IL LIBRO DEI MEDIUM di Allan Kardec

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INTRODUZIONE

L’esperienza ci conferma tutti i giorni l’opinione che le difficoltà e gli errori

che hanno luogo nella pratica dello spiritismo hanno la loro sorgente

nell’ignoranza dei principi di questa scienza, e noi siamo felici di aver potuto

constatare che il lavoro da noi fatto per preparare gli adepti contro gli scopi

del noviziato abbia portato buoni frutti, e che molti abbiano potuto evitarli

mediante la lettura attenta di quest’opera.

Desiderio ben naturale, nelle persone che si occupano di spiritismo, è quello

di poter entrare esse stesse in comunicazione con gli spiriti; ed è appunto ad

appianare loro la via che quest’opera è destinata, affinché esse possano

approfittare del frutto dei nostri lunghi e laboriosi studi, perché sarebbe nel

falso chi pensasse che per essere esperto in questa materia basti saper posare

le dita sopra una tavola per farla girare, oppure tenere un lapis nelle mani per

scrivere.

Si ingannerebbe pure chi credesse di trovare in quest’opera un metodo

universale ed infallibile per formare dei medium.

Quantunque ognuno racchiuda in se stesso i germi delle qualità necessarie

per diventarlo, queste qualità non esistono che in gradi differentissimi, ed il

loro sviluppo è legato a certe cause le quali da nessuno possono essere fatte

nascere a volontà. Le regole della poesia, della pittura e della musica non

fanno né poeti, né scrittori, né musici, quando negli individui manchi il genio

per queste arti; esse guidano, tuttavia, nell’impiego delle facoltà naturali. La

stessa cosa ci proponiamo col nostro lavoro; il suo scopo è quello d’indicare i

mezzi di sviluppare la facoltà medianica, fino al punto in cui possono arrivare

le disposizioni personali di ciascun individuo, e soprattutto di dirigerne

l’impiego in una maniera utile, allorché esiste in esso la facoltà. Ma qui ancora

non sta tutto lo scopo che ci siamo prefissi.

Accanto ai medium propriamente detti, esiste una quantità, che va ogni

giorno crescendo, di persone le quali si occupano di manifestazioni spiritiche.

Ora il guidarle nelle loro osservazioni, il segnalare loro gli scogli che possono

e debbono necessariamente incontrare in una cosa nuova, l’iniziarle intorno al

modo di intrattenersi con gli spiriti, l’indicare loro i mezzi di avere buone

comunicazioni, tale è il compito cui dobbiamo sobbarcarci, a rischio di fare

una cosa incompleta.

Non recherà dunque sorpresa il trovare nel nostro lavoro informazioni che a

tutta prima potrebbero sembrare ad esso estranee. L’esperienza ne mostrerà

 

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l’utilità. Dopo averlo studiato con cura, si capiranno meglio i fatti di cui si

potrà essere testimoni nell’avvenire; il linguaggio di certi spiriti sembrerà

meno strano. Come istruzione pratica, esso non si rivolge solamente ai

medium, ma a tutti quelli che sono nel caso di vedere e di osservare i

fenomeni spiritici.

Qualcuno avrebbe desiderato che noi pubblicassimo un manuale pratico

molto succinto, contenente in poche parole l’indicazione dei modi di

procedere e da seguirsi, per entrare in comunicazione con gli spiriti, nell’idea

che un piccolo libro di questa natura, potendo, per la modicità del prezzo,

essere sparso a profusione, sarebbe un potente mezzo di propaganda, poiché

potrebbe moltiplicare i medium; noi invece riterremmo un tale lavoro più

nocivo che utile, almeno per il momento.

La pratica dello spiritismo incontra molte difficoltà e non è sempre esente da

inconvenienti, che soltanto uno studio serio e compiuto può prevenire.

Sarebbe dunque da temersi che una troppo succinta indicazione non

provocasse esperienze fatte con leggerezza e di cui si dovesse trovarsi pentiti;

sono cose, queste, con le quali non è né conveniente né prudente

trastullarsi, e noi crederemmo di rendere un cattivo servizio mettendole a

disposizione del primo stordito che trovasse piacevole discorrere con i morti.

Noi ci rivolgiamo alle persone che vedono nello spiritismo uno scopo serio,

che ne capiscono tutta la gravità e non si fanno giuoco delle comunicazioni col

mondo invisibile.

Abbiamo riunito in quest’opera tutti i dati che una lunga esperienza ed uno

studio coscienzioso ci hanno posto in grado di acquistare. Essa contribuirà,

almeno lo speriamo, a dare allo spiritismo il carattere serio che è la sua

essenza ed a distogliere tutti dal vedervi un soggetto di frivola occupazione e

di divertimento.

A queste considerazioni noi ne aggiungeremo una importantissima, ed è la

cattiva impressione che produce sulle persone novizie o mal disposte la vista

di esperienze fatte leggermente e senza conoscenza di causa. Esse hanno

l’inconveniente di dare un’idea assai falsata del mondo degli spiriti e di

prestare il fianco al sarcasmo e ad una critica sovente fondata; è per questo

motivo che gli increduli escono raramente da queste riunioni convertiti, e

restano poco disposti a vedere un lato serio nello spiritismo. L’ignoranza e la

leggerezza di certi medium hanno fatto più torto di quel che si crede,

nell’opinione di molti.

Lo spiritismo ha compiuto, da qualche anno, grandi progressi, ma questi sono

immensi soprattutto da quando è entrato nella via filosofica, ed è stato

apprezzato da gente illuminata. Oggi non è più uno spettacolo: è una dottrina

 

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della quale non si ridono più coloro che tenevano in dileggio le tavole giranti.

Facendo sforzi per ridurlo e mantenerlo sopra questo terreno, noi abbiamo la

convinzione di conquistargli più utili seguaci che non provocando a torto e

attraverso manifestazioni di cui si potrebbe abusare. Noi ne abbiamo tutti i

giorni la prova per il numero degli adepti che ha fatto la sola lettura del Libro

degli Spiriti.

Dopo avere esposto nel Il Libro degli Spiriti la parte filosofica della scienza

spiritica, noi diamo in questa opera la parte pratica, per l’uso di quelli che

vogliono occuparsi di manifestazioni, sia per se stessi, sia per rendersi conto

dei fenomeni che possono essere chiamati a vedere.

Essi vi vedranno gli scogli che si possono incontrare, ed avranno così un

mezzo per evitarli. Queste due opere, quantunque facciano seguito l’una

all’altra, sono fino ad un certo punto reciprocamente indipendenti; ma a

chiunque vorrà occuparsi seriamente della cosa, noi consiglieremmo di

leggere prima Il Libro degli Spiriti, poiché esso contiene certi principi

fondamentali senza i quali alcune parti di questo sarebbero forse difficilmente

capite. Sono stati apportati miglioramenti importanti a questa seconda

edizione molto più compiuta della prima. Essa è stata corretta con cura tutta

particolare dagli spiriti, i quali vi hanno aggiunto un grandissimo numero di

osservazioni e di istruzioni del più alto interesse.

Avendo essi riveduto tutto, avendo approvato o modificato a loro agio, si può

dire che questa sia in gran parte opera loro, dal momento che il loro

intervento non si è limitato ai pochi articoli firmati; abbiamo indicato i nomi

soltanto quando ci è parso necessario, per caratterizzare alcune citazioni un

poco estese così come furono emanate testualmente da loro, altrimenti

avremmo dovuto citarli quasi ad ogni pagina, in specie a tutte le risposte fatte

alle questioni proposte, il che non ci sembrò una cosa utile.

I nomi, ben si capisce, poco importano in simile materia; l’essenziale è che

l’assieme del lavoro risponda allo scopo che noi ci siamo proposti.

L’accoglienza fatta alla prima edizione, quantunque imperfetta, ci fa sperare

che questa pure non sarà accolta con minor favore.

Ma nella stessa guisa che molte cose vi abbiamo aggiunto, compresi capitoli

interi, abbiamo pure, d’altra parte, soppresso qualche articolo, che risultava

doppio; fra gli altri, la scala spiritica che si trova già nel Libro degli Spiriti.

Abbiamo egualmente soppresse dal Vocabolario quelle parti che non

entravano in modo speciale nel disegno di quest’opera, surrogandole

utilmente con altre cose più pratiche. Questo vocabolario, d’altra parte, non

era abbastanza compiuto; lo pubblicheremo più tardi separatamente, sotto la

forma d’un piccolo dizionario di filosofia spiritica, avendo conservato qui

 

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soltanto le parole nuove o speciali, relative all’oggetto di cui ci occupiamo.

 

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PARTE PRIMA - NOZIONI PRELIMINARI

1 - ESISTONO GLI SPIRITI?

1 - Il dubbio intorno all’esistenza degli spiriti ha per causa prima l’ignoranza

della loro vera natura. Essi vengono considerati in generale come esseri a

parte nella creazione, e dei quali non è dimostrata la necessità. Molti li

conoscono solamente per averne sentito parlare nei racconti fantastici in cui

furono cullati, pressa poco come si conosce la storia dai romanzi; senza

ricercare se questi racconti, sciolti dagli accessori ridicoli, riposano sopra un

fondo di verità, il loro lato assurdo solamente li colpisce: non dandosi la pena

di toglierne l’amara scorza per scoprire il mandorlo, essi rigettano tutto; come

fanno nella religione quelli che, urtati da certi abusi, confondono tutto nella

medesima riprovazione.

Qualunque sia l’idea che si faccia degli spiriti, questa credenza è

necessariamente fondata sopra l’esistenza d’un principio intelligente

all’infuori della materia; essa è incompatibile con la negazione assoluta di

questo principio.

Noi prendiamo dunque il nostro punto di partenza nella esistenza, nella

sopravvivenza e nella individualità dell’anima, di cui lo spiritualismo è la

dimostrazione teorica e dogmatica e lo spiritismo la dimostrazione evidente.

Facciamo per un istante astrazione dalle manifestazioni propriamente dette e,

ragionando per induzione, vediamo a quali conseguenze arriveremo.

2 - Dal momento che si ammette l’esistenza dell’anima e la sua individualità

dopo la morte, bisogna pure ammettere:

1) che essa è di una natura differente dal corpo, dal momento che una volta

separata essa non ne ha più le proprietà;

2) che essa gode della coscienza di se stessa poiché le si attribuisce la gioia e

la sofferenza, altrimenti sarebbe un essere inerte ed altrettanto varrebbe il

non averlo. Ciò ammesso, quest’anima va in qualche parte; che cosa diviene

essa? E dove va? Secondo la credenza comune, essa va in cielo o all’inferno;

ma dov’è il cielo, dove l’inferno? Si diceva che il cielo era in alto e l’inferno al

basso; ma che cosa è l’alto ed il basso nell’universo, dal momento che la terra

è rotonda e con il movimento degli astri quello che costituiva la parte alta ad

una data ora diventa la parte bassa dopo dodici ore? E’ bensì vero che per

 

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luoghi bassi s’intende pure le profondità della terra; ma che sono divenute

queste profondità, dal momento che esse sono state investigate dalla

geologia? Che cosa sono egualmente divenute quelle sfere concentriche

chiamate cielo del fuoco, cielo delle stelle, essendo stato provato che la terra

non è il centro dei mondi e che il nostro stesso sole è pur esso uno dei milioni

di soli che brillano nello spazio, ciascuno dei quali è il centro d’un sistema

planetario? Che cosa diviene l’importanza della terra perduta in questa

immensità? Per quale privilegio ingiustificabile questo grano di sabbia

impercettibile che non si distingue né per il suo volume, né per la sua

posizione, né per un compito particolare, sarebbe il solo popolato di esseri

ragionevoli? La ragione si rifiuta di ammettere questa inutilità dell’infinito, e

tutto ci dice che quei mondi sono abitati. Se dunque sono popolati, essi

forniscono il loro contingente al mondo delle anime. Ma ancora una volta, che

cosa diventano queste anime, giacché l’astronomia e la geologia hanno

distrutto le stanze che loro erano state assegnate, e soprattutto dal momento

che la teoria così razionale della pluralità dei mondi le ha moltiplicate

all’infinito?

La dottrina della localizzazione delle anime non potendo accordarsi con i dati

della scienza, un’altra dottrina, più logica, assegna loro per dominio non un

luogo determinato e circoscritto, ma lo spazio universale: in questo esiste

tutto un mondo invisibile nel mezzo del quale noi viviamo, che ci circonda e ci

tocca continuamente. Vi è forse in questo un’impossibilità, qualche cosa di

ripugnante alla ragione? Nient’affatto; tutto ci dice, al contrario, che ciò non

può essere diversamente. Ma allora che cosa diventano le pene e le

ricompense future, se togliete loro i luoghi speciali? Tenete conto che

l’incredulità per ciò che riguarda queste pene e ricompense, è in generale

provocata, poiché vengono presentate in condizioni inammissibili: ma dite

invece che le anime ricevono la loro felicità o la loro sciagura in se stesse; che

la loro sorte è subordinata al loro stato morale; che la riunione delle anime

simpatiche e buone è una sorgente di felicità; che, secondo il loro grado di

purezza raggiunta, esse penetrano e vedono cose alle quali non arrivano le

anime grossolane, e tutti comprenderanno questa cosa senza fatica;

soggiungete che le anime non arrivano al grado supremo se non per gli sforzi

che esse fanno per rendersi migliori, e dopo una serie di prove che serve per

renderle sempre più pure; che gli angeli sono le anime arrivate al grado

superiore, il quale può essere da tutti raggiunto con la buona volontà; che gli

angeli sono i messaggeri di Dio, incaricati di sorvegliare l’esecuzione dei suoi

disegni in tutto l’universo; che essi sono felici di queste gloriose missioni, e

voi date alla loro felicità uno scopo più utile e più attraente di quello

consistente in una perpetua contemplazione, la quale altro non sarebbe che

un’inutilità perpetua: dite infine che i demoni sono semplicemente le anime

 

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dei cattivi non ancora depurate, ma che possono arrivare a diventare come le

altre; e ciò sembrerà più conforme alla giustizia ed alla bontà di Dio, che non

la dottrina d’esseri creati per il male e perpetuamente dediti al male. Ecco

ancora una volta ciò che la ragione più severa, la logica più rigorosa, il buon

senso, in una parola, possono ammettere.

Ora, queste anime che popolano lo spazio sono precisamente quelle che si

chiamano spiriti. Sono dunque, gli spiriti, le anime degli uomini spogliate del

loro inviluppo materiale. Se gli spiriti fossero esseri a parte, la loro esistenza

sarebbe più ipotetica; ma ammettendo che vi sono anime, bisogna pur

ammettere gli spiriti che non sono altro che le anime; ammettendo inoltre che

le anime sono dovunque, bisogna pure ammettere che vi siano dovunque gli

spiriti. Non si potrebbe dunque negare l’esistenza degli spiriti senza negare

quella delle anime.

3 - Questa non è che una teoria più razionale dell’altra, ma è già molto l’avere

una teoria non contraddetta né dalla ragione né dalla scienza; se poi essa è

per soprappiù corroborata dai fatti, avrà la doppia sanzione del ragionamento

e della esperienza. Questi fatti noi li troviamo nei fenomeni delle

manifestazioni spiritiche, che sono così la prova evidente dell’esistenza e della

sopravvivenza dell’anima. Ma per molti, qui si ferma la loro credenza; essi

vogliono ben ammettere l’esistenza delle anime e per conseguenza quella

degli spiriti, ma negano la possibilità di comunicare con questi, per il motivo,

essi dicono, che esseri immateriali non possono agire sulla materia. Questo

dubbio è fondato sull’ignoranza della vera natura degli spiriti, di cui esiste

generalmente un’idea completamente falsa, giacché essi vengono

rappresentati a torto come esseri astratti, vaghi e indefiniti, ciò che non è.

Nella sua unione con il corpo, lo spirito è l’essere principale poiché è l’essere

pensante e sopravvivente; il corpo non è dunque che un accessorio dello

spirito, una veste, un involucro che egli lascia quando è logoro. Oltre questo

involucro materiale, lo spirito ne ha un secondo, semimateriale, che lo unisce

al primo; alla morte, lo spirito si spoglia di questo, ma non del secondo, al

quale noi diamo il nome di perispirito. Questa coperta semimateriale, che

conserva la forma umana, costituisce per lui un corpo fluidico, vaporoso, il

quale, peraltro, quantunque sia invisibile a noi nel suo stato normale,

possiede tuttavia alcune proprietà della materia. Lo spirito non è dunque un

punto, un’astrazione, ma un essere limitato e circoscritto, al quale non manca

forse altro che d’essere visibile e palpabile per assomigliare agli esseri umani.

Perché, dunque, non agirebbe egli sopra la materia? Forse perché il suo corpo

è fluidico? Ma non è forse fra i fluidi più rarefatti, anzi tra quelli che egli

 

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ritiene come imponderabili (l’elettricità, per esempio), che l’uomo trova i suoi

più potenti motori. Forse che la luce imponderabile non esercita una azione

chimica sopra la materia ponderabile? Noi non conosciamo la natura intima

del perispirito, ma supponiamolo formato di materia elettrica, o di tutt’altra

così sottile: perché non avrebbe egli la medesima proprietà se fosse diretto da

una volontà?

4 - Dal momento che l’esistenza dell’anima e quella di Dio, che sono

conseguenza l’una dell’altra, stanno alla base di tutto l’edificio, prima di

incominciare una discussione spiritica è necessario assicurarsi se

l’interlocutore ammette questa base. Se alle seguenti questioni: Credete voi in

Dio? Credete voi di avere un’anima? Credete voi alla sopravvivenza dell’anima

dopo la morte? egli risponde negativamente, o soltanto se egli dice

semplicemente: Io non so vorrei che fosse così, ma non ne sono

sicuro, ciò che, la maggior parte delle volte, equivale ad una cortese

negazione presentata sotto una forma meno decisa, sarebbe inutile andare

oltre, quanto lo sarebbe il voler convincere delle proprietà della luce il cieco

che non ammettesse l’esistenza della luce stessa, giacché, in conclusione, le

manifestazioni spiritiche non sono altro che gli effetti delle proprietà

dell’anima; con costui converrebbe seguire un tutt’altro ordine d’idee per non

perdere tempo.

Se la base è ammessa, non a titolo di probabilità ma come cosa sicura,

incontestabile, l’esistenza degli spiriti ne deriva naturalmente.

5 - Resta ora a sapersi se lo spirito può entrare in comunicazione con l’uomo,

vale a dire se può avere con lui uno scambio di pensieri. E perché no? Che

cosa è l’uomo se non uno spirito imprigionato in un corpo? Perché lo spirito

libero non dovrebbe poter comunicare con lo spirito schiavo, come l’uomo

libero con quello che è incatenato? Se ammettete la sopravvivenza dell’anima,

come potete razionalmente negare la sopravvivenza delle affezioni? Dal

momento che le anime sono dappertutto, non è naturale il pensare che quella

d’un essere il quale ci amò durante la vita, venga vicino a noi, desideri

comunicare con noi, e si serva a quest’uopo dei mezzi che sono a sua

disposizione? Durante la vita non agiva egli sulla materia del suo corpo? Non

ne dirigeva egli i movimenti? Perché dunque dopo la sua morte, d’accordo con

un altro spirito legato al corpo, non dovrebbe servirsi di questo corpo vivente

per manifestare il suo pensiero come un muto può servirsi di un uomo

parlante per farsi capire?

 

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6 - Facciamo, per un istante, astrazione dai fatti, i quali, per noi, rendono la

cosa incontestabile; ammettiamo che ciò sia possibile a titolo semplice di

ipotesi; noi domandiamo che gli increduli ci provino, non con semplice

negazione, poiché la loro opinione personale non può fare legge, ma con

ragioni perentorie che ciò non può essere. Noi vogliamo metterci sul loro

terreno e giacché vogliono apprezzare i fatti spiritici con l’aiuto delle leggi

della materia, ricavino dunque da questo arsenale qualche dimostrazione

matematica, fisica, chimica, meccanica, fisiologica, e provino per a più b,

sempre partendo dal principio dell’esistenza e sopravvivenza dell’anima:

1) Che l’essere che pensa in noi durante la vita non deve più pensare dopo

morte.

2) Che se egli pensa non deve più pensare a quelli che ha amato.

3) Che se egli pensa a quelli che ha amato non deve più voler comunicare con

loro.

4) Che se egli può essere dappertutto, non può essere accanto a noi.

5) Che se egli ci è vicino, non può comunicare con noi.

6) Che per mezzo del suo involucro fluidico egli non può agire sopra la

materia inerte.

7) Che se può agire sopra la materia inerte, egli non può agire sopra un essere

animato.

8) Che se egli può agire sopra un essere animato, non può dirigere la sua

mano per farlo scrivere.

9) Che potendo farlo scrivere, non può rispondere alle sue questioni e

trasmettergli il suo pensiero.

Quando gli avversari dello spiritismo ci avranno dimostrato che le cose

suddette non sono possibili, con ragioni così chiare come quelle con le quali

Galileo dimostrò non essere il sole che gira attorno la terra; allora noi

potremo dire che i loro dubbi sono fondati; sfortunatamente, finora tutta la

loro argomentazione si riassume in queste parole: Io non credo, dunque è

impossibile. Ci diranno senza dubbio che sta a noi il provare la realtà delle

manifestazioni; noi la proviamo loro con i fatti e con il ragionamento; se essi

non ammettono né l’uno né l’altro, se negano perfino quello che vedono, sta a

loro provare che il nostro ragionamento è falso e che i fatti sono impossibili.

 

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2 - IL MERAVIGLIOSO E IL SOPRANNATURALE

7 - Se la credenza negli spiriti e nelle loro manifestazioni fosse un concetto

isolato, il prodotto d’un sistema, essa potrebbe, con qualche apparenza di

ragione, essere sospettata d’illusione; ma, di grazia, ci si spieghi perché questa

credenza si trova così viva presso tutti i popoli antichi e moderni, e nei libri

santi di tutte le religioni conosciute? Ciò si spiega, dicono i critici, perché

l’uomo in ogni tempo ha amato il meraviglioso. Che cosa è dunque il

meraviglioso secondo voi? Ciò che è soprannaturale. Che cosa intendete voi

per soprannaturale? Quello che è contrario o sfugge alle leggi della natura

comunemente intese. Voi dunque siete talmente addentro in queste leggi, che

vi riesce possibile assegnare un limite alla potenza di Dio? Ebbene, allora

provate che l’esistenza degli spiriti e le loro manifestazioni sono contrarie alle

leggi della natura; che essa non è e non può essere una di queste leggi. Seguite

la dottrina spiritica ed osservate se questo concatenamento non ha tutti i

caratteri d’una legge ammirevole, la quale risolve tutto quello che le leggi

filosofiche non hanno potuto risolvere sinora. Il pensiero è uno degli attributi

dello Spirito; la possibilità d’agire sulla materia, di fare impressione sopra i

nostri sensi, ed in seguito trasmettere il suo pensiero, risulta, se possiamo così

esprimerci, dalla sua costituzione fisiologica; dunque non vi è in questo fatto

niente di soprannaturale, niente di meraviglioso. Che un uomo morto, e ben

morto, torni a rivivere fisicamente, che le sue membra disperse si riuniscano

per riformare il suo corpo, ecco il meraviglioso, il soprannaturale, il

fantastico; ciò costituirebbe un avvenimento eccezionale che Dio non

potrebbe compiere se non per mezzo d’un miracolo; ma niente di simile si

trova nella dottrina spiritica.

8 - Ciò nonostante, qualcuno dirà, voi ammettete che uno spirito possa

sollevare una tavola e mantenerla nello spazio senza punto d’appoggio, non

sarebbe questa una eccezione alla legge di gravità? Sì, alla legge conosciuta;

ma la natura ha forse già detto l’ultima sua parola? Prima che la forza

ascensionale di certi gas fosse provata, chi avrebbe detto che una pesante

macchina con molti uomini a bordo avrebbe potuto trionfare della forza

d’attrazione? Agli occhi del volgo non doveva ciò sembrare meraviglioso,

diabolico? Chi, nel secolo scorso, avesse proposto di trasmettere un dispaccio

a molti chilometri di distanza e di riceverne la risposta dopo qualche minuto

sarebbe passato per folle; se fosse riuscito a farlo, si sarebbe creduto che

avesse il diavolo ai suoi ordini, poiché in quel tempo solo il diavolo sarebbe

 

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stato capace di andare così presto. Perché, dunque, un fluido sconosciuto non

potrebbe avere la proprietà, in date circostanze, di controbilanciare l’effetto

della gravità, come l’idrogeno controbilancia il peso del pallone? Questo,

notiamolo di passaggio, è un paragone, ed è fatto unicamente per dimostrare,

per analogia, che il fatto non è fisicamente impossibile. Ora è precisamente

quando gli scienziati, nell’osservazione di questi fenomeni, vollero procedere

per via di similitudini, che sono andati fuori carreggiata. Del resto, il fatto è là;

tutte le negazioni possibili non potrebbero impedire che egli non sia, poiché

negare non vuol dire provare; per noi non vi è nulla di soprannaturale; questo

è quanto per il momento possiamo assicurare.

9 - Se il fatto è constatato, soggiungeranno gli avversari, noi l’accettiamo; di

più accettiamo la causa che volete attribuirgli, quella d’un fluido sconosciuto;

ma chi ci prova l’intervento degli spiriti? Qui sta il meraviglioso, il

soprannaturale.

Ora occorrerebbe una piena dimostrazione che non sarebbe a suo posto e

farebbe, d’altra parte, doppio impiego, giacché ella emerge da tutte le altre

parti dell’insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in qualche parola, diremo

che essa è teoricamente fondata su questo principio: Ogni effetto

intelligente deve avere una causa intelligente; nella pratica, poi, sopra

questa osservazione che i fenomeni detti spiritici, avendo date prove

d’intelligenza, dovevano avere la loro causa all’infuori della materia; che

questa intelligenza, non essendo quella degli individui presenti - questo è un

risultato d’esperienza - doveva essere loro estranea; infine, poiché non si

vedeva l’essere che agiva, egli era, dunque, un essere invisibile. E’ allora che,

di osservazione in osservazione, si arrivò a riconoscere che questo essere

invisibile, a cui si diede il nome di Spirito, non è altro che l’anima di quelli che

già vissero corporalmente, e che la morte ha spogliato del loro grossolano

involucro visibile, lasciando loro peraltro un involucro etereo, invisibile a noi

nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso ed il soprannaturale

ridotti alla loro più semplice espressione. Constatata così l’esistenza di esseri

invisibili, la loro azione sulla materia risulta dalla natura del loro involucro

fluidico; questa azione è intelligente, perché, morendo, essi non hanno

perduto che il loro corpo, ma hanno conservata l’intelligenza, che è la loro

essenza; ecco la chiave di tutti questi fenomeni ritenuti a torto soprannaturali.

L’esistenza degli spiriti non è dunque un sistema preconcetto, un’ipotesi

immaginata per spiegare i fatti; è un risultato dell’osservazione e la

conseguenza naturale dell’esistenza dell’anima; negare questa causa

equivarrebbe a negare l’anima ed i suoi attributi. Coloro i quali pensassero di

poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione più razionale, potendo

 

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soprattutto rendere ragione di tutti i fatti, la diano pure, ed allora si potrà

discutere il merito di ciascuna.

10 - Agli occhi di quelli che considerano la materia come la sola potenza della

natura, tutto ciò che non può essere spiegato con le leggi della

materia è meraviglioso o soprannaturale; e per essi meraviglioso è

sinonimo di superstizione. A questo titolo, la religione, fondata sopra

l’esistenza d’un principio immateriale, sarebbe un tessuto di superstizioni;

essi non osano dirlo ad alta voce, ma lo sussurrano a voce bassa, e credono di

salvare le apparenze concedendo che abbisogna una religione per il popolo ed

affinché i fanciulli siano buoni; ora, delle due cose, l’una: o il principio

religioso è vero, oppure è falso; se esso è vero, deve esserlo per tutti; se è falso,

non è migliore per gli ignoranti, che per le genti illuminate.

11 - Coloro che combattono lo spiritismo in nome del meraviglioso,

s’appoggiano, dunque, generalmente sopra il principio materialistico, giacché,

negando l’esistenza di qualunque effetto extra-materiale, negano, in

conseguenza, l’esistenza dell’anima; investigate il fondo del loro pensiero,

scrutate bene il senso delle loro parole, e vedrete quasi sempre che questo

principio, se non è categoricamente formulato, appare sotto la veste d’una

pretesa filosofia razionale di cui essi lo coprono. Rigettando nel meraviglioso

tutto ciò che deriva dall’esistenza dell’anima, sono dunque conseguenti con se

stessi; non ammettendo la causa, non possono ammetterne gli effetti; da ciò

deriva in essi un’opinione preconcetta, che li rende inadatti a giudicare

sanamente lo spiritismo; giacché essi partono dal principio della negazione di

tutto ciò che non è materiale. In quanto a noi, ammettendo gli effetti che sono

la conseguenza dell’esistenza dell’anima, ne deriva forse che accettiamo tutti i

fatti qualificati meravigliosi? Forse che siamo noi i campioni di tutti i

sognatori, gli adepti di tutte le utopie e di tutte le eccentricità sistematiche? Si

conoscerebbe ben poco lo spiritismo se così si pensasse; ma i nostri avversari

non si danno tanti fastidi; la necessità di conoscere quello di cui parlano è

l’ultima delle loro preoccupazioni. Secondo loro, il meraviglioso è assurdo;

ora, lo spiritismo si appoggia su fatti meravigliosi; dunque, lo spiritismo è

assurdo: questo è da parte loro un giudizio senz’appello. Credono di opporre

un argomento incontestabile, quando, dopo aver fatto erudite ricerche sopra i

convulsionari di San Medardo, i Camisardi delle Cevenne, o le religiose di

Loudun, sono arrivati a scoprire dei fatti evidenti di inganno che nessuno

contesta; ma queste storie, sono forse il vangelo dello spiritismo? I suoi

sostenitori hanno mai negato che il ciarlatanismo abbia usufruito di certi fatti

 

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a suo profitto, che l’immaginazione ne abbia creati altri, e che il fanatismo ne

abbia esagerati moltissimi? Non si può rendere lo spiritismo solidale con le

stravaganze che in suo nome si possono commettere, nello stesso modo che

non si può rendere la vera scienza solidale con gli abusi che l’ignoranza può

fare a suo danno, come pure non si può rendere responsabile la vera religione

degli eccessi del fanatismo. Molti critici giudicano lo spiritismo basandosi sui

racconti delle fate e delle leggende popolari che ne sono la finzione;

altrettanto varrebbe giudicare la storia basandoci sui romanzi storici e le

tragedie.

12 - Con logica elementare, per discutere una cosa bisogna conoscerla,

giacché l’opinione d’un critico non ha valore se non in quanto egli parla con

perfetta cognizione di causa; allora solamente la sua opinione, anche se

erronea, può essere presa in considerazione; ma quale peso può essa avere

quando si tratta di una materia che egli non conosce? Il vero critico deve dar

prova non solo di erudizione, ma d’una scienza profonda circa il soggetto che

imprende a trattare, d’un giudizio sano e d’una imparzialità a tutta prova;

altrimenti, il primo strimpellatore venuto potrebbe arrogarsi il diritto di

giudicare Rossini, ed un imbrattamuri quello di censurare Raffaello.

13 - Lo spiritismo non accetta dunque tutti i fatti stimati meravigliosi e

soprannaturali; al contrario, esso dimostra l’impossibilità d’un gran numero

di credenze, ed il ridicolo di certe altre, che costituiscono, parlando

propriamente, la superstizione. E’ bensì vero che tra le cose che lo spiritismo

ammette ve ne sono di quelle che agli increduli sembrano puramente

meravigliose, ossia che cadono nel dominio della superstizione; sia pure, ma

almeno discutete soltanto su questi punti, dal momento che sugli altri nulla vi

è da dire e voi predicate a convertiti.

Attaccandovi a quello che lo stesso spiritismo rifiuta, provate la vostra

ignoranza della cosa, ed i vostri argomenti cadranno nel falso.

Ma, diranno essi, dove s’arresta, dunque, la credenza nello spiritismo?

Leggete, osservate e poi lo saprete. Qualunque scienza si acquista soltanto col

tempo e con lo studio; ora, lo spiritismo, che tocca le questioni più gravi della

filosofia e tutti i rami dell’ordine sociale; che abbraccia d’un colpo l’uomo

fisico e l’uomo morale, costituisce esso stesso una scienza completa, una

filosofia che non può essere imparata in qualche ora, come non lo sarebbe

qualunque altra scienza. Sarebbe altrettanto puerile vedere tutto lo spiritismo

in una tavola girante, quanto vedere tutta la fisica in certi giocattoli da

fanciulli. Chiunque non voglia arrestarsi alla sua superficie, dovrà impiegarvi

 

14

non solo delle ore, ma dei mesi e degli anni, prima di averne investigati tutti

gli arcani. Da ciò si può comprendere quale grado di sapere e quale valore

possa avere l’opinione di coloro che si arrogano il diritto di giudicare, perché

hanno visto tutt’al più una o due esperienze, sovente in via di distrazione e di

passatempo. Diranno senza dubbio che non hanno l’agio di dare tutto il

tempo necessario a questo studio; sia pure, niente ve li costringe; ma, allora,

quando non si ha il tempo di imparare una cosa, si deve pure evitare di

parlarne, ed ancora meno di giudicarla, se non si vuole essere accusati di

leggerezza; ora, più si occupa una elevata posizione nella scienza, meno si è

scusati di trattare leggermente un soggetto che non si conosce.

14 - Riassumendo, diremo:

1) Tutti i fenomeni spiritici hanno per principio l’esistenza dell’anima, la sua

sopravvivenza al corpo e le sue manifestazioni;

2) Questi fenomeni, essendo fondati sopra una legge di natura, nulla hanno di

meraviglioso e di soprannaturale nel senso volgare di queste parole;

3) Molti fatti sono ritenuti soprannaturali, solamente perché non se ne

conosce la causa; lo spiritismo, assegnando loro una causa, li fa rientrare nel

dominio dei fenomeni naturali;

4) Fra i fatti qualificati come soprannaturali, ve ne sono molti di cui lo

spiritismo dimostra l’impossibilità, e che esso classifica fra le credenze

superstiziose;

5) Quantunque lo spiritismo riconosca in molte credenze popolari un fondo

di verità, non accetta peraltro tutte le storie fantastiche create

dall’immaginazione;

6) Giudicare lo spiritismo a proposito dei fatti che esso non ammette, è dare

prova d’ignoranza, e togliere ogni valore alla propria opinione;

7) La spiegazione dei fatti ammessi dallo spiritismo, le loro cause e le loro

conseguenze morali costituiscono una scienza ed una filosofia completa, che

richiede uno studio serio, perseverante ed approfondito;

8) Lo spiritismo non può ritenere come critico serio se non colui il quale ha

tutto visto, tutto studiato, tutto approfondito, con la pazienza e la

perseveranza d’un osservatore coscienzioso; colui che su questo argomento ne

sapesse quanto l’adepto più illuminato; che avesse, per conseguenza, attinte le

sue conoscenze altrove che nei romanzi della scienza; a cui non si potesse

opporre alcun fatto che egli non conoscesse, alcun argomento che non avesse

già meditato; colui che confutasse, con gli argomenti più perentori, e non con

 

15

semplici negazioni; colui infine che potesse assegnare una causa più logica ai

fatti constatati. Ma finora questo critico non si è ancora trovato.

15 - Noi abbiamo poco fa pronunziato la parola miracolo; una breve

spiegazione su questo proposito non sarà fuori posto in questo capitolo, che

verte sul meraviglioso.

Nel suo valore primitivo e per la sua etimologia la parola miracolo significa

cosa straordinaria, cosa ammirabile a vedersi; ma questa parola,

come tante altre, si è allontanata dal senso originario, ed oggi (secondo

l’accademia francese) vuol significare un atto della potenza divina

contrario alle leggi comuni della natura. Tale, infatti, è il suo usuale

significato, e solamente in via di paragone e di metafora si applica alle cose

volgari che ci sorprendono, la cui causa ci è sconosciuta. Non entra affatto nel

nostro compito di esaminare se Dio ha potuto giudicare cosa utile di derogare

in certe circostanze alle leggi da lui stesso stabilite; il nostro scopo è

unicamente quello di dimostrare che i fenomeni spiritici, per quanto

straordinari essi siano, non derogano affatto a queste leggi, non hanno alcun

carattere miracoloso, e tanto meno sono meravigliosi e soprannaturali. Il

miracolo non si spiega; i fenomeni spiritici, al contrario, si spiegano nella

maniera più razionale; non sono dunque miracoli, ma semplici effetti, che

hanno la loro ragione di essere nelle leggi generali. Il miracolo ha ancora un

altro carattere, che è quello di essere insolito ed isolato. Ora, dal momento che

un fatto si riproduce, per così dire, a volontà, e per diverse persone, ciò non

può essere un miracolo.

La scienza fa ogni giorno miracoli agli occhi degli ignoranti; ecco perché una

volta quelli che per sapienza si elevavano dal volgo erano tenuti in conto di

stregoni; e siccome si credeva che ogni scienza sovrumana venisse dal diavolo,

così essi venivano bruciati. Oggi, in tempi di civiltà più avanzata, ci si limita a

mandarli in manicomio.

Miracolo sarebbe quello per cui un uomo morto fosse richiamato alla vita

mediante l’intervento divino, come già abbiamo detto, perché è una cosa

contraria alle leggi della natura. Ma se quest’uomo ha soltanto le apparenze

della morte, se vi è ancora in lui un resto di vitalità latente e che la scienza

od un’azione magnetica giunga a rianimarlo, per le genti illuminate ciò

sarebbe un fenomeno naturale; ma agli occhi del volgo ignorante il fatto

passerà per miracoloso, e l’autore sarà o lapidato o venerato, secondo il

carattere degli individui. Se in mezzo a certe campagne un fisico lancia un

cervo-volante elettrico e fa cadere la folgore sopra un albero, questo nuovo

Prometeo sarà certamente tenuto come un uomo armato di potenza diabolica.

 

16

E, sia detto di passaggio, Prometeo, secondo noi, sembra avere singolarmente

preceduto Franklin; ma Giosuè, che arresta il movimento del sole, o piuttosto

della terra, costituisce per noi il vero miracolo, giacché noi non conosciamo

alcun magnetizzatore dotato d’una potenza così grande per operare un simile

prodigio. Fra tutti i fenomeni spiritici, uno dei più straordinari è, senza

dubbio, quello della scrittura diretta, perché dimostra nella maniera più

chiara l’azione delle intelligenze occulte; ma non per questo è più miracoloso

degli altri fenomeni attribuiti ad agenti invisibili; poiché questi esseri occulti

che popolano lo spazio sono una delle potenze della natura, potenza la cui

azione è incessante sul mondo materiale, altrettanto che sul mondo morale.

Lo spiritismo, illuminandoci su questa potenza, ci dà la chiave d’una quantità

di cose inesplicate ed inesplicabili da tutti gli altri mezzi, e che hanno potuto

essere ritenute prodigiose nei tempi passati; egli rivela, come dal suo lato fa il

magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno mal compresa; o, per

meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, giacché si sono prodotti in tutti i

tempi, ma si ignorava la legge da cui erano retti, e questa ignoranza generò la

superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso scompare ed i

fenomeni rientrano nell’ordine delle cose naturali. Ecco perché gli spiritisti

non fanno miracoli nel far girare un tavolo, o nel far scrivere i trapassati, più

di quello che ne faccia il medico facendo rivivere un moribondo, od il fisico

attirando la folgore.

Colui che pretendesse, con l’aiuto di questa scienza, di fare dei miracoli,

sarebbe un ignorante od un ciarlatano.

16 - I fenomeni spiritici, come i fenomeni magnetici, prima che se ne

conoscesse la causa, furono creduti prodigi; ora, come gli scettici, gli spiriti

forti, cioè quelli che credono di avere il privilegio esclusivo della ragione e del

buon senso, non credono possibile una cosa dal momento che non la

capiscono, così tutti i fatti creduti prodigiosi sono l’oggetto dei loro scherni; e

poiché la religione contiene un gran numero di fatti di questo genere, essi non

credono alla religione, e di là all’incredulità assoluta non vi è che un passo. Lo

spiritismo, spiegando la maggior parte di questi fatti, dà loro una ragione

d’essere. Esso viene dunque in aiuto alla religione dimostrando la possibilità

di certi fatti, i quali, quantunque privi del carattere miracoloso, non sono

meno straordinari; e Dio non rimane meno grande, né meno possente, benché

non deroghi alle sue leggi.

Di quanti scherni non furono bersaglio le levitazioni di San Giuseppe da

Copertino! Ora la sospensione eterea dei corpi gravi è un fatto spiegato dalla

legge spiritica; noi ne fummo in persona testimoni oculari, ed il signor

 

17

Home, come pure altre persone di nostra conoscenza, hanno rinnovato

diverse volte i fenomeni manifestati da San Giuseppe da Copertino. Dunque,

questo fenomeno rientra nell’ordine delle cose naturali, anche se non comuni.

17 - Nel numero dei fatti di questo genere conviene porre in prima linea le

apparizioni, giacché queste sono le più frequenti. Quella della Salette, sulla

quale è divisa l’opinione del clero, nulla ha per noi di insolito. Certamente, noi

non possiamo affermare che il fatto ebbe luogo, giacché non ne abbiamo la

prova materiale; ma per noi esso è possibile, poiché conosciamo migliaia di

fatti analoghi recenti. Ci crediamo, non solo perché la loro realtà è cosa per

noi accertata, ma soprattutto perché ci rendiamo perfettamente ragione della

maniera nella quale si producono. Rimandiamo il lettore alla teoria, che

diamo in seguito, delle apparizioni, ed egli potrà scorgere come questo

fenomeno diventa tanto semplice e plausibile, quanto molti fenomeni fisici,

che sembrano prodigiosi soltanto perché non se ne possiede la spiegazione.

Quanto poi al personaggio presentatosi alla Salette, è un’altra questione; la

sua identità non ci è affatto dimostrata; constatiamo semplicemente che una

apparizione può avere avuto luogo, il resto non è di nostra competenza;

ognuno può, su questo punto, conservare le sue convinzioni; lo spiritismo non

deve occuparsene. Assicuriamo solamente che i fatti prodotti dallo spiritismo

ci rivelano nuove leggi e ci danno la chiave d’una quantità di cose che

sembravano soprannaturali; se alcuni di questi fatti, che passavano per

miracoli, vi trovano una spiegazione logica, ciò costituisce un motivo di più

per non affrettarsi a negare quello che non si comprende. I fenomeni spiritici

sono contestati da certe persone, precisamente perché, sembrando uscire

dalla legge comune, non si può rendersene conto. Date loro una base

razionale, e cesserà il dubbio. La spiegazione, in questo secolo che non si

appaga di semplici parole, è dunque un potente motivo di convinzione; così,

noi vediamo ogni giorno persone che non furono mai testimoni d’alcun fatto,

che non ebbero mai modo di vedere una tavola girare, né un medium scrivere,

e che, ciò nonostante, sono convinte quanto noi, unicamente perché hanno

letto e compreso. Se dovessimo credere soltanto a quello che abbiamo visto

con gli occhi, le nostre convinzioni si ridurrebbero a ben poca cosa.

 

18

3 - METODO

18 - Il desiderio naturale e lodevolissimo di tutti gli adepti, desiderio mai

abbastanza incoraggiato, è quello di fare proseliti. Per facilitare il loro

compito, ci proponiamo dunque di esaminare la via, secondo noi più sicura,

per arrivare a questo scopo, risparmiando loro inutili sforzi.

Abbiamo detto che lo spiritismo è una scienza ed una filosofia completa;

colui, dunque, che seriamente vuole conoscerla, deve prima di tutto obbligarsi

ad uno serio studio, e persuadersi che, al pari delle altre scienze, non può

impararsi giocando. Lo spiritismo, l’abbiamo detto, tocca tutte le questioni

che interessano l’umanità; il suo campo è immenso, e conviene anzitutto

guardarlo dal punto di vista delle sue conseguenze. La credenza negli spiriti

ne forma senza dubbio la base, ma questa non basta per fare uno spiritista

illuminato, allo stesso modo che la credenza in Dio non basta per fare un

teologo. Osserviamo dunque come ci conviene procedere in questo

insegnamento per arrivare più sicuramente alla convinzione.

Non si spaventino gli adepti per questa parola insegnamento.

Non vi è soltanto l’insegnamento dato dall’alto della cattedra o della tribuna;

ma altresì quello della semplice conversazione. Qualunque persona cerchi di

persuaderne un’altra, sia per mezzo di spiegazioni, sia per quello delle

esperienze, fa un insegnamento; e noi, che desideriamo che la sua fatica dia

buoni frutti, ci crediamo in dovere di dargli qualche consiglio, di cui potranno

approfittare anche quelli che vogliono istruirsi da se stessi; essi troveranno il

mezzo d’arrivare più sicuramente e più rapidamente allo scopo.

19 - Si crede generalmente che per convincere basti mostrare dei fatti; questo

sembra difatti il cammino più logico, e tuttavia l’esperienza ci dimostra che

esso non è sempre il migliore, poiché si vedono spesso individui che non

restano convinti dai fatti più evidenti. E perché ciò? Noi cercheremo di darne

una spiegazione, valendoci della nostra lunga esperienza.

Nello spiritismo, la questione degli spiriti è secondaria e consecutiva; non è

questo il vero punto di partenza; anzi, consiste precisamente in questo l’errore

nel quale si cade e che spesso frena certe persone. Gli spiriti non essendo altro

che le anime degli uomini, il vero punto di partenza è dunque l’esistenza

dell’anima. Ora, come può il materialista ammettere che vi siano esseri i quali

vivano all’infuori del mondo materiale, quando crede che lo stesso suo Io sia

pura materia? Come può credere all’esistenza degli spiriti all’infuori di sé,

 

19

quando non crede di averne uno in se stesso? Invano si cercherebbe di

accumulare ai suoi occhi le prove più tangibili, egli le contesterà tutte, poiché

non ne ammette il principio. Ogni insegnamento metodico deve procedere dal

cognito all’incognito; per il materialista, il cognito è la materia. Procedete

dunque dalla materia, e cercate prima di tutto, facendogliela osservare, di

convincerlo che vi è in lui qualcosa che sfugge alle leggi di essa; in una parola,

prima di renderlo SPIRITISTA, cercate di renderlo

SPIRITUALISTA: ma per questo bisogna procedere con altri mezzi, con un

insegnamento del tutto speciale, seguendo un ordine particolare di idee;

parlargli di spiriti prima che egli sia convinto d’avere un’anima, sarebbe

incominciare dalla fine, giacché egli non può ammettere la conclusione se non

ammette le premesse. Prima, dunque, di accingersi a convincere un incredulo,

anche con i fatti, è necessario assicurarsi della sua opinione intorno all’anima,

vale a dire se crede alla sua esistenza, alla sopravvivenza al corpo, alla sua

individualità dopo la morte; se la sua risposta è negativa, sarebbe fatica

sprecata parlargli di spiriti. Ecco la regola. Siamo dell’idea che vi possano

essere delle eccezioni; ma allora, probabilmente, sussisterà un’altra causa che

lo renderà meno refrattario.

20 - Fra i materialisti conviene distinguere due classi: nella prima, noi

metteremo quelli che lo sono per sistema. Per questi non esiste il dubbio;

essi negano assolutamente, ragionando alla loro maniera; ai loro occhi,

l’uomo è semplicemente una macchina la quale cammina finché è caricata,

che si scompone col tempo, e di cui dopo la morte non resta che la carcassa. Il

numero di questi è fortunatamente molto ristretto e non costituisce in

nessuna parte una scuola di gran testo; noi non abbiamo bisogno d’insistere

sui deplorevoli effetti che deriverebbero all’ordine sociale dalla

volgarizzazione d’una tale dottrina; ci siamo, a quest’uopo, abbastanza estesi

nel Libro degli Spiriti (n. 147, e Conclusione, Cap. III).

Quando abbiamo detto che il dubbio cessa negli increduli in presenza d’una

spiegazione razionale, bisogna eccettuare i materialisti ad ogni costo; quelli

che negano ogni potenza ed ogni principio intelligente all’infuori della

materia; la maggior parte di essi si ostina nella sua opinione per orgoglio, e

crede il suo amor proprio impegnato a persistervi; essi vi persistono di fronte

a qualunque prova opposta, perché non vogliono avere il disotto. Con quella

gente, non conviene lasciarsi abbindolare dalla maschera di sincerità di coloro

che dicono: Fatemi vedere e crederò. Altri sono più franchi e dicono

addirittura: Anche se vedessi, non crederei.

 

20

21 - La seconda classe di materialisti è molto più numerosa (giacché il vero

materialismo è un sentimento antinaturale), e comprende quelli che lo sono

per indifferenza e si può dire per mancanza di meglio: essi non sono tali

per proposito deliberato; anzi, non domandano che di poter credere, giacché

l’incertezza è per loro un tormento. Vi è in essi una vaga aspirazione verso

l’avvenire; ma quest’avvenire è stato presentato loro sotto un aspetto che la

loro ragione non può accettare; di là il dubbio, la incredulità. Nel loro spirito,

l’incredulità non è eretta a sistema; presentate loro qualcosa di razionale, ed

essi la accetteranno con premura; questi possono dunque capirci, essendo più

vicini a noi di quanto essi stessi non credano. Coi primi non parlate né di

rivelazione, né degli angeli, né del paradiso: essi non vi capirebbero; ma,

partendo dal loro stesso punto di vista, provate loro che le leggi della

fisiologia sono impotenti per rendere ragione di tutto; il resto verrà in seguito.

Tutt’altra cosa avviene quando l’incredulità non è preconcetta, poiché allora

non vi è un’assoluta incredulità; è un germe latente soffocato da cattive erbe,

ma che può essere animato da una scintilla; è il cieco al quale si rende la vista,

che è lieto di vedere la luce; è il naufrago al quale si tende la mano salvatrice.

22 - Accanto ai materialisti propriamente detti, vi è una terza classe

d’increduli, che, quantunque spiritualisti, almeno di nome, non sono meno

refrattari; questi sono gli increduli di cattiva volontà. Essi sarebbero

malcontenti di dover credere, perché ciò turberebbe la loro tranquillità nei

godimenti materiali; essi temono di vedervi la condanna della loro ambizione,

del loro egoismo e delle vanità umane di cui si sono fatta la loro delizia;

chiudono gli occhi per non vedere e si turano le orecchie per non capire. Non

si può far altro che compiangerli.

23 - Una quarta categoria la chiameremo degli increduli interessati o di

cattiva fede. Questi sanno benissimo quale opinione dovrebbero avere sullo

spiritismo, ma palesemente lo condannano per motivi d’interesse personale.

Di costoro non v’è niente da dire, come non v’è niente da fare con essi. Se il

materialista puro s’inganna, ha almeno in suo favore la scusa della buona

fede; si può farlo ravvedere provandogli il suo errore; ma vi è qui partito

preso, contro il quale tutti gli argomenti si infrangono; il tempo si incaricherà

di aprire loro gli occhi e di mostrare loro, forse a loro spese, dove stavano i

loro veri interessi, giacché, non potendo impedire alla verità di espandersi,

saranno trascinati dal torrente, e con essi tutti gli interessi che credevano di

difendere.

 

21

24 - Oltre queste diverse categorie di oppositori, vi è un’infinità di gradazioni,

fra le quali possiamo annoverare gli increduli per pusillanimità: il

coraggio verrà loro quando vedranno che gli altri non vengono condotti al

rogo; gli increduli per scrupolo religioso: uno studio illuminato

insegnerà loro che lo spiritismo si appoggia sopra le basi fondamentali della

religione, che rispetta tutte le credenze, che anzi è efficacissimo per innestare

il sentimento religioso in quelli che non ne hanno, per fortificarlo in quelli nei

quali è tentennante; vi sono poi gli increduli per orgoglio, per spirito di

contraddizione, per noncuranza, per leggerezza, eccetera.

25 - Non possiamo omettere una categoria, che chiameremo degli increduli

per inganno. Questa categoria comprende le persone che sono passate da

una fede esagerata all’incredulità, perché furono soggette ad errori. Da ciò

scoraggiate, hanno tutto abbandonato, tutto respinto. Esse sono nel caso di

colui che nega la buona fede perché fu ingannato. Occorre ancora per esse

uno studio più completo dello spiritismo ed una maggiore esperienza. Colui

che è mistificato dagli spiriti, lo è generalmente perché domanda loro quello

che essi non possono o non devono dire, o perché non è abbastanza

illuminato sopra la cosa per discernere la verità dall’impostura. Molti, d’altra

parte, non vedono nello spiritismo che un nuovo mezzo di divinazione, e

s’immaginano che gli spiriti siano fatti per dire la buona ventura; ora, gli

spiriti leggeri e burloni non tralasciano di divertirsi a loro spese: così essi

annunzieranno mariti alle giovanette, onori all’ambizioso, all’avaro eredità,

tesori nascosti ecc., e ne risultano spesso inganni molto spiacevoli; ma l’uomo

prudente e serio sa preservarsene sempre.

26 - Una classe numerosissima, forse la più numerosa di tutte, ma che non

potrebbe essere collocata fra gli oppositori, è quella degli incerti. Essi sono

generalmente spiritualisti per principio; la maggior parte di essi ha una

vaga intuizione delle idee spiritiche, un’aspirazione verso qualche cosa che

non possono definire; difettano soltanto di ordine e di chiarezza nei loro

pensieri; lo spiritismo è per essi come un lampo di luce, il chiarore che dissipa

la nebbia; per cui accolgono lo spiritismo con premura, perché li libera dalle

angosce dell’incertezza.

27 - Se noi gettiamo un colpo d’occhio sulle diverse categorie di credenti,

troveremo innanzitutto gli spiritisti senza saperlo; questa, a dire il

vero, è una gradazione della classe precedente. Senza mai avere sentito

parlare di dottrina spiritica, hanno il sentimento innato dei grandi principi in

 

22

essa contenuti, e questo sentimento si riflette sopra certi passi dei loro scritti

e dei loro discorsi, a tal punto che udendoli si crederebbero completamente

iniziati. Se ne trovano numerosi esempi negli scrittori sacri e profani, nei

poeti, negli oratori, nei moralisti, nei filosofi antichi e moderni.

28 - Fra quelli che sono stati convinti da uno studio immediato, si possono

distinguere:

1) Quelli che credono puramente e semplicemente alle manifestazioni. Lo

spiritismo è per essi una semplice scienza d’osservazione, una serie di fatti più

o meno curiosi; noi li chiameremo spiritisti sperimentatori.

2) Quelli che nello spiritismo vedono qualcosa oltre i fatti; ne comprendono

la parte filosofica; ne ammirano la morale, ma non la praticano. La sua

influenza è insignificante o nulla sul loro carattere; non cambiano niente alle

loro abitudini e non si priverebbero d’un solo godimento. L’avaro rimane

sempre tale, l’orgoglioso sempre pieno di se stesso, l’invidioso ed il geloso

sempre ostili; per essi la carità cristiana non è che una bella massima; costoro

sono gli spiritisti imperfetti.

3) Quelli che non si contentano di ammirare la morale spiritica, ma che la

praticano e ne accettano tutte le conseguenze. Convinti che l’esistenza

terrestre sia una prova passeggera, cercano di mettere a profitto questi istanti

così brevi per camminare nella via del progresso, che solo può elevarli nella

gerarchia del mondo degli spiriti, sforzandosi di fare il bene e di reprimere le

loro tendenze cattive; le loro relazioni sono sempre sicure, poiché la loro

convinzione li allontana da ogni pensiero del male. La carità è in ogni cosa la

regola della loro condotta; questi sono i veri spiritisti, o meglio, gli

SPIRITISTI CRISTIANI.

4) Vi sono infine gli spiritisti esaltati. La specie umana sarebbe perfetta se

essa non prendesse che il lato buono delle cose. L’esagerazione è nociva in

tutto; nello spiritismo imprime una confidenza troppo cieca e spesso puerile

alle cose del mondo invisibile, e fa accettare troppo facilmente e senza

controllo certe cose o fatti di cui la riflessione e l’esame dimostrerebbero

l’assurdità e la impossibilità; ma l’entusiasmo non riflette: esso abbaglia.

Questa categoria di adepti è più nociva che utile alla causa dello spiritismo;

sono i meno atti a convincere, giacché si diffida, e con ragione, del loro

raziocinio; essi sono beffati senza che se ne avvedano in alcun modo, sia dagli

spiriti mistificatori, sia dagli uomini che cercano di sfruttare la loro credulità.

Il male non sarebbe tanto grande se essi dovessero essere i soli a subirne le

conseguenze; ma essi danno senza volerlo, le armi agli increduli, i quali

cercano di beffare, piuttosto che di convincersi, addossando a tutti il ridicolo

 

23

meritato da alcuni. Certamente ciò non è né giusto né razionale; ma si sa che

gli avversari dello spiritismo riconoscono soltanto la loro ragione come di

buona lega, ed è il minimo dei loro fastidi il conoscere a fondo quello di cui

parlano.

29 - I mezzi di convinzione variano estremamente secondo gli individui;

quello che persuade gli uni non produce effetto sugli altri; chi resta convinto

da qualche manifestazione materiale, chi da comunicazioni intelligenti, il più

gran numero dal ragionamento. Noi possiamo anche dire che i fenomeni sono

di poco peso per la maggior parte di coloro che non vi sono preparati dal

ragionamento; più questi fenomeni sono straordinari, più si allontanano dalle

leggi conosciute e maggiormente incontrano opposizione, e ciò per una

ragione molto semplice, cioè perché l’uomo è portato a dubitare per sua

natura di ogni cosa che non abbia una sanzione razionale; ciascuno la

considera dal suo punto di vista e se la spiega alla sua maniera: il materialista

vi vede una causa puramente fisica od un inganno: l’ignorante ed il

superstizioso, una causa diabolica o soprannaturale; mentre una anticipata

spiegazione ha per effetto di distruggere le idee preconcette e di mostrare, se

non la realtà, almeno la possibilità della cosa. La si comprende così prima

d’averla vista; ora, dal momento che la possibilità è riconosciuta, la

convinzione è per tre quarti fatta.

30 - E’ forse utile cercare di convincere un incredulo ostinato? Abbiamo detto

che ciò dipende dalle cause e dalla natura della sua incredulità; spesso

l’insistenza che si mette a persuaderlo lo fanno credere nella sua personale

importanza, il che diventa per lui un motivo per ostinarsi di più. Colui che

non è convinto né dal ragionamento né dai fatti, deve ancora subire la prova

dell’incredulità. Conviene lasciare alla Provvidenza la cura di presentare a lui

circostanze favorevoli; sono abbastanza numerosi coloro che volenterosi

cercano la luce perché si debba perdere il tempo con chi la rigetta. Dirigetevi

dunque agli uomini di buona volontà, il cui numero è maggiore di quello che

si creda, ed il loro esempio, moltiplicandosi, vincerà più resistenze che le

parole. Il vero spiritista non mancherà mai di occasioni per fare il bene in

sollievo dei cuori afflitti, recando la consolazione, calmando i trasporti delle

disperazioni, operando riforme morali; in ciò consiste la sua missione; colà

pure troverà la sua vera soddisfazione. Lo spiritismo è nell’aria; si spande per

la forza delle cose, e perché rende felici quelli che lo professano. Quando i suoi

avversari sistematici lo sentiranno rumoreggiare a sé d’intorno, e fra i loro

stessi amici, capiranno il proprio isolamento e saranno costretti a tacere o ad

 

24

arrendersi.

31 - Per procedere nell’insegnamento dello spiritismo come si farebbe nelle

scienze ordinarie, converrebbe passare in rivista tutta la serie dei fenomeni

che possono prodursi, incominciando dai più semplici, per arrivare

successivamente ai più complessi; ora ciò non si può fare, poiché sarebbe

impossibile fare un corso di spiritismo sperimentale, come si fa un corso di

fisica o di chimica. Nelle scienze naturali si opera sulla materia bruta che si

manipola a volontà, e si è quasi sempre sicuri di poterne regolare gli effetti;

nello spiritismo si ha a che fare con intelligenze le quali hanno la loro libertà,

e ci provano ad ogni momento che non sono sottomesse ai nostri capricci;

conviene dunque osservare, aspettare i risultati, prenderli al volo. E’ perciò

che affermiamo a chiare lettere che è un ignorante o un impostore

chiunque si vantasse di ottenerli a volontà. Per questo motivo il vero

spiritismo non si metterà giammai in spettacolo e non salirà mai sui

palcoscenici. Vi è persino qualcosa d’illogico nella supposizione che gli spiriti

vengano a fare la parata ed a sottomettersi ad un’investigazione qualunque,

come semplici oggetti di curiosità.

I fenomeni, dunque, potrebbero o mancare quando se ne avrebbe bisogno, o

presentarsi in un ordine completamente differente da quello che si desidera.

Aggiungiamo ancora che per ottenerli occorrono persone dotate di facoltà

speciali, e che queste facoltà variano all’infinito secondo l’attitudine degli

individui. Ora, essendo estremamente raro che la stessa persona abbia tutte le

attitudini, ciò costituisce una difficoltà in più, giacché occorrerebbe avere

sempre sottomano una vera collezione di medium, il che non è quasi

possibile.

Il mezzo di ovviare a questo inconveniente è semplicissimo, bisogna cioè

incominciare dalla teoria; tutti i fenomeni vi sono passati in rivista; essi sono

spiegati, si può rendersene conto, comprenderne la possibilità, conoscere le

condizioni nelle quali si possono produrre e gli ostacoli ch’essi possono

incontrare; qualunque sia allora l’ordine col quale si manifesteranno in forza

delle circostanze, non avranno più niente che possa sorprendere.

Questa via offre ancora un altro vantaggio; quello, cioè, di risparmiare, a chi

vuol operare, una quantità di disinganni; essendo premunito contro le

difficoltà, può stare in guardia ed evitare di acquistare l’esperienza a sue

spese.

Dal momento che ci occupiamo di spiritismo, ci sarebbe difficile dire il

numero delle persone che sono venute da noi, e fra queste quante ne abbiamo

viste restare indifferenti od incredule in presenza dei fatti più evidenti, e che

 

25

furono convinte più tardi da una ragionata spiegazione; quante altre furono

disposte alla convinzione dal ragionamento, quante altre, infine, furono

persuase senza avere visto niente, ma unicamente perché avevano compreso!

Noi parliamo dunque, per esperienza, la quale ci ha dimostrato che il miglior

metodo d’insegnamento spiritico è di dirigersi alla ragione prima di colpire gli

occhi. Questo è pure il metodo che teniamo nelle nostre lezioni, del quale noi

non abbiamo che ad applaudirci.

32 - Lo studio preventivo della teoria ha ancora il vantaggio di mostrare

immediatamente la grandezza dello scopo e la portata di questa scienza;

invece, chi incomincia col vedere una tavola girare o battere dei colpi, è più

portato alla celia, poiché difficilmente può figurarsi che da una tavola possa

uscire una dottrina rigeneratrice dell’umanità. Noi abbiamo sempre osservato

che coloro i quali credono prima d’aver visto, ma solo perché hanno letto e

compreso, ben lungi dall’essere superficiali, sono al contrario quelli che

riflettono di più. Attaccandosi più al fondo che alla forma, per essi la parte

filosofica è la principale, ed i fenomeni propriamente detti l’accessorio; essi

dicono: quand’anche questi fenomeni non esistessero, ne resterebbe

comunque una accettabile filosofia, che da sola risolve problemi rimasti finora

insolubili; che da sola dà la teoria più razionale del passato dell’uomo e del

suo avvenire. Ora, essi preferiscono una dottrina che spieghi, ad un’altra che

non spieghi o che spieghi male. Chiunque rifletta capisce benissimo che si

potrebbe fare astrazione dalle manifestazioni, e che la dottrina sussisterebbe

sempre; le manifestazioni vengono a corroborarla, a confermarla, ma non ne

sono la base essenziale; l’osservatore serio non le rigetta; al contrario, ma egli

attende le circostanze favorevoli che gli permettano di esserne testimonio. La

prova di ciò che noi manifestiamo è che, prima d’avere inteso parlare delle

manifestazioni, una quantità di persone aveva l’intuizione di questa dottrina,

la quale non fece che dare un corpo, un assieme alle loro idee.

33 - Sarebbe d’altra parte inesatto dire che mancano di osservazioni pratiche

coloro che incominciano dalla teoria; essi, al contrario, ne hanno di quelle che

ai loro occhi sono di un peso assai più grande di tutto quanto si potrebbe

produrre in loro presenza. Questi sono i fatti di numerose manifestazioni

spontanee, di cui parleremo nei seguenti capitoli. Pochi sono coloro che non

ne abbiano conoscenza almeno per relazioni intese; molti ne furono essi stessi

testimoni oculari, sebbene non vi abbiano prestato che una mediocre

attenzione. La teoria ha per scopo di darne la spiegazione; e noi diciamo che

questi fatti hanno un gran peso, allorché si appoggiano sopra irrecusabili

 

26

testimonianze, a cui non si può supporre né preparazione né connivenza. Se i

fenomeni provocati non esistessero, i fenomeni spontanei sussisterebbero

egualmente, e lo spiritismo avrebbe per risultato di darne una razionale

soluzione, e sarebbe già molto. E’ per questo, che la maggior parte di coloro

che leggono preventivamente, riportano le loro reminiscenze su questi fatti,

che sono per essi una conferma della teoria.

34 - Si ingannerebbe sulla nostra maniera di considerare la questione chi

supponesse che noi consigliamo di trascurare i fatti: sono i fatti che ci

hanno condotto alla teoria. E’ vero che abbiamo dovuto spendervi una

fatica assidua per molti anni, coadiuvata da migliaia di osservazioni; ma

poiché i fatti ci hanno servito e ci servono giornalmente, saremmo

inconseguenti con noi stessi contestandone l’importanza, e soprattutto

allorché facciamo un libro destinato a farli conoscere. Affermiamo soltanto

che senza il ragionamento essi non bastano per determinare la convinzione; è

necessaria una spiegazione preventiva dimostrante che essi nulla hanno di

contrario alla ragione, per disporre ad accettarli. Difatti, su dieci persone

completamente novizie che assisteranno ad una seduta sperimentale, fosse

anche delle più soddisfacenti dal punto di vista degli iniziati, ve ne sono nove

che ne usciranno senza essere convinte, e qualcuna sarà più incredula di

prima, giacché le esperienze non avranno corrisposto alla loro aspettativa.

Ben altra cosa avverrà di quelle che potranno rendersene conto per mezzo

d’una conoscenza teorica anticipata; per esse ciò è solo un mezzo di controllo;

ma niente le sorprende, nemmeno l’insuccesso, giacché sanno in quale

condizione si producono i fatti, e che non bisogna domandare loro più di

quello che possono dare.

La comprensione anticipata dei fatti le mette dunque nella posizione di

rendersi conto di tutte le anomalie, ed inoltre permette loro di cogliere una

quantità di particolari, di gradazioni sovente delicatissime, che sono per esse

mezzi di convinzione, i quali sfuggono all’osservatore ignorante. Tali sono i

motivi che ci impegnano ad ammettere alle nostre sedute sperimentali

soltanto quelle persone che già posseggono nozioni preparatorie sufficienti

per capire quello che vi accade, persuasi che le altre vi perderebbero il loro

tempo o ci farebbero perdere il nostro.

35 - Noi consigliamo coloro che vorranno acquistare queste conoscenze

preliminari con la lettura delle nostre opere a voler tenere l’ordine seguente:

1) Che cosa è lo Spiritismo? Questo volumetto è un’esposizione sommaria

dei principi della dottrina spiritica, un colpo d’occhio generale che permette

 

27

di abbracciarne l’insieme in un quadro ristretto. In poche parole se ne vede lo

scopo e si può giudicare della sua portata. Vi si trova inoltre la risposta alle

principali questioni od obiezioni che sono naturalmente disposte a fare le

persone novizie. Questa prima lettura, che richiede soltanto poco tempo, è

un’introduzione che facilita uno studio più profondo.

2) Il Libro degli Spiriti, contiene la dottrina completa dettata dagli spiriti

stessi, con tutta la sua filosofia e tutte le sue conseguenze morali; il destino

futuro dell’umanità vi è svelato. come pure l’iniziazione alla natura degli

spiriti ed ai misteri della vita d’oltretomba. Leggendolo si comprende che lo

spiritismo ha uno scopo serio, e non è un frivolo passatempo

3) Il Libro dei Medium, è destinato a dirigere la pratica delle

manifestazioni, con la conoscenza dei mezzi più propri per comunicare con gli

Spiriti; esso è una guida sia per i medium, che per gli evocatori, ed il

complemento del Libro degli Spiriti.

4) La Rivista Spiritica, è una raccolta svariata di fatti, di spiegazioni

teoriche e di pezzi staccati, i quali completano quello che è detto nelle due

precedenti opere, essendone in qualche maniera l’applicazione. La lettura può

esserne fatta nello stesso tempo, ma sarà più profittevole e più intelligibile

soprattutto dopo quella del Libro degli Spiriti.

Ecco qual è il frutto delle nostre fatiche.

Quelli, poi, che tutto vorranno conoscere in una scienza, debbono

necessariamente leggere tutto ciò che si è scritto in proposito, od almeno le

cose principali, e non limitarsi ad un solo autore; essi debbono leggere il pro

ed il contro, tanto le critiche quanto le apologie, iniziarsi ai differenti sistemi

onde poter giudicare facendo i dovuti raffronti.

Sotto questo aspetto noi non preconizziamo né critichiamo nessuna opera,

non volendo influenzare per nulla l’opinione che ognuno se ne potrebbe

formare; portando la nostra pietra all’edificio, ci collochiamo nelle righe:, non

è nostro compito d’essere insieme giudice e parte, e non abbiamo la ridicola

pretesa d’essere i soli dispensatori della luce; sta al lettore giudicare la parte

del buono e del cattivo, del vero e del falso.

 

28

4 - SISTEMI

36 - Quando gli strani fenomeni dello spiritismo incominciarono a prodursi,

o per meglio dire, si sono rinnovati in questi ultimi tempi, il primo sentimento

che hanno suscitato fu quello del dubbio circa la stessa loro realtà, ed ancora

più sulle loro cause. Allorché furono accertati da testimonianze irrecusabili e

dalle esperienze che ciascuno poté fare, successe che ognuno li interpretò alla

sua maniera, secondo le sue idee personali, le sue credenze o le sue

prevenzioni; d’onde molti sistemi che una più attenta osservazione doveva

ridurre al loro giusto valore.

Gli avversari dello spiritismo credettero di trovare un argomento in questa

divergenza d’opinioni, dicendo che gli stessi spiritisti non sono d’accordo fra

loro. Questa era una ragione ben misera, se si riflette che i passi di ogni

scienza nascente sono necessariamente incerti, sino a tanto che il tempo abbia

permesso di riunire e di coordinare i fatti che possono stabilire decisamente

l’opinione; a mano a mano che i fatti si completano e sono meglio osservati, le

idee premature si cancellano, e si stabilisce l’unità, almeno sui punti

fondamentali, se non in tutti i particolari. Ciò avvenne anche per lo

spiritismo; poiché non poteva sfuggire alla legge comune, e doveva anzi, per la

sua stessa natura, prestarsi alla diversità d’interpretazione più che qualsiasi

altra cosa. Si può anche aggiungere che sotto questo aspetto lo spiritismo

progredì più rapidamente di altre scienze che lo precedettero; la medicina,

per esempio, che ancora divide i più grandi scienziati.

37 - Nell’ordine metodico, per seguire l’ordine progressivo delle idee,

conviene collocare in testa quelli che si possono chiamare sistemi di

negazione, vale a dire quelli degli avversari dello spiritismo. Noi abbiamo

confutato le loro obiezioni nell’Introduzione e nella conclusione del Il Libro

degli Spiriti, come pure nella piccola opera intitolata: Che cosa è lo

Spiritismo? Sarebbe superfluo ora di ritornarvi sopra; ci limiteremo a

richiamare in due parole i motivi sopra i quali essi si fondano.

I fenomeni spiritici sono di due tipi: gli effetti fisici e gli effetti intelligenti.

Non ammettendo i negatori l’esistenza degli spiriti per la ragione che niente

ammettono all’infuori della materia, si capisce che neghino gli effetti

intelligenti. Quanto agli effetti fisici, essi li commentano dal loro punto di

vista, ed i loro argomenti possono riassumersi nei quattro sistemi seguenti.

 

29

38 - Sistema del ciarlatanesimo. Molti degli antagonisti attribuiscono al

raggiro questi effetti spiritici, per la ragione che qualcuno di essi poté essere

imitato. Questa supposizione trasformerebbe tutti gli spiritisti in tanti

ingannati e tutti i medium in imbroglioni, senza riguardo per la posizione, il

carattere, il sapere e l’onorabilità delle persone. Se essa meritasse una

risposta, noi diremmo che certi fenomeni fisici sono pure imitati dai

prestidigitatori, e che ciò nulla prova contro la vera scienza. Vi sono d’altra

parte, persone il cui carattere è superiore ad ogni sospetto di frode, e

converrebbe essere sprovvisti dei precetti elementari dell’educazione e di ogni

urbanità, per osare di dire loro in faccia che esse sono complici di

ciarlatanesimo. In una riunione privata rispettabilissima, un signore,

sedicente ben educato, essendosi permesso una riflessione di questa natura, la

padrona di casa gli disse: “Signore, giacché voi non siete contento, vi si

renderà il vostro denaro alla porta”; e con un gesto gli fece comprendere ciò

che egli aveva oramai di meglio a fare. Ma con tutto questo vogliamo noi

asserire che giammai si commisero abusi? Bisognerebbe, per crederlo,

ammettere che gli uomini siano perfetti. Si abusa di tutto, anche delle cose più

sante, perché non si abuserebbe dello spiritismo? Ma il cattivo uso che si può

fare d’una cosa, non può pregiudicare in niente la cosa stessa; il controllo, che

si può avere sulla buona fede delle persone, sta nei motivi che le fanno agire.

Ove non esista speculazione, il ciarlatanesimo nulla ha a che fare.

39 - Sistema della follia. Vi è chi, per condiscendenza, concede di scartare

il sospetto di trucchi, e pretende che coloro i quali non ingannano gli altri

siano essi stessi ingannati: il che vuol dire, che essi sono imbecilli. Quando

gl’increduli si esprimono con minor riguardo, dicono semplicemente che si

pecca di follia, attribuendosi così liberamente il privilegio del buon senso.

Questo poi è il grande argomento di coloro che non hanno buone ragioni da

opporre. Del resto, questo metodo d’opposizione è diventato ridicolo a forza

di volgarità e non merita che si perda il tempo a confutarlo. Gli spiritisti,

d’altronde, non se ne preoccupano affatto: essi prendono bravamente il loro

partito, e si consolano pensando che hanno per compagni di sventura

abbastanza persone, il cui merito non potrebbe essere contestato. Infatti,

bisogna convenire che questa follia, se realmente esiste follia, ha un carattere

ben singolare, se essa colpisce di preferenza le classi illuminate, fra le quali

sinora lo spiritismo conta l’immensa maggioranza dei suoi adepti. Se qualche

eccentricità s’incontra sulla quantità, queste non provano niente contro la

dottrina spiritica, nella stessa maniera che i pazzi religiosi non provano niente

contro la religione, i pazzi melomani contro la musica, ed i pazzi matematici

contro le matematiche stesse. Tutte le idee hanno sempre trovato dei fanatici

 

30

esagerati, e converrebbe essere d’un raziocinio ben ottuso, per confondere

l’esagerazione d’una cosa con la cosa stessa. Noi rimandiamo del resto chi

volesse avere più ampie spiegazioni su questo soggetto, al nostro volumetto

Che cosa è lo Spiritismo? oppure al Libro degli Spiriti (Introduzione, XV).

40 - Sistema dell’allucinazione. Un’altra opinione, meno offensiva per il

motivo che ha un piccolo colore scientifico, consiste nel considerare i

fenomeni d’illusioni dei sensi; così l’osservatore sarà in buona fede, ma egli

crederà di vedere ciò che in realtà non vede. Così, quando vede una tavola

sollevarsi e mantenersi nello spazio senza punto d’appoggio, la tavola in realtà

non si sarebbe mossa dal suo posto; egli la vede in aria per l’effetto d’una

specie di miraggio o per effetto di rifrazione, come quello che fa vedere un

astro, od un oggetto nell’acqua fuori della sua reale posizione. Veramente ciò

potrebbe anche essere possibile, ma quelli che furono testimoni di questo

fenomeno, hanno potuto constatare l’isolamento passando sotto la tavola

sospesa, il che sarebbe difficile se non avesse abbandonato il suolo. D’altra

parte, più volte capitò il caso che la tavola si ruppe cadendo: diranno dunque

ancora che questo è un effetto d’ottica?

Una causa fisiologica ben conosciuta può, senza dubbio, fare sì, che uno creda

di veder girare una cosa la quale, in realtà, sta ferma, o che creda di girare egli

stesso quando invece resta immobile: ma allorché molte persone che stanno

attorno ad una tavola sono trascinate da un movimento così rapido che

durano fatica a seguirlo, e che alcune sono qualche volta gettate a terra, si

potrà forse ancora affermare che tutte sono prese da vertigine come l’ubriaco,

il quale crede di veder passare la sua casa innanzi a sé?

41 - Sistema dello scricchiolio muscolare. D’altra parte, se le cose

potessero anche essere in questi termini per la vista, non potrebbero più

esserlo per l’udito, giacché quando dei colpi battuti sono intesi da tutta una

assemblea non si possono ragionevolmente attribuire ad una illusione.

Scartiamo, beninteso, ogni idea di frode, e supponiamo che un’attenta

osservazione abbia constatato che i suddetti colpi non sono dovuti ad alcuna

causa fortuita o materiale. E’ vero, che un sapiente medico ne diede una

perentoria spiegazione (1).

(1) Il signor Jobert (de Lamballe). – Per essere giusti si deve dire che questa

scoperta è dovuta al signor Schiff; il signor Jobert ne svolse le conseguenze

all’Accademia di medicina per dare il colpo di grazia agli spiriti picchiatori

 

31

(frappeurs). Se ne troveranno tutti i particolari nella Revue Spirite del

giugno 1859.

“La causa” egli dice “consiste nelle contrazioni volontarie od involontarie del

tendine del muscolo corto-peroneo”. Egli entra in proposito nei particolari

anatomici più completi, onde dimostrare per quale meccanismo questo

tendine può produrre tali rumori, imitare le batterie del tamburo ed anche

eseguire sonatine con ritmo; da ciò, egli conchiude che sono vittime d’una

mistificazione o di un’illusione tutti coloro che credono di sentire battere dei

colpi in una tavola, Il fatto non è nuovo in se stesso; sfortunatamente per

l’autore di questa pretesa scoperta, la teoria non può rendere ragione di tutti i

casi. Diremo in primo luogo che coloro i quali godono della singolare facoltà

di far schiacciare a volontà il loro muscolo corto-peroneo, o qualunque altro, e

di picchiare delle arie con questo mezzo, sono soggetti eccezionali; mentre

comunissima è la facoltà di far picchiare le tavole, e fra quelli che posseggono

quest’ultima facoltà, ve ne sono pochissimi che hanno l’uso della prima.

In secondo luogo, il sapiente dottore ha dimenticato di spiegare come lo

scricchiolio del muscolo d’una persona immobile ed isolata dalla tavola possa

produrvi vibrazioni sensibili al tatto; come questo rumore possa ripercuotersi

a volontà dagli assistenti nelle differenti parti della tavola, negli altri mobili,

contro i muri, nel soffitto, ecc.; come, infine, l’azione di questo muscolo possa

estendersi ad una tavola che non si tocca e farla muovere. Questa spiegazione,

del resto, se tale può chiamarsi, non infirmerebbe che il fenomeno dei colpi

battuti, ma non può comprendere tutti gli altri modi di comunicazione.

Concludiamo che egli diede un giudizio senza aver veduto, o senza aver tutto

visto e ben visto.

E’ cosa da rimpiangere che uomini di scienza abbiano la smania di dare, su

quello che non conoscono, spiegazioni che i fatti possono smentire. Il loro

sapere stesso dovrebbe renderli tanto più circospetti nei loro giudizi quanto

più quello discosta da essi i limiti dell’ignoto.

42 - Sistema delle cause fisiche. Usciamo ora dal sistema della negazione

assoluta. La realtà dei fenomeni essendo accertata, il primo pensiero, che è

venuto naturalmente allo spirito di quelli che li hanno riconosciuti, fu di

attribuire i movimenti al magnetismo, all’elettricità, od all’azione d’un fluido

qualunque; in una parola, ad una causa esclusivamente fisica e materiale.

Questa opinione non aveva in sé nulla di irrazionale, ed avrebbe prevalso se il

fenomeno si fosse limitato ad effetti puramente meccanici. Una circostanza,

per di più, sembrava corroborarla e questa era, in certi casi, l’aumento della

 

32

potenza in ragione del numero delle persone; ognuna di esse poteva essere

considerata come uno degli elementi d’una pila elettrica umana. Ciò che

caratterizza una teoria vera è, come abbiamo già detto, di poter dare ragione

di tutto; ma se un solo fatto viene a contraddirla, ciò accade perché è falsa,

incompleta o troppo assoluta. Ora ciò è proprio quanto accadde in questa

circostanza. Questi movimenti e questi colpi diedero dei segni intelligenti,

obbedendo alla volontà e rispondendo al pensiero; essi dovevano dunque

avere una causa intelligente. Dal momento che l’effetto cessava di essere

puramente fisico, la causa doveva, in conseguenza, avere un’altra sorgente;

infatti, il sistema dell’azione esclusiva d’un agente materiale fu

abbandonato, e non si ritrova che presso quelli che giudicano a priori e

senza aver veduto. Il punto essenziale è dunque di constatare l’azione

intelligente; di questo può convincersi chiunque voglia darsi la pena

d’osservare.

43 - Sistema del riflesso. Riconosciuta l’azione intelligente, restava da

scoprire qual era la sorgente di questa intelligenza. Si pensò che potesse

essere quella del medium o degli astanti, la quale si rifletteva come la luce ed i

raggi sonori. Ciò era possibile: solo l’esperienza poteva dire l’ultima parola.

Ma osserviamo, prima di tutto, che questo sistema si discosta già

completamente dall’idea puramente materialista; affinché l’intelligenza degli

astanti potesse riprodursi per via indiretta, bisognava ammettere nell’uomo

un principio all’infuori dell’organismo. Se il pensiero espresso fosse sempre

stato quello degli assistenti, la teoria della riflessione sarebbe stata

confermata; ora il fenomeno, anche ridotto a questa proporzione, non sarebbe

stato comunque del più alto interesse? Il pensiero che si ripercuote in un

corpo inerte e si traduce nel movimento e nel rumore, non sarebbe cosa assai

degna di nota? Non v’era forse argomento da interessare la curiosità degli

scienziati? Perché, dunque, lo hanno disprezzato, proprio essi che si

arrabattano nella ricerca di una fibra nervosa? L’esperienza sola, diciamo noi,

poteva dare torto o ragione a questa teoria, e l’esperienza le diede torto,

poiché essa dimostra ad ogni istante, e con i fatti più positivi, che il pensiero

espresso può essere non solo estraneo a quello degli astanti, ma che sovente

gli è del tutto contrario: che egli viene a contraddire tutte le idee preconcette,

sventare tutte le previsioni; infatti, quando io penso bianco e mi è risposto

nero, mi è difficile credere che la risposta venga da me. Taluno cerca di

appoggiarsi su qualche caso d’identità fra il pensiero espresso e quello degli

assistenti; ma che cosa prova ciò? Prova soltanto che gli assistenti possono

pensare come l’intelligenza che si comunica. Non è detto che essi debbano

sempre essere dell’opinione contraria. Allorché, nella conversazione,

 

33

l’interlocutore emette un pensiero analogo al vostro, direte per questo che tale

pensiero viene da voi? Basta qualche esempio contrario ben constatato, per

provare che questa teoria non può essere assoluta. E poi, come spiegare col

riflesso del pensiero la scrittura prodotta da persone che non sanno scrivere,

le risposte della più alta portata filosofica ottenute da persone illetterate,

quelle che sono date a domande mentali o poste in una lingua sconosciuta al

medium, e mille altri fatti che non possono lasciare alcun dubbio sopra

l’indipendenza dell’intelligenza che si manifesta? L’opinione contraria può

provenire soltanto da una mancanza di osservazione.

Se poi la presenza d’una intelligenza estranea è provata moralmente per la

natura della risposta, lo è materialmente anche per il fatto della scrittura

diretta; vale a dire della scrittura ottenuta spontaneamente, senza penna né

lapis, senza contatto e nonostante tutte le precauzioni prese per garantirsi da

ogni sotterfugio. Il carattere intelligente del fenomeno non potrebbe essere

posto in dubbio; dunque vi è qualche altra cosa oltre ad un’azione fluidica.

Inoltre, la spontaneità del pensiero espresso all’infuori di ogni aspettazione e

di ogni questione proposta, non permette di vedervi un riflesso di quello degli

assistenti.

Il sistema del riflesso è assai scortese in certi casi; quando, in una riunione di

persone oneste, sopraggiunge inopinatamente una di quelle comunicazioni

ributtanti per la loro grossolanità, sarebbe fare un brutto complimento agli

astanti col pretendere che queste provengano da qualcuno di loro, ed è

probabile che ognuno si darebbe premura di ripudiarle. (Si legga in proposito

Il Libro degli Spiriti, Introduzione, XVI).

44 - Sistema dell’anima collettiva. E’ una variante del precedente.

Secondo questo sistema, solo l’anima del medium si manifesta; ma essa

s’identifica con quella di molti altri viventi presenti od assenti, e forma un

tutto collettivo che riunisce le attitudini, l’intelligenza e le cognizioni di

ognuno. Quantunque l’operetta dove questa teoria è esposta, sia intitolata la

Luce, essa ci sembra d’uno stile troppo oscuro; confessiamo di averla poco

capita e ne parliamo soltanto per menzionarla. Essa è, d’altra parte, come

molte altre, un’opinione individuale che ha fatto pochi proseliti. Il nome di

Emah Tirpsé è preso dall’autore per indicare l’essere collettivo che egli

rappresenta. Egli prende per epigrafe: Nulla vi è di nascosto che non

debba essere conosciuto. Questa proposizione è evidentemente falsa,

giacché vi è una quantità di cose che l’uomo non può e non deve sapere;

sarebbe ben presuntuoso colui che pretendesse di penetrare tutti i segreti di

Dio.

 

34

45 - Sistema sonnambolico. Questo sistema ebbe un numero maggiore di

sostenitori, e ne conta parecchi ancora oggi. Come il precedente, esso

ammette che tutte le comunicazioni intelligenti abbiano la loro sorgente

nell’anima o spirito del medium, ma per spiegare la sua attitudine nel trattare

soggetti che esulano fuori delle sue cognizioni, invece di supporre in lui

un’anima multipla, attribuisce quest’attitudine ad una sovraeccitazione

momentanea delle facoltà mentali, ad una sorta di stato sonnambolico od

estatico, che esalta e sviluppa la sua intelligenza. Non si può negare, in certi

casi, l’influenza di questa causa; ma basta aver veduto operare la maggior

parte dei medium per convincersi che essa non può risolvere tutti i fatti, e che

forma l’eccezione e non la regola. Si potrebbe credere a questa ipotesi se il

medium avesse sempre l’aria d’un ispirato o d’un estatico, apparenza che egli

potrebbe, d’altra parte, perfettamente simulare se volesse recitare la

commedia; ma come credere all’ispirazione, quando il medium scrive come

una macchina, senza avere la minima coscienza di quello che ottiene, senza la

minima emozione, senza occuparsi di quello che fa, e mentre il suo sguardo è

altrove, e ride e parla di cose diverse? Si capisce la sovraeccitazione delle idee,

ma non si capisce come questa possa far scrivere colui che non sa scrivere; ed

ancora meno quando le comunicazioni sono trasmesse con dei colpi battuti o

per mezzo d’una tavoletta o d’un canestrino. Vedremo nel seguito di

quest’opera la parte che conviene attribuire all’influenza delle idee del

medium; ma i fatti, ove l’intelligenza estranea si rivela con segni

incontestabili, sono tanto numerosi ed evidenti, che non possono lasciare

dubbio a questo riguardo. Il torto della maggior parte dei sistemi, sorti

all’origine dello spiritismo, è quello di aver tirato delle conclusioni generali da

qualche fatto isolato.

46 - Sistema pessimista, diabolico o demoniaco. Entriamo qui in un

altro ordine di idee: l’intervento di un’intelligenza straniera. Una volta

constatato, si trattava di sapere quale fosse la natura di questa intelligenza. Il

mezzo più semplice era senza dubbio quello di domandarglielo; ma alcuni non

hanno trovato in ciò una sufficiente garanzia, ed hanno voluto vedere in tutte

le manifestazioni un’opera diabolica: secondo essi, solo il diavolo o i demoni

possono comunicare con il nostro mondo. Quantunque questo sistema trovi

oggi un’eco assai ristretta, vi fu peraltro un momento in cui godette di un

certo credito, per il carattere stesso di quelli che hanno cercato di farlo

prevalere. Tuttavia, noi faremo osservare che i sostenitori del sistema

demoniaco non devono essere messi fra gli avversari dello spiritismo; al

contrario. Siano demoni od angeli gli esseri che comunicano, sono pur sempre

 

35

esseri incorporei; ciò vuol dire che si ammette la possibilità di comunicare col

mondo invisibile, od almeno con una parte di questo mondo.

La credenza nella comunicazione esclusiva dei demoni, per quanto irrazionale

essa sia, poteva non sembrare impossibile quando gli spiriti erano ritenuti

esseri creati all’infuori dell’umanità; ma poiché si conosce che gli spiriti sono

né più né meno che le anime di quelli che vissero, essa ha perduto tutto il suo

prestigio e si può dire ogni idea di verosimiglianza; giacché ne seguirebbe che

tutte queste anime sono demoni, quando anche fossero quelle d’un padre,

d’un figlio o d’un amico, e che noi stessi, morendo, diventiamo demoni;

dottrina poco lusinghiera e poco consolante per molta gente. Sarà ben difficile

di persuadere una madre che il suo figlio estinto, tanto amato, e che viene

dopo morto a darle prove del suo affetto e della sua identità sia un ministro

del diavolo. E’ pur vero che fra gli spiriti ve ne sono di pessimi, i quali non

valgono meglio di quelli che si chiamano demoni, per una ragione molto

semplice, cioè che vi sono uomini molto cattivi, che la morte non rende

immediatamente migliori. La questione ora è di sapere se questi siano i soli

che possano comunicare. A quelli che lo pensano, noi rivolgeremo le seguenti

questioni:

1) Vi sono spiriti buoni e spiriti cattivi?

2) Dio è più potente dei cattivi spiriti, o dei demoni, se così volete chiamarli?

3) Affermare che i soli cattivi comunicano, equivale a dire che i buoni non lo

possono; se così è, di due cose l’una: ciò ha luogo per la volontà o contro la

volontà di Dio. Se è contro la Sua volontà, ciò avviene perché i cattivi spiriti

sono più potenti di Lui; e se succede per Sua volontà, perché, nella Sua bontà,

non lo permetterebbe ai buoni per controbilanciare l’influenza degli altri?

4) Quale prova potete voi dare dell’impotenza dei buoni spiriti a comunicare?

5) Allorché vi si oppone la sapienza di certe comunicazioni, voi rispondete che

il demonio assume tutte le maschere per meglio sedurre. Noi sappiamo infatti

che vi sono spiriti ipocriti, i quali danno al loro linguaggio una falsa vernice di

sapienza; ma ammettete voi che l’ignoranza possa contraffare il vero sapere,

ed una cattiva natura contraffare la vera virtù senza lasciar trapelare niente

che possa svelarne la frode?

6) Se è il demonio solo che comunica, poiché egli è il nemico di Dio e degli

uomini, perché raccomanda dunque di pregare Dio, di sottomettersi alla sua

volontà, di subire senza mormorare le tribolazioni della vita, di non ambire né

gli onori, né le ricchezze, di praticare la carità e tutte le massime di Cristo; in

una parola, di fare tutto ciò che è necessario per distruggere il suo impero? Se

il diavolo è capace di dare simili consigli, bisogna convenire che, per quanto

 

36

furbo egli sia, si dimostrerebbe ben inetto col fornire le armi contro se stesso

(1).

(1) Questa questione fu trattata nel Libro degli Spiriti (n. 128 sgg.), ma

raccomandiamo su questo soggetto, come per tutto ciò che riguarda la parte

religiosa, il libro intitolato: Lettre d’un catholique sur le spiritisme, del dott.

Grand.

7) Poiché gli spiriti comunicano, è perché Dio lo permette; ma vedendo le

buone e le cattive comunicazioni, non è forse più logico pensare che Dio

permette le seconde per metterci alla prova, e le prime per consigliarci il

bene?

8) Che cosa pensereste voi d’un padre che lasciasse suo figlio in balia degli

esempi e dei consigli perniciosi, e che allontanasse da lui e gli interdicesse di

vedere le persone che potessero stornarlo dal male? Come mai si può pensare

che Dio, la bontà per eccellenza, possa fare meno di quello che farebbe un

buon padre, anzi ancora meno di quello che farebbe un uomo soltanto

mediocre?

9) La Chiesa riconosce come autentiche certe manifestazioni della Vergine e

di altri santi, nelle apparizioni, visioni, comunicazioni orali, ecc.; questa

credenza non è contraddittoria alla dottrina delle comunicazioni esclusive dei

demoni?

Noi crediamo che certe persone hanno professato questa teoria in buona fede,

ma crediamo pure che molte altre lo hanno fatto unicamente per distogliere

dall’occuparsi di queste cose, a causa delle cattive comunicazioni che si

possono ricevere; e dicendo che è solo il diavolo che si manifesta, esse hanno

voluto spaventare, più o meno come quando si dice ad un ragazzo: Non

toccare questa cosa perché ti scotta.

L’intenzione può essere lodevole, ma lo scopo è mancato; giacché la sola

proibizione eccita la curiosità, e la paura del diavolo trattiene ben poca gente:

si vuol vederlo, non fosse altro che per guardare come egli è fatto, e si resta

poi meravigliati di non trovarlo tanto nero come lo si era immaginato.

Non vi sarebbe poi un altro motivo sotto questa teoria esclusiva del diavolo?

Vi sono delle persone che mettono dalla parte del torto tutti coloro che non

condividono la loro opinione; ora, quelli che pretendono che tutte le

comunicazioni siano l’opera del demonio, non sarebbero forse mossi dalla

paura di non trovare gli spiriti d’accordo con essi su tutti i punti, e

specialmente su quelli che riguardano gli interessi di questo mondo più che

 

37

quelli dell’altro? Non potendo negare i fatti, essi vollero presentarli in un

modo spaventevole; ma questo mezzo non fece maggior effetto degli altri. Ove

è impotente la paura del ridicolo, conviene rassegnarsi a lasciar passare le

cose.

Il musulmano che udisse uno spirito parlare contro certe leggi del Corano,

penserebbe certo che fosse un cattivo spirito; lo stesso succederebbe ad un

ebreo per ciò che riguarda certe pratiche della legge di Mosè. Fra i cattolici,

poi, noi ne abbiamo inteso uno affermare che lo spirito comunicante doveva

essere il diavolo, giacché si era permesso di pensare diversamente da lui sul

potere temporale, quantunque non avesse predicato altro che la carità, la

tolleranza, l’amore del prossimo, e la rinuncia alle cose di questo mondo, tutte

massime insegnate dal Cristo.

Poiché gli spiriti sono né più né meno che le anime degli uomini, i quali non

sono perfetti, ne risulta che vi sono pure degli spiriti imperfetti, il cui

carattere si riflette nelle loro comunicazioni.

E’ cosa incontestabile che ve ne sono di cattivi, di astuti, di profondamente

ipocriti, contro i quali giova tenersi in guardia; ma è forse giusto fuggire tutta

la società, perché in questa s’incontrano uomini perversi? Dio ci diede la

ragione ed il giudizio per apprezzare tanto gli spiriti quanto gli uomini. Il

miglior mezzo per premunirsi contro gli inconvenienti che può presentare la

pratica dello spiritismo, non sta nell’interdirlo, ma nel farlo capire bene.

Un’immaginaria paura impressiona soltanto per il momento e non si attacca a

tutti; la realtà, invece, chiaramente dimostrata, è intesa da tutti.

47 - Sistema ottimista. Accanto a quelli che in questi fenomeni vedono

soltanto l’azione del demonio, si trovano altri che scorgono unicamente quella

dei buoni spiriti: essi suppongono che l’anima, essendo sciolta dalla materia,

nessun velo più la ottenebri, e credono che debba possedere la scienza

sovrana e la sovrana saggezza. La loro cieca fiducia in questa assoluta

superiorità degli esseri del mondo invisibile, fu per molti la sorgente di molte

disillusioni; essi impararono a loro spese a diffidare di certi spiriti, nello

stesso modo che si impara a diffidare di certi uomini.

