, futuro uomo? Ma
tutto va bene dal lato
di Dio, tutto va male dal lato dell’uomo. Quale rimedio a
ciò? E’ molto
semplice: avvicinarsi a Dio, amarsi, unirsi, intendersi e
seguire
tranquillamente la strada di cui si vedono i traguardi con
gli occhi della fede e
della coscienza.
(Vincenzo de’ Paoli)
Osservazione. - Questa
comunicazione fu ottenuta nello stesso circolo; ma
quale differenza con la precedente. Non solo per i
pensieri, ma anche per lo
stile. Tutto vi è giusto, profondo, sensato, e certamente
San Vincenzo de’ Paoli
non la sconfesserebbe: ecco perché si può attribuirgliela
senza timore.
XXXI
Avanti, figliuoli, serrate le vostre file! Vale a dire che
la vostra unione faccia la
vostra forza! Voi che lavorate alla fondazione del grande
edificio, vegliate e
lavorate sempre per consolidarlo alla sua base, ed allora
potrete farlo salire
ben alto, ben alto! Il progresso è immenso su tutto il
nostro globo. una
quantità innumerevole di proseliti si schiera sotto le
nostre bandiere: molti
scettici, e anche dei più increduli, si avvicinano.
Andate, figliuoli; camminate con il cuore alto, pieno di
fede; la strada che
seguite è bella; non soffermatevi; seguite sempre la linea
diritta, siate guida a
quelli che vengono dopo di voi, essi saranno felici, ben
felici!
Camminate, figliuoli; voi non avete bisogno della forza
delle baionette per
sostenere la vostra causa, voi non avete bisogno che della
fede; la credenza, la
fraternità e l’unione, ecco le vostre armi; con quelle,
voi sarete forti, più
potenti di tutti i potentati dell’universo riuniti,
malgrado le loro forze viventi,
le loro flotte, i loro cannoni e la loro mitraglia!
347
O voi che combattete per la libertà dei popoli e la
rigenerazione della grande
famiglia umana, andate, figliuoli, coraggio e
perseveranza, Dio vi aiuterà.
Buona sera; arrivederci.
(Napoleone)
Osservazione. - Napoleone
era, in vita, un uomo grave e serio al massimo
grado: tutti conoscono il suo stile breve e conciso. Egli
avrebbe singolarmente
degenerato se, dopo la sua morte, fosse diventato verboso
e burlesco. Questa
comunicazione è forse dello spirito di qualche soldato che
si chiamava
Napoleone.
XXXII
No, non si può cambiare di religione quando non se ne ha
una che possa
soddisfare insieme il senso comune e l’intelligenza
nostra, e che possa
soprattutto dare all’uomo le consolazioni presenti. No,
non si cambia di
religione, si cade dalla inettitudine e dalla dominazione
nella saviezza e nella
libertà. Andate, andate, nostra piccola armata! Andate e
non temete le palle
nemiche; quelle che devono uccidervi non sono ancora
fatte, se siete sempre
dal fondo del cuore sulla strada di Dio, vale a dire se
volete sempre
combattere pacificamente e vittoriosamente per l’agiatezza
e la libertà.
(Vincenzo de’ Paoli)
Osservazione. - Chi
riconoscerebbe San Vincenzo de’ Paoli a questo
linguaggio, a questi pensieri scuciti e sprovvisti di buon
senso? Che cosa
significano queste parole: “No, non si cambia di
religione, si cade dalla
inettitudine e dalla dominazione nella saviezza e nella
libertà?” Con queste
sue palle che non sono ancora fatte, noi sospettiamo molto
che questo spirito
sia lo stesso che firmò più sopra Napoleone.
XXXIII
348
Figli della mia fede, cristiani della mia dottrina
dimenticata per gli interessi
dei flutti della filosofia dei materialisti, seguitemi sul
cammino della Giudea,
seguite la passione della mia vita, contemplate ora i miei
nemici, guardate le
mie sofferenze, i miei tormenti ed il mio sangue versato
per la mia fede.
Figli, spiritualisti della mia nuova dottrina, siate
pronti a sopportare, a sfidare
i flutti delle avversità, i sarcasmi dei vostri nemici. La
fede camminerà senza
posa, seguendo la vostra stella, che vi condurrà sulla
strada della felicità
eterna, come la stella che condusse con la fede i Magi
d’Oriente al presepio.