48 - Sistema antispiritico o monospiritico. Una varietà del sistema

ottimista consiste nella credenza che un solo spirito si comunichi agli uomini,

e che questo spirito è il Cristo, che è il protettore della terra.

Quando si vedono comunicazioni della più bassa trivialità, di una rivoltante

grossolanità, improntate di malevolenza e di cattiveria, sarebbe una

 

38

profanazione ed una empietà il supporre che esse possano emanare dallo

Spirito del bene per eccellenza. Sarebbe concepibile l’illusione di questi tali, se

essi avessero avuto soltanto comunicazioni irreprensibili; ma la maggior parte

confessa di averne avute di pessime: spiegano ciò dicendo che il buono spirito

fa loro subire una prova, col dettare comunicazioni assurde. Così, mentre gli

uni attribuiscono tutte le comunicazioni al diavolo, il quale può dire delle

buone cose per tentarli, altri pensano che Gesù solo si manifesti, e che può

dire cose cattive per metterli alla prova. Fra queste due opinioni così contrarie

chi deciderà? Il buon senso o l’esperienza? Diciamo l’esperienza, giacché

crediamo impossibile che abbiano tutto visto, e tutto ben visto, coloro che

professano idee così esclusive. Quando si fanno osservare loro i fatti di

identità, che attestano la presenza dei parenti, amici o conoscenti, per mezzo

delle comunicazioni scritte, visive od altre, rispondono che è sempre lo stesso

Spirito, il diavolo secondo certuni, il Cristo secondo altri, che prende tutte le

forme; ma non ci dicono perché gli altri spiriti non possano comunicare, per

quale scopo lo Spirito di Verità verrebbe ad ingannarci, presentandosi sotto

false apparenze, onde ingannare, per esempio, una povera madre, facendosi

credere il figlio che ella rimpiange.

La ragione si rifiuta dì ammettere che lo Spirito Santo per eccellenza si

abbassi a recitare una simile commedia. D’altronde, il negare la possibilità di

ogni altra comunicazione, non è forse il togliere allo spiritismo ciò che egli ha

di più soave, cioè la consolazione degli afflitti? Diciamo semplicemente che un

tale sistema è irrazionale e non può reggere ad un serio esame.

49 - Sistema multispiritico o polispiritico. Tutti i sistemi che abbiamo

passato in rivista, senza eccettuare quelli negativi, poggiano su alcune

osservazioni, ma incomplete o male interpretate. Se una casa è rossa da una

parte e bianca dall’altra, colui che l’avrà vista da un lato solo, affermerà che

essa è rossa, un altro che è bianca: avranno tutti e due ragione e torto; ma

colui che avrà vista la casa da tutte le parti dirà che essa è bianca e rossa, e

sarà il solo che affermi la verità. La stessa cosa è per ciò che riguarda

l’opinione che ci formiamo intorno allo spiritismo: può essere vera sotto certi

aspetti, e falsa quando si vuole generalizzare ciò che è parziale, cioè quando si

prende per regola ciò che è soltanto eccezione, e per il tutto ciò che è solo una

parte.

Appunto per questo diciamo che chiunque voglia studiare seriamente questa

scienza, deve vedere molto e lungamente; il tempo solo gli permetterà di

cogliere i particolari, di rilevare le delicate sfumature, d’osservare una

moltitudine di fatti caratteristici, i quali saranno per lui lampi di luce; ma se si

 

39

arresta alla superficie, si espone ad esprimere un giudizio prematuro e per

conseguenza erroneo. Ecco le conseguenze generali che furono dedotte da una

completa osservazione, e che formano ora la credenza, si può dire, della

universalità degli spiritisti, giacché i sistemi restrittivi sono ridotti ad opinioni

isolate.

1) I fenomeni spiritici sono prodotti da intelligenze extracorporali, dette

spiriti.

2) Gli spiriti costituiscono il mondo invisibile; sono dappertutto; gli spazi ne

sono popolati all’infinito; ve ne sono continuamente attorno a noi, quelli con i

quali siamo in contatto.

3) Gli spiriti agiscono continuamente sul mondo fisico e sul mondo morale, e

sono una delle potenze della natura.

4) Gli spiriti non sono esseri a parte nella creazione; sono invece le anime di

coloro che già vissero sopra la terra od in altri mondi, e che deposero il loro

involucro corporeo; dal che deriva che le anime degli uomini sono spiriti

incarnati, e che morendo noi diventiamo spiriti.

5) Vi sono spiriti di ogni grado di bontà e di malizia, di sapere e d’ignoranza.

6) Essi sono tutti soggetti alla legge di progresso e tutti possono arrivare alla

perfezione; ma poiché hanno il loro libero arbitrio, così vi arrivano in un

tempo più o meno lungo, secondo i loro sforzi e la loro volontà.

7) Essi sono felici od infelici secondo il bene od il male da essi fatto durante la

vita ed il grado d’avanzamento al quale sono giunti. La felicità perfetta e senza

mescolanza è retaggio soltanto degli spiriti che hanno raggiunto il supremo

grado di perfezione.

8) Tutti gli spiriti, in date circostanze, possono manifestarsi agli uomini; il

numero di quelli che possono comunicare è indefinito.

9) Gli spiriti comunicano per mezzo dei medium, che servono loro da

strumenti e da interpreti.

10) La superiorità o l’inferiorità degli spiriti si riconosce dal loro linguaggio: i

buoni consigliano soltanto il bene e dicono soltanto cose buone, e in essi tutto

attesta l’elevazione; i cattivi ingannano, ed ogni loro parola porta l’impronta

dell’imperfezione e dell’ignoranza.

I differenti gradi che percorrono gli spiriti sono indicati nella Scala Spiritica

(Il Libro degli Spiriti, Libro II, Cap. 1, n. 100 e seguenti). Lo studio di questa

classificazione è indispensabile per apprezzare la natura degli spiriti che si

manifestano, le loro buone o cattive qualità.

 

40

50 - Sistema dell’anima materiale. Questo sistema consiste unicamente

in una particolare opinione circa la natura intima dell’anima. Secondo questa

opinione, l’anima ed il perispirito non sarebbero due cose distinte, o, per

meglio dire, il perispirito sarebbe esso stesso l’anima, che si va depurando

gradualmente nelle diverse trasmigrazioni, come l’alcool si depura con le

diverse distillazioni; mentre la dottrina spiritica considera il perispirito

soltanto come l’involucro fluidico dell’anima o dello spirito. Il perispirito

essendo una materia, quantunque molto eterea, l’anima sarebbe così un’altra

natura materiale, più o meno essenziale secondo il grado della sua

depurazione.

Questo sistema non contrasta alcuno dei principi fondamentali della dottrina

spiritica, giacché non cambia nulla al destino dell’anima; le condizioni della

sua futura felicità sono sempre le stesse; l’anima ed il perispirito formando un

tutto, sotto il nome di spirito, come il germe ed il perisperma ne formano uno

sotto il nome di frutto, tutta la questione si riduce a considerare il tutto come

omogeneo invece di considerarlo formato di due parti distinte.

Come si vede, ciò non conduce ad alcuna conseguenza, e noi non ne avremmo

parlato, se non avessimo incontrato delle persone portate a vedere una nuova

scuola in ciò che in fondo non è che una semplice interpretazione di parole.

Quest’opinione, ristrettissima del resto, anche se fosse più generale non

costituirebbe tra gli spiritisti una scissione più rilevante di quella che è per i

fisici la questione delle due teorie dell’emissione o dell’ondulazione della luce.

Coloro che volessero fare una divisione per una così puerile questione,

proverebbero per questo solo che essi attribuiscono più importanza

all’accessorio che alla cosa principale, e che sono spinti alla disunione da

spiriti, che non possono essere buoni, giacché i buoni spiriti non ispirano

giammai l’asprezza e la zizzania; perciò, noi invitiamo tutti i veri spiritisti a

stare in guardia contro tali suggestioni, e a non annettere a certi particolari

più importanza di quello che meritano: l’essenziale è il fondo.

Cionondimeno, crediamo di dover dire alcune parole su quello che forma

l’opinione di coloro i quali considerano l’anima ed il perispirito come due cose

distinte. Quest’opinione è fondata sull’insegnamento degli spiriti che non

variarono mai su questo punto; parliamo degli spiriti illuminati, giacché fra

gli spiriti ve ne sono di quelli forniti d’istruzione eguale od anche inferiore

all’umana, mentre poi la teoria contraria è una concezione del tutto umana.

Noi non abbiamo né inventato, né supposto il perispirito per

spiegarne i fenomeni; la sua esistenza ci fu rivelata dagli spiriti, e

l’osservazione ce lo ha confermata (Il Libro degli Spiriti, n. 93). Essa si basa

 

41

ancora sullo studio delle sensazioni negli spiriti (Il Libro degli Spiriti, n. 257)

e soprattutto sul fenomeno delle apparizioni tangibili che implicherebbe,

secondo l’altra opinione, la solidificazione e la disgregazione delle parti

costituenti l’anima, e in conseguenza la sua disorganizzazione.

Converrebbe inoltre ammettere che questa materia, la quale può cadere sotto

i nostri sensi, è essa stessa il principio intelligente, il che non è più razionale

di quello che sia il confondere il corpo con l’anima, o l’abito col corpo. Quanto

alla natura intima dell’anima, essa ci è sconosciuta.

Allorché si dice che è immateriale, bisogna intendere la cosa nel senso

relativo e non in quello assoluto, poiché l’immaterialità assoluta sarebbe il

nulla; ora l’anima o lo spirito è qualche cosa; vogliamo dire che la sua essenza

è talmente superiore, che non ha alcuna analogia con ciò che noi chiamiamo

materia, per cui ai nostri occhi essa è immateriale (Il Libro degli Spiriti, nn.

23 e 82).

51 - Ecco la risposta data da uno spirito a questo proposito:

“Quello che da qualcuno è denominato perispirito non è altra cosa se non ciò

che viene da altri chiamato involucro materiale fluidico. Dirò, per farmi capire

in maniera più logica, che questo fluido è la perfettibilità dei sensi,

l’estensione della vista e delle idee; parlo qui degli spiriti elevati. Quanto agli

spiriti inferiori, i fluidi terrestri sono ancora compiutamente inerenti ad essi;

dunque è materia come voi vedete: di qui le sofferenze della fame, del freddo,

ecc., sofferenze che non possono colpire gli spiriti superiori, poiché i fluidi

terrestri sono purificati attorno al loro pensiero, vale a dire attorno all’anima

loro. L’anima per il suo progresso ha sempre bisogno di un agente; l’anima

senza agente non è niente per voi, o, per meglio dire, non può essere da voi

concepita.

“Il perispirito, per noi spiriti erranti, è l’agente col quale comunichiamo con

voi, sia indirettamente per mezzo del vostro corpo, o del vostro perispirito, sia

direttamente con la vostra anima; di qui le infinite gradazioni di medium e di

comunicazioni.

“Ora rimane il punto di vista scientifico, vale a dire l’essenza stessa del

perispirito; e questo è un altro affare. Cercate di capire prima di tutto

moralmente: dopo non ci rimane altro che una discussione sulla natura dei

fluidi, il che è per il momento inesplicabile.

“La scienza non è ancora a quest’altezza, ma vi giungerà, se vorrà camminare

con lo spiritismo. Il perispirito può variare e cambiare all’infinito; l’anima è il

pensiero. Essa non cambia di natura; sotto questo rapporto, non andrete più

 

42

lontano: è un punto che non può essere spiegato. Credete forse che io non

cerchi come voi? Voi cercate il perispirito, noi ora cerchiamo l’anima.

Aspettate dunque”.

(LAMENNAIS).

Così, se gli spiriti che si possono considerare avanzati non hanno potuto

ancora indagare la natura dell’anima, come mai potremmo farlo noi stessi?

Sarebbe dunque un gettare via il proprio tempo qualora si volesse scrutare il

principio delle cose, le quali, come è stato detto nel Libro degli Spiriti (nn. 17 e

49) stanno nei segreti di Dio. Pretendere di scavare, con l’aiuto dello

spiritismo, ciò che non è ancora competenza dell’umanità, è come il volere

stornarlo dal suo vero scopo, imitando il bambino che volesse saperne quanto

un vecchio.

L’essenziale è che l’uomo faccia volgere lo spiritismo al suo miglioramento

morale; il soprappiù è soltanto una curiosità sterile e spesse volte orgogliosa,

la cui soddisfazione non gli farà fare alcun passo in avanti; il solo mezzo di

avanzare, è di diventare migliore.

Gli spiriti che dettarono il libro che porta il loro nome, provarono la loro

saggezza, restringendosi, per quanto riguarda il principio delle cose, nei limiti

che Dio non permette di oltrepassare, lasciando agli spiriti sistematici e

presuntuosi la responsabilità delle teorie anticipate ed erronee, più seducenti

che solide, e che cadranno un giorno davanti alla ragione, come tante altre

uscite dai cervelli umani. Essi ci dissero solo quel tanto che è necessario per

far comprendere all’uomo l’avvenire che lo aspetta, e incoraggiarlo, con

questo, al Bene (vedi Parte Seconda, Cap. 1, Azione degli spiriti sulla

materia).

 

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PARTE SECONDA - MANIFESTAZIONI SPIRITICHE

1 - AZIONE DEGLI SPIRITI SULLA MATERIA

52 - Eliminata l’opinione materialista come condannata dai fatti e dalla

ragione, tutto si riassume nel sapere se l’anima, dopo la morte, può

manifestarsi ai vivi. La questione ridotta così alla sua più semplice

espressione, si trova singolarmente semplificata. E prima di tutto si potrebbe

domandare, perché esseri intelligenti, che vivono in certo qual modo nel

nostro ambiente, quantunque per loro natura invisibili, non potrebbero

attestare la loro presenza in una maniera qualunque? La semplice ragione

dice che a ciò nulla vi è di assolutamente impossibile, ed è già qualche cosa.

Questa credenza ha, d’altra parte, l’assenso di tutti i popoli, poiché la si

ritrova dappertutto ed in tutte le epoche; ora, un’intuizione non potrebbe

essere tanto generale, né sopravvivere ai tempi, senza riposare su qualche

cosa. Essa è inoltre sanzionata dalla testimonianza dei libri sacri e dei Padri

della Chiesa, e ci vollero lo scetticismo ed il materialismo del nostro secolo per

relegarla fra le idee superstiziose; se noi siamo nell’errore, lo sono pure queste

autorità.

Ma tali considerazioni sono soltanto morali. Una causa ha soprattutto

contribuito a rafforzare il dubbio, in un’epoca così positiva come la nostra, in

cui si tiene a rendersi conto di tutto, in cui si vuole sapere il perché ed il come

d’ogni cosa, e questa è l’ignoranza della natura degli spiriti ed i mezzi con i

quali possono manifestarsi. Una volta acquistata questa conoscenza il fatto

delle manifestazioni non ha più niente di sorprendente e rientra nell’ordine

dei fatti naturali

53 - L’idea che ci formiamo degli spiriti rende, a tutta prima incomprensibile

il fenomeno delle manifestazioni. Queste manifestazioni possono aver luogo

soltanto per l’azione dello spirito sulla materia; è per questo che coloro i quali

credono che lo spirito è l’assenza di ogni materia, si domandano, con qualche

apparenza di ragione, come mai può esso agire materialmente. Ora, ecco

l’errore: poiché lo spirito non è un’astrazione, bensì un essere definito,

limitato, circoscritto. Lo spirito incarnato nel corpo costituisce l’anima:

allorché lo lascia, al giungere della morte, non ne esce spoglio di qualunque

inviluppo. Tutti ci dicono che conservano la forma umana, e infatti, allorché ci

 

44

appaiono, è sempre sotto il sembiante che già conoscevamo.

Osserviamoli attentamente al momento in cui lascialo la vita: tutto è confuso

intorno a loro perché sono in uno stato di turbamento; essi vedono il loro

corpo sano o mutilato secondo il genere di morte che hanno subito; d’altra

parte, si vedono e si sentono vivere: e qualche cosa dice loro che questo corpo

appartiene a loro, e non possono capacitarsi di esserne separati. Continuano a

vedersi sotto la loro forma primitiva, e questa vista produce in qualcuno,

durante un certo tempo, una singolare illusione, cioè quella di credersi ancora

vivi: ed è necessario che acquistino l’esperienza del loro nuovo stato, per

convincersi della sua realtà. Dissipato questo primo momento di turbamento,

il corpo diventa per essi un vecchio abito di cui si sono spogliati e che non

rimpiangono: si sentono più leggeri e come sbarazzati di un carico: non

provano più dolori fisici, e sono tutti felici di potersi elevare, percorrere lo

spazio, come avevano già avuto occasione di fare molte volte nei loro sogni

(1).

(1) Se il lettore vuol ricordare tutto ciò che abbiamo detto nel Libro degli

Spiriti sui sogni e sullo stato dello spirito durante il sonno (numeri 400 e

418), egli capirà che simili sogni comuni a tutti, nei quali pare di essere

trasportati quasi volando attraverso lo spazio, non sono altro che un ricordo

della sensazione provata dallo spirito allorché, durante il sonno, esso aveva

abbandonato momentaneamente il suo corpo materiale. Non portando seco

il corpo fluidico, o perispirito, quello cioè che egli conserverà dopo la morte.

Questi sogni possono dunque darci un’idea dello stato dello spirito quando

sarà liberato dalle pastoie che lo trattengono sulla terra.

Tuttavia, malgrado l’assenza del corpo, essi constatano la loro personalità;

essi hanno una forma, ma una forma che non ha peso, né l’imbarazza. Hanno

infine la coscienza del loro io e della loro individualità. Che cosa dobbiamo

concludere? Che l’anima non lascia tutto nella tomba, che qualcosa si porta

con sé.

54 - Numerose osservazioni e fatti irrecusabili, di cui avremo a parlare più

tardi, condussero a questa conseguenza; cioè, che vi sono nell’uomo tre cose:

1) l’anima o spirito, principio intelligente, nel quale risiede il senso morale;

2) il corpo, involucro grossolano, materiale, di cui egli è provvisoriamente

rivestito per il compimento di certi scopi provvidenziali;

 

45

3) il perispirito, involucro fluidico, semi materiale, che serve di legame fra

l’anima ed il corpo.

La morte e la distruzione, o meglio, la disgregazione dell’involucro

grossolano, di quello cioè che viene abbandonato dall’anima; l’altro si scioglie

da quest’ultimo involucro e segue l’anima, che a questo modo si trova sempre

in possesso di un involucro. Questo, poi, benché fluidico, etereo, vaporoso,

invisibile per noi nel suo stato normale, è sempre materia, quantunque sino

ad ora non abbiamo potuto ancora rendercene padroni al punto di

sottometterla all’analisi.

Dunque, questo secondo involucro dell’anima, o perispirito, esiste anche

durante la vita corporale; esso è l’intermediario di tutte le sensazioni che

percepisce lo spirito, quello per mezzo del quale lo spirito trasmette

all’esterno la sua volontà ed agisce sugli organi. Per servirci d’un paragone

materiale, egli è il filo elettrico conduttore, che serve a ricevere e a trasmettere

il pensiero; esso è infine l’agente misterioso, impalpabile, designato con il

nome di fluido nervoso, il quale ha una parte così importante nell’economia e

di cui non si tiene abbastanza conto nei fenomeni fisiologici e patologici. La

medicina, considerando unicamente l’elemento materiale ponderabile, si

priva, nell’apprezzamento dei fatti, d’una causa incessante d’azione. Ma non è

qui il luogo di esaminare tale questione: faremo solamente osservare che la

conoscenza del perispirito è la chiave d’una quantità di problemi finora

inesplicati.

Il perispirito non è già una di quelle ipotesi a cui si è qualche volta ricorsi

nella scienza, per la spiegazione d’un fatto: la sua esistenza fu rivelata non

solo dagli spiriti, ma è un risultato d’osservazioni, come avremo occasione di

dimostrare. Intanto, per non anticipare sui fatti che noi dovremo riportare, ci

limitiamo a dire che, sia durante la sua unione col corpo, sia dopo la sua

separazione, l’anima non va mai disgiunta dal suo perispirito.

55 - Si dice che lo spirito è una fiamma, una scintilla: ciò si deve intendere per

lo spirito propriamente detto, come principio intellettuale e morale, al quale

non si saprebbe attribuire una determinata forma; ma, a qualunque grado egli

si trovi, è sempre rivestito d’un involucro o perispirito, la cui natura si eterizza

a misura che egli si purifica e si eleva nella gerarchia; in maniera che, per noi,

l’idea di forma è inseparabile da quella di spirito, e non possiamo concepire

l’una senza l’altro. Il perispirito, dunque, forma parte integrante dello spirito,

come il corpo fa parte integrante dell’uomo; ma il perispirito da solo non è

maggiormente spirito di quello che il corpo da solo sia l’uomo, giacché il

perispirito non pensa: esso è per lo spirito quello che il corpo è per l’uomo,

 

46

cioè l’agente o lo strumento della sua azione.

56 - La forma del perispirito è la forma umana, ed allorché egli ci appare,

riveste generalmente quella che aveva durante la vita terrena. Si potrebbe

credere, dietro quest’ultimo fatto, che il perispirito, sciolto da tutte le parti del

corpo, si modelli in certa qual maniera su questo e ne conservi l’impronta; ma

non sembra questa la versione precisa.

La forma umana, con qualche gradazione di particolari, e salve le

modificazioni organiche richieste dall’ambiente nel quale l’essere è chiamato

a vivere, si ritrova presso gli abitanti di tutti i globi; ciò, almeno, al dire degli

spiriti. E’ anche la forma di tutti gli spiriti non incarnati e che hanno il solo

perispirito. E’ quella sotto la quale in ogni tempo si rappresentarono gli angeli

o puri spiriti; dal che dobbiamo concludere che la forma umana è la forma di

tutti gli esseri umani, a qualunque grado appartengano. Ma la materia sottile

del perispirito non ha né la tenacità, né la rigidità della materia compatta del

corpo: essa è, se ci è lecito così esprimerci, flessibile ed espansibile. Ecco

perché la forma che essa prende, quantunque modellata su quella del corpo,

non è assoluta: essa si piega alla volontà dello spirito, che può darle

apparenza a suo piacimento, mentre invece l’involucro solido vi opponeva una

insuperabile resistenza.

Sbarazzato da quest’ostacolo che lo comprimeva, il perispirito si estende o si

restringe, si trasforma; in una parola, si presta a tutte le metamorfosi,

secondo la volontà che agisce su di lui. E’ appunto mediante questa proprietà

del suo involucro fluidico che lo spirito, il quale desidera farsi riconoscere,

quando ciò gli sia necessario, può prendere non solo l’aspetto esatto che aveva

durante la vita terrena, ma ancora quello dei segni corporali che possono

servire di riconoscimento.

Gli spiriti, come si vede da ciò, sono dunque esseri simili a noi, che formano

intorno a noi una completa popolazione invisibile nello stato normale.

Abbiamo detto nello stato normale, perché, come vedremo in seguito, questa

invisibilità non è assoluta.

57 - Ma ritorniamo alla natura del perispirito, perché ciò è essenziale per la

spiegazione che ne dovremo dare. Abbiamo detto che, quantunque fluidico,

esso è una specie di materia, e questo risulta dal fatto delle apparizioni

tangibili, circa le quali ci intratterremo più tardi. Sotto l’influenza di certi

medium, si videro apparire mani dotate di tutte le proprietà delle mani

viventi, che ne avevano il calore, che si potevano toccare, che offrivano la

 

47

resistenza d’un corpo solido, che vi stringevano, e che tutto in una volta

svanivano come un’ombra. L’azione intelligente di queste mani, che

obbediscono evidentemente ad una volontà eseguendo certi movimenti, e

persino suonando pezzi musicali sopra uno strumento, prova che esse sono la

parte visibile d’un essere intelligente ed invisibile. La loro tangibilità, la loro

temperatura, in una parola, l’impressione che fanno sui sensi (se ne videro,

infatti, di quelle che lasciarono la loro impronta sopra la pelle, che diedero

colpi dolorosi, o che carezzarono delicatamente), provano che esse sono di

una materia qualunque. La loro sparizione istantanea prova, inoltre, che

questa materia è eminentemente sottile e si comporta come certe sostanze che

possono alternativamente passare dallo stato solido allo stato fluidico, e

viceversa.

58 - La natura intima dello spirito propriamente detto, vale a dire dell’essere

pensante, ci è interamente sconosciuta; esso si rivela a noi soltanto per i suoi

atti, ed i suoi atti non possono colpire i nostri sensi materiali, se non con il

mezzo di un intermediario materiale. Lo spirito ha, dunque, bisogno di

materia per agire sopra la materia. Esso ha per strumento diretto il suo

perispirito, come l’uomo ha il suo corpo; ora il suo perispirito è materia, come

abbiamo già detto. Esso ha in seguito, come agente intermediario, il fluido

universale, specie di veicolo sul quale agisce come noi facciamo con l’aria per

produrre certi effetti con l’aiuto della dilatazione, della compressione, della

propulsione o delle vibrazioni.

Considerata in questo modo, l’azione dello spirito sulla materia si capisce

facilmente; ed allora si capisce che tutti gli effetti che ne risultano rientrano

nell’ordine dei fatti naturali, e nulla hanno di meraviglioso. Sono apparsi

soprannaturali soltanto perché non se ne conosceva la causa; conosciuta

questa, il meraviglioso scompare, e questa causa si vede tutta intera nelle

proprietà semi materiale del perispirito. E’ questo un nuovo ordine di fatti che

una legge per noi nuova viene a spiegare, e di cui nessuno fra qualche tempo

si farà più meraviglia.

59 - Ci si domanderà forse come può accadere che lo spirito, con il semplice

aiuto d’una materia tanto sottile, possa agire su corpi pesanti e compatti,

sollevare tavoli, ecc... Non abbiamo noi forse, sotto i nostri occhi, analoghi

esempi? Non è forse nei gas più rarefatti, nei fluidi imponderabili, che

l’industria trova i suoi motori più possenti? Quando si vede l’aria abbattere

case, il vapore trascinarsi dietro masse enormi, la polvere gassificata sollevare

delle rocce, l’elettricità rompere alberi e bucare muri, non si può trovare tanto

 

48

strano l’ammettere che lo spirito, con l’aiuto del suo perispirito, possa

sollevare una tavola, quando soprattutto si conosce che questo perispirito può

diventare visibile, tangibile e comportarsi come un corpo solido.

 

49

2 - MANIFESTAZIONI FISICHE - TAVOLE GIRANTI

60 - Si dà il nome di manifestazioni fisiche a quelle che si producono con

effetti sensibili, come i rumori, il movimento e lo spostamento dei corpi solidi.

Alcune sono spontanee, vale a dire indipendenti da ogni volontà; le altre

possono essere provocate. Per prima cosa, parleremo di queste ultime.

L’effetto più semplice, anzi uno dei primi che fu osservato, consiste nel

movimento circolare impresso ad una tavola. Questo effetto si produce

egualmente sopra tutti gli altri oggetti; ma essendo sulla tavola che si fecero

maggiori esercizi, come oggetto più comodo, il nome di Tavole Giranti

prevalse per la designazione di questo genere di fenomeni.

Quando diciamo che tale effetto è uno dei primi che siano stati osservati,

vogliamo riferirci a questi ultimi tempi, poiché è ben certo che ogni genere di

manifestazione fu conosciuto fin dai tempi più remoti, e non poté essere

diversamente, dal momento che questi effetti, essendo naturali, dovettero

prodursi in ogni epoca. Tertulliano parla in termini espliciti delle tavole

giranti e parlanti.

Questo fenomeno alimentò durante qualche tempo la curiosità dei salotti,

quindi fu abbandonato per noia, onde passare ad altre distrazioni, essendo

esso tenuto semplicemente come soggetto di distrazione. Due cause

contribuirono all’abbandono delle tavole giranti: la moda, per le genti frivole,

che consacrano raramente due inverni allo stesso divertimento, e che ne

consacrarono, per prodigio, tre o quattro al suddetto fenomeno. Per le

persone gravi ed osservatrici ne uscì invece qualcosa di serio che prevalse; e se

trascurarono poi le tavole giranti, fu perché si sono occupate delle

conseguenze ben più importanti nei loro risultati: esse lasciarono l’alfabeto

per la scienza. Ecco tutto il segreto di questo apparente abbandono, su cui gli

scettici fanno tanto rumore.

Comunque sia, le tavole giranti restano sempre come punto di partenza della

dottrina spiritica, ed a questo titolo dobbiamo loro alcuni schiarimenti, tanto

più che presentando i fenomeni nella loro più grande semplicità, lo studio

delle cause ne sarà reso più facile; ed una volta stabilita la teoria, avremo la

chiave degli effetti più complicati.

61 - Perché si produca il fenomeno, è necessario l’intervento di una o più

persone dotate di un’attitudine speciale e che vengono designate con il nome

di medium. Il numero di coloro che vi cooperano è invece indifferente, se

 

50

non fosse per il fatto che nella quantità si può trovare qualche medium

sconosciuto. Quanto a coloro che sono del tutto privi di medianità, la loro

presenza è senza risultato alcuno e forse più nociva che utile, per la

disposizione di spirito che sovente vi apportano.

I medium godono, sotto questo aspetto, di una potenza più o meno grande, e

producono in conseguenza effetti più o meno pronunciati; spesso un

individuo, medium potente, produrrà da solo più che venti altri riuniti:

basterà ch’egli posi la mano sulla tavola, perché questa si muova all’istante, si

drizzi, si rovesci, faccia dei salti o giri con violenza.

62 - Non vi è alcun indizio della facoltà medianica; l’esperienza sola può farla

riconoscere. Allorché in una riunione si vuol provare, conviene sedersi

semplicemente attorno ad una tavola, e posarvi sopra il palmo della mano,

senza pressione, né tensione muscolare.

Agli inizi, allorché si ignoravano le cause del fenomeno, si erano indicate

molte precauzioni riconosciute in seguito assolutamente inutili: tale sarebbe,

per esempio, l’alternarsi dei sessi; il contatto dei diti mignoli di differenti

individui, in maniera da formare una catena non interrotta. Quest’ultima

precauzione parve necessaria allorché si credeva all’azione di una sorta di

corrente elettrica: ma l’esperienza ne dimostrò in seguito l’inutilità. La sola

prescrizione che sia rigorosamente obbligatoria è il raccoglimento, un

assoluto silenzio e soprattutto la pazienza, se l’effetto si fa aspettare. Può darsi

che esso si produca in qualche minuto, come può anche ritardare una

mezz’ora o un’ora; ciò dipende dalla potenza medianica di coloro che vi

partecipano.

63 - Diciamo ancora che la forma della tavola, la sostanza di cui è fatta, la

presenza di metalli, della seta nelle vesti degli astanti, i giorni, le ore,

l’oscurità o la luce, ecc., sono altrettanto indifferenti che la pioggia ed il bel

tempo. Soltanto il volume della tavola ha una certa importanza, ma solamente

nel caso in cui la potenza medianica fosse insufficiente per vincere la

resistenza; nel caso contrario, una sola persona, un fanciullo, può far sollevare

una tavola di 100 chili quando, in condizioni meno favorevoli, dodici persone

non farebbero muovere il più piccolo tavolinetto ad un sol piede.

Stando così le cose, allorché l’effetto comincia a manifestarsi, si sente

abbastanza generalmente un piccolo scricchiolio nella tavola; poi si sente

come un fremito, che è il preludio del movimento. La tavola sembra fare degli

sforzi per districarsi, poi incomincia il movimento di rotazione; questo si

 

51

accelera talvolta al punto di acquistare una tale rapidità che gli astanti hanno

grande difficoltà a seguirlo. Una volta stabilito il movimento, si può anche

restare distanti dalla tavola, ed essa continua tuttavia a muoversi in sensi

diversi, senza contatto.

In altre circostanze la tavola si solleva, ora su un piede, ora su un altro; poi

riprende dolcemente la sua posizione naturale. Altre volte essa si bilancia

imitando il movimento del beccheggio e del rullio di una nave.

Altre volte, infine, ma per ciò è necessaria una potenza medianica

considerevole, essa si distacca interamente dal suolo, e si mantiene in

equilibrio nello spazio, senza punto d’appoggio, sollevandosi talvolta anche

sino al soffitto, in modo che, volendo, le si può passare sotto; poi ridiscende

lentamente, bilanciandosi come farebbe un foglio di carta, ovvero cade

violentemente e si spezza; il che prova, in maniera evidente, che non si è

ingannati da un’illusione ottica.

64 - Un altro fenomeno, che si produce spessissimo secondo la natura del

medium, è quello dei colpi battuti nell’interno stesso del legno, senza alcun

movimento della tavola. Questi colpi, alcune volte debolissimi, altre volte

assai forti, si fanno intendere egualmente negli altri mobili dell’appartamento,

contro le porte, i muri ed il soffitto. A questo fenomeno torneremo fra breve.

Quando essi hanno luogo nella tavola, vi producono una vibrazione, che si

può benissimo apprezzare con le dita e distinguere soprattutto quando vi si

applichi l’orecchio.

 

52

3 - MANIFESTAZIONI INTELLIGENTI

65 - In tutto ciò che abbiamo sinora osservato, niente vi è di certo che riveli

un’intelligenza occulta, e questi effetti potrebbero perfettamente spiegarsi con

l’azione di una corrente magnetica od elettrica o con quella d’un fluido

qualunque. Tale fu infatti la prima spiegazione che si diede a questi fenomeni,

e che poteva con ragione passare per logicissima. Essa avrebbe senza dubbio

prevalso, se altri fatti non fossero venuti a dimostrarne l’insufficienza; questi

fatti sono le prove d’intelligenza che tali fenomeni hanno dato; ora, siccome

ogni effetto intelligente deve avere una causa intelligente, era evidente che,

anche ammettendo un’azione di elettricità o di qualsiasi altro fluido, vi

s’immischiava un’altra causa. Qual era essa? Qual era quest’intelligenza? Ecco

ciò che le successive osservazioni hanno fatto conoscere.

66 - Affinché una manifestazione sia intelligente, non è necessario che sia

eloquente, spiritosa o sapiente; basta che essa provi un atto libero e

volontario, il quale esprima un’intenzione o risponda ad un pensiero.

Certamente, quando si vede una banderuola agitata dal vento, si è certi che

essa obbedisce soltanto ad una impulsione meccanica: ma qualora si

riconosca nei movimenti della banderuola dei segni intenzionali, se ella

girasse a destra od a sinistra, presto o con lentezza al comando, bisognerebbe

per forza ammettere, non che la banderuola sia intelligente, ma che essa

obbedisca ad un’intelligenza. Ecco ciò che avvenne riguardo al tavolo.

67 - Abbiamo veduto il tavolo muoversi, sollevarsi, battere dei colpi, sotto

l’influenza di uno o più medium. Il primo effetto intelligente che fu osservato

è stato quello di vedere questi movimenti obbedire al comando; così, senza

cambiare di posto, la tavola si sollevava alternativamente sopra il piede

designato; poi, ricadendo, batteva un determinato numero di colpi,

rispondendo ad una interrogazione. Altre volte, la tavola, senza il contatto di

alcuno, passeggiava sola nella camera, andando a destra, a sinistra, avanti o

indietro, eseguendo movimenti diversi dietro l’ordine degli astanti. E’ però

evidente che noi eliminiamo ogni supposizione di frode, e che ammettiamo la

perfetta lealtà degli astanti, attestata dalla loro onorabilità e dal loro

disinteresse perfetto. Parleremo più tardi dei soprusi, contro i quali è cosa

prudente tenersi in guardia.

 

53

68 - Con il mezzo dei colpi battuti, e soprattutto dei colpi intimi, di cui

abbiamo or ora parlato, si ottengono effetti ancor più intelligenti, come

l’imitazione di diverse maniere di battere il tamburo, di esplosioni, di colpi

d’arma da fuoco, e persino delle cannonate; poi lo stridor della sega, i colpi di

martello, il ritmo delle differenti arie, ecc... Questo era, come si può

comprendere, un vasto campo aperto all’esplorazione. Si disse che essendovi

una intelligenza occulta, essa doveva rispondere alle domande; ed essa

rispose infatti col sì e con il no, per mezzo d’un numero di colpi convenzionali.

Essendo però queste risposte insignificanti, si ebbe l’idea di far segnare le

lettere dell’alfabeto e di comporre così delle parole e delle frasi.

69 - Questi fatti, rinnovati a volontà da migliaia di persone ed in tutti i paesi,

non potevano lasciare dubbio sulla natura intelligente delle manifestazioni.

Sorse allora un nuovo dubbio, secondo il quale questa intelligenza non

sarebbe altro che quella del medium, o dell’interrogante, od anche quella degli

astanti. La difficoltà era di spiegare, come questa intelligenza potesse

riflettersi nella tavola e tradursi per mezzo di colpi; essendo accertato che

questi colpi non erano battuti dal medium, essi lo erano dunque dal pensiero.

Ora, il pensiero che batte dei colpi, era un fenomeno più prodigioso ancora di

tutti quelli di cui si era stati testimoni. L’esperienza non tardò a dimostrare

l’inammissibilità di questa opinione. Infatti, le risposte si trovavano assai

spesso in opposizione formale con il pensiero degli astanti, all’infuori della

portata intellettuale del medium, e persino in lingue da lui ignorate, od

esprimendo fatti sconosciuti a tutti. Gli esempi sono così numerosi, che è

impossibile non ne sia stato molte volte testimonio chiunque si sia occupato

di comunicazioni spiritiche. Citeremo un fatto solo come ci fu riportato da un

testimonio oculare.

70 - Su una nave della marina imperiale francese, di stazione nei mari della

Cina, tutto l’equipaggio, dal marinaio allo stato maggiore, si occupava di far

parlare le tavole. Si ebbe l’idea d’evocare lo spirito d’un luogotenente dello

stesso vascello, morto da due anni. Egli venne, e dopo diverse comunicazioni,

che stupirono tutti, disse le seguenti parole: “Io vi prego caldamente di far

pagare al capitano la somma di... (qui indicava la cifra) che io gli debbo e che

rimpiango di non aver potuto rimborsargli prima della mia morte”. Nessuno

conosceva il fatto; il capitano stesso aveva dimenticato questo credito, assai

minimo, del resto; ma, cercando fra i suoi conti, egli vi trovò la memoria del

debito del luogotenente, la cui cifra corrispondeva esattamente a quella

indicata. Noi ci chiediamo di qual pensiero questa indicazione potesse essere

 

54

il riflesso.

71 - Si perfezionò l’arte di comunicare con colpi alfabetici, ma il mezzo era

sempre lunghissimo; ciò nonostante, si ottennero comunicazioni d’una certa

estensione, come pure interessanti comunicazioni circa il mondo degli spiriti.

Questi spiriti indicarono altri mezzi; ed a loro soltanto si deve il mezzo delle

comunicazioni scritte.

Le prime comunicazioni di questo genere ebbero luogo adattando un lapis al

piede di una tavoletta leggera, posata sopra un foglio di carta. La tavoletta,

mossa dall’influenza del medium, si mise a tracciare caratteri, poi parole, poi

frasi. Si semplificò successivamente questo mezzo servendosi di piccole tavole

grandi come la mano fatte appositamente; poi dei canestri, delle scatole di

cartone ed infine delle semplici assicelle. La scrittura era così corrente, rapida

e facile, come se fosse stata fatta con la mano, ma si riconobbe più tardi, che

tutti questi oggetti non erano, in ultima analisi, che appendici, veri portalapis

di cui si poteva fare a meno, tenendo da sé stesso il lapis. E la mano,

trascinata da un movimento involontario, scriveva sotto l’impulso ricevuto

dallo spirito, e senza il concorso della volontà, né del pensiero del medium.

Da quel punto, le comunicazioni d’oltretomba non ebbero limiti più ristretti

di quelli che la corrispondenza abituale tra i viventi. Ritorneremo sopra questi

differenti mezzi che spiegheremo particolarmente ed estesamente; li abbiamo

rapidamente abbozzati per mostrare la successione dei fatti che ci condussero

a constatare, in questi fenomeni, l’intervento d’intelligenze occulte, altrimenti

dette spiriti.

 

55

4 - TEORIA DELLE MANIFESTAZIONI FISICHE

Movimenti e sollevamenti - Colpi - Aumento e diminuzione del

peso dei corpi.

72 - Essendo stata dimostrata l’esistenza degli spiriti dal ragionamento e dai

fatti, come pure la loro possibilità di agire sulla materia, si tratta ora di

conoscere come si svolge questa loro azione e come essi ne usino per far

muovere le tavole e gli altri corpi inerti. Un pensiero si presenta naturalmente

alla mente, ed è lo stesso che anche noi abbiamo avuto; ma questo pensiero

essendo stato combattuto dagli spiriti che ci hanno data una spiegazione

completamente differente da quella che noi ci aspettavamo, si può ritenere

questo fatto come prova certa che la loro teoria era diversa dalla nostra

opinione. Ora, questo primo pensiero ognuno potrebbe averlo avuto come

noi; in quanto alla teoria degli spiriti, non crediamo che sia mai venuta in

mente ad alcuno. Si riconoscerà senza fatica quanto essa sia superiore alla

nostra, quantunque meno semplice, poiché ci dà la soluzione di una quantità

di altri fatti che non trovavano una soddisfacente spiegazione.

73 - Dal momento che si conosce la natura degli spiriti, la loro forma umana,

le proprietà semi materiali del perispirito, l’azione meccanica che esso può

avere sulla materia (perché nei fatti di apparizione si sono viste delle mani

fluidiche ed anche tangibili impadronirsi di oggetti e trasportarli), era cosa

naturale credere che lo spirito si servisse semplicemente delle sue mani per

far girare la tavola, e che la sollevasse nello spazio a forza di braccia. Ma

allora, che necessità ci sarebbe di avere un medium? Lo spirito non può egli

agire da solo? Infatti, il medium posa spesso le mani in senso contrario al

movimento, od anche non le posa affatto, e pertanto non può evidentemente

secondare lo spirito con un’azione muscolare qualunque. Noi lasceremo

prima di tutto parlare gli spiriti che abbiamo a questo scopo interrogati.

74 - Le risposte seguenti ci furono date dallo spirito di San Luigi; esse furono

poi confermate da molte altre.

1) Il fluido universale è un’emanazione della Divinità?

“No”.

 

56

2) E’ una creazione della Divinità?

“Tutto è creato, eccetto Dio”.

3) Il fluido universale è nello stesso tempo l’elemento universale?

“Sì, esso è il principio elementare d’ogni cosa”.

4) Ha qualche rapporto con il fluido elettrico, di cui conosciamo gli effetti?

“E’ il suo elemento”.

5) Quale è lo stato nel quale il fluido universale si presenta a noi nella sua

più grande semplicità?

“Per trovarlo nella sua assoluta semplicità, converrebbe rimontare sino ai puri

spiriti; nel vostro mondo egli è sempre più o meno modificato per formare la

materia compatta che vi attornia; tuttavia voi potete dire, che lo stato il quale

maggiormente si approssima a questa semplicità è quello del fluido che voi

chiamate fluido magnetico animale”.

6) E’ stato detto che il fluido universale è la sorgente della vita; è forse anche

la sorgente dell’intelligenza?

“No; questo fluido anima soltanto la materia”.

7) Poiché è questo il fluido che compone il perispirito, non sembra che esso vi

si trovi in una specie di condensazione che lo approssima fino ad un certo

punto alla materia propriamente detta?

“Fino ad un certo punto è come voi dite, poiché esso non ne ha tutte le

proprietà; esso è più o meno condensato secondo i mondi”.

8) Come può uno spirito operare il movimento d’un corpo solido?

“Egli combina una parte del fluido universale con il fluido che si svolge dal

medium appropriato a questo effetto”.

9) Gli spiriti sollevano la tavola con l’aiuto delle loro membra in qualche

maniera solidificate?

“In questa risposta non troverete ancora quello che voi desiderate. Allorché

una tavola si muove sotto le vostre mani, lo spirito evocato va ad attingere nel

fluido universale quanto gli occorre per animare questa tavola d’una vita

fittizia. La tavola così preparata viene attirata dallo spirito, che la fa muovere

sotto l’influenza del suo proprio fluido, spinto dalla sua volontà. Allorché la

massa che vuol mettere in movimento è troppo pesante per lui, egli chiama in

suo aiuto altri spiriti che si trovano nelle sue stesse condizioni. In ragione

della sua eterea natura, lo spirito propriamente detto non può agire sulla

materia grossolana senza intermediario, vale a dire senza il legame che

 

57

l’unisce alla materia. Questo legame, che costituisce quello che voi chiamate

perispirito, vi dà la chiave di tutti i fenomeni spiritici materiali. Io credo di

essermi spiegato abbastanza chiaramente per farmi capire”.

Osservazione. - Richiamiamo l’attenzione su questa prima fase: In questa

risposta non troverete ancora quello che desiderate. - Lo spirito aveva

perfettamente capito, che tutte le questioni precedenti non erano fatte, se non

allo scopo di arrivare a questa, e fa allusione al nostro pensiero che aspettava

infatti tutt’altra risposta, vale a dire la conferma della nostra idea, circa la

maniera con cui lo spirito fa muovere le tavole.

10) Gli spiriti che egli chiama in suo aiuto gli sono forse inferiori? Sono essi

ai suoi ordini?

“Eguali, quasi sempre; spesso si presentano spontaneamente”.

11) Sono tutti gli spiriti atti a produrre fenomeni di questo genere?

“Gli spiriti che producono questa specie di effetti sono sempre spiriti inferiori,

i quali non sono ancora interamente sciolti da ogni influenza materiale”.

12) Comprendiamo che gli spiriti superiori non si occupino delle cose che

sono al disotto di essi; ma noi domandiamo se essi, che sono più

smaterializzati, avrebbero la potenza di farlo, se ne avessero la volontà.

“Essi hanno la forza morale come gli altri hanno la forza fisica; quando hanno

bisogno di questa forza, si servono di quelli che la posseggono. Non vi è forse

già stato detto che essi si servono degli spiriti inferiori come voi fate dei

fattorini?”

Osservazione. - Si disse che la densità del perispirito, se così possiamo

esprimerci, varia secondo lo stato dei mondi; sembra anzi che vari nello stesso

mondo, secondo gli individui. Presso gli spiriti moralmente avanzati è più

sottile e si avvicina a quello degli spiriti elevati; presso gli spiriti inferiori, al

contrario, si avvicina alla materia, il che fa sì che questi spiriti di basso grado

osservino tanto a lungo le illusioni della vita terrestre; essi pensano ed

agiscono come se fossero ancora vivi; hanno gli stessi desideri e, si potrebbe

dire, quasi la stessa sensualità. Questa grossolanità del perispirito dandogli

più affinità con la materia, rende gli spiriti inferiori, al contrario, si avvicina

alla materia, il che fa sì che questa ragione per cui l’uomo educato ed istruito,

avvezzo ai lavori dell’intelligenza, il cui corpo è gracile e delicato, non può

alzare un pesante carico, come farebbe un facchino. La materia si trova in lui

 

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in certa qual maniera meno compatta, gli organi meno resistenti; egli ha

minor fluido nervoso. Il perispirito essendo per lo spirito ciò che il corpo è per

l’uomo, e la sua densità essendo in ragione dell’inferiorità dello spirito, essa

surroga per lui la forza muscolare, vale a dire che gli dà, sui fluidi necessari

alle manifestazioni, una potenza più grande che non possono avere coloro la

cui natura è più eterea. Se uno spirito elevato vuol produrre tali effetti, egli fa

ciò che presso di noi fanno le persone delicate, fa cioè agire a tal uopo uno

spirito del mestiere.

13) Se noi abbiamo ben compreso ciò che avete detto il principio vitale

risiede nel fluido universale; lo spirito attinge in questo fluido l’involucro

semi materiale che costituisce il suo perispirito, ed è per mezzo di questo

fluido che egli agisce sulla materia inerte. E’ così?

“Sì; vale a dire che anima la materia di una specie di vita fittizia: la materia si

anima della vita animale. La tavola che si muove sotto le vostre mani vive

come l’animale; obbedisce da se stessa all’essere intelligente. Non è che

quest’ultimo la spinga come l’uomo farebbe d’un peso; non è che la tavola,

quando s’innalza, sia sollevata dallo spirito a forza di braccia, ma è la tavola

animata che obbedisce all’impulso dato dallo spirito”.

14) Quale è la parte del medium in questo fenomeno?

“L’ho già detto. Il fluido proprio del medium si combina con il fluido

universale accumulato dallo spirito; è necessaria l’unione di questi due fluidi,

cioè del fluido animalizzato con il fluido universale, per dare la vita alla

tavola. Ma, notate bene, questa vita non è che momentanea: essa si spegne

con l’azione, e spesso prima ancora che finisca l’azione; cioè appena la

quantità di fluido non è più sufficiente per animarla”.

15) Può lo spirito agire senza il concorso d’un medium?

“Egli può agire all’insaputa del medium; vale a dire che molte persone

servono d’ausiliarie agli spiriti, per certi fenomeni, senza neppure

immaginarlo. Lo spirito attinge in esse, come ad una sorgente, il fluido

animalizzato di cui ha bisogno; così il concorso d’un medium quale voi lo

intendete non è sempre necessario, il che ha luogo soprattutto nei fenomeni

spontanei”.

16) Il tavolo animato agisce con intelligenza? Pensa?

“Esso non pensa più del bastone, con il quale fate un segno intelligente, ma la

vitalità di cui è animato gli permette d’obbedire all’impulso di un’intelligenza.

Sappiate bene dunque che la tavola che si muove non diventa spirito e che

essa non ha di per sé né pensiero, né, volontà”.

 

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Osservazione. - Nel linguaggio comune, vi è un’espressione analoga: così

d’una ruota che gira con velocità, si dice che è animata da un movimento

rapido.

17) Quale è la causa preponderante nella produzione di questo fenomeno?

Lo spirito o il fluido?

“Lo spirito è la causa, il fluido è lo strumento; le due cose sono necessarie”.

18) Quale parte è riservata in questo caso alla volontà del medium?

“Chiamare gli spiriti e assecondarli nell’impulso dato al fluido”.

- L’azione della volontà è sempre indispensabile?

“Essa si aggiunge alla potenza, ma non è sempre necessaria, poiché il

movimento può aver luogo contro e malgrado questa volontà, ed è questa una

prova, che vi è una causa indipendente dal medium”.

Osservazione. - Il contatto delle mani non è sempre necessario per far

muovere un oggetto. Lo è più spesso per dare il primo impulso; ma, una volta

che l’oggetto sia animato, può obbedire alla volontà senza contatto materiale;

ciò dipende sia dalla potenza del medium, sia dalla natura degli spiriti. Un

primo contatto non è neppure sempre indispensabile; se ne ha la prova nei

movimenti e spostamenti spontanei, che non si pensa di provocare.

19) Perché non possono tutti produrre lo stesso effetto, e perché tutti i

medium non hanno la stessa potenza?

“Ciò dipende dall’organizzazione e dalla maggiore e minore facilità con la

quale può operarsi la combinazione dei fluidi; e poi, lo spirito del medium

simpatizza più o meno con gli spiriti estranei, che trovano in lui la potenza

fluidica necessaria. Questa potenza assomiglia a quella dei magnetizzatori,

che è più o meno grande. Sotto questo aspetto vi sono individui i quali sono

completamente refrattari; in altri, invece, la combinazione si opera soltanto

per uno sforzo della volontà; in altri, infine, ha luogo così naturalmente e così

facilmente, che non se ne accorgono neppure, e servono, a loro insaputa, da

strumento, come abbiamo già detto”. (Vedi qui appresso il capitolo sulle

Manifestazioni fisiche spontanee).

 

60

Osservazione. - Il magnetismo è senza dubbio il principio di questi

fenomeni, ma non quale generalmente si crede; la prova è che vi sono

potentissimi magnetizzatori i quali non farebbero nemmeno muovere un

tavolino, mentre invece si trovano altri individui che non possono

magnetizzare, e persino fanciulli, ai quali basta posare le dita sopra una tavola

pesantissima per farla agitare; dunque, se la potenza medianica non è in

ragione della potenza magnetica, è perché vi è un’altra causa.

20) Le persone dette elettriche possono essere considerate come medium?

“Queste persone attingono in se stesse il fluido necessario alla produzione del

fenomeno, e possono agire senza il concorso degli spiriti. Non sono medium

nel senso vero della parola; ma non è improbabile che siano assistite da uno

spirito, il quale approfitterebbe così delle loro naturali disposizioni”.

Osservazione. - Questi individui hanno qualche analogia con i sonnambuli,

i quali possono agire tanto con il concorso di uno spirito estraneo, quanto

senza di esso. (Vedi al capitolo dei medium, l’articolo relativo ai medium

sonnambuli).

21) Lo spirito che agisce sopra i corpi solidi per muoverli, si trova nella

sostanza stessa dei corpo, oppure all’infuori di questa sostanza?

“L’uno e l’altro; noi abbiamo detto che la materia non è un ostacolo per gli

spiriti; essi penetrano tutto; una porzione del perispirito s’identifica, per così

dire, con l’oggetto che egli penetra”.

22) Quale mezzo adopera lo spirito per picchiare? Si serve di un oggetto

materiale?

“No, come non si serve delle sue braccia per sollevare la tavola. Sapete bene

che egli non ha alcun martello a sua disposizione. Il suo martello è il fluido

combinato, messo in azione dalla sua volontà, per muovere o per picchiare.

Quando egli muove, la luce vi porta la vista dei movimenti; quando egli

picchia, l’aria vi porta il suono”.

23) Ciò si concepisce quando egli picchia sopra un corpo duro; ma come può

egli far intendere dei rumori o dei suoni articolati nel vuoto dell’aria?

“Dal momento che agisce sulla materia, può agire sull’aria egualmente che

sulla tavola. In quanto ai suoni articolati, egli può imitarli, come tutti gli altri

rumori”.

 

61

24) Voi dite che lo spirito non si serve delle sue mani per muovere la tavola;

tuttavia, si videro in certe manifestazioni visuali apparire mani, le cui dita si

agitavano sopra un pianoforte, ne muovevano i tasti, e facevano intendere

dei suoni. Non si potrebbe credere che in questo caso il movimento dei tasti

fosse prodotto dalla pressione delle dita? Questa pressione non è essa diretta

e reale, quando si fa sentire su noi stessi, allorché queste mani lasciano

impronte sopra la pelle?

“Voi non potete intendere la natura degli spiriti e la loro maniera di agire, se

non con il mezzo di paragoni che ve ne danno un’idea incompleta, ed avete

torto di volere sempre assimilare i loro processi ai vostri. I loro processi

debbono essere in rapporto con la loro organizzazione. Non vi ho già detto che

il fluido del perispirito penetra la materia e s’identifica con essa, animandola

di una vita fittizia? Ebbene! Quando lo spirito posa le dita sopra i tasti, egli le

posa realmente ed anche le fa muovere; ma non è con la forza muscolare che

egli preme i tasti: egli anima il tasto, come anima la tavola, ed il tasto che

obbedisce alla sua volontà si muove e batte la corda. Anzi, qui accade una cosa

che voi avrete difficoltà a capire, ed è che certi spiriti sono così poco avanzati,

e talmente materiali, in paragone con gli spiriti elevati, che hanno ancora le

illusioni della vita terrestre, e credono di agire come quando avevano il loro

corpo; essi non si rendono maggior conto della vera causa degli effetti che

producono, di quanto un contadino si renda conto della teoria dei suoni che

egli pronunzia. Domandate loro come fanno a toccare il piano: essi vi diranno

che vi battono sopra con le loro dita, perché credono di battere; l’effetto si

produce istintivamente presso di loro, senza che ne sappiano il come, e

tuttavia per effetto della loro volontà. La stessa cosa avviene quando fanno

intendere delle parole”.

Osservazione. - Risulta da queste spiegazioni che gli spiriti possono

produrre tutti gli effetti che noi produciamo, ma con mezzi appropriati alla

loro organizzazione; certe forme che sono loro proprie, hanno la funzione dei

muscoli che sono a noi necessari per agire; nello stesso modo che il gesto

supplisce, nel muto, la parola che gli manca.

25) Tra i fenomeni che si citano come prova dell’azione d’una potenza

occulta, ve ne sono alcuni evidentemente contrari a tutte le leggi conosciute

della natura; non sarebbe allora permesso dubitare?

“L’uomo è ben lungi dal conoscere tutte le leggi della natura; se le conoscesse

tutte, sarebbe uno spirito superiore. Ogni giorno, perciò, essa dà una smentita

a quelli che, credendo di sapere tutto, pretendono d’imporre dei limiti alla

 

62

natura; e ciò nonostante non si correggono del loro orgoglio. Svelando senza

posa nuovi misteri, Dio avverte l’uomo di non fidarsi dei suoi propri lumi,

giacché verrà un giorno in cui la scienza del più sapiente sarà confusa.

Non avete voi ogni giorno esempi di corpi animati da un movimento capace di

vincere la forza di gravitazione? La palla da cannone, lanciata nell’aria, non

sorpassa momentaneamente questa forza? Poveri uomini, che credete di

essere molto sapienti, e la cui sciocca vanità è umiliata ad ogni istante,

sappiate dunque che siete ancora assai piccini”.

75 - Queste spiegazioni sono chiare, categoriche e senza ambiguità; e ne

risulta questo punto culminante, che il fluido universale, nel quale risiede il

principio della vita, è l’agente principale delle manifestazioni, e che

quest’agente riceve il suo impulso dallo spirito, tanto se questo è incarnato,

quanto se è errante. Questo fluido condensato costituisce il perispirito, od

involucro semi materiale dello spirito. Nello stato di incarnazione, il

perispirito è unito alla materia del corpo; nello stato erratico, egli è libero.

Quando lo spirito è incarnato, la sostanza del perispirito è più o meno legata,

più o meno aderente, se così possiamo esprimerci. In alcuni individui, vi è in

qualche maniera emanazione di questo fluido, come dote dell’organismo loro,

ed è ciò che, propriamente parlando, costituisce i medium ad effetti fisici.

L’emissione del fluido animalizzato può essere più o meno abbondante e la

sua combinazione più o meno facile; ecco perché i medium sono più o meno

potenti. Essa non è permanente, e ciò spiega l’intermittenza della potenza.

76 - Citiamo un paragone. Allorché si ha la volontà di agire materialmente

sopra un punto qualunque collocato a distanza, è il pensiero che lo vuole; ma

il pensiero solo non andrà a colpire questo punto; gli occorre un

intermediario ch’esso dirigerà, un bastone, un proiettile, una corrente d’aria,

ecc... Osservate altresì che il pensiero non agisce direttamente sopra il

bastone, giacché, se questo non è toccato, non si muoverà da sé. Il pensiero,

che non è altra cosa se non lo spirito incarnato in noi, è unito al corpo per

mezzo del perispirito; ora egli, come non può agire sul corpo senza perispirito,

così non può agire sul bastone senza il corpo; esso agisce sul perispirito

perché è la sostanza con la quale ha maggiore affinità; il perispirito agisce sui

muscoli, i muscoli afferrano il bastone, ed il bastone percuote dove fu stabilito

dal pensiero.

Quando lo spirito non è incarnato, ha bisogno di un mezzo ausiliario, e

quest’ausiliario è il fluido, con l’aiuto del quale egli rende l’oggetto suscettibile

a seguire l’impulso della sua volontà.

 

63

77 - Così, allorquando un oggetto è messo in movimento, sollevato o lanciato

in aria, non è già lo spirito che lo afferra, che lo spinge e lo solleva, come noi

faremmo con la mano; egli lo satura, per così dire, con il suo fluido

combinato con quello del medium, e l’oggetto così momentaneamente

vivificato, agisce come farebbe un essere vivente, con la differenza che, non

avendo volontà propria, egli segue l’impulso e la volontà dello spirito.

Poiché il fluido vitale, spinto in qualche maniera dallo spirito, dà una vita

fittizia e momentanea ai corpi inerti, e dal momento che il perispirito altro

non è che questo stesso fluido vitale, ne segue che lo spirito, quand’è

incarnato, dà egli stesso la vita al suo corpo per mezzo del perispirito; egli vi

resta unito fintanto che l’organismo lo permetta; quando egli si ritira, il corpo

muore.

Ora, se invece d’una tavola si scolpisce il legno in forma di statua, e si agisce

poi su questa statua come sulla tavola, si avrà una statua che si muoverà, che

batterà, che risponderà coi suoi movimenti e con i suoi colpi; si avrà, in una

parola, una statua momentaneamente animata d’una vita artificiale; ciò che si

disse delle tavole parlanti, si potrebbe dire egualmente delle statue parlanti.

Questa teoria getta una luce chiarificatrice su una quantità di fenomeni

rimasti sinora insoluti. Quante allegorie, quanti effetti misteriosi non spiega

essa!

78 - Gli increduli per partito preso oppongono che il fatto del sollevamento

delle tavole senza punto d’appoggio è impossibile, giacché è contrario alla

legge di gravitazione. Noi rispondiamo loro per prima cosa che la loro

negazione non è una prova; in secondo luogo, che se il fatto esiste, per quanto

contrario appaia a tutte le leggi conosciute, proverebbe una sola cosa, cioè che

esso riposa sopra una legge sconosciuta, e che i negatori non possono avere la

pretesa di conoscere tutte le leggi della natura. Noi diamo la spiegazione di

questa legge, ma questa non è una ragione sufficiente perché sia da loro

accettata, precisamente perché essa è data da spiriti che hanno lasciato il loro

abito terrestre, invece di esserlo da spiriti che hanno ancora tale abito e che

seggono all’Accademia. Di modo che, se lo spirito d’Arago vivente avesse dato

questa legge, essi l’avrebbero accettata ad occhi chiusi; ma data dallo spirito

di Arago morto, diventa un’utopia, e perché ciò? Perché credono che Arago

essendo morto, tutto è morto con lui. Non abbiamo la pretesa di dissuaderli:

tuttavia, potendo questa obiezione imbarazzare qualche persona, cercheremo

di rispondere loro, mettendoci dal loro punto di vista, vale a dire facendo

astrazione per un istante dalla teoria dell’animazione fittizia.

 

64

79 - Quando si fa il vuoto sotto la campana della macchina pneumatica,

questa campana aderisce con una tal forza, che è impossibile sollevarla, a

cagione del peso della colonna d’aria che vi gravita sopra. Vi si lasci appena

entrare l’aria, e la campana si solleverà con la più grande facilità, perché l’aria

che vi è sotto fa da contrappeso all’aria che vi è sopra; abbandonata però a se

stessa, resterà sul piatto, in virtù della legge di gravitazione. Supponiamo ora

che l’aria di sotto sia compressa, che abbia una densità più grande che quella

di sopra: la campana sarà sollevata malgrado la gravitazione. Se la corrente

d’aria è rapida e violenta, ella potrà essere sostenuta nello spazio senza alcun

appoggio visibile, alla maniera di quei burattini che si fanno volteggiare sopra

un getto d’acqua.

Perché dunque il fluido universale, che è l’elemento di ogni materia, non

dovrebbe avere, quando è accumulato attorno alla tavola, la proprietà di

diminuirne o di aumentarne il peso specifico relativo, come l’aria fa per la

campana della macchina pneumatica, come il gas idrogeno fa nei palloni,

senza che si deroghi per questo alla legge di gravitazione? Conoscete voi tutte

le proprietà e tutta la potenza di questo fluido? No! Ebbene, non negate allora

un fatto, per il solo motivo che non potete spiegarlo.

80 - Ritorniamo ora alla teoria del movimento delle tavole. Se con il mezzo

indicato lo spirito può sollevare una tavola, egli potrà pure sollevare altre

cose: una sedia, per esempio. Se può sollevare una sedia, potrà pure con una

forza sufficiente sollevare nello stesso tempo una persona che vi sia seduta

sopra. Ecco dunque la spiegazione di questo fenomeno, che il medium Home

ha cento volte prodotto su di sé e su altri individui; egli lo rinnovò durante un

viaggio a Londra, e per provare che gli spettatori non erano vittime di

un’illusione ottica, egli fece un segno con il lapis sopra il soffitto, e vi fu pure

chi passò sotto di lui.

Nessuno ignora che il signor Home è un medium potente ad effetti fisici: egli

era, in questo caso, la causa efficiente e l’oggetto.

81 - Abbiamo or ora parlato dell’aumento possibile del peso; è questo, difatti,

un fenomeno che qualche volta si produce e che non è più eccezionale di

quanto lo sia la prodigiosa resistenza della campana sotto la pressione della

colonna atmosferica. Sotto l’influenza di certi medium, si videro oggetti

abbastanza leggeri offrire la stessa resistenza, poi, tutto in una volta, cedere al

più piccolo sforzo. Nella suddetta esperienza la campana non pesa in realtà né

 

65

più, né meno per se stessa, ma essa sembra più pesante per effetto della causa

esteriore che agisce su di essa: la stessa cosa si verifica probabilmente nel caso

nostro. La tavola ha sempre il medesimo peso intrinseco, poiché la sua massa

non è aumentata, ma una forza estranea si oppone al suo movimento, e

questa causa può essere nei fluidi che la penetrano, come sta nell’aria la causa

che aumenta o diminuisce il peso apparente della campana.

Fate l’esperienza della campana pneumatica davanti ad un ignorante, il quale

non comprenda come sia l’aria, che egli non vede, a produrre l’effetto in

questione, e non sarà difficile persuaderlo che c’entri il diavolo.

Si potrà forse dire che, questo fluido essendo imponderabile, la sua

accumulazione non può aumentare il peso di un oggetto: siamo d’accordo; ma

se noi ci siamo serviti della parola accumulazione, è stato per paragone, e

non per assimilazione assoluta con l’aria. E’ imponderabile, sia pure; tuttavia,

niente lo prova: la sua natura intima ci è sconosciuta, e noi siamo assai

lontani dal percepirne tutte le proprietà. Prima che si fosse sperimentato il

peso dell’aria, non si sospettavano gli effetti di questo stesso peso. L’elettricità

è pure collocata fra i fluidi imponderabili; tuttavia un corpo può essere

trattenuto da una corrente elettrica, ed offrire una grande resistenza a colui

che volesse sollevarlo: esso dunque è diventato in apparenza più pesante. Non

è giusto pensare che non esista un sostegno, perché questo non si vede. Lo

spirito può dunque avere delle leve che ci sono sconosciute; la natura ci prova

tutti i giorni che la sua potenza non si arresta alla testimonianza dei nostri

sensi.

Soltanto ammettendo una simile causa, è possibile spiegare il fenomeno

singolare, di cui si videro molti esempi, di una giovine persona debole e

delicata che sollevava con due dita, senza sforzi e come una piuma, un uomo

forte e robusto, unitamente alla sedia sopra la quale era seduto. Ciò che prova

una causa estranea alla persona stessa, sono le intermittenze della facoltà.

 

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5 - MANIFESTAZIONI FISICHE SPONTANEE

Rumori, strepiti e perturbazioni Oggetti lanciati - Fenomeno degli apporti.

Rumori, strepiti e perturbazioni Oggetti lanciati

82 - I fenomeni che abbiamo ora menzionati, sono provocati, ma succede

qualche volta che si manifestino spontaneamente, senza partecipazione della

volontà; anzi, qualche volta diventano fastidiosi e importuni. Ciò che esclude

inoltre la supposizione che possano essere un effetto dell’immaginazione

eccitata dalle idee spiritiche, è che si producono spesso presso individui

completamente ignari di queste cose e nei momenti in cui meno se

l’aspettano.

Questi fenomeni, che si potrebbero definire “spiritismo pratico naturale”,

sono importantissimi, giacché non possono essere sospettati di connivenza; è

per questo che noi invitiamo coloro che si occupano di fenomeni spiritici a

raccogliere tutti i fatti di questo genere che venissero a loro conoscenza, ma

soprattutto a constatarne con cura la realtà, mediante un accurato studio delle

circostanze, onde assicurarsi che non si è in preda ad un’illusione o ad una

mistificazione.

83 - Di tutte le manifestazioni spiritiche, quelle più semplici e più frequenti

sono i rumori ed i colpi battuti; è qui soprattutto che bisogna temere

l’illusione, poiché una quantità di cause naturali possono produrne; il vento

che soffia o che agita un oggetto, un corpo che noi stessi facciamo muovere

senza accorgercene, un effetto acustico, un animale nascosto, un insetto, ecc.,

come pure gli scherzi di cattivi burloni. I rumori spiritici hanno, d’altronde,

un carattere particolare, mentre dimostrano un’intensità ed un timbro

variatissimo, che li rendono facilmente riconoscibili e non permettono di

confonderli con lo scricchiolio del legno, con lo scoppiettio del fuoco, o con il

tic-tac monotono d’un pendolo; sono colpi secchi, ora sordi, deboli e leggeri,

ora chiari, distinti; qualche volta rumorosi, che cambiano di posto e si

ripetono senza una regolarità meccanica. Di tutti i mezzi di controllo, il più

efficace, quello che non può lasciare dubbio alcuno sopra la loro origine, è

l’obbedienza alla volontà. Se i colpi si fanno sentire nel posto designato, se

 

67

rispondono al pensiero per il loro numero o la loro intensità, non si può non

riconoscere in essi una causa intelligente. La mancanza d’obbedienza, però,

non è sempre una prova contraria.

84 - Ammettiamo ora che, con una constatazione minuziosa, si acquisti la

certezza che i rumori ed altri effetti sono manifestazioni reali; sarebbe

ragionevole spaventarsene? No sicuramente; giacché in nessun caso potrebbe

esservi il minimo pericolo.

Soltanto coloro i quali credono che sia il diavolo possono esserne spaventati,

al pari dei bambini, ai quali si fa paura con il lupo mannaro o con la befana,

Queste manifestazioni acquistano in certe circostanze, è necessario

convenirne, una proporzione ed una persistenza noiosa, da cui viene il

desiderio ben naturale di sbarazzarsene. A questo proposito, è necessaria una

spiegazione.

85 - Noi abbiamo detto che le manifestazioni fisiche hanno lo scopo di

richiamare la nostra attenzione su qualche cosa, e di convincerci della

presenza d’una potenza superiore all’uomo. Abbiamo anche detto che gli

spiriti elevati non si occupano di questo genere di manifestazioni; essi, per

produrle, si servono degli spiriti inferiori, come noi ci serviamo dei servitori

per i lavori pesanti. Allorché lo scopo è raggiunto, cessa la manifestazione

materiale non essendo essa più necessaria. Un esempio o due faranno capire

meglio la cosa.

86 - Molti anni or sono, al principio dei miei studi sullo spiritismo, essendo

una sera occupato in un lavoro riguardante questa materia, si fecero sentire

dei colpi attorno a me per quattro ore consecutive. Era la prima volta che mi

accadeva una cosa simile: constatai che essi non provenivano da alcuna causa

accidentale, ma sul momento non potei saperne di più. A quell’epoca, io avevo

occasione di vedere frequentemente un eccellente medium scrivente.

All’indomani, dunque, interrogai lo spirito che comunicava per suo mezzo

sulla causa dei colpi, e mi fu risposto: E’ il tuo spirito familiare che

voleva parlarti. E cosa mai voleva dirmi? Risposta: Puoi

domandarglielo tu stesso, poiché egli è là.

Avendo poi io interrogato questo spirito, egli si fece conoscere sotto un nome

allegorico (seppi poi da altri spiriti che egli appartiene ad un ordine

elevatissimo, e che rappresentò una parte importante sulla terra); mi

segnalò alcuni errori nel mio lavoro, indicandomi le righe in cui essi si

 

68

trovavano, mi diede utili e saggi consigli ed aggiunse che egli sarebbe stato

sempre con me, e che sarebbe venuto dietro mia domanda tutte le volte che io

avessi voluto interrogarlo. Da allora in poi, questo spirito non mi ha mai

lasciato. Mi diede mille prove della sua superiorità, e il suo intervento

benevolo ed efficace si rese pure manifesto per me negli affari della vita

materiale, come pure nelle cose riguardanti la metafisica.

Ma, subito dopo il nostro colloquio, i colpi cessarono.

Che cosa voleva? Entrare in comunicazione regolare con me; dunque doveva

avvertirmi. Una volta datomi l’avvertimento, date le spiegazioni e stabilite le

relazioni regolari, i colpi divenivano inutili; ecco perché cessarono

completamente.

Un fatto simile successe ad un nostro amico. Da qualche tempo la sua camera

risuonava di rumori diversi, che diventavano noiosissimi. Essendosi

presentata l’occasione di interrogare lo spirito di suo padre per mezzo di un

medium scrivente, seppe che cosa si desiderava da lui, fece quello che gli fu

raccomandato, e da allora in poi non sentì più nulla. Si deve osservare che gli

individui i quali hanno con gli spiriti un mezzo regolare e facile di

comunicazione, hanno molto più raramente manifestazioni di questo genere,

e ciò si capisce.

87 - Le manifestazioni spontanee non si limitano sempre a rumori ed a colpi

battuti; esse degenerano qualche volta in perturbazioni e poi in un vero

baccano: mobili ed oggetti diversi sono scompigliati, proiettili di ogni genere

sono lanciati all’esterno, porte e finestre sono aperte e chiuse da mani

invisibili, vetri infranti, avvenimenti tali che non possono certamente essere

considerati delle illusioni.

Lo scompiglio è spesso reale, ma qualche volta non ha che l’apparenza della

realtà. Si sente uno schiamazzo nella camera vicina, un rumore di vasellame

che cade e si rompe con fracasso, dei pezzi di legno che rotolano sul

pavimento; si accorre in fretta e si trova tutto tranquillo ed in ordine; poi,

appena usciti, il tumulto ricomincia.

88 - Le manifestazioni di questo genere non sono né rare né nuove; poche

sono le cronache locali che non contengano qualche storia relativa a ciò. La

paura ha senza dubbio esagerato i fatti, i quali, passando di bocca in bocca,

dovettero prendere proporzioni ridicolmente enormi, e, la superstizione

aggiungendovi il suo fermento, le case ove successero simili fatti furono

credute frequentate dal diavolo; nacquero così tutti i racconti meravigliosi o

 

69

terribili di fantasmi. Né i malvagi tralasciarono una così bella occasione di

trarre profitto dalla credulità, e ciò sovente per utile personale. Si capisce, del

resto, l’impressione che fatti di questo genere, anche ridotti alla realtà,

possono fare sui caratteri deboli e predisposti dall’educazione alle idee

superstiziose. Il più sicuro mezzo di prevenire gli inconvenienti che ne

potessero nascere, poiché non si potrebbe impedirli, è di far conoscere la

verità.

Le cose più semplici diventano spaventevoli, quando la causa è sconosciuta.

Quando ci saremo familiarizzati con gli spiriti, e quando coloro ai quali si

manifestano non crederanno più di avere una legione di demoni alle calcagna,

non avremo più paura.

Nella Revue Spirite si può leggere il racconto di molti fatti autentici di

questo genere.

89 - I fatti di questa natura rivestono spesso il carattere d’una vera

persecuzione. Noi conosciamo sei sorelle che abitavano insieme e che durante

molti anni trovavano al mattino le loro vesti disperse e nascoste fin sopra i

tetti, stracciate e tagliate a pezzi, per quante precauzioni prendessero per

rinchiuderle a chiave. E’ accaduto molte volte che individui coricati e

perfettamente svegli vedessero scuotere le loro cortine, strappare

violentemente le loro coperte ed i loro guanciali, e si sentissero sollevati sopra

i loro materassi, e persino gettati fuori dal letto. Questi fatti sono più

frequenti di quello che si creda; ma quasi sempre quelli che ne sono vittime

non osano parlarne per paura del ridicolo. Venne a nostra conoscenza che si

credette di poter “guarire” certi individui da queste credute allucinazioni,

sottoponendoli alle cure destinate ai pazzi, ciò che li rese realmente tali. La

medicina non può capire queste cose, perché essa non ammette, nelle cause,

se non l’elemento materiale, da cui risultano errori sovente funesti. La storia

un giorno racconterà certe cure del XIX secolo, come oggi si raccontano certi

processi del Medio Evo.

Ammettiamo perfettamente che certi fatti siano l’opera della malizia o della

malevolenza; ma se dopo tutte le più rigorose constatazioni risulta vero che

non sono l’opera degli uomini, bisogna ben convenire che sono l’opera del

diavolo, secondo alcuni, e degli spiriti secondo noi; ma di quali spiriti?

90 - Gli spiriti superiori, come gli uomini gravi e seri fra noi, non si divertono

a fare del chiasso. Noi abbiamo evocato spesso gli spiriti perturbatori per

domandare loro il motivo che li spinge a disturbare il riposo in tal maniera. La

 

70

maggior parte ha il solo scopo di divertirsi, e questi spiriti sono più leggeri che

cattivi: essi ridono delle paure da essi cagionate e delle inutili ricerche che si

fanno per scoprire la causa del trambusto. Spesso si accaniscono contro un

individuo, che si divertono a tormentare, e che perseguitano di casa in casa;

altre volte si attaccano ad una località senz’altro motivo che il loro capriccio.

Qualche volta sono pure mossi da un desiderio di vendetta, come avremo

occasione di vedere in seguito. In certi casi, la loro intenzione è più lodevole:

essi vogliono richiamare l’attenzione e mettersi in relazione, sia per dare un

utile avvertimento alla persona alla quale si rivolgono, sia per domandare

qualcosa per se stessi. Ne abbiamo visti spesso alcuni domandare delle

preghiere, altri sollecitare il compimento in loro nome di un voto che essi non

avevano potuto adempiere, altri infine, nell’interesse del loro proprio riposo,

voler riparare una cattiva azione da loro commessa in vita. In generale, si ha

torto di spaventarsene; la loro presenza può essere importuna, ma non

pericolosa. Si concepisce, del resto, il desiderio che si ha di sbarazzarsene, e si

fa generalmente, per ciò, tutto il contrario di quello che sarebbe necessario

per ottenere questo scopo. Se sono spiriti che si divertono, più si prende la

cosa sul serio e più essi persistono, come ragazzi maliziosi che si divertono a

tormentare tanto più chi si inquieta ed a far paura ai poltroni. Se invece

ridessimo noi stessi dei loro cattivi tiri, finirebbero per stancarsi e per restare

tranquilli.

Noi conosciamo qualcuno che, invece di irritarsi, li eccitava, li sfidava a fare li

tale o la tal altra cosa. al punto che, dopo qualche giorno, essi non ritornarono

più. Ma, come abbiamo detto, ve ne sono di quelli che hanno un motivo meno

leggero. Ed è per questo che è sempre cosa utilissima sapere che cosa

vogliono. Se domandano qualche cosa, si può essere certi che cesseranno le

loro visite, non appena il loro desiderio sarà soddisfatto. Il miglior mezzo di

sapere come regolarsi è quello di evocare lo spirito per mezzo di un buon

medium scrivente: dalle sue risposte si vedrà subito con chi si ha a che fare e

si agirà in conseguenza; se si tratta d’uno spirito infelice, la carità vuole che

egli sia trattato con i riguardi che merita; se egli è un burlone di cattivo

genere, si può agire verso di lui senza riguardi; se egli è malevolo, bisogna

pregare Dio di renderlo migliore. Ad ogni modo la preghiera non può non

avere un buon risultato. Ma la gravità delle formule d’esorcismo li fa ridere,

giacché non ne tengono alcun conto. Potendo entrare in comunicazione con

essi, conviene diffidare delle qualificazioni burlesche o spaventevoli, che si

danno qualche volta per divertirsi della nostra credulità.

Ritorneremo con maggiori spiegazioni su questo soggetto e sulle cause che

rendono spesso inefficaci le preghiere, nel capitolo dei Luoghi frequentati

e della Ossessione.

 

71

91 - Questi fenomeni, quantunque prodotti da spiriti inferiori, sono spesso

provocati da spiriti di un ordine più elevato, allo scopo di convincere

dell’esistenza degli esseri incorporei e d’una potenza superiore all’uomo. La

fama rumorosa che ne è la conseguenza, lo stesso spavento che ciò produce,

richiamano immancabilmente l’attenzione e finiscono per fare aprire gli occhi

ai più increduli. Questi trovano più semplice considerare i fenomeni frutto

dell’immaginazione, spiegazione comodissima e che dispensa dal darne altre,

Tuttavia, quando sono scompigliati degli oggetti o questi vi sono gettati sulla

testa, occorrerebbe una immaginazione molto compiacente per figurarsi che

simili cose accadono, quando non fosse vero. Si osserva un effetto qualunque,

e quest’effetto ha necessariamente una causa; se un’osservazione fredda e

calma ci dimostra che l’effetto è indipendente da ogni umana volontà e da

ogni causa materiale; se per di più ci dà segni evidenti d’intelligenza e di

libera volontà, cosa, questa, che è il segno più caratteristico, si è pur

costretti ad attribuirlo ad un’intelligenza occulta!

Quali sono questi esseri misteriosi? Ecco ciò che gli studi spiritici ci spiegano

nel modo meno contestabile, per i mezzi che ci porgono di comunicare con

essi. Questi studi ci insegnano inoltre a distinguere ciò che vi è di reale, di

falso o d’esagerato nei fenomeni di cui non possiamo renderci conto.

Quando si produce un effetto insolito, come rumori, movimenti e perfino

apparizioni, si deve pensare innanzitutto che tali fenomeni abbiano una causa

materiale, perché questa supposizione è la più probabile; allora, bisogna

ricercare questa causa con il più grande impegno e non ammettere

l’intervento degli spiriti prima di aver ben esaminato ogni cosa. Colui che, per

esempio, senza essere avvicinato da alcuno, ricevesse uno schiaffo, oppure dei

colpi di bastone sulle spalle, come è già successo, non potrebbe dubitare della

presenza di un essere invisibile.

Conviene tenersi in guardia non solo contro i racconti che, più o meno,

possono peccare d’esagerazione, ma anche contro le proprie impressioni, e

non attribuire un’origine occulta a tutto ciò che non si comprende. Un’infinità

di cause semplicissime e naturalissime può produrre a prima vista effetti

strani, e sarebbe una vera superstizione quella di scorgere dappertutto spiriti

occupati a rovesciare i mobili, a rompere il vasellame, a suscitare infine i mille

ed uno inconvenienti di casa, che sarebbe più ragionevole attribuire alla poca

attenzione.

92 - La spiegazione data del movimento dei corpi inerti si applica

naturalmente a tutti gli effetti spontanei che abbiamo notato. I rumori, per

 

72

quanto più forti dei colpi picchiati sulla tavola, hanno la stessa causa; gli

oggetti lanciati o smossi, lo sono in virtù della stessa forza che solleva un

oggetto qualunque. Anzi, una circostanza viene in appoggio a questa teoria. Si

potrebbe chiedere: dov’è il medium in questa circostanza? Gli spiriti ci dissero

che in simili casi vi è sempre qualcuno il cui potere si esercita a sua insaputa.

Le manifestazioni spontanee si producono rarissimamente nei siti isolati: è

quasi sempre nelle case abitate che esse hanno luogo, ed a causa della

presenza di certi individui che esercitano un’involontaria influenza.

Queste persone sono veri medium, a propria insaputa, e per questa ragione,

noi li chiamiamo medium naturali: tra questi e gli altri medium vi è lo

stesso rapporto che passa tra i sonnambuli naturali e quelli magnetici, e sono

altrettanto degni di osservazione.

93 - L’intervento volontario od involontario di una persona dotata di una

disposizione speciale per la produzione di questi fenomeni, sembra essere

necessario nella maggior parte dei casi, quantunque ve ne siano alcuni in cui,

a quanto pare, lo spirito agisce da solo; ma allora potrebbe anche darsi ch’egli

ricavasse il fluido animalizzato altrove, e non in una persona presente.

Ciò spiega perché gli spiriti, che senza posa ci attorniano, non producano ogni

momento delle perturbazioni. Occorre, prima di tutto, che lo spirito lo voglia,

che egli abbia uno scopo, un motivo, senza di cui non fa niente. Occorre poi

che egli trovi, precisamente nel luogo dove vorrebbe agire, una persona atta a

secondarlo, coincidenza che si incontra assai raramente. Se questa ultima

persona accidentalmente arrivasse, egli ne approfitterebbe subito. Malgrado

la riunione di circostanze favorevoli, egli potrebbe ancora esserne impedito da

una volontà superiore che non gli permettesse di agire a suo capriccio.

Potrebbe essergli permesso di farlo soltanto in certi limiti, e nel caso in cui

queste manifestazioni fossero giudicate utili, sia come mezzo di convinzione,

sia come prova per la persona che ne è l’oggetto.

94 - Citeremo soltanto a questo proposito il dialogo provocato nell’occasione

dei fatti successi nel giugno 1860 nella strada dei Noyers a Parigi. Se ne

troveranno i particolari nella Revue Spirite, numero d’agosto 1860.

1) (A San Luigi) - Vorreste avere la bontà di dirci se i fatti che si dice siano

accaduti nella via Noyers sono reali? In quanto alla possibilità, non ne

dubitiamo.

“Sì, questi fatti sono veri; solamente l’immaginazione degli uomini li

ingrandirà, sia per paura, sia per ironia; ma, lo ripeto, essi sono veri. Queste

 

73

manifestazioni sono provocate da uno spirito che si diverte un po’ a spese

degli abitanti del luogo”.

2) Vi è forse nella casa qualche persona che è causa di queste

manifestazioni?

“Esse sono sempre cagionate dalla presenza della persona alla quale lo spirito

si attacca. Questo spirito perturbatore nutre astio contro l’abitante del luogo

dove egli si trova, e vuol fargli degli sgarbi, e cerca anche di farlo sloggiare”.

3) Noi domandiamo se fra gli abitanti della casa vi sia qualcuno che sia la

causa di questi fenomeni per influenza medianica spontanea ed

involontaria.

“Certamente; senza di questo, il fatto non potrebbe succedere. Uno

spirito abita un luogo che predilige; resta nell’inazione finché una natura a lui

conveniente non si presenti in tale luogo; quando questa persona

sopraggiunge, allora egli si diverte più che può”.

4) La presenza di questa persona nei luoghi suddetti è forse indispensabile?

“Questo è il caso più ordinario, ed è appunto quello del fatto da voi citato;

ecco perché ho detto che senza di ciò il fatto non avrebbe potuto succedere;

ma non ho inteso generalizzare, poiché vi sono dei casi in cui la presenza

immediata non è affatto necessaria”.

5) Essendo sempre questi spiriti di un ordine inferiore, l’attitudine a servire

loro d’ausiliario costituisce forse una presunzione sfavorevole per la persona

che n’è dotata? Indica ciò forse una simpatia per gli esseri di questa natura?

“Precisamente no; giacché questa attitudine è inerente ad una disposizione

fisica; tuttavia, ciò indica spessissimo una tendenza materiale, che sarebbe

preferibile non avere, poiché più si è moralmente elevati e più si attirano i

buoni spiriti, che conseguentemente allontanano i cattivi”.

6) Dove prende lo spirito i proiettili di cui si serve?

“Questi diversi oggetti sono presi di solito sul luogo o nel vicinato; la forza di

lanciarli nello spazio proviene dallo spirito, e questi cadono nel luogo fissato

da questo stesso spirito”.

7) Poiché le manifestazioni spontanee sono spesso permesse ed anzi

provocate allo scopo di convincere, ci sembra che se certi increduli ne fossero

personalmente l’oggetto, sarebbero forzati ad arrendersi all’evidenza. Si

lamentano talvolta di non poter essere testimoni di fatti concludenti; non

dipenderebbe forse dagli spiriti di somministrare loro qualche prova

sensibile?

 

74

“Gli atei, i materialisti non sono essi continuamente testimoni degli effetti

della potenza di Dio e del pensiero? Ciò non impedisce loro di negare Dio e

l’anima. I miracoli di Gesù hanno forse convertito tutti i suoi contemporanei?

I Farisei che gli dicevano: «Maestro, fateci vedere qualche prodigio», non

rassomigliano essi a coloro, che oggi chiedono che facciate loro vedere delle

manifestazioni? Se non sono convinti dalle meraviglie della creazione, non

potrebbero esserlo di più, neppure se gli spiriti apparissero loro nella maniera

meno equivoca, giacché il loro orgoglio li rende simili a cavalli restii. Le

occasioni di vedere non mancherebbero loro se cercassero con buona fede.

Ecco perché Dio non giudica a proposito di fare per essi più di quello che fa

per coloro che cercano sinceramente d’istruirsi, poiché Egli non ricompensa

che gli uomini di buona volontà. La loro incredulità non impedirà alla volontà

di Dio di compiersi; voi vedete bene che non ha impedito alla dottrina di

espandersi. Cessate dunque di inquietarvi della loro opposizione che sta alla

dottrina come l’ombra sta al quadro, e dà un maggior rilievo. Qual merito

avrebbero essi di essere convinti con la forza? Dio lascia loro ogni

responsabilità per la loro testardaggine: e questa responsabilità sarà più

terribile di quello che pensate. «Felici quelli che credono senza aver visto

disse Gesù, poiché essi non dubitano della potenza di Dio»”.

8) Credete voi che sarebbe utile evocare questo spirito per domandargli

qualche spiegazione?

“Evocatelo pure se volete; ma è uno spirito inferiore, che vi darà soltanto

risposte insignificanti”.

95 - Conversazione con lo spirito perturbatore della via dei Noyers.

1) Evocazione.

“Qual ticchio vi punge di chiamarmi? Volete voi dunque che io vi pigli a

sassate? Si vedrebbe allora un bel “si salvi chi può”, malgrado la vostra aria di

bravura”.

2) Quand’anche tu ci gettassi delle pietre, noi non ci spaventeremmo; anzi

noi ti domandiamo positivamente se tu puoi gettarcene qualcuna.

“Qui forse non potrei; voi avete un guardiano che vigila assai bene su di voi”.

3) Nella via dei Noyers si trovava forse qualcuno che ti aiutava per renderti

più facili i brutti tiri che facevi agli abitanti della casa?

“Certamente ho trovato un buono strumento, e nessuno spirito dotto,

sapiente e scrupoloso che mi abbia impedito di agire; poiché io sono allegro,

ed amo qualche volta divertirmi”.

 

75

4) Quale fu la persona che ti ha servito da strumento?

“Una serva”.

5) Ti serviva d’ausiliaria a sua insaputa?

“Sì; povera ragazza! Era la più spaventata di tutti”.

6) Agivi tu con uno scopo ostile?

“Io non avevo alcuno scopo ostile; ma gli uomini che si impadroniscono di

tutto cercheranno di rivolgere la cosa a loro vantaggio”.

7) Che cosa intendi con ciò?

“Io cercavo di divertirmi; ma voialtri studierete la cosa e avrete un fatto di più

per dimostrare che noi esistiamo”.

8) Tu dici che non avevi alcuno scopo utile, e ciò nonostante hai rotto tutti i

vetri dell’appartamento: tu hai recato così un danno reale.

“Sono piccolezze”.

9) Dove ti sei procurato gli oggetti che hai lanciato?

“Sono abbastanza comuni; li ho trovati nel cortile e nei vicini giardini”.

10) Li hai trovati tutti, o ne hai fabbricato qualcuno? (Vedi Cap. 8).

“Io non ho creato né composto niente”.

11) Se non ne avessi trovati, avresti potuto fabbricarne?

“Sarebbe stato più difficile; ma, rigorosamente parlando, si mescolano le

materie, e ciò fa un tutto qualunque”.

12) Narraci ora come li hai lanciati.

“Ah! Questa è cosa più difficile a dirsi. Mi sono servito della natura elettrica di

questa ragazza unendola alla mia mano materiale; abbiamo così potuto

trasportare queste diverse materie”.

13) Tu vorrai bene, io penso, darci qualche informazione sulla tua persona.

Anzi, dicci subito: è da molto tempo che sei morto?

“Abbastanza. Saranno cinquanta anni”.

14) Chi eri tu quando vivevi?

“Non ero un gran che di buono; facevo il cenciaiuolo in questo quartiere; e

qualche volta mi si dicevano delle sciocchezze, perché amavo troppo il liquore

rosso del buon Noè; così vorrei farli sloggiare tutti”.

15) Sei stato tu stesso, e di tua piena volontà, che hai risposto alle nostre

domande?

 

76

“Avevo un istitutore”.

16) Quale è questo istitutore?

“Il vostro buon re Luigi”.

Osservazione. - Questa ultima domanda fu motivata dalla natura di certe

risposte, che ci parvero sorpassare la portata di questo spirito, sia per il fondo

delle idee che per la forma del linguaggio. Nulla vi è dunque di sorprendente

che egli sia stato aiutato da uno spirito illuminato, che voleva approfittare di

quest’occasione per darci un’istruzione. Questo è un fatto ordinarissimo, ma

un particolare importante in questa circostanza è che l’influenza dell’altro

spirito si è fatta sentire sopra la scrittura stessa. Quella delle risposte in cui

egli intervenne è più regolare e più sciolta; quella del cenciaiuolo è angolosa,

grossa, irregolare, spesso illeggibile, e porta un carattere del tutto differente.

17) Che cosa fai tu ora? Ti occupi del tuo avvenire?

“Non ancora. Sto errando. Si pensa così poco a me sulla terra, che nessuno

prega per me; e così, non essendo aiutato da alcuno, io non lavoro”.

Osservazione. - Si vedrà più tardi, quanto si possa contribuire

all’avanzamento e al sollievo degli spiriti inferiori per mezzo della preghiera e

dei consigli.

18) Quale fu il tuo nome, allorché eri di questo mondo?

“Giannetto”.

19) Ebbene, Giannetto, noi pregheremo per te. La nostra evocazione ti ha

fatto piacere o ti ha contrariato?

“Piuttosto piacere, giacché voi siete buoni figliuoli, allegri compagni,

quantunque un poco austeri. Ma non fa niente, voi mi avete ascoltato, ed io

sono contento”.

(GIANNETTO)

Fenomeno degli apporti

 

77

96 - Questo fenomeno non differisce dagli altri di cui abbiamo parlato, se non

per l’intenzione benevola dello spirito, che ne è l’autore, per la natura degli

oggetti, quasi sempre graziosi, e per la maniera dolce e sovente delicata con la

quale sono arrecati. Esso consiste nell’apporto spontaneo di oggetti, che non

esistono nel luogo dove uno si trova; sono di solito fiori, qualche volta frutti,

dolci, gioielli, eccetera.

97 - Bisogna dire anzitutto che questo fenomeno è uno di quelli che

maggiormente si prestano all’imitazione, e occorre pertanto star bene in

guardia contro l’inganno. Si conosce fin dove può giungere l’arte della

prestidigitazione in ciò che riguarda le esperienze di questo genere; ma, anche

senza avere a che fare con un uomo del mestiere, si potrebbe essere

facilmente ingannati da una manovra abile e interessata. La migliore di tutte

le garanzie sta anzitutto nel carattere, nella notoria onorabilità, nel

disinteresse assoluto della persona che ottiene simili effetti; in secondo luogo,

nell’esame attento di tutte le circostanze nelle quali i fatti si producono;

infine, nella illuminata conoscenza dello spiritismo, la quale sola può fare

scoprire ciò che potrebbe essere sospetto.

98 - La teoria del fenomeno degli apporti, e delle manifestazioni fisiche in

generale, si trova riassunta in una maniera notevole nella seguente

dissertazione, avuta da uno spirito, di cui tutte le comunicazioni hanno un

carattere incontestabile di profondità e di logica. Se ne troveranno molte nel

seguito di questa opera. Egli si è fatto conoscere sotto il nome d’Erasto,

discepolo di San Paolo, e come spirito protettore del medium che gli servì

d’interprete.

“Per ottenere fenomeni di quest’ordine, è necessario avere con sé certi

medium che io chiamerei sensitivi, vale a dire dotati al più alto grado delle

facoltà medianiche d’espansione e di penetrabilità; poiché il sistema nervoso

di questi medium, facilmente eccitabile, permette loro, per mezzo di certe

vibrazioni, di proiettare attorno a sé, e con profusione, il loro fluido

animalizzato.

“Le nature impressionabili, le persone i cui nervi vibrano al minimo

sentimento ed alla più piccola sensazione; coloro che l’influenza morale o

fisica, interna od esterna, rende sensibili, sono soggetti molto adatti a

diventare eccellenti medium ad effetti fisici, di tangibilità e di apporti. Infatti,

il loro sistema nervoso, quasi interamente sprovvisto dell’involucro

refrattario, che isola questo sistema presso la maggior parte degli altri

incarnati, li rende idonei allo sviluppo di questi diversi fenomeni. In

 

78

conseguenza, con un soggetto di questa natura, di cui le altre facoltà non

siano affatto ostili alla facoltà medianica, si otterranno più facilmente i

fenomeni di tangibilità, i colpi picchiati nei muri e nei mobili, i movimenti

intelligenti, ed anche la sospensione nello spazio della materia inerte più

pesante. A fortiori si otterranno questi risultati se, invece di un medium, se

ne avranno sottomano parecchi egualmente ben dotati.

“Ma dalla produzione di questi fenomeni all’ottenere quello degli apporti, vi è

una distanza enorme; in questo caso, infatti, non solamente il lavoro dello

spirito è più complesso, più difficile, ma per di più, lo spirito non può operare

che per mezzo d’un solo apparecchio medianico, vale a dire che molti medium

non possono assieme concorrere alla produzione del detto fenomeno. Anzi,

accade persino che la presenza di certe persone antipatiche allo spirito che

opera divenga un ostacolo radicale per la sua operazione. A questi motivi, i

quali, come vedete, non mancano d’importanza, aggiungete che gli apporti

richiedono sempre una concentrazione più grande, e nello stesso tempo una

diffusione maggiore di certi fluidi, e che non possono essere ottenuti se non

con i medium meglio dotati; quelli, in una parola, il cui apparecchio

elettromedianico è il meglio condizionato.

“In generale, i fatti d’apporto sono e resteranno eccessivamente rari. Non ho

bisogno di dimostrarvi perché essi sono e saranno meno frequenti degli altri

fatti di tangibilità. Lo dedurrete voi stessi da quello che dico. D’altra parte,

questi fenomeni sono d’una tale natura, che non solo non tutti i medium vi

sono adatti, ma che non tutti gli stessi spiriti possono produrli”.

Occorre, infatti, che tra lo spirito ed il medium influenzato esista una certa

affinità, una certa analogia; in una parola, una certa somiglianza, che

permetta alla parte espansibile del fluido perispiritico (1) dell’incarnato di

mescolarsi, di unirsi, di combinarsi con quello dello spirito che vuol fare un

apporto. Questa fusione deve essere tale che la forza risultante divenga, per

così dire, una; allo stesso modo che una corrente elettrica che agisce sul

carbone produce un fuoco ed una luce unica.

(1) Si vede che quando si tratta di esprimere una idea nuova, per la quale

manca nella lingua il vocabolo, gli spiriti sanno perfettamente creare

neologismi. Le parole elettrodinamico, perispiritico, non sono nostre. Quelli

che ci criticarono di aver creati i vocaboli spiritista, spiritismo, perispirito,

che non avevano i loro analoghi, potranno pur fare lo stesso processo agli

spiriti.

 

79

Perché questa unione, e perché questa fusione, direte voi? La ragione è che,

per la produzione di questi fenomeni, conviene che le proprietà essenziali

dello spirito motore siano aumentate di qualcuna di quelle del medianizzato;

infatti, il fluido vitale, indispensabile alla produzione di tutti i fenomeni

medianici è appannaggio esclusivo dell’incarnato e, in conseguenza, lo

spirito operatore è obbligato a saturarsene, assumendone cioè una grande

quantità.

Solamente allora, con l’aiuto di certe proprietà che si trovano nel vostro

ambiente, sconosciute da voi, egli può isolare, rendere invisibili a far muovere

certi oggetti materiali e persino gli incarnati stessi.

“Non mi è permesso, per il momento, svelarvi queste leggi particolari che

reggono i gas ed i fluidi che vi circondano; ma prima che sia trascorsa una

certa quantità di anni, prima che si sia compiuta un’esistenza umana, la

spiegazione di queste leggi e di questi fenomeni vi sarà rivelata, e voi vedrete

sorgere e prodursi una nuova varietà di medium che cadranno in uno stato

catalettico particolare appena saranno medianizzati.

“Voi vedete quante difficoltà caratterizzano la produzione degli apporti;

potete dunque logicamente concluderne che i fenomeni di questa natura sono

molto rari, come già vi dissi, e con tanto maggior ragione gli spiriti vi si

prestano assai poco, in quanto ciò richiede da parte loro un lavoro quasi

materiale, il che è per essi una fatica ed un fastidio. D’altra parte, succede

ancora assai spesso che, malgrado la loro energia e la loro volontà, lo stato del

medium stesso oppone loro una barriera insuperabile.

“E’ dunque evidente che i fatti tangibili dei colpi, dei movimenti e di

sospensione, sono fenomeni semplici, i quali si operano con la concentrazione

e la dilatazione di certi fluidi, e che possono essere provocati ed ottenuti dalla

volontà e dal lavoro dei medium che vi sono adatti, quando questi sono

assecondati da spiriti amici e benevoli; i fatti d’apporto, invece, sono

molteplici, complessi, esigono un concorso di circostanze speciali, e non

possono essere compiuti che da un solo spirito e da un solo medium, e

richiedono necessariamente, oltre ai bisogni della tangibilità, una

combinazione tutta particolare per isolare e rendere invisibile l’oggetto o gli

oggetti che formano il soggetto dell’apporto.

“Voi tutti, spiritisti, comprendete le mie spiegazioni, e vi rendete esattamente

conto di questa concentrazione di fluidi speciali, per la locomozione e la

tangibilità della materia inerte; voi ci prestate fede come prestate fede ai

 

80

fenomeni di elettricità e di magnetismo, con i quali i fatti medianici sono pieni

di analogia, e ne sono, per così dire, la consacrazione e lo sviluppo.

“Quanto agli increduli e agli scienziati, peggiori degli increduli, non ho tempo

per convincerli, non mi occupo di loro: saranno un giorno convinti dalla forza

dell’evidenza, poiché bisognerà bene che essi si inchinino davanti alla

testimonianza unanime dei fatti spiritici, come furono forzati di farlo davanti

a tanti altri fatti che essi avevano a tutta prima rigettati.

“Riassumendo: se i fatti di tangibilità sono frequenti, quelli d’apporto sono

rarissimi, poiché le condizioni in cui debbono svolgersi sono difficilissime. In

conseguenza, nessun medium può dire: alla tale ora, al tal momento otterrò

un apporto, poiché molte volte lo stesso spirito si trova impedito nella sua

opera. Debbo aggiungere che questi fenomeni sono doppiamente difficili in

pubblico, poiché vi si trovano quasi sempre degli elementi energicamente

refrattari, che paralizzano gli sforzi dello spirito, ed a più forte ragione

l’azione del medium. Ritenete al contrario per certo che questi fenomeni si

producono quasi sempre, in particolare spontaneamente, e più spesso

all’insaputa dei medium e senza premeditazione; ed infine molto raramente

quando questi ne sono prevenuti. Voi dovete quindi concludere che vi è un

motivo di sospetto legittimo ogni qualvolta un medium si lusinga di ottenerli

a volontà; in altri termini, cioè, di comandare agli spiriti come se fossero

servitori, il che è semplicemente assurdo. Ritenete ancora per regola generale,

che i fenomeni spiritici non sono punto fatti per servire di spettacolo e per

divertire i curiosi. Se alcuni spiriti si prestano a questo genere di cose, ciò non

può essere che per fenomeni semplici e non per quelli che esigono condizioni

eccezionali, come sono gli apporti ed altri simili.

“Ricordatevi, spiritisti, che, se è cosa assurda il rigettare sistematicamente

tutti i fenomeni d’oltretomba, non è saggio, d’altra parte, accettarli tutti ad

occhi chiusi.

“Quando un fenomeno di tangibilità, di apparizione, di visibilità o d’apporto si

manifesta spontaneamente e istantaneamente, accettatelo; ma non accettate

niente alla cieca; e ogni fatto subisca un esame minuzioso, approfondito e

severo; poiché, credetelo, lo spiritismo, tanto ricco in fenomeni sublimi e

grandiosi, nulla può guadagnare da queste piccole manifestazioni che possono

essere imitate da abili prestidigitatori.

“Io so bene quello che volete dirmi: cioè che questi fenomeni sono utili per

convincere gli increduli; ma sappiate che se non aveste avuto altri mezzi di

convinzione, non avreste oggi la centesima parte degli spiritisti che avete.

Parlate al cuore, poiché è da questo lato che farete maggiori conversioni serie.

Se credete utile, per certe persone, agire con i fatti materiali, presentateli

 

81

almeno in circostanze tali che non possano dar luogo ad alcuna falsa

interpretazione; e soprattutto non uscite dalle condizioni normali di questi

fatti; poiché i fatti presentati in cattive condizioni, forniscono argomento agli

increduli, invece di convincerli”.

(ERASTO)

99 - Questo fenomeno offre una particolarità assai singolare ed è che certi

medium non l’ottengono se non nello stato sonnambolico; e ciò si spiega

facilmente. Vi è, nel sonnambulo, uno sviluppo naturale, una sorta

d’isolamento dello spirito e del perispirito, che deve facilitare la combinazione

dei fluidi necessari. Tale è il caso degli apporti di cui fummo testimoni. Le

seguenti domande furono dirette allo spirito che li aveva prodotti, ma le sue

risposte risentono talvolta della sua insufficienza: noi le abbiamo esposte allo

spirito Erasto, molto più illuminato dal punto di vista teorico, che le ha

completate con osservazioni giudiziosissime. L’uno è l’artigiano, l’altro il

sapiente, ed il paragone stesso di queste due intelligenze è uno studio

istruttivo, giacché si prova con esso che non basta essere spirito per capir

tutto.

1) Vogliate, ve ne prego, dirci perché gli apporti che voi ci fate, si producono

soltanto nel sonno magnetico del medium?

“Questa è cosa attinente alla natura del medium; i fatti che produco quando il

mio è addormentato, potrei egualmente produrli nello stato di veglia con un

altro medium”.

2) Perché voi fate aspettare sì lungamente l’apporto degli oggetti, e perché

eccitate il desiderio del medium, stuzzicando la sua volontà di ottenere

l’oggetto promesso?

“Questo tempo mi è necessario per preparare i fluidi che servono all’apporto;

quanto all’eccitazione, la provoco sovente al solo scopo di divertire le persone

presenti e la sonnambula”.

Osservazione d’Erasto. - Lo spirito che ha risposto non ne sa di più; egli

non si rende conto del motivo di questa cupidigia che egli solletica

istintivamente senza capirne l’effetto; crede di divertire, mentre in realtà egli

provoca, senza accorgersene, una più grande emissione di fluido; questa è la

conseguenza della difficoltà che presenta il fenomeno, difficoltà sempre più

 

82

grande quando non è spontaneo, soprattutto con certi medium.

3) La produzione del fenomeno dipende dalla natura speciale del medium, e

potrebbe prodursi con altri medium con maggior facilità e prontezza?

“La produzione dipende dalla natura del medium, e non può prodursi che con

nature corrispondenti. Riguardo alla prontezza, l’abitudine che noi

prendiamo, corrispondendo spesso con lo stesso medium, ci è di grande

aiuto”.

4) L’influenza delle persone presenti ha qualche importanza?

“Quando vi è dell’incredulità, dell’opposizione, ciò può darci molta noia; noi

amiamo di più fare le nostre prove con persone credenti e versate nello

spiritismo; ma con questo non intendo dire che la cattiva volontà potrebbe

paralizzarci completamente”.

5) Dove siete stato a prendere i fiori ed i dolci che avete portato?

“I fiori li prendo nei giardini dove mi piacciono”.

6) E i dolci? Il negoziante dovette accorgersene che gli mancavano.

“Io li prendo dove mi piace; il negoziante non se ne accorse affatto, poiché ne

posi altri in loro vece”.

7) Ma gli anelli hanno un valore; dove li avete presi? Non ha poi ciò

cagionato danno a colui dal quale li avete presi in prestito?

“Li ho presi in luoghi sconosciuti a tutti, ed in modo che nessuno potesse

provarne danno”.

Osservazione d’Erasto. - Io credo che il fatto sia spiegato in modo

insufficiente in ragione della capacità dello spirito che ha risposto. Sì, vi può

essere stato, in realtà, un danno reale, ma lo spirito non volle essere creduto

capace di frodare alcunché. Un oggetto non può essere sostituito, se non da

un oggetto identico, della stessa forma e dello stesso valore; in conseguenza,

se uno spirito avesse la facoltà di sostituire un oggetto simile a quello che

prende, non vi sarebbe ragione di prenderlo, e potrebbe dare quello che usa in

sostituzione del primo.

8) E’ possibile portare fiori da un altro pianeta?

“No, a me non è possibile”.

(Ad Erasto). Altri spiriti avrebbero questo potere?

 

83

“No, ciò non è possibile, a causa della differenza degli ambienti”.

9) Potreste voi apportare fiori da un altro emisfero; dai Tropici, per

esempio?

“Dal momento che è sulla terra, posso farlo”.

10) Potreste far sparire gli oggetti che avete portato, e poi tornare a

portarli?

“Nello stesso modo che li ho fatti venire, potrei ancora portarli via, se ne

avessi voglia”.

11) La produzione del fenomeno degli apporti vi cagiona una pena, un

imbarazzo qualunque?

“Essa non ci cagiona alcuna pena, quando ne abbiamo il permesso; potrebbe

darcene delle grandissime, se volessimo produrre degli effetti senza esservi

autorizzati”.

Osservazione d’Erasto. - Non vuole convenire della sua fatica,

quantunque essa sia reale, giacché è forzato a fare un’operazione, per così

dire, materiale.

12) Quali sono le difficoltà che incontrate?

“Nessun’altra, all’infuori di cattive disposizioni fluidiche, le quali possono

esserci contrarie”.

13) Come portate voi l’oggetto; lo tenete con le mani?

“No, noi lo inviluppiamo in noi”.

Osservazione d’Erasto. - Egli non spiega chiaramente la sua operazione,

giacché non inviluppa l’oggetto nella sua propria personalità; ma siccome il

suo fluido personale è dilatabile, penetrabile ed espansibile, egli combina una

parte di questo fluido con una parte del fluido animalizzato del medium, e

quindi nasconde e trasporta in questa combinazione l’oggetto da apportare.

Non è dunque giusto dire che egli lo inviluppa in sé.

14) Apportereste voi con la stessa facilità un oggetto d’un peso

considerevole, di 50 chili, per esempio?

“Il peso non è niente per noi; noi apportiamo dei fiori, perché ciò può essere

 

84

più gradito d’un peso voluminoso”.

Osservazione d’Erasto. - E’ giusto; egli può portare 100 o 200

chilogrammi d’oggetti, dal momento che la gravità che esiste per voi è nulla

per lui; ma qui ancora non si rende esattamente conto di ciò che succede. La

massa dei fluidi combinati va proporzionata alla massa degli oggetti; in una

parola, la forza deve essere in ragione della resistenza; ne consegue che, se lo

spirito non arreca che un fiore od un oggetto leggero, ciò avviene spesso

perché non trova nel medium, o in se stesso, gli elementi necessari per uno

sforzo più considerevole.

15) Vi sono forse qualche volta sparizioni d’oggetti la cui causa resta ignota,

e che sarebbe opera degli spiriti?

“Ciò accade spessissimo, più spesso di quanto voi lo pensiate, e vi si potrebbe

rimediare, pregando lo spirito di riportare l’oggetto scomparso”.

Osservazione d’Erasto. - Ciò è vero: ma alle volte ciò che fu rapito fu ben

rapito, poiché tali oggetti che non si ritrovano più presso di sé sono sovente

portati molto lontano. Tuttavia, siccome il rapimento degli oggetti richiede

più o meno le stesse condizioni fluidiche degli apporti, non può aver luogo se

non con l’aiuto di medium dotati di facoltà speciali. E’ più giusto dunque

credere che quando qualche cosa scompare, sia piuttosto per la vostra

inavvertenza che non per opera degli spiriti.

16) Vi sono forse degli effetti che sono ritenuti fenomeni naturali, e che

invece sono dovuti all’azione di certi spiriti?

“I vostri giorni sono pieni di questo genere di fatti, che voi non capite, perché

non vi prestate attenzione, ma che un po’ di riflessione vi farebbe chiaramente

vedere”.

Osservazione d’Erasto. - Non attribuite agli spiriti ciò che è opera

dell’umanità; ma credete alla loro influenza occulta e costante, che fa nascere

attorno a noi mille circostanze, mille incidenti necessari al compimento dei

vostri atti e della vostra esistenza.

17) Fra gli oggetti apportati, non ve ne sono forse di quelli che possono

 

85

essere fabbricati dagli spiriti? Vale a dire prodotti spontaneamente con le

modificazioni che gli spiriti possono far subire al fluido o all’elemento

universale?

“Da me no, giacché non ne ho il permesso; lo potrebbe fare soltanto uno

spirito elevato”.

18) Come avete introdotto questi oggetti l’altro giorno, mentre la camera

era chiusa?

“Li ho fatti entrare con me, avviluppati, per così dire, nella mia sostanza;

dirne di più non è cosa spiegabile”.

19) Come avete fatto per rendere visibili questi oggetti che erano invisibili

un istante prima?

“Ho tolto la materia che li avvolgeva”.

Osservazione d’Erasto. - Non è materia propriamente detta quella che li

avvolge, ma un fluido, attinto per metà nel perispirito del medium, e per

l’altra metà in quello dello spirito che opera.

20) (Ad Erasto). Può un oggetto essere introdotto in un luogo perfettamente

chiuso; in una parola, lo spirito può egli spiritualizzare un oggetto

materiale, in modo che possa penetrare la materia?

“Questa questione è complessa. Per quanto riguarda gli oggetti arrecati, lo

spirito può renderli invisibili, ma non penetrabili; egli non può rompere

l’aggregazione della materia, ciò che formerebbe la distruzione dell’oggetto.

Egli può apportare quando vuole questo oggetto reso invisibile, e non lasciarlo

libero se non al momento conveniente per farlo apparire. Assai diverso è il

procedimento per gli oggetti che noi componiamo. Dal momento che noi non

introduciamo che gli elementi della materia, e che questi elementi sono

essenzialmente penetrabili (nello stesso modo che penetriamo noi stessi, e

traversiamo i corpi più densi con la stessa facilità, con la quale i raggi solari

attraversano i vetri delle finestre), possiamo perfettamente dire che noi

abbiamo introdotto l’oggetto in un luogo, per quanto chiuso egli sia. Ma ciò

succede solamente in quest’ultimo caso”.

Nota. - Vedere più appresso per la teoria della formazione spontanea degli

oggetti il capitolo intitolato: Laboratorio del mondo invisibile.

 

86

6 - MANIFESTAZIONI VISIVE

Questioni sopra le apparizioni - Saggio teorico delle apparizioni - Spiriti

globuli Teoria dell’allucinazione.

Questioni sopra le apparizioni

100 - Fra tutte le manifestazioni spiritiche, le più interessanti sono quelle in

cui gli spiriti possono rendersi visibili. Si vedrà, dalla spiegazione di questo

fenomeno, che esso non è più soprannaturale degli altri. Noi diamo prima di

tutto le risposte che su questo argomento ci fecero gli spiriti.

1) Possono gli spiriti rendersi visibili?

“Sì, soprattutto durante il sonno; tuttavia, certi individui li vedono anche

durante la veglia, ma ciò è più raro”.

Osservazione. - Durante il riposo del corpo, lo spirito si disimpegna dai

legami materiali: egli allora è più libero e può più facilmente vedere gli altri

spiriti con i quali entra in comunicazione. Il sogno è il ricordo di questo stato;

allorché, svegliandoci non ricordiamo nulla, diciamo che non abbiamo

sognato, ma l’anima non ha meno veduto ed ha egualmente fruito della sua

libertà. Noi qui ci occuperemo più semplicemente delle apparizioni allo stato

di veglia (1).

(1) Vedere per maggiori spiegazioni sullo stato dello spirito durante il sonno

Il Libro degli Spiriti, capitolo Emancipazione dell’anima, n. 409

2) Gli spiriti che si manifestano alla vista, appartengono piuttosto ad una

classe che ad un’altra?

“No, essi possono appartenere a tutte le classi, dalle più elevate alle più

infime”.

3) E’ permesso a tutti gli spiriti di manifestarsi visibilmente?

 

87

“Tutti lo possono; ma essi non ne hanno sempre il permesso, né la volontà”.

4) Quale è lo scopo degli spiriti che si manifestano visibilmente?

“Secondo la loro natura, lo scopo può essere buono o cattivo”.

5) Come mai può essere dato questo permesso quando lo scopo è cattivo?

“Questa è una prova per coloro ai quali essi appariscono. L’intenzione dello

spirito può essere cattiva, ma il risultato può essere buono”.

6) Quale può essere lo scopo degli spiriti che hanno una cattiva intenzione,

nel farsi vedere?

“Atterrire e spesso vendicarsi”.

- Qual è invece !o scopo degli spiriti che vengono con una buona intenzione?

“Consolare le persone che li rimpiangono; provare che essi esistono e sono

vicini a voi; dare dei consigli, e qualche volta reclamare assistenza per se

stessi”.

7) Quale inconveniente vi sarebbe, se la possibilità di vedere gli spiriti fosse

permanente e generale? Non sarebbe questo il mezzo di togliere i dubbi ai

più increduli?

“Essendo l’uomo costantemente attorniato da spiriti, la loro vista incessante

lo turberebbe, lo impaccerebbe nelle sue azioni e gli toglierebbe la sua

iniziativa nella maggior parte dei casi; mentre invece, credendosi solo, egli

agisce più liberamente.

“Quanto agli increduli, essi hanno mezzi sufficienti per convincersi, se

vogliono approfittarne e se non sono accecati dall’orgoglio. Voi sapete bene

che vi sono persone che hanno veduto e tuttavia non credono. Esse dicono che

è un’illusione. Non inquietatevi di simile gente, Dio si occuperà di loro”.

Osservazione. - Vi sarebbero altrettanti inconvenienti a vedersi

continuamente in presenza degli spiriti, quanto il vedere l’aria che ci circonda,

o le miriadi d’animali microscopici che pullulano attorno e sopra di noi. Dal

che dobbiamo concludere che ciò che Dio ha fatto, è ben fatto, e che egli

conosce meglio di noi quello che ci conviene.

8) Se la vista degli spiriti ha degli inconvenienti, perché e permessa in certi

casi?

“E’ permessa per provare che non tutto muore con il corpo, e che l’anima

conserva la sua individualità dopo la morte. Questa vita passeggera basta per

 

88

dare tale prova ed attestare la presenza dei vostri amici presso di voi; ma essa

non ha gli inconvenienti della permanenza”.

9) Nei mondi più avanzati del nostro è più frequente la vista degli spiriti?

“Quanto più l’uomo si approssima alla natura spirituale, tanto più facilmente

entra in rapporto con gli spiriti; soltanto la grossolanità del vostro involucro

rende più difficile e più rara la vista degli esseri eterei”.

10) E’ ragionevole lo spaventarsi dell’apparizione d’uno spirito?

“Chi riflette deve capire che uno spirito, qualunque sia, è meno pericoloso

d’un vivente. Gli spiriti, d’altra parte, vanno dappertutto, e non si ha bisogno

di vederli per sapere che si può averne accanto a sé.

“Lo spirito che volesse nuocere, potrebbe, senza farsi vedere, recar danno più

sicuramente. Non è pericoloso per la sua qualità di spirito, ma per l’influenza

che può esercitare sul pensiero, stornando dal bene e spingendo al male”.

Osservazione. - Gli individui che hanno paura nella solitudine e

nell’oscurità, si rendono raramente conto della causa del loro spavento; essi

non saprebbero dire di che cosa hanno paura, ma certamente dovrebbero

temere più gli uomini che gli spiriti, poiché un malfattore è più pericoloso

vivente, che dopo la sua morte. Una signora di nostra conoscenza ebbe una

sera, nella sua camera, una apparizione così ben caratterizzata, che ella

credette alla presenza di qualcuno ed il suo primo movimento fu quello dello

spavento. Essendosi però assicurata che non vi era alcuno, ella si disse: “A

quanto pare, non si tratta che di uno spirito; allora posso dormire tranquilla”.

11) Potrebbe colui al quale appare uno spirito intavolare con esso una

conversazione?

“Perfettamente; anzi è appunto questo che si deve fare in simile caso,

domandando allo spirito chi egli sia, che cosa desidera, e ciò che si può fare

per essergli utile. Se lo spirito è infelice e sofferente, la commiserazione che gli

si dimostra, lo solleva; se poi è uno spirito benevolo, può essere venuto con

l’intenzione di dare dei buoni consigli”.

- In questo caso come può rispondere lo spirito?

“Lo fa qualche volta con dei suoni articolati, come farebbe una persona

vivente; il più delle volte vi è trasmissione di pensiero”.

12) Gli spiriti che appaiono con le ali, le hanno realmente, oppure sono

soltanto una simbolica apparenza?

 

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“Gli spiriti non hanno le ali: essi non ne hanno bisogno, perché, come spiriti,

possono trasportarsi dappertutto. Essi appaiono nella maniera in cui vogliono

colpire la persona alla quale si mostrano. Gli uni compariranno con il

vestimento comune, gli altri avvolti in panneggiamenti, e alcuni con le ali,

come attributi delle categorie di spiriti da essi rappresentate”.

13) Le persone che si vedono in sogno, sono sempre quelle di cui hanno

l’aspetto?

“Sono quasi sempre le stesse persone, che il vostro spirito va a trovare o che

vengono a trovarvi”.

14) Gli spiriti leggeri non potrebbero assumere l’apparenza delle persone

che ci sono care per indurci in errore?

“Essi assumono apparenze fantastiche soltanto per divertirsi a vostre spese,

ma vi sono cose di cui non è loro lecito prendersi giuoco”.

15) Il pensiero essendo una sorta d’evocazione, si capisce che possa

provocare la presenza dello spirito; ma da che proviene che spesso le

persone alle quali si pensa di più, e che ardentemente si desidera di vedere,

non si presentano mai in sogno, mentre si vedono persone indifferenti a cui

non si pensa affatto?

“Gli spiriti non hanno sempre la possibilità di manifestarsi alla vista, anche in

sogno, e malgrado il desiderio che si ha di vederli; possono esserne impediti

da cause indipendenti dalla loro volontà. Molte volte, poi, è una prova, che si

deve subire malgrado il più ardente desiderio. Quanto alle persone

indifferenti, se non pensate a loro, è possibile che esse pensino a voi. D’altra

parte, non potete farvi un’idea delle relazioni del mondo degli spiriti. Voi vi

incontrereste in una folla di conoscenze intime, antiche o nuove, di cui non

avete alcuna idea allo stato di veglia”.

Osservazione. - Allorché non vi è alcun mezzo di controllare le visioni od

apparizioni, si possono considerare delle allucinazioni; ma allorché esse sono

confermate dagli avvenimenti, non si potrebbe attribuirle all’immaginazione;

tali sono, per esempio, le apparizioni al momento della morte, in sogno od

allo stato di veglia, delle persone alle quali non si pensa per nulla, e che, con

diversi segnali, vengono a rivelare le circostanze del tutto inattese del loro

decesso. Si videro spesso cavalli inalberarsi e rifiutare d’andare avanti per le

apparizioni che spaventavano pure quelli che li conducevano. Se

l’immaginazione può influenzare gli uomini, essa non c’entra sicuramente

quando si tratta di animali. D’altra parte, se le immagini che si vedono in

sogno fossero sempre un effetto delle preoccupazioni della veglia, niente

 

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potrebbe dare la spiegazione del perché spesso avvenga che non si sognino

mai le cose alle quali si pensa di più.

16) Perché certe visioni sono più frequenti nello stato di malattia?

“Esse hanno luogo egualmente nello stato di perfetta salute; ma nella malattia

i legami materiali essendo rallentati, la debolezza del corpo lascia maggior

libertà allo spirito, che entra più facilmente in comunicazione con gli altri

spiriti”.

17) Le apparizioni spontanee sembrano essere più frequenti in certe

contrade; certi popoli sono forse meglio dotati che non altri per avere questa

sorta di manifestazioni?

“Compilate voi dei processi verbali per ogni apparizione? Le apparizioni, i

rumori, tutte le manifestazioni infine, sono egualmente sparse su tutta la

terra, ma esse presentano dei caratteri distinti in relazione con i popoli presso

i quali si compiono. Per esempio, dove la scrittura è poco diffusa, non vi sono

i medium scriventi; invece abbondano altrove. In altri luoghi poi s’incontrano

più spesso i rumori ed i movimenti che non le comunicazioni intelligenti,

poiché queste vi sono meno stimate e ricercate”.

18) Perché le apparizioni hanno luogo di preferenza nella notte? Non

sarebbe questo un effetto del silenzio e dell’oscurità sull’immaginazione?

“Per la stessa ragione per la quale non vedete le stelle in pieno giorno. La

grande luce può cancellare un’apparizione leggera. Ma è un errore credere che

la notte vi entri in qualche modo. Interrogate tutti quelli che ebbero

apparizioni, e vedrete che quasi tutti le ebbero di giorno”.

Osservazione. - I fatti d’apparizione sono più generali e frequenti di quello

che si creda; ma molti non li confessano per la paura del ridicolo, altri li

attribuiscono ad illusione. Se presso certi popoli sembrano più complicati, ciò

dipende dal fatto che vi si osservano anche maggiormente le tradizioni, vere o

false, ma quasi sempre amplificate dal prestigio del meraviglioso, al quale si

presta più o meno l’aspetto delle località. La credulità fa allora vedere effetti

soprannaturali nei fenomeni più comuni; il silenzio della solitudine, i dirupi

scoscesi, lo stormir della foresta, il soffio impetuoso dell’uragano, l’eco delle

montagne, la forma fantastica delle nubi, le ombre, i miraggi, tutto infine si

presta all’illusione, per le immaginazioni semplici ed ingenue, che raccontano

in buona fede ciò che esse hanno visto oppure credettero di vedere. Ma vicino

alla finzione sta la realtà; e lo studio serio dello spiritismo aiuta per l’appunto

a scioglierla da tutti i ridicoli accessori della superstizione.

 

91

19) La vista degli spiriti si produce nello stato normale, o solamente nello

stato estatico?

“Essa può aver luogo in condizioni perfettamente normali; tuttavia, coloro che

li vedono sono molte volte in uno stato che si avvicina all’estasi, e che

permette loro una doppia vista”. (Vedi Il Libro degli Spiriti, n. 447).

20) Coloro che vedono gli spiriti, li vedono per mezzo degli occhi?

“Essi lo credono, ma in realtà è l’anima che vede, e ciò viene provato dal fatto

che si può vederli con gli occhi chiusi”.

21) Come può lo spirito rendersi visibile?

“Il principio è lo stesso di tutte le manifestazioni; esso dipende dalle proprietà

del perispirito, che può subire diverse modificazioni, a piacimento dello

spirito”.

22) Può lo spirito propriamente detto rendersi visibile, oppure lo può solo

con l’aiuto del perispirito?

“Nel vostro stato materiale, gli spiriti non possono manifestarsi a voi, se non

con l’aiuto del loro involucro semi materiale, perché questo è l’intermediario

col quale agiscono sui vostri sensi. Sotto quest’involucro essi appaiono

talvolta sotto l’una o l’altra forma umana, sia nei sogni, sia allo stato di veglia:

tanto nella luce che nell’oscurità”.

23) Si potrebbe dire che lo spirito si rende visibile per la condensazione del

fluido del perispirito?

“Condensazione non è la vera espressione. E’ piuttosto un paragone, che può

aiutarvi a farvi capire i fenomeni, poiché in realtà non vi è condensazione. Per

mezzo della combinazione dei fluidi, si produce nel perispirito un particolare

fenomeno, che non ha simili presso di voi e che lo rende percettibile”.

24) Gli spiriti che appaiono non si possono mai afferrare, né toccare?

“Non si possono afferrare, come succede in sogno, nel loro stato normale;

tuttavia, possono fare impressione sul tatto e lasciare tracce della loro

presenza, ed anche, in certi casi, diventare momentaneamente tangibili, il che

prova che tra loro e voi vi è una materia”.

25) E’ possibile a tutti vedere gli spiriti?

“Nel sonno sì, ma non allo stato di veglia. Nel sonno l’anima vede senza

intermediario; nella veglia essa è più o meno influenzata dall’organismo, e

perciò le condizioni non sono identiche”.

 

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26) Da che cosa dipende la facoltà di vedere gli spiriti durante la veglia?

“Questa facoltà dipende dall’organismo e dalla facilità, più o meno grande,

che ha il fluido del veggente di combinarsi con quello dello spirito. Così, non

basta allo spirito voler mostrarsi; occorre che egli trovi nella persona alla

quale vuol farsi vedere l’attitudine necessaria”.

- Può questa facoltà svilupparsi con l’esercizio?

“Essa lo può come tutte le altre facoltà; ma è una di quelle per le quali vale

meglio aspettare lo sviluppo naturale che non provocarlo, nel timore di

eccitare troppo l’immaginazione. La vista generale e permanente degli spiriti è

eccezionale, e non si trova nelle condizioni normali dell’uomo”.

27) E’ possibile provocare l’apparizione degli spiriti?

“Qualche volta si può, ma molto raramente. Essa è quasi sempre spontanea.

Per poterlo fare, occorre essere dotati d’una facoltà speciale”.

28) Possono gli spiriti rendersi visibili sotto un’altra apparenza che non sia

la forma umana?

“La forma umana è la forma normale. Lo spirito può variarne l’apparenza, ma

il tipo è sempre l’umano”.

- Non possono essi manifestarsi sotto forma di fiamma?

“Essi possono produrre fiamme e luci, come qualsiasi altro effetto, per

attestare la loro presenza; ma le suddette luci non sono gli spiriti. La fiamma

non è, spesso, che un miraggio od un’emanazione del perispirito; non ne

sarebbe in tutti i casi che una parte; il perispirito non appare intero se non

nelle visioni”.

29) Che cosa dobbiamo pensare della credenza che attribuisce i fuochi fatui

alla presenza di anime o spiriti?

“Superstizione prodotta dall’ignoranza. La causa fisica dei fuochi fatui è

abbastanza nota”.

- La fiamma cerulea che apparve, a quanto si dice, sulla testa di Servio

Tullio fanciullo, è una leggenda od una realtà?

“Una realtà, essa era prodotta dallo spirito familiare, che voleva avvertire la

madre. Questa madre, medium veggente, aveva visto un raggio dello spirito

protettore di suo figlio. Non tutti i medium veggenti vedono con la stessa

intensità, allo stesso modo che i vostri medium scriventi non scrivono tutti la

stessa cosa. Mentre questa madre vedeva una fiamma soltanto, un altro

medium avrebbe potuto vedere il corpo stesso dello spirito”.

30) Potrebbero gli spiriti presentarsi sotto forma di animali?

 

93

“Ciò può accadere; ma sono sempre spiriti bassissimi quelli che assumono

queste apparenze. In tutti i casi, questa non potrebbe essere che una

apparenza momentanea; giacché sarebbe assurdo il credere che un vero

animale potesse essere l’incarnazione d’uno spirito umano qualunque. Gli

animali sono sempre animali, e niente altro”.

Osservazione. - La sola superstizione può far credere che certi animali

siano animati dagli spiriti; e occorrerebbe un’immaginazione ben

compiacente e ben fervida, per vedere qualche cosa di soprannaturale nelle

circostanze, un poco bizzarre, nelle quali essi qualche volta si presentano; ma

la paura fa sovente vedere ciò che non esiste. La paura non è però sempre

sorgente di questa idea. Abbiamo conosciuto una signora, intelligentissima

del resto, che era oltre misura affezionata ad un grosso gatto nero, perché lo

credeva d’una natura al disopra dell’animale. Essa non aveva mai inteso

parlare di spiritismo, altrimenti avrebbe capito il ridicolo della causa di sua

predilezione, conoscendo per prova l’impossibilità d’una simile metamorfosi.

Saggio teorico sulle apparizioni

101 - Le manifestazioni apparenti più ordinarie hanno luogo nel sonno; sono

visioni che si manifestano per mezzo dei sogni. Non entra nel compito nostro

l’esaminare tutte le particolarità che possono presentare i sogni; le

riassumeremo dicendo che i sogni possono essere: una visione attuale delle

cose presenti od assenti; una visione retrospettiva del passato, e, in qualche

caso eccezionale, un presentimento dell’avvenire. Altre volte possono essere

quadri allegorici, che gli spiriti fanno passare sotto i nostri occhi per darci

utili avvertimenti e consigli salutari, se essi sono buoni spiriti; o per indurci in

errore e lusingare le nostre passioni, se sono spiriti imperfetti o bassi. La

teoria seguente si applica ai sogni, come a tutti gli altri casi di apparizione

(vedi Il Libro degli Spiriti, n. 400 e seguenti).

L’interpretazione dei sogni non è che frutto di superstizione.

102 - Le apparizioni, propriamente dette, hanno luogo allo stato di veglia, ed

allorché si gode della pienezza e dell’intera libertà delle proprie facoltà. Esse si

presentano generalmente sotto una forma vaporosa e diafana, qualche volta

vaga e imprecisa; in principio, appare soltanto una tenue luce biancastra, i cui

 

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contorni si disegnano a poco a poco. Altre volte, le forme sono nettamente

accentuate, e si distinguono i più piccoli tratti del viso, al punto da poterne

fare una precisissima descrizione. Il portamento e l’aspetto sono somiglianti a

quelli che aveva lo spirito quando era in vita.

Potendo prendere tutte le apparenze, lo spirito si presenta sotto quella che gli

serve meglio per farsi riconoscere, se tale è il suo desiderio, Così, quantunque

come spirito non abbia più alcuna infermità corporale, si mostrerà storpio,

zoppo, gobbo, ferito e con cicatrici, se ciò fosse necessario per constatare la

sua identità. Esopo, per esempio, come spirito non è deforme; ma se lo si

evoca nel suo essere di Esopo (quand’anche avesse avuto in seguito molte

esistenze), egli apparirà brutto e gobbo, e con il costume tradizionale.

Una cosa notevole è che, a meno di circostanze particolari, le parti meno

disegnate sono le membra inferiori, mentre la testa, il tronco, le braccia e le

mani sono sempre nettamente accentuate. Infatti, non si vedono quasi mai

camminare, ma scivolare come ombre. Quanto al costume, si compone quasi

sempre d’un panneggiamento terminante in lunghe pieghe svolazzanti; tale

almeno, unitamente ad una capigliatura ondeggiante e graziosa, è l’apparenza

degli spiriti che nulla hanno conservato delle cose terrestri; ma gli spiriti

volgari, quelli che furono da noi conosciuti, hanno generalmente il vestimento

che essi avevano nell’ultimo periodo della loro esistenza. Spesso hanno

attributi caratteristici della loro elevazione, come un’aureola, oppure le ali,

per quelli che si possono considerare come angeli; mentre altri hanno quelli

che richiamano le loro occupazioni terrestri. Così, un guerriero potrà apparire

con la sua armatura, uno scienziato con dei libri, un assassino con un pugnale,

ecc... Gli spiriti superiori hanno una fisionomia bella, nobile, serena; gli infimi

hanno qualche cosa di feroce e di bestiale, e qualche volta portano ancora le

tracce dei delitti che hanno commessi o dei supplizi che hanno subito. La

questione del vestimento e di tutti gli oggetti accessori, è forse quella che

sorprende di più. Noi vi ritorneremo in un capitolo speciale, perché essa si

lega ad altri fatti importantissimi.

103 - Abbiamo detto che l’apparizione ha qualche cosa di vaporoso; in certi

casi, si potrebbe paragonare all’immagine riflessa in uno specchio non

argentato; immagine che, malgrado la sua nettezza, non impedisce di vedere

attraverso di lei gli oggetti che vi stanno dietro. Generalmente, i medium

veggenti li distinguono in questa forma: essi li vedono andare, venire, entrare

in un appartamento od uscirne, circolare tra la folla dei viventi, avendo l’aria,

almeno per gli spiriti inferiori, di prender parte attiva a tutto ciò che succede

intorno ad essi, di interessarsi e di ascoltare ciò che si dice. Sovente si vedono

 

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avvicinare una persona, suggerirle idee, influenzarla, consolarla se sono

buoni, schernirla se sono cattivi, mostrarsi tristi o contenti dei risultati che

ottengono; in una parola, è come un facsimile del mondo corporeo. Tale è

questo mondo occulto che ci attornia, in mezzo al quale viviamo senza

dubitarne, come viviamo, senza maggiormente dubitarne, in mezzo alle

miriadi d’insetti e corpuscoli del mondo microscopico.

Il microscopio ci rivela un mondo di esseri infinitamente piccoli, di cui non

avevamo idea; lo spiritismo, aiutato dai medium veggenti, ci rivela il mondo

degli spiriti, il quale è pure una delle forze attive della natura. Con l’aiuto dei

medium veggenti, abbiamo potuto studiare il mondo invisibile, iniziarci alle

sue abitudini, come un popolo di ciechi potrebbe studiare il mondo visibile,

con l’aiuto di qualche uomo che godesse della vista (vedi più appresso, al

capitolo sui Medium, l’articolo concernente i Medium veggenti).

104 - Lo spirito che vuole, o può, apparire, riveste qualche volta una forma

ancora più netta, avente tutte le apparenze d’un corpo solido, al punto di

produrre un’illusione completa e di far credere che si ha davanti un essere

corporeo. In qualche caso, infine, e in determinate circostanze, la tangibilità

può diventare reale, vale a dire che è possibile toccare, palpare, sentire la

stessa resistenza, il medesimo calore che distinguono un corpo vivente, ciò

che non gli impedisce di svanire con la rapidità del baleno. In questo caso, la

sua presenza viene constatata non solo dalla vista, ma anche dal tatto.

Qualora si potesse attribuire all’illusione, o ad una sorta di fascinazione,

l’apparizione semplicemente visuale, il dubbio non sarebbe più permesso,

quando si può afferrarla, palparla, quando essa stessa vi ghermisce e vi

stringe. I fatti di apparizioni tangibili sono i più rari; ma quelli che avvennero

in questi ultimi tempi, per l’influenza di qualche medium possente (fra gli

altri il signor Home) e che hanno tutta l’autenticità di testimonianze

irrecusabili, provano e spiegano ciò che la storia riferisce al riguardo di

persone, che si sono mostrate dopo la loro morte, con tutte le apparenze della

realtà. Del resto, come abbiamo detto, per quanto straordinari siano simili

fenomeni, ne scompare tutto il meraviglioso, quando si conosce la maniera

nella quale si producono, e si capisce che, ben lungi dall’essere una eccezione

alle leggi della natura, essi ne sono una nuova applicazione, o almeno

conosciuta come nuova.

105 - Per sua natura, e nel suo stato normale, il perispirito è invisibile, ed ha

questo in comune con una quantità di fluidi, che noi sappiamo esistere,

quantunque non li abbiamo mai visti; ma egli, come certi altri fluidi, può

 

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anche subire modificazioni che lo rendono percettibile alla vista, sia per

mezzo d’una specie di condensazione, sia per mezzo d’un cambiamento nella

disposizione molecolare, allora egli ci appare sotto una forma vaporosa. La

condensazione (non converrebbe prendere questa parola alla lettera; non

l’impieghiamo se non in mancanza d’altra e a titolo di paragone), secondo

noi, può essere tale, che il perispirito acquisti le proprietà di un corpo solido e

tangibile; ma egli può istantaneamente riprendere il suo stato etereo ed

invisibile. Noi possiamo renderci conto di questo effetto per mezzo di quello

del vapore, che può passare dalla invisibilità allo stato nebbioso, poi liquido,

poi solido e viceversa.

Questi differenti stati del perispirito sono il risultato della volontà dello

spirito, e non d’una causa fisica esteriore, come nei nostri gas. Quando lo

spirito ci appare, egli mette il suo perispirito nello stato necessario per

renderlo visibile, ma per questo la sua volontà non basta, poiché la

modificazione del perispirito si opera mediante la sua combinazione con il

fluido proprio del medium, ora questa combinazione non è sempre possibile:

questo spiega perché la visibilità degli spiriti non è generale. Così non basta

che lo spirito voglia mostrarsi; come non basta, che una persona voglia

vederlo; è necessario che i due fluidi possano combinarsi e che vi sia tra loro

una specie di affinità; e forse è anche necessario che l’emissione del fluido

della persona sia abbastanza abbondante, per operare la trasformazione del

perispirito; e probabilmente occorrono ancora altre condizioni a noi

sconosciute; è necessario, infine, che lo spirito abbia il permesso di farsi

vedere a tale persona, ciò che non sempre gli è accordato, o lo è solamente in

certe circostanze, per motivi che noi non possiamo ancora conoscere.

106 - Un’altra proprietà del perispirito, inerente alla sua natura eterea, è la

penetrabilità. Nessuna materia gli fa ostacolo; egli le attraversa tutte, come la

luce attraversa i corpi trasparenti. Ecco perché non vi è chiusura che possa

opporsi all’entrata degli spiriti: essi vanno a visitare il carcerato nella sua

prigione, facilmente quanto l’uomo che si trova fra i campi.

107 - Le apparizioni allo stato di veglia non sono né rare né nuove; ve ne

furono in tutti i tempi; la storia ne ricorda un gran numero; ma, senza risalire

tanto indietro nel tempo, esse sono frequentissime anche ai giorni nostri, e

molte persone ne ebbero, quantunque sulle prime le abbiano considerate

come allucinazioni. Esse sono soprattutto frequenti nei casi di morte di

persone assenti, che vengono a visitare i loro parenti od amici. Spesso, esse

non hanno scopo determinato, ma si può dire che, in generale, gli spiriti che

 

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compaiono in questa forma, sono attratti dalla simpatia. Poche sono le

persone che non abbiano conoscenza di qualche fatto di questo genere, la cui

autenticità non potrebbe essere messa in dubbio.

108 - Aggiungeremo alle considerazioni precedenti, l’esame di alcuni effetti

ottici, che diedero luogo al singolare sistema degli Spiriti globuli.

L’aria non è sempre d’una limpidezza assoluta, e vi sono circostanze in cui le

correnti delle molecole aeriformi e la loro agitazione prodotta dal calore, sono

perfettamente visibili. Alcuni hanno scambiato questo fenomeno per

moltitudini di spiriti agitantisi nello spazio. Basta spiegare il motivo che ha

fatto nascere questa opinione per confutarla. Ma vi è un altro genere di

illusione non meno bizzarra contro la quale è anche conveniente essere

premuniti. L’umore acquoso dell’occhio offre dei punti appena percettibili che

hanno perduto la loro trasparenza. Questi punti sono come corpi opachi in

sospensione nel liquido, del quale essi seguono i movimenti. Essi producono

nell’aria ambiente e a distanza, per l’effetto dell’ingrandimento e della

rifrazione, l’apparenza di piccoli dischi variabili da uno a dieci millimetri di

diametro, e che pare nuotino nell’atmosfera. Abbiamo visto alcuni scambiare

questi dischi per spiriti, che li seguivano e li accompagnavano dappertutto, e

nel loro entusiasmo prendere per figure le sfumature della iridescenza, il che è

quasi tanto ragionevole, quanto il vedere una faccia nella luna.

Una semplice osservazione, proveniente da queste stesse persone, le

ricondurrà sul terreno della realtà.

Questi dischi o medaglioni, esse dicono, non solo le accompagnano, ma

seguono tutti i loro movimenti; essi vanno a destra, a sinistra, in alto, in

basso, o si arrestano secondo il movimento della testa. Ciò non è

sorprendente; infatti, essendo la sede di ciò che appare nel globo oculare,

l’immagine deve seguirne i movimenti. Se fossero spiriti, bisognerebbe

convenire che essi sarebbero costretti ad un compito troppo meccanico, in

ragione della loro qualità di esseri intelligenti e liberi; compito assai

fastidioso, anche per spiriti inferiori, ed a più giusta ragione incompatibile

con l’idea che noi ci facciamo degli spiriti superiori. Alcuni, è vero, prendono

per cattivi spiriti i punti neri o “mosche amaurotiche”.

Questi dischi, come le macchie nere, hanno un movimento ondulatorio, il

quale non si scosta giammai dall’ampiezza d’un certo angolo, e ciò che

aumenta l’illusione, si è che non seguono bruscamente i movimenti della linea

visuale.

La ragione ne è ben semplice. I punti opachi dell’umore acquoso, causa prima

 

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del fenomeno, sono, come abbiamo detto, tenuti in sospensione, ed hanno

sempre una tendenza a discendere. Allorché salgono, si è perché vi sono

sollecitati dal movimento dell’occhio dal basso in alto; ma arrivati ad una

certa altezza, se l’occhio è fissato, si vedono i dischi discendere da sé, poi

arrestarsi. La loro mobilità è estrema giacché basta un impercettibile

movimento dell’occhio, per farli cambiare di direzione, e far loro percorrere

rapidamente tutta l’ampiezza dell’arco nello spazio ove si produce l’immagine.

Fintantoché non sia provato che un’immagine possiede un movimento

proprio, spontaneo ed intelligente, non vi si può scorgere altro che un

semplice fenomeno ottico o fisiologico.

Lo stesso si dica delle scintille che si producono qualche volta in manipoli o in

fasci più o meno compatti per mezzo della contrazione dei muscoli

dell’occhio, e che sono probabilmente dovute all’elettricità fosforescente

dell’iride, giacché esse sono generalmente circoscritte nella circonferenza del

disco di questo organo.

Simili illusioni non possono essere che il risultato di una osservazione

incompleta. Coloro che hanno seriamente studiata la natura degli spiriti con

tutti i mezzi che dà la scienza pratica, capiranno quanto in esse vi sia di

puerile. Come noi combattiamo le teorie azzardate, per mezzo delle quali si

viene ad attaccare le manifestazioni, allorquando queste teorie sono basate

sull’ignoranza dei fatti, così dobbiamo cercare di distruggere le false idee, le

quali provano più entusiasmo che riflessione, e che, per ciò appunto, fanno

più male che bene presso gli increduli, già così disposti a cercare il lato

ridicolo.

109 - Il perispirito, come si scorge, è il principio di tutte le manifestazioni. La

sua conoscenza ha dato la spiegazione di una quantità di fenomeni e ha fatto

fare un passo immenso alla scienza spiritica, facendola entrare in una via

nuova, e togliendole ogni carattere arcano o meraviglioso. Noi vi abbiamo

trovato, per mezzo degli spiriti stessi (poiché occorre notare che essi ci hanno

messo su questa strada), la spiegazione dell’azione dello spirito sopra la

materia, del movimento dei corpi inerti, dei rumori e delle apparizioni. Noi vi

troveremo ancora quella di molti altri fenomeni che ancora dobbiamo

esaminare, prima di passare allo studio delle comunicazioni propriamente

dette. Essi si capiranno tanto più facilmente quanto meglio ci saremo prima

resi conto delle cause. Se questo principio fu ben capito, se ne farà più

facilmente l’applicazione ai diversi fatti, che potrebbero eventualmente

presentarsi all’osservatore.

 

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110 - Noi siamo lontani dal ritenere la nostra teoria come assoluta e come se

fosse l’ultima parola sulla questione; essa sarà senza dubbio completata o

rettificata più tardi con nuovi studi. Ma per quanto imperfetta ed incompleta

essa sia al giorno d’oggi, può sempre aiutare a renderci ragione della

possibilità dei fatti, per mezzo di cause che nulla hanno di soprannaturale. Se

poi viene creduta un’ipotesi, non le si potrebbe tuttavia rifiutare il merito

della razionalità e della probabilità, e ciò vale assai più di tutte le spiegazioni

dei negatori, per provare che nei fenomeni spiritici tutto è pura illusione,

fantasmagoria e sotterfugio.

Teoria dell’allucinazione

111 - Coloro che non ammettono il mondo incorporeo ed invisibile, credono di

spiegare tutto con la parola allucinazione. La definizione di questa parola è

conosciuta: un errore, un’illusione d’una persona che crede di avere delle

percezioni che in realtà non ha (dal latino hallucinari, errare, composto delle

parole ad lucem); ma gli scienziati non ne hanno ancora, per quanto ne

sappiamo, spiegata la ragione fisiologica.

Pare che l’ottica e la fisiologia non abbiano più per essi alcun segreto; come

può essere dunque che non ci abbiano ancora spiegata la natura e la sorgente

delle immagini che si offrono allo spirito in certe circostanze?

Essi vogliono tutto spiegare con le leggi della materia, e sia; ma almeno ci

diano, sulla scorta di queste leggi, una teoria dell’allucinazione: buona o

cattiva, essa sarà sempre una spiegazione.

112 - La causa dei sogni non fu mai spiegata dalla scienza; essa li attribuisce

ad un effetto dell’immaginazione; ma non ci dice, peraltro, che cosa sia

quest’immaginazione, né come essa produca queste immagini, così chiare e

così nette, come talvolta ci appaiono. E’ un volere spiegare una cosa che non è

conosciuta, per mezzo di un’altra parimenti ignota; la questione resta dunque

tutta intera. Si dice che il sogno sia un ricordo delle preoccupazioni del

giorno; ma quand’anche si volesse ammettere questa soluzione, la quale poi

non è tale, rimarrebbe ancora da scoprire che cos’è questo specchio magico

che conserva così bene l’impronta delle cose. Come spiegare, soprattutto,

quelle visioni delle cose reali che non si sono mai viste allo stato di veglia, ed

alle quali pure non si è mai pensato? Solo lo spiritismo poteva darci la chiave

di questo bizzarro fenomeno, che passa inosservato a causa della sua stessa

 

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volgarità, come tutte le meraviglie della natura che noi schiacciamo sotto i

piedi.

Gli scienziati sdegnarono di occuparsi dell’allucinazione; che essa sia reale o

no, è però sempre un fenomeno che la fisiologia deve poter spiegare, sotto

pena di confessare la sua insufficienza. Se verrà un giorno in cui uno

scienziato s’impegni per darne non una definizione, intendiamoci bene, ma

una spiegazione fisiologica, noi dovremo ancora vedere se la sua teoria risolve

tutti i casi; non tralasci egli, soprattutto, i fatti così comuni d’apparizioni di

persone al momento della loro morte ai loro cari; ci dica, come può accadere

la coincidenza dell’apparizione, con la morte della persona? Quando si

trattasse soltanto d’un fatto isolato, si potrebbe attribuirlo all’azzardo, ma

poiché è frequentissimo, il caso non ha di queste ripetizioni. Se ancora, colui

che vede l’apparizione, avesse l’immaginazione colpita dall’idea che la

persona deve morire, sta bene; ma quella che appare è più spesso la persona

alla quale egli pensa meno: dunque, l’immaginazione non c’entra per nulla.

Ancora meno si possono spiegare per mezzo dell’immaginazione le

circostanze della morte, di cui non si ha alcuna idea. Diranno forse i partigiani

dell’allucinazione che l’anima (se pur anche ammettono un’anima) ha dei

momenti di sovreccitazione, in cui le sue facoltà sono esaltate?

Siamo d’accordo, ma quando quello che essa vede è reale, il fenomeno non

può più attribuirsi ad un’illusione. Se, nella sua esaltazione, l’anima vede una

cosa che non le è presente, è segno che essa si trasporta: ma, se la nostra

anima può trasportarsi verso una persona assente, perché l’anima di questa

persona assente non dovrebbe potersi trasportare verso di noi? Noi li

invitiamo a tener conto, nella loro teoria dell’allucinazione, di questi fatti, e a

non dimenticare che una teoria alla quale si possono opporre fatti contrari, è

necessariamente falsa ed incompleta. Aspettando la loro spiegazione, noi

cercheremo intanto di porgere qualche idea su questo argomento.

113 - I fatti ci provano, che vi sono vere apparizioni, che la teoria spiritica ci

spiega perfettamente, e che possono essere negate soltanto da coloro che

niente ammettono all’infuori dell’organismo materiale; ma accanto alle

visioni reali vi sono forse allucinazioni nel senso vero della parola? Non vi è

alcun dubbio. Quale ne è dunque la sorgente? Gli spiriti stessi ci metteranno

sulla strada poiché la spiegazione ci sembra completamente contenuta nelle

risposte fatte alle seguenti questioni:

- Le visioni sono sempre reali, o sono qualche volta l’effetto

dell’allucinazione? Quando, per esempio, si vede in sogno od altrimenti il

diavolo, o altre cose fantastiche, che non esistono, non è questo un prodotto

 

101

dell’immaginazione?

“Sì, qualche volta. quando si è colpiti da certe letture o da storie di diavolerie

che c’impressionano, ce ne ricordiamo, e crediamo di vedere ciò che non

esiste. Ma noi abbiamo anche detto che lo spirito, sotto il suo involucro semi

materiale, può prendere ogni sorta di forme per manifestarsi. Uno spirito

beffardo può, dunque, apparire con le corna e con gli artigli, se ciò gli fa

piacere, per farsi giuoco della credulità; come un buono spirito può mostrarsi

con le ali ed in sembianze raggianti”.

- Possono considerarsi come apparizioni le figure ed altre immagini che si

presentano sovente tra il sonno e la veglia o semplicemente quando si

chiudono gli occhi?

“Allorché i sensi si intorpidiscono, lo spirito si libera, e può vedere lontano o

vicino ciò che non potrebbe vedere con gli occhi corporei. Queste immagini

sono il più delle volte visioni, ma esse possono anche essere un effetto delle

impressioni che la vista di certi oggetti ha lasciato nel cervello che ne conserva

le tracce, come conserva quella dei suoni. Lo spirito sciolto vede allora nel

proprio cervello queste impronte che vi si fissarono come un’immagine

fotografica. La loro varietà e la loro mescolanza formano un assieme bizzarro

e fuggitivo, che si cancella quasi subito malgrado gli sforzi che si fanno per

ritenerli. E’ ad una simile causa che conviene attribuire certe apparizioni

fantastiche, che non hanno niente di reale e che si producono spesso nello

stato di malattia”.

E’ cosa ben certa che la memoria è il risultato delle impronte conservate dal

cervello; ora, per qual singolare fenomeno queste impronte così variate e così

molteplici non si confondono? E’ questo un mistero impenetrabile, non più

strano di quello delle onde sonore, che si incrociano nell’aria, e tuttavia

rimangono distinte. In un cervello sano e ben organizzato, queste impronte

sono nette e precise; in uno stato meno favorevole, esse si cancellano e si

confondono; donde la perdita della memoria o la confusione delle idee. Ciò

sembra ancora meno straordinario se si ammette, come nella frenologia, una

destinazione speciale ad ogni parte, e perfino ad ogni fibra del cervello.

Le immagini arrivate al cervello per via degli occhi vi lasciano dunque

un’impronta, la quale fa sì che ci ricordiamo di un quadro, come se lo

avessimo ancora avanti a noi; ma e sempre una questione di memoria,

giacché non lo vediamo.

Ora, in certi stati d’emancipazione, l’anima vede nel cervello, e vi ritrova

queste immagini, soprattutto quelle che l’hanno maggiormente colpita,

 

102

secondo la natura della preoccupazione, o le disposizioni dello spirito; in tal

modo, essa vi ritrova l’impronta di scene religiose, diaboliche, drammatiche,

mondane, bizzarre figure di animali, che essa ha visto in altra epoca, in

pittura od anche in racconto, giacché anche i racconti lasciano delle impronte.

Così l’anima vede realmente, ma essa vede soltanto un’immagine fotografata

nel cervello. Nello stato normale, queste immagini sono fuggitive ed effimere,

perché tutte le parti cerebrali funzionano liberamente; ma nello stato di

malattia, il cervello è sempre più o meno indebolito, non esiste equilibrio fra

tutti gli organi; alcuni soltanto conservano la loro attività, mentre gli altri

sono in certo modo paralizzati; di qui la permanenza di alcune immagini, che

non sono cancellate, come nello stato normale, dalle preoccupazioni della vita

esteriore. E’ questa la vera allucinazione e la causa prima delle idee fisse.

Come si vede, noi abbiamo reso conto di questa anomalia, con una legge tutta

fisiologica e conosciutissima, cioè quella delle impronte cerebrali; ma siamo

sempre stati costretti a farvi intervenire l’anima; ora, se i materialisti non

hanno ancora potuto dare una soddisfacente soluzione di questo fenomeno, è

perché non vogliono ammettere l’anima; e certo essi diranno che la nostra

spiegazione è errata, perché noi poniamo per principio ciò che da essi è

contestato; ma è tuttavia ammesso dalla immensa maggioranza, dal momento

che vi sono uomini sopra la terra, e la negazione di qualcuno non può far

testo.

La nostra spiegazione è buona? Noi la diamo per quanto ella può valere, in

mancanza di un’altra, e, se si vuole, a titolo di semplice ipotesi, in attesa di

meglio. Così come è, essa rende ragione di tutti i casi di visione? Certamente

no, e noi sfidiamo tutti i fisiologi a darne una sola, presa dal loro punto di

vista esclusivo, che li risolva tutti; poiché quando essi hanno pronunziato le

loro sacramentali parole di sovreccitazione e di esaltazione, essi non hanno

detto nulla; dunque, se tutte le teorie dell’allucinazione sono insufficienti per

spiegare tutti i fatti, bisogna convenire che vi è qualche altra cosa, all’infuori

della allucinazione propriamente detta. La nostra teoria sarebbe falsa, se noi

l’applicassimo a tutti i casi di visione, perché ve ne sono di quelli che

verrebbero a contraddirla; ma essa può essere giusta se è ristretta a certi

effetti.

 

103

7 - BICORPOREITA’ E TRASFIGURAZIONE

Apparizioni dello spirito dei viventi - Uomini doppi - Sant’Alfonso

de’ Liguori e Sant’Antonio da Padova - Vespasiano -

Trasfigurazione Invisibilità.

114 - Questi due fenomeni sono varietà di quello delle manifestazioni visive, e

per quanto meravigliosi possano sembrare a tutta prima, si riconoscerà

facilmente dalla spiegazione che ne può essere data, che non escono

dall’ordine dei fenomeni naturali.

Essi sono ambedue basati su questo principio, che tutto quanto fu detto sulle

proprietà del perispirito dopo la morte, si applica al perispirito dei viventi.

Noi sappiamo che durante il sonno lo spirito riacquista in parte la sua libertà,

vale a dire che egli si isola dal corpo, ed è in questo stato che noi abbiamo

avuto molte volte l’occasione di osservarlo. Ma lo spirito (sia morto o vivente

l’uomo) ha sempre il suo involucro semi materiale, il quale, per le stesse cause

che noi abbiamo descritte, può acquistare la visibilità e la tangibilità. Alcuni

fatti molto positivi non possono lasciare alcun dubbio su questo punto;

citeremo soltanto qualche esempio da noi personalmente conosciuto, e di cui

possiamo garantire l’esattezza, ciascuno essendo in facoltà di raccoglierne di

analoghi tra i propri ricordi.

115 - La moglie d’uno dei nostri amici vide più volte, durante la notte, entrare

nella sua camera, fosse essa illuminata o buia, una fruttivendola dei dintorni,

che ella conosceva di vista, ma alla quale non aveva mai parlato. Questa

apparizione le provocò grande spavento, tanto più che in quell’epoca ella non

conosceva ancora lo spiritismo, e questo fenomeno si rinnovò molto spesso.

La fruttivendola era, naturalmente, viva, e probabilmente a quell’ora dormiva.

Mentre il suo corpo materiale era a casa sua, il suo spirito ed il suo corpo

fluidico erano in casa di questa signora. Il motivo di queste visite non si

conosce. In simile caso, uno spiritista iniziato a queste cose, glielo avrebbe

domandato, ma essa non vi pensò. Ogni volta l’apparizione si eclissò senza

che la signora ne sapesse il come, ed ogni volta dopo la sua scomparsa ella

volle assicurarsi che tutte le porte fossero perfettamente chiuse, e che nessuno

avesse potuto introdursi nel suo appartamento. Questa precauzione le provò

che ella era ben sveglia, e che non era la vittima di un sogno.

Altre volte, ella vide nello stesso modo un uomo che non conosceva; un

 

104

giorno, poi, vide suo fratello, che era allora in California: aveva talmente

l’apparenza d’una persona vivente, che ella, al primo momento, credette al

suo ritorno e volle rivolgergli la parola, ma egli disparve senza lasciargliene il

tempo. Una lettera ricevuta in seguito le provò che non era morto. Questa

signora era un medium veggente naturale, ma a quest’epoca, come abbiamo

detto, essa non aveva giammai inteso parlare di medium.

116 - Un’altra signora che abita in provincia, essendo gravemente malata,

vide una sera, verso le dieci, un signore attempato che abitava nella sua stessa

città, che ella incontrava talvolta in società, ma senza alcuna relazione

d’intimità. Questo signore, seduto in una poltrona ai piedi del suo letto, di

tanto in tanto prendeva una presa di tabacco, avendo l’aria di vegliarla.

Sorpresa di una tale visita a simile ora, ella volle domandargliene il motivo,

ma il signore le fece cenno di non parlare e di dormire. Varie volte ella volle

indirizzargli la parola, ed ogni volta si ripeté la stessa raccomandazione.

Infine, ella finì con l’addormentarsi. Dopo qualche giorno, essendo ristabilita,

ella ricevette la visita di quello stesso signore, ma ad un’ora più conveniente, e

questa volta era proprio lui in persona, con gli stessi abiti, la stessa

tabacchiera, ed esattamente gli stessi modi. Persuasa che egli fosse venuto

durante la sua malattia, lo ringraziò della pena che si era dato. Il signore,

sorpreso, le rispose che da molto tempo non aveva avuto il piacere di vederla.

La signora, che conosceva i fenomeni spiritici, capì allora la cosa; ma non

volendo entrare con lui in spiegazioni, si accontentò di dirgli che

probabilmente aveva sognato. E’ proprio quello che è più probabile, diranno

gli increduli; ma rimane sempre cosa accertata che questa signora non

dormiva affatto, come non dormiva l’altra, menzionata più sopra. Allora ella

sognava da sveglia; in altri termini, aveva una allucinazione. Ecco la grande

parola, la spiegazione universale di tutto ciò che non si capisce. Avendo noi

già sufficientemente combattuto quest’obiezione, proseguiamo.

117 - Ecco un altro fatto più caratteristico, e noi saremmo curiosi di vedere

come si potrebbe spiegarlo con il puro gioco dell’immaginazione.

Un signore abitante in provincia non aveva mai voluto prendere moglie,

malgrado le istanze della sua famiglia. Questa aveva particolarmente insistito

presso di lui affinché sposasse una persona abitante in una vicina città, e che

egli non aveva mai vista. Un giorno, essendo nella sua camera, fu tutto

sorpreso di vedersi in presenza di una giovane fanciulla, vestita di bianco, con

la testa ornata d’una corona di fiori. Ella gli disse che era la sua fidanzata, gli

tese la mano, ch’egli prese nella sua, e nella quale vide un anello. In capo a

 

105

qualche istante tutto disparve. Sorpreso di questa apparizione, ed essendosi

assicurato di essere ben sveglio, si informò se qualcuno era venuto nella

giornata; la risposta fu che non era venuto nessuno. Un anno dopo, cedendo a

nuove sollecitazioni da parte d’un parente, egli si decise di andare a vedere la

fanciulla che gli era stata proposta in moglie. Egli arrivò nel giorno del

Corpus Domini; era il momento in cui si ritornava dalla processione, ed

una delle prime persone che vide entrando nella casa, fu una ragazza, quella

che gli era apparsa: era vestita nella stessa maniera e per di più il giorno

dell’apparizione era stato pure quello del Corpus Domini. Egli restò

interdetto, e dal canto suo la ragazza gettò un grido e svenne. Tornata in sé,

disse che aveva già visto quel signore nello stesso giorno dell’anno precedente.

Il matrimonio fu concluso. Ciò accadeva nell’anno 1835; in tale epoca non si

parlava ancora di spiriti, e d’altra parte ambedue i protagonisti sono persone

molto positive e di prudente immaginazione.

Si dirà forse che l’uno e l’altra avevano lo spirito colpito dall’idea dell’unione

proposta, e che questa preoccupazione determinò un’allucinazione; ma non

bisogna dimenticare che il marito vi era tanto indifferente da stare un anno

senza andare a vedere la sua futura sposa. E qualora si volesse ammettere

questa ipotesi, resterebbe da spiegare la doppia apparizione, la coincidenza

dell’abbigliamento con il giorno del Corpus Domini, ed infine il

riconoscimento fisico tra persone che non si erano mai viste, circostanze,

queste, che non possono essere il prodotto dell’immaginazione.

118 - Prima di andare avanti, dobbiamo rispondere immediatamente ad una

domanda che qualcuno non mancherà di farci, quella cioè di sapere come può

vivere il corpo mentre lo spirito è assente. Potremmo rispondere che il corpo

può vivere di vita organica, la quale è indipendente dalla presenza dello

spirito, e la prova è che le piante vivono e non hanno spirito; ma dobbiamo

aggiungere che durante la vita, lo spirito non è mai completamente staccato

dal corpo. Gli spiriti, nella stessa maniera di certi medium veggenti,

riconoscono lo spirito d’una persona vivente grazie ad una striscia luminosa

che fa capo nel suo corpo, fenomeno che non ha mai luogo quando il corpo è

morto, poiché allora la separazione è completa. E’ per questa comunicazione

che lo spirito viene avvertito all’istante, a qualunque distanza egli sia, del

bisogno che il corpo può avere della sua presenza, ed allora egli vi ritorna con

la celerità del baleno. Ne risulta che il corpo non può mai morire durante

l’assenza dello spirito, e che non può mai capitare che quest’ultimo, al suo

ritorno, “trovi la porta chiusa”, come hanno scritto alcuni romanzieri in

racconti di fantasia (Il Libro degli Spiriti, n. 400 e seguenti).

 

106

119 - Torniamo ora al nostro argomento. Lo spirito d’una persona vivente,

isolato dal corpo, può apparire come quello d’una persona morta, ed avere

tutte le apparenze della realtà; inoltre, per motivi già spiegati, egli può

acquistare una tangibilità momentanea. Questo fenomeno, designato sotto il

nome di bicorporeità, diede luogo alle storie degli uomini doppi, vale a dire

di individui la cui presenza simultanea fu constatata in due luoghi differenti.

Eccone due esempi tolti, non dalle leggende popolari, ma dalla storia

ecclesiastica.

Sant’Alfonso de’ Liguori fu canonizzato prima del tempo normalmente

richiesto, per essersi mostrato simultaneamente in due luoghi differenti, il che

passò per un miracolo.

Sant’Antonio da Padova era in Spagna, e nel tempo in cui egli predicava, suo

padre, che era a Padova, andava al supplizio accusato di omicidio. Ed ecco

apparire Sant’Antonio, il quale dimostra l’innocenza di suo padre e fa

conoscere il vero colpevole, che subisce più tardi il suo castigo. Fu constatato

che in questo momento Sant’Antonio non aveva lasciato la Spagna.

Sant’Alfonso, evocato ed interrogato da noi intorno a questo fatto, così ci

rispose:

1) Potreste voi darci la spiegazione di questo fenomeno?

“Sì; l’uomo allorché per le sue virtù si è completamente liberato dall’influenza

della materia e ha elevata la sua anima verso Dio, può apparire in due luoghi

nello stesso tempo, ed ecco come:

“Lo spirito incarnato, sentendosi in procinto di prender sonno, può

domandare a Dio di potersi trasportare in un luogo qualunque. Il suo spirito,

o la sua anima, come volete chiamarlo, abbandona allora il corpo, seguito da

una parte del perispirito, e lascia la materia immonda in uno stato vicino alla

morte. Dico vicino alla morte, poiché è restato nel corpo un legame, che tiene

uniti il perispirito e l’anima alla materia, e questo legame non può essere

definito. Il corpo appare dunque nel luogo richiesto. Non credo che

desideriate sapere di più”.

2) Questo non ci dà la spiegazione della visibilità e della tangibilità del

perispirito.

“Lo spirito, trovandosi sciolto dalla materia secondo il suo grado d’elevazione,

può rendersi tangibile alla materia”.

 

107

3) E’ indispensabile il sonno del corpo affinché lo spirito appaia in altri siti?

“L’anima può dividersi allorché si sente portata in un luogo differente da

quello ove si trova il corpo. Può accadere che il corpo non dorma, quantunque

ciò sia rarissimo, ma allora il corpo non è mai in uno stato perfettamente

normale; è sempre in uno stato più o meno estatico”.

Osservazione. - L’anima non si divide già nel senso letterale della parola;

essa irradia in diverse parti, e può così manifestarsi in molti punti senza

essere divisa; la stessa cosa succede di una luce che può simultaneamente

riflettersi in molti specchi.

4) Che cosa accadrebbe ad un uomo il quale fosse improvvisamente

svegliato, mentre è immerso nel sonno, e il suo spirito appare altrove?

“Ciò non potrebbe accadere, giacché se qualcuno avesse l’intenzione di

svegliarlo, lo spirito rientrerebbe nel corpo e preverrebbe l’intenzione, poiché

lo spirito legge nel pensiero”.

Una spiegazione del tutto identica ci fu data molte volte dallo spirito di

persone morte o viventi. Sant’Alfonso spiega il fatto della doppia presenza,

ma non ci dà la teoria della visibilità e della tangibilità.

120 - Tacito riferisce un fatto analogo:

Durante il mese che Vespasiano trascorse in Alessandria per aspettare il

ritorno periodico dei venti d’estate e la stagione in cui il mare diventa sicuro,

accaddero molti prodigi, per mezzo dei quali si manifestò il favore dal cielo, e

l’interesse che gli dei sembravano prendere a questo principe... Questi prodigi

raddoppiarono in Vespasiano il desiderio di visitare il sacro soggiorno del dio,

per consultarlo sulle faccende dell’impero. Egli ordina che il tempio sia chiuso

a tutti; entrato egli stesso, e tutt’immerso nell’aspettativa di ciò che l’oracolo

avrebbe pronunziato, vede, dietro quello, uno dei capi egiziani, chiamato

Basilide, ch’egli sapeva essere ritenuto ammalato molto lontano da

Alessandria. S’informa dai sacerdoti se Basilide è venuto in quel giorno nel

tempio, s’informa dai passanti se qualcuno l’ha visto in città, infine manda

uomini a cavallo, e si assicura che in quel momento Basilide, era ad una

distanza di ottanta miglia. Allora egli non dubitò più che la visione non fosse

soprannaturale, e ritenne il nome di Basilide quale oracolo. (TACITO, Storie,

Libro IV, Cap. 81 e 82).

 

108

121 - L’individuo che si mostra simultaneamente in due luoghi differenti ha

dunque due corpi; ma di questi due corpi uno solo è reale, l’altro non è che

un’apparenza; si può dire che il primo ha la vita organica, ed il secondo quella

dell’anima; al risveglio, i due corpi si riuniscono, e la vita dell’anima rientra

nel corpo materiale. Non sembra possibile, almeno noi non ne abbiamo alcun

esempio, e la ragione sembra dimostrarlo, che nello stato di separazione, i due

corpi possano simultaneamente godere, e nello stesso grado, della vita attiva

ed intelligente. Risulta inoltre, da ciò che noi abbiamo detto or ora, che il

corpo reale non potrebbe morire mentre il corpo apparente resterebbe

visibile: l’avvicinarsi della morte richiamando sempre lo spirito nel corpo, non

fosse altro che per un istante.

Ne risulta egualmente che il corpo apparente non potrebbe essere ucciso,

giacché non è organico e non è formato di carne e ossa; esso sparirebbe al

momento in cui gli si volesse dare la morte (1).

(1) Vedere la Revue Spirite gennaio 1859, Il folletto di Baiona; - febbraio

1859, Gli Ageneri; Il mio amico Hermann; - maggio 1859, Il legame tra lo

spirito ed il corpo; - novembre 1859, L’Anima errante; - gennaio 1860, Lo

spirito da una parte e il corpo dall’altra; - marzo 1860, Studi sopra lo spirito

di persone viventi: il dottor V. e madamigella I.; aprile 1860, Il fabbricante

di Pietroburgo; apparizioni tangibili; - novembre 1860, Storia di Santa

Maria d’Agreda; - luglio 1861, Una apparizione provvidenziale.

122 - Passiamo al secondo fenomeno, quello della trasfigurazione. Esso

consiste nel cambiamento d’aspetto di un corpo vivente. Ecco, a questo

riguardo, un fatto di cui noi possiamo garantire la perfetta autenticità, e che

accadde negli anni 1858 e 1859 nei dintorni di Saint-Etienne.

Una giovane fanciulla di circa 15 anni d’età, fruiva della singolare facoltà di

trasfigurarsi, vale a dire di prendere in certi momenti tutte le apparenze di

alcune persone morte. L’illusione era talmente completa, che si credeva di

avere la persona innanzi a sé, tanto erano simili i tratti del viso, lo sguardo, il

suono della voce, e persino il dialetto. Questo fenomeno si è rinnovato

centinaia di volte, senza che la volontà della giovine ragazza vi entrasse per

niente. Ella prese molte volte l’apparenza di suo fratello morto qualche anno

prima; ne aveva non solamente la figura, ma la statura ed il volume del corpo.

Un medico del paese, molte volte testimonio di certi effetti bizzarri e volendo

assicurarsi di non essere vittima d’una illusione, fece la seguente esperienza.

 

109

(Noi abbiamo avuto il racconto dei fatti da lui stesso, dal padre della

ragazza e da molti altri testimoni oculari stimatissimi e degnissimi di fede).

Egli ebbe la idea di pesare la ragazza nel suo stato normale , poi in quello di

trasfigurazione, allorquando ella aveva l’apparenza di suo fratello dell’età di

20 e più anni, e che era molto più grande e più forte. Ebbene! Si trovò che, in

quest’ultimo dato, il peso era quasi doppio. L’esperienza era concludente, ed

era impossibile attribuire questa apparenza ad una semplice illusione ottica.

Tentiamo di spiegare questo fatto, che una volta si sarebbe chiamato

miracolo, e che noi chiamiamo semplicemente fenomeno.

123 - La trasfigurazione, in certi casi, può avere per causa una semplice

contrazione muscolare, che può dare alla fisionomia una espressione

tutt’affatto diversa, al punto di rendere la persona quasi irriconoscibile. Noi

l’abbiamo osservata spesso in certi sonnambuli, ma in questo caso la

trasformazione non è radicale; una donna potrà sembrare giovane o vecchia,

bella o brutta, ma sarà sempre una donna, e soprattutto il suo peso non

aumenterà né diminuirà. Nel caso di cui si tratta, è ben certo che vi è qualcosa

di più; la teoria del perispirito che ci metterà sulla via.

E’ ammesso, in via di principio, che lo spirito può dare al suo perispirito tutte

le apparenze; che per una modificazione nella disposizione molecolare, può

dare la visibilità, la tangibilità e per conseguenza l’opacità; che il perispirito

d’una persona viva, isolato dal corpo, può subire le stesse trasformazioni; che

questo cambiamento di stato si opera per la combinazione dei fluidi.

Immaginiamo ora il perispirito d’una persona viva, non isolato, ma raggiante

attorno al suo corpo in maniera da avvolgerlo quasi come un vapore; in

questo stato, egli può subire le stesse modificazioni che potrebbe subire se ne

fosse separato; se egli perde la sua trasparenza, il corpo può sparire, diventare

invisibile ed esserne velato come se fosse immerso nella nebbia.

Egli potrà anche cambiare aspetto e diventare brillante se tale è la volontà o il

potere dello spirito. Un altro spirito, combinando il proprio fluido con il

primo, può sostituirvi la propria apparenza, e in maniera tale, che il corpo

reale scompare sotto un involucro fluidico esteriore, la cui apparenza può

variare a piacimento dello spirito. Tale sembra essere la causa vera del

fenomeno strano e raro, conviene dirlo, della trasfigurazione. Quanto alla

differenza del peso, essa si spiega nello stesso modo che per i corpi inerti. Il

peso intrinseco del corpo non è variato, poiché la quantità di materia non è

aumentata; egli subisce l’influenza di un agente esteriore, che può

aumentarne o diminuirne il peso relativo, come l’abbiamo spiegato qui sopra

al n. 78 e seguenti. E’ dunque probabile che, se la trasfigurazione avvenisse

 

110

sotto l’aspetto d’un bambino, il peso diminuirebbe in proporzione.

124 - Si capisce che il corpo possa assumere un’altra apparenza più grande o

della stessa dimensione; ma come potrebbe prenderne una più piccola, ovvero

quella d’un bambino? In questo caso il corpo reale non dovrebbe superare i

limiti del corpo apparente? Per questo noi non affermiamo che il fatto si sia

prodotto; abbiamo solamente voluto mostrare, riferendoci alla teoria del peso

specifico, che il peso apparente avrebbe potuto diminuire. Quanto al

fenomeno per se stesso, noi non affermiamo né la sua possibilità né la sua

impossibilità; ma nel caso in cui dovesse aver luogo, non si potrebbe negare la

cosa, per il solo motivo che non se ne potrebbe dare una soddisfacente

soluzione; non bisogna dimenticare che noi siamo ai primi passi della scienza,

e che essa è ben lontana dall’aver detto la sua ultima parola su questo punto,

come su molti altri. D’altronde, le parti eccedenti potrebbero perfettamente

essere rese invisibili.

La teoria del fenomeno dell’invisibilità risulta naturalmente dalle spiegazioni

precedenti e da quelle che sono state date intorno al fenomeno degli apporti

(vedi n. 96 e seguenti).

125 - Ci resterebbe da parlare del singolare fenomeno degli ageneri, che, per

quanto straordinario possa sembrare a tutta prima, non è più soprannaturale

degli altri.

Ma, siccome l’abbiamo spiegato nella Revue Spirite (febbraio 1859),

crediamo inutile di riprodurne qui i particolari; diremo solamente che è una

varietà dell’apparizione tangibile; è lo stato di certi spiriti, i quali possono

rivestire momentaneamente le forme d’una persona vivente, al punto di

produrre una completa illusione. (Dal greco a privativo, e geine, geinomai,

generare, che non fu generato).

 

111

8 - LABORATORIO DEL MONDO INVISIBILE

Abiti degli spiriti - Formazione spontanea di oggetti tangibili -

Modificazione delle proprietà della materia - Azione magnetica

curativa.

126 - Noi abbiamo detto che gli spiriti si presentano vestiti di tuniche, di

panneggiamenti od anche dei loro abiti ordinari. I panneggiamenti sembrano

essere un abito generale nel mondo degli spiriti. Ma nasce naturale la

domanda: dove prendono essi gli abbigliamenti in tutto simili a quelli che

portavano da vivi? E’ ben certo che essi non hanno portato con sé tali oggetti,

poiché gli oggetti reali sono ancora sotto i nostri occhi; che origine hanno

dunque quelli che essi portano nell’altro mondo? Questa questione ha sempre

imbarazzato molto; ma per parecchie persone fu sempre un oggetto di

semplice curiosità; essa confermava peraltro una questione di principio d’una

grande importanza, poiché la sua soluzione ci ha messi sulla strada d’una

legge generale, che trova la sua applicazione anche nel nostro mondo

corporeo. Molti fatti sono venuti a complicarla e a dimostrare l’insufficienza

delle teorie che si erano provate.

Si poteva, fino ad un certo punto, rendersi conto dell’abito, poiché si può

considerare come facente parte, in qualche maniera, dell’individuo, non così

degli oggetti accessori, come per esempio la tabacchiera del visitatore della

signora ammalata di cui abbiamo parlato al n. 116. Notiamo a questo

proposito, che non si trattava qui di un morto, ma d’un vivente, e che questo

signore, allorché ritornò in persona, aveva una tabacchiera del tutto simile.

Dove aveva dunque il suo spirito trovata quella ch’egli usava, quando si

trovava accanto al letto della malata?

Potremmo citare un gran numero di casi in cui spiriti di morti o di vivi sono

apparsi con diversi oggetti, come bastoni, armi, pipe, lanterne, libri, eccetera.

Ci venne allora un pensiero, cioè che i corpi inerti potessero avere i loro

analoghi eterei, nel mondo invisibile; che la materia condensata formante gli

oggetti potesse avere una parte in quintessenza, che sfuggisse ai nostri sensi.

Questa teoria non era priva di verosimiglianza, ma non era in grado di

spiegarci tutti i fatti. Uno soprattutto sembrava sconcertare tutte le

interpretazioni. Finora non si trattò che di immagini o di apparenze; abbiamo

ben visto che il perispirito può acquistare le proprietà della materia, e

 

112

diventare tangibile, ma questa tangibilità è soltanto momentanea, ed il corpo

solido svanisce come un’ombra. Questo è già un fenomeno molto

straordinario, ma ciò che lo supera è vedere prodursi materia solida

persistente, come provano i numerosi fatti autentici, e particolarmente quelli

della scrittura diretta, di cui parleremo in un capitolo speciale. Tuttavia,

poiché questo fenomeno si lega intimamente al soggetto che trattiamo in

questo momento, e che ne è una delle applicazioni più positive, ne

anticiperemo l’esposizione.

127 - La scrittura diretta, o pneumatografia, si produce spontaneamente,

senza l’intervento né della mano del medium, né del lapis. Basta prendere un

foglio di carta bianca (con tutte le precauzioni necessarie per assicurarsi che

non si possa essere ingannati da alcuna frode), piegarlo e depositarlo in

qualche parte (in un cassetto, o semplicemente sopra un mobile) e, se le

condizioni sono convenienti, entro un tempo più o meno lungo, si trovano

sopra la carta caratteri tracciati, segni diversi, parole, frasi e persino discorsi,

scritti spesso con una sostanza grigiastra, analoga alla piombaggine, altre

volte con il lapis rosso, o con inchiostro ordinario od anche con inchiostro da

stampa. Ecco il fatto in tutta la sua semplicità, e la cui riproduzione,

quantunque poco comune, non è tuttavia rarissima, poiché vi sono persone

che l’ottengono facilmente. Qualora si volesse aggiungere un lapis alla carta,

si potrebbe credere che lo spirito se ne sia servito per scrivere; ma dal

momento che la carta è sola, è evidente che la scrittura è formata da una

materia deposta. Dove ha preso lo spirito questa materia? Tale è la domanda

alla cui soluzione noi fummo condotti dalla tabacchiera di cui abbiamo

parlato.

128 - Lo spirito di San Luigi ci ha dato questa soluzione nelle seguenti

risposte:

1) Abbiamo citato un caso d’apparizione dello spirito di una persona vivente.

Questo spirito aveva una tabacchiera ed annusava tabacco. Provava egli la

sensazione che si prova quando si annusa tabacco?

“No”.

2) Questa tabacchiera aveva la forma di quella di cui egli si serviva

abitualmente, e che teneva presso di sé. Che cosa era questa tabacchiera

nelle mani di quest’uomo?

“Un’apparenza; ciò avvenne affinché la circostanza fosse osservata, come

 

113

infatti lo fu, e l’apparizione non fosse presa per un’allucinazione prodotta

dallo stato di salute della veggente. Lo spirito voleva che questa signora

credesse alla realtà della sua presenza, e perciò egli prese tutte le apparenze

della realtà”.

3) Avete detto che è un’apparenza; ma un’apparenza non ha nulla di reale, è

come un’illusione ottica. Vorremmo sapere se questa tabacchiera era

precisamente una immagine senza realtà o se vi era qualcosa di materiale.

“Certamente; è con l’aiuto di questo principio materiale che il perispirito

prende l’apparenza di abiti simili a quelli che lo spirito indossava da vivo”.

Osservazione. - E’ evidente che bisogna intendere qui la parola apparenza

nel senso d’aspetto, imitazione. La tabacchiera reale non era là; quella che

teneva lo spirito non ne era che la rappresentazione; era dunque

un’apparenza paragonata all’originale, nonostante fosse formata d’un

principio materiale. L’esperienza ci insegna che non conviene sempre

prendere alla lettera certe espressioni impiegate dagli spiriti; interpretandole

secondo le nostre idee, ci esponiamo a grandi errori; ecco perché conviene

approfondire il senso delle parole, ogni qualvolta esso presenta la minima

ambiguità. E’ questa, una raccomandazione che costantemente ci fanno gli

spiriti stessi, Senza la spiegazione che noi abbiamo provocata, la parola

apparenza, costantemente riprodotta nei casi analoghi, poteva dar luogo ad

una falsa interpretazione.

4) La materia inerte dunque si sdoppierebbe? Si trova forse nel mondo

invisibile una materia essenziale, la quale rivestirebbe all’occorrenza la

forma degli oggetti che vediamo? In una parola, questi oggetti avrebbero il

duplicato etereo nel mondo invisibile, come gli uomini i quali vi sono

rappresentati dagli spiriti?

“Non è così. Lo spirito ha sugli elementi materiali sparsi dappertutto nello

spazio, nella vostra atmosfera, una potenza che siete ben lungi dal sospettare.

Egli può a suo piacimento concentrare questi elementi e dare loro la forma

apparente propria ai suoi progetti”.

Osservazione. - Questa questione, come si è visto, era la traduzione del

nostro pensiero, vale a dire la traduzione dell’idea che ci eravamo formati

sopra la natura di questi oggetti. Se le risposte fossero, come lo pretende

qualcuno, il riflesso del pensiero, avremmo ottenuto una conferma della

nostra teoria invece d’una teoria contraria.

 

114

5) Pongo ancora la questione in maniera categorica, onde evitare ogni

equivoco. Gli abiti di cui si ricoprono gli spiriti sono essi qualche cosa?

“Mi sembra che la mia risposta precedente risolva la questione. Non sapete

che il perispirito per se stesso è qualche cosa?”.

6) Risulta da questa spiegazione che gli spiriti fanno subire alla materia

eterea delle trasformazioni a loro gradimento, e che così, per esempio, per

ciò che riguarda la tabacchiera, lo spirito non l’ha trovata già fatta, ma la

fece egli stesso nel momento in cui ne aveva bisogno, per mezzo d’un atto

della sua volontà, e che poté poi disfarla; la stessa cosa deve pertanto

accadere per tutti gli altri oggetti, come vesti, gioielli, eccetera.

“Ma evidentemente!”.

7) Questa tabacchiera fu visibile per questa signora al punto di sembrarle

reale. Lo spirito avrebbe potuto renderla tangibile per lei?

“L’avrebbe potuto”.

8) Presentandosi l’occasione, questa signora avrebbe potuto prenderla nelle

sue mani, credendo di avere una vera tabacchiera?

“Sì”.

9) Se l’avesse aperta, vi avrebbe probabilmente trovato del tabacco; se

avesse preso questo tabacco l’avrebbe esso fatta starnutire?

“Sì”.

10) Lo spirito dunque può dare non solo la forma ma anche proprietà

speciali?

“Se lo vuole; è soltanto in virtù di questo principio che ho risposto

affermativamente alle questioni precedenti. Voi avrete delle prove dell’azione

potente esercitata dallo spirito sulla materia, e che siete lungi dal sospettare,

come già vi dissi”.

11) Supponiamo allora che egli avesse voluto fare una sostanza velenosa, e

che una persona l’avesse adoperata, ne sarebbe stata avvelenata?

“L’avrebbe potuto fare, ma non l’avrebbe fatto, poiché non gli sarebbe stato

permesso”.

12) Avrebbe egli avuto il potere di fare una sostanza salutare ed atta a

guarire in caso di malattia, e questo caso si è già avverato?

“Sì, molto spesso”.

13) Egli potrebbe allora fare anche una sostanza alimentare; supponiamo

 

115

ch’egli abbia fatto un frutto, una vivanda qualunque, avrebbe qualcuno

potuto mangiarne ed esserne saziato?

“Sì, sì; ma non cercate dunque tanto ciò che è così facile a capire. Basta un

raggio di sole, per rendere percettibili ai vostri organi grossolani quelle

particelle materiali che ingombrano lo spazio in mezzo al quale vivete; non

sapete che l’aria contiene dei vapori d’acqua? Condensateli, e li ricondurrete

allo stato normale; privateli del calore, ed ecco che queste molecole

impalpabili ed invisibili diverranno un corpo solido, solidissimo; vi sono varie

altre sostanze da cui i chimici estrarranno meraviglie ancora più

sorprendenti. Lo spirito possiede soltanto strumenti più perfetti dei vostri: la

volontà ed il permesso di Dio”.

Osservazione. - La questione di sazietà è qui molto importante. Come mai

una sostanza, che ha soltanto esistenza e proprietà temporanee ed in certa

maniera di convenzione, può produrre sazietà? Questa sostanza, per mezzo

del suo contatto con lo stomaco, produce la sensazione della sazietà, ma non

la sazietà risultante dalla pienezza. Se una tale sostanza può agire

sull’economia e modificare uno stato morboso, essa può anche agire sullo

stomaco e produrvi il senso della sazietà.

14) Gli oggetti resi tangibili dalla volontà dello spirito, potrebbero avere un

carattere di permanenza e di stabilità, e diventare di uso normale?

“Ciò si potrebbe, ma non si fa; è cosa fuori delle leggi”.

15) Gli spiriti hanno tutti nel medesimo grado il potere di produrre oggetti

tangibili?

“E’ cosa certa che tanto più lo spirito è elevato, tanto più facilmente egli la

ottiene; ma ciò dipende ancora dalle circostanze. Anche spiriti inferiori

possono avere questo potere”.

16) Lo spirito si rende sempre conto del modo nel quale produce tanto i suoi

indumenti che gli oggetti di cui offre l’apparenza?

“No, spesso concorre alla loro formazione con un atto istintivo, che non

capisce egli stesso, se non è abbastanza illuminato per ciò”.

17) Se lo spirito può attingere nell’elemento universale i materiali per fare

ogni cosa, e dare a queste cose una temporanea realtà con le loro proprietà,

può anche attingervi ciò che è necessario per scrivere, e quindi questo ci

induce a pensare che possa dare la chiave del fenomeno della scrittura

diretta?

 

116

“Infine, eccovi arrivati!”.

Osservazione. - Infatti, è a questo punto che noi volevamo giungere, con

tutte le nostre questioni preliminari; la risposta prova che lo spirito aveva

letto nel nostro pensiero.

18) Se la materia di cui si serve lo spirito non ha persistenza, come mai le

tracce della scrittura diretta non spariscono?

“Non sofisticate sulle parole; io non ho finora detta la parola: giammai; era

questione d’un oggetto materiale voluminoso; qui sono segni tracciati che è

utile conservare e che vengono conservati. Ho voluto dire che gli oggetti così

composti dallo Spirito, non potrebbero diventare oggetti usuali, poiché non vi

è in realtà aggregazione di materia, come nei vostri corpi solidi”.

129 - La teoria finora esposta può riassumersi così: Lo spirito agisce sulla

materia; egli attinge nella materia cosmica universale gli elementi necessari

per formare a suo piacimento oggetti aventi l’apparenza di diversi corpi che

esistono sopra la terra. Egli può egualmente operare sulla materia

elementare, con la sua volontà, una trasformazione intima che le dà delle

proprietà determinate. Questa facoltà è inerente alla natura dello spirito, che

l’esercita spesso come un atto istintivo quando ciò è necessario, e senza

rendersene conto. Gli oggetti formati dallo spirito hanno un’esistenza

temporanea, subordinata alla sua volontà o alla necessità: egli può farli e

disfarli a suo piacimento. Questi oggetti possono, in certi casi, avere agli occhi

delle persone viventi tutte le apparenze della realtà, vale a dire diventare

momentaneamente visibili ed anche tangibili. Vi è formazione, ma non

creazione, poiché lo spirito non può formare niente dal nulla.

130 - L’esistenza d’una materia elementare unica è quasi generalmente

ammessa oggi dalla scienza, e confermata, come si è visto, dagli spiriti. Questa

materia dà origine a tutti i corpi della natura; per mezzo delle trasformazioni

che ella subisce produce pure le diverse proprietà di questi stessi corpi; è così

che una sostanza salutare può diventare velenosa con una semplice

modificazione: la chimica ce ne offre esempi numerosi. Tutti sanno che due

sostanze innocue combinate in certe proporzioni possono produrne una che

sia deleteria. Una parte d’ossigeno e due d’idrogeno, tutti e due inoffensivi,

formano l’acqua; aggiungetevi un atomo d’ossigeno ed avrete un liquido

corrosivo.

 

117

Senza cambiare le proporzioni, basta spesso un semplice cambiamento nel

modo di aggregazione molecolare per cambiare le proprietà; in tal modo, un

corpo opaco può diventare trasparente e viceversa. Poiché lo spirito ha, per la

sua sola volontà, un’azione così potente sulla materia elementare, si

concepisce ch’egli possa non solamente formare delle sostanze, ma anche

snaturarne le proprietà, facendo anche la volontà l’effetto d’un reattivo.

131 - Questa teoria ci dà la soluzione d’un fatto molto conosciuto in

magnetismo, ma inesplicato sinora, cioè quello del cambiamento delle

proprietà dell’acqua per forza della volontà. Lo spirito agente è quello del

magnetizzatore, assistito di solito da uno spirito estraneo: egli opera una

tramutazione con l’aiuto del fluido magnetico, il quale, come si disse, è la

sostanza che più si avvicina alla materia cosmica, od elemento universale. Se

egli può operare una modificazione nelle proprietà dell’acqua, può

egualmente produrre un fenomeno analogo sui fluidi dell’organismo, e di là

nasce l’effetto curativo dell’azione magnetica convenientemente diretta.

Si conosce la parte essenziale che rappresenta la volontà in tutti i fenomeni

del magnetismo; ma come spiegare l’azione materiale d’un agente così sottile?

La volontà non è un essere, una sostanza qualunque, e neppure è una

proprietà della materia più eterea; la volontà è l’attributo essenziale dello

spirito, vale a dire dell’essere pensante, con l’aiuto di questa leva egli agisce

sulla materia elementare, e, per un’azione consecutiva, egli reagisce sopra i

suoi composti, le cui proprietà intime possono così essere trasformate.