Quali che siano le vostre avversità, quali che siano le
vostre pene e le lagrime
che avrete versate su questa sfera d’esilio, fatevi
coraggio, siate persuasi che la
gioia che vi inonderà nel mondo degli spiriti sarà molto
al disopra dei
tormenti della vostra esistenza passeggiera. La valle di
lagrime è una valle che
deve sparire per far posto al luminoso soggiorno della
gioia, della fratellanza e
dell’unione, alla quale con la vostra obbedienza alla
santa rivelazione voi
perverrete. La vita, miei cari fratelli di questa sfera
terrestre, tutta
preparatoria, non può durare che il tempo necessario per
vivere ben
preparato a questa vita che non potrà mai finire. Amatevi,
amatevi come io vi
amai e come vi amo ancora; fratelli, coraggio, fratelli!
Vi benedico, in cielo vi
aspetto.
(Gesù)
Da queste brillanti e luminose regioni ove il pensiero
umano può appena
arrivare, l’eco delle vostre parole e delle mie è venuto a
percuotere il mio
cuore.
Oh! Di qual gioia mi sento inondato vedendovi, voi, i
continuatori della mia
dottrina. No, nulla si avvicina alla testimonianza dei
vostri buoni pensieri! Voi
lo vedete, figliuoli, l’idea rigeneratrice da me altra
volta lanciata nel mondo,
perseguitata, fermata un momento sotto la pressione dei
tiranni, se ne va
ormai senza ostacoli, rischiarando i sentieri
dell’umanità, così lungamente
immersa nelle tenebre.
Ogni sacrificio grande e disinteressato, miei figli, ha
presto o tardi portato i
suoi frutti. Il mio martirio ve lo ha provato, il mio
sangue versato per la mia
dottrina salverà l’umanità, e cancellerà le colpe dei
grandi colpevoli!
Siate benedetti, voi che oggi prendete posto nella
famiglia rigenerata! Avanti,
coraggio, figliuoli!
(Gesù)
349
Osservazione. - Non
c’è senza dubbio niente di cattivo in queste due
comunicazioni; ma il Cristo ha mai tenuto questo
linguaggio, affettato,
enfatico ed ampolloso? Paragoniamole a quella che abbiamo
più sopra citata e
che porta lo stesso nome, e si vedrà da qual lato stia il
suggello dell’autenticità
(vedi pag. 367). Tutte
queste comunicazioni furono ottenute nello stesso
circolo. Si osserva, nello stile, un’aria di famiglia, dei
giri di frase identici; le
stesse espressioni spesso riprodotte, come per esempio,
andate, andate,
figliuoli, ecc., da cui si può concludere che le ha
dettate tutte lo stesso spirito,
sotto nomi differenti. In questo circolo, tuttavia,
coscienziosissimo del resto,
ma un po’ troppo credulo, non si facevano né evocazioni né
domande; si
aspettava tutto dalle comunicazioni spontanee e si vede
che ciò non è certo
una garanzia di identità. Con domande un poco preparate e
serrate di logica,
si sarebbe facilmente rimesso al suo posto questo spirito;
ma egli sapeva di
non aver niente da temere, poiché non gli si domandava
nulla, e si accettava
senza controllo e ad occhi chiusi tutto quello che egli
diceva (vedi n. 269).
XXXIV
Quanto bella è la natura! Quanto prudente è la Provvidenza
nella sua
previdenza! Ma il vostro accecamento e le vostre passioni
umane vi
impediscono di aver pazienza nella prudenza e nella bontà
di Dio. Voi vi
lamentate della più piccola nube, del più piccolo ritardo
nelle vostre
previsioni; sappiate dunque, o dubbiosi impazienti, che
nulla succede senza
un motivo sempre previsto, sempre premeditato a profitto
di tutti. La ragione
di quello che precede è per annientare, uomini dalle paure
ipocrite, tutte le
vostre previsioni di cattiva annata, per i vostri
raccolti.
Dio ispira sovente l’inquietudine dell’avvenire agli
uomini, per spingerli alla
previdenza; e vedete come grandi sono i mezzi per
allontanare le vostre paure,
seminate con premeditazione, e che il più sovente
nascondono avidi pensieri,
piuttosto che un’idea di un saggio approvvigionamento,
ispirato da un
sentimento di umanità a profitto dei piccoli. Guardate le
relazioni da nazione
a nazione, che ne sorgeranno; guardate quali transazioni
dovranno
realizzarsi; quanti mezzi verranno a concorrere per
riparare le vostre paure!