La volontà è l’attributo dello spirito incarnato, come dello spirito errante; di là

proviene la potenza del magnetizzatore, potenza che si conosce essere in

ragione della forza di volontà. Lo spirito incarnato, potendo agire sulla

materia elementare, può dunque ugualmente variarne le proprietà entro certi

limiti; così si spiega la facoltà di guarire per mezzo del contatto e

dell’imposizione delle mani, facoltà che qualche individuo possiede in grado

più o meno elevato. (Vedi al capitolo dei Medium l’articolo relativo ai

Medium guaritori. Vedere pure la Revue Spirite, luglio 1859, pagg. 184

e 189: Lo Zuavo di Magenta; Un ufficiale dell’armata d’Italia).

 

118

9 - LUOGHI FREQUENTATI DAGLI SPIRITI

132 - Le manifestazioni spontanee che si sono prodotte in ogni tempo, e la

persistenza di qualche spirito a dare evidenti segni della sua presenza in

qualche località, sono la sorgente della credenza nei luoghi frequentati dagli

spiriti. Le seguenti risposte furono fatte alle domande riguardanti questo

soggetto:

1) Gli spiriti si attaccano soltanto alle persone o si attaccano anche alle cose?

“Secondo la loro elevazione. Alcuni spiriti possono attaccarsi agli oggetti

terrestri; gli avari, per esempio, che hanno nascosto i loro tesori e che non

sono abbastanza smaterializzati, possono ancora sorvegliarli e custodirli”.

2) - Hanno gli spiriti erranti dei luoghi di predilezione?

“Questo si lega ancora allo stesso principio. Gli spiriti che non tengono più

alla terra, vanno nei luoghi ove trovano amore; essi vi sono attirati dalle

persone, piuttosto che dagli oggetti materiali; tuttavia, ve ne sono alcuni che

possono momentaneamente avere una preferenza per certi luoghi, ma sono

sempre spiriti inferiori”.

3) Poiché l’attaccamento degli spiriti per una località è un segno

d’inferiorità, è questa pure una prova che sono spiriti cattivi?

“No, certamente; uno spirito può essere poco avanzato senza per ciò essere

cattivo; non succede forse la stessa cosa fra gli uomini?”

4) La credenza che gli spiriti frequentino di preferenza le rovine ha forse

qualche fondamento?

“No. Gli spiriti vanno in questi luoghi come vanno dappertutto altrove; ma

l’immaginazione è colpita dal lugubre aspetto di certi luoghi, ed attribuisce

alla loro presenza ciò che spesso non è che un effetto naturalissimo. Quante

volte la paura non ha fatto prendere l’ombra di un albero per una fantasma, il

grido di un animale, o il soffio dei venti per voci di morti! Gli spiriti amano la

presenza degli uomini, pertanto, cercheranno di preferenza i luoghi abitati

piuttosto che quelli isolati”.

- Tuttavia, stando a quanto noi sappiamo intorno alla differenza di

carattere degli spiriti, ve ne devono essere di misantropi, che possono

preferire la solitudine.

“Appunto per questo non ho risposto alla questione in una maniera assoluta;

 

119

ho detto che essi possono andare nei luoghi deserti come dappertutto, ed è

evidente che quelli i quali si tengono in disparte, lo fanno perché ciò piace

loro; ma non è una ragione per dedurne che le rovine siano necessariamente

dei luoghi di predilezione per essi; ed infatti ve ne sono certamente molti di

più nelle città e nei palazzi che non nel fondo delle foreste”.

5) Le credenze popolari hanno in generale un fondo di verità; quale può

essere l’origine di quella dei luoghi frequentati dagli spiriti?

“Il fondo di verità è la manifestazione degli spiriti, alla quale l’uomo credette

in ogni tempo per istinto; ma come già vi dissi, l’aspetto dei luoghi lugubri

colpisce la sua immaginazione, e vi colloca, naturalmente, gli esseri che egli

considera come soprannaturali. Questa superstiziosa credenza è nutrita dai

racconti fantastici in cui fu cullata la sua infanzia”.

6) Gli spiriti che si riuniscono hanno, per fare ciò, dei giorni e delle ore

preferite?

“No; i giorni e le ore sono misure del tempo ad uso degli uomini e per la vita

corporea, ma di essi gli spiriti non hanno bisogno e non si danno pensiero”.

7) Quale è l’origine dell’idea che gli spiriti vengano di preferenza durante la

notte?

“L’impressione prodotta sull’immaginazione dal silenzio e dall’oscurità. Tutte

queste credenze sono superstizioni che la conoscenza ragionata dello

spiritismo deve distruggere. Lo stesso si dica dei giorni e delle ore che si crede

siano loro più propizi; credete pure che l’influenza della mezzanotte non è mai

esistita se non nelle favole”.

- Se così è, perché dunque certi spiriti annunziano il loro arrivo e le loro

manifestazioni per quell’ora, ed in giorni determinati, come il venerdì, per

esempio?

“Si tratta di spiriti che approfittano della credulità e se ne divertono. Per la

stessa ragione, ve ne sono alcuni i quali affermano di essere il diavolo e si

danno nomi infernali. Mostrate loro che voi non siete il loro zimbello ed essi

non ritorneranno più”.

8) Gli spiriti ritornano di preferenza verso le tombe nelle quali riposa il loro

corpo?

“Il corpo era soltanto un abito; non tengono maggiormente al corpo che li ha

fatti soffrire di quanto il prigioniero tenga alle sue catene. Il ricordo delle

persone che sono loro care è la sola cosa alla quale essi attribuiscono qualche

importanza”.

- Le preghiere che si vanno a fare sopra le loro tombe sono da essi più

 

120

gradite delle altre e li attirano più di quelle fatte in altri siti?

“La preghiera a Dio è anche un’evocazione che attira gli spiriti, voi ben lo

sapete. La preghiera ha tanto maggiore azione quanto più essa è fervente e

sincera; ora, davanti ad una tomba venerata il raccoglimento è maggiore, e la

conservazione di pie reliquie è una testimonianza di affetto che si dà allo

spirito, ed alla quale egli è sempre sensibile. E’ sempre il pensiero che agisce

sopra lo spirito, e non gli oggetti materiali, e questi oggetti hanno maggior

influenza su colui che prega, fissandone l’attenzione, piuttosto che sopra lo

spirito”.

9) Da quanto abbiamo fin qui detto, la credenza nei luoghi frequentati dagli

spiriti non sembrerebbe del tutto falsa?

“Abbiamo detto che certi spiriti possono essere attirati da cose materiali;

possono esserlo, ad esempio, da certi luoghi in cui sembrano eleggere

domicilio, finché cessino le circostanze che ve li conducevano”.

- Quali sono le circostanze che possono condurveli?

“La loro simpatia per qualcuna delle persone che li frequentano, ed il

desiderio di comunicare con loro. Tuttavia, le loro intenzioni non sono

sempre così lodevoli; quando si tratta di cattivi spiriti, essi possono voler

esercitare una vendetta su persone di cui essi ebbero a lagnarsi. Il soggiorno

in un luogo determinato può essere anche, per alcuni, una punizione che

viene loro inflitta, soprattutto se vi hanno commesso un delitto affinché essi

abbiano costantemente questo delitto sotto gli occhi” (1).

(1) Revue Spirite, febbraio 1860: Histoire d’un dammé.

10) I luoghi frequentati dagli spiriti, lo sono sempre da antichi abitanti di

questi stessi luoghi?

“Qualche volta, ma non sempre, poiché se l’antico abitante è uno spirito

elevato, non terrà conto della sua abitazione terrestre più di quanto ne terrà

del suo corpo. Gli spiriti che frequentano certi luoghi, spesso non hanno altri

motivi che il capriccio, a meno che non vi siano attirati dalla loro simpatia per

certe persone”.

- Possono stabilirvisi allo scopo di proteggere una persona o la sua

famiglia?

“Certamente, se sono buoni; ma in questo caso essi non manifestano mai la

loro presenza in modi sgradevoli”.

 

121

11) Vi è qualcosa di vero nella storia della Dama Bianca?

“E’ un racconto formato da mille fatti veri”.

12) E’ forse ragionevole temere i luoghi frequentati dagli spiriti?

“No, gli spiriti che frequentano certi luoghi e vi fanno baccano, cercano di

divertirsi alle spese della credulità e della ingenuità piuttosto che fare del

male. D’altra parte, pensate che gli spiriti sono dappertutto e che in

qualunque luogo voi siate ne avete continuamente accanto a voi, anche nelle

case più tranquille. Sembra che a volte frequentino di preferenza certi luoghi,

perché vi trovano occasione di manifestare la loro presenza”.

13) Vi è qualche mezzo per espellerli?

“Sì, ma spesso quello che si fa per ottenere questo scopo, li attira invece di

allontanarli. Il miglior mezzo per cacciare i cattivi spiriti è quello di attirare i

buoni. Attirate dunque i buoni spiriti facendo il maggior bene possibile, ed i

cattivi se ne andranno, poiché il bene ed il male sono tra loro incompatibili.

Siate buoni e avrete soltanto buoni spiriti accanto a voi”.

- Vi sono, ciò nonostante, delle persone stimabilissime che sono prese di mira

dai cattivi spiriti?

“Se queste persone sono realmente buone, è forse una prova per esercitare la

loro pazienza e spingerle ad essere ancora migliori; ma credete pure che

coloro i quali parlano continuamente di virtù, non sono quelli che ne hanno di

più. Colui che possiede delle qualità reali, spesso le ignora egli stesso, oppure

non ne parla mai”.

14) Che cosa bisogna credere relativamente all’efficacia dell’esorcismo, per

cacciare i cattivi spiriti dai luoghi che ne sono frequentati?

“Avete voi visto riuscire spesso questo mezzo? Non avete, al contrario, sentito

spesso il rumore raddoppiare dopo le cerimonie di esorcismo? Il motivo è che

essi si divertono ad essere scambiati per il diavolo.

“Gli spiriti, che non vengono con cattive intenzioni, possono pure manifestare

la loro presenza con rumori, ed anche con il rendersi visibili; ma essi non

fanno mai rumori fastidiosi. In generale, sono spiriti sofferenti ai quali voi

potete arrecare sollievo, pregando per loro; altre volte, pure, sono spiriti

benevoli che vogliono mettervi alla prova di essere vicini a voi; oppure, infine,

sono spiriti leggeri che vogliono scherzare. Dal momento che quelli che

turbano la quiete facendo del chiasso sono quasi sempre spiriti che si

divertono, la miglior cosa da fare, è di riderne; essi si stancheranno, se

vedranno che non riescono né a spaventare né a far perdere la pazienza”.

(Vedi Cap. 5, Manifestazioni fisiche spontanee).

 

122

Dalle spiegazioni date finora, risulta che vi sono spiriti i quali si attaccano a

certe località e vi si fermano di preferenza, ma che tuttavia non hanno bisogno

di manifestare la loro presenza con effetti sensibili. Un luogo qualunque può

essere il soggiorno forzato o di predilezione d’uno spirito, anche cattivo, senza

che vi abbia mai avuto luogo alcuna manifestazione.

Gli spiriti che s’attaccano alle località o alle cose materiali, non sono mai

spiriti superiori; ma senza essere spiriti superiori possono tuttavia non essere

cattivi, e non avere alcuna intenzione cattiva; essi sono talvolta ospiti più utili

che nocivi, poiché s’interessano alle persone, e possono proteggerle.

 

123

10 - NATURA DELLE COMUNICAZIONI

Comunicazioni grossolane, frivole, serie o istruttive.

133 - Abbiamo detto che ogni effetto il quale rivela nella sua causa un atto di

libera volontà, per quanto insignificante sia quest’atto, dimostra una causa

intelligente. Così, un semplice movimento del tavolo che risponde al nostro

pensiero, e presenta un carattere intenzionale, può essere considerato come

una manifestazione intelligente. Se il risultato dovesse limitarsi a ciò, non vi

sarebbe per noi che un interesse molto secondario; basterebbe, tuttavia, per

darci la prova, che in questi fenomeni vi è qualche cosa di più che un’azione

puramente materiale; ma l’utilità pratica che ne risulterebbe per noi sarebbe

nulla o quanto meno molto ristretta; la cosa è poi molto diversa quando

questa intelligenza acquista uno sviluppo che permette uno scambio regolare

e collegato di pensieri; allora non si tratta più di semplici manifestazioni

intelligenti, ma di vere comunicazioni. I mezzi di cui oggi si dispone,

permettono di ottenerle così estese, così esplicite e così rapide quanto quelle

che avvengono fra gli uomini.

Se dopo aver letto la Scala Spiritica (Il Libro degli Spiriti, n. 100) siamo

rimasti ben penetrati della varietà infinita che esiste fra gli spiriti, sotto il

doppio aspetto dell’intelligenza e della moralità, si capirà facilmente la

differenza che deve esistere nelle loro comunicazioni; esse debbono riflettere

l’elevazione o la bassezza delle loro idee, il loro sapere, la loro ignoranza, i loro

vizi e le loro virtù; in una parola, non debbono rassomigliarsi più di quelle

degli uomini, dal selvaggio sino all’europeo più illuminato. Tutte le gradazioni

che presentano possono raggrupparsi in quattro principali categorie. Secondo

i loro caratteri più salienti, esse sono: grossolane, frivole, serie o

istruttive.

134 - Le comunicazioni grossolane sono quelle che si traducono con

espressioni che urtano le convenienze. Esse non possono emanare che da

spiriti di basso rango, ancora imbrattati di tutte le impurità della materia, e

non differiscono in niente da quelle che potrebbero dare uomini viziosi e

grossolani. Esse ripugnano ad ogni persona che abbia la più piccola

delicatezza di sentimento; poiché, secondo il carattere degli spiriti, esse sono

triviali, rozze, oscene, insolenti, arroganti, malevole ed anche empie.

 

124

135 - Le comunicazioni frivole provengono da spiriti leggeri scherzosi e

scaltri, più maliziosi che cattivi, che non danno alcuna importanza a quanto

dicono. Poiché nulla hanno di sconveniente, esse piacciono a certe persone,

che se ne divertono e trovano gusto in queste conversazioni futili, in cui molto

si parla per nulla dire. Questi spiriti dicono talvolta arguzie spiritose e

mordaci, ed in mezzo alle volgari facezie scagliano spesso dure verità, che

colpiscono quasi sempre giusto. Questi spiriti leggeri pullulano attorno a noi,

e colgono tutte le occasioni per immischiarsi nelle comunicazioni. La verità è

l’ultimo dei loro pensieri; pertanto, si fanno un maligno piacere di burlare

quelli che hanno la debolezza e qualche volta la presunzione di credere alle

loro parole. Le persone che si compiacciono di questa sorta di comunicazioni,

danno naturalmente adito agli spiriti leggeri ed ingannatori; gli spiriti seri se

ne allontanano, come fra noi gli uomini seri si allontanano dalle società di

persone leggiere.

136 - Le comunicazioni serie sono gravi, sia per l’argomento, sia per la

maniera nella quale sono composte. Ogni comunicazione che esclude la

frivolezza e la grossolanità, e che ha uno scopo utile, fosse anche d’interesse

privato, è caratterizzata come serie; ma non è, peraltro, sempre scevra di

errori. Gli spiriti seri non sono tutti egualmente illuminati; vi sono molte cose

che essi ignorano e sulle quali possono ingannarsi in buona fede; è per questo

motivo che gli spiriti veramente superiori ci raccomandano continuamente di

sottomettere tutte le comunicazioni al sindacato della ragione e della più

severa logica.

Conviene dunque distinguere le comunicazioni che diremo serio-vere dalle

comunicazioni serio-false; e non è cosa sempre facile, perché è appunto in

grazia della gravità del linguaggio che certi spiriti presuntuosi o falsi sapienti

cercano di far prevalere le idee più false ed i sistemi più assurdi; e per darsi

maggior credito ed importanza, non si fanno scrupolo di farsi belli dei nomi

più rispettabili ed anche più venerati. Ciò forma uno dei più grandi scogli

della scienza pratica; noi vi ritorneremo più tardi, con tutti gli svolgimenti che

richiede un soggetto così importante, mentre faremo conoscere i mezzi di

premunirsi contro il pericolo di false comunicazioni.

137 - Le comunicazioni istruttive sono le comunicazioni serie che hanno

per oggetto principale un insegnamento qualunque dato dagli spiriti sulle

scienze, la morale, la filosofia, ecc... Esse sono più o meno profonde, secondo

il grado di elevazione e di smaterializzazione dello spirito. Per ottenere da

queste comunicazioni un frutto reale, conviene che siano regolari e continuate

 

125

con perseveranza.

Gli spiriti seri si avvicinano a quelli che vogliono istruirsi, e li assecondano,

lasciando agli spiriti leggeri la cura di divertire quelli che vedono in queste

manifestazioni soltanto una distrazione. E’ solamente per la regolarità e la

frequenza di queste comunicazioni che si può apprezzare il valore morale ed

intellettuale degli spiriti, con i quali ci intratteniamo, ed il grado di confidenza

che essi meritano. Se è necessaria l’esperienza, per giudicare gli uomini, ce ne

vuole forse di più per giudicare gli spiriti.

Dando a queste comunicazioni la qualifica di istruttive, noi le supponiamo

vere, poiché una cosa che non fosse vera non potrebbe essere istruttiva,

quand’anche fosse detta nel linguaggio più imponente. Non potremmo

dunque collocare in questa categoria certi insegnamenti che di serio hanno

soltanto la forma, spesso ampollosa ed enfatica, per mezzo della quale gli

spiriti, più presuntuosi che sapienti che le dettano, sperano di dare illusione.

Ma questi spiriti, non potendo supplire al fondo che loro manca, non

potrebbero sostenere a lungo la loro parte; essi tradiscono ben presto il loro

lato debole, per poco che le loro comunicazioni siano seguitate, oppure che

vengano rinserrati nei loro ultimi trinceramenti.

138 - I mezzi di comunicazione sono svariatissimi. Gli spiriti, agendo sui

nostri organi e su tutti i nostri sensi, possono manifestarsi alla vista con le

apparizioni, al tatto con impressioni tangibili, occulte o visibili, all’udito con

rumori, all’odorato con odori, di cui si ignora la provenienza. Questo ultimo

modo di manifestazione, quantunque realissimo, è senza dubbio, il più incerto

per le numerose cause che possono indurre in errore; perciò non ci

soffermeremo su di esso.

Ciò, invece, che dobbiamo esaminare con cura sono i diversi modi di ottenere

comunicazioni, vale a dire uno scambio regolare e continuato di pensieri.

Questi mezzi sono: i colpi picchiati, la parola e la scrittura.

Li svolgeremo in capitoli speciali.

 

126

11 - SEMATOLOGIA E TIPTOLOGIA

139 - Le prime manifestazioni intelligenti furono ottenute per mezzo dei colpi

picchiati, ossia per mezzo della tiptologia. Questo mezzo primitivo, che

risentiva dell’infanzia dell’arte, non offriva che mezzi limitatissimi, e si era

ridotti, nelle comunicazioni, alle risposte monosillabiche di sì e di no, con

l’aiuto d’un numero convenuto di colpi. Venne perfezionato più tardi, come

abbiamo detto. I colpi picchiati si ottengono in due maniere, per mezzo di

medium speciali; è necessario generalmente, per questo modo di agire, una

certa attitudine per le manifestazioni fisiche. La prima, che si potrebbe

chiamare tiptologia per mezzo dell’altalena, consiste in un movimento

del tavolo, che si alza da un lato, poi ricade battendo il piede. Basta per ciò che

il medium posi le mani sopra l’estremità della tavola. Se egli desidera

intrattenersi con uno spirito determinato, deve farne l’evocazione; nel caso

contrario, si presenta il primo venuto o colui che ha l’abitudine di venire.

Essendo convenuto, per esempio, che un colpo voglia dire e due colpi no,

ciò è indifferente, si indirizzano allo spirito le domande che si desidera;

vedremo più tardi quelle da cui conviene astenersi. L’inconveniente è nella

brevità delle risposte e nella difficoltà di formulare la domanda in maniera di

ottenere un od un no.

Supponiamo che si domandi allo spirito: Che cosa desideri tu? Egli potrebbe

rispondere solo con una frase; conviene allora dire: Desideri tu la tal cosa?

No; la tal altra? Sì; e così di seguito.

140 - E’ opportuno osservare che unitamente a questo modo di esprimersi lo

spirito aggiunge spesso una specie di mimica, vale a dire che egli esprime

l’energia dell’affermazione o della negazione con la forza dei colpi. Egli

esprime così la natura dei sentimenti che lo animano: la violenza con la

rudezza dei movimenti; la collera e l’impazienza battendo con forza dei colpi

ripetuti, come una persona che batte i piedi con collera, qualche volta persino

gettando il tavolo a terra. Se egli è educato e benevolo, al principio ed alla fine

della seduta inclina il tavolo in forma di saluto; volendo egli rivolgersi

direttamente ad una persona della società, dirige verso di lei il tavolo con

dolcezza o con violenza, a seconda che voglia testimoniarle affezione od

antipatia.

E’ questa, propriamente parlando, la sematologia o linguaggio dei segni,

come la tiptologia è il linguaggio dei colpi battuti.

 

127

Ecco un notevole esempio dell’impiego spontaneo della sematologia.

Un signore di nostra conoscenza, essendo un giorno nella sua sala, ove molti

individui si occupavano di manifestazioni tiptologiche, ricevette in quel

momento una nostra lettera. Durante il tempo nel quale egli la leggeva, il

tavolino che serviva alle esperienze, viene improvvisamente verso di lui.

Terminata la lettura della lettera, egli va a posarla sopra un tavolo all’altra

estremità della sala, ed il tavolino lo segue e si dirige verso il tavolo sul quale

era la lettera. Sorpreso da questa coincidenza, pensa che vi sia qualche

rapporto tra questo movimento e la lettera; egli interroga lo spirito, che

risponde essere il nostro spirito familiare. Questo signore, avendoci informato

della circostanza, pregammo pur noi questo spirito di dirci il motivo della

visita che aveva fatta. Egli ci rispose: “E’ naturale che io vada a vedere le

persone con le quali tu sei in relazione, per potere, in caso di bisogno, dare

tanto a te che a loro i consigli necessari”.

E’ dunque evidente che lo spirito aveva voluto richiamare l’attenzione di

questo signore e cercava un’occasione di fargli sapere che egli era là. Un muto

non avrebbe potuto fare di meglio.

141 - La tiptologia non tardò a perfezionarsi, e si arricchì d’un mezzo di

comunicazione più completo, quello della tiptologia alfabetica. Essa

consiste nel fare indicare le lettere dell’alfabeto a mezzo di colpi battuti; allora

si possono ottenere parole, frasi ed anche interi discorsi. Seguendo questo

metodo, la tavola batte tanti colpi che bastano per indicare ogni lettera, vale a

dire un colpo per a, due per b, tre per c, e così di seguito; durante questo

tempo, una persona scrive le lettere a mano a mano che esse sono designate.

Quando lo spirito ha finito, lo fa sapere con un segno prestabilito.

Questo modo di procedere, come si vede, è lunghissimo, e richiede un tempo

enorme, per le comunicazioni d’una certa lunghezza; tuttavia vi sono persone

che ebbero la pazienza di servirsene per ottenere dettati di molte pagine; la

pratica fece poi scoprire dei mezzi abbreviativi, che permisero una maggiore

rapidità nelle comunicazioni. Quello più in uso consiste nell’avere davanti a sé

un alfabeto tutto scritto, unitamente alla serie delle cifre che segnano le unità.

Mentre il medium è alla tavola, un’altra persona percorre successivamente le

lettere dell’alfabeto se trattasi d’una parola, o la serie delle cifre se trattasi di

un numero; arrivata sopra la lettera necessaria, la tavola batte da se stessa un

colpo, e si scrive la lettera; poi si ricomincia per la seconda e la terza e così di

seguito. Qualora ci si fosse ingannati sopra una lettera, lo spirito avverte con

molti colpi, o per mezzo d’un movimento della tavola, e si ricomincia.

Acquistando pratica, si va molto rapidamente; ma si abbrevia soprattutto

 

128

indovinando la fine d’una parola incominciata, e che il senso della frase fa

conoscere; qualora si fosse nell’incertezza, si domanda allo spirito, se ha

voluto dire la tale parola, ed egli risponde o no.

142 - Tutti gli effetti che abbiamo indicato, possono ottenersi in una maniera

ancora più semplice, cioè con dei colpi che si fanno sentire nel legno stesso

del tavolo, senza alcun movimento, e che abbiamo descritto al capitolo delle

manifestazioni fisiche (vedi n. 64): è la tiptologia intima. Non tutti i

medium sono egualmente atti a quest’ultimo modo di comunicazione, perché

ve ne sono di quelli che ottengono solamente i colpi battuti per altalena;

tuttavia, con l’esercizio essi possono pervenirci per la maggior parte, e questa

maniera ha il doppio vantaggio d’essere più rapida e di prestarsi meno al

sospetto che non il metodo dell’altalena, la quale può essere attribuita ad una

pressione volontaria. E’ però vero che i colpi intimi potrebbero anche essere

imitati da medium di cattiva fede. Le migliori cose possono essere

contraffatte, ma ciò nulla prova contro di esse. (Vedi alla fine di questo

volume il capitolo intitolato Frodi e inganni).

Qualunque sia il perfezionamento che si è potuto introdurre in questa

maniera di procedere, essa non può mai raggiungere la rapidità e la facilità

che presenta la scrittura; per cui ora si impiega pochissimo. E’ tuttavia

qualche volta interessantissima dal punto di vista del fenomeno, soprattutto

per i principianti, ed ha il vantaggio di provare, in maniera decisiva,

l’indipendenza assoluta dal pensiero del medium. Si ottengono spesso, in tal

modo, risposte così impreviste, così significative, che sarebbe prova d’un

partito preso ben determinato il non arrendersi all’evidenza; perciò, questo

sistema è sovente, per molte persone, un potente motivo di convinzione; ma

anche per questo mezzo, come per tutti gli altri, gli spiriti non amano

prestarsi ai capricci dei curiosi, che vogliono metterli alla prova con domande

inopportune.

143 - Allo scopo di meglio assicurare l’indipendenza dal pensiero del

medium, si immaginarono diversi strumenti consistenti in tabelle o quadranti

sopra i quali sono tracciate le lettere. Un ago mobile, messo in movimento dal

medium con l’aiuto di un filo conduttore o d’una carrucola, indica le lettere.

Noi conosciamo questi strumenti soltanto per i disegni e per le descrizioni che

furono pubblicate in America; non possiamo dunque pronunciarci sul loro

merito, ma pensiamo che la loro stessa complicazione sia un inconveniente;

che l’indipendenza dal medium è ugualmente attestata dai colpi intimi, e che

essa lo è ancora di più per l’imprevisto delle risposte che non per tutti i mezzi

 

129

materiali. D’altra parte, gli increduli, sempre disposti a vedere dappertutto

intrighi e preparazioni, sono ancora più portati a supporne un meccanismo

speciale, che non nella prima tavola che capita sotto la mano, sprovvista di

qualunque accessorio.

144 - Un apparecchio più semplice, ma di cui la cattiva fede può facilmente

abusare, come vedremo al capitolo delle Frodi, è quello che noi designeremo

sotto il nome di Tavola Girardin, in memoria dell’uso che ne faceva la

signora Emilia di Girardin nelle numerose comunicazioni che essa otteneva

come medium; infatti, madama di Girardin, quantunque donna di spirito,

aveva la debolezza di credere agli spiriti ed alle loro manifestazioni.

Questo strumento consiste in un rotondo di tavolino ad un sol piede, mobile,

di trenta o quaranta centimetri di diametro, girante liberamente e facilmente

sul suo asse, alla guisa di una roulette. Sulla superficie e attorno alla

circonferenza sono tracciati come sopra un quadrante le lettere, le cifre e le

parole e no. Al centro vi è un ago fisso. Allorché il medium posa le dita

sull’orlo della tavoletta, questa gira, e si arresta quando la lettera voluta sta

sotto l’ago. Si prende nota delle lettere indicate, e si formano così, abbastanza

rapidamente, le parole e le frasi.

Osserviamo che la tavoletta non scivola sotto le dita, ma che le dita,

restandovi appoggiate, seguono il movimento della tavoletta. Forse un

medium potente potrebbe ottenere un movimento indipendente; lo crediamo

possibile, ma non ne fummo mai testimoni. Se l’esperienza potesse farsi in

questa maniera, essa sarebbe molto più concludente, poiché escluderebbe

ogni possibilità di frode.

145 - Resta da distruggere un errore abbastanza diffuso, che consiste nel

confondere con gli spiriti picchiatori tutti gli spiriti che comunicano per

mezzo di colpi. La tiptologia è un mezzo di comunicazione come un altro; esso

non è meno degno degli spiriti elevati, di quanto lo siano la scrittura o la

parola. Tutti gli spiriti, buoni o cattivi, possono dunque servirsene nello stesso

modo in cui si servono degli altri mezzi.

Ciò che caratterizza gli spiriti superiori è l’elevatezza del pensiero e non lo

strumento di cui si servono per trasmetterlo; senza dubbio, essi preferiscono i

mezzi più comodi e soprattutto più rapidi; ma in mancanza di carta e matita,

essi si serviranno senza scrupolo della volgare tavola parlante, e la prova è che

attraverso questo mezzo si ottengono le cose più sublimi. Se noi non ce ne

serviamo non è perché lo disprezziamo, ma unicamente perché, come

 

130

fenomeno, ci ha insegnato tutto quello che noi potevamo da esso sapere, che

nulla può aggiungere alle nostre convinzioni, e che la lunghezza delle

comunicazioni che riceviamo esige una rapidità incompatibile con la

tiptologia.

Tutti gli spiriti che picchiano non sono dunque spiriti picchiatori; questo

nome deve essere riservato a quelli che si possono chiamare picchiatori di

professione, e che, con l’aiuto di questo mezzo, si compiacciono nel fare dei

tiri piacevoli per divertire una società, oppure infastidire con la loro

importunità. Da parte loro ci si può aspettare qualche volta cose briose, mai

cose profonde, per cui sarebbe un voler gettare il proprio tempo facendo loro

delle domande d’una certa portata scientifica o filosofica. La loro ignoranza e

la loro inferiorità hanno fatto sì che fosse loro affibbiata dagli altri spiriti, ed a

giusto titolo, la qualifica di spiriti giocolieri o saltimbanchi del mondo

spiritico. Aggiungiamo che, se agiscono spesso per proprio conto, sono anche

strumenti di cui spesso si servono gli spiriti superiori, quando vogliono

produrre effetti materiali.

 

131

12 - PNEUMATOGRAFIA O SCRITTURA DIRETTA -

PNEUMATOFONIA

Scrittura diretta

146 - La pneumatografia è la scrittura prodotta direttamente dallo spirito,

senza alcun intermediario; essa differisce dalla psicografia in quanto questa

è la trasmissione del pensiero dello spirito con il mezzo della scrittura,

servendosi della mano di un medium.

Il fenomeno della scrittura diretta è senza dubbio uno di più straordinari dello

spiritismo; ma, per quanto anormale possa sembrare, è al giorno d’oggi un

fatto accertato ed incontestabile. Se la teoria è necessaria per rendersi conto

della possibilità dei fenomeni spiritici in generale, essa lo è forse ancora di più

in questo caso, il quale è senza dubbio uno dei più strani finora presentatisi,

ma che cessa di sembrare soprannaturale dal momento in cui se ne spiega il

principio.

Alla prima rivelazione di questo fenomeno, il sentimento dominante fu quello

del dubbio; l’idea di una frode fu la prima; infatti, tutti conoscono l’azione

degli inchiostri detti simpatici, le cui tracce, a tutta prima completamente

invisibili, appaiono soltanto dopo qualche tempo. Poteva dunque essere che si

fosse abusato della credulità, e noi non affermeremo che ciò non sia mai

accaduto; anzi, siamo convinti che qualcuno, sia per scopo mercenario, sia

unicamente per amor proprio, e per far credere alla sua potenza, abbia

impiegato dei sotterfugi (vedi il capitole delle Frodi).

Ma sarebbe assurdo affermare che una cosa non esiste soltanto perché essa

può essere imitata. Non si è forse, in questi ultimi tempi, trovato il mezzo

d’imitare la lucidità sonnambolica al punto che sembrasse vera? E il fatto che

questo trucco da prestigiatore sia praticato in tutte le fiere, permette di

affermare che non vi sono veri sonnambuli? Per il fatto che esista anche vino

sofisticato, sarebbe forse ragionevole dedurne che non vi e vino puro? Lo

stesso può dirsi della scrittura diretta; d’altra parte, le precauzioni per

assicurarsi della realtà del fatto erano ben semplici e facili, e, grazie a queste

precauzioni, non vi può, al giorno d’oggi, rimanere alcun dubbio.

147 - Poiché la possibilità di scrivere senza intermediari è un attributo degli

spiriti, e dal momento che gli spiriti sono sempre esistiti, ed hanno sempre

 

132

prodotto i diversi fenomeni che noi conosciamo, e così hanno pur sempre

dovuto produrre la scrittura diretta, tanto nell’antichità come ai giorni nostri,

può spiegarsi in questo modo l’apparizione delle tre parole nella sala del

festino di Baldassarre.

Il Medio Evo, così fecondo in prodigi occulti, che furono peraltro soffocati coi

roghi, dovette altresì conoscere la scrittura diretta, e forse potrebbe trovarsi

nella teoria delle modificazioni che gli spiriti possono operare sulla materia (e

che noi abbiamo sviluppato nel Cap. 8) il principio della credenza nella

tramutazione dei metalli.

Prescindendo dai risultati ottenuti in diverse epoche, non dopo la

volgarizzazione delle manifestazioni spiritiche che sia seriamente sorta la

questione della scrittura diretta. Il primo che sembra averla fatta conoscere a

Parigi in questi ultimi anni, è il barone de Guldenstubbé, che pubblicò

un’opera interessantissima su questo argomento, contenente un gran numero

di fac-simile di scritture da lui ottenute. Il fenomeno era già conosciuto in

America da qualche tempo. La posizione sociale del barone de Guldenstubbé,

la sua indipendenza, la considerazione di cui gode nella società più elevata,

tolgono incontestabilmente ogni sospetto di frode volontaria, poiché egli non

può essere stato spinto da alcun motivo di interesse.

Si potrebbe credere, tutt’al più, che egli stesso fosse vittima di un’illusione;

ma a ciò risponde perentoriamente un fatto, e cioè che altre persone hanno

ottenuto il medesimo fenomeno, dopo aver preso tutte le precauzioni

necessarie per evitare una frode od altra causa d’errore.

148 - La scrittura diretta si ottiene, come in generale la maggior parte delle

manifestazioni spiritiche non spontanee, con il raccoglimento, la preghiera

e l’evocazione. Se ne sono ottenute spesso nelle chiese, sulle tombe, ai piedi

delle statue o delle immagini dei personaggi che si evocano; ma è evidente che

la località non ha altra influenza che quella di provocare un raccoglimento più

grande ed una più grande concentrazione di pensiero; poiché è provato che si

ottengono ugualmente senza questi accessori e nei luoghi più comuni, anche

su un semplice mobile domestico, qualora concorrano le condizioni volute di

moralità e si goda della facoltà medianica necessaria.

Dapprima si credeva che fosse necessario depositare un lapis con carta; il

fatto poteva allora spiegarsi sino ad un certo punto. Si sa che gli spiriti

operano il movimento e lo spostamento degli oggetti; che essi li afferrano e li

lanciano talvolta attraverso lo spazio; essi potevano dunque, nello stesso

modo, prendere il lapis e servirsene per tracciare dei caratteri; poiché possono

dare l’impulso alla mano del medium, e per mezzo di questo, alla tavoletta,

 

133

ecc., essi potrebbero egualmente farlo in maniera diretta. Ma non si tardò a

riconoscere che la presenza del lapis non era affatto necessaria e che bastava

un semplice pezzo di carta, piegato o no, sopra il quale si trovarono, dopo

qualche minuto, caratteri tracciati.

Ed ecco che qui il fenomeno cambia completamente di aspetto e ci conduce in

un ordine di cose completamente nuovo. Questi caratteri sono tracciati con

una sostanza qualunque; dal momento che non si è data questa sostanza allo

spirito, ne deriva che egli stesso deve averla fatta e composta; dove l’ha

attinta? Questo era il problema.

Se vogliamo riportarci alle spiegazioni date nel Cap. 8, nn. 127 e 128, vi si

troverà la teoria completa di questo fenomeno. In questa scrittura, lo spirito

non si serve né delle nostre sostanze, né dei nostri strumenti; fabbrica egli

stesso la materia e gli strumenti di cui abbisogna, attingendo i suoi materiali

nell’elemento primitivo universale, al quale fa subire, con la sua volontà, le

modificazioni necessarie all’effetto che vuole produrre. Egli può dunque

fabbricare tanto il lapis rosso, che l’inchiostro da stampa e l’inchiostro

ordinario, quanto il lapis nero, e persino caratteri tipografici abbastanza

resistenti da poter dare un rilievo all’impronta, di cui abbiamo visto degli

esempi. La figlia d’un signore che noi conosciamo, ragazza dai 12 ai 13 anni,

ha ottenuto pagine intere scritte con una sostanza analoga al pastello.

149 - Tale è il risultato al quale ci ha condotti il fenomeno della tabacchiera

menzionato nel Cap. 7, n. 116, e sul quale noi ci siamo soffermati, perché vi

abbiamo scorto l’occasione di approfondire una delle più importanti leggi

dello spiritismo, la cui conoscenza può rischiare più d’un mistero, anche del

mondo visibile. In questo modo, da un fatto apparentemente volgare può

scaturire la luce; tutto dipende dall’osservare con cura, ed e ciò che ognuno

può fare come noi, quando non si limiti a vedere gli effetti senza cercarne le

cause. Se la nostra fede si è fortificata di giorno in giorno, è perché abbiamo

capito; fate dunque capire, se volete fare dei proseliti seri. L’intelligenza delle

cause ha ancora un altro risultato, quello cioè di tracciare una linea di

demarcazione fra la verità e la superstizione. Se noi consideriamo la scrittura

diretta dal punto di vista dei vantaggi ch’essa può offrire, diremo che finora la

sua principale utilità fu la constatazione materiale d’un fatto grave: cioè

l’intervento d’una potenza occulta, che per questo mezzo trova un nuovo

modo di manifestarsi. Ma le comunicazioni che così si ottengono sono

raramente di qualche entità; sono, in generale, spontanee e limitate a parole,

a sentenze, sovente a segni non intelligibili; se ne ottennero in tutte le lingue,

in greco, in latino, in siriaco, in caratteri geroglifici, ecc., ma esse non si sono

 

134

ancora prestate a quei discorsi compiuti e rapidi che permette la psicografia o

scrittura medianica.

Pneumatofonia

150 - Gli spiriti, potendo produrre rumori e colpi battuti, possono anche far

sentire gridi di ogni genere e suoni vocali, imitanti la voce umana presso di

noi o nell’aria, è questo il fenomeno che noi designiamo sotto il nome di

pneumatofonia. Servendoci della conoscenza che abbiamo della natura

degli spiriti, si può arguire che alcuni di essi, quando sono d’un ordine

inferiore, credono di parlare come se fossero viventi (vedi Revue Spirite,

febbraio 1858: Storia del fantasma di madamigella Clairon).

Converrebbe tuttavia evitare di prendere per voci occulte tutti i suoni che non

hanno causa nota od i semplici ronzii alle orecchie, e soprattutto di credere

che vi sia la più piccola verità nella volgare credenza che l’orecchio in cui si

manifesta il ronzio ci avverte che qualcuno parla di noi. Questi suoni, la cui

causa è puramente fisiologica, non hanno d’altra parte alcun senso, mentre i

suoni pneumatofonici esprimono pensieri, e da ciò soltanto si può

riconoscere che essi hanno la loro origine in una causa intelligente e non

accidentale. Gli effetti notoriamente intelligenti sono i soli che possano

attestare l’intervento degli spiriti; in quanto agli altri, ci sono almeno cento

probabilità contro una che siano dovuti a cause fortuite.

151 - Accade spesso che tra il sonno e la veglia si intenda distintamente

pronunciare parole, nomi, e qualche volta anche frasi intere, e ciò in modo

abbastanza distinto da far risvegliare di soprassalto. Quantunque in certi casi

possa accadere che questa sia realmente una manifestazione, tuttavia questo

fenomeno non è abbastanza positivo perché possa essere attribuito ad una

causa analoga a quella che noi abbiamo sviluppata nella teoria

dell’allucinazione (Cap. 6, n. 111 e seguenti). Ciò che si sente in questa

maniera non ha, del resto, alcuna conseguenza. La cosa cambia d’aspetto

allorché si è del tutto svegli, poiché se la voce proviene da uno spirito, si può

quasi sempre avere con lui uno scambio di pensieri e legare una regolare

conversazione.

I suoni spiritici o pneumatofonici hanno due modi ben distinti di prodursi:

qualche volta è una voce intima che risuona nel proprio interiore, ma

quantunque le parole siano chiare e distinte, nulla hanno tuttavia di

 

135

materiale; altre volte esse sono esteriori, e così distintamente articolate che

sembrano provenire da una persona che sia al nostro fianco.

Il fenomeno della pneumatofonia è quasi sempre spontaneo, in qualunque

modo si produca, e raramente può essere provocato.

 

136

13 - PSICOGRAFIA

Psicografia indiretta: canestrini e tavolette - Psicografia diretta o

manuale.

152 - La scienza spiritica ha progredito come tutte le altre e più rapidamente

delle altre, poiché appena qualche anno ci separa da questi mezzi primitivi ed

incompiuti che comunemente si chiamavano le tavole parlanti, e si è ormai

giunti a poter comunicare con gli spiriti tanto facilmente e tanto rapidamente

quanto gli uomini possono fare tra di loro, e ciò con gli stessi mezzi: la

scrittura e la parola. La scrittura ha soprattutto il vantaggio di attestare più

materialmente l’intervento di una potenza occulta, e di lasciare tracce che

possono essere da noi conservate, come si usa per la nostra comune

corrispondenza. Il primo mezzo impiegato fu quello delle tavolette e dei

canestrini muniti di lapis. Ecco qual è la loro disposizione.

153 - Abbiamo detto che una persona dotata di un’attitudine speciale può

imprimere un movimento di rotazione ad una tavola, oppure ad un oggetto

qualunque; prendiamo, invece d’una tavola, un cestino di quindici o venti

centimetri di diametro (sia esso in legno od in vimini, poco importa, la

sostanza è indifferente). Se ora, attraverso il fondo di questo canestrino si fa

passare un lapis solidamente attaccato, la punta all’infuori ed in basso, e si

mantenga il tutto in equilibrio sulla punta del lapis, collocate, esso stesso

sopra un foglio di carta, ponendo le dita sugli orli del cestino, questo

comincerà a muoversi; ma invece di girare, porterà il lapis in sensi diversi

sulla carta, in modo da formare o segni insignificanti o caratteri di scrittura.

Se uno spirito è evocato e voglia comunicare, risponderà non più con colpi

battuti come nella tiptologia, ma con parole scritte. Il movimento del

canestrino non è più automatico, come nelle tavole parlanti, ma diventa

intelligente. In questa disposizione, il lapis, arrivato all’estremità della riga,

non ritorna indietro per incominciarne un’altra, ma continua circolarmente,

in maniera tale che la linea di scrittura forma una spirale, e che occorre alzare

più volte la carta per leggere ciò che vi è scritto. La scrittura così ottenuta non

è sempre leggibile, non essendo separate le parole; ma il medium, per una

specie di intuizione, la decifra facilmente. Si può anche sostituire la lavagna

ed il gesso alla carta e al lapis. Designeremo questo canestrino con il nome di

canestrino-trottola. AI canestrino si sostituisce qualche volta una

 

137

scatoletta di cartone, il lapis ne forma l’asse.

154 - Molte altre soluzioni furono immaginate per conseguire lo stesso scopo.

La più comoda è quella che noi chiameremo, canestrino col becco, che

consiste nell’adattare sul canestrino un supporto di legno inclinato, sporgente

da dieci a quindici centimetri da un lato. In un buco praticato all’estremità di

questo fusto, o becco, si fa passare una matita abbastanza lunga, in maniera

che la punta sia appoggiata sulla carta. Quando il medium pone le dita sugli

orli del canestrino, tutto l’apparecchio si muove ed il lapis scrive come nel

caso sopraccitato, con la differenza che la scrittura è, in generale, più

leggibile, le parole separate, e le righe non sono più disposte a spirale, ma

come nella scrittura ordinaria. Si ottengono così dissertazioni di molte pagine

tanto rapidamente quanto nella scrittura manuale.

155 - L’intelligenza che agisce si manifesta spesso con altri segni non

equivoci. Arrivati alla fine della pagina, il lapis fa spontaneamente un

movimento per voltarla; volendo riportarsi ad un passaggio precedente, nella

stessa pagina o in un’altra, essa lo cerca con la punta del lapis, come si farebbe

con il dito, poi lo sottolinea. Se poi lo spirito desidera indirizzarsi a qualcuno

degli astanti, l’estremità del supporto di legno si dirige verso di lui. Per

abbreviare, egli imprime spesso le parole e no con segni d’affermazione e

di negazione simili a quelli che noi facciamo con la testa: se egli vuole

esprimere la collera e l’impazienza, batte colpi ripetuti con la punta del lapis e

spesso la rompe.

156 - Invece del canestrino, qualcuno si serve di una specie di piccola tavola

fatta espressamente, da dodici a quindici centimetri di lunghezza, circa cinque

di altezza, a tre piedi, di cui quello anteriore porta il lapis; i due altri sono

arrotondati o guarniti di una pallina di avorio, onde scivolare facilmente

sopra la carta. Altri si servono semplicemente di una tavoletta di superficie

variabile da quindici a venti centimetri quadrati, triangolare, oblunga od

ovale; sopra uno degli orli vi è un buco obliquo per mettere il lapis;

collocata allo scopo di scrivere, si trova inclinata e si appoggia con uno dei

suoi lati sopra la carta; il lato appoggiato sulla carta è talvolta guarnito di due

rotelline per facilitare il movimento. Si capisce, del resto, che tutte queste

disposizioni nulla hanno di assoluto; la più comoda è la migliore. Con tutti

questi apparecchi conviene quasi sempre essere in due; ma non è necessario

che la seconda persona sia dotata della facoltà medianica: ella serve

unicamente a mantenere l’equilibrio ed a diminuire la fatica del medium.

 

138

157 - Noi chiamiamo psicografia indiretta la scrittura così ottenuta, in

opposizione alla psicografia diretta o manuale ottenuta dallo stesso

medium. Per capire quest’ultimo procedimento, conviene renderci conto di

quello che si verifica in questa operazione. Lo spirito estraneo che comunica,

agisce sul medium, il quale, sotto questa influenza, dirige macchinalmente

il suo braccio e la sua mano per scrivere, senz’avere (è questo almeno il caso

più comune) la minima coscienza di quello che scrive; la mano agisce sul

canestrino ed il canestrino sul lapis. Così, non è il canestrino che diventa

intelligente, ma è uno strumento diretto da un’intelligenza; non è in realtà che

un portalapis, un’appendice della mano, un intermediario fra la mano ed il

lapis; eliminando questo intermediario, e collocando il lapis nella mano, voi

avrete il medesimo risultato, con un meccanismo molto più semplice, poiché

il medium scrive come farebbe nelle condizioni normali; così, qualunque

persona che scrive con l’aiuto d’un canestrino, tavoletta od altro oggetto, può

scrivere direttamente.

Di tutti i mezzi di comunicazione, la scrittura alla mano designata da

qualcuno sotto il nome di scrittura involontaria, è senza dubbio il più

semplice, il più facile e il più comodo, poiché non esige preparazione e si

presta come scrittura corrente agli svolgimenti più estesi. Vi ritorneremo

parlando dei medium.

158 - AI principio delle manifestazioni, quando si avevano a questo riguardo

idee meno precise, molti scritti furono pubblicati con questa designazione:

comunicazione d’un canestrino, d’una tavoletta, d’una tavola, ecc...

Si capisce oggi quanto queste espressioni avessero d’insufficiente e d’erroneo,

senza considerare il loro carattere poco serio.

Difatti, come noi abbiamo appena visto, le tavole, le tavolette ed i canestrini

non sono che strumenti senza intelligenza, quantunque

momentaneamente animati da una vita fittizia, e che nulla possono

comunicare per se stessi; ciò sarebbe prendere l’effetto per la causa, lo

strumento per l’agente; tanto varrebbe che un autore mettesse nel

frontespizio della sua opera, che egli l’ha scritta con una penna metallica od

una penna d’oca. Questi strumenti, d’altra parte, non sono assoluti.

Conosciamo qualcuno, che invece del canestrino-trottola da noi descritto,

si serviva d’un imbuto, nel collo del quale egli passava il lapis. Ciò che importa

conoscere, non è la natura dello strumento, ma il modo con cui si ottiene la

comunicazione. Se la comunicazione ha luogo per mezzo della scrittura, di

qualunque natura sia il portalapis, noi chiameremo ciò psicografia; se per

 

139

mezzo dei colpi, tiptologia.

 

140

14 - I MEDIUM

Medium ad effetti fisici - Persone elettriche - Medium sensitivi o

impressionabili - Medium auditivi - Medium parlanti - Medium veggenti -

Medium sonnambuli - Medium guaritori - Medium pneumatografi.

Medium ad effetti fisici - Persone elettriche

159 - Qualunque persona che risenta, a qualsiasi grado, l’influenza degli

spiriti, è per questo motivo un medium.

Questa facoltà è inerente all’uomo, e per conseguenza non è privilegio

esclusivo; così vi sono poche persone presso le quali non se ne trovi qualche

traccia. Si può dunque dire che tutti, chi più chi meno, sono medium.

Tuttavia, nell’uso questa qualificazione si applica soltanto a quelli la cui

facoltà medianica è nettamente caratterizzata e si traduce con effetti palesi di

una certa intensità, ciò che allora dipende da un’organizzazione più o meno

sensitiva. Conviene inoltre notare che questa facoltà non si svela presso tutti

nella medesima maniera; i medium hanno generalmente un’attitudine

speciale per l’uno e per l’altro ordine di fenomeni, il che costituisce altrettante

varietà quante sono le sorte di manifestazioni. I principali sono: I medium

ad effetti fisici, i medium sensitivi, auditivi, parlanti, veggenti,

sonnambuli, guaritori, pneumatografi, scriventi o psicografici.

1 - Medium ad effetti fisici

160 - I medium ad effetti fisici sono particolarmente atti a produrre

fenomeni materiali, come i movimenti dei corpi inerti, i rumori, eccetera.

Si possono dividere in medium facoltativi e medium involontari (vedi

Parte Seconda, Capp. 2 e 4).

I medium facoltativi sono quelli che hanno la coscienza del loro potere, e

che producono i fenomeni spiritici con l’atto della loro volontà. Questa

facoltà, benché inerente alla specie umana, come abbiamo detto, non esiste

 

141

per tutti allo stesso grado; ma sono poche le persone per cui essa è

assolutamente nulla, quelle atte a produrre i grandi effetti (come la

sospensione dei corpi gravi nello spazio, la traslazione aerea e soprattutto le

apparizioni) sono ancora più rare.

Gli effetti più semplici sono quelli della rotazione di un oggetto, dei colpi

battuti per mezzo del sollevamento di questo oggetto, o nella sua sostanza

stessa. Senza attribuire un’importanza straordinaria a questi fenomeni, noi

invitiamo però a non trascurarli; essi possono dar luogo ad osservazioni

interessanti ed aiutare la convinzione. Conviene tuttavia osservare che la

facoltà di produrre effetti materiali esiste raramente presso coloro che hanno

mezzi più perfetti di comunicazione, come la scrittura o la parola.

Generalmente, la facoltà diminuisce in un senso a misura che essa si sviluppa

in un altro.

161 - I medium involontari o naturali sono quelli la cui influenza si

esercita a loro insaputa. Essi non hanno alcuna coscienza del loro potere, e

spesso ciò che succede d’anormale attorno ad essi, non sembra loro affatto

straordinario; ciò fa parte di essi stessi, assolutamente come le persone dotate

della seconda vista e che non lo immaginano affatto.

Questi soggetti sono degnissimi di osservazione, e non si deve trascurare di

raccogliere e di studiare i fatti di questo genere che possono venire a nostra

conoscenza; essi si manifestano in ogni età, e spesso presso ragazzi

giovanissimi (vedi Cap. 5, Manifestazioni spontanee).

Questa facoltà non è di per sé l’indizio di uno stato patologico, poiché non è

incompatibile con una perfetta salute. Se colui che la possiede è sofferente, ciò

dipende da una causa estranea, e questo è il motivo per cui i mezzi terapeutici

sono impotenti a farla cessare. Essa può, in certi casi, essere conseguenza

d’una certa debolezza organica, ma non ne è mai causa efficiente. Non si

saprebbe dunque ragionevolmente concepirne alcuna inquietudine dal punto

di vista igienico. Essa potrebbe avere degli inconvenienti soltanto allorché il

soggetto, divenuto medium facoltativo, ne facesse un abuso, poiché allora vi

sarebbe da parte sua emissione troppo abbondante di fluido vitale, e in

conseguenza indebolimento di organi.

162 - La ragione si ribella all’idea delle torture morali e corporali, alle quali la

scienza ha talvolta sottomesso esseri deboli e delicati in vista di assicurarsi

che non vi fosse frode o inganno da parte loro; queste esperienze, fatte il più

delle volte con malevolenza, sono sempre dannose per le persone sensitive, e

 

142

potrebbero risultarne dei gravi disordini fisiologici. Il fare simili prove, è un

giocare con la vita. L’osservatore di buona fede non ha bisogno d’impiegare

questi mezzi; colui che è familiarizzato con questa sorta di fenomeni sa,

d’altra parte, che essi appartengono più all’ordine morale che all’ordine fisico,

e che se ne cercherebbe invano la soluzione nelle nostre scienze esatte.

E appunto perché questi fenomeni hanno relazione con l’ordine morale, si

deve evitare con cura scrupolosa tutto ciò che può sovreccitare

l’immaginazione. Sono note le disgrazie che possono derivare dalla paura, e si

sarebbe meno imprudenti se si conoscessero tutti i casi di follia e di epilessia,

che hanno la loro origine nei racconti dei lupi-mannari e della befana; che

cosa ne deriverebbe quando si volesse persuadere che c’entra il diavolo?

Quelli che danno credito a tali idee non sanno la responsabilità che si

assumono: possono uccidere! Ora il pericolo non è soltanto per il soggetto,

è pure per quelli che lo circondano, e che possono essere spaventati dal

pensiero che la loro casa è un covo di demoni. Questa funesta credenza fu

quella che causò tante azioni atroci nei tempi d’ignoranza. Tuttavia, con un

po’ di discernimento, si sarebbe dovuto pensare che, bruciando il corpo che si

credeva posseduto dal diavolo, non si bruciava il diavolo. Poiché si voleva

disfarsi del diavolo, occorreva prima di tutto dare il rogo al diavolo stesso; la

dottrina spiritica, illuminandoci sopra la vera causa di tutti questi fenomeni,

le dà il colpo di grazia. Lungi dunque dal far nascere questo pensiero,

si deve, ed è un dovere morale e d’umanità, combatterlo se esiste.

Ciò che conviene fare quando una simile facoltà si sviluppa spontaneamente

in un individuo, è di lasciare che il fenomeno segua il suo corso naturale; la

natura è più prudente degli uomini: la Provvidenza, d’altra parte, vede assai

lontano, ed il più meschino individuo può essere lo strumento dei più grandi

disegni. Ma, è necessario convenirne, questo fenomeno raggiunge talvolta

delle proporzioni gravi ed importune per tutti (1).

(1) Uno dei fatti più straordinari di questa natura, per la varietà e la

stranezza dei fenomeni, è senza dubbio quello che ebbe luogo nel 1852 nel

Palatinato (Baviera renana) a Bergzabern, vicino a Wissembourg. Esso è

tanto più notevole in quanto riunisce nel medesimo soggetto quasi tutti i

generi di manifestazioni spontanee: strepiti da scuotere la casa,

rovesciamento di mobili, oggetti lanciati lontano da mano invisibile, visioni

ed apparizioni, sonnambulismo, estasi, catalessi, attrazione elettrica, gridi e

suoni aerei, strumenti che suonano senza contatto, comunicazioni

intelligenti, ecc.; e, ciò che non è di scarsa importanza. la constatazione di

questi fatti, per quasi due anni consecutivi, fatta da innumerevoli testimoni

 

143

oculari, degni di fede per il loro sapere e la loro posizione sociale.

Il racconto fu pubblicato a quell’epoca in molti giornali tedeschi, e in un

opuscolo ormai esaurito e rarissimo. Si troverà la traduzione completa di

questo opuscolo nella Revue Spirite del 1858, con i commenti e le

spiegazioni necessarie. Per quanto noi sappiamo, è la sola pubblicazione

francese che ne sia stata fatta. Oltre l’interesse vivissimo inerente a questi

fenomeni, essi sono eminentemente istruttivi dal punto di vista dello studio

pratico dello spiritismo.

Ecco quindi in tutti i casi quello che conviene fare. Nel Cap. 5,

Manifestazioni fisiche spontanee, abbiamo già dato qualche consiglio al

riguardo, dicendo che conviene cercare di mettersi in rapporto con lo spirito

per sapere da lui ciò che vuole. Il mezzo seguente è egualmente fondato

sull’osservazione.

Gli esseri invisibili, che rivelano la loro presenza con effetti sensibili, sono, in

generale, spiriti d’un ordine inferiore, si possono dominare per mezzo

dell’ascendente morale. Ed è questo ascendente che conviene cercare di

acquistare. Per ottenere questo ascendente, conviene far passare il soggetto

dallo stato di medium naturale, a quello di medium facoltativo. Si

produce allora un effetto analogo a quello che si verifica nel sonnambulismo.

Si sa che il sonnambulismo naturale cessa generalmente quando è sostituito

dal sonnambulismo magnetico.

Non si arresta con questo la facoltà emancipatrice dell’anima, ma le si dà un

altro corso. Lo stesso avviene per la facoltà medianica. A questo segno, invece

di impedire i fenomeni (ciò che si raggiunge raramente e che non è sempre

senza pericolo), bisogna invece spingere il medium a produrli di sua volontà,

imponendosi allo spirito. Con questo mezzo, egli arriva a padroneggiarlo, e da

un dominatore qualche volta tirannico, ne fa un essere subordinato e spesso

dolcissimo. Un fatto degno di attenzione, e giustificato dall’esperienza, è che,

in simile caso, un fanciullo ha altrettanta e, spesso, più autorità d’un adulto;

altra prova del punto essenziale della Dottrina, secondo cui lo spirito non è

fanciullo se non per il corpo, e ha di per se stesso uno sviluppo

necessariamente anteriore alla sua incarnazione Attuale, sviluppo che può

dargli ascendente sopra gli spiriti che gli sono inferiori.

La moralizzazione dello spirito per mezzo dei consigli di una terza persona

influente e sperimentata, se lo stesso medium non è in stato di farlo, è spesso

un mezzo efficacissimo. Vi ritorneremo, sopra più tardi.

 

144

163 - Sembra che appartengano a questa categoria di medium gli individui

dotati di una certa dose d’elettricità naturale; vere torpedini umane, che

producono con il semplice contatto qualunque effetto di attrazione e di

repulsione. Si avrebbe torto tuttavia a ritenerli dei medium, poiché la vera

medianità suppone l’intervento diretto d’uno spirito; ora, nei casi di cui

parliamo, esperienze concludenti hanno provato che l’elettricità è l’unico

agente di questi fenomeni.

Questa facoltà bizzarra, che quasi potrebbe chiamarsi una infermità, può

qualche volta collegarsi con la medianità, come può scorgersi nella storia dello

spirito picchiatore di Bergzabern, ma spesso essa è completamente

indipendente. Come abbiamo già detto, la sola prova dell’intervento degli

spiriti è il carattere intelligente delle manifestazioni; ogni qualvolta questo

carattere non esiste, si possono attribuire con fondamento ad una causa

puramente fisica. La questione è di sapere se le persone elettriche

avrebbero una più grande attitudine a diventare medium ad effetti fisici;

noi lo pensiamo, ma ciò deve essere un risultato dell’esperienza.

2 - Medium sensitivi o Impressionabili

164 - Si designano così le persone suscettibili di sentire la presenza degli

spiriti per mezzo d’una vaga impressione, una sorta di fruscio in tutto il corpo,

di cui esse non possono rendersi conto. Questa varietà non ha un carattere

ben definito; tutti i medium sono necessariamente impressionabili;

l’impressionabilità viene così dichiarata una qualità generale, piuttosto che

speciale; è la facoltà rudimentale indispensabile allo sviluppo di tutte le altre.

Essa differisce dall’impressionabilità puramente fisica e nervosa, con la quale

non si deve confondere, poiché vi sono persone che non hanno i nervi delicati

e che risentono più o meno l’effetto della presenza degli spiriti, nello stesso

modo che altre irritabilissime non la risentono affatto.

Questa facoltà si sviluppa con l’abitudine, e può acquistare una tale

delicatezza che colui il quale ne è dotato riconosce, dall’impressione che ne

risente, non solamente la natura buona o cattiva dello spirito che gli sta

vicino, ma perfino la sua individualità, come il cieco riconosce, quasi per

intuito, l’avvicinarsi di questa o quella persona: egli diventa, riguardo agli

spiriti, una vera sensitiva. Un buono spirito fa sempre un’impressione dolce e

gradevole; quella di un cattivo spirito, al contrario, è penosa, ansiosa e

sgradevole; ne traspira come un alito di impurità.

 

145

3 - Medium auditivi

165 - Essi sentono la voce degli spiriti. Ciò, come abbiamo detto parlando

della pneumatofonia, è qualche volta una voce intima che si fa sentire

all’interno dell’orecchio; altre volte è una voce esteriore, chiara e distinta,

come quella d’una persona vivente. I medium auditivi possono così entrare in

conversazione con gli spiriti. Allorché essi sono assuefatti a comunicare con

alcuni spiriti, li riconoscono immediatamente dal timbro della voce. Allorché

non si possieda questa facoltà, si può egualmente comunicare con uno spirito

per mezzo di un medium auditivo, che funge da interprete. Questa facoltà è

gradevolissima quando il medium ha a che fare con buoni spiriti, o soltanto

con quelli che egli chiama; ma la cosa cambia aspetto quando un cattivo

spirito si accanisce contro di lui e gli fa sentire ogni momento le cose più

sgradevoli, e qualche volta le più sconvenienti. Conviene allora cercare di

sbarazzarsene con i mezzi che noi indicheremo al capitolo riguardante

l’Ossessione.

4 - Medium parlanti

166 - I medium auditivi, che trasmettono soltanto quello che sentono, non

sono, propriamente parlando, medium parlanti; questi ultimi, invece, il più

delle volte non sentono nulla. Con questi lo spirito agisce sugli organi della

parola, come agisce sopra la mano dei medium scriventi. Lo spirito che vuole

comunicare si serve dell’organo che trova maggiormente idoneo nel medium;

da uno prenderà in uso la mano, da un altro la parola, da un terzo l’udito. Il

medium parlante si esprime generalmente senza avere la coscienza di ciò che

dice, e spesso dice cose completamente estranee alle sue idee abituali, alle sue

cognizioni, e persino lontane dalla portata della sua intelligenza. Quantunque

il medium sia perfettamente sveglio e in uno stato normale, esso raramente

conserva il ricordo di ciò che ha detto; in altri termini, la parola è per il

medium uno strumento di cui si serve lo spirito e con il quale una persona

estranea può entrare in comunicazione, nella stessa maniera in cui può farlo

attraverso il medium auditivo.

La passività del medium parlante non è sempre completa; ve ne sono di quelli

 

146

che hanno l’intuizione di ciò che dicono nel momento stesso in cui

pronunziano le parole. Ritorneremo su questa varietà quando tratteremo dei

medium intuitivi.

5 - Medium veggenti

167 - I medium veggenti sono dotati della facoltà di vedere gli spiriti. Vi sono

di quelli che godono di questa facoltà nello stato normale, allorché sono

perfettamente svegli e ne conservano un esatto ricordo; altri non lo hanno se

non nello stato di sonnambulismo o vicino al sonnambulismo.

Questa facoltà è raramente permanente: essa è quasi sempre l’effetto di una

crisi momentanea e passeggera. Si possono collocare nella categoria dei

medium veggenti tutti gli individui dotati della seconda vista. La possibilità di

vedere gli spiriti in sogno nasce senza dubbio da una specie di medianità

veggente. Abbiamo spiegato questo fenomeno nel Cap. 6, Manifestazioni

visive.

Il medium veggente crede di vedere con gli occhi, come coloro i quali sono

dotati della seconda vista; ma in realtà è l’anima che vede, ed è questa la

ragione per cui essi vedono tanto con gli occhi chiusi quanto con gli occhi

aperti; da ciò ne risulta che un cieco può vedere gli spiriti come colui che ha

buona vista. Si potrebbe fare, a questo riguardo, uno studio molto

interessante, quello cioè di sapere se questa facoltà è più frequente presso i

ciechi. Spiriti che furono ciechi ci hanno detto che, essendo in vita, essi

avevano per mezzo dell’anima la percezione di certi oggetti, e che non erano

immersi nell’oscurità nera.

168 - Conviene distinguere le apparizioni accidentali e spontanee dalla

facoltà propriamente detta di vedere gli spiriti. Le prime sono frequenti,

soprattutto al momento della morte delle persone amate e conosciute, le quali

vengono ad avvertire che non sono più di questo mondo. Vi sono numerosi

esempi di simili fatti avvenuti, senza parlare delle visioni durante il sonno.

Altre volte, sono parenti ed amici che, sebbene morti da un tempo più o meno

lungo, appaiono, sia per avvertire di un pericolo, sia per dare un consiglio, sia

per chiedere che si faccia qualcosa per lui. Il servizio che può reclamare uno

spirito consiste generalmente nel compimento d’una cosa che egli non poté

fare quando era vivo, o nel domandare il soccorso delle preghiere. Queste

apparizioni sono fatti isolati, che hanno sempre un carattere individuale e

 

147

personale, e non costituiscono una facoltà propriamente detta. La facoltà

consiste nella possibilità, se non permanente, almeno frequentissima, di

vedere qualsiasi spirito, anche quello che ci è più estraneo. Questa è la vera

facoltà che caratterizza, propriamente parlando, i medium veggenti

Fra i medium veggenti ve ne sono di quelli che vedono soltanto gli spiriti

evocati, dei quali possono fare la descrizione con una minuziosa esattezza;

essi descrivono i loro gesti nei più piccoli particolari, come pure l’espressione

della loro fisionomia, le loro fattezze, le vesti, e persino i sentimenti da cui

sembrano animati. Ve ne sono altri presso i quali questa facoltà è ancora più

generale; essi vedono tutta la popolazione spiritica circostante andare, venire,

e si potrebbe dire, attendere ai suoi affari.

169 - Assistemmo una sera alla rappresentazione dell’opera Oberon in

compagnia di un ottimo medium veggente. Nella sala vi erano numerosi posti

liberi, molti dei quali occupati da spiriti, che sembravano seguire lo

spettacolo; alcuni andavano presso alcuni spettatori e sembrava che

ascoltassero la loro conversazione. Sul palcoscenico si svolgeva un’altra scena;

dietro gli attori molti spiriti d’umor gioviale si divertivano a contraffarli,

imitando i loro gesti in modo grottesco; altri, più seri, sembravano ispirare i

cantanti e fare degli sforzi per dare loro energia. Uno di essi era

costantemente vicino ad una delle interpreti principali; noi credemmo che

egli avesse intenzioni un po’ leggiere; avendolo poi chiamato nell’intervallo,

egli venne presso di noi, e ci rimproverò con qualche severità il nostro

temerario giudizio. “Non sono quello che credete”, disse egli, “Io sono

incaricato di dirigerla”. Dopo qualche minuto di una conversazione molto

seria, ci lasciò dicendoci: “Addio! ella è nel suo camerino: è bene che io vada a

vigilare su di lei”. Evocammo in seguito lo spirito di Weber, autore dell’opera,

e gli domandammo che cosa pensasse dell’esecuzione del suo lavoro. “Non c’è

male”, egli disse, “ma vi è una certa fiacchezza: gli attori cantano, ecco tutto,

ma non vi è ispirazione. Aspettate”, soggiunse, “tenterò di dare loro un po’ di

fuoco sacro”. Allora lo si vide sulla scena librarsi al disopra degli attori; un

effluvio sembrava partire da lui e spandersi sopra di loro: in quel momento, vi

fu negli attori un visibile aumento d’energia.

170 - Ecco un altro fatto il quale prova l’influenza esercitata dagli spiriti sugli

uomini a loro insaputa. Eravamo, come nella sera suddetta, ad una

rappresentazione teatrale con un altro medium veggente. Avendo impegnato

una conversazione con uno spirito spettatore, questi ci disse: “Vedete

quelle due signore sole nel palchetto di prima fila? Ebbene, io sono capace di

 

148

far loro abbandonare la sala”. Ciò detto lo si vide andare a collocarsi nel

palchetto in questione, e parlare alle due signore; ad un tratto, queste, che

erano attentissime allo spettacolo, si guardano, sembrano consultarsi, poi se

ne vanno e non ricompaiono più. Lo spirito ci fece allora un gesto comico per

dimostrare che egli aveva mantenuto la parola; ma non lo rivedemmo più per

domandargli spiegazioni. In questo modo abbiamo potuto essere testimoni

mille volte della parte che sostengono gli spiriti fra i viventi. Li abbiamo

osservati nei diversi luoghi di riunione, al ballo, al concerto, alla predica, ai

funerali, ai conviti, ecc., e dappertutto ne abbiamo trovati che attizzavano le

cattive passioni, soffiavano la discordia, eccitavano le risse, e si rallegravano

delle loro prodezze; altri, al contrario, combattevano questa perniciosa

influenza, ma erano raramente ascoltati.

171 - La facoltà di vedere gli spiriti può senza dubbio svilupparsi, ma è per

l’appunto una di quelle di cui conviene aspettare lo sviluppo naturale senza

provocarlo, se non si vuole rischiare di diventare vittime della propria

immaginazione. Quando esiste il germe d’una facoltà, essa si manifesta da se

stessa. In principio conviene accontentarsi di quelle che Dio ci ha accordato,

senza ricercare l’impossibile; allora, infatti, volendo avere troppo, si corre

rischio di perdere quello che si ha.

Quando abbiamo detto che i fatti d’apparizione spontanea sono frequenti

(vedi n. 107) non abbiamo con ciò voluto dire che sono comunissimi. Quanto

ai medium veggenti, propriamente detti, essi sono ancora più rari, e conviene

diffidare assai di quelli che pretendono di godere di questa facoltà; è cosa

prudente il non prestar loro fede se non dietro prove positive. Non ci

fermiamo nemmeno a parlare di quelli che si fanno la ridicola illusione degli

spiriti globuli, da noi descritta al n. 108; parliamo di quelli che pretendono di

vedere gli spiriti in una maniera razionale. Certe persone possono, senza

dubbio, ingannarsi in buona fede, ma altre possono pure simulare questa

facoltà per amor proprio o per interesse. In questo caso, conviene

particolarmente tener conto del carattere, della moralità e della sincerità

abituale; ma è soprattutto nelle minute particolarità che si può trovare il

giudizio più certo, poiché ve ne sono di quelle che non possono lasciare alcun

dubbio, come, ad esempio, il ritratto degli spiriti che il medium non ha mai

conosciuti, fatto con esattezza. Il fatto seguente appartiene a questa categoria.

Una signora vedova, il cui marito comunicava con lei frequentemente, si

trovava un giorno con un medium veggente che non conosceva né lei né la sua

famiglia. Il medium le disse: “Vedo presso di voi uno spirito”. “Ah!” disse

subito la signora, “è senza dubbio mio marito, il quale non mi abbandona

 

149

quasi mai”. “No”, rispose il medium, “è una donna d’una certa età, la quale ha

il capo coperto in maniera singolare; ha una fascia bianca sulla fronte”.

Per questa particolarità e per altri dettagli descrittivi, la signora riconobbe in

maniera certa la sua nonna, notando che essa non pensava affatto a lei in quel

momento. Se il medium avesse voluto simulare la facoltà, gli sarebbe stato

facile andare dietro al pensiero della signora, mentre, invece del marito, di cui

ella era preoccupata, egli vede una donna con un’acconciatura speciale sul

capo, per lui del tutto incomprensibile. Questo fatto prova un’altra cosa, cioè

che la vista nel medium non è il riflesso di alcun pensiero estraneo (vedi n.

102).

6 - Medium sonnambuli

172 - Il sonnambulismo può essere considerato come una varietà della facoltà

medianica, o per meglio dire, i due ordini di fenomeni si trovano spesso

riuniti.

Il sonnambulo agisce sotto l’influenza del proprio spirito. E’ la sua anima che,

nei momenti di emancipazione, vede, intende e percepisce all’infuori dei

limite dei sensi; ciò che esprime, egli lo attinge in se stesso; le sue idee sono in

generale più giuste che non nello stato normale; le sue cognizioni più estese,

poiché la sua anima è libera; in una parola, egli vive in anticipo della vita degli

spiriti. Il medium, al contrario, è lo strumento d’una intelligenza estranea;

egli è passivo, e ciò che dice non viene da lui. Riassumendo, il sonnambulo

esprime il proprio pensiero ed il medium quello d’un altro. Ma lo spirito che

comunica con un medium ordinario, può, nella stessa maniera, comunicare

con un sonnambulo; spesso, anche lo stato d’emancipazione dell’anima,

durante il sonnambulismo, rende questa comunicazione più facile. Molti

sonnambuli vedono perfettamente gli spiriti, e li descrivono con altrettanta

precisione che i medium veggenti; essi possono intrattenersi con loro e

trasmetterci il loro pensiero; ciò che dicono al di fuori delle loro personali

conoscenze, viene loro spesso suggerito da altri spiriti. Ecco un esempio

notevole dove la doppia azione dello spirito del sonnambulo e dello spirito

estraneo si rivela nella maniera meno equivoca.

173 - Un nostro amico aveva in esame un giovinetto sonnambulo di 14 o 15

anni, di intelligenza molto comune e d’una istruzione estremamente limitata.

Tuttavia, nel sonnambulismo egli diede prove d’una lucidità straordinaria e

 

150

d’una grande perspicacia. Egli era soprattutto abile nella cura delle malattie e

compì un gran numero di cure ritenute impossibili. Un giorno, egli dava un

consulto ad un ammalato, di cui descrisse il male con una perfetta esattezza.

“Ciò non è tutto”, gli si disse, “ora occorre indicare il rimedio”. “Non posso”,

egli rispose, “il mio angelo dottore non è qui”.

“Chi intendi per angelo dottore?”

“Quello che mi detta i rimedi”.

“Non sei dunque tu che vedi i rimedi?”

“No, essi mi vengono dettati dal mio angelo dottore”.

Così, per questo sonnambulo, l’azione di vedere il male era opera del proprio

spirito, il quale, per questo, non aveva bisogno di alcuna assistenza; ma

l’indicazione dei rimedi gli era da un altro; quest’altro non essendo presente,

egli non poteva dir nulla. Da solo egli era puramente sonnambulo; assistito

da colui che egli chiamava il suo angelo dottore, egli era mediumsonnambulo.

174 - La lucidità sonnambolica è una facoltà relativa all’organismo, e del tutto

indipendente dall’elevazione, dall’avanzamento, ed anche dallo stato morale

del soggetto. Un sonnambulo può dunque essere lucidissimo, ed essere

incapace di rispondere a certe domande, se il suo spirito è poco avanzato.

Colui che parla, di per se stesso può dunque dire cose buone o cattive, giuste o

sbagliate, mettere più o meno delicatezza e scrupolo nei suoi procedimenti,

secondo il grado di elevazione o d’inferiorità del proprio spirito; è allora che

l’assistenza d’uno spirito straniero può supplire alla sua insufficienza. Ma un

sonnambulo può essere assistito da uno spirito bugiardo, leggiero, od anche

cattivo, quanto potrebbe esserlo un medium; in queste circostanze,

soprattutto le qualità morali hanno una grande influenza per attirare i buoni

spiriti (vedi Il Libro degli Spiriti, Sonnambulismo, n. 425, e qui appresso il

capitolo sull’Influenza morale del medium).

7 - Medium guaritori

175 - Non parleremo, se non a titolo di memoria, di questa varietà di medium,

poiché questo argomento esigerebbe uno sviluppo troppo esteso.

Noi diremo solamente che questo genere di medianità consiste

 

151

principalmente nel dono che certe persone posseggono di guarire con il

semplice tatto, con lo sguardo, con un solo gesto, senza l’ausilio di alcun

medicamento. Si dirà senza dubbio che ciò è puro magnetismo. E’ evidente

che il fluido magnetico ha una grande azione; ma, quando si esamina con cura

questo fenomeno, si riconosce senza fatica che vi è qualcosa di più. La

magnetizzazione ordinaria è una vera cura, continua, regolare, metodica; nel

primo caso, invece, le cose vanno ben altrimenti. Tutti i magnetizzatori sono

più o meno atti a guarire, se sanno convenientemente operare, mentre presso

i medium guaritori la facoltà è spontanea; anzi ve ne sono alcuni che la

posseggono senza aver mai inteso parlare di magnetismo. L’intervento di una

potenza occulta, che costituisce la medianità, diventa evidente in certe

circostanze; essa lo è soprattutto quando si considera che la maggior parte

degli individui, i quali si possono con ragione qualificare come medium

guaritori, fanno ricorso alla preghiera, che è una vera evocazione (vedi n. 131).

176 - Ecco le risposte che furono date alle seguenti questioni rivolte agli

spiriti su questo argomento:

1) Le persone dotate della potenza magnetica possono essere considerate

come formanti una varietà di medium?

“Non potreste dubitarne”.

2) Tuttavia, il medium è l’intermediario tra lo spirito e l’uomo; ora, il

magnetizzatore che attinge in se stesso la sua forza, non sembra essere

l’intermediario di alcuna potenza a lui estranea.

“E’ un errore. La potenza magnetica risiede senza dubbio nell’uomo, ma è

aumentata dall’azione degli spiriti che egli chiama in suo aiuto. Se tu

magnetizzi con lo scopo di guarire, per esempio, e invochi un buono spirito

che si interessa a te ed al tuo malato, egli aumenta la tua forza e la tua

volontà, dirige il tuo fluido e gli dà le qualità necessarie”.

3) Vi sono, tuttavia, ottimi magnetizzatori che non credono agli spiriti?

“Credi tu dunque che gli spiriti agiscano soltanto sopra quelli che credono in

essi? Quelli che magnetizzano a fin di bene sono assecondati dai buoni spiriti.

Ogni uomo che ha il desiderio del bene li chiama, senza averne neppure il

sospetto, nella stessa maniera che con il desiderio del male e le cattive

intenzioni egli chiama quelli cattivi”.

4) Colui che, avendo la potenza, credesse all’intervento degli spiriti,

agirebbe più efficacemente?

“Egli farebbe cose tali che voi le considerereste dei miracoli”.

 

152

5) Certe persone hanno esse veramente il dono di guarire con il semplice

tatto, senza l’impiego dei passi magnetici?

“Certamente; non ne avete voi numerosi esempi?”

6) In questo caso vi è azione magnetica, o solamente influenza degli spiriti?

“L’una e l’altra. Queste persone sono veri medium, poiché agiscono sotto

l’influenza degli spiriti; ma ciò non vuol dire che esse siano medium scriventi,

come voi l’intendete”.

7) Si può trasmettere questo potere?

“Il potere no, ma bensì la conoscenza delle cose necessarie per esercitarlo, se

lo si possiede. Qualcuno non sospetterebbe di aver questo potere, se non

credesse che gli fu trasmesso”.

8) Si possono ottenere guarigioni con il mezzo della sola preghiera?

“Sì, qualche volta, se Dio lo permette; ma può darsi che il malato debba

soffrire ancora per il suo stesso bene, ed allora voi credete che la vostra

preghiera non sia stata ascoltata”.

9) Vi sono, a questo scopo, alcune formule di preghiere più efficaci di altre?

“La sola superstizione può attribuire una virtù a certe parole, e alcuni spiriti

ignoranti e mentitori possono mantenere idee di questo genere, prescrivendo

delle formule. Tuttavia, può anche accadere che persone poco illuminate ed

incapaci di capire le cose puramente spirituali acquistino confidenza

nell’impiego di una formula. In questo caso, non è la formula che è efficace,

ma la fede che viene aumentata dall’idea collegata all’impiego della formula”.

8 - Medium pneumatografi

177 - Si dà questo nome ai medium atti ad ottenere la scrittura diretta, il che

non è dato a tutti i medium scriventi. Questa facoltà è finora abbastanza rara;

essa si sviluppa probabilmente con l’esercizio; ma, come abbiamo detto, la sua

utilità pratica si limita ad una constatazione evidente dell’intervento di una

potenza occulta nelle manifestazioni. Solo l’esperienza può far conoscere se si

possiede. Si può dunque tentare, e d’altra parte si può domandarlo ad uno

spirito protettore con gli altri mezzi di comunicazione. Secondo la maggiore o

minore potenza del medium, si ottengono semplici tratti, segni, lettere,

parole, frasi, ed anche pagine intere. Basta, ordinariamente, depositare un

foglio di carta piegato in un luogo qualunque, o in un sito designato dallo

 

153

spirito, durante dieci minuti o un quarto d’ora, qualche volta di più. La

preghiera ed il raccoglimento sono condizioni essenziali; è per questo che si

può ritenere impossibile ottenere qualcosa in una riunione di persone poco

serie, o che non siano animate da sentimenti simpatici e benevoli (vedi Cap.

8, Laboratorio del mondo invisibile, n.127 e seguenti, e Cap. 12,

Pneumatografia).

Tratteremo in maniera speciale dei medium scriventi nei seguenti capitoli.

 

154

15 - MEDIUM SCRIVENTI O PSICOGRAFI

Medium meccanici - Medium intuitivi - Medium semi-meccanici - Medium

ispirati o involontari - Medium da presentimenti.

178 - Di tutti i mezzi di comunicazione, la scrittura manuale è il più semplice,

il più comodo e soprattutto il più completo.

Tutti gli sforzi devono tendere verso questo mezzo, poiché esso permette di

stabilire con gli spiriti relazioni altrettanto continuate e regolari quanto lo

sono quelle che esistono tra di noi. Conviene attenervisi, tanto più perché è il

mezzo con il quale gli spiriti rivelano meglio la loro natura ed il grado della

loro perfezione o della loro inferiorità.

Per la facilità che hanno di esprimersi con questo mezzo, essi ci fanno

conoscere i loro pensieri intimi e ci mettono così in grado di giudicarli e di

apprezzarli secondo il loro valore. La facoltà di scrivere, per un medium, è

inoltre quella che è più suscettibile di svilupparsi con l’esercizio.

Medium meccanici

179 - Esaminando certi effetti che si producono nei movimenti della tavola,

del canestrino o della tavoletta che scrive, non si può dubitare dell’esistenza di

un’azione esercitata direttamente dagli spiriti sopra questi oggetti. Il

canestrino si agita talvolta con tanta violenza, che sfugge dalle mani del

medium; qualche volta esso si dirige verso alcune persone del circolo per

picchiarle; altre volte, i suoi movimenti indicano un sentimento affettuoso. La

stessa cosa ha luogo allorché il lapis è collocato nella mano; spesso viene

lanciato lontano con forza, oppure la mano, come il canestrino, si agita

convulsamente e picchia la tavola con collera, anche quando il medium è nella

massima calma e si meraviglia di non essere padrone di sé.

Diciamo, di passaggio, che questi effetti denotano sempre la presenza di

spiriti imperfetti; gli spiriti realmente superiori sono costantemente calmi,

dignitosi e benevoli; se non sono convenientemente ascoltati, si ritirano, ed

altri prendono il loro posto. Lo spirito può dunque esprimere direttamente il

 

155

suo pensiero, sia con il movimento di un oggetto, di cui la mano del medium è

soltanto il punto d’appoggio, sia con la sua azione sulla mano stessa.

Allorché lo spirito agisce direttamente sulla mano, egli le dà un impulso

completamente indipendente dalla volontà. Essa si muove senza interruzione

e malgrado la volontà del medium, finché lo spirito ha da dire qualche cosa, e

si arresta quando ha terminato.

Ciò che caratterizza il fenomeno in questa circostanza, è che il medium non ha

la minima coscienza di ciò che scrive, l’incoscienza assoluta, in questo caso,

costituisce il carattere di quelli che si chiamano medium passivi o

meccanici.

Questa facoltà è preziosa in quanto non può lasciare alcun dubbio

sull’indipendenza dello scritto dal pensiero di colui che scrive.

Medium intuitivi

180 - La trasmissione del pensiero ha pure luogo per mezzo dello spirito del

medium, o meglio della sua anima, poiché noi designiamo sotto questo nome

lo spirito incarnato. Lo spirito estraneo, in questo caso, non agisce sulla mano

per farla scrivere; egli non la tiene e non la guida; agisce, invece, sopra

l’anima con la quale egli si identifica. L’anima, sotto questo impulso, dirige la

mano, e la mano dirige il lapis. Osserviamo qui intanto una cosa importante, e

cioè che lo spirito estraneo non si sostituisce affatto all’anima, poiché non

potrebbe smuoverla, ma egli la domina a sua insaputa e le imprime la sua

volontà. In questa circostanza, la parte dell’anima non è assolutamente

passiva: essa riceve il pensiero dello spirito estraneo e lo trasmette.

In questa situazione, il medium ha la coscienza di ciò che scrive, quantunque

non esprima il suo proprio pensiero; è ciò che si chiama medium intuitivo.

Se le cose stanno in questi termini, dirà qualcuno, niente ci prova che sia

piuttosto uno spirito estraneo che scrive, e non quello del medium. La

distinzione è infatti qualche volta difficile a farsi, ma può succedere che ciò

importi poco.

Tuttavia, si può riconoscere il pensiero suggerito, in quanto esso non è mai

preconcetto, ma nasce a mano a mano che si scrive, ed è spesso contrario

all’idea preventiva che ci eravamo formati; può, inoltre, essere superiore alle

cognizioni ed alle capacità del medium.

 

156

La parte del medium meccanico è quella di una macchina; il medium intuitivo

agisce come farebbe un interprete. Quest’ultimo, infatti, per trasmettere il

pensiero deve capirlo, e in certo modo appropriarsene per tradurlo

fedelmente, e tuttavia questo pensiero non è il suo; esso si limita ad

attraversargli il cervello. Tale è esattamente la parte del medium intuitivo.

Medium semi-meccanici

181 - Nei medium puramente meccanici il movimento della mano è

indipendente dalla volontà; nel medium intuitivo il movimento è volontario e

facoltativo. Il medium semi-meccanico partecipa dell’uno e dell’altro; egli

sente l’impulso dato alla mano suo malgrado, ma nello stesso tempo ha la

coscienza di ciò che scrive a mano a mano che si formano le parole. Nel

primo, il pensiero segue l’atto della scrittura; nel secondo, lo precede; nel

terzo, lo accompagna. Questi ultimi medium sono i più numerosi.

Medium ispirati

182 - Chiunque, sia nello stato normale, sia nello stato d’estasi, riceva, per

mezzo del pensiero, comunicazioni estranee alle sue idee, può essere collocato

nella categoria dei medium ispirati. Come si può comprendere, questa è una

varietà della medianità intuitiva, con questa differenza, che l’intervento d’una

potenza occulta vi è molto meno sensibile, poiché nell’ispirato diventa ancora

più difficile il distinguere il pensiero proprio da quello che è suggerito. Quello

che caratterizza quest’ultimo è soprattutto la spontaneità. L’ispirazione ci

viene dagli spiriti che su di noi influiscono in bene o in male, ma è piuttosto il

fatto di quelli che ci vogliono bene, e dei quali abbiamo troppo spesso il torto

di non seguire i consigli. Essa si applica a tutte le circostanze della vita nelle

risoluzioni che dobbiamo prendere. Sotto questo aspetto, si può dire che tutti

sono medium, poiché non vi è individuo che sia privo dei suoi spiriti

protettori e familiari, i quali fanno tutti i loro sforzi per suggerire buoni e utili

pensieri ai loro protetti.

Se fossimo ben convinti di questa verità, avremmo più spesso ricorso

all’ispirazione del nostro Angelo Custode nei momenti in cui non sappiamo

che dire né che fare. Lo si invochi dunque con fervore e fiduciosi in caso di

 

157

necessità, e si resterà meravigliati delle idee che sorgeranno come per incanto,

sia che si debba prendere una decisione, sia che si debba comporre qualche

cosa.

Se non venisse alcuna idea, vuol dire che occorre aspettare. La prova che

l’idea che arriva è proprio estranea a noi, è che, se fosse stata nel nostro

cervello, ne saremmo sempre stati padroni, e che non vi sarebbe ragione per

cui essa non dovesse manifestarsi a volontà. Colui che non è cieco, non ha che

da aprire gli occhi per vedere, quando ne ha voglia; allo stesso modo, colui che

ha idee proprie, le ha sempre a sua disposizione; se poi esse non gli vengono

quando vorrebbe averle, è perché è obbligato ad attingerle in altra parte, che

non è il suo cervello.

Si possono includere in questa categoria anche le persone che, senza essere

dotate di una intelligenza straordinaria, e senza uscire dallo stato normale,

hanno lampi di una lucidezza intellettuale che dà loro momentaneamente una

facilità non comune di concezione e di elocuzione, e in certi casi il

presentimento delle cose future.

In questi momenti, che si chiamano giustamente di ispirazione, le idee

abbondano, si seguono, si incatenano, per così dire, da se stesse e per un

impulso involontario e quasi febbrile; ci sembra che una intelligenza

superiore venga ad aiutarci, e che il nostro spirito si sia alleggerito d’un peso.

183 - Gli uomini di genio in tutti i campi, artisti, sapienti, letterati, sono senza

dubbio spiriti avanzati, capaci per se stessi di comprendere e di concepire

grandi cose; ora è precisamente perché ne sono giudicati capaci, che gli spiriti

i quali vogliono il compimento di certi lavori, suggeriscono loro le idee

necessarie, per cui, nella maggior parte dei casi, essi sono medium senza

saperlo. Hanno tuttavia una vaga intuizione di una assistenza estranea,

poiché colui che fa appello all’ispirazione non fa altro che un’evocazione.

Le seguenti risposte confermano quest’asserzione.

- Qual è la causa prima dell’ispirazione?

“Spirito che comunica per mezzo del pensiero”.

- L’ispirazione ha per oggetto soltanto la rivelazione di grandi cose?

“No, essa ha spesso relazione con le circostanze più ordinarie della vita. Per

esempio, tu vuoi andare in qualche luogo: una voce segreta ti dice di non

farlo, perché vi è pericolo per te; ovvero, essa ti dice di fare una cosa alla quale

tu non pensavi; e questa si chiama ispirazione. Vi sono ben poche persone che

 

158

non siano state più o meno ispirate in certi momenti”.

- Un autore, un pittore, un musicista, per esempio, nei momenti d’ispirazione

potrebbero essere considerati dei medium?

“Sì, perché in questi momenti la loro anima è più libera, è come sciolta dalla

materia; essa ricupera una parte delle sue facoltà di spirito e riceve più

facilmente le comunicazioni degli altri spiriti che la ispirano”.

Medium da presentimenti

184 - Il presentimento è un’intuizione vaga delle cose future. Certe persone

hanno questa facoltà più o meno sviluppata; esse possono attribuirla ad una

specie di doppia vista, che permette loro d’intravedere le conseguenze delle

cose presenti e la filiazione degli avvenimenti; ma spesso è anche il fatto di

comunicazioni occulte, ed allora, specialmente, si può dare a chi le possiede il

nome di medium da presentimenti, che sono una varietà dei medium

ispirati.

 

159

16 - MEDIUM SPECIALI

Attitudini speciali dei medium - Tavola sinottica delle differenti

varietà di medium.

185 - Oltre le categorie di medium che abbiamo enumerate, la medianità

presenta una varietà infinita di gradazioni, che costituiscono ciò che si chiama

i medium speciali, i quali hanno attitudini particolari non ancora definite,

ad eccezione delle qualità e delle cognizioni dello spirito che si manifesta.

La natura delle comunicazioni è sempre relativa alla natura dello spirito, e

reca l’impronta della sua elevazione o della sua inferiorità, del suo sapere o

della sua ignoranza; ma allo stesso modo, vi è incontestabilmente presso di lui

una propensione ad occuparsi di una cosa piuttosto che di un’altra. Gli spiriti

“picchiatori”, per esempio, non si allontanano dalle manifestazioni fisiche, e

fra quelli che ci danno manifestazioni intelligenti, vi sono degli spiriti poeti,

musici, disegnatori, moralisti, scienziati, medici, ecc. Noi parliamo degli

spiriti di un ordine medio, poiché, arrivati ad un certo grado, le attitudini si

confondono nell’unità della perfezione. Ma, accanto all’attitudine dello

spirito, vi è quella del medium, che è per lui uno strumento più o meno

comodo, più o meno flessibile, e nel quale egli scopre qualità particolari che

noi non possiamo apprezzare.

Prendiamo un esempio: Un abilissimo musicista ha sotto mano molti violini,

che per le persone comuni saranno tutti buoni strumenti, ma fra i quali

l’artista consumato fa una grande differenza; egli vi scopre gradazioni di una

delicatezza estrema, che gli faranno scegliere gli uni e rifiutare gli altri;

gradazioni che egli comprende per intuizione, senza poterle definire. Lo

stesso si può dire dei medium: a qualità eguali nella potenza medianica, lo

spirito darà la preferenza all’uno o all’altro, secondo il genere di

comunicazione che egli vuol fare. Così, per esempio, si vedono persone

scrivere, come medium, ammirabili poesie, quantunque nelle condizioni

ordinarie esse non abbiano mai potuto o saputo mettere insieme due versi;

altre, al contrario, che sono poeti, come medium non hanno mai potuto

scrivere altro che prosa, malgrado il loro desiderio. Lo stesso si dica del

disegno, della musica, ecc. Ve ne sono di quelli che, senza avere per se stessi

alcuna cognizione scientifica, hanno un’attitudine più particolare per ricevere

comunicazioni scientifiche; altri riescono negli studi storici; altri servono più

 

160

facilmente da interpreti agli spiriti moralisti; in una parola, qualunque sia la

predisposizione del medium, le comunicazioni che riceve con maggior facilità

hanno generalmente un contrassegno speciale: ve ne sono persino di quelli

che non escono da un certo circolo di idee, e quando se ne allontanano hanno

soltanto comunicazioni incomplete, laconiche, e spesso false. All’infuori della

predisposizione individuale, gli spiriti comunicano ancora, più o meno

volentieri, per mezzo dell’uno o dell’altro intermediario, secondo le loro

simpatie; così, a parità di condizioni, d’ogni altro lato, il medesimo spirito

sarà molto più esplicito con alcuni medium, unicamente perché più congeniali

al suo tipo di comunicazioni.

186 - Sarebbe dunque un errore il credere che si possa avere buone

comunicazioni in tutti i generi per il solo motivo che si ha sotto mano un buon

medium, anche se egli avesse la più facile scrittura.

La prima condizione è quella di assicurarsi della sorgente da cui esse

emanano, vale a dire delle qualità dello spirito che le trasmette; ma non è

meno necessario d’avere riguardo alle qualità dello strumento che si offre allo

spirito; conviene dunque studiare la natura del medium, come si studia la

natura dello spirito, poiché questi sono due elementi essenziali per ottenere

un soddisfacente risultato. Ve ne è un terzo che rappresenta una parte

egualmente importante, ed è l’intenzione, il pensiero intimo, il sentimento più

o meno lodevole di colui che interroga; e ciò è naturale. Affinché una

comunicazione sia buona, è necessario che emani da un buono

spirito; affinché questo buono spirito POSSA trasmetterla,

conviene dargli un buono strumento; affinché VOGLIA

trasmetterla, bisogna che lo scopo gli convenga. Lo spirito, che legge

nel pensiero, giudica se il quesito che gli si propone merita una risposta seria,

e se la persona che glielo indirizza è degna di riceverla; nel caso contrario, egli

non perde il suo tempo a seminare il buon grano sopra le pietre, ed è allora

che gli spiriti leggieri e saltimbanchi prendono la mano, poiché,

preoccupandosi poco della verità, non guardano troppo per il sottile, e sono

generalmente assai poco scrupolosi circa lo scopo ed i mezzi.

Riassumeremo qui di seguito i principali generi di medianità, onde

presentarne in qualche modo il quadro sinottico, che comprende quelli da noi

già descritti nei precedenti capitoli, indicandone i numeri dove se ne parla con

maggiori particolari.

Abbiamo raggruppato le differenti varietà di medium, per analogia di cause e

d’effetti, senza che questa classificazione abbia nulla d’assoluto. Alcune si

incontrano frequentemente; altre, al contrario, sono rare e persino

 

161

eccezionali, il che abbiamo cura di menzionare.

Queste ultime indicazioni sono state tutte fornite dagli spiriti, che, del resto,

hanno riveduto questo quadro con una cura particolarissima e l’hanno

completato con numerose osservazioni, e con categorie nuove, in modo che

esso è, per così dire, interamente loro opera. Abbiamo indicato con virgolette

le loro testuali osservazioni, allorché abbiamo creduto doveroso il farle

risaltare. Esse sono per la maggior parte di Erasto e di Socrate.

187 - Si possono dividere i medium in due grandi categorie:

1) Medium ad effetti fisici; cioè quelli che hanno il potere di provocare

effetti materiali o manifestazioni ostensibili (vedi n. 160).

2) Medium ad effetti psichici; quelli che sono più propriamente atti a

ricevere ed a trasmettere le comunicazioni intelligenti (vedi n. 65 e seguenti).

Tutte le altre varietà rientrano più o meno direttamente all’una o all’altra di

queste due categorie; alcune appartengono a tutte e due. Analizzando i

differenti fenomeni prodotti dalla influenza medianica, si vedrà che in tutti vi

è un effetto fisico, e che agli effetti fisici si unisce, nella maggior parte dei casi,

un effetto psichico. Il limite fra i due è qualche volta difficile da stabilire, ma

ciò non conduce a nessuna conseguenza. Noi comprendiamo sotto la

denominazione di medium ad effetti psichici quelli che possono più

specialmente servire di intermediari nelle comunicazioni regolari e continuate

(vedi n. 133).

188 - Varietà comuni a tutti I generi di medianità

Medium sensitivi, sono le persone suscettibili di risentire la presenza degli

spiriti per mezzo d’una impressione generale o locale, vaga o materiale. La

maggior parte distingue gli spiriti buoni o cattivi dalla natura dell’impressione

(vedi n. 164).

“I medium delicati e molto sensitivi debbono astenersi dalle comunicazioni

con spiriti violenti, o la cui impressione è penosa, a causa della fatica che ne

risulta”.

Medium naturali ed incoscienti; sono quelli che producono i fenomeni

spontaneamente, senza alcuna partecipazione della loro volontà, ed il più

delle volte a loro insaputa (vedi n.161).

 

162

Medium facoltativi o volontari; sono quelli che hanno la potenza di

provocare i fenomeni con un atto della loro volontà (vedi n.160).

“Per quanto grande sia questa loro volontà, essi non possono niente se gli

spiriti vi si rifiutano; fatto che prova l’intervento d’un potere estraneo”.

189 - Varietà speciali per gli effetti fisici

Medium tiptologici; sono quelli per la cui influenza si producono i rumori

ed i colpi battuti. Varietà comunissima, tanto con la volontà, quanto senza.

Medium motori; quelli che producono il movimento dei corpi inerti.

Comunissimi (vedi n. 61).

Medium da traslazione e da sospensione; quelli che producono la

traslazione aerea e la sospensione dei corpi inerti nello spazio, senza punto

d’appoggio. Ve ne sono di quelli che possono elevarsi da se stessi. Più o meno

rari, secondo lo sviluppo del fenomeno; rarissimi nell’ultimo caso (vedi n. 75 e

n. 80).

Medium ad effetti musicali; essi provocano il suono di certi strumenti

senza contatto. Sono rarissimi (vedi n.74, domanda 24).

Medium da apparizioni; quelli che, possono provocare apparizioni

fluidiche o tangibili, visibili per gli astanti. Eccezionalissimi (vedi n. 100,

domanda 27, e n. 104).

Medium da apporti; quelli che possono servire di ausiliari agli spiriti, per

l’apporto di oggetti materiali. Varietà dei medium motori e da traslazioni.

Eccezionali (vedi n. 96).

Medium notturni; quelli che non ottengono certi effetti fisici se non

nell’oscurità. Ecco la risposta d’uno spirito alla domanda, se si possono

considerare questi medium come formanti una varietà.

“Si può certamente farne una specialità, ma questo fenomeno è legato alle

condizioni dell’ambiente, piuttosto che alla natura del medium e degli spiriti;

debbo aggiungere che alcuni sfuggono a questa influenza dell’ambiente, e che

la maggior parte dei medium notturni potrebbero, con l’esercizio, arrivare ad

agire tanto alla luce quanto nell’oscurità. Questa varietà di medium è poco

numerosa; occorre dire che, favoriti da questa condizione che lascia libertà

nell’uso dei trucchi, della ventriloquia e dei tubi acustici, i ciarlatani hanno

troppo spesso abusato della credulità, facendosi passare per medium a scopi

 

163

di lucro. Ma i ciarlatani saranno crudelmente smascherati, e gli spiriti

proveranno loro che non è conveniente immischiarsi nelle loro faccende. Sì, lo

ripeto, certi ciarlatani riceveranno lezioni molto dure, che li disgusteranno del

mestiere di falsi medium. Del resto, tutto ciò non durerà che poco tempo”.

(ERASTO)

Medium pneumatografi; quelli che ottengono la scrittura diretta.

Fenomeno rarissimo e soprattutto facilissimo ad essere imitato dagli

imbroglioni (vedi n. 177).

Osservazione. - Gli spiriti hanno insistito, contro la nostra opinione, per

collocare la scrittura diretta tra i fenomeni d’ordine fisico, per il motivo,

hanno essi soggiunto, che: “Gli effetti intelligenti sono quelli, per mezzo dei

quali lo spirito si serve dei materiali cerebrali del medium, il che non è il caso

nella scrittura diretta; l’azione del medium è qui completamente materiale,

mentre presso il medium scrivente, anche completamente meccanico, il

cervello vi ha sempre una parte attiva”.

Medium guaritori; quelli che hanno il potere di guarire o di curare, con

l’imposizione delle mani o con la preghiera.

“Questa facoltà non è essenzialmente medianica; essa appartiene a tutti i veri

credenti, siano essi medium o no; spesso essa non è che una esaltazione della

potenza magnetica fortificata, in caso di bisogno, dall’aiuto di buoni spiriti”

(vedi n. 175).

Medium eccitatori; individui che hanno il potere di sviluppare negli altri,

con la loro influenza, la medianità e la facoltà di scrivere.

“Questo è piuttosto un effetto magnetico che un fatto di medianità

propriamente detto, poiché non prova l’intervento di uno spirito. In ogni caso,

appartiene all’ordine degli effetti fisici”. (Vedi il capitolo della Formazione

dei medium).

190 - Medium speciali ad effetti psichici. Attitudini diverse

 

164

Medium audienti; quelli che sentono gli spiriti. Abbastanza comuni (vedi

n. 165).

“Ve ne sono molti che si figurano di sentire, ma è l’effetto della loro

immaginazione”.

Medium parlanti; quelli che parlano sotto l’influenza degli spiriti.

Comunissimi (vedi n. 166).

Medium veggenti; quelli che vedono gli spiriti allo stato di veglia. La vista

accidentale e fortuita d’uno spirito in una circostanza particolare è assai

frequente; ma la vista abituale e facoltativa degli spiriti, senza distinzione, è

eccezionale (vedi n. 167).

“E’ questa un’attitudine alla quale si oppone lo stato attuale degli organi; è

perciò utile non credere sempre sulla loro parola a quelli che dicono di vedere

gli spiriti”.

Medium ispirati; quelli cui vengono suggeriti pensieri degli spiriti, il più

spesso a loro insaputa, sia per gli atti ordinari della vita, sia per i grandi lavori

dell’intelligenza (vedi n. 182).

Medium da presentimenti; persone che, in certe circostanze, hanno una

vaga intuizione delle cose future. Comuni (vedi n. 184).

Medium profetici; varietà dei medium ispirati, o da presentimenti;

ricevono, con il permesso di Dio, e con maggiore precisione dei medium da

presentimenti, la rivelazione delle cose future, di un interesse generale, e che

essi sono incaricati di far conoscere agli uomini per loro istruzione.

“Se vi sono dei veri profeti, ve ne sono ancor più di falsi, e di quelli che

prendono i sogni della loro immaginazione per rivelazioni, quando non siano

mariuoli che si fanno passare come profeti per ambizione”. (Vedi Il Libro

degli Spiriti, n. 624: Caratteri del vero profeta).

Medium sonnambuli; quelli che, nello stato di sonnambulismo, sono

assistiti dagli spiriti (vedi n. 172).

Medium estatici; quelli che, nello stato d’estasi, ricevono rivelazioni da

parte degli spiriti.

“Molti estatici sono le vittime di scherzi della loro immaginazione e degli

spiriti ingannatori, che approfittano della loro esaltazione. Quelli che

meritano completa fiducia sono rarissimi”.

Medium pittori e disegnatori; quelli che dipingono o disegnano sotto

l’influenza degli spiriti.

Intendiamo parlare qui di quelli che ottengono cose serie, poiché non si

 

165

potrebbe dare tale nome a certi medium ai quali gli spiriti burloni fanno fare

delle cose grottesche e assurde.

Gli spiriti leggeri sono imitatori. All’epoca in cui apparvero i notevoli disegni

del pianeta Giove, sorse un gran numero di pretesi medium disegnatori, ai

quali gli spiriti burloni si divertivano a far eseguire le cose più ridicole. Uno di

essi, fra gli altri, volendo eclissare i disegni di Giove, almeno per la

dimensione se non per la qualità, fece disegnare al medium un monumento

che occupava un numero di fogli tale da raggiungere l’altezza di due piani.

Molti altri fecero fare dei sedicenti ritratti, che erano vere caricature (Revue

Spirite, agosto 1858).

Medium musicisti; quelli che eseguono, compongono o scrivono musica,

sotto l’influenza degli spiriti. Vi sono medium musicisti, meccanici, semimeccanici,

intuitivi e ispirati come per le comunicazioni letterarie (vedi

Medium ad effetti musicali).

VARIETA’ DEI MEDIUM SCRIVENTI

191 - 1° - Secondo il modo di esecuzione

Medium scriventi o psicografi; quelli che hanno la facoltà di scrivere essi

stessi sotto l’influenza degli spiriti.

Medium scriventi meccanici; quelli la cui mano riceve un impulso

involontario, e che non hanno consapevolezza di ciò che scrivono. Rarissimi

(vedi n. 179).

Medium semi-meccanici; quelli la cui mano va innanzi

involontariamente, ma che hanno la coscienza istantanea delle parole e delle

frasi man mano che le scrivono. Sono i più comuni (vedi n. 181).

Medium intuitivi; quelli ai quali gli spiriti comunicano con il pensiero e la

cui mano è guidata dalla volontà. Differiscono dai medium ispirati, nel senso

che questi ultimi non hanno bisogno di scrivere, mentre il medium intuitivo

scrive il pensiero che gli è suggerito all’istante sopra un soggetto determinato

e provato (vedi n. 180).

“Sono comunissimi, ma anche molto soggetti all’errore, poiché assai spesso

non possono discernere quello che proviene dagli spiriti o da loro stessi”.

Medium poligrafi; quelli la cui scrittura cambia con lo spirito che

 

166

comunica, o che sono atti a riprodurre la scrittura che lo spirito aveva quando

era in vita. Il primo caso è comunissimo; il secondo, quello dell’identità della

scrittura, è più raro (vedi n. 219).

Medium poliglotti; quelli che hanno la facoltà di parlare o di scrivere nelle

lingue che essi non conoscono. Rarissimo.

Medium illetterati; quelli che scrivono come medium, senza saper leggere

né scrivere nello stato ordinario.

“Più rari che i precedenti; vi è una grande difficoltà materiale da vincere”.

192 - 2° - Secondo lo sviluppo della facoltà

Medium novizi; quelli le cui facoltà non sono ancora completamente

sviluppate, e che mancano della esperienza necessaria.

Medium improduttivi; quelli che non giungono ad ottenere che risultati

insignificanti, come monosillabi, tratti o lettere senza seguito (vedi il capitolo

della Formazione dei Medium).

Medium fatti o formati; sono quelli le cui facoltà medianiche sono

completamente sviluppate, che trasmettono con facilità, prontezza e senza

esitazione le comunicazioni che ricevono. E’ evidente che questo risultato non

si può ottenere che a forza d’abitudine, mentre presso i medium novizi, le

comunicazioni sono lente e difficili.

Medium laconici; quelli le cui comunicazioni, quantunque facili, sono brevi

e senza sviluppo.

Medium espliciti; le comunicazioni, che essi ricevono, hanno tutta la

vastità e tutto lo sfogo che ci si può aspettare da uno scrittore consumato.

“Quest’attitudine proviene dall’espansione e dalla facilità delle combinazioni

dei fluidi; gli spiriti li ricercano per trattare i soggetti che richiedono grande

sviluppo”.

Medium sperimentali; la facilità d’esecuzione è questione d’abitudine, che

si acquista spesso in poco tempo, mentre l’esperienza è il risultato di uno

studio serio di tutte le difficoltà che si presentano nella pratica dello

spiritismo. L’esperienza dà al medium il tatto necessario per apprezzare la

natura degli spiriti che si manifestano, giudicare le loro qualità buone o

cattive dai segni più minuziosi, distinguere le astuzie degli spiriti ingannatori,

che si nascondono sotto le apparenze della verità. Si comprende facilmente

 

167

l’importanza di questa qualità, senza la quale tutte le altre sono senza reale

utilità; il male è che molti medium confondono l’esperienza, frutto dello

studio, con l’attitudine, prodotto dell’organizzazione: si credono diventati

maestri perché scrivono facilmente; rifiutano ogni consiglio e diventano preda

di spiriti mentitori ed ipocriti che li dominano adulando il loro orgoglio (vedi

qui appresso il capitolo dell’Ossessione).

Medium flessibili; quelli la cui facoltà si presta più facilmente ai diversi

generi di comunicazioni, e per mezzo dei quali tutti gli spiriti, o quasi tutti,

possono manifestarsi spontaneamente o per evocazione.

“Questa varietà di medium si avvicina molto a quella dei medium sensitivi”.

Medium esclusivi; quelli per mezzo dei quali uno spirito si manifesta di

preferenza, ed anche con l’esclusione di tutti gli altri, e risponde per quelli che

si evocano per mezzo dei medium.

“Ciò proviene sempre da una mancanza di flessibilità; quando lo spirito è

buono, egli può attaccarsi al medium per simpatia e per un lodevole scopo;

quando è cattivo, è quasi sempre per mettere il medium sotto il suo

predominio. E’ un difetto piuttosto che una qualità, ed è molto vicino

all’ossessione”. (Vedi il capitolo dell’Ossessione).

Medium da evocazioni: i medium flessibili sono naturalmente i più adatti

a questo genere di comunicazioni ed alle domande particolareggiate che si

possono indirizzare agli spiriti. Vi sono, sotto questo aspetto, dei medium del

tutto speciali.

“Le loro risposte si racchiudono quasi sempre in un quadro ristretto,

incompatibile con lo sviluppo dei soggetti generali”.

Medium da dettati spontanei; ricevono di preferenza comunicazioni

spontanee da parte di spiriti che si presentano senza essere chiamati.

Allorché questa facoltà è speciale presso un medium, è difficile, e qualche

volta persino impossibile, fare una evocazione con il suo mezzo.

“Tuttavia sono meglio forniti di quelli della gradazione precedente. Intendete

che tale dote si riferisce ai materiali cerebrali, poiché spesso occorre una più

grande intelligenza per i dettati spontanei che non per le evocazioni.

Considerate dettati spontanei quelli che meritano veramente questo nome, e

non qualche frase incompleta o qualche pensiero volgare, che si può trovare

in tutti i cervelli umani”.

 

168

193 - 3° - Secondo il genere e la specialità delle comunicazioni

Medium versificatori; ottengono, più facilmente di altri, comunicazioni in

versi. Assai comuni per i cattivi versi; assai rari per i buoni.

Medium poetici; senza ottenere versi, le comunicazioni che essi ricevono

hanno qualche cosa di aereo, di sentimentale; non vi traspare la minima

ruvidezza; essi sono più degli altri adatti all’espressione dei sentimenti teneri

ed affettuosi. Tutto vi è vago, e sarebbe inutile domandare loro qualcosa di

preciso. Comunissimi.

Medium positivi; le loro comunicazioni hanno in generale un carattere di

nettezza e di precisione che volentieri si presta ai particolari circostanziati ed

ai ragguagli esatti. Rarissimi.

Medium letterari; non hanno né la vaghezza dei medium poetici, né il

realismo dei medium positivi; ma hanno sagacità nelle dissertazioni: il loro

stile è corretto, elegante, e spesso di una eloquenza notevole.

Medium scorretti; possono ottenere ottime cose, pensieri d’una moralità

irreprensibile, ma il loro stile è diffuso, scorretto, sovraccarico di ripetizioni e

di termini impropri.

“La scorrettezza materiale dello stile dipende generalmente dal difetto di

cultura intellettuale del medium, che sotto questo aspetto non è un buono

strumento per lo spirito. Questi vi attribuisce poca importanza, perché per lui

il pensiero è la cosa essenziale e lascia il medium libero di dargli la forma

conveniente. Così non è di tutte le idee false ed illogiche che può contenere

una comunicazione; esse sono sempre un indizio dell’inferiorità dello spirito

che si manifesta”.

Medium storici; hanno un’attitudine speciale per gli svolgimenti storici.

Questa facoltà, come tutte le altre, è indipendente dalle cognizioni del

medium, poiché si vedono persone senza istruzione ed anche fanciulli trattare

soggetti molto al disopra della loro portata. Varietà rara dei medium positivi.

Medium scientifici; non diciamo scienziati, poiché essi possono essere

molto ignoranti, e ciò nonostante sono più particolarmente adatti alle

comunicazioni relative alle scienze.

Medium medici; la loro specialità è di servire più facilmente da interpreti

agli spiriti per le prescrizioni mediche. Non bisogna confonderli con i medium

guaritori, giacché si limitano solamente a trasmettere il pensiero dello spirito,

e non hanno per se stessi alcuna influenza. Piuttosto comuni.

Medium religiosi; ricevono più particolarmente comunicazioni di carattere

 

169

religioso, o trattano le questioni di religione, nonostante le loro credenze e le

loro abitudini.

Medium filosofi e moralisti; le loro comunicazioni hanno per oggetto i

temi di morale e di alta filosofia. Comunissimi per la morale.

“Tutte queste gradazioni sono varietà d’attitudini di buoni medium. Quanto a

quelli che hanno un’attitudine speciale per certe comunicazioni scientifiche,

storiche, mediche od altre, al disopra della loro portata attuale, siate persuasi

che essi hanno posseduto queste cognizioni in un’altra esistenza e che esse

sono rimaste presso di loro allo stato latente. Esse fanno parte dei materiali

cerebrali necessari allo spirito che si manifesta, sono gli elementi che gli

facilitano la strada per comunicare le proprie idee, poiché questi medium

sono per esso strumenti più intelligenti e più duttili di quello che sarebbe un

ignorante”.

(ERASTO)

Medium da comunicazioni triviali e sozze; queste parole indicano il

genere di comunicazioni che certi medium ricevono di consueto, e la natura

degli spiriti che le fanno. Chiunque ha studiato il mondo spiritico in tutti i

gradi della scala, sa che ve ne sono di quelli la cui perversità eguaglia quella

degli uomini più depravati, e che si compiacciono di esprimere i loro pensieri

nei termini più grossolani. Altri, meno abbietti, si contentano di espressioni

triviali. Si capisce che questi medium debbono avere il desiderio di essere

liberati dalla preferenza loro accordata da questi spiriti. Bisognerebbe avere

una strana aberrazione di idee ed avere divorziato dal buon senso, per credere

che un simile linguaggio possa provenire da buoni spiriti.

194 - 4° - Secondo le qualità fisiche del medium

Medium calmi; essi scrivono sempre con una certa lentezza e senza provare

la minima agitazione.

Medium veloci; scrivono con una rapidità più grande di quanto potrebbero

fare volontariamente nello stato ordinario. Gli spiriti comunicano, per mezzo

loro, con la velocità; si direbbe che hanno una sovrabbondanza di fluido, che

permette loro di identificarsi istantaneamente con lo spirito. Questa qualità

 

170

ha però qualche volta un suo inconveniente, ed è che la rapidità della scrittura

riesce difficilissima ad essere letta da chiunque non sia il medium stesso.

“E’ anche faticosissima, perché disperde troppo fluido inutilmente”.

Medium convulsivi: sono in uno stato di sovreccitazione quasi febbrile: la

loro mano, e qualche volta tutta la loro persona, è agitata da un tremito che

essi non possono dominare. La causa prima è senza dubbio nel loro

organismo, ma essa dipende altresì molto dalla natura degli spiriti che per

mezzo loro comunicano. Gli spiriti buoni e benevoli fanno sempre

un’impressione dolce e gradevole; i cattivi, al contrario, ne fanno una penosa.

“Conviene che questi medium non si valgano che raramente della loro facoltà

medianica, perché l’uso troppo frequente potrebbe nuocere al sistema

nervoso”. (Vedi cap. 24 sulla Identità degli Spiriti, Distinzione dei

buoni e dei cattivi spiriti).

195 - 5° - Secondo le qualità morali del medium

Noi le menzioniamo sommariamente per completare il quadro, poiché esse

saranno sviluppate qui appresso nei capitoli speciali: Influenza morale dei

medium, Ossessione, Identità degli spiriti, ed altri, sui quali

richiamiamo un’attenzione particolare; vi si vedrà l’influenza che le qualità e i

difetti del medium possono esercitare sopra la sicurezza delle comunicazioni,

e quali sono coloro che si possono con ragione considerare come medium

imperfetti, o buoni medium.

196 - Medium imperfetti

Medium ossessi; coloro che non possono sbarazzarsi degli spiriti importuni

ed ingannatori, ma che se ne accorgono.

Medium fascinati; quelli che sono sedotti da spiriti ingannatori, e si fanno

illusioni sopra la natura delle comunicazioni che ricevono.

Medium soggiogati; quelli che subiscono un dominio morale e spesso

materiale per parte dei cattivi spiriti.

Medium leggeri; quelli che non prendono sul serio la loro facoltà medianica

 

171

e se ne servono soltanto come divertimento o per cose futili.

Medium indifferenti; quelli che non traggono alcun profitto morale dalle

istruzioni che ricevono e non modificano per nulla la loro condotta e le loro

abitudini.

Medium presuntuosi; quelli che hanno la pretesa di essere solamente loro

in rapporto con gli spiriti superiori. Si credono infallibili, e giudicano come

inferiore ed erroneo tutto ciò che non viene da loro.

Medium orgogliosi; quelli che diventano vanitosi per le comunicazioni che

ricevono. Essi credono di non avere più niente da imparare nello spiritismo, e

non prendono per se stessi le lezioni che spesso ricevono da parte degli spiriti.

Non si accontentano delle facoltà che posseggono; vogliono possederle tutte.

Medium suscettibili; varietà dei medium orgogliosi; si offendono delle

critiche di cui le loro comunicazioni possono essere oggetto; si offendono alla

più piccola contraddizione, e se mostrano quello che ottengono è per farlo

ammirare e non per domandare consigli. Generalmente, essi prendono in

avversione le persone che non li applaudono senza riserva e abbandonano le

riunioni dove essi non possono imporsi e dominare.

“Lasciateli andare altrove a pavoneggiarsi e a cercare orecchie più

compiacenti, o a ritirarsi nell’isolamento: le riunioni che essi privano della

loro presenza non subiscono una gran perdita”.

(ERASTO)

Medium mercenari; quelli che fanno commercio della loro facoltà.

Medium ambiziosi; quelli che senza utilizzare la loro facoltà, sperano però

di trarne un vantaggio qualunque.

Medium di cattiva fede; quelli che, avendo facoltà reali simulano quelle

che non hanno per darsi importanza. Non si può dare il titolo di medium alle

persone che, non avendo alcuna facoltà medianica, producono degli effetti

soltanto per mezzo di trucchi.

Medium egoisti; quelli che non si servono della loro facoltà se non per solo

loro uso personale, e tengono per sé le comunicazioni che ricevono.

Medium gelosi; quelli che vedono con dispetto altri medium meglio

apprezzati e che sono superiori a loro.

Tutte queste cattive qualità hanno necessariamente il loro contrapposto in

bene.

 

172

197 - Buoni medium

Medium seri; quelli che non si servono della loro facoltà che per il bene e

per le cose veramente utili; essi crederebbero di profanarla facendola servire

alla soddisfazione dei curiosi e degli indifferenti o per le cose futili.

Medium modesti; quelli che non si fanno alcun merito delle comunicazioni

che ricevono, per quanto belle esse siano: si ritengono come estranei ad esse,

e non si credono al coperto delle mistificazioni. Lungi dal fuggire gli avvisi

disinteressati, essi li sollecitano.

Medium devoti; quelli che capiscono come il vero medium abbia una

missione da adempiere, e debba, quando ciò è necessario, sacrificare i suoi

gusti, le sue abitudini, i suoi piaceri, il suo tempo, anche i suoi interessi

materiali per il bene altrui.

Medium sicuri; quelli che, oltre ad avere facilità d’esecuzione, meritano la

maggiore fiducia per il loro proprio carattere, per la natura elevata degli

spiriti da cui sono assistiti, e che sono i meno esposti ad essere ingannati.

Vedremo più tardi che questa sicurezza non dipende affatto dai nomi più o

meno rispettabili che prendono gli spiriti.

“E’ incontestabile, voi lo capite bene, che l’aver elencato così le qualità buone

e cattive dei medium, susciterà delle contrarietà ed anche delle animosità in

qualcheduno, ma che importa? La medianità si spande ogni giorno di più, ed

il medium che mal sopportasse queste riflessioni proverebbe una cosa, cioè

che non è un buon medium, vale a dire che egli è assistito da cattivi spiriti.

Del resto, come già dissi, tutto ciò non durerà che qualche tempo, ed i cattivi

medium, quelli che abusano delle loro facoltà, o le usano male, ne subiranno

tristi conseguenze, come è già successo per qualcuno: essi impareranno a loro

spese che cosa costi il far volgere a profitto delle loro passioni terrestri un

dono che Dio aveva loro accordato per il loro avanzamento morale. Se voi non

potete ricondurli sulla buona strada, compiangeteli, poiché, io lo posso dire,

sono riprovati da Dio”.

(ERASTO)

“Questo quadro è di molta importanza, non soltanto per i medium sinceri che

 

173

cercheranno in buona fede, leggendolo, di preservarsi dagli scogli ai quali

sono esposti, ma anche per tutti coloro che si valgono di medium, perché esso

darà loro la misura di quello che possono ragionevolmente aspettarsi. Questo

quadro dovrebbe essere costantemente sotto gli occhi di chiunque si occupi di

manifestazioni, come pure la scala spiritica, di cui è il complemento. Questi

due quadri riassumono tutti i principi della dottrina, e contribuiranno, più di

quello che voi crediate, a ricondurre lo spiritismo sulla sua vera strada”.

(SOCRATE)

198 - Tutte queste varietà di medium presentano dei gradi infiniti nella loro

intensità. Ve ne sono molte che non costituiscono, propriamente parlando, se

non delle gradazioni, ma che derivano tuttavia da attitudini speciali. E’ cosa

assai rara che la facoltà d’un medium sia rigorosamente circoscritta in un solo

genere di manifestazioni; lo stesso medium può, senza dubbio, avere molte

attitudini, ma ne ha sempre una che domina le altre, ed è a questa che deve

attenersi e coltivarla, se essa è utile.

E’ un torto assai grave il voler spingere lo sviluppo d’una facoltà quando non

la si possiede; bisogna coltivare tutte quelle di cui si riconosce il germe in sé;

ma il correre dietro alle altre vuol dire prima di tutto perdere il proprio

tempo, ed in secondo luogo forse perdere (indebolire certamente) quelle di

cui si è dotati.

“Allorché il principio, il germe d’una facoltà esiste, essa si manifesta sempre

con segni non equivoci. Limitandosi alla sua specialità, il medium può

diventare eccellente ed ottenere grandi e belle cose; occupandosi di tutto, non

otterrà niente di bene. Osservate di passaggio che il desiderio di ampliare

indefinitamente il circolo delle proprie facoltà è una pretesa orgogliosa, che

gli spiriti non lasciano mai impunita; i buoni abbandonano sempre il

presuntuoso, che diventa così vittima di spiriti menzogneri. Sfortunatamente,

non è raro il vedere dei medium che, non accontentandosi dei doni ricevuti,

aspirano, per amor proprio ed ambizione, a possedere facoltà eccezionali, atte

a farli spiccare. Questa pretesa toglie loro la qualità più preziosa, cioè quella

di medium sicuri”.

(SOCRATE)

199 - Lo studio della specialità dei medium è necessario non solamente per

 

174

questi, ma anche per l’evocatore.

Secondo la natura dello spirito che si desidera chiamare e le domande che gli

si vogliono indirizzare, conviene scegliere il medium a ciò più adatto;

rivolgendosi al primo venuto, si rischia di esporsi a risposte incomplete od

erronee. Prendiamo un testo al primo venuto soltanto perché egli sa scrivere.

Allo stesso modo, un musicista che vuol far eseguire una sua composizione,

sceglierà per suo interprete un cantante del quale la voce, l’espressione, e

tutte le qualità in una parola, rispondano nel miglior modo alla natura del

pezzo. Ugualmente procedono gli spiriti riguardo ai medium, e noi dobbiamo

fare come loro.

Si deve inoltre osservare che le gradazioni presentate dalla medianità (alle

quali se ne potrebbero ancora aggiungere altre) non sono sempre in

relazione con il carattere del medium; così, per esempio, un medium

naturalmente allegro e gioviale può avere abitualmente comunicazioni gravi,

anche severe e viceversa. Questa è una prova evidente che egli agisce sotto

l’impulso di una influenza estranea. Non si affiderà la redazione di un

esempio nei fatti ordinari. Ritorneremo su questo argomento nel capitolo che

tratta dell’Influenza morale del medium.

 

175

17 - FORMAZIONE DEI MEDIUM

Sviluppo della medianità - Cambiamento di scrittura - Perdita e sospensione

della medianità.

Sviluppo della medianità

200 - Ci occuperemo qui specialmente dei medium scriventi, perché è il

genere di medianità più diffuso, ed inoltre perché il più semplice ed il più

comodo; ed è anche quello che dà risultati più soddisfacenti e completi. E’ il

genere che tutti hanno maggior desiderio di possedere. Per sfortuna, non vi è

alcun sistema, almeno fino ad oggi, per indicare, anche per approssimazione,

chi possiede questa facoltà. I segni fisici, nei quali certe persone hanno

creduto di vedere degli indizi, nulla hanno di certo. Si trova nei fanciulli e nei

vecchi, presso gli uomini e presso le donne, qualunque ne sia il

temperamento, lo stato di salute, il grado di sviluppo intellettuale e morale.

L’unico mezzo per constatarne l’esistenza, è di provare.

Si può ottenere la scrittura, come abbiamo visto, per mezzo dei canestrini e

delle tavolette o direttamente con la mano; quest’ultimo mezzo, essendo il più

facile, e, si può dire, il solo impiegato al giorno d’oggi, è anche quello a cui

invitiamo di attenersi di preferenza. Il processo è dei più semplici; consiste

nel prendere un lapis e della carta e mettersi nella posizione d’una persona

che scrive, senz’altra preparazione. Ma, per riuscire, sono indispensabili

molte raccomandazioni.

201 - Come disposizione materiale, raccomandiamo di evitare tutto quello

che può impedire il libero movimento della mano; è meglio che questa non si

posi interamente sulla carta. La punta del lapis deve essere appoggiata

sufficientemente per scrivere, ma non tanto da provare resistenza. Queste

precauzioni diventano inutili allorché si è giunti a scrivere correntemente,

poiché allora nessun ostacolo potrebbe arrestare il movimento. Questi sono

semplicemente preliminari da principianti.

202 - E’ indifferente il servirsi della penna piuttosto che del lapis; certi

 

176

medium preferiscono la penna, altri la matita.

203 - Il desiderio di ogni aspirante medium è naturalmente di potere

intrattenersi con lo spirito delle persone che gli sono care; ma egli deve

moderare la sua impazienza; poiché la comunicazione con uno spirito

determinato offre spesso delle difficoltà materiali che la rendono impossibile

per un principiante.

Perché uno spirito possa comunicare, conviene che fra lui ed il medium vi

siano dei rapporti fluidici, i quali non sempre si stabiliscono istantaneamente;

è soltanto a misura che la facoltà si sviluppa che il medium acquista a poco a

poco l’attitudine necessaria per entrare in relazione con il primo spirito

venuto. Può dunque accadere che lo spirito con il quale si desidera

comunicare, non sia nelle condizioni propizie per farlo, malgrado la sua

presenza, come può ancora accadere che egli non abbia né la possibilità né il

permesso di intervenire alla chiamata che gli viene fatta.

Non conviene perciò ostinarsi, agli inizi, a chiamare uno spirito determinato

ad esclusione di ogni altro, poiché spesso avviene che non è con quello che i

rapporti fluidici si stabiliscono con maggior facilità, per quanta simpatia si

abbia per lui. Prima, dunque, di pensare ad ottenere comunicazioni di tale o

tal altro spirito, bisogna spingere lo sviluppo della facoltà, e per questo

conviene fare un’evocazione generale, ed indirizzarsi soprattutto al proprio

angelo custode.

Non vi è, per questo, alcuna formula sacramentale: chiunque pretendesse di

darne una, può essere senza tema tacciato di ciarlataneria, perché per gli

spiriti la forma è nulla.

Tuttavia, l’evocazione deve sempre essere fatta nel nome di Dio. Si può fare

nei termini seguenti o in qualunque altro equivalente: Prego Dio

Onnipotente di permettere ad uno spirito buono di comunicare

con me, e di farmi scrivere; prego anche il mio angelo custode di

volermi assistere e di tenere lontani i cattivi spiriti.

Si aspetta allora che uno spirito si manifesti, facendo scrivere qualche cosa.

Può darsi che sia quello che si desidera, come potrebbe essere uno spirito

sconosciuto o l’angelo custode; in tutti i casi, egli si fa generalmente conoscere

scrivendo il suo nome; ma allora si presenta la questione dell’identità,

questione che richiede la maggiore esperienza, poiché vi sono pochi

principianti che non siano esposti ad essere ingannati.

Tratteremo quest’argomento in un capitolo speciale.

Allorché si vogliono chiamare spiriti determinati, è essenzialissimo, quando si

 

177

comincia, indirizzarsi soltanto a quelli che si conoscono per buoni e simpatici,

e che possono avere un motivo di venire come parenti od amici. In questo

caso, l’evocazione può essere così formulata: In nome di Dio

Onnipotente, prego lo spirito del tale di comunicarsi a me; ovvero:

Prego Dio Onnipotente di permettere allo spirito del tale di

comunicarsi a me; o qualunque altra formula che risponda allo stesso

pensiero. Non è meno necessario che le prime domande siano concepite in

maniera che la risposta sia semplicemente o no, come per esempio: Sei

qui? Vuoi rispondermi? Puoi farmi scrivere? ecc... Più tardi, questa

precauzione diventa inutile, trattandosi in principio soltanto d’un rapporto da

stabilirsi; l’essenziale è che la domanda non sia futile, e non riguardi cose

d’interesse privato, e soprattutto che sia l’espressione d’un sentimento

benevolo e simpatico per lo spirito al quale ci rivolgiamo (vedi il capitolo

speciale sulle Evocazioni).

204 - Una cosa ancora più importante da osservarsi che non il modo

dell’evocazione, è la calma ed il raccoglimento congiunti ad un desiderio

ardente e ad una ferma volontà di riuscire. E per volontà non intendiamo già

una volontà effimera, che agisce a tratti, e che ad ogni minuto è interrotta da

altre preoccupazioni; ma una volontà seria, perseverante, sostenuta, senza

impazienza né desiderio febbrile. Il raccoglimento è favorito dalla

solitudine, dal silenzio e dall’allontanamento di tutto ciò che può cagionare

distrazioni. Allora non rimane più che una sola cosa a fare, cioè rinnovare

ogni giorno il tentativo durante dieci minuti o un quarto d’ora ogni volta, e ciò

durante quindici giorni, un mese, due mesi o più, se occorre. Noi conosciamo

dei medium, che non si sono formati se non dopo sei mesi di esercizio, mentre

altri scrivono correntemente sin dalla prima volta.

205 - Per evitare tentativi inutili, si può interrogare, per mezzo di un altro

medium, uno spirito serio ed avanzato; ma conviene osservare, che

allorquando si fa agli spiriti la domanda per sapere se siamo medium o no,

essi rispondono quasi sempre affermativamente, ciò che non impedisce che i

tentativi restino spesso infruttuosi. Questo si spiega naturalmente. Si fa allo

spirito una domanda generale: egli risponde in una maniera generale. Ora,

come già sappiamo, non vi è nulla di più elastico che la facoltà medianica,

poiché essa può presentarsi sotto le forme più svariate ed a gradi

differentissimi. Si può dunque essere medium senza accorgersene ed in un

senso che non è quello a cui si pensa.

A questa domanda vaga: Sono io un medium? lo spirito può rispondere ,

 

178

a quest’altra più precisa: Sono io medium scrivente? può rispondere no.

Conviene tenere conto altresì della natura dello spirito che s’interroga: ve ne

sono di così leggieri ed ignoranti, che rispondono a caso, come veri storditi; è

perciò che noi consigliamo di rivolgersi a spiriti illuminati, i quali rispondono

in generale volentieri a queste domande ed indicano la migliore strada da

seguire, se vi è probabilità di riuscita.

206 - Un mezzo riuscito assai spesso consiste nell’impiegare come ausiliario

momentaneo un buon medium scrivente flessibile, già formato. Se egli mette

la sua mano, le sue dita, sopra la mano che deve scrivere, è raro che questa

non si muova immediatamente. In questa circostanza, la mano che tiene il

lapis diventa in qualche maniera un’appendice della mano del medium, come

sarebbe un canestrino od una tavoletta; ma ciò non impedisce che questo

esercizio sia molto utile, quando si può farlo spesso regolarmente; la

ripetizione aiuta a sormontare l’ostacolo materiale ed a provocare lo sviluppo

della facoltà. Talvolta basta magnetizzare fortemente, con questa intenzione il

braccio e la mano di colui che vuole scrivere; spesso, il magnetizzatore si

limita a porre la sua mano sopra la spalla, e noi abbiamo visto scrivere

prontamente sotto questa influenza. Lo stesso effetto può egualmente

prodursi senza alcun contatto e per solo effetto della volontà. Si capisce

quindi che la fiducia del magnetizzatore nella propria potenza deve avere qui

una gran parte per produrre questo risultato, e che un magnetizzatore

incredulo avrebbe poca o nessuna azione.

L’aiuto di una guida sperimentata è inoltre qualche volta molto utile per far

osservare al principiante una quantità di piccole precauzioni, che egli spesso

trascura, a detrimento della rapidità del progresso. Esso è soprattutto utile

per illuminarlo sulla natura delle prime domande e sulla maniera di

presentarle. La sua parte è quella d’un insegnante di cui si potrà far senza,

quando si sarà abbastanza impratichito.

207 - Un altro mezzo, che può contribuire molto allo sviluppo della facoltà

medianica, consiste nel riunire un certo numero di persone, tutte animate dal

medesimo desiderio e dalla medesima intenzione. Allora, tutte assieme,

facendo l’invocazione al rispettivo angelo custode o ad uno spirito simpatico

qualunque, tentino di scrivere osservando un assoluto silenzio, ed un religioso

raccoglimento.

Una di esse può egualmente fare, senza designazione speciale e per tutti i

membri della riunione, un’evocazione generale ai buoni spiriti, dicendo, per

esempio: Nel nome di Dio Onnipotente, preghiamo i buoni spiriti di

 

179

voler comunicare con noi per mezzo delle persone qui presenti. E’

ben raro che nel numero non ve ne sia qualcuna che non dia prontamente

segni di medianità, od anche scriva correntemente in poco tempo.

Si capisce facilmente che cosa si verifica in questa circostanza. Le persone

unite da una comunanza d’intenzione formano un tutto collettivo, la cui

potenza e sensibilità si trovano accresciute da una sorta d’influenza

magnetica, che aiuta lo sviluppo della facoltà. Fra gli spiriti attirati da questo

concorso di volontà, ve ne sono di quelli che trovano negli astanti lo

strumento che loro conviene (se non è l’uno, sarà l’altro) e ne approfittano.

Questo mezzo deve essere soprattutto impiegato nei gruppi spiritici che

mancano di medium, o che non ne hanno un numero sufficiente.

208 - Si sono cercati dei procedimenti per la formazione dei medium, come si

sono cercati dei diagnostici; ma fino al giorno d’oggi noi non ne conosciamo

altri più efficaci di quelli che abbiamo indicati. Nella persuasione che

l’ostacolo allo sviluppo della facoltà medianica sia una resistenza del tutto

materiale, certe persone pretendono di vincerla con una specie di ginnastica

particolarmente dedicata alle braccia e alla testa. Non descriveremo questo

procedimento, che ci venne dall’altra parte dell’Atlantico, non solamente

perché non abbiamo prova alcuna della sua efficacia, ma per la convinzione in

cui siamo, che esso può offrire un pericolo, per le costituzioni delicate, stante

la scossa del sistema nervoso. Se i rudimenti della facoltà non esistono,

nessuna cosa potrebbe darli, nemmeno l’elettrizzazione, che fu impiegata

senza successo per il medesimo scopo.

209 - La fede, nel medium principiante, non è una condizione di rigore; essa

asseconda gli sforzi, senza dubbio, ma non è indispensabile; la purezza

d’intenzione, il desiderio e la buona volontà bastano. Si videro persone

perfettamente incredule, essere tutte stupite di scrivere loro malgrado,

mentre credenti sinceri non possono arrivarvi; il che prova come questa

facoltà sia inerente ad una predisposizione organica.

210 - Il primo indizio d’una disposizione a scrivere, è una specie di fremito

nel braccio e nella mano; a poco a poco, la mano è trascinata da un impulso

che non può padroneggiare. Spesso essa non traccia a tutta prima che segni

insignificanti; poi i caratteri si designano sempre più nettamente e la scrittura

finisce per acquistare la rapidità della scrittura corrente. In tutti i casi,

bisogna abbandonare la mano al suo movimento naturale e non portarvi né

 

180

resistenza, né spinta.

Certi medium scrivono correntemente e con facilità fin dal principio, qualche

volta anche sin dalla prima seduta, il che è abbastanza raro; altri fanno per

molto tempo delle aste e dei veri esercizi calligrafici. Gli spiriti dicono che ciò

si fa per slegare loro le mani.

Se questi esercizi si prolungassero troppo, o degenerassero in segni ridicoli,

non si potrebbe più dubitare che ciò dipende da uno spirito che vuol

divertirsi, poiché i buoni spiriti non fanno mai fare nulla di inutile; in questo

caso, converrebbe raddoppiare di fervore per domandare l’assistenza di

questi. Se, ciò malgrado, non vi è un cambiamento, conviene cessare, dal

momento che nulla di serio si ottiene. Si può ricominciare il tentativo ogni

giorno, ma è utile smettere ai primi segui equivoci, per non dare

soddisfazione agli spiriti leggieri o burloni.

A queste osservazioni uno spirito aggiunge:

“Vi sono dei medium, la cui facoltà non può andare oltre a questi segni;

quando, passato qualche mese, essi ottengono soltanto cose insignificanti, dei

o dei no, o lettere senza seguito, è inutile persistere a volere sciupare

tempo e carta senza risultato; essi sono medium, è vero, ma medium

improduttivi. Del resto, le prime comunicazioni ottenute debbono essere

considerate soltanto come esercizi, che si affidano a spiriti secondari;

conviene perciò attribuire loro soltanto una mediocre importanza, in ragione

degli spiriti, che sono, per così dire, impiegati come maestri di scrittura, per

dirozzare il medium principiante; non si deve mai credere che siano spiriti

elevati quelli che fanno fare al medium questi esercizi preparatori; accade

però che, se il medium non ha uno scopo serio, questi spiriti restano e si

attaccano a lui. Quasi tutti i medium passarono attraverso questa prova per

svilupparsi; spetta a loro fare ciò che abbisogna per conciliarsi la simpatia

degli spiriti veramente superiori”.

211 - La difficoltà della maggior parte dei medium principianti è di avere a

che fare con spiriti inferiori, e debbono stimarsi felici quando questi sono

soltanto spiriti leggieri. Ogni loro attenzione deve tendere a non permettere

loro di prender piede, poiché, una volta stabiliti, non è sempre facile

sbarazzarsene. Si tratta d’un punto talmente essenziale, soprattutto al

principio, che, senza le precauzioni necessarie, si può perdere il frutto delle

più belle facoltà.

Il primo punto consiste nel mettersi, con una fede sincera, sotto la protezione

di Dio, e implorare l’assistenza del proprio angelo custode; questi è sempre

 

181

buono, mentre gli spiriti familiari, simpatizzando con le buone o con le cattive

qualità del medium, possono essere leggieri od anche cattivi.

Il secondo punto è di applicarsi con cura scrupolosa a riconoscere, con tutti gli

indizi che fornisce l’esperienza, la natura dei primi spiriti che comunicano, e

di cui è sempre prudente diffidare. Se questi indizi sono sospetti, conviene

fare un’invocazione fervente al proprio angelo custode, e rigettare con tutte le

forze il cattivo spirito, provandogli che non si è suo zimbello, allo scopo di

scoraggiarlo. Ecco perché lo studio preventivo della teoria è indispensabile,

qualora si vogliano evitare gli inconvenienti inseparabili dell’inesperienza. Si

troveranno su ciò istruzioni molto particolareggiate nei capitoli

dell’Ossessione e dell’Identità degli spiriti. Ci limiteremo qui a dire che,

oltre il linguaggio, si possono considerare come prova infallibile della

inferiorità degli spiriti: qualunque segno, figura, emblema inutile o puerile;

ogni scrittura bizzarra, fatta a salti, torturata con intenzione, di dimensione

esagerata, o che ostenta forme ridicole ed inusitate. La scrittura può essere

cattivissima, anche poco leggibile (ma ciò dipende più dal medium che dallo

spirito), senza avere niente d’insolito.

Noi abbiamo visto dei medium talmente sedotti, che misuravano la

superiorità degli spiriti dalla dimensione dei caratteri, e che attribuivano una

grande importanza a lettere modellate come caratteri di stampa: puerilità,

cotesta, evidentemente incompatibile con una superiorità reale.

212 - Se è cosa importante il non cadere, senza volerlo, sotto la dipendenza

dei cattivi spiriti, lo è più ancora il non porvisi volontariamente; e un

desiderio smodato di scrivere non deve far credere che sia indifferente

indirizzarsi al primo arrivato, salvo sbarazzarsene più tardi se non conviene;

poiché non si domanda impunemente l’assistenza per qualsiasi cosa ad un

cattivo spirito, il quale può far pagare molto cari i suoi servizi.

Alcune persone impazienti di vedere sviluppata in sé la facoltà medianica,

troppo lenta per il loro desiderio, hanno avuto l’idea di chiamare in loro aiuto

uno spirito qualunque, anche se cattivo, con la ferma intenzione di

congedarlo in seguito. Molti furono subito accontentati, ed hanno scritto

immediatamente; ma lo spirito, non tenendo presente di essere stato preso in

aiuto provvisorio, fu meno docile ad andarsene, di quanto lo fosse stato nel

venire. Ne conosciamo di quelli che furono grandemente puniti della loro

presunzione di credersi abbastanza forti da poter allontanare questi spiriti a

loro piacimento; essi espiarono il loro errore con anni d’ossessioni d’ogni

natura, con le mistificazioni più ridicole, con una fascinazione tenace, ed

anche con malanni materiali, e con i più crudeli disinganni. Lo spirito si

 

182

mostrò prima apertamente cattivo, poi ipocrita, allo scopo di far credere o alla

sua conversione o alla pretesa facoltà del suo soggiogato di poterlo cacciare a

volontà.

213 - La scrittura è qualche volta leggibilissima, le parole e le lettere

perfettamente distaccate; ma con certi medium è difficile decifrarla per tutti,

eccetto che per lo scrivente. Conviene acquistarne l’abitudine. Essa è spesso

formata a grandi tratti; gli spiriti sono poco economi di carta. Allorché una

parola od una frase è poco leggibile, si prega lo spirito di voler ricominciare,

ciò che in generale egli fa volentieri. Quando la scrittura è abitualmente

illeggibile, anche dal medium, questi giunge quasi sempre ad ottenerne una

più netta con esercizi frequenti e perseveranti, portandovi una più forte

volontà e pregando con ardore lo spirito di essere più corretto. Certi spiriti

adottano spesso segni convenzionali, che passano in uso nelle riunioni

abituali. Per far capire che non gradiscono una certa domanda, e che non

vogliono rispondere, fanno, per esempio, una lunga asta, o qualcosa di

equivalente.

Allorché lo spirito ha terminato ciò che aveva da dire oppure quando non

vuole più rispondere, la mano resta immobile, ed il medium, per quanto sia

grande la sua potenza e la sua volontà, non può ottenere una parola di più. Al

contrario, fino a che lo spirito non ha finito, il lapis cammina senza che sia più

possibile alla mano di fermarsi. Quando lo spirito vuol dire spontaneamente

qualche cosa, la mano prende convulsivamente il lapis e si mette a scrivere

senza potervisi opporre. Il medium, d’altra parte, sente quasi sempre in sé

qualche cosa che gli indica se vi è una sospensione o se lo spirito ha

terminato. E’ ben raro che egli non senta quando lo spirito è partito.

Tali sono le spiegazioni più essenziali che noi dobbiamo dare riguardo allo

sviluppo della psicografia; l’esperienza farà conoscere, nella pratica, certi

particolari, che qui sarebbe inutile riportare, e per i quali si dovranno seguire i

principi generali. Invitiamo molti a provare, e forse si troveranno più medium

di quanto si pensi.

214 - Tutto ciò che finora abbiamo detto riguarda esclusivamente la scrittura

meccanica, e cioè quella che tutti i medium cercano, con ragione, di ottenere;

ma il meccanismo puro è molto raro, e vi si unisce molto spesso, più o meno

intuizione. Il medium, che ha coscienza di quello che scrive, è naturalmente

portato a dubitare della sua facoltà; non sa se ciò viene da lui o da uno spirito

estraneo. Egli non deve però inquietarsene, e deve seguitare a scrivere

nonostante ogni dubbio. Indaghi poi con cura le sue impressioni e riconoscerà

 

183

facilmente in ciò che egli scrive una quantità di cose che non erano nel suo

pensiero, che forse addirittura ad esso sono contrarie; prova evidente che esse

non vengono da lui. Continui, dunque, ed il dubbio si dissiperà con

l’esperienza.

215 - Se non è dato al medium di essere esclusivamente meccanico, tutti i

tentativi per ottenere questo risultato saranno infruttuosi; tuttavia, avrebbe

torto di credersi per questo abbandonato. Se egli è dotato puramente della

medianità intuitiva è necessario che se ne accontenti, poiché questa non

mancherà di rendergli grandi servigi, se egli sa metterla a profitto e non la

respinge.

Se dopo inutili tentativi, durati qualche tempo, non si produce alcun indizio di

movimento involontario, o se questi movimenti sono troppo deboli per dare

dei risultati, egli non deve esitare a scrivere il primo pensiero che gli viene

suggerito, senza inquietarsi se proviene da lui o da una sorgente estranea.

L’esperienza gl’insegnerà a farne la distinzione. D’altra parte, succede

soventissimo che il movimento meccanico si sviluppi ulteriormente.

Abbiamo già detto che vi sono dei casi in cui è indifferente il sapere se il

pensiero viene dal medium o da uno spirito straniero; è soprattutto allorché

un medium puramente intuitivo od ispirato fa un lavoro di immaginazione

per conto proprio; poco importa che egli si attribuisca un pensiero che gli sarà

suggerito. Se gli sorgono delle buone idee, ne ringrazi il suo spirito guida e

gliene verranno suggerite delle altre. Tale è l’ispirazione dei poeti, dei filosofi

e degli scienziati.

216 - Supponiamo ora che la facoltà medianica sia completamente

sviluppata, e che il medium scriva con facilità; che egli sia, in una parola, ciò

che si chiama un medium fatto; egli commetterebbe tuttavia un grande errore

qualora si credesse dispensato da ogni altra istruzione. Egli non ha vinto che

una resistenza materiale, ma da questo momento, appunto, incominciano per

lui le vere difficoltà, e più che mai abbisogna dei consigli della prudenza e

dell’esperienza, se non vuole cadere in mille insidie che gli verranno tese. Se

egli vuole troppo presto volare con le proprie ali, non tarderà ad essere

vittima di spiriti mentitori, che cercheranno di approfittare della sua

presunzione.

217 - Una volta che la facoltà sia sviluppata nel medium, è cosa essenziale che

egli non ne abusi. La soddisfazione, che questa procura a certi principianti,

 

184

eccita presso di loro un entusiasmo che occorre moderare; essi devono

pensare che viene loro data per il bene e non per soddisfare una vana

curiosità; è perciò cosa utile servirsene solo nei momenti opportuni, e non ad

ogni istante. Non essendo gli spiriti costantemente ai loro ordini, essi corrono

rischio di imbattersi in spiriti burloni. E’ bene adottare a questo scopo giorni e

ore determinate, perché vi si apportino disposizioni di maggior

raccoglimento, e perché gli spiriti che vogliono venire si trovino prevenuti e si

dispongano in conseguenza.

218 - Se, malgrado tutti i tentativi, la medianità non si rivelasse in alcuna

maniera, converrebbe rinunciarvi, come si rinuncia a cantare quando non si

ha la voce adatta. Colui che non conosce una lingua, si serve di un traduttore;

qui bisogna fare lo stesso, cioè ricorrere ad un altro medium. In mancanza di

medium, non conviene credersi privo dell’assistenza degli spiriti. La

medianità è per essi un mezzo di esprimersi, ma non un mezzo esclusivo

d’attrazione; quelli che ci amano sono presso di noi, anche se noi non siamo

dei medium, un padre non abbandona il suo figliolo, anche se questo è sordo

e cieco, e non può né vederlo né sentirlo; egli lo attornia della sua

sollecitudine: e così fanno i buoni spiriti per noi; se non possono trasmetterci

materialmente il loro pensiero, ci vengono in aiuto con l’ispirazione.

Cambiamento di scrittura

219 - Un fenomeno molto comune presso i medium scriventi è il

cambiamento di scrittura, a seconda degli spiriti che si comunicano, e ciò che

vi è di più notevole è che la stessa scrittura si riproduce costantemente con lo

stesso spirito, e qualche volta è identica a quella che egli aveva quando era

vivo. Vedremo più tardi le conseguenze che se ne possono dedurre per quanto

riguarda l’identità. Il cambiamento di scrittura ha luogo soltanto presso i

medium meccanici e semimeccanici, poiché in loro il movimento della mano è

involontario e diretto dallo spirito; la stesa cosa che non si verifica presso i

medium puramente intuitivi, perché in questo caso lo spirito agisce

unicamente sul pensiero, e la mano è diretta dalla volontà dello scrivente

come nelle circostanze ordinarie; ma l’uniformità della scrittura, anche presso

un medium meccanico, non prova assolutamente nulla contro la sua facoltà,

non essendo il cambiamento di calligrafia una condizione assoluta nella

manifestazione degli spiriti; esso proviene da un’attitudine speciale di cui i

 

185

medium più meccanici non sono sempre dotati. Noi designiamo coloro che

hanno questa attitudine sotto il nome di medium poligrafi.

Perdita o sospensione della medianità

220 - La facoltà medianica è soggetta ad intermittenze ed a sospensioni

momentanee, tanto per le manifestazioni fisiche quanto per la scrittura. Ecco

le risposte date dagli spiriti a qualche domanda fatta in proposito.

1) Possono i medium perdere la loro facoltà?

“Ciò accade spesso, qualunque sia il genere di questa facoltà; ma altre volte è

una semplice interruzione momentanea che cessa con la causa che l’ha

prodotta”.

2) La causa della perdita della facoltà medianica consiste forse

nell’esaurimento del fluido?

“Qualunque sia la facoltà posseduta dal medium, egli non può fare nulla senza

il concorso simpatico degli spiriti; allorché egli non ottiene più nulla, non è

sempre per difetto della facoltà; spesso sono gli spiriti che non vogliono più o

non possono più servirsi di lui”.

3) Quali cause possono provocare in un medium l’abbandono degli spiriti?

“L’uso che egli fa della sua facoltà è la causa più potente sugli spiriti buoni.

Noi possiamo abbandonarlo allorché se ne serve semplicemente per cose

frivole o per fini ambiziosi; allorché rifiuta di far conoscere la nostra parola o i

nostri fatti agli incarnati che lo richiedono, o che hanno bisogno di vedere per

convincersi. Questo dono di Dio non è accordato al medium per suo piacere,

ed ancora meno per servire la sua ambizione, ma in vista del suo

miglioramento, e per fare conoscere agli uomini la verità. Se lo spirito vede

che il medium non risponde più ai suoi scopi e non approfitta delle istruzioni

e degli avvertimenti che gli si danno, egli si ritira, per cercare un protetto più

degno”.

4) Non potrebbe lo spirito che si ritira essere sostituito? E in questo caso,

come si capirebbe la sospensione della facoltà?

“Non mancano spiriti che non chiedono di meglio che comunicare e sono

prontissimi a sostituire quelli che si ritirano; ma allorché quello che

abbandona il medium è un buono spirito, egli può benissimo lasciarlo

soltanto momentaneamente e privarlo per un certo tempo di ogni

 

186

comunicazione, per dargli una lezione e per provargli che la sua facoltà non

dipende da lui e non deve esserne vanitoso. Questa momentanea impotenza

è anche permessa per dare al medium la prova che egli scrive sotto una

influenza esterna, altrimenti non vi sarebbe intermittenza.

“Del resto, l’interruzione della facoltà non è sempre una punizione; essa

indica qualche volta la sollecitudine dello spirito verso il medium che egli

ama, e vuole procurargli un riposo materiale che giudica necessario, ed in

questo caso non permette ad altri spiriti di comunicare con il suddetto in sua

vece”.

5) Si vedono, tuttavia, medium molto benemeriti moralmente parlando, che

non provano alcun bisogno di riposo e sono molto contrariati da

interruzioni di cui non capiscono lo scopo.

“Ciò avviene per mettere alla prova la loro pazienza e per giudicare la loro

perseveranza; qui abbiamo il motivo per cui gli spiriti non assegnano in

generale alcun termine a questa sospensione: vogliono vedere se il medium si

stancherà e cederà allo scoramento. Spesso ciò succede pure per lasciar loro il

tempo di meditare le istruzioni che vennero loro date, ed è da questa

meditazione sui nostri insegnamenti che noi riconosciamo gli spiritisti

veramente seri. Non possiamo dar questo nome a coloro che in realtà sono

soltanto amatori di comunicazioni”.

6) E’ forse necessario in questo caso che il medium seguiti i suoi tentativi per

scrivere?

“Se lo spirito glielo consiglia, sì; se gli dice di astenersi, egli deve farlo”.

7) Vi è qualche mezzo per abbreviare questa prova?

“La rassegnazione e la preghiera. Del resto, basta fare ogni giorno un tentativo

di qualche minuto, poiché sarebbe inutile perdere il tempo in prove

infruttuose; il tentativo non ha altro scopo che quello di assicurarsi se la

facoltà è recuperata”.

8) La sospensione implica forse l’allontanamento degli spiriti che

comunicano di consueto?

“Niente affatto: il medium è allora nella condizione di un individuo, il quale

perdesse momentaneamente lo vista, e non sarebbe per questo meno

attorniato dai suoi amici, quantunque non possa vederli. Il medium può

dunque, anzi deve, continuare ad intrattenersi con il pensiero con i suoi spiriti

familiari, ed essere persuaso che egli è da loro inteso. Se la mancanza di

medianità può privarlo delle comunicazioni materiali con certi spiriti, essa

non può privarlo delle comunicazioni morali”.

 

187

9) Così l’interruzione della facoltà medianica non implica sempre un

biasimo da parte degli spiriti?

“No, senza dubbio, poiché può anche essere una prova di benevolenza”.

10) Quali segni permettono di riconoscere un biasimo in questa

interruzione?

“Interroghi il medium la sua coscienza e si domandi l’uso che ha fatto della

sua facoltà, il bene che ne è risultato per gli altri, il profitto che ha

ottenuto dai consigli che gli furono dati ed avrà la sua risposta”.

11) Il medium che non può più scrivere non potrebbe ricorrere ad un altro

medium?

“Ciò dipende dalla causa dell’interruzione; questa ha spesso lo scopo di

lasciarvi qualche tempo senza comunicazioni, dopo avervi dato dei consigli,

affinché non prendiate l’abitudine di non far più nulla senza di noi; in questo

caso non si avrà maggior soddisfazione servendosi di un altro medium; e ciò

ha ancora uno scopo, quello cioè di provarvi che gli spiriti sono liberi, e che

non dipende da voi il farli camminare a vostro piacimento. Questa è pure la

causa per cui quelli che non sono medium, non hanno sempre tutte le

comunicazioni che desiderano”.

Osservazione. - Si deve osservare infatti che colui il quale ricorre ad un

terzo per le comunicazioni, nonostante la qualità del medium, spesso non

ottiene nulla di soddisfacente, mentre in altri momenti le risposte sono molto

esplicite. Ciò dipende talmente dalla volontà dello spirito, che non si ottiene

nulla cambiando medium. Gli spiriti stessi sembrano darsi, sotto questo

aspetto, la parola d’ordine, poiché quello che non si ottiene dall’uno non si

otterrà nemmeno dall’altro. Bisogna evitare allora d’insistere e di

impazientirsi, se non si vuol essere vittima di spiriti ingannatori, che

risponderanno, se lo si vuole a forza, mentre i buoni li lasceranno fare per

punirci della nostra insistenza.

12) Per quale scopo la Provvidenza diede a certi individui la medianità in

una forma speciale?

“E’ una missione di cui sono incaricati e di cui sono felici; essi sono gli

interpreti fra gli spiriti e gli uomini”.

13) Vi sono però dei medium che impiegano solo con ripugnanza la loro

facoltà?

 

188

“Questi sono medium imperfetti; essi non conoscono il valore del favore che

viene loro accordato”.

14) Se è una missione, come mai questa facoltà non è il privilegio degli

uomini dabbene, e perché essa è data anche ad individui che non meritano

alcuna stima e che possono abusarne?

“Essa è loro data perché ne hanno bisogno per il proprio miglioramento, ed

affinché essi siano in grado di ricevere buone istruzioni; se non ne

approfittano, ne subiranno le conseguenze. Gesù non concedeva forse di

preferenza la sua parola ai peccatori, dicendo che conviene dare a chi non

ha?”

15) Le persone che hanno un grande desiderio di scrivere come medium e

che non possono riuscire, possono dedurne qualche conseguenza contro se

stesse, per quanto riguarda la benevolenza degli spiriti verso di loro?

“No, perché Dio può avere loro rifiutato questa facoltà, come può avere loro

rifiutato il dono della poesia o della musica; ma se esse non godono di questo

favore possono averne altri”.

16) Come può un uomo perfezionarsi con l’insegnamento degli spiriti,

allorché non ha né per se stesso, né con il mezzo di altri medium, il mezzo di

ricevere questo insegnamento diretto?

“Non ha egli i libri come il cristiano ha il Vangelo? Per praticare la morale di

Gesù, il cristiano non ha bisogno di averne inteso le parole dalla sua stessa

bocca”.

 

189

18 - INCONVENIENTI E PERICOLI DELLA MEDIANITA’

Influenza dell’esercizio della medianità: sulla salute; sul cervello;

sui figli.

221 - 1) La facoltà medianica è forse l’inizio d’uno stato patologico

qualunque o semplicemente anomalo?

“Anomalo qualche volta, ma non patologico; vi sono medium di salute

robusta; quelli che sono ammalati lo sono per altre cause”.

2) Può l’esercizio della facoltà medianica cagionare stanchezza?

“L’esercizio troppo prolungato d’una facoltà qualunque ha per conseguenza la

stanchezza; lo stesso avviene nella medianità, principalmente quella che si

applica agli effetti fisici; essa cagiona necessariamente una perdita di fluido,

che porta con sé la stanchezza e si ripara con il riposo”.

3) L’esercizio della medianità può avere degli inconvenienti per se stesso,

dal punto di vista igienico, astrazion fatta dell’abuso?

“Vi sono casi in cui non solo è prudente, ma anche necessario astenersene, od

almeno moderarne l’uso; ciò dipende dallo stato fisico e morale del medium.

Questi, d’altra parte, lo sente in generale, ed allorché prova stanchezza deve

astenersene”.

4) Vi sono persone a cui questo esercizio produce inconvenienti maggiori

che ad altre?

“Ho detto che ciò dipende dallo stato fisico e morale del medium. Vi sono

persone che debbono evitare ogni causa di sovreccitazione, e questi è una di

esse”. (Vedi nn. 188 e 194).

5) Potrebbe la medianità produrre la pazzia?

“Niente più di quanto possa produrla un’altra causa, allorché non vi è

predisposizione per debolezza cerebrale. La medianità non produrrà la pazzia

allorché non ce n’è il germe, ma se questo esiste (ciò che è facilissimo

riconoscere dallo stato morale), il buon senso dice che conviene usare dei

riguardi sotto tutti gli aspetti, poiché ogni causa di scossa può essere nociva”.

6) Produce qualche inconveniente lo sviluppare la medianità presso i

ragazzi?

“Certamente, ed io sostengo che è pericolosissimo; poiché queste

 

190

organizzazioni deboli e delicate sarebbero troppo scosse e la loro giovane

immaginazione troppo sovreccitata; perciò i parenti accorti li allontaneranno

da queste idee, od almeno ne parleranno loro soltanto dal punto di vista delle

conseguenze morali”.

7) Esistono, tuttavia, fanciulli che sono naturalmente medium, sia per gli

effetti fisici, sia per la scrittura e le visioni; vi sono pure in questo caso gli

stessi inconvenienti?

“No; quando la facoltà è spontanea in un fanciullo, ciò fa parte della sua

natura, e la sua costituzione vi si presta; la stessa cosa non si può dire quando

è provocata e sovreccitata. Osservate che il fanciullo che ha delle visioni, ne è

generalmente poco impressionato: ciò gli sembra una cosa del tutto naturale,

alla quale egli presta una debole attenzione, e che spesso dimentica; più tardi

il fatto gli ritorna alla memoria, ed egli se lo spiega facilmente, se conosce lo

spiritismo”.

8) Qual è l’età in cui si può, senza inconvenienti, occuparsi di medianità?

“Non vi è età precisa; ciò dipende interamente dallo sviluppo fisico, ed ancora

più dallo sviluppo morale; vi sono fanciulli di dodici anni, che soffriranno

meno di certe persone fatte. Io parlo della medianità in generale, ma la più

faticosa fisicamente è quella che si applica agli effetti fisici. La scrittura ha un

altro inconveniente che è relativo alla inesperienza del giovanetto, nel caso

che volesse occuparsene da solo e farne un trastullo”.

222 - La pratica dello spiritismo, come vedremo più tardi, richiede molto

tatto per sventare le malizie degli spiriti ingannatori; se uomini fatti si

lasciano ingannare, maggiormente saranno a ciò soggetti i giovani ed i

fanciulli per la loro inesperienza. Si sa inoltre che il raccoglimento è una

condizione senza la quale non si possono avere relazioni con spiriti seri; le

evocazioni fatte con storditezza e scherzando sono una vera profanazione, che

apre un facile accesso agli spiriti burloni o cattivi; e non potendo aspettarsi da

un fanciullo la gravità necessaria ad un simile atto, sarebbe da temersi che

egli non ne facesse un giuoco qualora fosse abbandonato a se stesso. Nelle

stesse condizioni più favorevoli, è da desiderarsi che un fanciullo, dotato della

facoltà medianica, la eserciti soltanto sotto l’occhio di gente sperimentata, che

gli insegnerà con il suo esempio il rispetto che si deve alle anime di quelli che

hanno vissuto. Si vede da tutto ciò che la questione dell’età è subordinata alle

circostanze, tanto del fisico quanto del carattere. Tuttavia, ciò che risulta

chiaramente dalle suddette risposte, è che non conviene promuovere nei

fanciulli lo sviluppo di questa facoltà allorché essa non è spontanea, e che, in

tutti i casi, conviene usarne con grande circospezione, e che non conviene

 

191

neppure eccitarla né incoraggiarla presso persone deboli. Conviene

distoglierne con tutti i mezzi possibili quelle che avessero presentati i più

piccoli sintomi di eccentricità nelle idee o di indebolimento nelle facoltà

mentali, poiché in esse vi è evidente predisposizione alla follia, che può essere

sviluppata da ogni causa sovreccitante.

Le idee spiritiche non hanno, sotto questo rapporto, una influenza maggiore

di altre idee, ma la follia, venendosi a dichiarare, prenderebbe il carattere

della preoccupazione dominante (come prenderebbe un carattere religioso se

la persona si dedicasse con eccesso alle pratiche di devozione), e si

renderebbe di ciò responsabile lo spiritismo. Ciò che di meglio vi è da fare con

qualunque individuo il quale mostri una tendenza all’idea fissa, si è di dirigere

i suoi pensieri sopra un altro argomento, per procurare un po’ di riposo agli

organi indeboliti.

A proposito, richiamiamo l’attenzione dei nostri lettori sul paragrafo XII

dell’introduzione del Libro degli Spiriti.

 

192

19 - LA PARTE CHE HANNO I MEDIUM NELLE COMUNICAZIONI

SPIRITICHE

Influenza dello spirito personale del medium - Sistema dei

medium inerti - Attitudine di certi medium per le cose che non

conoscono: le lingue, la musica, il disegno, ecc... - Dissertazione

d’uno spirito sulla parte dei medium.

223 - 1) Il medium, al momento in cui esercita la sua facoltà, si trova egli in

uno stato normale?

“Egli è, talvolta, in uno stato di crisi più o meno pronunciato, il che lo affatica,

ed è perciò che ha bisogno di riposo; ma più spesso il suo stato non differisce

sensibilmente dallo stato normale, soprattutto nei medium scriventi”.

2) Le comunicazioni scritte o verbali possono anche provenire dallo stesso

spirito incarnato nel medium?

“L’anima del medium può comunicare come quella di chiunque altro; se essa

fruisce d’un certo grado di libertà, recupera le sue qualità di spirito. Voi ne

avete la prova nell’anima delle persone viventi che vengono a visitarvi, e

spesso comunicano con voi mediante la scrittura, senza che voi le chiamiate.

Giacché, sappiatelo bene, fra gli spiriti che voi evocate, ve ne sono di quelli

incarnati sulla terra; allora essi vi parlano come spiriti e non come

uomini. Perché la stessa cosa non dovrebbe poter accadere al medium?”

- Non sembra forse che questa spiegazione confermi l’opinione di coloro i

quali credono che tutte le comunicazioni emanano dallo spirito del medium e

non da spiriti estranei?

“Essi hanno torto solamente perché sono troppo assoluti, poiché è cosa certa

che lo spirito del medium può agire da se stesso; ma ciò non è una ragione

perché altri non agiscano egualmente per suo mezzo”.

3) Come distinguere se lo spirito che risponde è quello del medium od uno

spirito estraneo?

“Dalla natura delle comunicazioni. Studiate le circostanze ed il linguaggio, e li

distinguerete. E’ principalmente nello stato di sonnambulismo o d’estasi che

si manifesta lo spirito del medium, poiché allora egli è più libero; ma nello

stato normale la cosa è più difficile. Vi sono, d’altra parte, certe risposte che è

impossibile attribuirgli; ecco perché vi dico di studiare e di osservare”.

 

193

Osservazione. - Allorché una persona ci parla, noi distinguiamo facilmente

ciò che viene da lei, o ciò di cui essa non è che l’eco; lo stesso avviene per i

medium.

4) Poiché lo spirito del medium ha potuto acquistare, in esistenze anteriori,

cognizioni che ha poi dimenticate sotto il suo involucro corporeo, ma di cui si

ricorda come spirito, non può egli attingere in se stesso le idee che sembrano

oltrepassare la portata della sua istruzione?

“Ciò avviene spesso nello stato di crisi sonnambolica od estatica; ma, ancora

una volta, vi sono circostanze che non permettono assolutamente il dubbio:

studiate lungamente e meditate”.

5) Le comunicazioni provenienti dallo spirito del medium sono sempre

inferiori a quelle che potrebbero essere fatte da spiriti estranei?

“Sempre, no; poiché lo spirito estraneo può essere egli stesso d’un ordine

inferiore a quello del medium, ed allora parla meno sensatamente. Ciò si

osserva nel sonnambulismo; poiché allora è più spesso lo spirito del

sonnambulo che si manifesta e che tuttavia dice qualche volta cose eccellenti”.

6) Lo spirito che comunica per mezzo d’un medium trasmette direttamente il

suo pensiero, oppure questo pensiero ha per intermediario lo spirito

incarnato nel medium?

“Lo spirito del medium è l’interprete, poiché è legato al corpo che serve a

parlare, e che d’altronde ha bisogno di un legame tra voi e gli spiriti estranei

che comunicano; come occorre un filo elettrico per trasmettere in lontananza

una notizia, ed alla fine del filo una persona intelligente che la riceva e la

trasmetta”.

7) Può lo spirito incarnato nel medium esercitare un’influenza sulle

comunicazioni che egli deve trasmettere e che provengono da spiriti

estranei?

“Sì, perché, se non è loro simpatico, può alterare le risposte ed assimilarle alle

sue proprie idee ed alle sue tendenze, ma egli non esercita influenza

sopra gli spiriti per se stessi; risulta semplicemente un cattivo

interprete”.

8) E’ questa dunque la causa della preferenza degli spiriti per certi medium?

“Non ve ne è alcun’altra; essi cercano l’interprete che simpatizzi meglio con

essi, e che renda più esattamente il loro pensiero. Se non vi è fra loro

 

194

simpatia, lo spirito del medium è un antagonista che porta una certa

resistenza e diventa un interprete di cattiva voglia, e spesso infedele. Lo stesso

avviene tra voi, quando il pensiero di un savio è trasmesso per mezzo d’uno

stordito o di un uomo in mala fede”.

9) Si capisce che ciò possa accadere per i medium intuitivi, ma non si

capisce perché lo stesso sia per quelli meccanici.

“Voi non vi rendete ben conto della parte che rappresenta il medium; vi è qui

una legge che voi non avete ancora ben capita. Ricordatevi che per operare il

movimento di un corpo inerte, lo spirito ha bisogno d’una certa quantità di

fluido animalizzato, che egli prende dal medium, per animare

momentaneamente la tavola, affinché questa obbedisca alla sua volontà;

ebbene, sappiate anche che, per una comunicazione intelligente, egli ha

bisogno d’un intermediario intelligente, e che questo intermediario è quello

dello spirito del medium”.

- Ciò non sembra potersi applicare alle cosiddette tavole parlanti; infatti,

allorquando oggetti inerti come le tavole, le tavolette ed i canestrini danno

risposte intelligenti, non sembrerebbe che lo spirito del medium non vi entri

per nulla?

“E’ un errore; lo spirito può dare al corpo inerte una vita fittizia momentanea,

ma non l’intelligenza; mai un corpo inerte fu intelligente. Lo spirito del

medium, dunque, è quello che riceve il pensiero a sua insaputa e lo trasmette

da vicino a vicino con l’aiuto di diversi intermediari”.

10) Da queste spiegazioni sembra risultare che lo spirito del medium non è

giammai completamente passivo. E’ così?

“E’ passivo quando non mescola le proprie idee a quelle dello spirito estraneo,

ma non è mai assolutamente nullo; il suo concorso è sempre necessario come

intermediario, anche in quelli che voi chiamate medium meccanici”.

11) Non vi è forse maggior garanzia d’indipendenza nel medium meccanico

che nel medium intuitivo?

“Senza alcun dubbio, e per certe comunicazioni, un medium meccanico è

preferibile; ma quando si conoscono le facoltà d’un medium intuitivo, ciò

diventa indifferente secondo le circostanze; voglio dire che vi sono

comunicazioni che richiedono minor precisione”.

12) Fra i diversi sistemi escogitati per spiegare i fenomeni spiritici, uno

consiste nel credere che la vera medianità sia in un corpo completamente

inerte (nel canestrino o nel cartone, per esempio) che serve da strumento, e

che lo spirito estraneo si identifica con quest’oggetto e lo rende non

solamente vivo, ma intelligente; e di qui il nome di medium inerti dato a

 

195

questi oggetti; cosa pensate di questo?

“Una sola cosa si può rispondere ed è che se lo spirito avesse trasmesso al

cartone, insieme con l’intelligenza, la vita, il cartone scriverebbe da solo,

senza il concorso del medium. Sarebbe singolare che l’uomo intelligente

divenisse macchina e che un oggetto inerte diventasse intelligente. E’ uno dei

numerosi sistemi nati da un’idea preconcetta, e che cadono come tanti altri di

fronte all’esperienza e all’osservazione”.

13) Un fenomeno assai conosciuto potrebbe accreditare l’opinione che nei

corpi inerti animati vi sia qualche cosa più della vita, vi sia pure

l’intelligenza, ed è quello delle tavole, dei canestrini, ecc., che esprimono con i

loro movimenti la collera o l’affetto. Che dire di ciò?

“Allorché un uomo agita un bastone con collera, non è il bastone che è in

collera, e neppure la mano che tiene il bastone, ma il pensiero che dirige la

mano; le tavole ed i canestrini non sono più intelligenti dei bastoni; essi non

hanno alcun sentimento intelligente, ma obbediscono ad un’intelligenza; in

una parola, non è lo spirito che si trasforma in canestrino, e neppure vi elegge

il suo domicilio”.

14) Se non è cosa razionale attribuire l’intelligenza a questi oggetti, possono

essi essere considerati come una varietà di medium, designandoli con il

nome di medium inerti?

“E’ una questione di parole che poco ci importa, basta che vi intendiate fra

voi. Siete liberi di chiamare uomo un burattino”.

15) Gli spiriti hanno soltanto il linguaggio del pensiero; essi non hanno

linguaggio articolato; il che fa sì che vi sia per essi un solo linguaggio. Ora

potrebbe uno spirito esprimersi per via medianica in una lingua che egli non

ha mai parlato da vivo? Ed in questo caso ove attinge egli le parole di cui si

serve?

“Voi stessi avete risposto alla vostra domanda, dicendo che gli spiriti hanno

un solo linguaggio, che è quello del pensiero; questo linguaggio è capito da

tutti, tanto dagli uomini che dagli spiriti. Lo spirito errante rivelandosi allo

spirito incarnato del medium, non gli parla né francese né inglese, ma la

lingua universale, che è quella del pensiero. Per tradurre poi le sue idee in un

linguaggio articolato, trasmissibile, egli attinge le sue parole nel vocabolario

del medium”.

16) Se è così, lo spirito non dovrebbe esprimersi che nella lingua del

medium: invece se ne vedono scrivere in lingue sconosciute da quest’ultimo.

Non vi è in ciò una contraddizione?

“Osservate prima di tutto che tutti i medium non sono egualmente atti a

 

196

questo genere d’esercizio, ed in seguito che gli spiriti vi si prestano solo

accidentalmente, quando essi giudicano che ciò possa essere utile; ma per le

comunicazioni usuali e d’una certa lunghezza, essi preferiscono servirsi d’una

lingua familiare al medium, poiché questa presenta loro minori difficoltà

materiali da vincere”.

17) L’attitudine di certi medium a scrivere in una lingua che è loro estranea

non deriverebbe dalla circostanza che questa lingua può essere stata loro

familiare in un’altra esistenza e che essi ne avrebbero conservata

l’intuizione?

“Ciò può certamente aver luogo, ma non è una regola; lo spirito può, con

qualche sforzo, sormontare momentaneamente la resistenza materiale che

incontra. Ciò avviene quando il medium scrive, nella sua propria lingua,

parole che non conosce”.

18) Una persona che non sapesse scrivere potrebbe scrivere come medium?

“Sì, ma si comprende che vi è una grande difficoltà meccanica da vincere, non

avendo la mano l’abitudine del movimento necessario per formare le lettere.

Lo stesso succede con i medium disegnatori che non sanno disegnare”.

19) Un medium di intelligenza limitata potrebbe trasmettere comunicazioni

d’un ordine elevato?

“Sì, per lo stesso motivo che un medium può scrivere in una lingua che non

conosce. La medianità propriamente detta è indipendente tanto

dall’intelligenza quanto dalle qualità morali, ed in difetto di un migliore

strumento, lo spirito può servirsi di quello che ha sottomano; ma è cosa

naturale che per le comunicazioni di un certo ordine, egli preferisca il

medium che gli offre minori ostacoli materiali. Vi è poi un’altra

considerazione: l’idiota è spesso idiota soltanto per l’imperfezione dei suoi

organi, ma il suo spirito può essere più avanzato di quello che voi crediate; voi

ne avete la prova in certe evocazioni di idioti morti o viventi”.

Osservazione. - Questo è un fatto constatato dall’esperienza; noi abbiamo

più volte evocato idioti viventi, che hanno dato prove evidenti della loro

identità, e rispondevano in una maniera sensatissima ed anche superiore.

Questo stato è una punizione dello spirito, che soffre a causa della costrizione

in cui si trova. Un medium idiota può dunque qualche volta offrire, allo

spirito che vuole manifestarsi, più risorse di quello che si creda (vedi, Revue

Spirite, luglio 1860, articolo sulla Frenologia e la Fisiognomonia).

 

197

20) Da che cosa proviene l’attitudine di certi medium a scrivere in versi

malgrado la loro ignoranza in fatto di poesia?

“La poesia è un linguaggio; essi possono scrivere in versi, come possono

scrivere in una lingua che non conoscono; e poi essi possono essere stati poeti

in un’altra esistenza, e, come vi fu già detto, le cognizioni acquistate non sono

mai perdute per lo spirito, che deve giungere alla perfezione in ogni cosa.

Allora le cognizioni antecedenti concedono ad essi, a loro insaputa, una

facilità che non hanno nello stato ordinario”.

21) E’ forse lo stesso per quelli che hanno un’attitudine speciale per il

disegno e per la musica?

“Sì, il disegno e la musica sono pure maniere di esprimere il pensiero; gli

spiriti si servono degli strumenti che offrono loro maggior facilità di

espressione”.

22) L’espressione del pensiero per mezzo della poesia, del disegno o della

musica, dipende unicamente dall’attitudine speciale del medium o da quella

dello spirito che comunica?

“Qualche volta dal medium, qualche volta dallo spirito. Gli spiriti superiori

hanno tutte le attitudini; gli spiriti inferiori hanno cognizioni limitate”.

23) Perché l’uomo che ha un ingegno trascendente in una esistenza, non lo

ha più nell’esistenza seguente?

“Non è sempre così, poiché spesso egli perfeziona in una esistenza ciò che ha

cominciato in una precedente; ma può succedere che una facoltà trascendente

si assopisca durante un certo tempo per lasciarne sviluppare più liberamente

un’altra; è un germe latente che si ritroverà più tardi e di cui resta sempre

qualche traccia od almeno una vaga intuizione”.

224 - Lo spirito estraneo capisce senza dubbio tutte le lingue, poiché le lingue

sono l’espressione del pensiero, e lo spirito intende per mezzo del pensiero;

ma per manifestare questo pensiero occorre uno strumento: questo

strumento è il medium. L’anima del medium che riceve la comunicazione

estranea può trasmetterla soltanto con gli organi del suo corpo; ora, questi

organi non possono avere, per una lingua sconosciuta, la stessa flessibilità che

hanno per quella che è loro familiare. Un medium che conosce soltanto il

francese potrà benissimo accidentalmente dare una risposta in inglese, per

esempio, se ciò piace allo spirito; ma gli spiriti che trovano già il linguaggio

umano troppo lento, in confronto alla rapidità del pensiero (ed infatti

l’abbreviano il più possibile), si impazientano della resistenza meccanica che

provano; ecco perché non usano sempre questo mezzo. Questa è anche la

 

198

ragione, per la quale un medium novizio, che scrive faticosamente e con

lentezza, anche nella propria lingua, non ottiene in generale che risposte brevi

e senza svolgimento; perciò gli spiriti raccomandano di fare soltanto domande

semplici per mezzo di lui. Per le domande di alta portata, occorre un medium

formato, che non presenti alcuna difficoltà meccanica allo spirito. Noi non

prenderemmo per nostro lettore uno scolaro che sappia appena compitare.

Un buon operaio non ama servirsi di cattivi utensili.

Aggiungiamo un’altra importante considerazione per ciò che concerne le

lingue straniere. I saggi di questo genere sono sempre fatti per uno scopo di

curiosità e di esperimento; ora nulla vi è di più antipatico agli spiriti che le

prove alle quali si tenta di sottometterli. Gli spiriti superiori non vi si prestano

mai, ed abbandonano allorché si vuole entrare in questa strada. Altrettanto si

compiacciono alle cose utili e serie quanto ripugnano dall’occuparsi di cose

futili e senza scopo. Trattandosi di convincerci, diranno gli increduli, questo

scopo è utile, poiché può guadagnare dei proseliti alla causa degli spiriti. A ciò

gli spiriti rispondono:

“La nostra causa non ha bisogno di quelli che hanno tanto orgoglio da

credersi indispensabili; noi chiamiamo verso di noi coloro che noi

vogliamo, e questi sono spesso i più piccoli ed i più umili. Gesù ha forse fatto

i miracoli che gli domandavano gli scribi? E di quali uomini si è servito per

mettere il mondo in rivoluzione? Se volete convincervi, avete mezzi diversi dai

giuochi di forza; cominciate per sottomettervi; non è nell’ordine delle cose che

lo scolaro imponga la sua volontà al maestro”.

Risulta da ciò che, salvo qualche eccezione, il medium manifesta il pensiero

dello spirito con i mezzi meccanici che sono a sua disposizione, e che

l’espressione di questo pensiero può, e deve anche il più spesso, risentire della

imperfezione di questi mezzi. Così, l’uomo incolto, il contadino, potrà dire le

cose più belle, esprimere i più elevati e filosofici pensieri, parlando da

contadino; poiché, come sappiamo, per gli spiriti il pensiero domina tutto. Ciò

risponde all’obiezione di certi critici, riguardo alle scorrettezze di stile e

d’ortografia che si possono rimproverare agli spiriti, e che possono provenire

tanto dal medium quanto dallo spirito. E’ prova di leggerezza l’attaccarsi a

simile cose. E non è meno puerile l’ostinarsi a riprodurre queste scorrettezze

con una minuziosa esattezza, come qualche volta abbiamo visto fare. Si può

dunque correggerle senza alcuno scrupolo, a meno che non siano una

caratteristica dello spirito che comunica, nel qual caso è cosa utile il

conservarle come prova d’identità. In questa maniera, per esempio, noi

abbiamo visto uno spirito scrivere costantemente Jule (Giulio) senza s,

parlando a suo nipote, perché mentre era in vita scriveva in questa maniera, e

quantunque il nipote, che serviva da medium, sapesse perfettamente scrivere

 

199

il proprio nome.

225 - La dissertazione seguente, data spontaneamente da uno spirito

superiore, che si è rivelato per mezzo di comunicazioni d’ordine elevatissimo,

riassume nella maniera più chiara e più compiuta la questione del ruolo e dei

compiti del medium:

“Qualunque sia la natura dei medium scriventi, siano essi meccanici, semimeccanici,

o semplicemente intuitivi, i nostri metodi di comunicazione con

essi non variano essenzialmente. Infatti noi comunichiamo con gli spiriti

incarnati, come con gli spiriti propriamente detti, con la sola irradiazione del

nostro pensiero.

“I nostri pensieri non hanno bisogno della veste della parola per essere capiti

dagli spiriti, e tutti gli spiriti percepiscono il pensiero che noi desideriamo

comunicare loro, per il solo motivo che noi dirigiamo questo pensiero verso di

essi, e ciò in ragione delle loro facoltà intellettuali; vale a dire che il tale

pensiero può essere capito dai tali e dai tali secondo il loro avanzamento,

mentre presso tali altri questo pensiero non risvegliando nessun ricordo, né

alcuna cognizione nel fondo del loro cuore o del loro cervello, non è

percettibile per essi. In questo caso, lo spirito incarnato che ci serve da

medium è più atto a manifestare il nostro pensiero per gli altri incarnati, per

quanto non lo capisca, mentre uno spirito disincarnato e poco avanzato non

potrebbe farlo, se noi fossimo costretti a ricorrere alla sua mediazione; poiché

l’uomo mette il suo corpo come strumento a nostra disposizione, ciò che non

può fare lo spirito errante.

“Così, quando troviamo in un medium il cervello provvisto di cognizioni

acquistate nella sua vita attuale, ed il suo spirito ricco di cognizioni anteriori

latenti, proprie a facilitare le nostre comunicazioni, noi ce ne serviamo di

preferenza, perché con lui il fenomeno della comunicazione ci è molto più

facile che non con un medium la cui intelligenza fosse limitata e le cui

cognizioni anteriori fossero rimaste insufficienti. Questo lo faremo capire con

alcune spiegazioni nette e precise.

“Con un medium, la cui intelligenza attuale od anteriore si trova sviluppata, il

nostro pensiero si comunica istantaneamente da spirito a spirito, per una

facilità propria all’essenza dello spirito stesso. In questo caso, noi troviamo

nel cervello dei medium gli elementi adatti a vestire il nostro pensiero con la

parola corrispondente al medesimo, e ciò anche nel caso in cui il medium sia

intuitivo, semi-meccanico o meccanico puro. Ecco perché, qualunque sia la

diversità degli spiriti che comunicano ad un medium, i dettati da lui ottenuti

mantengono una certa uniformità di forma e di colore personale a questo

 

200

medium, quantunque procedano da spiriti diversi. Sì, malgrado il pensiero gli

sia completamente estraneo, quantunque il soggetto esca dal quadro nel quale

egli abitualmente si muove, nonostante il fatto che ciò che vogliamo dire non

provenga in modo alcuno da lui, egli influisce sempre sulla forma, tanto per la

qualità, che per le proprietà inerenti al suo individuo. Avviene esattamente

come quando voi guardate differenti punti di vista con occhiali colorati, verdi,

bianchi o turchini; quantunque i punti di vista od oggetti guardati siano

diversi e indipendenti gli uni dagli altri, essi conservano tuttavia una tinta

comune che proviene dal colore degli occhiali. O meglio, si potrebbero

paragonare i medium a vasi di vetro pieni di liquidi colorati e trasparenti;

ebbene, noi siamo come luci, che illuminiamo certi punti di vista morali,

filosofici ed interni, attraverso medium turchini, verdi o rossi, in maniera tale

che i nostri raggi luminosi, obbligati a passare attraverso vetri più o meno ben

tagliati, più o meno trasparenti, vale a dire attraverso medium più o meno

intelligenti, non arrivano sugli oggetti che noi vogliamo rischiare che

assumendo il colore del liquido che attraversano, o meglio la forma propria e

particolare di ciascun medium. Infine, per terminare con un ultimo paragone,

noi spiriti, siamo come compositori di musica che abbiamo composto o

vogliamo improvvisare un’aria, e non abbiamo sottomano che un piano, un

violino, un flauto, un fagotto, od un fischietto da due soldi. E’ cosa

incontestabile che usando uno qualsiasi degli strumenti musicali, noi

eseguiremo il nostro pezzo in maniera abbastanza intelligibile per i nostri

uditori; nonostante che i suoni provenienti dal piano, dal fagotto o dal

clarinetto siano essenzialmente differenti gli uni dagli altri, la nostra

composizione sarà identicamente la stessa, salvo le gradazioni del suono. Ma

se noi avessimo soltanto a nostra disposizioni un fischietto da due soldi,

avremmo non poche difficoltà nell’eseguire il motivo.

“Allo stesso modo, quando siamo obbligati a servirci di medium poco

avanzati, il nostro lavoro diventa assai più lungo, assai più penoso, perché

siamo obbligati a ricorrere a forme incomplete, il che è per noi una

complicazione; infatti, allora dobbiamo scomporre i nostri pensieri e

procedere parola per parola, lettera per lettera; il che è una noia ed una fatica

per noi ed un intralcio effettivo alla prontezza ed allo sviluppo delle nostre

manifestazioni.

“Siamo dunque felici quando possiamo trovare medium ben adatti, ben

provvisti, muniti di materiali pronti ad essere adoperati, buoni strumenti, in

una parola, perché allora il nostro perispirito, agendo sopra il perispirito di

colui che rendiamo medium, deve solamente comunicare l’impulso alla mano,

che ci serve da porta penna, o da portalapis; mentre con medium insufficienti

siamo obbligati di fare un lavoro analogo a quello che facciamo quando

 

201

comunichiamo per mezzo di colpi picchiati, vale a dire designando lettera per

lettera, parola per parola, ciascuna delle frasi che formano la traduzione dei

pensieri che vogliamo comunicare.

“E’ per queste ragioni che noi ci siamo diretti di preferenza alle classi

illuminate ed istruite, per la divulgazione dello spiritismo e lo sviluppo delle

facoltà medianiche scriventi, quantunque sia fra queste classi che

s’incontrano gl’individui più increduli, più ribelli e a volte anche più

immorali. E come noi lasciamo oggi agli spiriti giocolieri e poco avanzati

l’esercizio delle comunicazioni tangibili, dei colpi e degli apporti, così gli

uomini poco seri fra voi preferiscono ai fenomeni puramente spirituali,

puramente psicologici, la vista dei fenomeni che colpiscono i loro occhi o le

loro orecchie.

“Quando noi vogliamo procedere per dettati spontanei, facciamo sentire la

nostra azione sopra gli organi cerebrali del medium, e riuniamo i nostri

materiali con gli elementi che egli ci somministra, e ciò a sua completa

insaputa; questo avviene come se noi prendessimo nella sua borsa la somma

che vi potesse essere e disponessimo le differenti monete secondo l’ordine che

ci sembrasse più utile.

“Ma quando il medium vuole per parte sua interrogarci, è cosa buona che egli

vi rifletta seriamente onde interrogarci in una maniera metodica, facilitandoci

così il nostro lavoro di risposta. Infatti, come vi fu detto in una istruzione

precedente, il vostro cervello è spesso in un disordine inestricabile, e ci è

altrettanto penoso quanto difficile muoverci nel labirinto dei vostri pensieri.

Allorché le domande devono essere fatte da terzi, è cosa buona ed utile che la

serie delle questioni sia comunicata anticipatamente al medium, affinché

quest’ultimo si identifichi con lo spirito dell’evocatore e se ne rivesta, per così

dire; noi stessi abbiamo allora molto maggior facilità per rispondere, per

l’affinità che esiste tra il nostro perispirito e quello del medium che ci serve da

interprete.

“Certamente noi possiamo parlare di matematiche per mezzo d’un medium

che a voi sembra tutt’affatto estraneo a tale argomento; ma spesso lo spirito di

questo medium possiede questa cognizione allo stato latente, vale a dire

personale all’essere fluidico e non all’essere incarnato, perché il suo

corpo attuale uno strumento ribelle o contrario a questa conoscenza. Lo

stesso dicasi dell’astronomia, della poesia, della medicina e delle diverse

lingue, come di tutte le altre cognizioni particolari alla specie umana. Infine,

noi abbiamo ancora il mezzo della elaborazione penosa in uso con i medium

completamente estranei al soggetto trattato, riunendo le lettere e le parole

come in tipografia.

 

202

“Come abbiamo già detto, gli spiriti non hanno bisogno di rivestire il loro

pensiero; essi percepiscono e comunicano il pensiero, per il solo fatto che

questo esiste in essi. Gli esseri corporei, al contrario, non possono percepire il

pensiero se non rivestito. Mentre la lettera, la parola, il sostantivo, il verbo, la

frase in una parola, sono a voi necessari per percepire, sia pure mentalmente,

per noi invece nessuna forma visibile o tangibile è necessaria”.

(ERASTO e TIMOTEO)

Osservazione. - Quest’analisi della parte spettante ai medium e dei

procedimenti con i quali gli spiriti si comunicano, è altrettanto chiara quanto

logica. Ne deriva il principio, che lo spirito attinge non le sue idee, ma i

materiali necessari per esprimerle, nel cervello dei medium, e che più questo

cervello è ricco di materiali, più la comunicazione diventa facile. Allorché lo

spirito si esprime nella lingua familiare al medium, egli trova in lui le parole

già formate allo scopo di rivestirne l’idea; ma se egli si esprime in una lingua a

lui straniera non vi trova le parole, ma semplicemente le lettere; allora lo

spirito è obbligato a dettare, per così dire, lettera per lettera, esattamente

come se volessimo far scrivere tedesco a chi non ne conosce una parola. Se il

medium non sa né leggere né scrivere, non possiede neppure la nozione delle

lettere; è dunque necessario condurgli la mano come ad uno scolaro; e questa

è una difficoltà materiale ancora più grande da vincere. Questi fenomeni sono

dunque possibili, e se ne hanno numerosi esempi; ma si capisce che questa

maniera di procedere concorda poco con la portata e con la rapidità delle

comunicazioni, e che gli spiriti devono preferire gli strumenti più facili, o,

come essi dicono, i medium ben muniti, dal loro punto di vista.