Poiché, voi lo sapete, tutto si incatena; così i grandi ed
i piccoli verranno
all’opera.
Allora non vedete voi già, in tutto questo movimento, una
sorgente di un certo
350
benessere, per la classe più laboriosa di ogni Stato,
classe veramente
interessante, che voi, i grandi, voi gli onnipotenti della
terra, considerate
come persone da taglieggiare a volontà, come create per le
vostre
soddisfazioni?
E poi che cosa succede dopo tutto questo va e vieni da un
polo all’altro? Una
volta ben provvisti, sovente questo tempo ha cambiato; il
sole, obbedendo al
pensiero del suo Creatore, ha maturato in qualche giorno
le vostre messi; Dio
ha messo l’abbondanza, dove la vostra ingordigia meditava
sulla mancanza, e
malgrado voi, i piccoli potranno vivere; e senza che
neppure lo immaginaste,
voi siete stati a vostra insaputa la causa di una
abbondanza.
Tuttavia avviene - Dio lo permette qualche volta - che i
cattivi riescano nei
loro progetti di cupidigia; ma allora è un insegnamento
che Dio vuole dare a
tutti, è la previdenza umana che egli vuole stimolare, è
l’ordine infinito che
regna nella natura, è il coraggio contro gli avvenimenti
che devono imitare,
che devono sopportare con rassegnazione gli uomini.
Quanto a coloro che per calcolo approfittano dei disastri,
credetelo, ne
saranno puniti; Dio vuole che tutti i suoi esseri vivano;
l’uomo non deve
scherzare con le necessità, né trafficare sopra il
superfluo. Giusto nei suoi
benefici, grande nella sua clemenza, troppo buono per la
nostra ingratitudine,
Dio, nei suoi disegni, è impenetrabile.
(Bossuet - Alfred de Marignac)
Osservazione. - Questa
comunicazione nulla contiene sicuramente di
cattivo; vi si trovano anche idee filosofiche profonde e
consigli molto saggi,
che potrebbero ingannare, sull’identità dell’autore, le
persone poco versate
nella letteratura. Il medium che l’aveva ottenuta avendola
sottoposta al
controllo della Società spiritica di Parigi, vi fu piena
unanimità nel dichiarare
che non poteva essere di Bossuet. San Luigi, consultato,
rispose: “Questa
comunicazione è buona per se stessa, ma non crediate che
sia stata dettata da
Bossuet. Uno spirito l’ha dettata, forse un poco sotto la
sua ispirazione, e ci ha
messo sotto il nome del grande vescovo, per farla
accettare più facilmente; ma
dal linguaggio voi dovete riconoscere la sostituzione.
Essa è dello spirito che
ha messo il suo nome dopo quello di Bossuet”“. Questo
spirito interrogato sul
motivo che l’aveva fatto agire, ci disse: “Io avevo la
volontà di scrivere qualche
cosa per richiamarmi alla memoria degli uomini; vedendo
debole il mio
scritto, ho voluto mettervi il prestigio di un gran nome”.
“Ma non pensavate
voi che si sarebbe riconosciuto che esso non era di
Bossuet?”. “ Chi lo poteva
351
sapere? Voi potevate ingannarvi. Altri meno chiaroveggenti
l’avrebbero
accettato”.
Infatti è la facilità con la quale certuni accettano ciò
che viene dal
mondo invisibile, sotto il mantello di un gran nome, che
incoraggia
gli spiriti mistificatori. Bisogna dunque porre tutta la
nostra
attenzione a sventare le astuzie di questi ultimi, e non
vi si può
pervenire se non con l’aiuto dell’esperienza acquistata
con uno
studio serio. Così noi ripetiamo senza posa: studiate
prima di
praticare, poiché è il solo mezzo di non acquistare
l’esperienza a
vostre spese.
352
31 - VOCABOLARIO SPIRITICO
AGENERE - (dal
greco, a, privativo, e geiné, géinomai, generare: che non fu
generato). Varietà dell’apparizione tangibile;
stato di certi spiriti che possono
rivestire momentaneamente le forme di una persona vivente,
al punto di
sembrare in tutto e per tutto viventi.
ERRATICA’ - Stato
degli spiriti erranti, cioè non incarnati, durante gli
intervalli delle loro esistenze corporee.
SPIRITI - Nel
senso speciale della dottrina spiritica, gli spiriti sono gli esseri
intelligenti della creazione che popolano l’universo
all’infuori del mondo
materiale e che costituiscono il mondo invisibile. Non
sono esseri di una
creazione particolare, ma le anime di quelli che hanno
vissuto sulla terra, o
nelle altre sfere, e che hanno lasciato il loro involucro
corporale.
PICCHIATORE - Gli
spiriti picchiatori sono quelli che rivelano la loro
presenza con colpi e rumori di diversa natura.
MEDIANICO -
Qualità della potenza dei medium. Facoltà medianica.
MEDIANIMITA’ -
Facoltà del medium. Sinonimo di:
MEDIANITA’ -
Queste due parole sono spesso impiegate indifferentemente;
se si volesse fare una distinzione si potrebbe dire che
medianità ha un senso
più generale e medianimità un senso più ristretto: Egli ha
il dono della
medianità. La medianimità meccanica. In italiano però è
più generalmente
usato il solo vocabolo medianità.
MEDIUM - (dal
latino medium, mezzo, intermediario). Una persona che
può servire da intermediario fra gli spiriti e gli uomini.
MEDIUMATO -
Missione provvidenziale dei medium. Questa parola fu
creata dagli spiriti (vedi Cap. 30, comunicazione XII,
pag. 365).
PERISPIRITO - (dal
greco perí, intorno). Involucro semimateriale dello
spirito. Negli incarnati serve da legame od intermediario
tra lo spirito e la
materia; negli spiriti erranti, costituisce il corpo
fluidico dello spirito.
PNEUMATOGRAFIA - (dal
greco pneuma, aria, soffio, vento, spirito, e
grapho, scrivo). Scrittura
diretta degli spiriti senza il soccorso della mano di
un medium.
PNEUMATOFONIA - (dal
greco pneuma e phoné, suono o voce). Voce
degli spiriti; comunicazione vocale degli spiriti senza il
soccorso della voce
umana.
353
PSICOGRAFO - (dal
greco psíkè, anima, e grapho, scrivo). Colui che si
occupa di psicografia, medium scrivente.
PSICOGRAFIA -
Scrittura degli spiriti per mezzo della mano di un medium.
PSICOFONIA -
Comunicazione degli spiriti con la voce di un medium
parlante.
REINCARNAZIONE -
Ritorno dello spirito alla vita corporea; pluralità
delle esistenze.
SEMATOLOGIA - (dal
greco semá, segno, e logos, discorso). Linguaggio
dei segni. Comunicazioni degli spiriti per mezzo del
movimento dei colpi
inerti.
SPIRITICO - Ciò
che ha relazione con lo spiritismo; la dottrina spiritica, fatti
o fenomeni spiritici.
SPIRITISMO -
Dottrina fondata sulla fede nell’esistenza degli spiriti e nelle
loro manifestazioni.
SPIRITISTA -
Partigiano dello spiritismo; colui che crede alle
manifestazioni degli spiriti. Un buono, un cattivo
spiritista.
SPIRITUALISMO - Si
dice nel senso opposto a quello di materialismo;
credenza nell’esistenza dell’anima spirituale ed
immateriale. Lo spiritualismo
è la base di tutte le religioni.
SPIRITUALISTA - Ciò
che ha relazione con lo spiritualismo; partigiano
dello spiritualismo. Chiunque crede che non tutto in noi è
materia è
spiritualista, il che non implica affatto la credenza
nelle manifestazioni degli
spiriti. Tutti gli spiritisti sono necessariamente
spiritualisti; ma si può essere
spiritualista, senza essere spiritista. Il materialista
non è né l’uno né l’altro. Si
dice: La filosofia spiritualista. - Un’opera scritta con
idee spiritualiste. - Le
manifestazioni spiritiche sono prodotte dall’azione degli
spiriti sopra la
materia. - La morale spiritica deriva dall’insegnamento
dato dagli spiriti. - Vi
sono spiritualisti che mettono in derisione le credenze
spiritiche.
In questi esempi, la sostituzione della parola
spiritualista alla parola spiritista
produrrebbe una confusione evidente.
STEREOTITO - (dal
greco stereòs, solido). Qualità delle apparizioni
tangibili.