Se quelli che domandano questi fenomeni come mezzo di convinzione,

avessero preventivamente studiata la teoria, saprebbero in quali condizioni

eccezionali essi si producono.

 

203

20 - INFLUENZA MORALE DEL MEDIUM

Questioni diverse - Dissertazioni d’uno spirito sull’influenza

morale.

226 - 1) Lo sviluppo della medianità è forse in ragione dello sviluppo morale

del medium?

“No; la facoltà propriamente detta è inerente all’organismo; essa è

indipendente dal morale; la stessa cosa non avviene per l’uso, che può essere

più o meno buono, secondo le qualità del medium”.

2) Fu sempre detto che la medianità è un dono di Dio, una grazia, un favore;

perché dunque non è il privilegio dell’uomo dabbene, e perché si vedono

persone indegne che ne sono dotate al più alto grado e che ne abusano?

“Tutte le facoltà sono favori di cui si deve rendere grazie a Dio, poiché vi sono

uomini che ne sono privi. Potreste domandare anche perché Dio accorda una

buona vista a malfattori, l’abilità a scrocconi, l’eloquenza a quelli che se ne

servono per dire cose cattive. Lo stesso dicasi della medianità; individui

indegni ne sono dotati, perché essi ne hanno più bisogno degli altri per il loro

miglioramento. Pensate voi che Dio rifiuti i mezzi di salvezza ai colpevoli? Egli

li moltiplica sotto i loro passi, li mette nelle loro mani; tocca ad essi

approfittarne. Giuda il traditore non ha forse fatto miracoli e guarito malati

come apostolo? Dio permise che egli avesse questo dono affinché si salvasse;

egli invece, non valendosene in bene, rese più odioso il suo tradimento”

3) I medium che fanno un cattivo uso delle loro facoltà, che non se ne

servono per fare del bene, o che non ne approfittano per loro istruzione, ne

subiranno le conseguenze?

“Se ne usano male, ne saranno doppiamente puniti, poiché essi hanno un

mezzo maggiore di illuminarsi e non lo mettono a profitto. Colui che vede

bene e che inciampa è più biasimevole del cieco che cade”.

4) Vi sono medium ai quali vengono fatte spontaneamente e quasi

costantemente comunicazioni su uno stesso argomento, come certe questioni

morali o determinati difetti; ha ciò forse uno scopo?

“Sì; e questo scopo si è di illuminarli su un soggetto spesso ripetuto, o di

correggerli di qualche difetto; è per ciò che all’uno parleranno senza posa

dell’orgoglio, ad un altro della carità; non c’è che la sazietà che possa aprire

 

204

loro finalmente gli occhi. Non vi è medium che abusi della sua facoltà per

ambizione o per interesse, o la comprometta con un difetto essenziale, come

l’orgoglio, l’egoismo, la leggerezza, ecc., che non riceva di tempo in tempo

qualche avviso da parte degli spiriti; il male è che la maggior parte delle volte

egli non prende questi avvisi per sé”.

Osservazione. - Gli spiriti usano spesso dei riguardi nelle loro lezioni; le

danno in maniera indiretta, per lasciare maggior merito a colui che sa

applicarle a se stesso e profittarne; ma la cecità e l’orgoglio presso qualcuno

sono tali, che essi non si riconoscono nel quadro che si mette loro sotto gli

occhi; anzi, se lo spirito dà loro ad intendere che si tratta di loro, subito vanno

in collera e trattano lo spirito da mentitore, o di faceto di cattivo genere: il che

per se stesso prova che lo spirito ha ragione.

5) Nelle lezioni che sono dettate al medium in una maniera generale e

senz’applicazione personale, non agisce egli come strumento passivo, per

servire all’istruzione altrui?

“Spesso questi avvisi e questi consigli non sono dettati per lui personalmente,

ma bensì per gli altri, ai quali noi non possiamo indirizzarci se non per mezzo

di questo medium, ma egli deve prenderne la sua parte, se non è accecato

dall’amor proprio.

“Non crediate che la facoltà medianica sia stata data per correggere solamente

una persona o due; no, lo scopo è più grande: si tratta dell’umanità. Un

medium è uno strumento troppo poco importante come individuo; è perciò

che, quando diamo istruzioni che debbono essere utili alla generalità, noi ci

serviamo di quelli che posseggono le facilità necessarie. Siate certi che verrà

un tempo in cui i buoni medium saranno abbastanza comuni da permettere ai

buoni spiriti di servirsi soltanto di buoni strumenti”.

6) Poiché le qualità morali del medium allontanano gli spiriti imperfetti,

come può essere che un medium dotato di buone qualità trasmetta risposte

false o grossolane?

“Conosci tu tutti i ripostigli della sua anima? D’altronde, senza essere vizioso,

egli può essere frivolo o leggiero; e qualche volta anch’egli ha bisogno di una

lezione, affinché si tenga in guardia”.

7) Perché gli spiriti superiori permettono che persone dotate d’una grande

potenza come medium, e che potrebbero fare molto bene, siano strumenti

dell’errore?

 

205

“Essi cercano di influire su di loro; ma quando esse si lasciano trascinare in

una cattiva strada, le lasciano andare. E’ perciò che se ne servono con

ripugnanza, poiché la verità non può essere interpretata dalla

menzogna”.

8) E’ assolutamente impossibile avere buone comunicazioni da un medium

imperfetto?

“Un medium imperfetto può qualche volta ottenere buone cose, perché, se ha

una bella facoltà, i buoni spiriti possono servirsene in mancanza d’un altro in

una circostanza particolare; ma questa è sempre una cosa momentanea,

poiché quando essi ne trovano uno che loro convenga meglio, gli danno la

preferenza”.

Osservazione. - Si deve osservare che, allorquando i buoni spiriti giudicano

che un medium cessa d’essere ben assistito, e diventa, a causa delle sue

imperfezioni, preda degli spiriti ingannatori, essi provocano quasi sempre

delle circostanze che svelano i suoi difetti e lo allontanano dalle persone serie

e ben intenzionate, la cui buona fede potrebbe essere sfruttata. In questo caso,

per quanto apprezzabili siano le sue facoltà, egli non è da rimpiangere.

9) Quale sarebbe il medium che si potrebbe chiamare perfetto?

“Voi sapete bene che la perfezione non è sulla terra, altrimenti voi non vi

sareste; dite dunque buon medium, e ciò è già molto, poiché essi sono rari. Il

medium perfetto sarebbe colui sul quale i cattivi spiriti non avrebbero

giammai osato fare un tentativo per ingannarlo; il migliore è quello che,

simpatizzando soltanto con buoni spiriti, fu ingannato il minor numero di

volte”.

10) Se simpatizza soltanto con buoni spiriti, come possono essi permettere

che sia ingannato?

“I buoni spiriti lo permettono qualche volta con i migliori medium, per

esercitare il loro giudizio ed insegnare loro a discernere il vero dal falso; e poi

per quanto buono sia un medium, egli non è mai così perfetto che non possa

far presa su di lui per qualche lato debole, e ciò deve servirgli da lezione. Le

comunicazioni false, che riceve di tanto in tanto, sono avvisi affinché non

si creda infallibile e non si inorgoglisca; perché il medium che ottiene le cose

più notevoli, non ha il diritto di gloriarsene più di quello che lo abbia un

suonatore d’organo, che produce delle belle sonate, girando la manovella del

suo strumento”.

 

206

11) Quali sono le condizioni necessarie affinché la parola degli spiriti

superiori ci arrivi pura da ogni alterazione?

“Volere il bene; scacciare l’egoismo e l’orgoglio: entrambe sono

necessarie”.

12) Se la parola degli spiriti superiori non ci arriva pura che in condizioni

difficili ad incontrarsi, non è questo un ostacolo alla propagazione della

verità?

“No, poiché la luce perviene sempre a colui che vuole riceverla. Chiunque

vuole illuminarsi deve fuggire le tenebre, e le tenebre sono nell’impurità del

cuore.

“Gli spiriti che voi ritenete come la personificazione del bene non si

presentano volentieri all’appello di coloro il cui cuore è macchiato

dall’orgoglio, dalla cupidigia e dalla mancanza di carità.

“Coloro, dunque, che vogliono illuminarsi depongano ogni vanità umana, ed

umiliino la loro ragione avanti alla potenza infinita del Creatore: questa sarà

la miglior prova della loro sincerità; e questa condizione ciascuno può

adempierla”.

227 - Se il medium, dal punto di vista dell’esecuzione, è soltanto uno

strumento, egli esercita peraltro, sotto il rapporto morale, una grandissima

influenza. Infatti, poiché per comunicare lo spirito estraneo s’identifica con lo

spirito del medium, questa identificazione non può aver luogo se non quando

vi è fra loro simpatia, e si può dire affinità. L’anima esercita sullo spirito

estraneo una specie di attrazione o di repulsione, secondo il grado della loro

similitudine o della loro differenza; ora i buoni hanno affinità per i buoni ed i

cattivi per i cattivi; da cui segue che le qualità morali del medium hanno

un’influenza essenziale sulla natura degli spiriti che comunicano con il suo

mezzo. Se egli è vizioso, gli spiriti inferiori vengono a raggrupparsi intorno a

lui e sono sempre pronti a prendere il posto dei buoni spiriti che furono

chiamati. Le qualità che attirano di preferenza i buoni spiriti sono la bontà, la

benevolenza, la semplicità di cuore, l’amore del prossimo, il distacco delle

cose materiali; i difetti che li respingono sono: l’orgoglio, l’egoismo, l’invidia,

la gelosia, l’odio, la cupidigia, la sensualità, e tutte le passioni per mezzo delle

quali l’uomo s’attacca alla materia.

228 - Tutte le imperfezioni morali sono altrettante porte aperte che

permettono l’accesso ai cattivi spiriti; ma quella di cui essi approfittano con

maggior abilità è l’orgoglio, poiché è quella che l’uomo confessa meno a se

 

207

stesso: l’orgoglio ha perduto numerosi medium, dotati delle più belle facoltà,

e che senza di esso avrebbero potuto diventare soggetti notevoli ed utilissimi;

mentre invece, divenuti preda di spiriti mentitori, le loro facoltà si sono

dapprima pervertite, poi annichilate, e più d’uno si è visto umiliato dalle più

amare delusioni. L’orgoglio si manifesta nei medium con segni non equivoci,

sui quali è tanto più necessario richiamare l’attenzione; in quanto è uno degli

errori che debbono ispirare maggior diffidenza sulla veridicità delle loro

comunicazioni.

E’ prima una cieca confidenza nella superiorità di queste stesse comunicazioni

e nell’infallibilità dello spirito che le dà; di qui un certo disprezzo per quanto

non proviene da essi, poiché credono di avere il privilegio della verità. Il

prestigio dei grandi nomi di cui si rivestono gli spiriti che essi credono di

avere per protettori li abbaglia, e poiché il loro amor proprio soffrirebbe nel

confessare che sono ingannati, essi rigettano ogni specie di consigli; anzi li

evitano persino, allontanandosi dai loro amici e da chiunque potrebbe aprire

loro gli occhi; se hanno la condiscendenza di ascoltarli, non tengono conto

alcuno dei loro avvisi, poiché dubitare della superiorità del loro spirito è quasi

una profanazione. Essi si risentono della più piccola contraddizione, d’una

semplice osservazione critica, e giungono qualche volta sino a prendere in

disgrazia le persone stesse che hanno loro fatto dei favori. Per mezzo di

quest’isolamento provocato dagli spiriti che non vogliono avere

contraddittori, questi hanno buon giuoco per trattenerli nelle loro illusioni, e

così fanno loro accettare facilmente le più grosse assurdità come cose sublimi.

Così, fiducia assoluta nella superiorità di ciò che ottengono, disprezzo di ciò

che non viene da essi, importanza ciecamente attribuita ai grandi nomi,

rifiuto dei consigli, suscettibilità ad ogni critica, allontanamento da quelli che

possono dare consigli disinteressati, credenza nella propria abilità malgrado

la mancanza d’esperienza: tali sono i caratteri dei medium orgogliosi. Bisogna

convenire, altresì, che l’orgoglio è spesso eccitato nel medium da coloro che lo

circondano. Se ha facoltà un po’ trascendenti, egli è ricercato e lodato;

comincia pertanto a credersi indispensabile, e presto assume arie di

presunzione e modi sdegnosi quando presta il suo concorso. Più d’una volta

abbiamo dovuto rimpiangere gli elogi che abbiamo dati a certi medium allo

scopo di incoraggiarli.

229 - Vediamo ora invece come si presenta il medium veramente buono,

quello nel quale si può avere completa fiducia. Supponiamo dapprima una

facilità di esecuzione abbastanza grande da permettere agli spiriti di

comunicare liberamente e senza essere impacciati da alcuna difficoltà

materiale. Ciò posto, quello che più occorre considerare è la natura degli

 

208

spiriti che abitualmente l’assistono, e pertanto non è sul nome che bisogna

soffermarsi, ma sul linguaggio. Non deve mai perdere di vista il fatto che le

simpatie che egli si attirerà dai buoni spiriti saranno in ragione di quello che

farà per allontanare i cattivi. Persuaso che la sua facoltà è un dono che gli è

accordato a fin di bene, non cerca affatto di vantarsene e non se ne fa alcun

merito. Accetta le buone comunicazioni che gli vengono fatte come una grazia,

di cui deve sforzarsi di rendersi degno con la sua bontà, con la sua

benevolenza e con la sua modestia.

Il medium orgoglioso s’insuperbisce delle sue relazioni con gli spiriti

superiori; il medium buono si umilia, poiché si crede sempre al disotto di

questo favore.

230 - L’istruzione seguente ci fu data su questo soggetto da uno spirito, del

quale abbiamo già riportato molte comunicazioni:

“Noi l’abbiamo detto: i medium per se stessi hanno solamente un’influenza

secondaria nelle comunicazioni degli spiriti; il loro compito è quello di un

apparecchio telegrafico, che trasmette i messaggi da un punto all’altro della

terra. Così, quando noi vogliamo dettare una comunicazione, la nostra azione

si fa sentire sui medium come il telegrafista agisce sul suo apparecchio; vale a

dire, nella stessa guisa che il tac-tac del telegrafo disegna alla distanza di

migliaia di chilometri, sopra una striscia di carta, i segni riproduttori del

dispaccio, così noi comunichiamo attraverso le distanze incommensurabili

che separano il mondo visibile dal mondo invisibile, il mondo immateriale dal

mondo incarnato, quello che vogliamo insegnarvi per mezzo dell’apparecchio

medianico. Ma nella stessa maniera che le influenze atmosferiche agiscono e

disturbano spesso le trasmissioni del telegrafo elettrico, l’influenza morale del

medium agisce e disturba talvolta la trasmissione dei nostri messaggi

d’oltretomba, perché noi siamo obbligati a farli passare per un mezzo che è

loro contrario. Tuttavia, il più delle volte, questa influenza è annullata dalla

nostra energia e dalla nostra volontà, e non si manifesta alcun atto

perturbatore. Infatti, dettati d’alta portata filosofica, comunicazioni di una

perfetta moralità, sono trasmessi talvolta per mezzo di medium che si

mostrano vergognosi di esserne stati trasmettitori.

“In via generale, si può affermare che spiriti simili chiamano gli spiriti simili,

e che raramente gli spiriti delle sfere elevate comunicano per mezzo di

medium cattivi conduttori, allorché possono aver sottomano buoni

apparecchi medianici, cioè, in una parola, buoni medium.

“I medium leggieri e poco seri chiamano dunque spiriti della stessa natura;

ecco perché le loro comunicazioni sono improntate di trivialità, di frivolezze,

 

209

di idee senza seguito e spesso molto eterodosse, spiriticamente parlando.

Certamente, essi possono dire e dicono qualche volta delle buone cose; ma è

soprattutto in questo caso che occorre condurre un esame severo e

scrupoloso; infatti, in mezzo a queste buone cose, alcuni spiriti ipocriti

insinuano, con abilità e con calcolata perfidia, fatti inventati, menzognere

asserzioni, onde ingannare la buona fede dei loro uditori. Conviene allora

togliere senza pietà ogni parola, ogni frase equivoca, e conservare solamente

del dettato ciò che la logica accetta o che la dottrina ha già insegnato. Le

comunicazioni di questo genere debbono essere tenute solamente soltanto

dagli spiritisti isolati, gruppi novizi o poco illuminati; infatti, nelle riunioni

ove gli adepti sono più avanzati ed hanno acquistato esperienza, la gazza, per

quanto rivesta le penne del pavone, è sempre scacciata senza pietà.

“Non parlerò dei medium che si compiacciono a sollecitare e ad ascoltare

comunicazioni sozze; lasciamoli compiacersi nella società degli spiriti cinici.

D’altra parte, le comunicazioni di questo genere ricercano per la loro stessa

natura la solitudine e l’isolamento; esse potrebbero soltanto, in ogni caso,

suscitare lo sdegno e il disgusto fra i membri dei gruppi filosofici seri. Ma

dove l’influenza morale del medium si fa realmente sentire, è quando questi

sostituisce le sue idee personali a quelle che gli spiriti si sforzano di

suggerirgli; e ancora allorché egli attinge nella sua immaginazione teorie

fantastiche che egli stesso, in buona fede, crede che nascano da una

comunicazione intuitiva. Allora si può essere certi, che ciò è puramente il

riflesso dello spirito personale del medium; accade perfino questo fatto

curioso, cioè che la mano del medium si muove qualche volta quasi

meccanicamente, spinta da uno spirito secondario e beffeggiatore. E’ contro

questa pietra di paragone che vengono ad infrangersi le immaginazioni

ardenti, poiché, trasportati dalla foga delle proprie idee, dal concetto delle

loro cognizioni letterarie, i medium disconoscono il modesto dettato di uno

spirito saggio, ed abbandonando la realtà per l’ombra, sostituiscono al

concetto un’ampollosa parafrasi. Contro questo pericoloso scoglio vengono

egualmente ad infrangersi le personalità ambiziose, le quali, in mancanza di

buone comunicazioni che vengono loro rifiutate dai buoni spiriti, presentano

le proprie opere come se fossero l’opera di questi stessi spiriti. Ecco perché è

necessario che i capi dei gruppi spiritici siano provvisti d’un tatto squisito e

d’una rara sagacia per discernere le comunicazioni autentiche da quelle che

non lo sono, come pure per non offendere quelli che si fanno illusione da se

stessi.

Nel dubbio astieniti, dice uno dei vostri antichi proverbi; ammettete

dunque soltanto quello che è per voi d’una sicura evidenza. Dal momento che

una nuova opinione si fa largo, se vi sembra appena appena dubbiosa,

 

210

passatela al crogiuolo della ragione e della logica; rigettate arditamente ciò

che il buon senso e la ragione riprovano. Val meglio rigettare dieci verità che

ammettere una sola bugia, una sola falsa teoria. Infatti, sopra questa teoria

potreste edificare tutto un sistema che crollerebbe al primo soffio della verità,

come un monumento fabbricato sopra mobile arena, mentre, se voi rigettate

oggi certe verità, perché esse non vi sono logicamente e chiaramente

dimostrate, presto un fatto brutale od una dimostrazione inconfutabile verrà

ad affermarvene l’autenticità.

“Ricordate tuttavia, spiritisti, che non vi è impossibile per Dio e per i buoni

spiriti se non l’ingiustizia e l’iniquità.

“Lo spiritismo è ormai abbastanza diffuso fra gli uomini ed ha abbastanza

moralizzato gli adepti sinceri della sua santa dottrina, perché gli spiriti non

possano essere ridotti ad impiegare cattivi arnesi e medium imperfetti. Se

dunque ora un medium qualsiasi dà per la sua condotta, per i suoi costumi,

per il suo orgoglio, per la sua mancanza di carità, una legittima ragione di

sospetto, respingete le sue comunicazioni, perché vi è un serpente nascosto

nell’erba. Ecco la mia conclusione sull’influenza morale dei medium”.

(ERASTO)

 

211

21 - INFLUENZA DELL’AMBIENTE

231 - 1) L’ambiente nel quale si trova il medium, esercita un’influenza sulle

manifestazioni?

“Tutti gli spiriti che circondano il medium, l’aiutano nel bene come nel male”.

2) Gli spiriti superiori non possono trionfare del cattivo volere dello spirito

incarnato, che serve loro da interprete, e di quelli che l’attorniano?

“Sì, quando lo giudicano utile, e secondo l’intenzione della persona che ad essi

ricorre. L’abbiamo già detto: gli spiriti più elevati possono qualche volta

comunicare per un favore speciale, malgrado l’imperfezione del medium e

dell’ambiente, ma allora questi vi restano completamente estranei”.

3) Gli spiriti superiori cercano di condurre le riunioni futili ad idee più

serie?

“Gli spiriti superiori non vanno nelle riunioni dove sanno che la loro presenza

è inutile. Nei centri poco istruiti, ma dove vi è sincerità, noi andiamo

volentieri, quand’anche non vi trovassimo che mediocri strumenti; ma nei

centri istruiti nei quali domina l’ironia, noi non andiamo. Ivi occorre parlare

agli occhi ed alle orecchie; ciò spetta agli spiriti picchiatori e burloni. E’ cosa

buona che quelli i quali si pavoneggiano della loro scienza siano umiliati dagli

spiriti meno sapienti e meno avanzati”.

4) E’ forse proibito agli spiriti inferiori l’accesso alle riunioni serie?

“No, vi restano qualche volta, per approfittare delle istruzioni che vi sono

date; ma essi tacciono come farebbero gli storditi nell’assemblea dei

savi”.

232 - Sarebbe un errore il credere che bisogna essere medium per attirare a

sé gli esseri del mondo invisibile. Lo spazio ne è popolato; ne abbiamo senza

posa attorno a noi, ai nostri fianchi, che ci vedono, ci osservano, si mescolano

alle nostre riunioni, che ci seguono o ci sfuggono, a seconda che noi li

attiriamo o li respingiamo. La facoltà medianica non c’entra, in questo: essa è

soltanto un mezzo di comunicazione. Da quanto abbiamo visto intorno alle

cause di simpatia o di antipatia degli spiriti, si capirà facilmente che

dobbiamo essere attorniati da quelli che hanno affinità per il nostro spirito,

secondo il suo grado di elevazione o di degradazione. Consideriamo ora lo

stato morale del nostro globo, e si capirà qual è il genere di spiriti che deve

 

212

dominare fra gli spiriti erranti.

Se prendiamo ciascun popolo in particolare, potremo giudicare dal carattere

dominante degli abitanti, dalle loro preoccupazioni, dai loro sentimenti più o

meno morali ed umanitari, dell’ordine di spiriti, che vi scelgono, di

preferenza il loro convegno.

Partendo da questo principio, supponiamo una riunione di uomini leggieri,

inconseguenti, occupati dei loro piaceri, quali saranno gli spiriti che vi si

troveranno di preferenza? Non saranno certo spiriti superiori, come neppure i

nostri dotti ed i nostri filosofi che andranno a passarvi il loro tempo. Così,

ogni volta che gli uomini si riuniscono, hanno con sé un’assemblea occulta

che simpatizza con le loro qualità o con i loro errori, e ciò

indipendentemente da qualunque pensiero d’evocazione.

Ammettiamo ora che essi abbiano la possibilità d’intrattenersi con gli esseri

del mondo invisibile per mezzo d’un interprete, cioè d’un medium: chi

risponderà alla loro evocazione? Evidentemente quelli che sono là pronti e

che cercano soltanto un’occasione di comunicare.

Se in una futile assemblea si chiama uno spirito superiore, egli potrà venire ed

anche fare intendere qualche parola ragionevole, come un buon pastore viene

nel mezzo delle sue pecore allontanatesi; ma dal momento che egli non si

vede inteso né ascoltato, se ne va, come fareste voi stessi al suo posto, e così

resta agli altri piena libertà di azione.

233 - Non basta sempre che un’assemblea sia seria, per avere comunicazioni

di un ordine elevato; vi sono persone che non ridono mai, e che ciò

nonostante non hanno il cuore puro; ora è il cuore soprattutto che attira i

buoni spiriti. Nessuna condizione morale esclude le comunicazioni spiritiche;

ma se noi ci troviamo in cattive condizioni, noi discorriamo con i nostri simili,

che non si fanno scrupolo d’ingannarci, e sovente accarezzano i nostri

pregiudizi.

Da ciò può dedursi l’enorme influenza che l’ambiente esercita sulla natura

delle manifestazioni intelligenti. Ma quest’influenza non si esercita affatto

come hanno preteso certe persone quando non si conosceva ancora il mondo

degli spiriti come si conosce al giorno d’oggi, e prima che esperienze più

concludenti fossero venute a chiarire i dubbi. Allorché le comunicazioni

concordano con l’opinione degli astanti, non è perché questa opinione si

rifletta nello spirito del medium come in uno specchio, ma perché avete con

voi degli spiriti che vi sono simpatici per il bene come per il male, e che

abbondano nel vostro senso; e la prova di ciò è che se voi aveste la forza di

attirare verso di voi spiriti diversi da quelli che vi circondano, lo stesso

 

213

medium vi terrebbe un linguaggio completamente diverso e vi direbbe le cose

più lontane dai vostri pensieri e dalle vostre convinzioni. Insomma, le

condizioni dell’ambiente saranno tanto più buone quanto maggiore

omogeneità vi sarà nel bene, quanto più puri ed elevati vi saranno i

sentimenti e quanto più sincero e senza secondi fini sarà il desiderio di

istruirsi.

 

214

22 - MEDIANITA’ NEGLI ANIMALI

234 - Possono gli animali essere medium? A questa domanda, sembra che

certi fatti rispondano affermativamente. Ciò che soprattutto ha potuto

accreditare questa opinione sono i segni sorprendenti d’intelligenza di

qualche uccello ammaestrato, che sembra indovinare il pensiero, ed estrae da

un pacco di carte quelle che possono formare la risposta esatta ad una

domanda proposta. Abbiamo osservato queste esperienze con una cura tutta

particolare, e ciò che noi abbiamo ammirato è l’arte che si dovette impiegare

per l’istruzione di questi uccelli. Senza dubbio non si può ricusare loro una

certa dose d’intelligenza relativa, ma bisognerebbe concedere che in questa

circostanza la loro perspicacia sorpasserebbe di molto quella dell’uomo,

poiché non vi è persona che possa lusingarsi di fare ciò che essi fanno:

converrebbe perfino, per certe esperienze, supporre loro un dono di seconda

vista, superiore a quella dei sonnambuli più chiaroveggenti. Infatti, si sa che

la lucidità è essenzialmente variabile e che è soggetta a frequenti

intermittenze; in questi uccelli sarebbe invece permanente e funzionerebbe a

puntino, con una regolarità ed una precisione che non si vede in alcun

sonnambulo; in una parola, essa non verrebbe loro mai meno. La maggior

parte delle esperienze che noi abbiamo viste, sono del genere di quelle che

fanno i prestigiatori, e non potevano lasciarci dubbio alcuno sopra l’impiego

di qualcuno dei loro mezzi, specialmente di quello delle carte obbligate. L’arte

della prestidigitazione consiste nel dissimulare questi mezzi, senza di cui

l’effetto non avrebbe più attrattiva. Il fenomeno, anche ridotto a questa

proporzione, non è meno interessante e lascia sempre ammirare l’ingegno

dell’istruttore, come anche l’intelligenza dell’allievo, poiché la difficoltà da

vincersi è molto più grande che se l’uccello agisse soltanto in virtù delle

proprie facoltà; ora, fare in maniera che questi uccelli operino cose eccedenti

il limite del possibile per l’intelligenza umana, prova già di per sé l’impiego

d’un procedimento segreto. Vi è, d’altra parte, un fatto costante, ed è che

questi uccelli pervengono a questo grado di abilità soltanto dopo un certo

tempo, e con l’aiuto di cure particolari e perseveranti; il che non sarebbe

necessario se la loro intelligenza ne facesse da sola le spese. Non è più

straordinario avvezzarli ad estrarre le carte di quello che sia l’addestrarli a

ripetere canti e parole.

La stessa cosa accadde quando la prestidigitazione volle imitare la seconda

vista; si facevano fare al soggetto troppe cose perché l’illusione potesse durare

a lungo. Fin dalla prima volta che assistemmo ad una seduta di questo genere,

 

215

vi vedemmo solo una imperfettissima imitazione del sonnambulismo, che

rivelava l’ignoranza delle condizioni più essenziali di questa facoltà.

235 - Tuttavia, la questione principale resta pur sempre non risolta sotto un

altro punto di vista; infatti nello stesso modo che l’imitazione del

sonnambulismo non gli toglie la facoltà di esistere, così anche l’imitazione

della medianità con il mezzo degli uccelli non proverebbe niente contro la

possibilità d’una facoltà analoga presso di loro, o presso altri animali. Si

tratterebbe dunque di sapere se gli animali sono atti, come gli uomini, a

servire da intermediari agli spiriti per le loro comunicazioni intelligenti.

Sembra anzi abbastanza logico il supporre che un essere vivente, dotato di

una certa dote di intelligenza, sia più adatto a questo effetto che un corpo

inerte, senza vitalità, come una tavola, per esempio. Tuttavia, questo è quanto

non succede.

236 - La questione della medianità degli animali si trova completamente

risolta nella seguente dissertazione, data da uno spirito di cui potemmo già

apprezzare la profondità e la sagacia, dalle citazioni che abbiamo fin qui avuto

occasione di fare. Per afferrare completamente il valore della sua

dimostrazione, è cosa essenziale riportarsi alla spiegazione che egli diede del

compito del medium nelle comunicazioni, e che abbiamo qui sopra riprodotta

(vedi n. 225).

Questa comunicazione fu data in seguito ad una discussione che ebbe luogo su

questo argomento nella società parigina di studi spiritici.

“Io entro quest’oggi nella questione della medianità degli animali, sollevata e

sostenuta da uno dei vostri più ferventi adepti. Egli pretende che, in virtù di

questo assioma: Chi può il più può il meno, noi possiamo medianizzare gli

uccelli e gli altri animali, e servircene nelle nostre comunicazioni con specie

umana. Ciò è quello che voi chiamate in filosofia, o piuttosto in logica,

puramente e semplicemente un sofisma.

“Voi animate, dice egli, la materia inerte, vale a dire una tavola, una sedia, un

piano; a fortiori voi dovete animare la materia già animata, e

particolarmente gli uccelli. Ebbene! Nello stato normale dello spiritismo ciò

non è; ciò non può essere.

“Prima di tutto intendiamoci bene sui fatti. Che cosa è un medium? E’

l’essere, è l’individuo che serve di punto d’unione agli spiriti liberi, affinché

questi possano comunicarsi con facilità con gli uomini, spiriti incarnati. In

conseguenza, senza medium, non vi sono comunicazioni tangibili, mentali,

 

216

fisiche, di scrittura, né di altro genere qualsiasi. Vi è un principio che, ne sono

sicuro, è ammesso da tutti gli spiritisti, cioè che i simili agiscono con i loro

simili e come i loro simili. Ora quali sono i simili degli spiriti, se non gli spiriti,

incarnati o no? Occorre forse ripeterlo ancora? Ebbene, io ve lo ripeterò. Il

vostro perispirito ed il nostro sono tratti dallo stesso ambiente, sono di

un’identica natura; in una parola, sono simili; essi posseggono una proprietà

di assimilazione più o meno sviluppata, di calamitazione più o meno vigorosa,

che permette a noi, spiriti ed incarnati, di metterci prontamente e facilmente

in relazione. Infine, la cosa che riguarda in particolare i medium, e che è

dell’essenza stessa della loro individualità, è un’affinità speciale, e nello stesso

tempo una forza d’espansione particolare che annientano in essi ogni

repulsione e stabiliscono tra loro una specie di corrente, una sorta di fusione

che facilita le nostre comunicazioni. D’altra parte, questa repulsione della

materia è quella che si oppone allo sviluppo della medianità nella maggior

parte di quelli che non sono medium.

“Gli uomini sono sempre portati ad esagerare tutto; gli uni, non parlo qui dei

materialisti, rifiutano un’anima agli animali; gli altri vogliono dargliene una,

per così dire, simile alla nostra. Perché voler così confondere il perfettibile

con l’imperfettibile? No, no. Siatene convinti, il fuoco che anima le bestie, il

soffio che le fa agire, muovere e parlare nel loro linguaggio, non ha, almeno al

presente, alcuna attitudine a mescolarsi, ad unirsi, a fondersi con il soffio

divino, con l’anima eterea, con lo spirito, in una parola, che anima l’essere

essenzialmente perfettibile, l’uomo, questo re della creazione. Ora non è

appunto questa condizione essenziale di perfettibilità, quello che forma la

superiorità della specie umana sulle altre specie terrestri? Ebbene.

Riconoscete dunque che non si può assimilare all’uomo, solo perfettibile in se

stesso e nelle sue opere, nessun individuo delle altre razze viventi sulla terra.

“Il cane che, per la sua intelligenza superiore fra gli animali, fu destinato ad

essere l’amico dell’uomo, è forse perfettibile per se stesso e di sua iniziativa

personale? Nessuno oserebbe sostenerlo, poiché il cane non fa progredire il

cane, e colui che è il più abile fra di essi è sempre ammaestrato dal suo

padrone. Da che mondo è mondo, la lontra ha sempre fabbricato la sua

capanna sulle acque, seguendo sempre le stesse proporzioni ed una regola

invariabile; gli usignoli e le rondini hanno sempre costruito i loro nidi nella

stessa forma e maniera dei loro padri. Il nido di passeri antidiluviani, come un

nido di passeri dell’epoca moderna, è sempre un nido di passeri, edificato

nelle stesse condizioni e con il medesimo sistema di fili d’erba e di briciole

intrecciate, raccolte in primavera all’epoca degli amori. Le api e le formiche,

queste piccole repubbliche di massaie, non hanno mai variato nelle loro

abitudini di approvvigionamento, nei loro portamenti, nei loro costumi, nelle

 

217

loro produzioni. Infine, il ragno tesse sempre la sua tela nello stesso modo.

“D’altra parte, però, se voi cercate le capanne di foglie e le tende delle prime

età della terra, troverete al loro posto i palazzi ed i castelli della civiltà

moderna; i vestiari di rozze pelli furono sostituiti con i tessuti d’oro e di seta;

infine, ad ogni passo troverete la prova di questo cammino incessante

dell’umanità verso il progresso.

“Da questo progresso costante, invincibile, irrecusabile della specie umana, e

da questo stazionamento indefinito delle altre specie animate, dovete dedurre

che, se esistono principi comuni a ciò che vive ed a ciò che si muove sulla

terra, il soffio e la materia, non è men vero che voi soli, spiriti incarnati, siete

sottomessi a questa inevitabile legge dal progresso, che vi spinge fatalmente

avanti e sempre avanti. Dio ha messo gli animali ai vostri fianchi, come

ausiliari, per nutrirvi, vestirvi, assecondarvi. Egli diede loro una certa dose

d’intelligenza, poiché per aiutarvi dovevano capirvi, ed ha proporzionato la

loro intelligenza ai servizi che sono chiamati a rendere; ma nella sua sapienza

non ha voluto che fossero assoggettati alla medesima legge del progresso;

quali furono creati, tali restarono e tali resteranno sino alla estinzione delle

loro razze.

“Si è detto: gli spiriti medianizzano e fanno muovere la materia inerte, sedie,

tavole, pianoforti; fanno muovere, sì, ma non medianizzano! Ripetiamo

ancora che, senza medium, nessuno di questi fenomeni potrebbe prodursi.

Che cosa può esservi di straordinario se con l’aiuto di uno o molti medium noi

facciamo muovere la materia inerte passiva, la quale, proprio in ragione della

sua passività e della sua inerzia, è atta a subire i movimenti e gli impulsi che

desideriamo imprimerle? Per questo noi abbiamo bisogno di medium, è

positivo; ma non è necessario che il medium sia presente o cosciente, poiché

noi possiamo agire con gli elementi che ci fornisce a sua insaputa e fuori della

sua presenza, soprattutto nei fatti di tangibilità e di apporti. Il nostro

involucro fluidico, più imponderabile e più sottile, del più sottile ed

imponderabile dei vostri gas, unendosi, accoppiandosi, combinandosi con

l’involucro fluidico ma animalizzato del medium, la cui proprietà di

espansione e di penetrabilità non può essere afferrata dai vostri sensi

grossolani, e che è quasi inesplicabile per voi, ci permette di muovere dei

mobili, ed anche d’infrangerli in locali inabitati.

“Certamente gli spiriti possono rendersi visibili e tangibili per gli animali, e

spesso certi spaventi improvvisi da cui sono presi, e che a voi non sembrano

motivati, sono causati dalla vista di uno o di molti di questi spiriti

malintenzionati verso gli individui presenti, o per coloro a cui appartengono

questi animali. Molto spesso voi vedete cavalli che non vogliono né avanzare

 

218

né retrocedere o che si impuntano davanti ad un ostacolo immaginario;

ebbene, siate certi che l’ostacolo immaginario è spesso uno spirito, o un

gruppo di spiriti, che si compiace di impedire loro di avanzare. Ricordatevi

l’asina di Balaam, che vedendo un angelo davanti a sé e temendo la sua spada

fiammeggiante, si ostinava a non muoversi; ciò si spiega perché prima di

manifestarsi visibilmente a Balaam, l’angelo aveva voluto rendersi visibile al

solo animale; ma, lo ripeto, noi non medianizziamo direttamente né gli

animali, né la materia inerte; ci occorre sempre il concorso cosciente o

incosciente di un medium umano, poiché è necessaria l’unione di fluidi

omogenei, il che non troviamo negli animali e neppure nella materia bruta.

“M. T. dice di avere magnetizzato il suo cane; a che risultato è pervenuto? Lo

ha ucciso. Questo infelice animale, infatti, è morto dopo essere caduto in una

specie di atonia e di languore, conseguenza della sua magnetizzazione.

Inondandolo di un fluido attinto in una essenza superiore all’essenza speciale

della sua natura, egli lo ha schiacciato ed ha agito sopra di lui, quantunque

più lentamente, alla maniera del fulmine. Dunque, non essendovi

assimilazione possibile tra il nostro perispirito e l’involucro fluidico degli

animali propriamente detti, noi li schiacceremmo istantaneamente

medianizzandoli.

“Ciò posto, riconosco pienamente che presso gli animali esistono attitudini

diverse; che certi sentimenti, certe passioni analoghe alle passioni ed ai

sentimenti umani si sviluppano in essi; che essi sono sensibili e riconoscibili,

vendicativi e pieni di odio, a seconda che si agisca con essi bene o male.

Infatti, Dio, il quale non fa nulla d’incompleto, ha dato agli animali, compagni

e servitori dell’uomo, qualità di sociabilità che mancano interamente agli

animali selvaggi abitanti le solitudini. Ma da ciò, al poter essi servire da

intermediari per la trasmissione del pensiero degli spiriti, vi è un abisso: la

differenza delle nature.

“Voi sapete che noi attingiamo nel cervello del medium gli elementi necessari

per dare al nostro pensiero una forma sensibile e da voi raggiungibile; è con il

mezzo dei materiali che il medium possiede che egli traduce il nostro pensiero

nel linguaggio volgare; ebbene! Quali elementi troveremmo noi nel cervello di

un animale? Vi sono forse delle parole, dei numeri, delle lettere, dei segni

qualunque somiglianti a quelli che esistono nell’uomo, anche il meno

intelligente? Tuttavia, direte voi, gli animali capiscono il pensiero dell’uomo;

essi lo indovinano persino; sì, gli animali ammaestrati capiscono certi

pensieri, ma ne avete mai visti riprodurli? No! Concludete dunque che gli

animali non possono servirci da interpreti.

“Per riassumermi: i fatti medianici non possono manifestarsi senza il

 

219

concorso cosciente od incosciente dei medium, ed è solamente presso gli

incarnati, spiriti come noi, che possiamo trovare individui che possano

servirci da medium. In quanto all’ammaestrare i cani, gli uccelli, od altri

animali, nell’eseguire determinati esercizi, è affare vostro e non nostro”.

(ERASTO)

 

220

23 - DELL’OSSESSIONE

Ossessione semplice - Fascinazione - Soggiogazione - Cause

dell’ossessione - Mezzo di combatterla.

237 - Fra gli scogli che presenta la pratica dello spiritismo, occorre mettere in

prima linea l’ossessione, vale a dire la padronanza che alcuni spiriti sanno

prendere su certe persone. Essa si verifica soltanto per parte degli spiriti

inferiori, che cercano di dominare; i buoni spiriti non fanno provare alcuna

costrizione; essi consigliano, combattono l’influenza dei cattivi, e se non sono

ascoltati, si ritirano. I cattivi, al contrario, si attaccano a quelli sui quali

trovano da far presa, e se giungono a prendere padronanza su qualcuno, si

identificano con il suo spirito e lo conducono come un vero fanciullo.

L’ossessione presenta caratteri diversi, che è necessario distinguere, e che

risultano dal grado della costrizione e dalla natura degli effetti che essa

produce. La parola ossessione è in certo qual modo un termine generico,

con il quale si indica questo genere di fenomeni, le cui principali varietà sono:

l’ossessione semplice, la fascinazione e la soggiogazione.

238 - L’ossessione semplice ha luogo quando uno spirito malefico si

impone al medium, si immischia suo malgrado nelle comunicazioni che egli

riceve, gli impedisce di comunicare con altri spiriti e si sostituisce a quelli che

vengono evocati.

Non può dirsi ossesso un individuo per il solo motivo che è ingannato da uno

spirito mentitore; il miglior medium vi è esposto, soprattutto al principio,

allorché manca ancora della esperienza necessaria, nella stessa maniera che

fra noi le persone più oneste possono essere ingannate dai furfanti. Si può

dunque essere ingannato senza essere ossesso; l’ossessione sta nella tenacità

dello spirito, di cui non possiamo sbarazzarci.

Nell’ossessione semplice, il medium sa benissimo che egli ha da fare con uno

spirito ingannatore, e questo non si nasconde, non dissimula affatto le sue

cattive intenzioni ed il suo desiderio di contrariare. Il medium riconosce senza

sforzo l’inganno, e siccome si tiene sull’avviso, difficilmente può essere

ingannato. Questo genere d’ossessione è dunque semplicemente sgradevole,

ed ha soltanto l’inconveniente di opporre un ostacolo alle comunicazioni che

si vorrebbe con spiriti seri, o con quelli che noi amiamo.

 

221

Si possono collocare in questa categoria i casi d’ossessione fisica, vale a

dire quella che consiste nelle manifestazioni rumorose ed ostinate di certi

spiriti che fanno sentire spontaneamente dei colpi od altri rumori.

Rimandiamo per questo fenomeno al capitolo delle Manifestazioni fisiche

spontanee (vedi n. 82).

239 - La fascinazione ha conseguenze molto più gravi. E’ un’illusione

prodotta dall’azione diretta dello spirito sul pensiero del medium, e che

paralizza in qualche maniera il suo giudizio per quanto riguarda le

comunicazioni. Il medium fascinato non crede di essere ingannato, perché lo

spirito ha l’arte di ispirargli una cieca fiducia, che gli impedisce di vedere

l’inganno e di capire l’assurdità di ciò che scrive, anche allorquando essa

appare agli occhi di tutti. L’illusione può andare sino al punto di fargli vedere

cose sublimi nel linguaggio più ridicolo. Sarebbe un errore credere che questo

genere d’ossessione non possa colpire che le persone semplici, ignoranti e

prive di giudizio; perché gli uomini di maggiore ingegno, più colti e più

intelligenti sotto altri aspetti, non ne sono esenti, il che prova che questa

aberrazione è l’effetto d’una causa estranea, di cui subiscono l’influenza.

Noi abbiamo detto che le conseguenze della fascinazione sono molto più

gravi. infatti, con il favore di quella illusione, che ne è la conseguenza, lo

spirito conduce colui che egli padroneggia come si condurrebbe un cieco, e

può fargli accettare le dottrine più bizzarre, le teorie più false come se fossero

l’ultima espressione della verità; anzi, egli può eccitarlo a modi di procedere

ridicoli, compromettenti ed anche pericolosi.

Si capisce facilmente tutta la differenza che esiste fra l’ossessione semplice e

la fascinazione; si capisce pure che gli spiriti che producono questi due effetti

debbono differire di carattere. Nella prima, lo spirito che si attacca a voi è

soltanto un essere importuno per la sua tenacia, e di cui si è impazienti di

sbarazzarsi. Nella seconda è tutt’altra cosa; per pervenire a tali fini ci vuole

uno spirito esperto, maligno e profondamente ipocrita, poiché egli non può

fingere e farsi accettare, se non con l’aiuto della maschera che sa prendere, e

di un falso sembiante di virtù; le grandi parole di carità, di umiltà e di amore

di Dio, sono per lui come credenziali; ma attraverso tutto ciò, egli lascia

intravedere segni di inferiorità, che occorre essere fascinati per non

scorgere; egli teme perciò soprattutto le persone che vedono troppo chiaro,

per cui la sua tattica è quasi sempre quella di ispirare al suo interprete una

avversione per chiunque potrebbe aprirgli gli occhi, ed evitando così ogni

contraddizione, è sicuro di avere sempre ragione.

 

222

240 - La soggiogazione è una costrizione che paralizza la volontà di colui

che la subisce, e lo fa agire suo malgrado. Egli è, in una parola, sotto un vero

giogo.

La soggiogazione può essere morale o corporale.

Nel primo caso, il soggiogato è sollecitato a prendere determinazioni spesso

assurde e compromettenti, che per una sorta d’illusione egli crede sensate; è

una specie di fascinazione. Nel secondo caso, lo spirito agisce sugli organi

materiali e provoca dei movimenti involontari. La soggiogazione corporale si

traduce nel medium scrivente in un bisogno incessante di scrivere, anche nei

momenti più inopportuni. Ne abbiamo visti alcuni che in mancanza di penna

o di lapis, facevano il movimento di scrivere sui muri.

La soggiogazione corporale qualche volta va ancora oltre; può spingere agli

atti più ridicoli. Noi abbiamo conosciuto un uomo, che non era né giovane né

bello, il quale, dominato da una ossessione di questa natura, si trovò costretto

da una forza con il dito, ovunque si trovassero, anche nelle strade, sulle porte

irresistibile a mettersi in ginocchio davanti ad una ragazza, nei riguardi della

quale non aveva intenzione alcuna, e domandarla in matrimonio. Altre volte,

egli sentiva sulla schiena e sui garetti una pressione energica, che lo forzava,

malgrado la sua opposta volontà, a mettersi in ginocchio ed a baciare la terra,

nei luoghi pubblici ed in presenza della folla. Questo uomo passava per matto

fra le sue conoscenze; ma noi ci siamo convinti che egli non lo fosse poiché

aveva la piena coscienza di ciò che faceva suo malgrado, e del ridicolo che ne

risultava, e ne soffriva moltissimo.

241 - Altre volte si definiva possessione la padronanza esercitata da cattivi

spiriti, allorché la loro influenza andava sino all’aberrazione delle facoltà. La

possessione sarebbe per noi sinonimo di soggiogazione. Se non adottiamo

questo vocabolo, è per due motivi: il primo perché implica la credenza di

esseri creati per il male e perpetuamente dannati al male, mentre non vi sono

che esseri più o meno imperfetti, i quali possono tutti migliorarsi. Il secondo

perché implica egualmente l’idea di presa di possesso del corpo, per mezzo di

uno spirito estraneo, di una specie di coabitazione, mentre non vi è che

costrizione. La parola soggiogazione spiega perfettamente il pensiero. Così,

per noi, non vi sono posseduti, nel senso volgare della parola. ma vi sono

ossessi, soggiogati e fascinati.

242 - L’ossessione, come abbiamo detto, è uno dei più grandi scogli della

medianità; ed è anche uno dei più frequenti; per cui non sono mai troppe le

 

223

cure che si devono usare per combatterla, poiché, oltre agli inconvenienti

personali che ne possono risultare, è un ostacolo assoluto alla bontà ed alla

veracità delle comunicazioni. L’ossessione, a qualunque grado essa sia,

essendo sempre l’effetto di una costrizione, e questa non potendo giammai

essere esercitata da un buono spirito, ne risulta che ogni comunicazione data

da un medium ossesso è di origine sospetta e non merita confidenza di sorta.

Se talvolta vi si trova del buono, bisogna prenderlo e rigettare tutto ciò che è

semplicemente dubbioso.

243 - L’ossessione si riconosce dai seguenti caratteri:

1) Persistenza di uno spirito a comunicare a tutti i costi, con la scrittura,

l’audizione, la tiptologia, ecc. opponendosi a che altri spiriti possano

comunicare.

2) Illusione che, nonostante l’intelligenza del medium, gli impedisce di

riconoscere la falsità ed il ridicolo delle comunicazioni che riceve.

3) Credenza all’infallibilità ed all’identità assoluta degli spiriti che

comunicano, e che, sotto nomi rispettabili e venerati, dicono cose false o

assurde.

4) Completa fiducia del medium negli elogi che gli fanno gli spiriti i quali

comunicano con lui.

5) Disposizione ad allontanarsi dalle persone che possono dargli utili consigli.

6) Reazioni offese alle critiche riguardanti le comunicazioni che sono da lui

ricevute.

7) Bisogno incessante ed inopportuno di scrivere.

8) Costrizione fisica dominante la volontà e forzante il medium ad agire o a

parlare suo malgrado.

9) Rumori e movimenti di oggetti persistenti attorno a lui e di cui egli è la

causa o l’oggetto.

244 - Di fronte al pericolo dell’ossessione, si domanda se non sia una cosa

deplorevole l’essere medium; non è forse questa facoltà che la provoca? In

una parola, non è questa una prova dell’inconveniente delle comunicazioni

spiritiche? La nostra risposta è facile, e noi preghiamo di meditarla con

attenzione.

Non sono né i medium né gli spiritisti che hanno creato gli spiriti, ma gli

spiriti che hanno agito in modo che vi fossero gli spiritisti ed i medium.

 

224

Gli spiriti non essendo che le anime degli uomini, ne segue che vi sono spiriti

da quando vi sono uomini, ed in conseguenza hanno da tutti i tempi esercitato

la loro influenza salutare o perniciosa sull’umanità.

La facoltà medianica non è per essi che un mezzo di manifestarsi; in

mancanza di questa facoltà, essi si manifestano in mille altre maniere più o

meno occulte. Sarebbe dunque errore il credere che gli spiriti esercitano la

loro influenza soltanto con le comunicazioni scritte o verbali; questa influenza

è di tutti i momenti, e quelli che non si occupano di spiriti, o che non credono

alla loro esistenza, vi sono esposti come tutti, ed anche più degli altri, perché

non ne hanno il contrapposto. La medianità è per lo spirito un mezzo di farsi

conoscere; se egli è cattivo, si tradisce sempre, per quanto ipocrita egli sia; si

può dunque dire che la medianità permette di vedere il suo nemico in faccia,

se così possiamo esprimerci, e di combatterlo con le sue proprie armi; senza

questa facoltà, egli agisce nell’ombra, e con il favore della sua invisibilità può

fare e fa in realtà molto male. A quante azioni non siamo noi spinti a nostro

danno, che avremmo evitate se avessimo avuto il mezzo d’illuminarci? E’ una

grande verità quando si dice di un uomo che è fuorviato per ostinazione: “E’ il

suo cattivo genio che lo spinge alla sua rovina”.

Così, la conoscenza dello spiritismo, lungi dal dare padronanza ai cattivi

spiriti, deve avere per risultato, in un tempo più o meno prossimo, e quando

sarà propagata, di distruggere questo impero, dando a ciascuno i mezzi

di mettersi in guardia contro le loro suggestioni; e colui che soccomberà dovrà

prendersela soltanto contro se stesso.

Regola generale: chiunque abbia cattive comunicazioni spiritiche scritte o

verbali, è sotto una cattiva influenza; questa influenza si esercita su di lui, che

egli scriva o non scriva, vale a dire sia egli medium o non lo sia, creda o non

creda. La scrittura porge il mezzo di assicurarsi della natura degli spiriti che

agiscono sopra di lui, e di combatterli se sono cattivi, il che si fa ancora con

maggior successo quando si giunge a conoscere il motivo che li fa agire. Se

egli è reso talmente cieco da non comprenderlo, altri possono aprirgli gli

occhi.

Riassumendo: il pericolo non è nello spiritismo per se stesso, poiché può al

contrario servire per giudicare, e preservare dal pericolo che noi corriamo

senza posa a nostra insaputa; esso sta nell’orgogliosa pretesa di certi medium

di credersi troppo leggermente gli strumenti esclusivi di spiriti superiori, e

nella specie di fascinazione che non permette loro di capire le sciocchezze di

cui sono gli interpreti. Anche quelli che non sono medium possono lasciarvisi

ingannare. Citiamo un paragone. Un uomo ha un nemico segreto che non

conosce e che spande contro di lui sottomano la calunnia e tutto quanto può

 

225

inventare la più nera cattiveria. Egli vede disperdersi la sua fortuna,

allontanarsi i suoi amici, intorbidare la sua felicità intima; non potendo

scoprire la mano che lo colpisce, non può difendersi e soccombe; ma un

giorno questo segreto nemico gli scrive e si tradisce malgrado la sua malizia.

Ecco dunque scoperto il suo nemico; egli può sconfiggerlo e rialzarsi. Tale è la

parte dei cattivi spiriti, che lo spiritismo ci dà la possibilità di conoscere e di

sventare.

245 - I motivi dell’ossessione variano secondo il carattere dello spirito;

qualche volta si tratta di una vendetta che egli esercita su un individuo, di cui

ebbe a lagnarsi durante la sua vita o in un’altra esistenza; spesso anche è un

cattivo spirito che non ha altra ragione che il desiderio di fare il male; e poiché

egli soffre, vorrebbe anche far soffrire gli altri, e trova una specie di

godimento a tormentarli, a vessarli; perciò l’impazienza che si dimostra lo

stuzzica ancor di più, avendo egli proprio lo scopo di tormentare; mentre

invece lo si stanca con la pazienza; irritandosi e mostrando dispetto si fa

precisamente ciò che egli desidera. Questi spiriti agiscono talvolta in odio e

per gelosia del bene; è per questo che essi gettano le loro malefiche vedute

sopra le persone più oneste.

Uno di essi si è attaccato ad una buona famiglia di nostra conoscenza, che

però egli non ebbe la soddisfazione di riuscire ad ingannare; interrogato sul

motivo per il quale egli si era attaccato a buone persone, piuttosto che a

uomini di cattiva fede come lui, ci rispose: Questi non mi fanno invidia.

Altri sono guidati da un sentimento di vigliaccheria, che li porta ad

approfittare della debolezza morale di certi individui, che conoscono incapaci

di resistere loro. Uno di questi ultimi, che soggiogava un giovine d’una

intelligenza limitatissima, interrogato sul motivo di questa scelta, ci rispose:

Ho un bisogno grandissimo di tormentare qualcuno; una persona

ragionevole mi respingerebbe; mi attacco ad un idiota che non mi

oppone alcuna virtù.

246 - Vi sono degli spiriti ossessori senza cattiveria, che anzi hanno del

buono, ma che sono dominati dall’orgoglio del false sapere; hanno le loro

idee, i loro sistemi sopra le scienze, l’economia sociale, la morale, la religione,

la filosofia; essi vogliono far prevalere la loro opinione, e cercano medium

abbastanza creduli per accettare i loro insegnamenti ad occhi chiusi; li

fascinano, quindi, per impedir loro di discernere il vero dal falso. Questi sono

i più pericolosi, perché i sofismi non costano loro niente, e perché possono

accreditare le utopie più ridicole. Conoscendo essi il prestigio dei grandi

 

226

nomi, innanzi ai quali tutti si inchinano, non si fanno alcuno scrupolo di

rivestirsene, e non indietreggiano nemmeno davanti al sacrilegio di chiamarsi

Gesù, la Vergine Maria od un santo venerato. Cercano di abbagliare con un

linguaggio pomposo, più pretenzioso che profondo, irto di termini tecnici ed

ornato di grandi parole di carità e di morale; si guarderanno dal dare un

cattivo consiglio, perché essi sanno bene che sarebbero scacciati; e così

avviene che coloro che essi ingannano, li difendono ad oltranza, dicendo:

“Vedete bene che essi non dicono niente di cattivo”. Ma la morale non è per

essi che un passaporto, è il più piccolo dei loro fastidi; ciò che essi vogliono

prima di tutto, è dominare ed imporre le loro idee, per quanto irragionevoli

esse siano.

247 - Gli spiriti che tengono ad un sistema, sono generalmente

scribacchiatori; essi cercano perciò i medium che scrivono con facilità, e

procurano di farsene strumenti docili e soprattutto entusiasti, fascinandoli.

Essi sono quasi sempre verbosi, molto prolissi, cercando di compensare la

qualità con la quantità. Si compiacciono di dettare ai loro interpreti

voluminosi scritti indigesti e spesso poco intelligibili, che hanno per fortuna

l’antidoto dell’impossibilità materiale di esser letti dalle masse. Gli spiriti

veramente superiori sono sobri di parole; dicono molte cose in poche frasi,

per cui una fecondità prodigiosa deve sempre essere sospetta.

Non si è mai abbastanza circospetti, quando si tratta di pubblicare simili

scritti; le utopie e le eccentricità di cui spesso abbondano e che urtano il buon

senso, producono una tristissima impressione sulle persone novizie, dando

loro una falsa idea dello spiritismo, senza contare che essi apprestano le armi

ai nemici dello stesso, che se ne servono per coprirlo di ridicolo. Fra queste

pubblicazioni ve ne sono di quelle che, senza essere cattive, e senza provenire

da un’ossessione, possono essere considerate imprudenti, intempestive o

malaccorte.

248 - Succede assai spesso che un medium non possa comunicare che con un

solo spirito, il quale si attacca a lui e risponde per quelli che sono chiamati

con la sua intromissione. Ciò non è sempre un’ossessione, poiché può

provenire da mancanza di flessibilità nel medium, e da un’affinità speciale per

parte sua verso l’uno o l’altro spirito. Ossessione propriamente detta esiste

soltanto quando lo spirito si impone ed allontana gli altri con la sua volontà, il

che non è mai opera di un buono spirito.

Generalmente, lo spirito che si impadronisce del medium in vista di

dominarlo, non sopporta l’esame critico delle sue comunicazioni; quando

 

227

vede che esse non sono accettate e che sono discusse, non si ritira, ma ispira

al medium il pensiero di isolarsi, e spesso anche glielo comanda. Qualunque

medium, che si offende per la critica delle comunicazioni che ottiene, è l’eco

dello spirito che lo domina, e questo spirito non può essere buono dal

momento che gli ispira un pensiero illogico, cioè quello di rifiutarsi all’esame.

L’isolamento del medium è sempre una cosa funesta per lui, perché non ha

più alcun giudizio critico alle sue comunicazioni. Non soltanto egli deve

illuminarsi domandando il parere degli altri, ma gli è necessario studiare tutti

i generi di comunicazioni per paragonarle; mentre, rinchiudendosi in quelle

che ottiene, per quanto buone gli sembrano, si espone a farsi illusioni sul loro

valore, senza contare che non può tutto conoscere e che esse vertono sempre,

più o meno, sullo stesso tema (vedi n. 112; Medium esclusivi).

249 - I mezzi per combattere l’ossessione variano secondo il carattere che

essa riveste. Il pericolo non esiste realmente per ogni medium ben convinto di

avere a che fare con uno spirito mentitore, come accade nell’ossessione

semplice; è soltanto per lui cosa spiacevole. Ma precisamente perché ciò gli

riesce spiacevole, lo spirito trova una ragione di più per accanirsi a vessarlo.

Due cose essenziali sono da farsi in questo caso: prima provare allo spirito che

non si è suo zimbello, e che gli è impossibile menarci per il naso; in secondo

luogo, stancare la sua pazienza mostrandosi più paziente di lui; quando sarà

convinto che perde il suo tempo, finirà per ritirarsi, come fanno gli importuni

che nessuno ascolta.

Ma ciò non sempre basta, e la cosa può durare a lungo, poiché ve ne sono

alcuni molto tenaci, e per essi i mesi e gli anni sono poca cosa.

Il medium deve, inoltre, fare una invocazione al suo buon angelo, come pure

ai buoni spiriti che gli sono simpatici e pregarli di assisterlo.

Riguardo allo spirito ossessore, per quanto cattivo egli sia, conviene trattarlo

con severità ma sempre con benevolenza, e vincerlo con le buone maniere,

pregando per lui. Se egli è realmente perverso, se ne riderà a tutta prima, ma

moralizzandolo con perseveranza, finirà per emendarsi. E’ una conversione da

intraprendere; un tale compito è spesso penoso, ingrato e persino ripugnante,

e il suo merito sta appunto nella difficoltà; ma se è ben fatto, dà sempre la

soddisfazione di aver adempiuto ad un dovere di carità e di aver ricondotto

sul buon sentiero una anima perduta.

Conviene egualmente interrompere ogni comunicazione scritta, appena si

riconosce che proviene da un cattivo spirito che non vuole intendere ragione,

per non dargli il piacere di essere ascoltato. In alcuni casi, può essere utile

cessare di scrivere per un certo tempo; infine, conviene regolarsi secondo le

 

228

circostanze. Ma se il medium scrivente può evitare questi colloqui,

astenendosi dallo scrivere, lo stesso non è del medium auditivo, che lo spirito

ossessore perseguita talvolta ad ogni istante con i suoi propositi grossolani ed

osceni, e che non ha nemmeno il ripiego di turarsi le orecchie. Del resto,

bisogna riconoscere che alcuni si divertono nel sentire il linguaggio triviale di

questa sorta di spiriti, che essi incoraggiano e provocano ridendo delle loro

sciocchezze, invece di imporre loro silenzio e di moralizzarli. I nostri consigli

non possono applicarsi a quelli che vogliono annegare.

250 - Vi è dunque soltanto fastidio e non pericolo per qualunque medium che

non si lasci sedurre, poiché non può essere ingannato; ma la cosa è ben

diversa per la fascinazione, perché allora il predominio dello spirito sul

povero posseduto è senza limiti. La sola cosa da farsi è tentare di convincerlo

che egli è ingannato, e di ricondurre la sua ossessione allo stato di ossessione

semplice; ma ciò non è sempre facile, se pure qualche volta non è impossibile.

L’ascendente dello spirito può essere tale da rendere il fascinato sordo a

qualunque specie di ragionamento, e può spingerlo sino a farlo dubitare,

quando lo spirito commette qualche grossa eresia scientifica, se non è la

scienza che si inganna. Come abbiamo detto, egli accoglie malissimo i

consigli, la critica lo urta, lo irrita, e gli fa prendere in uggia quelli che non

condividono la sua ammirazione. Sospettare il suo spirito è quasi una

profanazione ai suoi occhi, ed è appunto ciò che lo spirito vuole, poiché quello

che egli desidera è che ognuno abbia ad inginocchiarsi davanti alla sua parola.

Uno di essi esercitava su una persona di nostra conoscenza una straordinaria

fascinazione; noi lo evocammo, e dopo qualche smargiassata, vedendo che

non poteva illuderci sul conto della sua identità, finì per confessare che non

era la persona di cui prendeva il nome. Avendogli domandato perché tanto

ingannava questa persona, rispose queste parole che dipingono chiaramente il

carattere di simile specie di spiriti: Io cercavo un uomo che potessi

menare per il naso; l’ho trovato e vi resto. Ma se gli si fa vedere chiaro,

ti caccerà: E’ quello che vedremo! Non essendovi cieco peggiore di colui

che non vuole vedere, quando si riconosce l’inutilità di ogni tentativo per

aprire gli occhi del fascinato, non vi è altro a fare che lasciarlo nelle sue

illusioni. Non si può guarire un malato che si ostina a volersi tenere il suo

male e vi si compiace.

251 - La soggiogazione corporale toglie spesso all’ossesso l’energia necessaria

per dominare il cattivo spirito, per cui abbisogna l’intervento d’una terza

persona, che agisca sia con il magnetismo, sia con la forza della sua volontà.

 

229

In mancanza del concorso dell’ossesso, questa persona deve prendere

l’ascendente sopra lo spirito; ma poiché quest’ascendente può essere soltanto

morale, non è dato che ad un essere moralmente superiore allo spirito di

esercitarlo, ed il suo potere sarà tanto più grande in ragione della sua morale

superiorità, che imponendosi allo spirito, lo sforza ad inchinarsi a lui dinanzi.

E’ perciò che Gesù aveva una potenza così grande per scacciare quelli che

allora si chiamavano demoni, vale a dire i cattivi spiriti ossessori. Ciò che

manca talvolta all’ossesso è una forza fluidica sufficiente; in questo caso,

l’azione magnetica di un buon magnetizzatore può essergli di utile aiuto. Del

resto, è sempre buona cosa chiedere, per mezzo di un medium sicuro, i

consigli di uno spirito superiore o del proprio angelo custode.

252 - Le imperfezioni morali dell’ossesso sono spesso un ostacolo alla sua

liberazione. Ecco un esempio notevole, che può servire all’istruzione di tutti.

Alcune sorelle erano da un certo numero d’anni vittime di sgradevoli

depredazioni. I loro vestiti erano senza posa dispersi in tutti gli angoli della

casa, e fino sopra i tetti, tagliati, lacerati, crivellati di buchi, per quanta cura

esse avessero di metterli sotto chiave. Queste signore, relegate in una piccola

località di provincia, non avevano mai inteso parlare di spiritismo. Il loro

primo pensiero fu, naturalmente, di credere d’esser prese di mira da qualche

buffone di cattivo genere; ma questa persistenza e le precauzioni che esse

prendevano tolsero loro questa idea. Fu solamente lungo tempo dopo che, in

seguito ad alcune indicazioni, esse credettero di indirizzarsi a noi per

conoscere la causa di questi guasti ed i mezzi di porvi rimedio, se era

possibile. La causa non era dubbia, ma il rimedio era più difficile. Lo spirito

che si manifestava con simili atti era evidentemente cattivo. Si mostrò,

nell’evocazione, di una grande perversità, ed inaccessibile a qualunque buon

sentimento. La preghiera parve tuttavia esercitare un’influenza salutare; ma

dopo qualche tempo di tranquillità, le depredazioni ricominciarono. Ecco il

consiglio che diede uno spirito superiore su questo proposito:

“La miglior cosa da fare per queste signore, è pregare i loro spiriti protettori di

non abbandonarle; e non ho miglior consiglio da dar loro che discendere nella

loro coscienza per confessarsi a se stesse ed esaminare se hanno sempre

praticato l’amore del prossimo e la carità; non dico già la carità che dà e

distribuisce, ma la carità della lingua, poiché sfortunatamente esse non sanno

trattenere la loro, e non giustificano con i loro atti di pietà il desiderio che

hanno di essere liberate da colui che le tormenta. Esse amano troppo dir male

del loro prossimo, e lo spirito che le tiene sotto ossessione si prende oggi la

sua rivincita, poiché fu loro bersaglio quando era vivente. Esse debbono

 

230

cercare soltanto nella loro memoria, e presto vedranno con chi hanno a che

fare. Tuttavia, se esse arrivano a migliorarsi, i loro angeli custodi si

avvicineranno ad esse, e la loro sola presenza basterà per cacciare il cattivo

spirito che ha preso a tormentare soprattutto una di esse, perché il suo angelo

custode dovette allontanarsi di fronte ad atti reprensibili o a pensieri cattivi.

Ciò che conviene loro sono ferventi preghiere per quelli che soffrono, e

soprattutto la pratica delle virtù imposte da Dio a ciascuno, secondo la sua

condizione”.

Avendo noi osservato che queste parole ci sembravano un poco severe e che

forse bisognava addolcirle per trasmetterle, lo spirito aggiunse:

“Devo dire quello che dico e come lo dico, poiché le persone in questione

hanno l’abitudine di credere di non fare del male con la lingua, mentre esse ne

fanno molto. Ecco perché bisogna colpire il loro spirito in maniera che ciò sia

per esse un serio avvertimento”.

Da tutto ciò risulta un insegnamento di una grande portata, cioè che le

imperfezioni morali permettono l’intervento degli spiriti ossessori e che il più

sicuro mezzo di sbarazzarsene si è di attirare i buoni con la pratica del bene. I

buoni spiriti hanno senza dubbio maggior potenza dei cattivi, e la loro volontà

basta per allontanarli; ma essi assistono soltanto quelli che li secondano con i

loro sforzi per migliorarsi; altrimenti si allontanano e lasciano libero il campo

ai cattivi spiriti, che così diventano, in certi casi, strumenti di punizione,

poiché i buoni li lasciano agire per questo scopo.

253 - Bisogna, del resto, guardarsi dall’attribuire all’azione diretta degli

spiriti tutti i dispiaceri che possono accaderci; questi dispiaceri sono spesso

conseguenza dell’incuria e dell’imprevidenza. Un coltivatore ci fece scrivere

un giorno che da dodici anni gli accadevano ogni sorta di disgrazie tra il suo

bestiame; ora erano vacche che morivano o non davano più latte, ora erano i

suoi cavalli, i suoi montoni ed i suoi porci che erano colpiti. Egli fece fare

novene sopra novene, le quali non rimediarono al male, non più che le messe

che egli fece dire, né gli esorcismi che fece praticare. Allora, secondo il

pregiudizio delle campagne, egli si persuase che si era gettata la iettatura ai

suoi animali. Credendoci senza dubbio dotati di un potere di scongiuro più

grande di quello del curato del suo villaggio, ci fece domandare il nostro

avviso. Ecco la risposta che ottenemmo:

“La mortalità o le malattie delle bestie di quest’uomo provengono dalle stalle

 

231

che sono infette, e che egli non fa riparare, perché ciò costerebbe”.

254 - Termineremo questo capitolo con le risposte date dagli spiriti ad alcune

domande, e che vengono in appoggio a quello che abbiamo detto.

1) Perché certi medium non possono sbarazzarsi dagli spiriti cattivi che si

attaccano a loro, e perché i buoni spiriti che essi invocano, non sono

abbastanza potenti per allontanare gli altri e comunicarsi direttamente?

“Non è la potenza che manca al buono spirito, spesso è il medium che non è

abbastanza forte per secondarlo, la sua natura si presta meglio a certe

relazioni; il suo fluido si identifica con uno spirito piuttosto che con un altro,

ed è ciò che dà una padronanza così grande a quelli che vogliono abusarne”.

2) Ci sembra, tuttavia, che vi siano persone meritevolissime, di una

irreprensibile moralità, e che tuttavia sono impedite di comunicare con i

buoni spiriti.

“Questa è una prova; e chi vi dice d’altra parte che il cuore non sia intaccato

da un po’ di male? Che l’orgoglio non domini un poco sotto l’apparenza della

bontà? Queste prove, mostrando all’ossesso la sua debolezza, debbono farlo

volgere verso l’umiltà.

“Vi è forse qualcuno sulla terra che possa dirsi perfetto? E anche chi ha tutte

le apparenze della virtù può avere ancora molti difetti nascosti, un vecchio

lievito d’imperfezione.

“Così, per esempio, voi dite di colui che non fa del male, che è leale nei suoi

rapporti sociali, che è un bravo e degno uomo; ma sapete se queste buone

qualità non sono oscurate dall’orgoglio; se non vi è in lui un fondo di egoismo;

se egli non è avaro, geloso, tenace nell’odio, maldicente, e cento altre cose che

voi non scorgete, poiché le vostre relazioni con lui non vi hanno messo in

questo caso? Il mezzo più potente per combattere l’influenza dei cattivi spiriti

è quello di avvicinarci sempre più alla natura dei buoni”.

3) L’ossessione, che impedisce al medium di ottenere le comunicazioni che

desidera, è essa sempre un segno di indegnità da parte sua?

“Non ho detto che sia un segno d’indegnità; ma che un ostacolo può opporsi a

certe comunicazioni; egli deve fare di tutto per togliere l’ostacolo che sta in

lui; senza di ciò, la sua preghiera e le sue suppliche non approdano a niente.

Non basta ad un ammalato dire al suo medico: “Mi dia la salute, io voglio

stare bene”; il medico non può far niente se il malato non fa ciò che è

necessario”.

4) La privazione di comunicare con certi spiriti, sarebbe dunque una specie

 

232

di punizione?

“In certi casi, può essere una vera punizione, come la possibilità di

comunicare con essi è un premio che dovete sforzarvi di meritare”. (Vedi

Perdita o sospensione della medianità, n. 220).

5) Non si potrebbe anche combattere l’influenza degli spiriti cattivi

moralizzandoli?

“Sì, questo è ciò che non si fa, e che non si dovrebbe mai tralasciar di fare;

spesso invero è questo un compito che vi è dato, e che voi dovete compiere

caritatevolmente e religiosamente. Con i saggi consigli, si possono spingere al

pentimento e così affrettare il loro avanzamento”.

- Come può un uomo, sotto questo aspetto, avere maggior influenza degli

spiriti stessi?

“Gli spiriti perversi si avvicinano piuttosto agli uomini che essi cercano di

tormentare, che non agli spiriti buoni, da cui si allontanano il più che

possono. In questo riavvicinamento con gli umani, quando ne trovano di

quelli che li moralizzano, a tutta prima non li ascoltano, e se ne ridono; ma

poi finiscono per lasciarsi commuovere. Gli spiriti elevati possono parlare loro

soltanto in nome di Dio e ciò li spaventa. L’uomo non ha certamente maggior

potere degli spiriti superiori, ma il suo linguaggio si identifica meglio con la

loro natura, e vedendo l’ascendente che può esercitare sopra gli spiriti

inferiori, capisce meglio la solidarietà che esiste tra cielo e terra.

“Del resto, l’ascendente che l’uomo può esercitare sopra gli spiriti è in ragione

della sua superiorità morale. Egli non domina gli spiriti superiori, e neppure

quelli che, senza essere superiori, sono buoni e benevoli, ma può dominare gli

spiriti che gli sono inferiori in moralità”. (Vedi n. 279).

6) La soggiogazione corporale, spinta ad un certo grado, potrebbe avere per

conseguenza la follia?

“Sì, una specie di follia, la cui causa è sconosciuta al mondo, ma che non ha

relazione con la follia ordinaria. Fra quelli che sono considerati pazzi, ve ne

sono molti che sono soltanto soggiogati; converrebbe loro un buon

trattamento morale, mentre si fanno diventare pazzi davvero con i trattamenti

corporali. Allorché i medici conosceranno bene lo spiritismo, sapranno fare

questa distinzione e guariranno più ammalati che non con le docce fredde”.

(Vedi n. 221).

7) Che cosa si deve pensare di coloro che, vedendo un pericolo qualunque

nello spiritismo, credono, che il mezzo di prevenirlo sarebbe di interdire le

comunicazioni spiritiche?

 

233

“Se è possibile interdire a certe persone di comunicare con gli spiriti, non è

possibile impedire le manifestazioni spontanee fatte a queste stesse persone,

poiché non si possono sopprimere gli spiriti, né impedire la loro occulta

influenza. Ciò assomiglia a quei fanciulli che coprono gli occhi e credono con

ciò di non essere visti. Sarebbe follia il voler sopprimere una cosa che offre

così grandi vantaggi, solo perché gli imprudenti possono abusarne. Il mezzo

di prevenire questi inconvenienti è invece di far conoscere a fondo ogni cosa”.

 

234

24 - IDENTITA’ DEGLI SPIRITI

Prove possibili d’identità - Distinzione dei buoni e dei cattivi spiriti - Quesiti

sopra la natura e l’identità degli spiriti.

Prove possibili d’identità

255 - La questione dell’identità degli spiriti è una di quelle che danno luogo a

maggiori controversie anche fra gli adepti dello spiritismo. Infatti, gli spiriti

non ci portano un documento di identità, e si sa con quale facilità alcuni fra

loro prendono nomi in prestito; così, dopo l’ossessione, è questa una delle più

grandi difficoltà dello spiritismo pratico; del resto, in molti casi, l’identità

assoluta è una questione secondaria e senza reale importanza.

L’identità dello spirito dei personaggi antichi è la più difficile a constatare, e

spesse volte è completamente impossibile, e si è ridotti ad un giudizio

puramente morale. Si giudicano gli spiriti, come gli uomini, dal loro

linguaggio. Se uno spirito si presenta sotto il nome di Fénelon, per esempio, e

dice trivialità o puerilità, è certo che non può essere lui; ma se dice soltanto

cose degne del carattere di Fénelon e che egli non rinnegherebbe, vi è, se non

una prova materiale, almeno la probabilità morale che sia lui. E’ soprattutto

in questo caso che la identità reale è una questione accessoria. Dal momento

che lo spirito dice soltanto delle cose buone, poco importa il nome sotto il

quale esse sono espresse.

Si obbietterà, senza dubbio, che uno spirito che prendesse un nome falso,

anche per dire soltanto del bene, per questo commetterebbe comunque una

frode, e che allora non potrebbe essere un buono spirito. Ma qui vi sono

sfumature di gradazioni difficili a capirsi e che noi tenteremo di svolgere.

256 - A mano a mano che gli spiriti si purificano e si elevano nella gerarchia

spiritica, i caratteri distintivi della loro personalità si cancellano, per così dire,

nella uniformità della perfezione, e tuttavia essi non conservano meno, per

questo, la loro individualità. Ciò ha luogo per gli spiriti superiori ed i puri

spiriti. In questa posizione il nome che essi avevano sulla terra, in una delle

mille esistenze corporali effimere, per le quali sono passati, è una cosa

 

235

affatto insignificante. Osserviamo ancora che gli spiriti sono attirati gli uni

verso gli altri per la somiglianza delle loro qualità, e che essi formano così dei

gruppi o famiglie simpatiche. D’altra parte, se si considera il numero

immenso di spiriti che, dall’origine dei tempi, deve essere pervenuto ai primi

gradi, e se vogliamo paragonarlo al numero così piccolo degli uomini che

hanno lasciato un gran nome sulla terra, si capirà che, fra gli spiriti superiori

che possono comunicare, la maggior parte di essi non può avere per noi un

nome noto; ma dal momento che ci occorrono dei nomi per fissare le nostre

idee, essi possono prendere quello del personaggio conosciuto, la cui natura si

identifica meglio con la loro. E’ per questo motivo che i nostri angeli custodi si

fanno il più spesso conoscere sotto il nome di uno dei santi che noi

veneriamo, e generalmente sotto il nome di quello per il quale noi abbiamo

maggior simpatia. Da ciò ne segue che se l’angelo custode di una persona si

qualifica per San Pietro, per esempio, non abbiamo alcuna prova materiale

che si tratti precisamente dell’apostolo di questo nome; può essere lui, come

può essere uno spirito completamente sconosciuto, appartenente alla famiglia

di spiriti di cui San Pietro fa parte; ne segue ancora che, qualunque sia il

nome sotto il quale invochiamo il nostro angelo custode, egli verrà alla

chiamata che gli viene fatta, perché è attirato dal pensiero, ma il nome gli è

indifferente.

Lo stesso si dica ogni volta che uno spirito superiore si comunica

spontaneamente sotto il nome di un personaggio conosciuto; veramente, noi

non abbiamo prove che sia precisamente lo spirito di questo personaggio; ma

se nulla dice che smentisca l’elevazione del carattere di quest’ultimo, si può

presumere che sia lui, e in tutti i casi si può dire che se non è lui, deve essere

uno spirito dello stesso grado, oppure anche inviato da lui. Riassumendo, la

questione del nome è secondaria, potendo il nome essere considerato come

un semplice indizio del posto che occupa lo spirito nella scala spiritica.

La posizione è del tutto diversa allorché uno spirito di un ordine inferiore si

riveste di un nome rispettabile per dar credito alle sue parole, e questo caso è

talmente frequente, che non sarà mai abbastanza ripetuto di tenersi in

guardia contro queste sostituzioni; perché è con il favore di questi falsi nomi,

e soprattutto con l’aiuto della fascinazione, che certi spiriti sistematici, più

orgogliosi che sapienti, cercano di accreditare le idee più ridicole.

La questione dell’identità è dunque, come abbiamo detto, quasi indifferente

quando si tratta di istruzioni generali, poiché i migliori spiriti possono

sostituirsi gli uni agli altri senza che ciò possa avere cattive conseguenze. Gli

spiriti superiori formano, per così dire, un tutto collettivo, le cui individualità

ci sono, salvo poche eccezioni, completamente sconosciute. Ciò che ci

interessa non è la loro persona, ma il loro insegnamento; ora, dal momento

 

236

che questo insegnamento è buono, poco importa che colui il quale lo

impartisce, si chiami Pietro o Paolo; si giudica dalla sua qualità e non dal

nome. Se un vino è cattivo, non è certo ciò che è scritto sull’etichetta che lo

renderà migliore. Ben altrimenti avviene nelle comunicazioni intime, perché è

l’individuo, la sua stessa persona che ci interessa, ed è con ragione, che in

questa circostanza noi teniamo ad assicurarci se lo spirito che viene alle

nostre chiamate è in realtà quello che si desidera.

257 - L’identità è molto più facile a constatare quando si tratta di spiriti

contemporanei, di cui si conoscono il carattere e le abitudini, poiché sono

precisamente queste abitudini, di cui non hanno ancora avuto il tempo di

spogliarsi, che ce li fanno riconoscere; e questo è uno dei segni più sicuri di

identità. Lo spirito può, senza dubbio, dar delle prove, dietro domanda che gli

vien fatta, ma lo fa solamente se ciò gli aggrada, e generalmente questa

domanda lo ferisce; bisogna dunque evitarla. Lasciando il suo corpo, lo spirito

non ha spogliata la sua suscettibilità; si irrita di ogni domanda avente per

scopo di metterlo, alla prova. Vi sono delle domande che non si

oserebbe fargli qualora si presentasse vivente, per timore di mancare

alle convenienze; perché, dunque, si dovrebbero avere per lui minori riguardi

dopo la sua morte? Forse che, a un uomo che si presenti in una sala

declinando il suo nome, gli si potrà chiedere di provare che egli è in realtà il

tale, invitandolo ad esibire i suoi titoli, sotto il pretesto che vi sono degli

impostori? Quest’uomo certamente avrebbe il diritto di richiamare

l’interrogante alle regole del saper vivere. Ciò fanno infatti gli spiriti, o non

rispondendo, oppure ritirandosi. Citiamo un esempio. Supponiamo che

l’astronomo Arago, allorché era fra i viventi, si fosse presentato in una casa

ove la sua persona non fosse stata conosciuta e che lo si fosse apostrofato così:

“Voi dite di essere Arago, ma noi non vi conosciamo, vogliate dunque provarlo

rispondendo alle nostre domande; risolvete il tale problema d’astronomia;

diteci il vostro nome e prenome, quello dei vostri figli, e ciò che facevate nel

tal giorno, alla tale ora, ecc.”. Che cosa avrebbe egli risposto? Ebbene, come

spirito egli farà quello che avrebbe fatto da vivo, e gli altri spiriti seguono la

stessa strada.

258 - Pur rifiutandosi gli spiriti di rispondere alle domande puerili e ridicole

che noi ci faremmo scrupolo di indirizzare ad una persona vivente, danno poi

spesso essi stessi, e spontaneamente, prove sicure della loro identità, per

mezzo del loro carattere che si rivela nel loro linguaggio, usando parole che

erano loro familiari, citando certi fatti e particolarità della loro vita qualche

 

237

volta sconosciute agli astanti, e la cui esattezza può essere verificata.

Le prove d’identità risultano inoltre da una quantità di circostanze impreviste,

che non si presentano sempre a prima vista, ma che risultano nel seguito dei

colloqui. Conviene dunque aspettarle senza provocarle, osservando con cura

tutte quelle che possono derivare dalla natura delle comunicazioni (si veda il

fatto riferito al n. 70).

259 - Un mezzo che si impiega qualche volta con successo per assicurarsi

dell’identità, allorché lo spirito che comunica è sospetto, consiste nel fargli

affermare in nome di Dio Onnipotente, che egli è veramente colui che

dice di essere. Succede spesso che colui il quale prende un nome usurpato

indietreggi davanti ad un sacrilegio, e che dopo avere incominciato a scrivere:

Affermo in nome di... si arresti tracciando con collera delle righe

insignificanti, o rompa il lapis. Ma se egli è più ipocrita, elude la questione

con una restrizione mentale, scrivendo per esempio: Vi assicuro che dico

la verità; oppure anche: Vi attesto in nome di Dio che sono proprio io

che vi parlo, ecc. Ma ve ne sono di quelli che non sono così scrupolosi, e che

giurano tutto quello che si vuole. Uno di essi, comunicando con un medium,

aveva detto di essere Dio; e il medium, onoratissimo di un così alto favore,

non aveva esitato a crederlo. Evocato da noi, non osò sostenere la sua

menzogna, e disse: “Io non sono Dio, ma sono suo figlio”. “Sei dunque

Gesù? Ciò non è probabile poiché Gesù è troppo in alto per ricorrere ad un

sotterfugio! Osi dunque affermare in nome di Dio che sei il Cristo?”. “Non.

dico che io sia Gesù; dico che sono il figlio di Dio, poiché sono una delle sue

creature”.

Si deve concludere da ciò, che il rifiuto da parte di uno spirito di affermare la

sua identità in nome di Dio, è sempre una prova manifesta che il nome da lui

dichiarato era un’impostura; ma che d’altra parte l’affermazione non è che

una congettura e non una prova certa.

260 - Si possono anche considerare fra le prove di identità, le somiglianze

della scrittura e della firma, ma, a parte il fatto che non è dato a tutti i

medium di ottenere questo risultato, non è sempre una sufficiente garanzia; vi

sono falsificatori anche nel mondo degli spiriti. Esso dunque non sarebbe che

una presunzione d’identità che acquista valore solamente per le circostanze

che l’accompagnano.

Lo stesso è di tutti i segni materiali che alcuni danno come talismani

inimitabili dagli spiriti bugiardi. Per quelli che osano spergiurare in nome di

 

238

Dio, o contraffare una firma, un segno materiale qualunque non può essere

un ostacolo maggiore. La migliore di tutte le prove di identità sta nel

linguaggio e nelle circostanze fortuite.

261 - Si dirà senza dubbio che se uno spirito può imitare una firma, può

anche imitare il linguaggio. Ciò è vero; e ne abbiamo visti di quelli che

sfrontatamente assumevano il nome di Cristo, e che per illudere simulavano

lo stile evangelico e prodigavano le parole ben conosciute: In verità, in

verità, vi dico; ma quando si studiava l’assieme senza prevenzione;

quando si scrutava il fondo dei loro pensieri e la portata delle loro espressioni;

quando accanto alle belle massime di carità, si vedevano raccomandazioni

puerili e ridicole, si sarebbe dovuti essere fascinati per lasciarsi ingannare!

Certe parti della forma materiale del linguaggio possono essere imitate,

questo è vero, ma non il pensiero; mai l’ignoranza potrà imitare il vero sapere,

e giammai il vizio potrà imitare la vera virtù; da qualche parte spunterà

sempre una estremità d’orecchio; è specialmente allora che tanto il medium

quanto l’evocatore hanno bisogno di tutta la loro perspicacia e di tutto il loro

giudizio, per distinguere la verità dalla menzogna. Essi debbono persuadersi

che gli spiriti perversi sono capaci di ogni malizia, e che quanto più è elevato il

nome sotto il quale si annunzia lo spirito, tanto più egli deve ispirare

diffidenza. Quanti medium hanno avuto comunicazioni apocrife firmate

Gesù, Maria, o con il nome d’un santo venerato!

Distinzione dei buoni e dei cattivi spiriti

262 - Se l’identità assoluta degli spiriti è in molti casi una questione

accessoria e senza importanza, lo stesso non è per la distinzione dei buoni e

dei cattivi spiriti; la loro individualità può esserci indifferente, ma la loro

qualità non lo è mai. In tutte le comunicazioni istruttive, è sopra questo punto

che deve concentrarsi ogni attenzione, poiché esso solo può darci la misura

della confidenza che possiamo accordare allo spirito che si manifesta,

qualunque sia il nome sotto il quale egli si palesi. Lo spirito che si manifesta è

buono o cattivo? A qual grado della scala spiritica appartiene? Ecco la

questione principale (si veda Scala Spiritica, Il Libro degli Spiriti, n. 100).

263 - Noi abbiamo detto che si giudicano gli spiriti come si giudicano gli

uomini, cioè dal loro linguaggio. Supponiamo che un uomo riceva venti lettere

 

239

da persone che gli sono sconosciute; dallo stile, dai pensieri, da una quantità

di segni, egli giudicherà quelle che sono colte od ignoranti, educate o

grossolane, superficiali, profonde, frivole, orgogliose, serie, leggiere,

sentimentali, ecc. Lo stesso vale per gli spiriti; essi si debbono considerare

come corrispondenti che non si sono mai visti, e quindi occorre domandare a

se stessi, che cosa si penserebbe del sapere e del carattere di un uomo che

dicesse o scrivesse simili cose.

Si può stabilire come regola invariabile e senza eccezione, che il linguaggio

degli spiriti è sempre in ragione del grado della loro elevazione.

Non solamente gli spiriti realmente superiori dicono sempre cose buone, ma

le dicono in termini che escludono nella maniera più assoluta ogni trivialità.

Per quanto buone siano queste cose, se esse sono oscurate da una sola

espressione che senta la bassezza, è un segno indubitabile di inferiorità, e lo è

ancora di più quando l’assieme della comunicazione ferisce le convenienze

con la sua grossolanità. Il linguaggio rivela sempre la sua origine, sia per il

pensiero che traduce, sia per la forma; anche quando uno spirito volesse

ingannarci sulla sua pretesa superiorità, basta conversare qualche tempo con

lui per apprezzarlo.

264 - La bontà e la benevolenza sono pure attributi essenziali degli spiriti

purificati; essi non sentono odio né per gli uomini, né per gli altri spiriti;

compiangono le debolezze, criticano gli errori, ma sempre con moderazione,

senza fiele e senza animosità. Se si ammette che gli spiriti veramente buoni

possono soltanto volere il bene e dire solo cose buone, si concluderà che tutto

quanto nel linguaggio degli spiriti lascia trapelare mancanza di bontà e di

benevolenza non può emanare da un buono spirito.

265 - L’intelligenza è lungi dall’essere un segno certo di superiorità, poiché

intelligenza e morale non camminano sempre di pari passo. Uno spirito può

essere buono, benevolo ed aver limitate cognizioni, mentre uno spirito

intelligente e colto può essere molto inferiore in moralità.

Si crede in generale che interrogando lo spirito d’un uomo che fu dotto in una

data specialità sulla terra si otterrà più sicuramente la verità; questo è logico,

e tuttavia non è sempre vero. L’esperienza dimostra che gli scienziati, al pari

degli altri uomini, e soprattutto quelli che hanno lasciato la terra da poco

tempo, sono ancora sotto il dominio dei pregiudizi della vita corporea, e non

smettono immediatamente lo spirito che in vita li ha animati. Può dunque

avvenire che sotto l’influenza delle idee che hanno accarezzato in vita e con

 

240

cui si sono fatti un titolo di gloria, essi vedano meno chiaro di quello che noi

pensiamo. Noi non diamo questo principio come una regola, tutt’altro;

diciamo solamente che ciò succede, e che per conseguenza la loro scienza

umana non è sempre una prova della loro infallibilità come spiriti.

266 - Sottomettendo tutte le comunicazioni ad un esame scrupoloso,

scrutando ed analizzando il pensiero e le espressioni, come si fa quando si

tratta di giudicare un’opera letteraria, rigettando senza esitare tutto ciò che

pecca nella logica e nel buon senso, tutto quello che smentisce il carattere

dello spirito che si crede manifestarsi, si scoraggiano gli spiriti ingannatori,

che finiscono sempre per ritirarsi quando sono proprio convinti che non

possono illuderci. Lo ripetiamo: questo mezzo è il solo, ma è infallibile, poiché

non vi è cattiva comunicazione che possa resistere a simile critica rigorosa. I

buoni spiriti non se ne offendono mai, poiché essi stessi lo consigliano, e

perché nulla hanno da temere nell’esame; solo i cattivi se ne formalizzano e ce

ne dissuadono, perché hanno tutto da perdere, ed appunto per questo ci

provano quello che sono.

Ecco a questo proposito il consiglio datoci da San Luigi:

“Qualunque sia la legittima fiducia che vi ispirano gli spiriti che presiedono ai

vostri lavori, vi è una raccomandazione che noi non vi ripeteremo mai

abbastanza - e che voi dovreste sempre aver presente al pensiero, quando vi

mettete allo studio -: essa è di pesare e di maturare, e sottomettere al

controllo del ragionamento più severo, tutte le comunicazioni che ricevete; di

non trascurare - appena un punto vi sembra sospetto, dubbioso od oscuro - di

domandare le spiegazioni necessarie per fissarvi ed assicurarvi su di esso”.

267 - Si possono riassumere i mezzi di riconoscere la qualità degli spiriti nei

seguenti principi:

1) Non vi è altro criterio per discernere il valore degli spiriti che il buon senso.

Ogni formula data a questo riguardo dagli spiriti stessi è assurda, e non può

emanare da spiriti superiori.

2) Si giudicano gli spiriti dal loro linguaggio e dalle loro azioni. Le azioni degli

spiriti sono i sentimenti che ispirano ed i consigli che danno.

3) Essendo ammesso che i buoni spiriti non possono dire e fare che il bene,

tutto quello che è male non può venire da un buono spirito.

4) Gli spiriti superiori hanno un linguaggio sempre dignitoso, nobile ed

elevato, senza mescolanza di alcuna trivialità; essi dicono tutto con semplicità

 

241

e modestia; non si vantano mai, e non fanno mostra del loro sapere, né della

loro posizione fra gli altri. Il linguaggio, per contro, degli spiriti inferiori o

volgari ha sempre qualche riflesso delle passioni umane; ogni espressione che

dimostri la bassezza, la boria, l’arroganza, la ciarlataneria, l’acrimonia, è un

indizio caratteristico di inferiorità, o di frode, se lo spirito si presenta sotto un

nome rispettabile e venerato.

5) Non si debbono giudicare gli spiriti dalla forma materiale e dalla

correttezza del loro stile, ma scandagliarne il senso intimo, scrutare le loro

parole, pesarle freddamente, serenamente, senza prevenzione. Ogni scarto di

logica, di ragione e di saviezza non può lasciar dubbio sulla loro origine,

qualunque sia il nome di cui si maschera lo spirito (vedi n. 224).

6) Il linguaggio degli spiriti elevati è sempre identico, se non nella forma,

almeno nella sostanza. I pensieri sono gli stessi in ogni tempo ed in ogni

luogo; essi possono essere più o meno sviluppati, secondo le circostanze, i

bisogni e le facilità di comunicare, ma non saranno contraddittori. Se due

comunicazioni portanti il medesimo nome sono in opposizione l’una con

l’altra, l’una delle due è evidentemente apocrifa, e la vera sarà quella in cui

nulla smentisce il carattere conosciuto del personaggio. Fra due

comunicazioni firmate, per esempio, da San Vincenzo de’ Paoli, di cui l’una

predicasse l’unione e la carità, e l’altra tendesse a seminare la discordia, non

vi potrebbe essere persona di buon senso che potesse sbagliarsi.

7) I buoni spiriti dicono soltanto ciò che sanno; essi tacciono o confessano la

loro ignoranza su ciò che non sanno. I cattivi parlano di tutto con sicurezza,

senza darsi pensiero della verità. Qualunque eresia scientifica notoria, ogni

principio che urti il buon senso, mostrano subito la frode, se lo spirito vuol

farsi credere uno spirito illuminato.

8) Si riconoscono ancora gli spiriti leggieri dalla facilità con la quale

predicono l’avvenire e precisano fatti materiali che non ci è dato di conoscere.

I buoni spiriti possono far presentire le cose future allorché questa

conoscenza può essere utile, ma non precisano mai le date. Ogni annunzio

d’avvenimento ad epoca fissa è l’indizio di una mistificazione.

9) Gli spiriti superiori si esprimono semplicemente, senza prolissità; il loro

stile è conciso, senza escludere però la poesia delle idee e delle espressioni; è

chiaro, intelligibile per tutti, e non domanda sforzi per essere capito. Essi

hanno l’arte di dire molte cose in poche parole, poiché ogni parola ha il suo

valore. Gli spiriti inferiori, o falsi sapienti, nascondono sotto l’ampollosità e

l’enfasi il vuoto dei pensieri. Il loro linguaggio è spesso affettato, ridicolo od

oscuro, a forza di voler sembrare profondo.

10) I buoni spiriti non comandano mai; essi non si impongono, consigliano, e

 

242

se non sono ascoltati si ritirano. I cattivi sono imperiosi, danno ordini,

vogliono essere obbediti, e rimangono ostinatamente anche quando non li si

vuole più. Qualunque spirito che si impone, tradisce la sua bassezza. Sono

esclusivi ed assoluti nelle loro opinioni, e pretendono di essere i soli ad avere

il privilegio della verità. Essi esigono una fiducia cieca e non fanno appello

alla ragione, poiché sanno che la ragione li smaschererebbe.

11) I buoni spiriti non adulano mai; approvano quando si agisce bene, ma

sempre con prudenza; i cattivi prodigano elogi esagerati, stimolano l’orgoglio

e la vanità mentre affettano di predicare l’umiltà, e cercano di esaltare

l’importanza personale di quelli che vogliono cattivarsi.

12) Gli spiriti superiori sono al disopra delle puerilità della forma in ogni

cosa. Soltanto gli spiriti volgari possono attribuire importanza alle meschine

particolarità, incompatibili con le idee veramente elevate. Ogni prescrizione

meticolosa è un segno di inferiorità e di inganno da parte di uno spirito che

assume un nome imponente.

13) Conviene diffidare dei nomi bizzarri e ridicoli che si danno certi spiriti, i

quali vogliono imporsi alla credulità; sarebbe sovranamente assurdo prendere

questi nomi sul serio.

14) Conviene egualmente diffidare degli spiriti che si presentano troppo

facilmente sotto nomi estremamente venerati, e non accettare le loro parole

se non con la più grande riserva. Qui, soprattutto, è indispensabile un severo

giudizio, poiché spesso è una maschera che essi assumono per far credere a

pretese relazioni intime con spiriti elevatissimi. Con questo mezzo, essi

solleticano la vanità del medium e ne approfittano per indurlo spesso a passi

incresciosi o ridicoli.

15) I buoni spiriti sono scrupolosissimi circa le azioni che possono

consigliare; queste, in tutti i casi, hanno sempre uno scopo serio ed

eminentemente utile. Conviene dunque ritenere come sospetti tutti quei

passi che non avessero questo carattere o che fossero condannati dalla

ragione, e riflettere maturamente prima di intraprenderli poiché si correrebbe

il rischio di essere esposti a spiacevoli mistificazioni.

16) Si riconoscono pure i buoni spiriti dalla loro prudente riserva su tutte le

cose che possono compromettere; ad essi ripugna svelare il male; gli spiriti

leggieri e malevoli si compiacciono invece a farlo risaltare. Mentre i buoni

cercano di addolcire i torti e predicano l’indulgenza, i cattivi li esagerano e

seminano zizzania con perfide insinuazioni.

17) I buoni spiriti prescrivono soltanto il bene. Qualunque massima,

qualunque consiglio che non sia strettamente conforme alla pura carità

 

243

evangelica non può essere l’opera di buoni spiriti.

18) I buoni spiriti consigliano soltanto cose perfettamente razionali, e

qualunque raccomandazione che si scostasse dalla linea retta del buon

senso o dalle leggi immutabili della natura, accusa uno spirito limitato,

e perciò poco degno di confidenza.

19) Gli spiriti cattivi o semplicemente imperfetti si tradiscono ancora con

segni materiali sui quali non si potrebbe aver dubbio. La loro azione sul

medium è a volte violenta, e provoca in lui movimenti istantanei ed a scosse,

un’agitazione febbrile e convulsa, che è l’antitesi della calma e della dolcezza

dei buoni spiriti.

20) Gli spiriti imperfetti approfittano spesso dei mezzi di comunicazione di

cui dispongono per dare perfidi consigli; essi eccitano la diffidenza e

l’animosità contro coloro che sono loro antipatici. Sono soprattutto l’oggetto

della loro avversione quelli che possono smascherare le loro imposture.

Gli uomini deboli sono il loro punto di mira per indurli al male. Impiegando

di volta in volta i sofismi, i sarcasmi, le ingiurie e persino i segni materiali

della loro potenza occulta per meglio convincere, essi cercano di stornarli dal

sentiero della verità.

21) Gli spiriti degli uomini che hanno avuto sopra la terra una unica

preoccupazione materiale o morale, se non sono sciolti dall’influenza della

materia, sono ancora sotto il dominio delle idee terrestri, e portano con sé una

parte dei pregiudizi, delle predilezioni e persino delle manie che avevano

quaggiù. Ciò si può facilmente riconoscere dal loro linguaggio.

22) Le cognizioni di cui certi spiriti spesso fanno mostra con ostentazione

non sono un segno della loro superiorità. L’inalterabile purezza dei sentimenti

morali è sotto questo rapporto la vera pietra di paragone.

23) Non basta interrogare uno spirito per conoscere la verità. Bisogna prima

di tutto sapere a chi ci rivolgiamo; poiché gli spiriti inferiori, ignoranti essi

stessi, trattano con frivolezza le questioni più serie.

Non basta che uno spirito sia stato un grande uomo sulla terra per avere nel

mondo spiritico la scienza sovrana. La sola virtù può, purificandolo,

avvicinarlo a Dio e aumentare le sue cognizioni.

24) Per parte degli spiriti superiori la facezia, quando appare, è fine e

penetrante, ma non è mai triviale. Negli spiriti motteggiatori, che non sono

grossolani, la satira mordente è spesso piena di opportunità.

25) Studiando con cura il carattere degli spiriti che si presentano, soprattutto

dal punto di vista morale, si riconoscerà la loro natura e il grado di confidenza

 

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che si può loro accordare. Il buon senso non potrebbe ingannare.

26) Per giudicare gli spiriti, come per giudicare gli uomini, conviene prima di

tutto sapersi giudicare noi stessi. Vi sono, purtroppo, molte persone che

prendono la loro opinione personale per misura esclusiva del buono e del

cattivo, del vero e del falso; tutto quanto contraddice la loro maniera di

vedere, le loro idee, il sistema che hanno concepito o adottato, è cattivo ai loro

occhi. Gente simile manca evidentemente di una qualità essenziale: la

rettitudine del giudizio; ma essi non se ne danno per intesi, ed è questo il

difetto sul quale è facilissimo illudersi.

Tutte queste osservazioni derivano dall’esperienza e dall’insegnamento degli

spiriti; noi le completeremo con le risposte stesse da essi date sui punti più

importanti.

Domande sulla natura e l’Identità degli spiriti

268 - 1) Da quali segni possiamo noi riconoscere la superiorità o

l’inferiorità degli spiriti?

“Dal loro linguaggio; nella stessa maniera che distinguete uno stordito da un

uomo assennato. Abbiamo già detto che gli spiriti superiori non si

contraddicono mai e non dicono che cose buone; essi vogliono soltanto il

bene; questa è la loro preoccupazione.

“Gli spiriti inferiori sono ancora sotto il peso delle idee materiali; i loro

discorsi si risentono delle loro ignoranza e della loro imperfezione. Soltanto

agli spiriti superiori è dato di conoscere ogni cosa e di giudicarla senza

passione”.

2) La scienza in uno spirito è sempre un segno certo di elevazione?

“No, poiché se egli è ancora sotto l’influenza della materia, può avere i vostri

vizi ed i vostri pregiudizi. Certe persone in questo mondo sono

eccessivamente gelose ed orgogliose; credete che esse smettano questi difetti

appena lasciano il mondo? No; dopo la separazione dal corpo, e soprattutto

quelle che ebbero passioni spiccate, si trovano in una sorta di atmosfera che le

avvolge e lascia in loro tutte queste cattive cose.

“Questi spiriti semi-imperfetti sono assai più da temersi che i cattivi spiriti,

poiché la maggior parte riunisce l’astuzia e l’orgoglio all’intelligenza. Con il

loro preteso sapere, essi si impongono ai semplici ed agli ignoranti che

 

245

accettano senza sindacare le loro teorie assurde e menzognere. Quantunque

queste teorie non possano prevalere contro la verità, esse fanno tuttavia un

male temporaneo, dal momento che fanno ostacolo al cammino dello

spiritismo, ed i medium si illudono volentieri sul merito di ciò che è loro

comunicato. E’ questo che richiede un grandissimo studio per parte degli

spiritisti illuminati e dei medium; infatti, occorre porre ogni attenzione a

distinguere il vero dal falso”.

3) Molti spiriti protettori si designano sotto il nome di santi o di personaggi

conosciuti; che cosa dobbiamo credere a questo riguardo?

“Tutti i nomi dei santi e dei personaggi conosciuti non basterebbero a fornire

un protettore ad ogni uomo; fra gli spiriti ve ne sono pochi che hanno un

nome conosciuto sulla terra; ecco perché molto spesso non si presentano; ma

quasi sempre voi volete un nome, ed allora, per soddisfarvi, essi prendono

quello di un uomo che voi conoscete e che rispettate”.

4) Questo nome preso in prestito non potrebbe essere considerato come una

frode?

“Sarebbe una frode da parte di un cattivo spirito che volesse abusarne, ma

quando si opera a fin di bene, Dio permette che ciò accada fra gli spiriti dello

stesso ordine, perché vi è tra di loro solidarietà e similitudine di pensieri”.

5) Così, quando uno spirito protettore dice di essere San Paolo, per esempio,

non è cosa certa che sia presente lo spirito stesso o l’anima dell’apostolo di

questo nome?

“Non è affatto certo, poiché voi trovate migliaia di persone alle quali fu detto

che il loro angelo custode è San Paolo o un altro; ma che cosa importa a voi, se

lo spirito che vi protegge è tanto elevato quanto San Paolo? Ve l’ho già detto:

voi avete bisogno di un nome, ed essi ne prendono uno per farsi chiamare e

farsi riconoscere, come voi prendete dei nomi di battesimo per farvi

distinguere dagli altri membri della vostra famiglia. Essi possono anche

prendere quello dell’arcangelo Raffaele, di San Michele, ecc., senza che ciò

possa avere conseguenze. Del resto, quanto più uno spirito è elevato, tanto più

il suo irradiamento è multiplo; dunque, uno spirito protettore di un ordine

superiore può avere sotto la sua tutela centinaia di incarnati. Voi ne avete un

esempio sulla vostra terra, dove alcuni notai si incaricano degli affari di cento

e duecento famiglie; perché vorreste che noi fossimo, spiritualmente

parlando, meno atti alla direzione morale degli uomini, di quello che essi

siano alla direzione materiale dei loro interessi?”

6) Perché gli spiriti comunicanti prendono così spesso il nome dei santi?

“Essi si identificano con le abitudini di coloro ai quali parlano, e prendono

 

246

nomi che sono adatti a fare sull’uomo la più grande impressione in ragione

delle sue credenze”.

7) Alcuni spiriti superiori che si evocano, vengono sempre in persona,

oppure, come qualcuno crede, incaricano un altro di trasmettere il loro

pensiero?

“Perché non verrebbero essi in persona se lo possono? Ma se lo spirito non

può venire, invierà per forza un altro che lo rappresenti”.

8) Il sostituto è sempre sufficientemente illuminato per rispondere come lo

farebbe lo spirito che lo invia?

“Gli spiriti superiori sanno a chi confidano la cura di sostituirli. D’altra parte,

più gli spiriti sono elevati e più si confondono in un pensiero comune, in

maniera tale che, per essi, la personalità è una cosa indifferente, e lo stesso

deve essere per voi. Credete dunque che non vi siano nel mondo spiriti

superiori all’infuori di quelli da voi conosciuti sulla terra capaci d’istruirvi?

Voi siete talmente portati a considerarvi come i prototipi dell’universo, che

credete sempre che non vi sia più niente fuori del vostro mondo. Voi

rassomigliate perfettamente a quei selvaggi che non sono mai usciti dalla loro

isola e credono che il mondo si limiti ad essa”.

9) Noi intendiamo che debba essere così quando si tratta di un

insegnamento serio; ma come mai gli spiriti elevati permettono a spiriti

inferiori di rivestirsi di nomi rispettabili per indurre in errore con massime

spesso perverse?

“Essi non lo fanno con il permesso dei superiori; e, d’altra parte, ciò non

accade pure tra voi? Quelli che così ingannano ne saranno puniti, credetelo

bene, e la loro punizione sarà proporzionata alla gravità dell’impostura.

“D’altronde, se voi non foste imperfetti, non avreste intorno a voi che buoni

spiriti, e se voi siete ingannati, dovete prendervela contro voi stessi. Dio

permette che così sia, per provare la vostra perseveranza ed il vostro giudizio,

ed insegnarvi a distinguere la verità dall’errore; se non lo fate, è perché non

siete abbastanza elevati ed avete ancora bisogno delle lezioni dell’esperienza”.

10) Non accade talvolta che vengano delegati spiriti poco avanzati, ma

animati da buone intenzioni e dal desiderio di progredire per surrogare uno

spirito superiore, onde fornire loro l’occasione di esercitarsi

all’insegnamento?

“Mai nei grandi centri; intendo dire nei centri seri, e per un insegnamento

generale. Quelli che vi si prestano lo fanno sempre di loro spontanea volontà,

e, come voi dite, per esercitarsi; è perciò che le loro comunicazioni,

quantunque buone, portano sempre le tracce della loro inferiorità. Quando

 

247

sono delegati, lo sono solamente per le comunicazioni poco importanti e per

quelle che si possono chiamare personali”.

11) Le comunicazioni spiritiche ridicole sono talvolta intercalate da ottime

massime; come si può conciliare questa anomalia, che sembrerebbe indicare

la presenza simultanea di spiriti buoni e di spiriti cattivi?

“Gli spiriti cattivi o leggieri si divertono anche a dare sentenze senza troppo

vederne la portata od il significato. Tutti quelli che sentenziano fra di voi,

sono uomini superiori? No: gli spiriti buoni e quelli cattivi non fanno lega

assieme. Soltanto dalla costante uniformità delle comunicazioni positive, voi

riconoscerete la presenza degli spiriti buoni”.

12) Gli spiriti che inducono in errore lo fanno sempre scientemente?

“No; vi sono spiriti buoni ma ignoranti, e che possono ingannarsi in buona

fede; quando hanno la coscienza della loro insufficienza, ne convengono e non

dicono che quello che sanno”.

13) Allorché uno spirito dà una falsa comunicazione, lo fa sempre con

intenzioni malevole?

“No; quando lo spirito è leggiero, egli si diverte a prendere in giro senza altro

scopo”.

14) Giacché certi spiriti possono ingannare con il loro linguaggio, possono

anche prendere una apparenza falsa agli occhi d’un medium veggente?

“Ciò può accadere, ma assai difficilmente. In tutti i casi, può aver luogo

soltanto per uno scopo che gli stessi spiriti cattivi non conoscono. Essi

servono da strumento per dare una lezione. Il medium veggente può vedere

spiriti leggieri e mentitori, nello stesso modo che altri li sentono o scrivono

sotto la loro influenza. Gli spiriti leggieri possono approfittare di questa

disposizione per sedurlo con false apparenze, ciò dipende dalle qualità del

proprio spirito”

15) Per non essere ingannato, basta essere animato da buone intenzioni? E

gli uomini veramente seri, che non mescolano con i loro studi alcun

sentimento di curiosità, sono anche essi esposti ad essere ingannati?

“Evidentemente meno che altri; ma l’uomo ha sempre qualche imperfezione

che attira gli spiriti burloni; si crede forte e spesso non lo è; deve dunque

diffidare della debolezza che nasce dall’orgoglio e dai pregiudizi. Non si tiene

abbastanza conto di queste due cause di cui approfittano gli spiriti;

lusingando le varie manie essi sono sicuri di riuscire”.

16) Perché Dio permette che spiriti cattivi possano comunicare e dicano cose

cattive?

 

248

“Anche in quello che vi è di più cattivo, si trova un insegnamento; sta a voi

saperlo trovare. E’ necessario che vi siano comunicazioni di ogni genere per

insegnarvi a distinguere gli spiriti buoni dai cattivi, e servire così di specchio a

voi stessi”.

17) Gli spiriti possono, attraverso comunicazioni scritte, ispirare ingiuste

diffidenze contro certe persone ed inimicare degli amici?

“Gli spiriti perversi e gelosi possono fare in male tutto ciò che possono fare gli

uomini; ecco perché conviene stare in guardia. Gli spiriti superiori sono

sempre prudenti e riservati quando debbono biasimare; non dicono mai male;

avvertono con bella maniera. Qualora volessero che due persone cessassero,

nel loro interesse, di vedersi, faranno nascere degli incidenti che, le

separeranno in modo naturale. Un linguaggio proprio a seminare la discordia

è sempre il fatto di un cattivo spirito, qualunque sia il nome di cui si riveste.

Così, accettate con gran circospezione il male che uno spirito può dire di

qualcuno di voi, soprattutto quando uno spirito buono ve ne ha detto bene, e

diffidate anche di voi stessi e delle vostre prevenzioni. Nelle comunicazioni

degli spiriti prendete soltanto ciò che vi è di buono, di grande, di razionale, e

ciò che la vostra coscienza approva”.

18) Stante la facilità con cui gli spiriti cattivi si immischiano nelle

comunicazioni, non sembrerebbe di non essere mai certi di avere la verità?

“Sì; poiché avete un giudizio per apprezzarle. Alla lettura di una lettera, sapete

ben riconoscere se colui che vi scrive è uno zotico od un uomo educato, uno

sciocco od un sapiente: perché non potreste egualmente regolarvi quando

sono gli spiriti che vi scrivono? Se voi riceveste una lettera da un amico

lontano, chi vi prova che sia proprio sua? La sua scrittura, direte voi: ma non

vi sono forse falsari che imitano tutte le scritture? Poco di buono i quali

possono conoscere i vostri affari? Tuttavia, vi sono dei segni sui quali voi non

potreste errare. Lo stesso vale per gli spiriti. Figuratevi dunque che sia un

amico che vi scrive, oppure figuratevi di leggere l’opera d’uno scrittore, e

giudicate con gli stessi mezzi”.

19) Gli spiriti superiori potrebbero impedire agli spiriti cattivi di prendere

nomi falsi?

“Certamente lo possono; ma quanto più gli spiriti sono cattivi, tanto più sono

restii ad obbedire, e sovente resistono alle ingiunzioni. Dovete pur sapere che

vi sono persone alle quali gli spiriti superiori si interessano più che ad altre, e

che quando lo giudicano necessario, sanno preservarle dagli attacchi della

menzogna; contro queste persone gli spiriti ingannatori sono impotenti”.

20) Qual è il motivo di questa parzialità?

 

249

“Non è affatto parzialità, ma giustizia; gli spiriti buoni si interessano a quelli

che mettono a profitto i loro avvisi, e lavorano seriamente al loro proprio

miglioramento; quelli sono i loro preferiti e li secondano; ma si preoccupano

poco di quelli con i quali perdono il loro tempo in belle parole”.

21) Perché Iddio permette agli spiriti di commettere il sacrilegio di prendere

falsamente dei nomi venerati?

“Voi potreste anche domandare perché Dio permette agli uomini di mentire e

di bestemmiare. Gli spiriti, come gli uomini, hanno il loro libero arbitrio nel

bene come nel male; ma la giustizia di Dio non verrà meno né per gli uni né

per gli altri”.

22) Vi sono forse formule efficaci per scacciare gli spiriti ingannatori?

“La formula è materia; un buon pensiero verso Dio vale assai di più”.

23) Alcuni spiriti hanno detto di avere dei segni grafici inimitabili, specie di

emblemi, che possono farli riconoscere e constatare la loro identità. E’ vero?

“Gli spiriti superiori non hanno altri segni per farsi riconoscere che la

superiorità delle loro idee e del loro linguaggio. Qualunque spirito può imitare

un segno materiale. Quanto agli spiriti inferiori, essi si tradiscono in tante

maniere che bisogna essere ciechi per lasciarsi ingannare”.

24) Gli spiriti ingannatori non possono imitare il pensiero?

“Essi imitano il pensiero come gli scenari di teatro imitano la natura”.

25) E’ dunque sempre facile scoprire l’inganno con uno studio attento?

“Non dubitatene. Gli spiriti ingannano soltanto quelli che si lasciano

ingannare. Ma bisogna avere occhi di esperto in diamanti, per distinguere la

pietra vera dalla falsa; ora colui che non sa distinguere la pietra fina dalla

falsa deve indirizzarsi al gioielliere”.

26) Vi sono persone che si lasciano sedurre da un linguaggio enfatico; che si

stimano paghe di parole più che di idee; che prendono anche le idee false e

volgari per idee sublimi; come questa gente, che non è neppure capace di

giudicare le opere degli uomini, può giudicare quelle degli spiriti?

“Allorché queste persone hanno abbastanza modestia per riconoscere la loro

insufficienza, non si fidano di loro stessi; quando poi per orgoglio si credono

più capaci di quanto lo siano in realtà, allora portano la pena della loro vanità.

Gli spiriti ingannatori sanno bene a chi si rivolgono; vi sono individui semplici

e poco istruiti più difficili da ingannare che non altri, i quali hanno ingegno e

sapere. Lusingando le passioni, fanno dell’uomo tutto quello che vogliono”.

27) Nella scrittura gli spiriti cattivi si tradiscono qualche volta con segni

 

250

materiali involontari?

“Gli abili non lo fanno; gli inesperti si fuorviano. Qualunque segno inutile e

puerile è un indizio certo d’inferiorità. Gli spiriti elevati non fanno nulla di

inutile”,

28) Molti medium riconoscono i buoni ed i cattivi spiriti dall’impressione

gradevole o penosa che risentono al loro avvicinarsi. Noi domandiamo se

l’impressione sgradevole, l’agitazione convulsiva, il malessere, in una

parola, sono sempre indizi della cattiva natura degli spiriti che si

manifestano.

“Il medium prova le sensazioni dello stato nel quale si trova lo spirito che

viene a lui. Quando lo spirito è felice, egli è tranquillo, leggiero, posato;

quando è infelice, egli è agitato, febbrile, e questa agitazione passa

naturalmente nel sistema nervoso del medium. Del resto, la stessa cosa

accade all’uomo sopra la terra. Colui che è buono, è anche calmo e tranquillo;

colui che è cattivo, è sempre agitato”.

Osservazione. - Vi sono medium di una impressionabilità nervosa più o

meno grande, e dunque l’agitazione non potrebbe essere riguardata come una

regola assoluta; conviene invece tenere qui, come in ogni cosa, conto delle

circostanze. Il carattere penoso e sgradevole dell’impressione è un effetto di

contrasto, perché, se lo spirito del medium simpatizza con lo spirito cattivo

che si manifesta, ne sarà poco o punto alterato. Dei resto, non conviene

confondere la rapidità della scrittura, che va unita all’estrema flessibilità di

certi medium, con l’agitazione convulsiva che i medium più lenti possono

provare al contatto di spiriti imperfetti.

 

251

25 - DELLE EVOCAZIONI

Considerazioni generali - Spiriti che si possono evocare - Linguaggio da

tenersi con gli spiriti - Utilità delle evocazioni particolari - Domande circa le

evocazioni - Evocazione degli animali - Evocazione delle persone viventi -

Telegrafia umana.

Considerazioni generali

269 - Gli spiriti possono comunicare spontaneamente o venire alla nostra

chiamata, vale a dire, in seguito ad evocazione. Vi sono persone le quali

credono che dobbiamo astenerci dall’evocare il tale o il tal altro spirito, e che è

preferibile l’aspettare quello che vuole mettersi in contatto spontaneamente.

Esse si basano sull’opinione che, chiamando uno spirito determinato, non si è

certi che sia proprio quello colui che si presenta, mentre lo spirito che viene

spontaneamente, prova meglio la sua identità, poiché rivela così il suo

desiderio di intrattenersi con noi. Secondo la nostra opinione, questo è un

errore; prima di tutto perché vi sono sempre intorno a noi spiriti, il più delle

volte di bassa lega, che non domandano di meglio che comunicare; in secondo

luogo, e per questa ultima ragione principalmente, il non chiamare alcuno in

particolare, è come aprire la porta a tutti quelli che vogliono entrare. In

un’assemblea, il negare la parola a tutti, è come il lasciarla a tutti, e si conosce

quello che ne risulta.

La chiamata diretta fatta ad uno spirito determinato stabilisce un legame fra

lui e noi; lo chiamiamo con il nostro desiderio, opponendo così una specie di

barriera agli intrusi. Senza una chiamata diretta, uno spirito non avrebbe

spesso alcun motivo di venire a noi, se non è il nostro spirito familiare.

Queste due maniere di operare hanno, sia l’una che l’altra, i loro vantaggi, e

l’inconveniente sarebbe soltanto nella esclusione assoluta dell’una o dell’altra.

Le comunicazioni spontanee non hanno nessun inconveniente quando si è

padroni degli spiriti e si è certi di non lasciar prendere alcuna iniziativa ai

cattivi; allora è spesso cosa utile aspettare la disponibilità di quelli che si

vogliono manifestare, poiché il loro pensiero non subisce alcuna contrarietà;

si possono, in questo modo, ottenere cose notevolissime; mentre poi non è

proprio stabilito che lo spirito da voi chiamato sia disposto a parlare o capace

 

252

di farlo nel senso che si desidera. L’esame scrupoloso che abbiamo consigliato

è d’altra parte una garanzia contro le cattive comunicazioni. Nelle riunioni

regolari, in quelle soprattutto in cui ci occupiamo di un lavoro consecutivo, vi

sono sempre spiriti abituali, che si trovano all’appuntamento senza che

alcuno li chiami, per il solo motivo che vi sono preparati a causa della

regolarità delle sedute. Essi prendono spesso la parola spontaneamente per

trattare un soggetto qualunque, sviluppare un concetto o prescrivere ciò che si

deve fare, ed allora si riconoscono facilmente, sia per la forma del loro

linguaggio, che è sempre identico, sia per la loro scrittura, sia per certe

abitudini che sono loro familiari.

270 - Allorquando si desidera di comunicare con uno spirito determinato,

conviene necessariamente evocarlo (vedi n. 203). Se può venire, si ottiene

generalmente per risposta: “”; oppure: “Io sono qui”; oppure anche: “Che

cosa desiderate da me?” Qualche volta egli entra direttamente in materia

rispondendo anticipatamente alle domande che ci si proponeva di

indirizzargli.

Allorché uno spirito è evocato per la prima volta, conviene designarlo con

qualche precisione. Nelle domande che gli sono dirette, conviene evitare le

forme secche ed imperative, che sarebbero per lui un motivo per allontanarsi.

Queste forme debbono essere affettuose o rispettose a seconda dello spirito,

ed in ogni caso debbono testimoniare la benevolenza dell’evocatore.

271 - Si resta spesso sorpresi dalla prontezza con cui uno spirito evocato si

presenta, anche per la prima volta. Si direbbe che sia stato preavvisato:

infatti, questo accade quando ci preoccupiamo antecedentemente della sua

evocazione. Questa preoccupazione è una specie di evocazione anticipata, e

poiché noi abbiamo sempre i nostri spiriti familiari che si identificano con il

nostro pensiero, essi preparano le vie in maniera tale che, se niente vi si

oppone, lo spirito che si vuole chiamare è già presente. Nel caso contrario, è lo

spirito familiare del medium o quello dell’interrogante, od uno dei presenti

che va a cercarlo, e perciò non è necessario molto tempo. Se lo spirito evocato

non può venire all’istante, il messaggero (i pagani avrebbero detto Mercurio)

assegna una dilazione, talvolta di cinque minuti, di un quarto d’ora, di un’ora

ed anche di molti giorni; allorché egli è giunto, dice: “E’ qui”, ed allora si

possono iniziare le domande che gli si vogliono porre.

Il messaggero non è sempre un intermediario necessario, giacché la chiamata

dell’evocatore può essere intesa direttamente dallo spirito, come è detto qui

appresso, al n. 282, domanda 5, sul modo di trasmissione del pensiero.

 

253

Quando diciamo di fare l’evocazione in nome di Dio, intendiamo che la nostra

raccomandazione deve essere presa sul serio, e non alla leggera: quelli che vi

vedessero solamente una formula senza conseguenza, farebbero meglio ad

astenersi.

272 - Le evocazioni presentano spesso per i medium maggiori difficoltà che

non i dettati spontanei, soprattutto quando si tratta di ottenere risposte

precise a domande circostanziate. Per ottenere ciò, occorrono medium

speciali flessibili e positivi ad un tempo; e si è visto (vedi n. 193) che questi

ultimi sono abbastanza rari, giacché, come abbiamo detto, i rapporti fluidici

non si stabiliscono sempre in modo istantaneo con il primo spirito venuto. E’

perciò utile che i medium non si dedichino alle evocazioni particolareggiate se

non dopo essersi assicurati dello sviluppo della loro facoltà e della natura

degli spiriti che li assistono, poiché, per quelli che sono male coadiuvati, le

evocazioni non possono avere alcun carattere di autenticità.

273 - I medium sono generalmente molto più ricercati per le evocazioni di

interesse privato, che non per le comunicazioni di interesse generale; ciò

viene spiegato dal desiderio naturale che si ha di intrattenersi con le persone

che ci sono care. Noi crediamo a questo proposito di dover fare molte

raccomandazioni importanti ai medium. Prima di tutto, quella di non

accondiscendere a questo desiderio se non con riserva, di fronte a persone

della cui sincerità non si sia perfettamente sicuri, e di mettersi in guardia

contro le insidie che potrebbero tendere le persone malevole. In secondo

luogo, di non prestarvisi sotto alcun pretesto, se notano uno scopo di curiosità

e di interesse materiale, e non un’intenzione seria nell’evocatore; di rifiutarsi

ad ogni domanda oziosa, o che dovesse uscire dal circolo di quelle che

ragionevolmente si possono indirizzare agli spiriti. Le domande debbono

essere poste con chiarezza, esattezza e senza reticenze, quando si vogliono

ottenere risposte categoriche. Bisogna dunque rigettare tutte quelle che

avessero un carattere insidioso, poiché sappiamo che gli spiriti non amano

quelle domande che hanno per scopo di metterli alla prova: voler insistere su

domande di tale natura, è come voler essere ingannati. L’evocatore deve

andare francamente ed apertamente allo scopo, senza sotterfugi e senza mezzi

indiretti: se teme di spiegarsi, farebbe meglio ad astenersi.

Conviene infine non fare, se non con molta prudenza, evocazioni in assenza

delle persone che ne fanno domanda, e spesso è anche preferibile astenersene

del tutto, essendo queste persone le sole adatte a giudicare le risposte, a

riconoscere l’identità, a provocare schiarimenti, se ce ne è bisogno, ed a fare le

 

254

domande accidentali volute dalle circostanze. Inoltre, la loro presenza è un

legame che attira lo spirito, spesso poco disposto a comunicare con estranei,

per i quali non ha affatto simpatia. Il medium, in una parola, deve evitare

tutto ciò che potrebbe trasformarlo in agente di consulti, ciò che agli occhi di

molte persone è sinonimo di ciarlatano e imbroglione.

Spiriti che si possono evocare

274 - Si possono evocare tutti gli spiriti a qualunque grado della scala

appartengano: i buoni, come i cattivi, quelli che hanno lasciato da poco tempo

la vita, come quelli che vissero nei tempi più lontani, gli uomini illustri come i

più oscuri, i nostri parenti, i nostri amici, come quelli che ci sono indifferenti;

ma non è detto che essi vogliano o possano sempre rispondere alla nostra

chiamata. Indipendentemente dalla loro volontà o dal permesso che può

essere loro rifiutato da una superiore potenza, essi possono anche esserne

impediti da motivi che non ci è sempre concesso di poter conoscere. Vogliamo

dire, che non vi è impedimento assoluto, che si opponga alle comunicazioni

(eccetto quello che diremo qui appresso). Gli ostacoli, che possono impedire a

uno spirito di manifestarsi, sono quasi sempre di carattere individuale, e si

riferiscono spesso alle circostanze.

275 - Fra le cause che possono opporsi alla manifestazione di uno spirito,

alcune sono interne, altre esterne. Sono da collocare fra le prime le sue

occupazioni o le missioni che egli compie e da cui non può essere sviato per

aderire ai nostri desideri; in questo caso, la sua visita, è soltanto rimandata.

E’ da considerare ancora la sua situazione. Quantunque lo stato di

incarnazione non sia un ostacolo assoluto, esso, peraltro, può essere un

impedimento in certi momenti, soprattutto quando ha luogo nei mondi

inferiori e quando lo stesso spirito è poco smaterializzato. Nei mondi

superiori, in cui i legami dello spirito e della materia sono debolissimi, la

manifestazione è quasi altrettanto facile che nello stato errante, ed in tutti i

casi più facile che in quelli in cui la materia corporea è più compatta.

Le cause esterne sono relative specialmente alla natura del medium, alla

natura della persona che evoca, all’ambiente nel quale si fa l’evocazione, ed

infine allo scopo che ci si propone.

Certi medium ricevono più particolarmente comunicazioni dai loro spiriti

 

255

familiari, i quali possono essere più o meno elevati; altri sono atti a servire da

intermediari a tutti gli spiriti; ciò dipende dalla simpatia o dall’antipatia,

dall’attrazione o dalla repulsione che lo spirito personale del medium esercita

sopra lo spirito estraneo, che può prenderlo per interprete con piacere o con

ripugnanza. Ciò dipende ancora, indipendentemente dalle qualità intime del

medium, dallo sviluppo della facoltà medianica.

Gli spiriti vengono più volentieri e soprattutto sono più espliciti con un

medium che non offra loro alcun ostacolo materiale. D’altra parte, a pari

condizioni morali, quanto maggiore facilità ha un medium per scrivere e per

esprimersi con proprietà, tanto più facilmente si generalizzano le sue relazioni

con il mondo spiritico.

276 - Conviene ancora tenere conto della facilità che dà l’abitudine di

comunicare con l’uno o l’altro spirito. Con il tempo, lo spirito estraneo si

identifica con quello del medium ed anche con colui che lo evoca. A parte la

questione di simpatia, si stabiliscono fra loro rapporti fluidici che rendono le

comunicazioni più pronte; perciò un primo colloquio non è sempre così

soddisfacente come si potrebbe desiderare, ed è per questo che gli spiriti

stessi domandano spesso di essere richiamati. Lo spirito che viene per

consuetudine si trova come se fosse a casa sua; è familiarizzato con i suoi

uditori e con i suoi interpreti; egli parla ed agisce più liberamente.

277 - Riassumendo, da ciò che noi abbiamo detto, risulta che la facoltà di

evocare uno spirito qualunque non implica, per lo spirito, l’obbligo di essere

ai nostri ordini; che può venire in un momento e non in un altro, con un certo

medium od evocatore che gli piace e non con un altro; dire quello che vuole,

senza essere costretto a dire ciò che non vuole; andarsene quando desidera;

infine che, per cause dipendenti o no dalla sua volontà, dopo essersi mostrato

assiduo durante qualche tempo, può tutto ad un tratto cessare di venire.

Per tutti questi motivi, allorché si desidera chiamare un nuovo spirito, è

necessario domandare alla propria guida protettrice se l’evocazione è

possibile; nel caso che non lo fosse, essa ne spiega quasi sempre i motivi, ed

allora è inutile insistere.

278 - Qui si presenta una questione importante, quella cioè di sapere se vi

siano o meno inconvenienti ad evocare cattivi spiriti. Ciò dipende dallo scopo

che noi ci proponiamo e dall’ascendente che si può avere sopra di essi.

L’inconveniente è nullo quando essi sono chiamati con uno scopo serio,

 

256

istruttivo, e con l’intento di migliorarli; è grandissimo, al contrario, quando si

evocano per pura curiosità o facezia, o se ci mettiamo sotto la loro

dipendenza, domandando loro un servizio qualunque. I buoni spiriti, in

questo caso, possono benissimo dar loro il potere di fare ciò che loro si

domanda, salvo a punire severamente più tardi il temerario che avesse osato

invocare il loro soccorso e crederli più potenti di Dio. Invano potremmo

promettere di farne un buon uso in seguito e di congedare il servitore quando

il servizio è reso; questo stesso servizio che si è sollecitato, per quanto piccolo

sia, è un vero patto concluso con il cattivo spirito, e questi non abbandona mai

facilmente la sua preda (vedi numero 212).

279 - L’ascendente sopra gli spiriti inferiori non si esercita se non con la

superiorità morale. Gli spiriti perversi riconoscono come propri superiori

gli uomini dabbene. Di fronte a quelli che oppongono loro soltanto la forza

della volontà, che è una specie di forza brutale, essi lottano, e spesso sono i

più forti.

Qualcuno cercava così di domare uno spirito ribelle con la sua volontà. Lo

spirito gli rispose:

“Lasciami dunque tranquillo con le tue arie da bravaccio, tu che non vali

meglio di me; non si direbbe forse che un ladro fa la morale ad un altro

ladro?”.

Potrebbe darsi che il nome di Dio invocato contro di essi rimanga impotente.

San Luigi ne diede la ragione nella risposta seguente:

“Il nome di Dio non ha influenza contro gli spiriti imperfetti, se non quando

colui che lo adopera può servirsene con autorità, in forza delle sue virtù; nella

bocca di un uomo che non avesse alcuna superiorità morale sopra lo spirito, è

una parola come un’altra. Lo stesso dicasi delle cose sante che si oppongono

loro. L’arma più terribile diventa inoffensiva nelle mani inabili a servirsene od

incapaci di portarla”.

Linguaggio da tenersi con gli spiriti

280 - Il grado di superiorità o d’inferiorità degli spiriti indica naturalmente il

tono che con essi si deve tenere. E’ cosa evidente, che quanto più essi sono

elevati, tanto maggior diritto hanno al nostro rispetto, ai nostri riguardi, alla

nostra sottomissione. Non dobbiamo dimostrare loro minor deferenza di

 

257

quella che avremmo loro portato quando erano vivi, ma per altri motivi: sulla

terra noi avremmo considerato il loro rango e la loro posizione sociale; invece,

nel mondo degli spiriti, il nostro rispetto è diretto soltanto alla loro

superiorità morale. La loro stessa elevazione li mette al disopra delle puerilità

delle nostre forme adulatrici. Non è con le parole che noi possiamo

accattivarci la loro benevolenza, ma con la sincerità dei nostri sentimenti.

Sarebbe dunque ridicolo dare loro i titoli che i nostri costumi consacrano alla

distinzione della posizione sociale, e che, durante la loro vita, avrebbero

potuto lusingare la loro vanità; se sono realmente superiori, non solamente

essi non ci tengono, ma se ne dispiacciono. Un buon pensiero è loro più

gradito che gli epiteti più laudativi; se così non fosse, non sarebbero al disopra

dell’umanità. Lo spirito di un venerabile ecclesiastico, che fu, mentre viveva

sulla terra, un principe della chiesa, uomo dabbene, praticante la legge di

Gesù, rispose un giorno a qualcuno che lo evocava, dandogli il titolo di

monsignore:

“Tu dovresti dire almeno, ex monsignore; giacché qui di signore non vi è

che Dio: sappi bene che io vedo alcuni di quelli che sopra la terra si mettevano

ai miei ginocchi, e davanti ai quali ora mi inchino io stesso”.

Quanto agli spiriti inferiori, il loro carattere ci indica il linguaggio che

dobbiamo tenere con essi. Nel numero ve ne sono di quelli che, quantunque

inoffensivi ed anche benevoli, sono leggieri, ignoranti, storditi; il trattarli allo

stesso modo degli spiriti seri, come fanno alcuni, sarebbe lo stesso che

inchinarsi davanti a uno scolaro o davanti a un asino a cui si fosse posto un

berretto da dottore. Il tono di familiarità non potrebbe essere fuori di posto

con essi, e non se ne formalizzano; anzi vi si prestano volentieri.

Fra gli spiriti inferiori ve ne sono di quelli che sono infelici. Di qualunque

genere possano essere le colpe che espiano, le loro sofferenze sono titoli tanto

più grandi alla nostra commiserazione, in quanto nessuno può vantarsi di

sfuggire alle parole di Cristo: “Colui il quale è senza peccato getti la prima

pietra”. La nostra benevolenza è per essi un sollievo; e, in mancanza di

simpatia, essi devono trovare l’indulgenza che noi desidereremmo che si

avesse per noi.

Gli spiriti che rivelano la loro inferiorità con il cinismo del loro linguaggio,

con le menzogne, con la bassezza dei sentimenti e con la perfidia dei loro

consigli, sono certamente meno degni del nostro interesse di quelli le cui

parole attestano il pentimento; noi dobbiamo loro almeno la pietà che

accordiamo ai più grandi colpevoli, ed il mezzo di ridurli al silenzio è di

mostrarsi ad essi superiori; essi si emancipano solamente con la gente da cui

credono di non aver niente da temere; poiché gli spiriti perversi sentono i loro

 

258

maestri negli uomini buoni, come negli spiriti superiori.

Riassumendo, tanto sarebbe mancare di rispetto il trattare da pari a pari con

gli spiriti superiori, quanto sarebbe ridicolo avere una stessa deferenza per

tutti, senza eccezione. Si abbia dunque venerazione per quelli che la meritano,

riconoscenza per quelli che ci proteggono e ci assistono; per tutti gli altri, una

benevolenza di cui un giorno, forse, avremo noi stessi bisogno. Penetrando

nel mondo incorporeo, impariamo a conoscerlo, e questa conoscenza deve

regolarci nelle nostre relazioni con quelli che la abitano. Gli antichi, nella loro

ignoranza, hanno innalzato loro degli altari; per noi, sono soltanto creature

più o meno perfette e non innalziamo altari se non a Dio.

Utilità delle evocazioni particolari

281 - Le comunicazioni che si ottengono dagli spiriti molto elevati, e da quelli

che hanno animato i grandi personaggi dell’antichità sono preziose per gli alti

insegnamenti che racchiudono. Questi spiriti hanno acquistato un grado di

perfezione che permette loro di abbracciare una sfera d’idee più estesa, di

penetrare i misteri che oltrepassano la portata volgare dell’umanità, e per

conseguenza di iniziarci meglio che altri a certe cose. Ciò non vuol dire però

che le comunicazioni degli spiriti di un ordine meno elevato siano senza

utilità: l’osservatore vi attinge più di un’istruzione, Per conoscere i costumi di

un popolo, conviene studiarlo in tutti i gradi della scala sociale. Chiunque

l’avesse visto soltanto sotto un aspetto lo conoscerebbe male. La storia di un

popolo non è quella dei suoi re e delle sommità sociali; per giudicarlo,

conviene vederlo nella vita intima, e nelle sue abitudini private. Ora, gli spiriti

superiori sono le sommità del mondo spiritico; la loro stessa elevazione li

colloca talmente al disopra di noi, che siamo spaventati della distanza che ci

separa.

Gli spiriti più borghesi (ci si perdoni quest’espressione) ci rendono più

palpabili le circostanze della loro nuova esistenza. In essi, il legame fra la vita

corporea e la vita spiritica è più intimo, e noi lo comprendiamo meglio, perché

ci tocca più da vicino. Sentendo da loro stessi che cosa sono diventati, ciò che

pensano, quello che provano gli uomini di tutte le condizioni e di tutti i

caratteri, gli uomini per bene come i viziosi, i grandi ed i piccoli, i felici e gli

infelici del secolo, in una parola gli uomini che hanno vissuto fra noi, che

abbiamo visto e conosciuto, di cui conosciamo la vita reale, le virtù e gli errori,

di cui intendiamo le gioie e le sofferenze; noi ci associamo ad essi e ne

 

259

attingiamo un insegnamento morale, tanto più utile in quanto sono più intime

le relazioni fra essi e noi. Noi ci mettiamo più facilmente al posto di colui che

fu nostro eguale che di quello che vediamo soltanto attraverso il miraggio

d’una gloria celeste. Gli spiriti volgari ci mostrano l’applicazione pratica delle

grandi e sublimi verità, di cui gli spiriti superiori c’insegnano la teoria. D’altra

parte, nello studio d’una scienza nulla vi è d’inutile.

L’evocazione degli spiriti volgari ha inoltre il vantaggio di metterci in

relazione con spiriti sofferenti, che si possono sollevare e di cui si può

facilitare l’avanzamento con utili consigli e con preghiere. Possiamo dunque

renderci utili agli stessi spiriti nello stesso tempo in cui facciamo la nostra

istruzione: vi è dell’egoismo nel cercare soltanto la nostra soddisfazione nei

colloqui con gli spiriti, e colui che sdegna di tendere una mano soccorrevole a

quelli che sono infelici, dà nello stesso tempo prova di orgoglio. A cosa gli

serve ottenere belle comunicazioni di spiriti eletti, se ciò non lo rende migliore

per se stesso, più caritatevole e più benevolo per i suoi fratelli di questo

mondo e dell’altro?

Che cosa diverrebbero i poveri ammalati se i medici rifiutassero di toccare le

loro piaghe?

Domande circa le evocazioni

282 - 1) Si possono evocare gli spiriti senza essere medium?

“Chiunque può evocare gli spiriti, e se quelli che voi chiamate non possono

manifestarsi materialmente, essi comunque vengono presso di voi e vi

ascoltano”.

2) Lo spirito evocato risponde sempre alla chiamata che gli è fatta?

“Ciò dipende dalle condizioni nelle quali egli si trova, poiché vi sono

circostanze in cui egli non può venire”.

3) Quali sono le cause che possono impedire ad uno spirito di venire alla

nostra chiamata?

“La sua volontà prima di tutto; poi il suo stato corporale, se egli è incarnato, le

missioni di cui può essere incaricato, ovvero ancora, il permesso che può

essergli rifiutato.

“Vi sono spiriti che non possono mai comunicare; sono quelli che, per la loro

natura, appartengono ancora ai mondi inferiori alla terra. Non possono

 

260

neppure comunicare quelli che sono nelle sfere di punizione, a meno di un

permesso superiore, che è accordato soltanto per uno scopo di generale

vantaggio. Affinché uno spirito possa comunicare, bisogna che abbia

raggiunto il grado di avanzamento del mondo in cui è chiamato, altrimenti è

straniero alle idee di questo mondo e non ha alcun punto di paragone. La

stessa cosa non avviene per quelli che sono inviati in missione o in espiazione

nei mondi inferiori: essi hanno le idee necessarie per rispondere”.

4) Per quali motivi il permesso di comunicare può essere rifiutato ad uno

spirito?

“Questa può essere una prova od una punizione per lui o per colui che lo

chiama”.

5) Come mai gli spiriti dispersi nello spazio o nei differenti mondi, possono

intendere da tutti i punti dell’universo le evocazioni che sono loro fatte?

“Spesso essi ne sono avvertiti dagli spiriti familiari che vi attorniano e che

vanno a cercarli; ma qui accade un fenomeno che è difficile spiegarvi, giacché

voi non potete ancora capire il modo di trasmissione del pensiero fra gli

spiriti. Quello che posso dirvi, è, che lo spirito evocato, per quanto distante sia

da voi, riceve, per così dire, il contraccolpo del pensiero, come una specie di

commozione elettrica, che richiama la sua attenzione verso la parte da cui

viene il pensiero a lui diretto. Si può dire che egli senta il pensiero come sopra

la terra voi sentite la voce”.

- E’ il fluido universale il veicolo del pensiero, come l’aria è quello del suono?

“Sì, con questa differenza che il suono può farsi sentire solo in un raggio

limitatissimo, mentre il pensiero raggiunge l’infinito. Lo spirito, nello spazio,

è come il viaggiatore in mezzo ad una vasta pianura, che sentendo

pronunciare il suo nome, si dirige verso la parte da dove è stato chiamato”.

6) Sappiamo che le distanze sono poca cosa per gli spiriti, tuttavia non

possiamo non meravigliarci di vederli spesso rispondere così prontamente

all’appello come se fossero già pronti.

“Infatti qualche volta lo sono. Se l’evocazione è premeditata, lo spirito ne è

avvertito anticipatamente e si trova sovente presente prima del momento in

cui lo si chiama”.

7) Il pensiero dell’evocatore è forse più o meno facilmente inteso secondo

certe circostanze?

“Senza alcun dubbio; lo spirito chiamato da un sentimento simpatico e

benevolo, è più vivamente scosso; riconosce quasi una voce amica; senza ciò,

accade spesso che l’evocazione non raggiunga il suo scopo. Il pensiero che

 

261

sgorga dall’evocazione colpisce lo spirito; se è mal diretto, si perde nel vuoto.

“Accade per gli spiriti quello che avviene per gli uomini; se colui che li chiama

è loro indifferente od antipatico, possono sentirlo, ma spesso non lo

ascoltano”.

8) Lo spirito evocato viene volontariamente, oppure vi è costretto?

“Egli obbedisce alla volontà di Dio, cioè alla legge generale che regge

l’universo; e perciò la parola costretto non è esatta, poiché egli giudica se è

utile venire: e qui sta ancora per lui il libero arbitrio. Lo spirito superiore

viene sempre quando è chiamato per uno scopo utile; egli non si rifiuta di

rispondere che nei circoli di gente poco seria, che trattano la cosa per burla”.

9) Può lo spirito evocato rifiutarsi di venire alla chiamata che gli è fatta?

“Certamente; dove sarebbe, senza di ciò, il libero arbitrio? Credete voi che

tutti gli esseri dell’universo siano ai vostri ordini? E voi stessi, vi credete forse

obbligati di rispondere a tutti quelli che pronunciano il vostro nome? Quando

dico che può rifiutarsi, intendo dietro richiesta dell’evocatore, poiché uno

spirito inferiore può essere costretto a venire da uno spirito superiore”.

10) Vi è forse per l’evocatore un mezzo per costringere uno spirito a venire

suo malgrado?

“Nessuno, se questo spirito è vostro eguale o vostro superiore in moralità -

dico in moralità e non in intelligenza - poiché voi non avete sopra di lui

alcuna autorità; se egli poi è vostro inferiore, voi potete costringerlo, se ciò è

per il suo bene, poiché allora altri spiriti vi aiuteranno”. (Vedi n. 279).

11) Vi è forse qualche inconveniente ad evocare gli spiriti inferiori, e si può

temere, chiamandoli, di porsi sotto il loro dominio?

“Essi dominano soltanto quelli che si lasciano dominare. Colui che è assistito

da buoni spiriti nulla ha da temere; egli si impone agli spiriti inferiori, e questi

non si impongono a lui. Nell’isolamento, i medium, e soprattutto quelli che

sono alle prime esperienze, debbono astenersi da questa specie di evocazioni”.

(Vedi n. 278).

12) E’ necessario avere qualche disposizione particolare nelle evocazioni?

“La più essenziale di tutte le disposizioni è il raccoglimento, quando si vuole

trattare con spiriti seri. Con la fede e con il desiderio del bene si è più potenti

per evocare gli spiriti superiori. Elevando la vostra anima nel raccoglimento di

alcuni istanti al momento dell’evocazione, vi identificate con i buoni spiriti e li

disponete a venire”.

13) La fede è necessaria per le evocazioni?

 

262

“La fede in Dio, sì. La fede verrà, peraltro, se voi volete il bene e se avete il

desiderio di istruirvi”.

14) Gli uomini riuniti in una comunione di pensieri e di intenzioni, hanno

maggiore potenza per evocare gli spiriti?

“Allorquando tutti sono riuniti nella carità e nell’amore del bene, ottengono

grandi cose. Per contro, nulla è più nocivo al risultato delle evocazioni che la

divergenza di pensieri”.

15) La precauzione di fare la catena dandosi la mano durante qualche

minuto al principio delle riunioni è utile?

“La catena è un mezzo materiale che non realizza l’unione fra voi, se non

esiste nel pensiero; ciò che è più utile di tutto, è di unirsi in un pensiero

comune, domandando, ognuno dal canto suo, buoni spiriti. Voi non sapete

tutto quello che potrebbe ottenere una riunione seria e compatta da cui fosse

bandito ogni sentimento di orgoglio e di personalità, e dove regnasse un

perfetto sentimento di reciproca cordialità”.

16) Le evocazioni a giorni ed ore fisse, sono preferibili?

“Sì, e se è possibile nello stesso luogo; gli spiriti vi intervengono più volentieri;

è il vostro desiderio costante che aiuta gli spiriti a venire a mettersi in

comunicazione con voi. Gli spiriti hanno le loro occupazioni, che non possono

lasciare all’improvviso per vostra soddisfazione personale. Ho detto nello

stesso luogo, ma non crediate che ciò sia un’assoluta necessità poiché gli

spiriti vengono dappertutto; voglio dire che un luogo consacrato a ciò è

preferibile, perché è più profondo il raccoglimento”.

17) Certi oggetti, quali le medaglie ed i talismani, hanno la proprietà di

attirare o di rigettare gli spiriti, come pretendono alcuni?

“Questa domanda è inutile, poiché voi sapete bene che la materia non ha

azione di sorta sugli spiriti. Siate ben certi che mai un buono spirito consiglia

simili assurdità; la virtù dei talismani, di qualunque natura essi siano, non è

mai esistita fuorché nell’immaginazione delle persone credule”.

18) Che cosa dobbiamo pensare degli spiriti che danno appuntamenti in

luoghi lugubri o strani, e in ore indebite?

“Questi spiriti si divertono a spese di coloro che li ascoltano. E’ sempre inutile

e spesso pericoloso il cedere a tali suggestioni; inutile, perché vi si guadagna

soltanto di essere ingannati; pericoloso, non per il male che possono fare gli

spiriti, ma per l’influenza che ciò può esercitare sui cervelli deboli”.

19) Vi sono giorni ed ore più propizie alle evocazioni di spiriti?

 

263

“Per gli spiriti ciò è completamente indifferente come tutto ciò che è

materiale, e sarebbe una superstizione il credere all’influenza dei giorni e

delle ore. I momenti più propizi sono quelli in cui l’evocatore può essere meno

distratto dalle sue occupazioni abituali; quando il suo corpo ed il suo spirito

sono più calmi”.

20) L’evocazione è per gli spiriti una cosa gradevole o penosa? Vengono essi

volentieri quando sono chiamati?

“Ciò dipende dal loro carattere e dal motivo per cui sono chiamati. Quando lo

scopo è lodevole, e quando il circolo è loro simpatico, allora la cosa è per essi

molto gradevole ed anche attraente; gli spiriti sono sempre felici dell’affetto

che si dimostra loro. Ve ne sono di quelli per cui è una grande soddisfazione

comunicare con gli uomini, e che soffrono dell’abbandono in cui sono lasciati.

Ma, come già dissi, ciò dipende anche dal loro carattere. Fra gli spiriti ve ne

sono di misantropi, che non amano essere disturbati, e le cui risposte

risentono del loro cattivo umore, soprattutto quando sono chiamati da

persone indifferenti, alle quali essi non si interessano affatto. Uno spirito non

ha, spesso, alcun motivo per venire alla chiamata di uno sconosciuto che gli è

indifferente, e che è quasi sempre mosso dalla curiosità; se viene, non fa di

solito che brevi apparizioni, a meno che non vi sia uno scopo serio ed

istruttivo nell’evocazione”.

Osservazione. - Si vedono persone che evocano i loro parenti per

domandare loro soltanto le cose più volgari della vita materiale; per esempio,

l’una per sapere se affitterà o venderà la sua casa, un’altra per conoscere il

profitto che trarrà dal suo commercio, oppure il luogo ove fu deposto del

denaro, o se un dato affare sarà o no vantaggioso. I nostri parenti

d’oltretomba si interessano a noi soltanto in ragione dell’affetto che abbiamo

per loro. Se tutto il nostro pensiero si limita a crederli stregoni, o se pensiamo

ad essi soltanto per chieder loro indicazioni, non possono avere per noi una

grande simpatia, e non dobbiamo meravigliarci della poca benevolenza che ci

dimostrano.

21) Vi è differenza tra gli spiriti buoni ed i cattivi nella premura che

dimostrano di venire alla nostra chiamata?

“Grandissima; i cattivi spiriti vengono volentieri soltanto in ragione del

dominio e dell’inganno che sperano di esercitare; ma essi provano una viva

contrarietà quando sono costretti a venire per confessare le loro colpe, e non

domandano che di andarsene come uno scolaro che vien chiamato per una

 

264

correzione. Possono esservi costretti dagli spiriti superiori, come ad un

castigo, e per l’istruzione degli incarnati. L’evocazione è penosa per i buoni

spiriti, quando sono chiamati inutilmente per futilità; allora essi non

vengono, oppure si ritirano presto.

“Voi potete ammettere per principio che gli spiriti quali che essi siano, non

amano, come non amate voi, servire da distrazione per i curiosi. Spesso,

nell’evocare uno spirito, voi non avete altro scopo che di vedere ciò che vi dirà,

o di interrogarlo sopra particolarità della sua vita, che egli non ama farvi

conoscere, poiché non ha alcun motivo per farvi le sue confidenze; e voi

credete che egli starà lungamente sotto interrogatorio per il vostro buon

piacere? Disingannatevi; ciò che non avrebbe fatto mentre era in vita, lo farà

ancor meno come spirito”.

Osservazione. - L’esperienza prova infatti, che l’evocazione è sempre

gradita agli spiriti, quando è fatta per uno scopo serio ed utile; i buoni

vengono ad istruirci con piacere; quelli che soffrono trovano un sollievo nella

simpatia che loro si dimostra; quelli che abbiamo conosciuti in vita sono

soddisfatti della nostra memoria. Gli spiriti leggieri amano di essere evocati

dalle persone frivole, perché ciò fornisce loro un’occasione di divertirsi alle

loro spese; essi si trovano male con le persone serie.

22) Gli spiriti, per manifestarsi, hanno sempre bisogno di essere evocati?

“No, spesso si presentano senza essere chiamati, e ciò prova che vengono

volentieri”.

23) Allorché uno spirito si presenta da se stesso, possiamo essere più certi

della sua identità?

“In nessuna maniera, gli spiriti ingannatori impiegano sovente questo mezzo

per darla ad intendere”.

24) Allorché si invoca con il pensiero lo spirito di una persona, questo

spirito viene da noi anche quando non vi è manifestazione per mezzo della

scrittura, o altrimenti?

“La scrittura è per lo spirito un mezzo materiale di attestare la sua presenza,

ma è il pensiero che li attira, e non il fatto della scrittura”.

25) Allorché si manifesta uno spirito inferiore, possiamo obbligarlo a

ritirarsi?

“Sì, non ascoltandolo. Ma come volete che si ritiri, quando voi vi divertite

 

265

delle sue turpitudini? Gli spiriti inferiori si attaccano a quelli che li ascoltano

con compiacenza, come fanno gli sciocchi fra di voi”.

26) L’evocazione fatta in nome di Dio è una garanzia contro l’intrusione dei

cattivi spiriti?

“Il nome di Dio non è un freno per tutti gli spiriti perversi, ma ne trattiene

molti; con questo mezzo, voi ne allontanate sempre qualcuno, e ne

allontanereste di più se fosse fatta dal fondo del cuore e non come una

comune formula”.

27) Si potrebbero evocare nominativamente parecchi spiriti per volta?

“Non vi è in ciò alcuna difficoltà, e se voi aveste tre o quattro mani per

scrivere, tre o quattro spiriti vi risponderebbero nello stesso tempo; ciò

succede, infatti, quando vi sono molti medium”.

28) Allorché molti spiriti sono evocati simultaneamente e non vi è che un

solo medium, quale è colui che risponde?

“Uno di essi risponde per tutti, ed esprime il pensiero collettivo”.

29) Potrebbe il medesimo spirito comunicare in una volta, e seduta stante,

per mezzo di due medium differenti?

“Tanto facilmente quanto lo può fare un uomo che sa dettare molte lettere in

una volta”.

Osservazione. - Noi abbiamo visto uno spirito rispondere

contemporaneamente, a mezzo di due medium, alle domande che gli si

indirizzavano, dall’uno in inglese, e dall’altro in francese; le risposte erano

non solo identiche nel senso, ma alcune erano la reciproca traduzione

letterale l’una dell’altra. Due spiriti evocati simultaneamente da due medium

possono stabilire fra loro una conversazione; a questo modo di

comunicazione, non essendo per essi necessario, poiché si leggono

reciprocamente nel pensiero, vi si prestano tuttavia per nostra istruzione.

Qualora essi siano spiriti inferiori, essendo ancora imbevuti delle passioni

terrestri e delle idee corporee, può succedere di vederli disputare ed

apostrofarsi con parole grossolane, di rimproverarsi reciprocamente i loro

torti, ed anche di lanciare i lapis, i canestrini, le tavolette, ecc., l’uno contro

l’altro.

30) Lo spirito, evocato nello stesso tempo sopra molti punti, può rispondere

simultaneamente alle domande che gli sono dirette?

 

266

“Sì, quando sia uno spirito elevato”.

- In questo caso lo spirito si divide, oppure ha il dono dell’ubiquità?

“Il sole è uno, e tuttavia irradia tutto intorno, portando lontano i suoi raggi

senza suddividersi; lo stesso avviene per gli spiriti. Il pensiero dello spirito è

come una scintilla, che proietta lontano la sua luce e può essere vista da tutti i

punti dell’orizzonte. Più è puro lo spirito, tanto più il suo pensiero irradia e si

spande come la luce. Gli spiriti inferiori sono troppo materiali; essi non

possono rispondere che ad una sola persona per volta, e non possono venire

se sono chiamati altrove.

“Uno spirito superiore, chiamato nello stesso tempo da due punti differenti,

risponderà alle due evocazioni, se esse sono entrambe ugualmente serie e

ferventi; nel caso contrario, egli darà la preferenza alla più seria”.

Osservazione. - Sarebbe lo stesso per un uomo, che senza cambiare di

posto potrebbe trasmettere il suo pensiero per mezzo di segnali visibili da

differenti posizioni. In una seduta della Società parigina di studi spiritici,

dove era stata discussa la questione dell’ubiquità, uno spirito dettò

spontaneamente la comunicazione seguente:

“Voi domandavate questa sera quale è la gerarchia degli spiriti riguardo

all’ubiquità. Paragonateci ad un aerostato che si innalzi a poco a poco

nell’aria. Quando rade ancora la terra, solo un piccolissimo cerchio può

scorgerlo; a misura che egli si innalza, il cerchio si allarga per lui, e quando è

giunto ad una certa altezza appare ad un numero infinito di persone. Così è

per noi: un cattivo spirito, che è ancora attaccato alla terra, resta in un circolo

ristretto di persone che lo vedono. Quando sale in grazia, cioè quando

migliora, egli può discorrere con molte persone; e quando poi è diventato

spirito superiore, egli può irradiare come la luce del sole, e mostrarsi a molte

persone e in molti luoghi in una sola volta.

(CHANNING)

31) Si possono evocare i puri spiriti, cioè quelli che hanno terminato la serie

delle loro incarnazioni?

“Sì, ma ben raramente; essi comunicano soltanto ai cuori puri e sinceri, e non

agli orgogliosi ed agli egoisti. Così è necessario diffidare degli spiriti

inferiori che prendono questa qualità, per darsi maggior importanza ai vostri

occhi”.

 

267

32) Perché gli spiriti degli uomini più illustri vengono così facilmente e

familiarmente alla chiamata degli uomini più oscuri?

“Gli uomini giudicano gli spiriti secondo i loro pregiudizi, ed è un errore.

Dopo la morte del corpo i gradi terrestri non esistono più, non vi è altra

distinzione fra loro che la bontà, e quelli che sono buoni vanno dovunque vi

sia del bene da fare”.

33) Quanto tempo dopo la morte si può evocare uno spirito?

“Si può evocare all’istante stesso della morte, ma essendo in questo momento

lo spirito ancora nel turbamento, non risponderebbe che imperfettamente”.

Osservazione. - La durata del turbamento essendo variabilissima, non può

esservi un termine fisso per fare l’evocazione; è raro tuttavia che nel termine

di otto giorni lo spirito non si riconosca abbastanza per poter rispondere; egli

lo può qualche volta benissimo due o tre giorni dopo la morte. Si può in tutti i

casi tentare con circospezione.

34) L’evocazione all’istante della morte è forse più penosa per lo spirito di

quello che lo sarebbe più tardi?

“Qualche volta sì; è come se qualcuno vi strappasse dal sonno prima che foste

completamente svegli. Ve ne sono tuttavia alcuni che non ne sono contrariati;

ed anzi ciò li aiuta ad uscire dal turbamento”.

35) Come mai lo spirito di un fanciullo, morto in tenera età, può rispondere

con cognizione di causa, anche se mentre era in vita non aveva avuta ancora

la coscienza di se stesso?

“L’anima del fanciullo è uno spirito ancora avvolto nelle fasce della

materia; ma, sciolto dalla materia, egli gode delle sue facoltà di spirito,

giacché gli spiriti non hanno età; il che prova che lo spirito del fanciullo ha già

vissuto, Tuttavia, fintanto che non sia completamente sciolto, può conservare

nel suo linguaggio qualche traccia del carattere della fanciullezza”.

Osservazione. - L’influenza corporea, che si fa sentire più o meno

lungamente sullo spirito del fanciullo, si fa egualmente notare su quelli che

morirono in uno stato di pazzia. Lo spirito per se stesso non è pazzo, ma si sa

che certi spiriti credono durante qualche tempo di essere ancora di questo

mondo. Non è dunque da meravigliarsi che lo spirito del pazzo risenta ancora

degli ostacoli che durante la vita si opponevano alla sua libera manifestazione,

 

268

finché non ne sia completamente sciolto. Questo effetto varia secondo le cause

della pazzia, poiché vi sono dei pazzi che ricuperano tutta la lucidità delle loro

idee immediatamente dopo la loro morte.

Evocazione degli animali

36) Si può evocare lo spirito di un animale?

“Dopo la morte dell’animale, il principio intelligente che era in lui resta in uno

stato latente; esso è subito utilizzato da alcuni spiriti incaricati di questo

compito, per animare nuovi esseri, nei quali esso continua l’opera della sua

elaborazione. Così, nel mondo degli spiriti, non vi sono spiriti di animali

erranti, ma solamente spiriti umani. Ciò risponde alla vostra domanda”.

- Come è stato possibile che alcune persone, avendo evocato animali, ne

hanno ottenuto risposta?

“Evocate una roccia, ed essa vi risponderà. Vi è sempre una quantità di spiriti

pronti a prendere la parola per tutti”.

Osservazione. - E’ per la stessa ragione che, qualora si evocasse un mito od

un personaggio allegorico, egli risponderebbe, vale a dire che qualcuno

risponderebbe per lui, e lo spirito che si presenterebbe ne prenderebbe il

carattere e le maniere. Qualcuno ebbe un giorno l’idea di evocare Tartufo, e

Tartufo venne subito. Anzi, egli parlò d’Orgone, d’Elmira, di Damis e di

Valerio, di cui diede notizie; e quanto a lui, egli contraffece Tartufo con tale

abilissima arte, come se Tartufo fosse stato un personaggio reale. Egli ci disse,

più tardi, di essere lo spirito di un attore che aveva sostenuto questa parte. Gli

spiriti leggieri approfittano sempre dell’inesperienza degli interroganti; ma si

guardano bene dal rivolgersi a quelli che essi conoscono abbastanza illuminati

per scoprire le loro imposture, e che non presterebbero punto fede alle loro

fandonie. La stessa cosa accade fra gli uomini. Un signore aveva nel suo

giardino un nido di cardellini, ai quali pigliava grande interesse. Un giorno il

nido disparve; essendosi assicurato che nessuno di casa sua era colpevole del

delitto, ed essendo medium egli stesso, ebbe l’idea di evocare la madre degli

uccellini; essa venne e gli disse in ottimo francese: “Non accusare alcuno e

rassicurati circa la sorte dei miei piccini; è il gatto che nel saltare ha

rovesciato il nido; lo troverai sotto l’erba, unitamente agli uccelli che non

furono mangiati”. Verificata la cosa, fu trovata esatta. Dobbiamo forse

 

269

concludere che la risposta fu dell’uccello? No, certamente; ma che fu

semplicemente di uno spirito il quale conosceva l’avvenimento. Ciò prova

quanto convenga diffidare delle apparenze e come sia giusta la risposta:

“Evocate una roccia e vi risponderà”. (Vedi più sopra il capitolo della

Medianità negli animali, n. 234).

284 - Evocazione delle persone viventi

37) L’incarnazione dello spirito può forse essere un ostacolo assoluto alla

sua evocazione?

“No, ma bisogna che lo stato del corpo permetta allo spirito di allontanarsi in

quel dato momento. Lo spirito incarnato viene tanto più facilmente, quanto

più è di ordine elevato il mondo in cui si trova, perché i corpi vi sono meno

materiali”.

38) Si può evocare lo spirito di una persona vivente?

“Sì, poiché si può evocare uno spirito incarnato.

“Lo spirito di un vivente può anche nei suoi momenti di libertà presentarsi

senza essere evocato; ciò dipende dalla sua simpatia verso le persone alle

quali si comunica”. (Vedi n. 116, Storia dell’uomo dalla tabacchiera).

39) In quale stato è il corpo della persona il cui spirito è evocato?

“Egli dorme o sonnecchia; è allora che lo spirito è libero”.

- Potrebbe il corpo svegliarsi durante il tempo in cui è assente lo spirito?

“No; lo spirito è costretto a rientrare al suo posto; se in questo momento si

intrattiene con voi, egli vi lascia, e spesso ve ne dice il motivo”.

40) Come mai lo spirito assente dal corpo è avvertito della necessità della

sua presenza?

“Lo spirito di un corpo vivente non è mai completamente separato; a

qualunque distanza si trasporti, egli vi resta attaccato per mezzo di un legame

fluidico, il quale serve a richiamarvelo, quando ciò è necessario; questo

legame è rotto soltanto dalla morte”.

Osservazione. - Questo legame fluidico fu veduto spesso da medium

veggenti. E’ una specie di striscia, o traccia fosforescente, che si perde nello

spazio e nella direzione del corpo. Certi spiriti hanno detto che da ciò

 

270

riconoscono quelli che sono ancora legati al mondo corporeo.

41) Che cosa succederebbe se durante il sonno e nella lontananza dello

spirito il corpo fosse mortalmente ferito?

“Lo spirito sarebbe avvertito e rientrerebbe prima che la morte fosse

consumata”.

- Non potrebbe, in questo caso, accadere che il corpo morisse nell’assenza

dello spirito, e che questo al suo ritorno non vi potesse rientrare?

“No; questa cosa sarebbe contraria alla legge che regge l’unione dell’anima e

del corpo”.

- Ma se il colpo fosse stato improvviso?

“Lo spirito sarebbe stato prevenuto prima che il colpo mortale fosse dato”.

Osservazione. - Lo spirito di un vivente, interrogato su questo fatto,

rispose: “Se il corpo potesse morire nell’assenza dello spirito, sarebbe un

mezzo troppo comodo per commettere dei suicidi ipocriti”.

42) Lo spirito di una persona evocata durante il sonno è tanto libero di

comunicare come quello di una persona morta?

“No; la materia ha sempre più o meno influenza su di esso”.

Osservazione. - Una persona in questo stato, a cui qualcuno rivolgeva

questa domanda, rispose: “Sono sempre incatenato alla palla da cannone

(boulet) che io trascino dietro di me”.

- In questo stato, lo spirito potrebbe essere impedito di venire perché si trova

in un altro luogo?

“Sì; può accadere che lo spirito sia in un luogo ove si compiace di restare, ed

allora egli non viene alla evocazione, soprattutto quando è fatta da qualcuno

che non lo interessa”.

43) E’ assolutamente impossibile evocare lo spirito di una persona sveglia?

“Quantunque difficile, ciò non è assolutamente impossibile, poiché se

 

271

l’evocazione arriva efficace, può darsi che la persona si addormenti; ma lo

spirito non può comunicare, come spirito, se non nei momenti in cui la sua

presenza non è necessaria all’attività intelligente del corpo”.

Osservazione. - “L’esperienza ci prova che l’evocazione fatta durante lo

stato di veglia può provocare il sonno od almeno un assopimento che si

approssima al sonno, ma questo effetto non può aver luogo se non per mezzo

d’una volontà molto energica, e se esistono legami di simpatia fra i due

individui; altrimenti, l’evocazione non ha efficacia. Nel caso stesso in cui

l’evocazione potesse provocare il sonno, se il momento è inopportuno, la

persona non volendo dormire opporrà resistenza, e se soccombe, il suo spirito

ne sarà turbato e risponderà difficilmente. Da ciò risulta che il momento più

favorevole per l’evocazione di una persona viva è quello del suo sonno

naturale, poiché il suo spirito, essendo libero, può venire verso colui che lo

chiama, nello stesso modo che potrebbe andare altrove. Allorché l’evocazione

è fatta con il consenso della persona, e questa cerca di addormentarsi con

questo scopo, può accadere che questa preoccupazione ritardi il sonno e turbi

lo spirito, questo è il motivo per cui il sonno naturale è da scegliersi di

preferenza”.

44) Una persona vivente che venga evocata, ha coscienza della evocazione

al suo risveglio?

“No; voi stessi siete evocati più spesso di quello che pensiate. Il suo spirito

solo lo sa, e può qualche volta lasciargliene una impressione vaga, come

quella di un sogno”.

- Chi può evocarci se noi siamo esseri oscuri?

“In altre esistenze voi potete essere state persone conosciute in questo mondo

o in altri; e poi, possono evocarvi i vostri parenti e i vostri amici che sono in

questo mondo o in altri. Supponiamo che il tuo spirito abbia animato il corpo

di un’altra persona; ebbene, quando questa persona evocherà suo padre, è il

tuo spirito che sarà evocato e che dovrà rispondere”.

45) Lo spirito evocato di una persona vivente, risponde come spirito, o con

le idee dello stato di veglia?

“Ciò dipende dalla sua elevazione, ma egli giudica, in ogni caso, più

sanamente ed ha minori pregiudizi, assolutamente come i sonnambuli; questo

infatti è uno stato quasi simile al sonnambulismo”.

46) Se lo spirito di un sonnambulo in stato di sonno magnetico fosse

 

272

evocato, sarebbe più lucido di quello di tutt’altra persona?

“Egli risponderebbe senza dubbio più facilmente perché è più sciolto; tutto

dipende dal grado di indipendenza dello spirito e del corpo”.

- Lo spirito d’un sonnambulo potrebbe rispondere ad una persona che

l’evocasse da lontano nello stesso tempo in cui risponde verbalmente ad

un’altra?

“La facoltà di comunicare simultaneamente in due punti differenti appartiene

soltanto agli spiriti completamente sciolti dalla materia”.

47) Si potrebbero modificare le idee di una persona allo stato di veglia, con

l’agire sopra il suo spirito durante il sonno?

“Sì, qualche volta: lo spirito, non essendo più collegato alla materia con

legami così intimi, è più accessibile alle impressioni morali; e queste

impressioni possono influire sulla sua maniera di vedere nello stato ordinario.

Per sfortuna, però, avviene spesso che, allo svegliarsi, la natura corporea

prenda il sopravvento e gli faccia dimenticare le buone risoluzioni che ha

potuto prendere”.

48) E’ libero lo spirito di una persona vivente, di dire o di non dire ciò che

vuole?

“Egli ha le sue facoltà di spirito, ed in conseguenza il suo libero arbitrio, e

poiché ha maggiore perspicacia, è ancora più circospetto di quanto lo sia nello

stato di veglia”.

49) Si potrebbe, nell’evocare una persona, obbligarla a dire quello che

vorrebbe tacere?

“Ho detto che lo spirito ha il suo libero arbitrio; ma può succedere che, nella

sua qualità di spirito, attribuisca minor importanza a certe cose, che non nello

stato ordinario; la sua coscienza può parlare più liberamente. D’altra parte, se

essa non vuol parlare, può sempre sfuggire alle importunità andandosene,

poiché non si può trattenere il suo spirito, come si tratterrebbe il suo corpo”.

50) Non potrebbe lo spirito di una persona vivente essere costretto da un

altro spirito a venire ed a parlare, come avviene per gli spiriti erranti?

“Fra gli spiriti, siano essi morti o viventi, non vi è supremazia che per la

superiorità morale, e voi dovete ben credere che uno spirito superiore non

presterebbe mai il suo appoggio ad una vile indiscrezione”.

Osservazione. - Questo abuso di confidenza sarebbe infatti una cattiva

azione, ma che non potrebbe avere alcun risultato, poiché non si può

 

273

strappare un segreto che lo spirito volesse tacere, a meno che, dominato da un

sentimento di giustizia, non confessasse quello che tacerebbe in altre

circostanze. Una persona volle sapere con questo mezzo da uno dei suoi

parenti se il testamento di quest’ultimo fosse in suo favore. Lo spirito rispose:

“Sì, cara nipote, e ne avrete ben presto la prova”. La cosa era infatti reale, ma

pochi giorni dopo il parente distrusse il suo testamento ed ebbe la malizia di

farlo sapere alla nipote, senza tuttavia che egli sapesse di essere stato evocato.

Un sentimento istintivo lo portò senza dubbio ad eseguire la risoluzione che il

suo spirito aveva preso dopo la domanda che gli fu fatta. E’ una vigliaccheria il

domandare allo spirito di un morto o di un vivo, quello che non si oserebbe

domandare alla sua persona, e questa vigliaccheria non ha nemmeno per

compenso il risultato che da ciò si vuole ricavare.

51) Si può evocare uno spirito il cui corpo è ancora nel seno della madre?

“No; voi sapete bene che in questo tempo lo spirito è in un turbamento

completo”.

Osservazione. - L’incarnazione non ha luogo definitivamente che al

momento in cui il bambino respira; ma dal momento della concezione, lo

spirito designato per animarlo è preso da un turbamento che aumenta

all’avvicinarsi della nascita e gli toglie la coscienza di se stesso, ed in

conseguenza la facoltà di rispondere (vedi Il Libro degli Spiriti: Ritorno

alla vita corporea; Unione dell’anima con il corpo, n. 344).

52) Uno spirito ingannatore potrebbe egli prendere il posto dello spirito

d’una persona vivente che si evocasse?

“Senza dubbio, e succede anzi molto spesso, soprattutto quando l’intenzione

dell’evocatore non è pura. Del resto, l’evocazione delle persone viventi ha

soltanto interesse come studio psicologico; è necessario astenersene ogni

qualvolta non può avere un risultato istruttivo”.

Osservazione. - Se l’evocazione degli spiriti erranti non è sempre efficace,

per servirci della loro espressione, ciò è molto più frequente per quelli che

sono incarnati; allora soprattutto gli spiriti ingannatori prendono il loro

posto.

 

274

53) L’evocazione di una persona vivente presenta qualche inconveniente?

“Essa non è sempre senza pericolo; ciò dipende dalla posizione della persona,

poiché, se è ammalata, si possono aumentare le sue sofferenze”.

54) Quali sono i casi in cui l’evocazione di una persona vivente può avere

maggiori inconvenienti?

“Conviene astenersi dall’evocare i fanciulli d’età troppo tenera, le persone

gravemente malate ed i vecchi infermi; in una parola, essa può cagionare degli

inconvenienti tutte le volte che il corpo è molto indebolito”.

Osservazione. - La repentina sospensione delle facoltà intellettuali durante

lo stato di veglia, potrebbe anche presentare il pericolo che la persona si

trovasse in questo momento ad avere bisogno di tutta la sua presenza di

spirito.

55) Durante l’evocazione di una persona vivente, il suo corpo prova

stanchezza in seguito al lavoro a cui si dedica lo spirito, quantunque

assente?

Una persona in questo stato, che pretendeva che il suo corpo soffrisse

stanchezza, rispose a questa domanda:

“Il mio spirito è come un pallone frenato attaccato ad un palo; il mio corpo è il

palo che è scrollato dalle stesse scosse del pallone”.

56) Poiché l’evocazione delle persone viventi può avere degli inconvenienti

quando è fatta senza precauzione, il pericolo non esiste qualora si evocasse

uno spirito di cui si conosce l’incarnazione, e che potrebbe trovarsi in

condizioni sfavorevoli?

“No, le circostanze non sono le stesse; verrà soltanto se è in posizione di

venire; e d’altra parte, non vi ho forse detto di domandare, prima di fare

un’evocazione, se essa è possibile?”

57) Allorché noi proviamo, nei momenti più inopportuni, una irresistibile

voglia di dormire, potrebbe ciò provenire dal fatto che noi siamo evocati in

qualche luogo?

“Ciò può senza dubbio accadere, ma il più delle volte è un effetto puramente

fisico, sia che il corpo abbia bisogno di riposo, sia che lo spirito abbia bisogno

della sua libertà”.

 

275

Osservazione. - Una signora di nostra conoscenza, essendo medium, ebbe

un giorno l’idea di evocare lo spirito del suo piccolo nipote che dormiva nella

stessa camera. L’identità fu constatata dal linguaggio, dalle espressioni

familiari del fanciullo e dal racconto esattissimo di molte cose che gli erano

successe nella sua pensione; ma una circostanza venne a confermarla. Tutto

ad un tratto, la mano della medium si ferma nel bel mezzo di una frase, senza

che sia possibile ottenere nulla di più; in quello stesso momento, il fanciullo,

mezzo svegliato, fece diversi movimenti nel suo letto; qualche istante dopo,

essendosi riaddormentato, la mano della medium si mosse nuovamente,

continuando il colloquio interrotto. L’evocazione delle persone viventi, fatta

in buone condizioni, prova nella maniera più incontestabile l’azione distinta

dello spirito e del corpo, ed in conseguenza l’esistenza di un principio

intelligente, indipendente dalla materia (vedi nella Revue Spirite, 1860,

pagg. 11 e 81, molti esempi notevoli di evocazione di persone viventi).

285 - Telegrafia umana (telepatia)

58) Due individui, evocandosi reciprocamente, potrebbero trasmettere i

loro pensieri e corrispondere?

“Sì, e questa «telegrafia umana» sarà un giorno un mezzo

universale di corrispondenza”.

- Perché non potrebbe essere praticata fin da oggi?

“Essa lo è per alcuni, ma non per tutti; è necessario che gli uomini si

purifichino affinché il loro spirito si sciolga dalla materia, e questo è anche

una ragione per fare l’evocazione in nome di Dio. Finora essa è circoscritta

alle anime elette e smaterializzate, il che si riscontra raramente nello stato

attuale degli abitanti della terra.

 

276

26 - DOMANDE CHE SI POSSONO FARE AGLI SPIRITI

Osservazioni preliminari - Domande simpatiche o antipatiche agli spiriti -

Domande sull’avvenire - Sulle esistenze passate e future - Sugli interessi

morali e materiali - Sulla sorte degli spiriti - Sulla salute - Sulle invenzioni e

scoperte - Sui tesori nascosti - Sugli altri mondi.

Osservazioni preliminari

286 - Ha una importanza grandissima il modo di presentare le domande, e

più ancora ciò che riguarda la natura delle domande stesse. Due cose sono da

considerarsi in quelle che si dirigono agli spiriti: la forma e la sostanza.

Riguardo alla forma, esse debbono essere redatte con chiarezza e precisione

evitando le domande complesse. Ma vi è un altro punto non meno

importante, ed è la regola che deve presiedere al loro ordinamento. Allorché

un soggetto richiede una serie di domande, è essenziale che esse siano

concatenate con metodo, in modo che derivino naturalmente le une dalle

altre. Gli spiriti rispondono a queste molto più facilmente e più chiaramente

che non quando sono fatte a caso, passando senza transizione da un soggetto

ad un altro. Per questa ragione, è sempre utilissimo prepararle

anticipatamente salvo intercalarvi, seduta stante, quelle che sono richieste

dalle circostanze. Oltre alla redazione, che deve essere migliore, essendo fatta

a mente riposata, questo lavoro preparatorio è, come abbiamo già detto, una

specie di evocazione anticipata, alla quale lo spirito può avere assistito ed

essersi disposto a rispondere. Si osserverà che spesso lo spirito risponde in

anticipazione a certe domande, il che prova che già le conosceva.

La sostanza della domanda richiede un’attenzione ancora più seria, poiché la

risposta, giusta o falsa, è provocata dalla natura della domanda; ve ne sono di

quelle sulle quali gli spiriti non possono e non debbono rispondere, per motivi

a noi sconosciuti; è dunque del tutto inutile insistere; ma ciò che soprattutto

si deve evitare, sono le domande fatte allo scopo di mettere alla prova la loro

perspicacia. Quando una cosa esiste, si dice, essi debbono conoscerla. Ora è

precisamente perché la cosa è da voi conosciuta, o che voi avete i mezzi di

verificarla, che essi non si danno la pena di rispondere. Questo sospetto li

urta, e non si ottiene da loro nulla di soddisfacente. Non ne abbiamo

continuamente esempi fra noi? Uomini superiori, e che hanno la coscienza del

 

277

loro valore, si divertirebbero forse a rispondere a tutte le sciocche domande

che tendessero a sottometterli ad un esame come se fossero scolari? Il

desiderio di fare un nuovo adepto di tale o tal altra persona non è per gli

spiriti un motivo di soddisfare una vana curiosità; essi sanno che la

convinzione presto o tardi si farà strada, ed i mezzi che impiegano per

portarla a maturità non sono sempre quelli da noi pensati.

Supponete un uomo grave occupato in cose utili e serie, incessantemente

tormentato dalle domande puerili di un fanciullo, e voi avrete un’idea di ciò

che debbono pensare gli spiriti superiori di quelle sciocchezze che loro si

fanno sentire. Ciò non vuol dire che non si possano ottenere utili ragguagli e

soprattutto eccellenti consigli dagli stessi spiriti; ma essi rispondono più o

meno bene, secondo le cognizioni che essi stessi posseggono, l’interesse che

meritiamo da parte loro, e l’affetto che ci portano; ed infine secondo

l’importanza dello scopo che ci proponiamo e l’utilità che essi vedono nella

cosa; ma se tutto il nostro pensiero si limita a crederli più atti che non altri a

ragguagliarci utilmente sopra le cose di questo mondo, essi non possono avere

per noi una profonda simpatia; ed in conseguenza fanno delle brevissime

apparizioni; e, secondo il grado della loro imperfezione, dimostrano spesso il

loro cattivo umore per essere stati inutilmente disturbati.

287 - Certe persone immaginano che sia preferibile astenersi dal fare

domande, e che conviene aspettare l’insegnamento degli spiriti senza

provocarlo. Questo è un errore. Gli spiriti danno senza fallo istruzioni

spontanee di altissima portata, e che si avrebbe torto di trascurare; ma vi sono

spiegazioni che si aspetterebbero spesso lungo tempo, se non fossero

provocate. Senza le domande che abbiamo proposte, il Libro degli Spiriti ed il

Libro dei Medium si dovrebbero ancora incominciare, od almeno sarebbero

molto meno completi; ed una quantità di problemi di una grande importanza

non sarebbero ancora risolti. Le domande, ben lungi dall’avere il minimo

inconveniente, sono utilissime dal punto di vista dell’istruzione, quando si sa

tenerle nei limiti voluti. Esse hanno ancora un altro vantaggio, quello cioè di

aiutare a smascherare gli spiriti ingannatori, i quali, essendo più vani che

sapienti, subiscono raramente a loro vantaggio la prova di domande fatte con

logica serrata, con le quali si vedono respinti nei loro ultimi trinceramenti. Al

contrario, gli spiriti veramente superiori nulla hanno da temere da un simile

sindacato, e sono essi i primi a provocare spiegazioni sui punti oscuri. Gli

altri, al contrario, temendo di impegnarsi con un avversario più forte, hanno

grande cura di evitare spiegazioni, e per questo raccomandano in generale ai

medium che essi vogliono dominare ed ai quali vogliono far accettare le loro

utopie, di astenersi da ogni controversia circa i loro insegnamenti.

 

278

Se si è capito per bene quello che abbiamo detto fin qui, ognuno può già farsi

un’idea dei limiti in cui conviene contenere le domande che si possono

indirizzare agli spiriti; tuttavia, per maggior certezza, diamo qui appresso le

risposte, che ci furono date ai principali argomenti, sui quali le persone poco

sperimentate sono generalmente disposte a formulare le loro domande.

288 - Domande simpatiche o antipatiche agli spiriti

1) Rispondono gli spiriti volentieri alle domande, che vengono loro rivolte?

“Secondo le domande. Gli spiriti seri rispondono sempre con piacere a quelle

che hanno per scopo il bene ed i mezzi di farvi avanzare. Non ascoltano le

domande futili”.

2) Basta che una domanda sia seria per ottenere una risposta seria?

“No, ciò dipende dallo spirito che risponde”.

- Ma una domanda seria non allontana forse gli spiriti leggieri?

“Non è la domanda che allontana gli spiriti leggieri: è il carattere di colui

che la fa”.

3) Quali sono le domande particolarmente antipatiche ai buoni spiriti?

“Tutte quelle che sono inutili e che sono fatte per lo scopo di curiosità e di

prova; allora non vi rispondono e si allontanano”.

- Vi sono domande che riescano antipatiche agli spiriti imperfetti?

“Non vi sono che quelle che possono far scoprire la loro ignoranza o la loro

frode quando cercano di ingannare; altrimenti, essi rispondono a tutto senza

preoccuparsi della verità”.

4) Che cosa pensare delle persone che nelle comunicazioni spiritiche non

vedono che una distrazione ed un passatempo, od un mezzo di ottenere

rivelazioni sopra ciò che le interessa?

“Queste persone piacciono molto agli spiriti inferiori, i quali vogliono al par di

loro divertirsi, e sono per di più contenti quando riescono a mistificarle”.

5) Allorché gli spiriti non rispondono a certe domande è per un effetto della

loro volontà, oppure perché una potenza superiore si oppone a certe

rivelazioni?

“L’una cosa e l’altra; vi sono cose che non possono essere rivelate, ed altre che

 

279

lo spirito stesso non conosce”.

- Qualora si insistesse energicamente, lo spirito finirebbe per rispondere?

“No; lo spirito che non vuole rispondere ha sempre la facilità di andarsene.

Ecco perché è necessario aspettare, quando vi si dice di farlo, e soprattutto di

non ostinarvi a volerci far rispondere. Insistere per avere una risposta che non

vi si vuol dare è un mezzo certo di essere ingannati”.

6) Gli spiriti hanno tutti la stessa attitudine per capire le domande che

vengono poste loro?

“Tutt’altro; gli spiriti inferiori sono incapaci di capire certe domande, il che

non impedisce loro di rispondere bene o male, come avviene fra voi”.

Osservazione. - In certi casi, e quando è utile, accade frequentemente, che

uno spirito più illuminato venga in aiuto allo spirito ignorante e gli suggerisca

quello che deve dire. Ciò si riconosci facilmente dal contrasto di certe risposte,

ed inoltre perché lo spirito lo ammette egli stesso. Ciò avviene soltanto per gli

spiriti ignoranti in buona fede, ma mai per quelli che fanno pompa di un falso

sapere.

289 - Domande sull’avvenire

7) Possono gli spiriti farci conoscere l’avvenire?

“Se l’uomo conoscesse l’avvenire trascurerebbe il presente. E anche questo è

un punto sul quale voi insistete sempre per avere una risposta precisa; è un

gran torto, poiché la manifestazione degli spiriti non è un mezzo di

divinazione; se volete assolutamente una risposta, vi sarà data da uno spirito

folletto: noi ve lo ripetiamo ad ogni momento”. (Vedi Il Libro degli Spiriti:

Conoscenza dell’avvenire, n. 868).

8) Non vi sono forse talvolta avvenimenti futuri che sono annunziati

spontaneamente e con verità dagli spiriti?

“Può accadere che lo spirito preveda delle cose che giudica utile far conoscere,

o che ha la missione di far conoscere; ma vi è maggior motivo di diffidare

degli spiriti ingannatori che si divertono a fare delle predizioni. Solo l’insieme

delle circostanze può far apprezzare il grado di fiducia che esse meritano”.

9) Quale è il genere delle predizioni di cui si deve diffidare di più?

 

280

“Tutte quelle che non hanno per scopo un’utilità generale. Le predizioni

personali possono quasi sempre essere considerate come false”.

10) Che scopo hanno gli spiriti nell’annunziare spontaneamente

avvenimenti che poi non si realizzano?

“Il più spesso è per divertirsi della credulità, del timore o della gioia che

provocano: poi essi ridono del disinganno. Queste predizioni menzognere

hanno tuttavia qualche volta uno scopo più serio, quello di mettere alla prova

colui a cui sono fatte, per vedere la maniera con la quale prende la cosa, e la

natura dei sentimenti buoni o cattivi che fa nascere in lui”.

Osservazione. - Ciò sarebbe, per esempio, l’annunzio di ciò che può

lusingare la cupidigia o l’ambizione, come la morte d’una persona, la

prospettiva di un’eredità, eccetera.

11) Perché gli spiriti seri, allorché fanno presentire un avvenimento, non ne

fissano ordinariamente la data? E’ ciò impotenza o volontà da parte loro?

“L’una e l’altra; possono, in certi casi, far presentire un avvenimento: è

allora un avvertimento che vi danno. Quanto a precisarne l’epoca, spesso essi

non lo devono, e spesso ancora non lo possono, perché essi stessi non lo

sanno. Lo spirito può prevedere una cosa che avrà luogo, ma il momento

preciso può dipendere dagli avvenimenti che non sono ancora compiuti e che

Dio solo conosce. Gli spiriti leggieri, che non si fanno scrupolo di ingannarvi,

vi indicano i giorni e le ore senza menomamente preoccuparsi della riuscita.

Ecco perché ogni predizione circostanziata deve esservi sospetta.

“Ancora una volta, la nostra missione è di farvi progredire; noi vi aiutiamo il

più che possiamo. Colui che domanda la saggezza agli spiriti superiori non

sarà mai ingannato; ma non crediate che noi perdiamo il nostro tempo ad

ascoltare tutte le vostre sciocchezze ed a dirvi la buona ventura; noi lasciamo

ciò agli spiriti leggieri che se ne divertono, come farebbero bambini maliziosi.

“La provvidenza ha messo limiti alle rivelazione che possono essere fatte agli

uomini. Gli spiriti seri mantengono il silenzio su tutto ciò che è loro interdetto

di far conoscere. Insistendo per avere una risposta, vi esponete agli scherzi e

alle frodi degli spiriti inferiori, sempre pronti ad afferrare le occasioni di

tendere tranelli alla vostra credulità”.

Osservazione. - Gli spiriti vedono o presentono per induzione gli

avvenimenti futuri; essi li vedono compiersi in un tempo che essi non

 

281

misurano come noi; per precisarne l’epoca, occorrerebbe identificarsi con la

nostra maniera di computare la durata, il che essi non giudicano sempre

necessario; in questo è spesso una causa di errori apparenti.

12) Non vi sono forse uomini dotati di una facoltà speciale, che fa loro

intravedere l’avvenire?

“Sì, quelli la cui anima si disimpegna dalla materia, allora è lo spirito che

vede; e quando ciò può essere utile, Dio permette loro di rivelare certe cose a

fin di bene; ma molto maggiore è il numero degli impostori e dei ciarlatani.

Questa facoltà sarà più comune nell’avvenire”.

13) Che cosa pensare degli spiriti che si compiacciono di predire a qualcuno

la sua morte a giorno e a ora fissa?

“Sono spiriti che amano le facezie di cattivo genere, anzi di pessimo genere,

che non hanno altro scopo all’infuori di godere della paura che cagionano.

Non conviene preoccuparsene”.

14) Come può accadere che certe persone siano avvertite per presentimento

dell’epoca della loro morte?

“Il più delle volte è il loro spirito che lo sa, nei suoi momenti di libertà, e che

ne conserva una intuizione al suo svegliarsi. E’ perciò che queste persone

essendovi preparate non se ne spaventano, né se ne commuovono. Esse non

vedono in questa separazione del corpo e dell’anima se non un cambiamento

di situazione, o se preferite, con un esempio più volgare, l’abbandono d’un

abito grossolano, per un abito di seta. Il timore della morte diminuirà a mano

a mano che si divulgheranno le credenze spiritiche”.

290 - Domande sulle esistenze passate e future

15) Possono gli spiriti farci conoscere le nostre esistenze passate?

“Dio permette qualche volta che esse siano rivelate, secondo lo scopo; quando

ciò è per vostra edificazione e vostra istruzione, saranno vere, ed in questo

caso la rivelazione è sempre fatta spontaneamente ed in maniera del tutto

imprevista; ma Dio non lo permette mai per soddisfare una vana curiosità”.

- Perché certi spiriti non si rifiutano mai a questo genere di rivelazioni?

“Sono spiriti burloni che si divertono alle vostre spalle. In generale, dovete

 

282

ritenere come falsa, od almeno sospetta, qualunque rivelazione di questa

natura, che non abbia uno scopo eminentemente serio ed utile. Gli spiriti

ingannatori si compiacciono nel lusingare l’amor proprio con pretese origini.

Vi sono dei medium e dei credenti che accettano per assoluta verità ciò che è

loro detto su questo punto, e che non vedono affatto come lo stato attuale del

loro spirito non giustifichi del tutto il rango che pretendono di avere

occupato; piccola vanità, di cui si divertono gli spiriti burloni al pari di certi

uomini. Sarebbe più logico e più conforme al cammino progressivo degli

esseri, che fossero saliti invece di essere discesi, il che sarebbe per loro più

onorevole.

“Affinché si potesse prestar fede a questo genere di rivelazioni, converrebbe

che fossero fatte spontaneamente, da diversi medium estranei gli uni agli

altri, ed ignari di ciò che fosse stato rivelato prima; allora certamente vi

sarebbe evidente ragione di credere”.