TIPTOLOGICO - (Typteur)
(dal greco tuptó, batto). Varietà di medium atti
alla tiptologia. Medium tiptologico.
TIPTOLOGIA -
Linguaggio per mezzo di colpi battuti; modo di
comunicazione degli spiriti. Tiptologia alfabetica.
354
Cenni biografici su Allan Kardec
Hippolyte Léon Denizard Rivail nacque a
Lione nel 1803.
Fu educatore della gioventù, e si distinse
anche nel campo letterario, dove lasciò
alcuni scritti istruttivi.
Ciò gli servì di preparazione spirituale,
per l’opera alla quale dalla bontà divina
fu poi chiamato.
Illuminato dalle esperienze medianiche, e
medium egli stesso, raccolse e coordinò i
messaggi avuti.
Il suo “Libro degli Spiriti”, la cui prima edizione
apparve nel 1857, suscitò
l’interesse universale sull’argomento trattato, e svariate
furono le polemiche
sorte in seguito a tale pubblicazione, venuta alla luce
dopo che il nome di
Allan Kardec, pseudonimo suggeritogli da un’alta entità,
incominciava già ad
essere noto fra gli spiritisti.
Ad Allan Kardec si devono altre pubblicazioni, e fra le
principali “Il Libro dei
Medium”, “Il Vangelo secondo gli Spiriti”, “Le Rivelazioni
degli Spiriti -
Genesi - Miracoli - Profezie” e “Le Rivelazioni degli
Spiriti - Il Cielo e
l’Inferno”.
Fu il fondatore della Revue Spirite, importantissima pubblicazione,
che
ancora vive e sparge la sua luce nel mondo.
Passo a vita nuova nel 1869.
L’involucro carnale di Allan Kardec si trovano a Parigi
nel cimitero del Père-
Lachaise.
355
Pagina INDICE
1 Introduzione
PARTE PRIMA - Nozioni Preliminari
5 1 - Esistono gli
spiriti?
10 2 - Il
meraviglioso e il soprannaturale
18 3 - Metodo
28 4 - Sistemi
PARTE SECONDA - Manifestazioni Spiritiche
43 1 - Azione
degli spiriti sulla materia
49 2 - Manifestazioni
fisiche – Tavole giranti
52 3 - Manifestazioni
intelligenti
55 4 - Teoria
delle manifestazioni fisiche
66 5 - Manifestazioni
fisiche spontanee
86 6 - Manifestazioni
visive
103 7 - Bicorporeità
e trasfigurazione
111 8 - Laboratorio
del mondo invisibile
118 9 - Luoghi
frequentati dagli spiriti
123 10 - Natura
delle comunicazioni
126 11 - Semantologia
e tiptologia
131 12 - Pneumatografia
o scrittura diretta – Pneumatofonia
136 13 - Psicografia
140 14 - I
medium
154 15 - Medium
scriventi o psicografi
159 16 - Medium
speciali
175 17 - Formazione
dei medium
189 18 - Inconvenienti
e pericoli della medianità
192 19 - La
parte che hanno i medium nelle comunicazioni spiritiche
203 20 - Influenza
morale del medium
211 21 - Influenza
dell’ambiente
214 22 - Medianità
negli animali
356
220 23 - Dell’ossessione
234 24 - Identità
degli spiriti
251 25 - Delle
evocazioni
276 26 - Domande
che si possono fare agli spiriti
291 27 - Contraddizioni
e mistificazioni
300 28 - Ciarlatanesimo
e frode
310 29 - Riunioni
e società spiritiche
324 30 - Dissertazioni
spiritiche
352 VOCABOLARIO
354 Cenni biografici su Allan Kardec
355 Indice
Preghiera al Padre - 20/01/2001
Padre Dolce,
Padre Buono.
Tu che sei nell’universo,
Tu che sei nelle cose,
Tu che sei in noi.
Tu che nutri il nostro corpo materiale,
Tu che nutri il nostro corpo spirituale;
Aiutaci in questa esistenza.
Aiutaci a perdonare per il male che ci fanno, perché
anche noi abbiamo fatto del male.
Aiutaci a cercare cibo per il corpo fisico e pane per la
nostra anima.
Aiutaci a superare le prove della vita con serenità;
e che Tu, assieme ai nostri fratelli spirituali, ci sia
sempre vicino.
Amen.