- Se non si può conoscere la nostra anteriore individualità, dobbiamo

pensare la stessa cosa del genere di esistenza che si ebbe, della posizione

sociale che si è occupata, delle qualità e dei difetti che hanno predominato in

noi?

“No, ciò può essere rivelato perché potete trarne profitto per il vostro

miglioramento; ma d’altra parte studiando il vostro presente, potete voi stessi

dedurne il vostro passato”. (Vedi Libro degli Spiriti: Oblio del passato, n.

392).

16) Ci può essere rivelato qualche cosa sulle nostre esistenze future?

“No; tutto quello che vi diranno certi spiriti su questo soggetto non può essere

altro che una facezia; e ciò si capisce: la vostra esistenza futura non può essere

fissata prima, poiché essa sarà quale l’avrete fatta voi stessi con la vostra

condotta sulla terra, e con le risoluzioni che avrete prese quando sarete spiriti.

Meno avrete da espiare e tanto più essa sarà felice; ma sapere dove e come

sarà questa esistenza, ancora una volta, è impossibile, salvo il caso speciale e

raro degli spiriti che sono sulla terra soltanto per compiere una missione

importante, poiché allora la loro via è in certa maniera tracciata

anticipatamente.

291 - Domande sugli interessi morali e materiali

17) Si possono domandare consigli agli spiriti?

 

283

“Sì, certamente; i buoni spiriti non rifiutano mai di aiutare quelli che li

invocano con fede, principalmente in ciò che riguarda l’anima; ma essi

respingono gli ipocriti, quelli che sembra domandino la luce e si

compiacciono delle tenebre”.

18) Possono gli spiriti dare consigli sulle cose di interesse privato?

“Qualche volta, secondo il motivo. Ciò dipende anche da quelli a cui ci

indirizziamo.

“Gli avvisi concernenti la vita privata sono dati con maggior esattezza dagli

spiriti familiari, perché essi si legano ad una persona e si interessano a ciò che

la concerne: essi sono gli amici, i confidenti dei vostri più segreti pensieri; ma

spesso voi li stancate con domande così insensate, che vi piantano lì. Sarebbe

tanto assurdo il domandare cose intime agli spiriti che sono a voi estranei,

quanto il rivolgervi per questo al primo individuo che incontraste per la

strada.

“Non dovreste mai dimenticare che la puerilità delle domande è incompatibile

con la superiorità degli spiriti. Conviene anche tener conto delle qualità dello

spirito familiare, che può essere buono o cattivo, secondo le sue simpatie per

la persona alla quale egli si lega. Lo spirito familiare di un uomo cattivo, è un

cattivo spirito, i cui consigli possono essere perniciosi, ma che si allontana e

cede il posto ad uno spirito migliore, se l’uomo si migliora egli stesso. I simili

con i propri simili”.

19) Possono gli spiriti familiari favorire gli interessi materiali con

rivelazioni?

“Lo possono, e lo fanno qualche volta, secondo le circostanze, ma siate sicuri

che mai i buoni spiriti si prestano a servire la cupidigia. I cattivi fanno

luccicare ai vostri occhi mille attrattive per stimolarla, e mistificarvi in seguito

con l’inganno. Sappiate anche che se la vostra prova è di subire tale o tal altra

vicissitudine, i vostri spiriti protettori possono aiutarvi a sopportarla con

maggior rassegnazione, e qualche volta addolcirla; ma nell’interesse stesso del

vostro avvenire, non è permesso ad essi di esentarvene. Nello stesso modo che

un buon padre non accorda a suo figlio tutto quello che egli desidera.

Osservazione. - I nostri spiriti protettori possono, in mille circostanze,

indicarci la via migliore, senza tuttavia condurci per mano, altrimenti noi

perderemmo ogni iniziativa e non oseremmo fare un passo senza ricorrere ad

essi, e ciò con pregiudizio del nostro perfezionamento. Per progredire, l’uomo

ha spesso bisogno di acquistare l’esperienza a sue spese; è perciò che gli spiriti

savi, mentre ci consigliano, ci abbandonano spesso alle nostre forze, come

 

284

farebbe un abile istitutore per i suoi allievi. Nelle circostanze ordinarie della

vita, ci consigliano con l’ispirazione e ci lasciano così tutto il merito del bene,

come ci lasciano tutta la responsabilità della cattiva scelta. Sarebbe un

abusare della condiscendenza degli spiriti familiari, e farsi un falso concetto

della loro missione, interrogandoli ad ogni istante sulle cose più volgari, come

fanno certi medium. Ve ne sono di quelli che per un sì o per un no prendono il

lapis e domandano il parere per l’azione più futile. Questa mania denota

piccolezza nelle idee, ed è nello stesso tempo presunzione il credere che uno

spirito sia sempre ai nostri ordini, non abbia altre cose da fare che occuparsi

di noi e dei nostri piccoli interessi. E’ inoltre un annichilire il nostro proprio

giudizio e ridursi ad una parte passiva senza profitto per la vita presente, e

certamente pregiudizievole per l’avanzamento futuro. Se vi è puerilità ad

interrogare gli spiriti per cose futili, non ve ne è minore da parte degli spiriti

che vogliono occuparsi spontaneamente di ciò che si può chiamare il governo

della casa; essi possono essere spiriti buoni, ma sicuramente sono ancora

molto attaccati alla terra.

20) Se una persona lascia, morendo, gli affari imbrogliati, è lecito

domandare al suo spirito di aiutarci a sbrogliarsene ed è possibile anche

interrogarlo sulle sostanze reali che ha lasciato, nel caso in cui queste

sostanze non fossero abbastanza conosciute, quando ciò sia nell’interesse

della giustizia?

“Voi dimenticate che la morte è una liberazione dalle preoccupazioni della

terra; credete voi dunque che lo spirito, felice della sua libertà, venga

volentieri a riprendere la sua catena, e ad occuparsi di cose che non lo

riguardano più, per soddisfare la cupidigia dei suoi eredi, i quali forse si sono

rallegrati della sua morte, nella speranza che essa sarebbe stata loro proficua?

Voi parlate di giustizia; ma la giustizia è nello smacco della loro ingordigia; è

il principio delle punizioni che Dio riserva alla loro avidità dei beni della terra.

D’altronde, gli imbarazzi nei quali lascia talvolta la morte di una persona,

fanno parte delle prove della vita, e non sta in potere di alcuno spirito di

evitarvele, giacché esse stanno nei decreti di Dio”.

Osservazione. - Questa risposta lascerà a mani vuote coloro i quali

immaginano che gli spiriti nulla hanno di meglio da fare, che servirci come

ausiliari chiaroveggenti, per guidarci non verso il cielo, ma sopra la terra.

Un’altra considerazione viene all’appoggio di questa risposta. Se un uomo

lasciò, durante la sua vita, i suoi affari in disordine per incuria non è

verosimile che dopo la sua morte ne prenda oltre interesse, giacché deve

 

285

sentirsi felice di essere liberato dalle cure che gli cagionavano, e per poco che

egli sia elevato, vi attribuirà ancora meno importanza come spirito che non

come uomo. Quanto ai beni sconosciuti, che avesse potuto lasciare, egli non

ha alcuna ragione di interessarsene per gli avidi eredi che non penserebbero

probabilmente più a lui, se non sperassero di trarne qualche cosa. E se è

ancora accecato dalle passioni umane, egli può farsi un maligno piacere del

loro sconcerto. Se, nell’interesse della giustizia e delle persone che ama, uno

spirito giudica utile fare rivelazioni o dare indicazioni di questo genere, egli lo

fa spontaneamente, e non si ha perciò bisogno di essere medium o di ricorrere

ad un medium; egli farà sorgere circostanze fortuite che metteranno in chiaro

le cose, ma non lo farà dietro la domanda che gliene viene fatta, poiché questa

domanda non può cambiare la natura delle prove che si devono subire; anzi,

sarebbe piuttosto atta ad aggravarle, poiché è sempre un indizio di cupidigia e

proverebbe per di più allo spirito che ci occupiamo di lui per interesse (vedi n.

295).

292 - Domande sulla sorte degli spiriti

21) Si possono chiedere agli spiriti ragguagli sulla loro situazione nel mondo

a noi invisibile?

“Sì, ed essi ne danno volentieri quando la domanda è dettata dalla simpatia o

dal desiderio di essere utile e non dalla curiosità”.

22) Possono gli spiriti descrivere la natura delle loro sofferenze o della loro

felicità?

“Perfettamente; e queste rivelazioni sono un grande insegnamento per voi,

poiché vi iniziano alla vera natura delle pene e delle ricompense future;

distruggendo le idee false che voi vi fate a questo riguardo, esse tendono a

rianimare la fede e la vostra confidenza nella bontà di Dio. I buoni spiriti sono

felici di descrivervi la felicità degli eletti; i cattivi possono essere costretti a

descrivere i loro patimenti allo scopo di provocare in essi il pentimento; essi vi

trovano anche qualche volta una specie di sollievo; è l’infelice che sfoga il suo

lamento, nella speranza di trovare compassione.

“Non dimenticate che lo scopo essenziale, esclusivo, dello spiritismo, è il

vostro miglioramento, ed affinché possiate raggiungerlo, è permesso agli

spiriti di iniziarvi alla vita futura, offrendovi degli esempi di cui potrete

approfittare. Più vi identificherete con il mondo che vi aspetta, meno

rimpiangerete quello in cui siete presentemente. Questo è, in sostanza, lo

 

286

scopo attuale della rivelazione”.

23) Evocando una persona la cui sorte ci è sconosciuta, si può sapere da lei

se esiste ancora?

“Sì, qualora l’incertezza della sua morte non sia una necessità, od una prova

per quelli che hanno interesse a saperlo”.

- Se essa è morta, può forse far conoscere le circostanze della sua morte, in

maniera da poterla verificare?

“Se essa vi attribuisce qualche importanza, lo farà, altrimenti se ne prenderà

poco fastidio”.

Osservazione. - L’esperienza prova che in questo caso lo spirito non è

affatto eccitato dai motivi di interesse che si può avere di conoscere le

circostanze della sua morte; se ha piacere di rivelarli, lo fa da se stesso, sia per

via medianica, sia per quella delle visioni od apparizioni, e allora può dare le

più precise indicazioni; nel caso contrario, uno spirito mistificatore può

perfettamente ingannare e divertirsi a provocare ricerche inutili. Accade

frequentemente che la sparizione di una persona, la cui morte non può essere

ufficialmente constatata, apporti degli imbarazzi agli affari di famiglia. Non è

che in casi rarissimi ed eccezionali che noi abbiamo visto gli spiriti mettere

sulla strada della verità dopo la domanda che loro era stata rivolta. Se

volessero farlo, lo potrebbero senza dubbio, ma spesso ciò non è loro

permesso, se gli imbarazzi sono prove per quelli che fossero interessati a

liberarsene. E’ dunque una speranza chimerica il tentare con questo mezzo il

recupero di una eredità, di cui il più positivo è il denaro che si spende a

quest’uopo. Non mancano spiriti disposti a lusingare simili speranze e che

non si fanno scrupolo alcuno di indurre a certi passi, di cui si è spesso felici di

esserne liberati, con un po’ di ridicolo.

293 - Domande circa la salute

24) Possono gli spiriti dare dei consigli sulla salute?

“La salute è una condizione necessaria per il lavoro che si deve compiere sulla

terra, perciò essi se ne occupano volentieri; ma poiché fra di loro vi sono degli

ignoranti e dei sapienti, non conviene per questo, come per qualsiasi altra

cosa, indirizzarsi al primo venuto”.

 

287

25) Indirizzandosi allo spirito di una celebrità medica si è più certi

d’ottenere un buon consiglio?

“Le celebrità terrestri non sono infallibili ed hanno spesso idee sistematiche,

che non sono sempre giuste, e dalle quali la morte non li libera subito. La

scienza terrestre è ben poca cosa di fronte alla scienza celeste. Soltanto gli

spiriti superiori hanno quest’ultima scienza; senza avere nomi da voi

conosciuti, essi possono saperne molto più dei vostri scienziati in ogni cosa.

La sola scienza non forma gli spiriti superiori, e voi sareste molto meravigliati

del posto che alcuni scienziati occupano fra noi. Lo spirito di uno scienziato

può dunque non saperne di più di quanto sapeva sulla terra, se non ha

progredito come spirito”.

26) Lo scienziato diventato spirito riconosce i suoi errori scientifici ?

“Se è giunto ad un grado abbastanza elevato per essere sbarazzato della sua

vanità e capire che il suo sviluppo non è compiuto, egli li riconosce e li

confessa senza rossore; ma se non è abbastanza smaterializzato, può

conservare alcuni dei pregiudizi di cui era imbevuto sulla terra”.

27) Potrebbe un medico, evocando quelli fra i suoi malati che sono morti,

ottenerne chiarimenti sulla causa della loro morte, conoscere gli sbagli che

ha potuto commettere nella cura ed acquistare così un aumento di

esperienze?

“Lo può, e ciò gli sarebbe utilissimo, soprattutto qualora si facesse assistere da

spiriti illuminati che supplirebbero alla mancanza di cognizioni in certi

malati. Ma converrebbe che facesse questo studio in modo serio, assiduo, per

uno scopo umanitario, e non come mezzo di acquistare, senza fatica, sapere e

fortuna”.

294 - Domande sulle Invenzioni e sulle scoperte

28) Possono gli spiriti guidare nelle ricerche scientifiche e nelle scoperte?

“La scienza è l’opera del genio; essa non deve acquistarsi che con il lavoro,

poiché soltanto per mezzo del lavoro l’uomo avanza nella sua vita. Che merito

avrebbe egli se gli bastasse interrogare gli spiriti per sapere tutto? Qualunque

imbecille potrebbe diventare scienziato a questo prezzo. Lo stesso dicasi delle

invenzioni e delle scoperte dell’industria. Ed un’altra considerazione è che

ogni cosa deve venire a suo tempo, e quando le idee sono mature per

riceverla; se l’uomo avesse questo potere, egli rovescerebbe l’ordine delle

 

288

cose, facendo spuntare i frutti prima della stagione.

“Dio disse all’uomo: Tu trarrai il tuo nutrimento dalla terra col

sudore della tua fronte (Gen. III, 17 a 19). Figura mirabile che dipinge la

condizione nella quale egli si trova qui sulla terra; egli deve progredire in tutto

per lo sforzo del suo lavoro; se gli si dessero le cose tutte fatte, a che cosa gli

servirebbe la sua intelligenza? Sarebbe come lo scolaro al quale un altro

facesse il compito di scuola”.

29) Lo scienziato e l’inventore non sono mai assistiti dagli spiriti nelle loro

ricerche?

“Oh! Questo è ben differente! Allorché il tempo di una scoperta è giunto, gli

spiriti incaricati di dirigerne il cammino, cercano l’uomo capace di condurla a

buon fine, e gli ispirano le idee necessarie, in maniera da lasciargli tutto il

merito, poiché queste idee bisogna che egli le elabori e le metta in opera. Così

è di tutti i grandi lavori dell’intelligenza umana. Gli spiriti lasciano ogni uomo

nella sua sfera. Di colui che è capace soltanto di dissodare la terra non

faranno il depositario dei segreti di Dio, ma sapranno trarre dall’oscurità

l’uomo capace di secondare i suoi disegni. Non lasciatevi dunque trascinare

dalla curiosità o dall’ambizione in una strada che non è lo scopo dello

spiritismo e che finirebbe per condurvi alle più ridicole mistificazioni”.

Osservazione. - La conoscenza più illuminata dello spiritismo ha calmato la

febbre delle scoperte, che nel principio qualcuno si era lusingato di ottenere

con questo mezzo. Si era giunti fino a domandare agli spiriti delle ricette per

tingere e fare spuntare i capelli, guarire i calli ai piedi, ecc. Abbiamo visto

molte persone che credettero fatta la loro fortuna e non hanno raccolto altro

che procedimenti più o meno ridicoli. La stessa cosa succede allorché si vuole,

con l’aiuto degli spiriti, penetrare i misteri dell’origine delle cose; certi spiriti

hanno su questi argomenti la loro opinione, che sovente non vale più di quella

degli uomini e che è cosa prudente accogliere soltanto con la più grande

riserva.

295 - Domande sui tesori nascosti

30) Possono gli spiriti far scoprire i tesori nascosti?

“Gli spiriti superiori non si occupano di queste cose; ma gli spiriti ingannatori

indicano spesso dei tesori che non esistono, o possono anche farne vedere uno

 

289

in un luogo, mentre è nel luogo opposto; e ciò ha il suo scopo, quello, cioè, di

insegnare che la vera fortuna sta nel lavoro. Se la Provvidenza destina

ricchezze nascoste a qualcuno, egli le troverà naturalmente; altrimenti no”.

31) Che cosa pensare della credenza negli spiriti guardiani dei tesori

nascosti?

“Gli spiriti che non sono smaterializzati si attaccano alle cose materiali. Avari

che hanno nascosto il loro tesoro possono ancora sorvegliarlo e fargli la

guardia dopo la loro morte, e i timori in cui sono di vederlo portar via, è uno

dei loro castighi, sino a tanto che essi ne avranno capita l’inutilità per il loro

uso particolare. Vi sono pure spiriti della terra incaricati di dirigerne le

trasformazioni interne, dei quali per allegoria si fecero i guardiani delle

ricchezze naturali.

Osservazione. - La questione dei tesori nascosti è nella medesima categoria

delle eredità sconosciute; ben pazzo sarebbe colui che contasse sopra le

pretese rivelazioni che possono essergli fatte dai burloni del mondo invisibile.

Noi abbiamo detto, che allorquando gli spiriti vogliono o possono fare simili

rivelazioni, le fanno spontaneamente e non hanno bisogno per questo di

medium. Eccone un esempio:

Una signora aveva recentemente perduto suo marito dopo trent’anni di

convivenza in famiglia, e si trovava alla vigilia di essere espulsa dal suo

domicilio, senza mezzi di fortuna, dai suoi generi, ai quali ella aveva fatto da

madre. Il suo dispiacere era al sommo, allorché una sera il marito le apparve,

le disse di seguirlo nel suo studio. Colà giunti, le mostra il suo scrittoio che era

ancora sotto i suggelli, e per un effetto di seconda vista gliene fa vedere

l’interno; le indica un cassettino segreto, che ella non conosceva, e di cui le

spiega il meccanismo; indi soggiunge: “Ho previsto ciò che ora succede, ed ho

voluto assicurare la tua sorte; in questo cassetto sono le mie ultime

disposizioni; ti cedo il godimento di questa casa ed una rendita di...”, e poi

disparve. Il giorno in cui furono tolti i suggelli, nessuno poté aprire il cassetto,

la signora allora raccontò ciò che le era successo. Ella lo aprì secondo le

indicazioni di suo marito, e vi trovò il testamento conforme a quello che le era

stato annunziato.

296 - Domande sopra gli altri mondi

 

290

32) Quale grado di fiducia si può avere nelle descrizioni che gli spiriti fanno

dei differenti mondi?

“Ciò dipende dal grado di avanzamento reale degli spiriti che danno queste

descrizioni; poiché voi capirete che gli spiriti comuni sono altrettanto incapaci

di ragguagliarvi a questo scopo, quanto lo è un ignorante del vostro mondo di

descrivervi tutti i paesi della terra. Voi fate spesso su questi mondi dei quesiti

scientifici che questi spiriti non possono risolvere; se sono di buona fede, ne

parlano secondo le loro idee personali; se sono spiriti leggieri si divertono a

darvi descrizioni bizzarre e fantastiche; e ciò tanto più in quanto questi spiriti

che non sono sprovvisti di immaginazione nell’erraticità come non lo erano

sulla terra, attingono in questa facoltà il racconto di molte cose che nulla

hanno di reale. Tuttavia, non crediate alla impossibilità assoluta di avere

schiarimenti su questi mondi; i buoni spiriti si compiacciono anche nel

descrivervi quelli che essi abitano, perché ciò possa servirvi di insegnamento

per rendervi migliori ed impegnarvi a seguire la strada che vi può colà

condurre; è un mezzo di fissare le vostre idee sull’avvenire e di non lasciarvi

nel vago”.

- Quale giudizio si può avere dell’esattezza di queste descrizioni?

“Il miglior giudizio è la concordanza che vi può essere fra loro; ma ricordatevi

che esse hanno per scopo il vostro miglioramento morale, e che, per

conseguenza, è sullo stato morale degli abitanti che potete essere meglio

ragguagliati, e non sullo stato fisico o geologico di questi globi. Con le vostre

attuali cognizioni voi non potreste nemmeno capirlo; questo studio non

servirebbe affatto ai vostri interessi qui sulla terra, e voi avrete ogni possibilità

di farlo quando vi sarete”.

Osservazione. - Le domande circa la costituzione fisica e gli elementi

astronomici dei mondi rientrano nell’ordine delle ricerche scientifiche, di cui

gli spiriti non debbono risparmiarci la pena; senza di ciò, un astronomo

troverebbe comodissimo di adoperarsi in maniera che essi facessero i suoi

calcoli, ciò che senza dubbio si guarderebbe poi bene dal confessare. Se con il

mezzo della rivelazione gli spiriti potessero risparmiare il lavoro d’una

scoperta, è probabile che essi lo farebbero in favore di quello scienziato

abbastanza modesto da confessarne apertamente la sorgente, piuttosto che a

profitto degli orgogliosi che li rinnegano, ai quali, al contrario, essi procurano

spesso degli smacchi d’amor proprio.

 

291

27 - CONTRADDIZIONI E MISTIFICAZIONI

Contraddizioni

297 - Gli avversari dello spiritismo non mancano mai di obbiettare che gli

adepti non sono d’accordo fra loro; che non tutti dividono le stesse credenze;

in una parola, che si contraddicono. Se, dicono essi, l’insegnamento vi è dato

dagli spiriti, come mai succede che non sia identico? Solo uno studio serio ed

approfondito della scienza può ridurre questo argomento al suo giusto valore.

Affrettiamoci a dire subito che queste contraddizioni di cui alcuni fanno un

grande scalpore, sono in generale più apparenti che reali; che esse tengono

più spesso alla forma che non alla sostanza della cosa, e che per conseguenza

sono senza importanza. Le contraddizioni provengono da due sorgenti: dagli

uomini e dagli spiriti.

298 - Le contraddizioni di origine umana furono abbastanza spiegate nel

capitolo dei Sistemi, n. 36, al quale rinviamo il lettore. Ognuno capirà come

in principio, allorché le osservazioni erano ancora incomplete, siano sorte

opinioni divergenti sulle cause e sulle conseguenze dei fenomeni spiritici,

opinioni delle quali già caddero i tre quarti davanti ad uno studio più serio e

più approfondito. Eccetto qualche eccezione, e lasciate in disparte alcune

persone, che non si scostano facilmente dalle idee che hanno accarezzate o

generate, si può dire che oggi vi è unità nella immensa maggioranza degli

spiritisti, almeno per ciò che riguarda i principi generali, se non in qualche

particolare insignificante

299 - Per capire la causa ed il valore delle contraddizioni d’origine spiritica,

conviene essersi identificati con la natura del mondo invisibile ed averlo

studiato sotto tutti i suoi aspetti. A tutta prima, può meravigliare che gli spiriti

non pensino tutti nello stesso modo, ma ciò non può sorprendere chiunque si

sia reso conto del numero infinito di gradi che debbono percorrere prima di

pervenire alla sommità della scala. Il supporre loro un eguale apprezzamento

delle cose, sarebbe supporli tutti allo stesso livello; il pensare che essi

debbono tutti vedere giusto, sarebbe ammettere che tutti sono arrivati alla

perfezione, il che non è, e non può essere, se consideriamo che essi non sono

altro se non l’umanità spogliata dell’involucro corporeo. Gli spiriti di tutte le

 

292

gradazioni potendo manifestarsi, ne risulta che le loro comunicazioni portano

il suggello della loro ignoranza o del loro sapere, della loro inferiorità o della

loro superiorità morale. Le istruzioni, che noi abbiamo date, debbono

condurre a distinguere il vero dal falso, il buono dal cattivo.

Non conviene dimenticare che fra gli spiriti, come fra gli uomini, vi sono dei

falsi dotti e dei mezzi scienziati, degli orgogliosi, dei presuntuosi e dei

sistematici. Nello stesso modo, che solamente agli spiriti perfetti è dato di

conoscere tutto, vi sono per gli altri, come per noi, dei misteri, che essi

spiegano alla loro maniera, secondo le loro idee, e circa i quali essi possono

farsi delle opinioni più o meno giuste, che per l’amor proprio desiderano far

prevalere, e che amano riprodurre nelle loro comunicazioni

Il torto di qualcuno dei loro interpreti è quello di avere sposato troppo

leggermente opinioni contrarie al buon senso, e di essersene fatti editori

responsabili. Così, le contraddizioni di origine spiritica non hanno altra

sorgente che la diversità nella intelligenza, nelle cognizioni, nel giudizio e

nella moralità di certi spiriti, che non sono ancora atti a tutto conoscere ed a

tutto capire (vedi Libro degli Spiriti, Introduzione, XIII, Conclusione, IX).

300 - A che cosa serve l’insegnamento degli spiriti, dirà qualcuno, se non ci

offre maggior certezza dell’insegnamento umano? A ciò è facile la risposta.

Noi non accettiamo con eguale confidenza l’insegnamento di tutti gli uomini,

e fra due dottrine diamo la preferenza a quella il cui autore ci pare il più

illuminato, il più capace, il più giudizioso, il meno accessibile alle passioni.

Così conviene agire anche con gli spiriti. Se nel numero se ne trovano di quelli

che non sono al disopra dell’umanità, ve ne sono molti che l’hanno

largamente oltrepassata, e questi possono darci istruzioni che cercheremmo

invano presso gli uomini più istruiti. Se vogliamo illuminarci, cerchiamo di

distinguerli dalla turba degli spiriti inferiori, ed a questa distinzione conduce

la conoscenza approfondita dello spiritismo. Ma anche queste istruzioni

hanno un limite, perché se non è dato agli spiriti di saper tutto, a maggior

ragione deve essere la stessa cosa per gli uomini. Vi sono dunque cose sulle

quali invano si interrogherebbero gli spiriti, sia perché è loro proibito di

rivelarle, sia perché le ignorano essi stessi e sulle quali non possono darci che

la loro opinione personale; ora, sono precisamente queste opinioni personali

che gli spiriti orgogliosi ci danno come verità assolute. E’ soprattutto su

quanto deve rimanere nascosto, come l’avvenire ed il principio delle cose, che

essi insistono di più, per darsi l’aria di essere in possesso dei segreti di Dio;

infatti, è su questi punti che fervono le maggiori contraddizioni (si veda il

capitolo precedente).

 

293

301 - Ecco le risposte date dagli spiriti alle domande seguenti relative alle

contraddizioni:

1) Il medesimo spirito comunicando a due centri differenti, può trasmettere

sullo stesso argomento risposte contraddittorie?

“Se i due centri differiscono fra loro di opinioni e di pensieri, la risposta potrà

arrivare loro sotto due diverse forme, poiché essi sono sotto l’influenza di

differenti gruppi di spiriti; in questo caso, la contraddizione non sarà nella

risposta, ma nella maniera con la quale essa sarà trasmessa”.

2) Si concepisce che una risposta possa essere alterata; ma allorché le

qualità dei medium escludono ogni idea di cattiva influenza, come può

accadere che spiriti superiori tengano un linguaggio differente e

contraddittorio sullo stesso argomento, con persone perfettamente serie?

“Gli spiriti realmente superiori non si contraddicono mai, ed il loro linguaggio

è sempre lo stesso, con le stesse persone. Esso può essere differente

secondo le persone ed i luoghi; ma conviene prestarvi attenzione, poiché

spesso la contraddizione è solo apparente; essa consiste più nelle parole che

nel pensiero; poiché, riflettendo, si trova che l’idea fondamentale è la stessa.

Inoltre, il medesimo spirito può rispondere differentemente sopra la stessa

questione, secondo il grado di perfezione di quelli che lo evocano, poiché non

è sempre conveniente che tutti abbiano la stessa risposta, non essendo essi

egualmente avanzati. Succede esattamente, come se un fanciullo od uno

scienziato ti facessero la stessa domanda; certamente tu risponderesti all’uno

e all’altro in maniera tale da essere capito e di soddisfarli; la risposta,

quantunque differente nella forma, avrebbe, d’altra parte, la stessa sostanza”.

3) Con quale scopo sembra che spiriti seri vogliano accreditare presso certe

persone idee ed anche pregiudizi che essi stessi combattono negli altri?

“E’ opportuno che noi facciamo in modo di intenderci bene. Se qualcuno ha

una convinzione ben ferma su una dottrina, anche falsa, conviene stornarlo da

questa convinzione, ma a poco a poco; ecco perché noi ci serviamo sovente dei

suoi termini, ed abbiamo l’aspetto di abbondare nel senso delle sue idee,

affinché egli non si offuschi tutto in una volta e non cessi di istruirsi presso di

noi.

“D’altra parte, non è conveniente urtare troppo bruscamente i pregiudizi;

questo sarebbe il mezzo di non essere ascoltati; ecco perché gli spiriti parlano

spesso nel senso dell’opinione di quelli che li ascoltano, onde condurli poco

per volta alla verità. Essi adattano il loro linguaggio alle persone, come fai tu

 

294

stesso, se sei abile oratore; è per questo che non parleranno ad un Cinese o ad

un maomettano, come parlerebbero ad un Francese o ad un cristiano, poiché

sarebbero sicuri di essere respinti.

“Non si deve prendere per una contraddizione ciò che non è spesso che una

parte dell’elaborazione della verità. Tutti gli spiriti hanno il loro compito

segnato da Dio; essi lo compiono nelle condizioni che giudicano convenienti

per il bene di quelli che ricevono le loro comunicazioni”

4) Le contraddizioni, anche apparenti, possono gettare dei dubbi nello

spirito di certe persone; quale giudizio si può avere per conoscere la verità?

“Per sceverare l’errore dalla verità, conviene approfondire queste risposte e

meditarle lungamente e seriamente; è uno studio completo da farsi. Ci vuole

tempo per questo, come per studiare ogni altra cosa.

Studiate, paragonate, approfondite; noi ve lo diciamo senza posa; la

conoscenza della verità è a questo prezzo. E come volete voi arrivare alla

verità, quando interpretate tutto secondo le vostre idee ristrette, che prendete

per grandi idee? Ma il giorno non è lontano in cui l’insegnamento spiritico

sarà dappertutto uniforme nei particolari, come nelle cose principali. La

nostra missione è di distruggere l’errore, ma ciò non può venire che

successivamente”.

5) Vi sono persone che non hanno né il tempo né l’attitudine necessaria per

uno studio serio ed approfondito, e che accettano senza esame ciò che si

insegna loro. Non vi è forse per esse qualche inconveniente ad accreditare

degli errori?

“Pratichino il bene e non facciano del male, questo è l’essenziale, per ciò non

vi sono due dottrine. Il bene è sempre il bene, sia che lo facciate in nome di

Allah o di Iehovah, poiché non vi è che uno stesso Dio nell’universo”.

6) Come mai spiriti che sembrano sviluppati in intelligenza possono avere

idee evidentemente false su certe cose?

“Essi hanno la loro dottrina. Quelli che non sono abbastanza avanzati, e che

credono di esserlo, prendono le loro idee per verità. E’ come fra voi”.

7) Che cosa pensare delle dottrine secondo le quali un solo spirito potrebbe

comunicare, e che questo spirito sarebbe Dio o Gesù?

“Lo spirito che insegna queste cose è uno spirito che vuole dominare; egli

vuole perciò far credere che è solo; ma l’infelice che osa prendere il nome di

Dio, espierà duramente il suo orgoglio. Quanto a queste dottrine, esse si

confutano da sé, poiché sono in contraddizione con i fatti più accertati e non

meritano un serio esame dal momento che non hanno radici.

 

295

“La ragione vi dice che il bene procede da una buona sorgente ed il male da

una cattiva; perché vorreste voi che un buon albero desse cattivi frutti? Avete

mai colto dei grappoli di uva sopra un melo? La diversità delle comunicazioni

è la prova più evidente della diversità della loro origine. D’altronde, gli spiriti

che pretendono di essere i soli a comunicare, dimenticano di dire perché gli

altri non potrebbero fare altrettanto. La loro pretesa è la negazione di ciò che

lo spiritismo ha di più bello e di più consolante: cioè i rapporti del mondo

visibile con il mondo invisibile, degli uomini con gli esseri che sono loro cari e

che altrimenti sarebbero per essi perduti per sempre. Sono queste le relazioni

che identificano l’uomo con il suo avvenire, e che lo staccano dal mondo

materiale: sopprimere queste relazioni, sarebbe rigettarlo nel dubbio che fa il

suo tormento, sarebbe dare un alimento al suo egoismo. Esaminando con

cura la dottrina di questi spiriti, vi si riconoscono ad ogni istante

contraddizioni ingiustificabili, tracce della loro ignoranza sulle cose più

evidenti, e per conseguenza i segni certi della loro inferiorità”.

(Lo SPIRITO DI VERITA’)

8) Di tutte le contraddizioni che si osservano nelle comunicazioni degli

spiriti, una delle più evidenti è quella relativa alla reincarnazione. Se la

reincarnazione è una necessità della vita spiritica, come può essere che non

sia insegnata da tutti gli spiriti?

“Non sapete dunque che vi sono spiriti le cui idee sono limitate al solo

presente, come presso molti uomini della terra? Essi credono che lo stato in

cui si trovano debba durare per sempre; non vedono al di là della cerchia delle

loro percezioni e non si preoccupano né di dove vengono né di dove vanno, e

tuttavia dovranno subire la legge della necessità. La reincarnazione è per essi

una necessità alla quale non pensano se non quando arriva; essi sanno che lo

spirito progredisce, ma in quale maniera? Ciò è per essi un problema. Per cui,

se lo domandate loro, vi parleranno dei sette cieli sovrapposti come sette

piani, ve ne saranno persino di quelli che vi parleranno della sfera del fuoco,

della sfera delle stelle, poi della città dei fiori e di quella degli eletti”.

9) Noi intendiamo come gli spiriti poco avanzati possano non capire questa

questione; ma, allora, perché mai vi sono spiriti di una inferiorità morale ed

intellettuale notoria, che parlano spontaneamente delle loro differenti

esistenze e del loro desiderio di reincarnarsi per riscattare il loro passato?

“Nel mondo degli spiriti accadono cose tali che per voi sono assai difficili da

intendere. Non avete pure fra voi individui ignorantissimi su certe cose, e che

 

296

sono invece illuminati sopra altre; individui che hanno più giudizio che

istruzione, ed altri che hanno più spirito che giudizio? Non sapete voi, inoltre,

che certi spiriti si divertono a mantenere gli uomini nell’ignoranza di tutto,

mentre fingono di istruirli, e che abusano della facilità con la quale si presta

fede alle loro parole? Essi possono sedurre quelli che non vanno al fondo delle

cose, ma quando si stringono con il ragionamento, non sostengono per lungo

tempo la loro parte.

“Bisogna inoltre tener conto della prudenza che mettono in generale gli spiriti

nella divulgazione della verità: una luce troppo viva e troppo improvvisa

abbaglia, ma non rischiara. Essi possono dunque giudicare utile di spargerla

gradatamente, secondo i tempi, i luoghi e le persone. Mosè non ha insegnato

tutto quello che ha insegnato il Cristo, ed il Cristo stesso ha detto molte cose

la cui comprensione era riservata alle generazioni future. Voi parlate della

reincarnazione e vi meravigliate che questo principio non sia stato insegnato

in certi luoghi; ma dovete osservare che in un paese, per esempio, dove i

pregiudizi del colore della pelle regnano sovranamente, dove la schiavitù è

radicata nei costumi, lo spiritismo sarebbe stato rigettato per il solo motivo

che insegna la reincarnazione. Infatti, l’idea che il padrone possa diventare

schiavo, e reciprocamente, sarebbe sembrata mostruosa. Non era forse meglio

il far accettare a tutta prima il principio generale, salvo trarne più tardi le

conseguenze? O uomini! Come è corta la vostra vista nel giudicare i disegni di

Dio! Sappiate dunque che niente si fa senza il suo permesso e senza uno

scopo, che sovente non potete penetrare. Vi ho detto che l’unità sarebbe fatta

nella fede spiritica; tenete per certo che si farà; i dissensi, già meno profondi,

scompariranno poco per volta, a mano a mano che gli uomini si

illumineranno; essi scompariranno completamente, poiché è tale la volontà di

Dio, contro la quale l’errore non può prevalere”.

(Lo SPIRIRITO DI VERITA’)

10) Le dottrine erronee, che possono essere insegnate da certi spiriti, non

hanno per effetto di ritardare il progresso della vera scienza?

“Voi vorreste aver tutto senza fatica; sappiate che non vi è campo dove non

crescano cattive erbe, le quali debbono essere estirpate dal lavoratore. Queste

dottrine erronee sono una conseguenza dell’inferiorità del vostro mondo; se

gli uomini fossero perfetti, non accetterebbero che il vero; gli errori sono

come le pietre false, le quali possono essere distinte soltanto da un occhio

esercitato; voi dunque avete bisogno di un noviziato per distinguere il vero dal

falso; ebbene, le false dottrine hanno il vantaggio di esercitarvi a distinguere

 

297

la verità dall’errore”.

- Quelli che adottano l’errore non sono in ritardo nel loro avanzamento?

“Se adottano l’errore è perché non sono abbastanza avanzati per capire la

verità”.

302 - Aspettando che l’unità si faccia, ciascuno crede di avere la verità per

se stesso, e sostiene essere egli solo nel vero, illusione che viene mantenuta

dagli spiriti ingannatori. Su che cosa l’uomo imparziale e disinteressato può

dunque basarsi per un giudizio?

“La luce più pura è quella non oscurata da alcuna nube; il diamante senza

macchie è quello che ha maggior valore; giudicate dunque gli spiriti secondo

la purezza del loro insegnamento. L’unità si farà dal lato in cui il bene non

sarà mai stato mescolato con il male; è da questo lato che gli uomini si

riuniranno per la forza delle cose, poiché giudicheranno che ivi sta senza

dubbio la verità. Osservate, d’altronde, che i principi fondamentali sono

dappertutto gli stessi e debbono unirvi in un pensiero comune: l’amore di Dio

e la pratica del bene. Qualunque sia dunque il modo di progredire, che si

suppone debba guidare le anime, lo scopo finale è lo stesso, ed il mezzo di

conseguirlo è pure lo stesso: fare il bene; ora, non vi sono che due maniere di

farlo. Qualora si sollevassero dei dissidi essenziali intorno al principio stesso

della dottrina, voi avete una regola certa per apprezzarli. Eccovela: la

dottrina migliore è quella che soddisfa meglio il cuore e la ragione, e che

contiene maggiori elementi per condurre gli uomini al bene; questa, vi

assicuro, sarà quella che prevarrà”.

(Lo SPIRITO DI VERITA’)

Osservazione. - Le contraddizioni che si presentano nelle comunicazioni

spiritiche possono provenire dalle seguenti cause: dall’ignoranza di certi

spiriti; dall’inganno di spiriti inferiori, che per malizia o cattiveria dicono il

contrario di quello che ha detto altrove lo spirito di cui usurpano il nome;

dalla volontà dello spirito stesso che parla secondo i tempi, i luoghi e le

persone, e può giudicare utile di non dire tutto a tutti; dall’insufficienza del

linguaggio umano per esprimere le cose del mondo incorporeo;

dall’insufficienza dei mezzi di comunicazione, che non permette sempre allo

spirito di manifestare tutto il suo pensiero; infine possono provenire dalla

interpretazione, che ciascuno può dare ad una parola o ad una spiegazione,

secondo le sue idee, i suoi pregiudizi od il punto di vista sotto il quale egli

osserva le cose. Lo studio, l’osservazione, l’esperienza e l’abnegazione di

 

298

qualunque sentimento di amor proprio, possono solo insegnare a distinguere

queste diverse gradazioni.

Mistificazioni

303 - Se è sgradevole essere ingannato, lo è ancora di più essere mistificato:

questo è peraltro uno degli inconvenienti più facili da evitare. I mezzi per

sventare le astuzie degli spiriti mistificatori si possono ricavare dalle

precedenti istruzioni; e per ciò noi non ne diremo che poche cose. Ecco le

risposte degli spiriti a questo proposito:

1) Le mistificazioni sono uno degli scogli più sgradevoli dello spiritismo

pratico; vi è un mezzo di preservarsene?

“Mi pare che possiate trovare la risposta in tutto quello che già vi fu

insegnato. Sì, certamente, vi è per questo un mezzo molto semplice, ed è di

non chiedere allo spiritismo più di quello che può e deve darvi. Suo scopo

è il miglioramento morale dell’umanità. Fintanto che voi non ve ne

allontanerete, non sarete mai ingannati, poiché non vi sono due maniere di

capire la vera morale, quella morale che può ammettere ogni uomo di buon

senso.

“Gli spiriti vengono ad istruirvi e a guidarvi nella strada del bene, e non in

quella degli onori e della fortuna, o per servire alle vostre meschine passioni.

Se non si domandasse loro mai nulla di futile o all’infuori delle loro

attribuzioni, non si darebbe alcun adito agli spiriti ingannatori; da ciò dovete

concludere che colui il quale è mistificato non ha che quanto si merita.

“Il compito degli spiriti non è quello di darvi cognizioni sulle cose di questo

mondo, ma di guidarvi sicuramente in ciò che può esservi utile per l’altro.

Quando essi vi parlano delle cose di quaggiù, è perché lo giudicano

necessario, ma non è per la vostra domanda. Quando volete vedere negli

spiriti degli indovini o degli stregoni, allora sarete ingannati.

“Se gli uomini non avessero che da rivolgersi agli spiriti per sapere tutto, non

avrebbero più il loro libero arbitrio, ed uscirebbero dalla strada tracciata da

Dio per l’umanità. L’uomo deve agire da sé; Dio non invia gli spiriti per

spianargli la strada materiale della vita terrestre, ma per aiutarlo a preparare

quella dell’avvenire”.

 

299

- Vi sono pertanto degli individui che non chiedono niente, e che sono

indegnamente ingannati da spiriti, i quali vengono spontaneamente senza

essere chiamati?

“Se essi nulla domandano, si lasciano peraltro intrattenere, il che è lo stesso.

Se accogliessero con riserva e diffidenza tutto ciò che si scosta dall’oggetto

essenziale dello spiritismo, gli spiriti leggieri non li prenderebbero così

facilmente per loro zimbello”.

2) Perché Dio permette che individui sinceri e che accettano lo spiritismo in

buona fede siano mistificati? Non potrebbe ciò avere l’inconveniente di

scuotere la loro fede?

“Se ciò scuotesse la loro fede, questo significherebbe che essa non è

solidissima. Quelli che rinunciassero allo spiritismo per una semplice

disillusione, proverebbero che non lo intendono e che non si dedicano alla

parte seria di esso. Dio permette le mistificazioni per provare la perseveranza

dei veri adepti, e per punire quelli che ne fanno oggetto di divertimento”.

(Lo SPIRITO DI VERITA’)

Osservazione. - La scaltrezza degli spiriti mistificatori supera talvolta tutto

ciò che si può immaginare; l’arte con la quale essi piantano le loro batterie e

combinano i mezzi di persuadere, sarebbe una cosa curiosa, qualora si

trattasse sempre di innocenti facezie; ma queste mistificazioni possono avere

conseguenze sgradevoli per quelli che non stanno in guardia. Noi abbiamo

avuto la fortuna di aprire a tempo gli occhi a molte persone che hanno voluto

domandarci il nostro parere, risparmiando loro azioni ridicole e

compromettenti. Fra i mezzi, che impiegano questi spiriti, mettiamo in prima

linea, perché sono i più frequenti, quelli che hanno lo scopo di tentare la

cupidigia, come rivelazione di pretesi tesori nascosti, l’annunzio di eredità od

altre fonti di fortuna, Si debbono inoltre considerare come sospette senza

esitare, le predizioni ad epoche fisse, come anche tutte le indicazioni precise

aventi relazione con gli interessi materiali; guardarsi da ogni passo prescritto

e consigliato dagli spiriti, allorché lo scopo non ne è eminentemente

razionale; non lasciarsi mai abbagliare dai nomi che prendono gli spiriti, per

dare un’apparenza di verità alle loro parole; diffidare delle teorie e dei sistemi

scientifici troppo spinti; infine, di tutto ciò che si scosta dallo scopo morale

delle manifestazioni. Noi potremmo compilare un volume dei più attraenti

con la storia di tutte le mistificazioni che sono venute a nostra conoscenza.

 

300

28 - CIARLATANESIMO E FRODE

Medium Interessati - Frodi spiritiche.

304 - Dal momento che tutto può diventare oggetto di speculazione

materiale, nulla vi sarebbe di sorprendente, se anche si volesse far servire gli

spiriti a questo scopo; resta da sapere come essi prenderebbero la cosa,

qualora un tale commercio tentasse di introdursi. Diremo subito che

niente si presterebbe di più al ciarlatanesimo ed alle frodi che un

simile mestiere. Se si vedono dei falsi sonnambuli, si vedrebbero ancor più

facilmente dei falsi medium, e questa sola ragione sarebbe un fondato motivo

di diffidenza.

Il disinteresse, al contrario, è la risposta più decisiva che si possa opporre a

quelli che vedono soltanto nei fatti una abile manovra. Non esiste

ciarlatanesimo disinteressato. Quale potrebbe essere dunque il movente di

colui che usasse frodare senza interesse, e ciò tanto più quando la sua notoria

onorabilità lo mettesse al disopra dei sospetti?

Se il guadagno che un medium potrebbe ricavare dalla sua facoltà può essere

una causa di sospetto, non sarebbe affatto una prova che questo sospetto

possa essere fondato; egli potrebbe avere una attitudine reale ed agire

realmente in buona fede, anche facendosi retribuire; vediamo se in questo

caso ci si possa aspettare un risultato soddisfacente.

305 - Se si è ben capito ciò che abbiamo detto circa le condizioni necessarie

per servire da interprete ai buoni spiriti, circa le cause numerose che possono

allontanarli, circa le circostanze indipendenti dalla loro volontà, che sono

spesso un ostacolo alla loro venuta, ed infine circa tutte le condizioni morali

che possono esercitare una influenza sulla natura delle comunicazioni, come

mai si potrebbe supporre che uno spirito alquanto elevato sia, ad ogni ora del

giorno, agli ordini di un impresario di sedute e sottomesso alle sue esigenze,

per soddisfare la curiosità del primo venuto? Si conosce l’avversione degli

spiriti per tutto ciò che concerne la cupidigia e l’egoismo, il nessun conto in

cui essi tengono le cose materiali, e si vorrebbe che aiutassero a fare

commercio sulla loro presenza? Ciò ripugna al pensiero, e si conoscerebbe

ben poco la natura del mondo spiritico, per credere che ciò possa accadere.

Ma poiché gli spiriti leggieri sono meno scrupolosi, e non cercano che le

occasioni di divertirsi a nostre spese, ne risulta, che quand’anche non si fosse

 

301

mistificati da un falso medium, si avrebbe tutta la probabilità di esserlo dagli

spiriti stessi. Queste riflessioni danno già di per sé la misura del grado di

fiducia che si dovrebbe accordare alle comunicazioni di questo genere. Del

resto, a che cosa servirebbero oggi i medium pagati, dal momento che, se non

avessimo noi stessi questa facoltà, potremmo trovarla nella nostra famiglia,

presso i nostri amici od i nostri conoscenti?

306 - I medium interessati non sono soltanto quelli che potrebbero esigere

un compenso per le loro prestazioni; l’interesse non si traduce sempre nella

speranza di un guadagno materiale, ma anche nelle mire ambiziose di ogni

natura, sulle quali si possono fondare speranze personali; è questo pure un

errore che sanno benissimo afferrare gli spiriti mistificatori, e ne approfittano

con una destrezza ed una furberia veramente straordinarie, cullando con

ingannevoli illusioni quelli che si pongono così sotto la loro dipendenza.

Riassumendo, diremo che la medianità è una facoltà data per il

bene, ed i buoni spiriti si allontanano da chiunque pretendesse

farsene uno sgabello per giungere a qualunque risultato che non

fosse in relazione con le mire della Provvidenza. L’egoismo è la

piaga della società; i buoni spiriti lo combattono, e non si può

supporre che essi vengano per servirlo. Ciò è tanto logico, che sarebbe

inutile insistere maggiormente su questo punto.

307 - I medium ad effetti fisici non sono nella stessa categoria; questi effetti

sono generalmente prodotti da spiriti inferiori meno scrupolosi. Noi non

diciamo per questo che questi spiriti siano necessariamente cattivi: si può

essere un facchino ed essere nello stesso tempo un onestissimo uomo. Un

medium di questa categoria, che volesse trarre profitto della sua facoltà,

potrebbe dunque avere degli spiriti, che l’assisterebbero senza troppa

ripugnanza; ma anche qui si presenta un altro inconveniente. Il medium ad

effetti fisici, come quello da comunicazioni intelligenti, non ha ricevuto la sua

facoltà per suo divertimento; gli fu data per farne un buon uso, e se egli ne

abusa, può essergli tolta, ovvero può rivolgersi a suo danno, poiché, in ultima

analisi, gli spiriti inferiori sono agli ordini degli spiriti superiori.

Gli spiriti inferiori amano molto mistificare, ma non amano essere mistificati.

Se si prestano volentieri alle facezie ed alle cose di curiosità, è perché amano

divertirsi, ma non hanno piacere, come non l’hanno gli altri, di essere posti in

commercio, né di servire da comparse per fare andar bene l’incasso; e

provano ad ogni istante che hanno la loro volontà, che agiscono quando e

come loro sembra bene, il che dimostra come il medium ad effetti fisici sia

 

302

ancora meno sicuro del medium scrivente, per quanto riguarda la regolarità

delle manifestazioni.

Pretendere poi di produrli a giorni ed ore fisse, sarebbe dar prova della più

profonda ignoranza. Che fare allora per guadagnare danaro? Simulare i

fenomeni: ed è ciò che può succedere non solo a quelli che ne fanno un

mestiere pubblico, ma anche alle persone, semplici in apparenza, che trovano

questo mezzo più facile e più comodo che non il lavoro. Se lo spirito non si

presta, vi si supplisce; l’immaginazione è molto feconda quando si tratta di

guadagnare soldi! L’interesse essendo un legittimo motivo di

sospetto, ci dà un diritto ad esame rigoroso, di cui non sarebbe

lecito offendersi, senza giustificare i sospetti. Ma se il sospetto è

legittimo in questo caso, altrettanto offensivo è quando si tratta di

persone onorevoli e disinteressate.

308 - La facoltà medianica, anche ristretta nel limite delle manifestazioni

fisiche, non fu data per farne pompa sui palcoscenici, e chiunque pretendesse

di avere spiriti ai suoi ordini per mostrarli al pubblico, può a buon diritto

essere sospettato di ciarlatanesimo o di prestigio più o meno abile. Ciò vale

ogni qualvolta si vedano annunzi di pretese sedute di spiritismo o di

spiritualismo a prezzo fisso, ricordandosi del diritto che si acquista

entrando.

Da tutto ciò che precede, concludiamo che il disinteresse più

assoluto è la miglior garanzia contro il ciarlatanesimo: se non

assicura sempre la bontà delle comunicazioni intelligenti, esso

toglie comunque ai cattivi spiriti un potente mezzo di azione e

chiude la bocca a certi detrattori.

309 - Vi rimarrebbe ciò che si potrebbe chiamare la frode da dilettante, vale a

dire, gli scherzi innocenti di qualche giovialone di cattivo genere. Si potrebbe

senza dubbio praticarla in maniera di passatempo, nelle riunioni leggiere e

frivole, ma non nelle assemblee serie, dove si ammettono soltanto persone

serie. In tal caso, potrebbe darsi che si prendessero il piacere di una

mistificazione momentanea; ma bisognerebbe essere dotati d’una pazienza

singolare per rappresentare questa parte durante mesi ed anni; ed in ogni

seduta per molte ore consecutive. Solo un interesse qualsiasi può dare questa

perseveranza e l’interesse, noi lo ripetiamo, può far sospettare di tutto.

310 - Si dirà forse che un medium il quale consacra il suo tempo al pubblico,

 

303

nell’interesse della cosa, non può darlo per niente, poiché anzitutto bisogna

vivere. Ma è nell’interesse della cosa, o nel suo interesse, che egli dà il suo

tempo, o non è piuttosto perché vi intravede un mestiere lucrativo? Si

troveranno sempre persone disposte a prestarsi a questo prezzo. Non ha egli

altra industria che questa a sua disposizione? Non dimentichiamo

che gli spiriti, qualunque sia la loro superiorità o la loro

inferiorità, sono le anime dei morti; e mentre la morale e la

religione ci fanno un dovere di rispettare i loro resti, l’obbligo di

rispettare il loro spirito è ancora più grande.

Che cosa si direbbe di colui che togliesse un corpo dalla tomba e lo esponesse

al pubblico a pagamento, perché questo corpo sarebbe di natura tale da

eccitare la curiosità? Ed è forse minor mancanza di rispetto, esporre lo spirito

piuttosto che il corpo, sotto pretesto che è un fenomeno curioso il vedere agire

uno spirito? E notate bene, che il prezzo dei posti sarà in ragione delle scene

molteplici che potrà presentare, e dell’allettamento dello spettacolo.

Certamente, lui vivente, fosse egli stato anche un commediante, non avrebbe

pensato certo che dopo la sua morte avrebbe trovato un direttore, per cui

rappresentare gratis la commedia a suo profitto.

Non bisogna dimenticare che le manifestazioni fisiche, come

quelle intelligenti, non sono permesse da Dio che per sola nostra

istruzione.

311 - A parte queste considerazioni morali, noi non contestiamo

affatto che vi possano essere medium interessati onesti e

coscienziosi, perché si trova gente onesta in tutti i mestieri; noi

parliamo soltanto dell’abuso. Si dovrà però convenire, per i motivi da noi

esposti, che l’abuso ha maggior ragione di essere nei medium retribuiti, che

non in quelli che considerano la loro facoltà come un favore, e l’impiegano

soltanto per rendere utili servigi.

Il grado di fiducia o di diffidenza che si può accordare ad un medium

retribuito, dipende, più che altro, dalla stima che meritano il suo carattere e la

sua moralità; come pure le circostanze che lo attorniano. Il medium che, per

uno scopo eminentemente serio e proficuo, fosse impedito di utilizzare il suo

tempo in altra maniera, e per questa ragione fosse esonerato da

responsabilità, non deve essere confuso con il medium speculatore, con

quello cioè che, con disegno premeditato, si facesse un’industria della

medianità. Secondo il motivo e lo scopo, gli spiriti possono dunque

condannare, assolvere od anche favorire; essi giudicano l’intenzione, piuttosto

che il fatto materiale.

 

304

312 - I sonnambuli che utilizzano la loro facoltà in modo lucrativo, non sono

nello stesso caso. Quantunque questo lucro sia soggetto ad abusi, e

nonostante che il disinteresse sia la più grande garanzia della sincerità, la

posizione è differente, poiché qui è il loro proprio spirito che agisce; egli è per

conseguenza sempre a loro disposizione, ed in realtà essi non mettono in

commercio se non se stessi, poiché sono liberi di disporre della loro persona

come vogliono, mentre i medium speculatori mettono in commercio le anime

dei trapassati (vedi n. 172, Medium sonnambuli).

313 - Noi non ignoriamo che la nostra severità, verso i medium interessati, fa

insorgere contro di noi tutti quelli che traggono profitto o sarebbero tentati di

trarre profitto da questa nuova industria, e ce ne fa dei nemici accaniti, come

ci rende avversi i loro amici che ne sostengono la causa contro di noi; ma ci

consoliamo pensando che i commercianti scacciati dal tempio da Gesù, non

dovevano certo vederlo di buon occhio. Noi abbiamo anche contro di noi tutti

quelli che non osservano la cosa con la stessa gravità; tuttavia ci crediamo in

diritto di avere una opinione e di manifestarla; noi non forziamo alcuno ad

adottarla. Se un’immensa maggioranza si è riunita alla nostra opinione, ciò

vuol dire che, apparentemente, la si trova giusta: noi non vediamo, infatti,

come si possa provare che vi siano più facilmente la frode e l’abuso nella

speculazione che non nel disinteresse. Quanto a noi, se i nostri scritti hanno

contribuito a gettare il discredito sulla medianità interessata, noi crediamo

che questo non sia l’ultimo dei servizi resi allo spiritismo serio.

Frodi spiritiche

314 - Coloro che non ammettono la realtà delle manifestazioni fisiche,

attribuiscono generalmente alla frode gli effetti che si producono. Essi si

fondano sul fatto che i prestigiatori abili fanno cose che sembrano prodigi

quando non si conoscono i loro segreti; dal che concludono, che i medium

sono semplicemente giocolieri Abbiamo già confutato questo argomento, o

piuttosto questa opinione, specialmente nei nostri articoli dedicati al medium

Home e nei numeri della Revue Spirite di gennaio e febbraio 1858: ne diremo

perciò soltanto qualche parola prima di parlare di una cosa più seria.

D’altra parte, vi è da fare una considerazione che non sfuggirà a chiunque

rifletta un pochino. Senza dubbio, vi sono prestigiatori di una abilità

 

305

prodigiosa, ma sono rari. Se tutti i medium praticassero il prestigio,

bisognerebbe convenire che questa arte avrebbe fatto in poco tempo progressi

inauditi, e sarebbe divenuta subito assai comune, poiché si troverebbe allo

stato innato, presso persone che non immaginavano neppure di possederla,

persino presso fanciulli.

Si abusa di tutto, persino delle cose più rispettabili, e si può dire che

la frode ha anch’essa il suo genio. Ma la frode ha sempre uno scopo, un

interesse materiale qualunque; là dove vi è nulla da guadagnare, non vi è

interesse ad ingannare. E’ per questo, che noi abbiamo detto, a proposito dei

medium mercenari, che la migliore di tutte le garanzie consiste in un

disinteresse assoluto.

315 - Di tutti i fenomeni spiritici, quelli che più di tutti si prestano alla frode

sono i fenomeni fisici, e ciò per motivi che è utile prendere in considerazione.

Prima di tutto, perché, dirigendosi agli occhi più che all’intelligenza, sono

quelli che il prestigio può più facilmente imitare. In secondo luogo, perché,

stuzzicando più degli altri la curiosità, sono maggiormente atti ad attirare la

folla, e per conseguenza sono più produttivi. A questo doppio punto di vista, i

ciarlatani hanno dunque tutto il loro interesse a simulare questo genere di

manifestazioni, gli spettatori, per la maggior parte estranei alla scienza, vi

vanno generalmente a cercare una distrazione, piuttosto che una seria

istruzione, e si sa che vien pagato sempre meglio ciò che diverte, che non

quello che istruisce. Ma anche senza questa considerazione vi è un altro

motivo egualmente decisivo. Se il prestigio può imitare effetti materiali per i

quali basta la sola abilità, noi non gli conosciamo sinora il dono di

improvvisatore che richiede una dose di intelligenza poco comune, né quello

di produrre quelle comunicazioni sublimi, spesso così piene di opportunità,

che gli spiriti dettano. Ciò ci richiama alla memoria il fatto seguente.

Un letterato abbastanza conosciuto venne un giorno a vederci e ci disse che

egli era un ottimo medium scrivente intuitivo e che si metteva a disposizione

della società spiritica. Avendo noi per regola di non ammettere nella società

se non i medium le cui facoltà ci sono conosciute, lo pregammo di voler venire

prima di tutto a fare le sue prove in una riunione particolare. Egli vi venne;

molti medium esperimentati ci diedero sia dissertazioni, sia risposte di una

notevole precisione su questioni proposte e su certi soggetti da loro non

conosciuti. Quando venne il turno di questo signore, egli scrisse qualche

parola insignificante, disse che era mal disposto in quel giorno, e dopo non

l’abbiamo più visto. Senza dubbio la parte di medium ad effetti intelligenti era

più difficile a rappresentare di quello che egli avesse creduto.

 

306

316 - In ogni cosa, gli individui più facili ad essere ingannati sono

quelli che non sono del mestiere. Lo stesso avviene per lo

spiritismo; quelli che non lo conoscono sono facilmente illusi dalle

apparenze; mentre invece uno studio preventivo ed attento li inizierebbe

non solamente alla causa dei fenomeni, ma alle condizioni normali in cui

questi fenomeni possono prodursi, e così fornirebbe loro i mezzi di

riconoscere la frode, se frode esiste.

I medium ingannatori sono stigmatizzati come si meritano nella seguente

lettera che abbiamo riprodotto nella Revue Spirite del mese di agosto 1861.

Parigi, 21 luglio 1861

Signore,

“Non sono forse così severo come voi riguardo ai medium, che sotto una

forma degna e conveniente accettano una remunerazione come indennità del

tempo che consacrano ad esperienze sovente lunghe e faticose; ma lo sono

altrettanto, e non si potrebbe mai esserlo abbastanza, riguardo a quelli, che in

simile caso suppliscono, all’occasione con la truffa e con la frode, alla assenza

od all’insufficienza dei risultati promessi e attesi (vedi n. 311).

“Mescolare il falso al vero, quando si tratta di fenomeni ottenuti con

l’intervento degli spiriti, è una vera infamia, e vi sarebbe alterazione del senso

morale nel medium che credesse di poterlo fare senza scrupolo. Come voi lo

fate perfettamente osservare, sarebbe gettare il discredito sulla

credenza nello spirito degli indecisi, appena la frode venisse

riconosciuta. Aggiungerò che sarebbe compromettere nel modo più

deplorevole gli uomini dabbene che danno ai medium l’appoggio

disinteressato delle loro conoscenze e delle loro cognizioni.

“Qualunque medium che fosse convinto di fraudolenti manovre; che fosse

preso, per servirmi di una espressione un po’ prosaica, con la mano nel sacco,

meriterebbe di essere messo al bando da tutti gli spiritualisti o spiritisti del

mondo, per i quali sarebbe un dovere rigoroso smascherarlo e stigmatizzarlo

moralmente.

“Se vi conviene, signore, di inserire queste poche linee nel vostro giornale,

servitevene pure”.

(Matteo)

 

307

318 - Non tutti i fenomeni spiritici sono egualmente facili ad essere imitati, e

ve ne sono di quelli che sfidano evidentemente ogni abilità di prestigio: tali

sono il movimento di oggetti senza contatto, la sospensione di corpi pesanti

nello spazio, i colpi battuti in diverse parti, le apparizioni, ecc., ecco perché

noi diciamo che in simili casi, ciò che di meglio si può fare, è osservare

attentamente le circostanze, e soprattutto tener conto del carattere e della

posizione delle persone, dello scopo e dell’interesse che esse potrebbero avere

ad ingannare. Questo è il migliore di tutti i giudizi, perché vi sono delle

circostanze che tolgono ogni motivo di sospetto. Abbiamo dunque, per

principio, che conviene diffidare di chiunque facesse di questi fenomeni un

oggetto di curiosità e di divertimento, e pretendesse di produrli a volontà ed a

punto fisso, come abbiamo già spiegato. Non potremmo ripeterlo

troppo, le intelligenze occulte, che si manifestano a noi, hanno la

loro suscettibilità, e vogliono provarci che hanno anche il loro

arbitrio, e non si sottomettono ai nostri capricci (vedi n. 38).

Ci basterà segnalare alcune precauzioni impiegate, o che è possibile impiegare

in certi casi, per premunire contro la frode gli osservatori di buona fede.

Quanto a coloro che si ostinano a giudicare senza approfondire, sarebbe fatica

perduta il cercare di disingannarli.

319 - Uno dei fenomeni più ordinari è quello dei colpi interni battuti nella

sostanza stessa del legno, con o senza movimento della tavola o di un altro

oggetto di cui ci serviamo. Questo effetto è uno dei più facili ad imitare, sia

per il contatto dei piedi, sia provocando piccoli scricchiolii nel mobile. Vi è poi

una piccola astuzia speciale che è utile svelare. Basta posare le due mani a

piatto sulla tavola, ed abbastanza ravvicinate, perché le unghie dei pollici

appoggino fortemente l’una contro l’altra: allora, per mezzo di un movimento

muscolare del tutto impercettibile, si fa provare ad esse un fregamento che

produce un piccolo rumore secco, avente una grande analogia con quelli della

tiptologia intima. Questo rumore si ripercuote nel legno, e produce una

completa illusione. Niente è più facile che far sentire tanti colpi quanti se ne

domandano, una batteria di tamburo, ecc., rispondere a certe domande con il

o con il no, con numeri od anche con l’indicazione delle lettere

dell’alfabeto.

Quando si ha il sospetto, il mezzo di riconoscere la frode è assai semplice.

Essa non è possibile se le mani sono distanti l’una dall’altra, e quando si è

sicuri che nessun altro contatto può produrre questo rumore. I colpi reali

offrono d’altra parte ciò di caratteristico, che cambiano di posto e di timbro a

 

308

volontà - il che non può aver luogo, quando è dovuto alla causa che noi

segnaliamo od a qualsiasi altra analogia - quando questi colpi escono dalla

tavola per portarsi sopra un mobile qualunque che nessuno tocca, sopra i

muri, il soffitto, ecc.; e infine quando rispondono a domande non previste

(vedi n. 41).

320 - La scrittura diretta è ancora più facile ad imitarsi; senza parlare degli

agenti chimici ben conosciuti per far apparire la scrittura, in un dato tempo,

sopra la carta bianca - il che si può sventare con le precauzioni più comuni -

potrebbe succedere che, per un abile prestigio, si sostituisse una carta ad

un’altra. Potrebbe anche darsi che colui il quale volesse ingannare, avesse

l’arte di stornare l’attenzione mentre egli destramente scriverebbe qualche

parola. Ci fu riferito il caso di qualcuno che scriveva con un pezzo di matita

dissimulato sotto l’unghia.

321 - Il fenomeno degli apporti non si presta meno all’inganno, e si

può facilmente essere vittime di un giocoliere più o meno abile,

senza che vi sia bisogno di avere da fare con un prestigiatore di

professione. Nell’articolo speciale (vedi n. 96), gli spiriti hanno essi stessi

determinato le condizioni eccezionali nelle quali tale fenomeno può prodursi,

d’onde si può concludere che il fatto di ottenerlo in modo facile e

facoltativo, può almeno essere considerato sospetto. La scrittura diretta è da

ritenere un caso analogo.

322 - Nel capitolo dei Medium speciali abbiamo menzionato, secondo

quanto ci dissero gli spiriti, le attitudini medianiche comuni, e quelle che sono

rare. Conviene dunque diffidare dei medium che pretendono di avere queste

ultime troppo facilmente, o che ambiscono la molteplicità delle facoltà,

pretesa che non è giustificata se non raramente.

323 - Le manifestazioni intelligenti sono, secondo le circostanze, quelle che

offrono maggiori garanzie, e tuttavia esse non sono al riparo dall’imitazione,

almeno per quanto concerne le comunicazioni comuni e volgari. Si crede di

avere maggior sicurezza con i medium meccanici, non solamente per

l’indipendenza delle idee, ma per esser premuniti contro i falsi; per queste

ragioni certe persone preferiscono gli intermediari materiali. E’ invece un

errore. La frode si introduce dappertutto, e noi sappiamo che con

l’abilità si può dirigere a volontà anche un canestrino od una tavoletta che

 

309

scrive, e dar loro tutte le apparenze dei movimenti spontanei.

Ciò che toglie ogni dubbio, sono i pensieri espressi, vengano essi da un

medium meccanico, intuitivo, auditivo, parlante o veggente. Vi sono

comunicazioni che sono talmente all’infuori delle idee, delle cognizioni, ed

anche della portata intellettuale del medium, che occorrerebbe ingannarsi in

modo strano, per attribuirgliele.

Noi riconosciamo nel ciarlatanesimo una grande abilità e risorse feconde, ma

non gli riconosciamo ancora il dono di dare agli ignoranti il sapere, o lo spirito

a colui che non ne ha.

Riassumendo, ripetiamo, che la miglior garanzia è nella notoria

moralità dei medium e nell’assenza di ogni causa di interesse

materiale o d’amor proprio che potrebbe stimolare in lui

l’esercizio delle facoltà medianiche da lui possedute; poiché queste

cause possono impegnarlo a fingere quelle che non ha.

 

310

29 - RIUNIONI E SOCIETA’ SPIRITICHE

Delle riunioni in generale - Società propriamente dette - Soggetti di studio -

Rivalità fra le società.

Delle riunioni in generale

324 - Le riunioni spiritiche possono avere grandissimi vantaggi, in quanto ci

porgono occasione di illuminarci a vicenda mediante lo scambio dei pensieri,

delle domande e degli appunti, che ognuno può fare e di cui approfittano

tutti; ma per ritrarne tutti i frutti desiderabili, esse richiedono condizioni

speciali che noi esamineremo, poiché si avrebbe torto assimilandole alle

società ordinarie. Del resto, le riunioni essendo corpi o enti collettivi, quello

che li concerne è la conseguenza naturale delle istruzioni da noi date

precedentemente; esse devono prendere le stesse precauzioni ed evitare gli

stessi scogli, dai quali debbono guardarsi i singoli individui; è per ciò che

abbiamo collocato per ultimo questo capitolo.

Le riunioni spiritiche hanno caratteri differentissimi, secondo lo scopo che

ognuna di esse si propone; e il loro modo di essere deve pure per ciò stesso

differenziarsi. Secondo la loro natura esse possono essere frivole,

sperimentali o istruttive.

325 - Le riunioni frivole si compongono di persone che vedono soltanto il

lato piacevole delle manifestazioni, che si divertono delle facezie degli spiriti

leggieri, amatissimi di questo genere di assemblee, in cui hanno ogni libertà

di prodursi e non se ne privano. In queste riunioni dunque si domanda ogni

sorta di volgarità, si chiede agli spiriti la buona ventura, si mette alla prova la

loro perspicacia per farsi indovinare l’età, ciò che si ha in tasca, per svelare i

piccoli segreti e mille altre cose di questa importanza.

Queste riunioni sono senza conseguenza; ma siccome gli spiriti leggieri sono

talvolta intelligentissimi e in generale di umore facile e gioviale, vi si

producono sovente cose curiosissime. Colui che non avesse visto altre riunioni

e giudicasse il mondo degli spiriti da questo esempio, se ne farebbe una idea

così falsa, come colui che giudicasse tutta la società di una grande città da

 

311

quella che avesse visto in certi rioni. Il semplice buon senso ci dice, che gli

spiriti elevati non possono andare in tali riunioni, in cui gli spettatori non

sono certamente più seri che gli attori. Quando volessimo occuparci di cose

futili, conviene francamente chiamare spiriti leggieri, come si chiamerebbero

giullari per divertire una società, ma vi sarebbe profanazione ad invitarvi

nomi venerati, e mescolare il sacro al profano.

326 - Le riunioni sperimentali hanno più specialmente per oggetto la

produzione di manifestazioni fisiche. Per molte persone è uno spettacolo più

curioso che istruttivo; gli increduli ne escono più meravigliati che convinti,

quando non hanno visto altro, ed ogni loro pensiero è volto verso la ricerca

dei trucchi, poiché non rendendosi conto di niente, essi suppongono

facilmente dei sotterfugi. La cosa è diversa per quelli che hanno studiato; essi

ne capiscono a tutta prima la possibilità, ed i fatti positivi determinano, in

seguito, o compiono la loro convinzione. Se vi fossero sotterfugi, essi

sarebbero in grado di scoprirli.

Ciò nonostante, questo genere di esperimenti ha un’utilità che nessuno

potrebbe disconoscere, poiché sono essi che fecero scoprire le leggi che

reggono il mondo invisibile, e per molte persone sono senza dubbio un

potente motivo di convinzione. Ma noi riteniamo sempre che essi soli non

possono iniziare alla scienza spiritica, come la vista di un ingegnoso

meccanismo non potrebbe far conoscere la meccanica se se ne ignorano le

leggi.

Tuttavia se queste riunioni fossero dirette con metodo e prudenza, se ne

otterrebbero risultati molto migliori. Ritorneremo su questo argomento fra

poco.

327 - Le riunioni istruttive hanno tutt’altro carattere, e poiché sono quelle

in cui si può attingere il vero insegnamento, noi insisteremo maggiormente

circa le condizioni alle quali esse debbono rispondere.

La prima di tutte è di restare seri in tutta la pienezza della parola. Bisogna

persuadersi che gli spiriti ai quali vogliamo rivolgerci, sono di una natura del

tutto speciale; che, non potendo il sublime fare alleanza con il triviale, né il

bene con il male, quando si vogliono ottenere cose buone, conviene rivolgersi

ai buoni spiriti; ma non basta chiamare i buoni spiriti: occorre, come

condizione espressa, essere in condizioni propizie, affinché essi vogliano

venire. Ora, gli spiriti superiori non verranno nelle assemblee di uomini

leggieri e superficiali, più di quello che vi sarebbero venuti durante la loro

 

312

vita.

Una società non è veramente seria se non alla condizione di occuparsi di cose

veramente utili, con l’esclusione di ogni altra; se essa aspira ad ottenere

fenomeni straordinari per curiosità o per passatempo, gli spiriti che li

producono potranno venire, ma gli altri se ne andranno. In una parola,

qualunque sia il carattere di una riunione, essa troverà sempre spiriti disposti

a secondare le sue tendenze. Una riunione seria, dunque, si allontanerà dal

suo scopo, se lascia l’insegnamento per il divertimento. Le manifestazioni

fisiche, come abbiamo detto, hanno i loro vantaggi; coloro che vogliono

vedere vadano nelle riunioni sperimentali; quelli invece che vogliono capire

vadano nelle riunioni di studio.

328 - L’istruzione spiritica non comprende solamente l’insegnamento morale

dato dagli spiriti, ma anche lo studio dei fatti; spetta ad essa la teoria di tutti i

fenomeni, la ricerca delle cause e, come conseguenza, la constatazione di ciò

che è possibile e di ciò che non lo è; in una parola, l’osservazione di tutto ciò

che può far avanzare la scienza. Ora, sarebbe un illudersi, il credere che i fatti

siano limitati ai fenomeni straordinari; che quelli che colpiscono

maggiormente i sensi siano i soli degni di attenzione; se ne incontrano ad ogni

passo nelle comunicazioni intelligenti e che gli uomini riuniti per lo studio

non potrebbero trascurare. Questi fatti, che sarebbe impossibile enumerare

nascono da una quantità di circostanze fortuite; quantunque meno

appariscenti, non mancano del più alto interesse per l’osservatore, che vi

trova o la conferma di un principio conosciuto, o la rivelazione di un principio

nuovo, che lo fa penetrare più avanti nei misteri del mondo invisibile. Qui vi è

pure vero studio filosofico.

329 - Le riunioni di studio sono inoltre di una immensa utilità per i medium

a manifestazioni intelligenti, soprattutto per quelli che hanno un vero

desiderio di perfezionarsi e che non vi vanno con una sciocca presunzione di

infallibilità. Uno dei più grandi scogli della medianità è, come

abbiamo detto, l’ossessione e la fascinazione; essi possono dunque

illudersi in una fede circa il merito di ciò che ottengono, e si

capisce che gli spiriti ingannatori abbiano pieno sopravvento

quando hanno da fare con un cieco; è per questo che allontanano il

loro medium da ogni giudizio critico, e, all’occorrenza, gli fanno

anche prendere in avversione chiunque potrebbe illuminarlo; con

il favore dell’isolamento e della fascinazione essi possono

facilmente fargli accettare tutto quello che vogliono.

 

313

Non lo ripeteremo mai abbastanza: ivi è, non solamente lo scoglio, ma

anche il pericolo. Il solo mezzo di sfuggirvi è il giudizio di persone

disinteressate e benevole, che, giudicando le comunicazioni con sangue

freddo ed imparzialità, possono aprirgli gli occhi e fargli vedere ciò che da se

stesso non potrebbe scorgere. Ora, qualunque medium che tema questo

giudizio, è già sulla strada dell’ossessione; colui il quale crede che la luce sia

fatta per lui solo, è già completamente sotto il gioco; se prende come una

offesa le osservazioni, se le respinge, se queste lo irritano, non vi può essere

dubbio sulla cattiva natura dello spirito che l’assiste.

Abbiamo già detto che un medium può mancare delle cognizioni necessarie

per capire gli errori, egli può lasciarsi ingannare da parole altisonanti e da un

linguaggio ampolloso, essere sedotto da sofismi, e ciò con la miglior fede del

mondo; è per ciò che in mancanza di cognizioni proprie egli deve

modestamente ricorrere a quelle di altri, secondo il vecchio adagio, che

quattro occhi vedono meglio di due, e che nessuno è mai buon

giudice nella propria causa. E’ sotto questo punto di vista che le riunioni

sono per il medium di una grande utilità - se egli è abbastanza sensato per

ascoltarne gli avvisi - poiché ivi si trovano persone più illuminate di lui, che

potranno afferrare le gradazioni spesso delicate, con le quali lo spirito tradisce

la sua inferiorità.

Qualunque medium che sinceramente desidera di non essere vittima della

menzogna, deve dunque cercare di presentarsi nelle riunioni serie ed

apportarvi tutto ciò che ottiene in particolare. Egli deve accettare con

riconoscenza e anche sollecitare l’esame critico delle comunicazioni che

riceve. Se egli è alla mercé di spiriti ingannatori, questo è il mezzo più sicuro

di sbarazzarsene, provando loro che essi non possono ingannarlo. D’altra

parte, il medium che si irrita della critica, è tanto più in errore, in quanto il

suo amor proprio non vi è affatto impegnato, giacché quello che dice non è

opinione sua, ed egli non ne è maggiormente responsabile che se dovesse

leggere i versi di un cattivo poeta.

Noi abbiamo insistito su questo punto, perché se ciò è uno scoglio per i

medium, ne è pure uno per le riunioni alle quali importa di non accordare

leggermente confidenza a tutti gli interpreti degli spiriti. Il concorso di

qualsiasi medium ossesso o fascinato sarebbe più nocivo che utile; essi non

debbono dunque accettarlo. Noi crediamo di aver dato spiegazioni sufficienti

da rendere impossibile ingannarsi sui caratteri dell’ossessione, se il medium

non può riconoscerla egli stesso; uno dei caratteri più notevoli è senza

dubbio la pretesa di avere da solo ragione contro tutti. I medium

ossessi che non vogliono convenirne, assomigliano a quei malati che si

illudono sulla loro salute, e si perdono per non voler sottomettersi ad un

 

314

regime salutare.

330 - Una riunione seria deve proporsi di scartare gli spiriti mentitori; essa

sarebbe nell’errore se si credesse difesa dalla serietà del suo scopo e dalla

qualità dei suoi medium; essa non perverrà ad essere liberata da questi spiriti,

se non quando essa stessa sarà in condizioni favorevoli.

Per ben capire quello che succede in questa circostanza, rimandiamo il lettore

a quanto abbiamo detto al n. 231, circa l’Influenza dell’ambiente. Bisogna

rappresentarsi ogni individuo come se fosse attorniato da un certo numero di

esseri invisibili, che si identificano con il suo carattere, con i suoi gusti e con le

sue tendenze; dunque, ogni persona che entra in una riunione conduce con sé

spiriti che le sono simpatici. Secondo il loro numero e la loro natura, questi

possono esercitare sulla assemblea e sulle comunicazioni un’influenza buona

o cattiva. Una riunione perfetta sarebbe quella in cui tutti i membri,

animati da un eguale amore del bene, conducessero con sé

soltanto buoni spiriti; in mancanza della perfezione, la migliore

sarà quella in cui il bene soverchierà il male. Questo è troppo logico

perché sia necessario insistere.

331 - Una riunione è un essere collettivo, le cui qualità e proprietà

sono la risultante di tutte quelle dei suoi membri, e formano come

un fascio; ora, questo fascio avrà tanto maggiori forze quanto più

sarà omogeneo. Se si è ben capito ciò che dicemmo (vedi n. 282, domanda

5) circa la maniera con la quale gli spiriti sono avvertiti dalla nostra chiamata,

si capirà facilmente la potenza dell’associazione del pensiero degli astanti. Se

lo spirito è in qualche maniera colpito dal pensiero, come noi lo siamo dalla

voce, venti persone che si unissero in una medesima intenzione avranno

necessariamente maggior forza di una sola; ma affinché tutti questi pensieri

concorrano verso lo stesso scopo, conviene che essi vibrino all’unisono; che si

confondano, per così dire, in uno solo, il che non può aver luogo senza

raccoglimento.

D’altra parte, lo spirito, arrivando in un ambiente completamente simpatico,

vi si trova maggiormente a suo agio; non trovando che amici, vi viene più

volentieri ed è più disposto a rispondere. Chiunque abbia seguito con qualche

attenzione le manifestazioni spiritiche intelligenti, ha potuto convincersi di

questa verità. Se i pensieri sono divergenti, ne risulta un urto di idee,

sgradevole per lo spirito, e per conseguenza nocivo alle manifestazioni. Lo

stesso si dica di un uomo che deve parlare in un’assemblea. Se egli sente che

tutti i pensieri gli sono simpatici e benevoli, l’impressione che ne riceve

 

315

reagisce sulle sue proprie idee e dà loro maggior estro; l’unanimità di questo

concorso esercita sopra di lui una specie di azione magnetica, che moltiplica i

suoi mezzi, mentre l’indifferenza o l’ostilità lo turba e lo paralizza; è così che

gli attori sono elettrizzati dagli applausi; ora gli spiriti, ben più

impressionabili che gli uomini, debbono subire molto meglio l’influenza

dell’ambiente in cui si trovano.

Ogni riunione spiritica deve dunque tendere alla più grande

omogeneità possibile. E’ ben inteso che noi parliamo di quelle che

vogliono pervenire a risultati seri e veramente utili; se si vogliono

semplicemente ottenere comunicazioni ad ogni costo, senza inquietarsi della

qualità di quelli che le danno, è evidente che tutte queste precauzioni non

sono necessarie, ma allora non ci si deve lamentare della qualità del prodotto.

332 - Il raccoglimento e la comunione di pensieri essendo le

condizioni essenziali di ogni riunione seria, si capisce che il

numero troppo grande degli astanti deve essere una delle cause

più contrarie all’omogeneità. Non vi è certo alcun limite assoluto a

questo numero, e si capisce che cento persone sufficientemente raccolte ed

attente, saranno in condizioni migliori di dieci che fossero distratte e

rumorose; ma è pure evidente, che quanto più il numero è grande, tanto più

queste condizioni sono difficili ad ottenersi. D’altra parte, è un fatto provato

dall’esperienza che i piccoli circoli intimi sono sempre più favorevoli alle belle

comunicazioni, e ciò per i motivi già sviluppati.

333 - Vi è ancora un altro punto non meno necessario, e questo è la

regolarità delle riunioni. In tutte vi sono sempre spiriti che si potrebbero

chiamare abbonati, e non intendiamo con ciò parlare di quegli spiriti che si

trovano dappertutto e si mischiano in tutto, ma intendiamo gli spiriti

protettori, e quelli che si interrogano più spesso. Non bisogna però credere,

che questi spiriti non abbiano altra cosa da fare all’infuori di quella di

ascoltarci; essi hanno le loro occupazioni e possono, d’altra parte, trovarsi in

condizioni sfavorevoli per essere evocati. Ma quando le riunioni hanno luogo

a giorni ed ore fisse, essi si dispongono in conseguenza, ed è raro che vi

manchino, ve ne sono anzi di quelli, che spingono la puntualità all’eccesso; si

formalizzano di un quarto d’ora di ritardo, e stabiliscono essi stessi il

momento di un colloquio; sarebbero chiamati invano qualche minuto prima.

Aggiungiamo tuttavia che, quantunque gli spiriti preferiscano la regolarità,

quelli che sono veramente superiori non sono meticolosi a questo punto.

L’esigenza di una puntualità rigorosa è un segno d’inferiorità come

 

316

tutto ciò che è puerile. All’infuori delle ore stabilite, essi possono senza

dubbio venire, e vengono anche volentieri, se lo scopo è utile; ma non c’è nulla

di più nocivo alle buone comunicazioni, che di chiamarli a dritto e a rovescio

quando ci prende la fantasia, e soprattutto senza motivi seri; non essendo essi

obbligati a sottomettersi ai nostri capricci, potrebbero anche non disturbarsi,

ed è allora soprattutto che altri possono prendere il loro posto e il loro nome.

Società propriamente dette

334 - Tutto quello che abbiamo detto circa le riunioni in generale, si applica

naturalmente alle società regolarmente costituite; queste tuttavia hanno da

lottare contro certe difficoltà speciali, che nascono dal legame stesso che

unisce i membri. Essendoci stati molte volte chiesti consigli sopra la loro

organizzazione, noi li riassumiamo qui in poche parole.

Lo spiritismo è ancora troppo diversamente apprezzato, e non abbastanza

capito nella sua essenza da un gran numero di adepti, per offrire un legame

potente fra i membri di ciò che si potrebbe chiamare un’associazione. Questo

legame può esistere solamente fra quelli che ne vedono lo scopo

morale, lo capiscono e lo applicano a se stessi. Tra quelli che non vi

vedono che fatti più o meno curiosi, non vi potrebbe essere un legame serio;

perché, mettendo i fatti al disopra dei principi, una semplice divergenza nella

maniera di considerarli può suscitare una divisione.

La stessa cosa non succede per i primi, giacché sulla questione morale non

possono esistere due maniere di vedere; per cui è notevole che, ovunque si

incontrino, una reciproca confidenza li attiri gli uni verso gli altri; la

benevolenza che regna fra di loro scaccia il malessere e la soggezione che

nascono dalla suscettibilità, dall’orgoglio che si risente della minima

contraddizione, e dall’egoismo, che tutto riferisce e fa convergere a se stesso.

Una società nella quale tali sentimenti regnassero nella loro pienezza, ove i

singoli membri si riunissero allo scopo di venire ad istruirsi all’insegnamento

degli spiriti, e non nella speranza di vedere cose più o meno interessanti, o per

far prevalere la propria opinione, una tale società, diciamo noi, sarebbe non

solo vitale, ma indissolubile. La difficoltà di riunire numerosi elementi

omogenei sotto questo punto di vista ci porta a dire che, nell’interesse degli

studi e per il bene stesso della cosa, le riunioni spiritiche debbono tendere a

moltiplicarsi per piccoli gruppi, piuttosto che cercare di costituirsi in grandi

agglomerazioni. Questi gruppi, corrispondendo fra di loro, visitandosi,

trasmettendosi le loro osservazioni, possono fin d’ora formare il nucleo della

 

317

grande famiglia spiritica, che riunirà un giorno tutte le opinioni, ed unirà gli

uomini in uno stesso sentimento di fraternità suggellato dalla carità cristiana.

335 - Noi abbiamo visto di quale importanza sia l’uniformità dei

sentimenti per ottenere buoni risultati; questa uniformità è

necessariamente tanto più difficile ad ottenersi quanto maggiore è

il numero dei soci. Nei piccoli comitati si conoscono reciprocamente, e si è

più sicuri degli elementi che vi si introducono; il silenzio ed il raccoglimento

vi sono più facili. Le grandi assemblee escludono l’intimità per la varietà degli

elementi di cui si compongono. La divergenza dei caratteri, delle idee, delle

opinioni vi si disegna assai più facilmente, ed offre agli spiriti imbroglioni

maggior facilità per seminarvi la discordia. Quanto più numerosa è la

riunione e tanto più difficile è accontentare tutti. I piccoli comitati non sono

soggetti alle medesime fluttuazioni; la caduta di una grande società sarebbe

uno smacco apparente per la causa dello spiritismo, ed i suoi nemici non

mancherebbero di farsene un’arma; invece, la dissoluzione di un piccolo

gruppo passa inosservata, e d’altra parte, se uno si disperde, se ne formano

venti ,altri. Ora venti gruppi di quindici o venti persone otterranno di più, e

faranno di più per la propaganda, che un’assemblea di trecento o

quattrocento persone.

336 - Non dimentichiamo che lo spiritismo ha nemici interessati, che vedono

con dispetto i suoi successi; i più pericolosi sono quelli che agiscono

nell’ombra; costoro lo carezzano con una mano e lo lacerano con l’altra.

Questi esseri malevoli si insinuano dappertutto, ove sperano far del male;

sapendo che l’unione è una potenza, cercano di distruggerla, agitando la

fiaccola della discordia. Si capisce che essi abbiano molto maggior facilità di

insinuarsi nelle riunioni numerose, piuttosto che nei piccoli comitati, dove

tutti si conoscono a vicenda; essi seminano il dubbio, la diffidenza ed il

disamore.

337 - Si può dunque stabilire il principio, che chiunque, in una riunione

spiritica, provochi il disordine o la disunione, ostensibilmente o sottomano,

con qualunque mezzo, è, o un agente provocatore, od almeno un pessimo

spiritista, di cui sarebbe bene lo sbarazzarsi al più presto; ma gli stessi

impegni che legano tutti i membri vi mettono sovente ostacolo; ecco perché

conviene evitare gli impegni indissolubili; perché gli uomini dabbene sono

sempre abbastanza impegnati; i malintenzionati lo sono sempre troppo.

 

318

338 - Oltre le persone notoriamente malevole, vi sono quelle che per

carattere portano le scissure con sé ovunque si trovino. Conviene dunque

essere molto circospetti circa gli elementi nuovi che vi si

introducono. I più temibili sono gli individui che hanno sistemi preconcetti,

gli increduli ad ogni costo, che dubitano di tutto, anche dell’evidenza; gli

orgogliosi, che pretendono di avere essi soli la scienza infusa, che vogliono

imporre dappertutto la loro opinione, e guardano con sdegno chiunque non

pensi come loro. Guardatevi soprattutto da quei peroratori insipidi, che

vogliono sempre avere l’ultima parola, e da quelli che si compiacciono

soltanto nella contraddizione; gli uni e gli altri fanno perdere il tempo senza

profitto per se stessi; gli spiriti buoni non amano le parole inutili.

339 - Vista la necessità di evitare ogni causa di torbido e di distrazione, una

società spiritica che si organizza deve portare tutta la sua attenzione sulle

misure adatte a togliere ai fautori di disordini i mezzi di nuocere, e a dare le

più grandi facilità per scartarli. Le piccole riunioni hanno solo bisogno di un

regolamento disciplinare, molto semplice, per l’ordine delle sedute; ma le

società regolarmente costituite esigono una più compiuta organizzazione; la

migliore sarà quella i cui ingranaggi saranno meno complicati.

340 - Le società piccole o grandi e tutte le riunioni, qualunque ne

sia l’importanza, debbono lottare contro un altro scoglio. I fautori

di divisioni non si trovano solamente nel loro seno: essi si trovano

egualmente nel mondo invisibile. Come vi sono spiriti protettori per le

società, le città ed i popoli, vi sono pure spiriti malefici, che si legano ai gruppi

come agli individui; essi si attaccano dapprima ai più deboli ed ai più

accessibili, cercando di ridurli a propri strumenti per giungere poco alla volta

a circonvenire le masse; ché la loro maligna gioia cresce in ragione del

numero di quelli che tengono sotto il loro giogo. Ogni volta, dunque, che in un

gruppo un individuo cade nelle loro insidie, conviene dirsi che vi è un nemico

nel campo, un lupo nell’ovile, e che dobbiamo tenerci in guardia, poiché è più

che probabile che egli cerchi di moltiplicare i suoi tentativi. Se non lo si

scoraggia con una resistenza energica, l’ossessione diventa come un male

contagioso, che si manifesta nei medium con la perturbazione della

medianità, e presso altri con l’ostilità dei sentimenti, con il pervertimento del

senso morale e con l’alterazione dell’armonia. E poiché il più potente antidoto

di questo veleno è la carità, essi cercano soprattutto di spegnere la carità.

Non conviene dunque aspettare che il male sia divenuto incurabile

 

319

per porvi rimedio. Per questo, vi sono due mezzi efficacissimi se

bene impiegati: la preghiera del cuore, e lo studio attento dei più

piccoli segni, che rivelino la presenza di spiriti ingannatori; il

primo attira i buoni spiriti che assistono con zelo soltanto quelli

che li secondano per mezzo della loro confidenza in Dio, e l’altro

prova ai cattivi che essi hanno da fare con persone abbastanza

illuminate e sensate, per non lasciarsi sedurre.

341 - L’influenza dell’ambiente è la conseguenza della natura degli spiriti e

del loro modo d’azione sopra gli esseri viventi. Da questa influenza ognuno

può dedurre da se stesso le condizioni più favorevoli per una società che

aspira a conciliarsi la simpatia dei buoni spiriti e ad ottenere soltanto buone

comunicazioni, eliminando i cattivi. Queste condizioni sono tutte nelle

disposizioni morali degli astanti; esse si riassumono nei punti seguenti:

Perfetta comunione di idee e di sentimenti;

Benevolenza reciproca fra tutti i membri;

Abnegazione di ogni sentimento contrario alla vera carità cristiana;

Desiderio unico di istruirsi e di migliorare se stessi mediante l’insegnamento

dei buoni spiriti, e mettendo a profitto i loro consigli. Chiunque sia persuaso

che gli spiriti superiori si manifestano con lo scopo di farci progredire, e non

per nostro solo comodo, capirà che essi debbono ritirarsi da quelli che si

limitano ad ammirare il loro stile, senza trarne alcun frutto;

Esclusione di tutto ciò che nelle comunicazioni domandate agli spiriti avrebbe

solo uno scopo di curiosità;

Raccoglimento e silenzio rispettoso durante i colloqui con gli spiriti;

Associazione di tutti gli astanti, con il pensiero, alla chiamata fatta agli spiriti

che si evocano;

Concorso dei medium dell’assemblea, con rinunzia di qualsiasi sentimento di

orgoglio, di amor proprio e di supremazia, e per l’unico desiderio di rendersi

utili.

342 - Sarebbe un errore credere, che siano all’infuori di questo concerto

fraterno le riunioni che si occupano specialmente di manifestazioni fisiche, e

che escludano ogni pensiero serio. Se esse non richiedono condizioni così

rigorose, non vi si può però assistere impunemente con leggerezza; e sarebbe

un errore il credere che il concorso degli astanti sia assolutamente nullo. Si ha

 

320

la prova del contrario in questo fatto, che spesso le manifestazioni di questo

genere, anche provocate da medium potenti, non possono prodursi in certi

ambienti. Vi sono dunque, pure per questo, delle influenze contrarie, e queste

influenze non possono essere che nella divergenza o nella ostilità dei

sentimenti, che paralizzano gli sforzi degli spiriti.

Le manifestazioni fisiche, come abbiamo detto, hanno una grande utilità; esse

aprono un vasto campo all’osservatore, poiché è tutto un ordine di insoliti

fenomeni, che si svolge ai suoi occhi, e le cui conseguenze sono incalcolabili.

Un’assemblea può dunque occuparsene con intenti serissimi, ma essa non

potrebbe raggiungere il suo scopo, sia come studio, sia come mezzo di

convinzione, se non si colloca in condizioni favorevoli: la prima di tutte è non

la fede degli astanti, ma il loro desiderio di illuminarsi, senza secondi fini,

senza partito preso di rigettare anche l’evidenza; la seconda è la restrizione

del loro numero, per evitare la mescolanza degli elementi eterogenei. Se le

manifestazioni fisiche sono prodotte in generale dagli spiriti meno avanzati,

esse non hanno meno delle altre uno scopo provvidenziale; ed i buoni spiriti

le favoriscono tutte le volte che possono avere un utile risultato.

Soggetti di studio

343 - Allorché si sono evocati i nostri parenti ed amici e qualche personaggio

celebre, per paragonare le loro opinioni d’oltretomba con quelle che essi

hanno avuto in vita, si è spesso imbarazzati per alimentare i colloqui, a meno

di cadere nelle volgarità e nelle futilità. Molti pensano inoltre che Il Libro

degli Spiriti abbia esaurito la serie delle domande morali e filosofiche. Ciò è

un errore; ed ecco perché può essere utile indicare la sorgente ove si possono

attingere soggetti di studio, per così dire illimitati.

344 - Se l’evocazione degli uomini illustri e degli spiriti superiori è

eminentemente utile per l’insegnamento che ci danno, quella degli spiriti

comuni non lo è meno, quantunque essi siano incapaci di risolvere le

domande di qualche elevatezza; per la loro inferiorità essi si dipingono da se

stessi, e meno la distanza che ce ne separa è grande, più noi vi troviamo

somiglianze con la nostra situazione senza contare che ci offrono sovente

tratti caratteristici del più alto interesse, come abbiamo spiegato al n. 281,

parlando della utilità delle evocazioni particolari. E’ dunque una sorgente

inesauribile di osservazioni, anche quando si vogliano prendere soltanto gli

uomini, la vita dei quali presenta qualche particolarità riguardo al genere di

 

321

morte, all’età, alle buone o cattive qualità, alla loro posizione felice od infelice

sopra la terra, alle abitudini, allo stato mentale, eccetera.

Con gli spiriti elevati, il quadro degli studi si estende assai di più; oltre le

questioni psicologiche, che hanno un limite, si può proporre loro una quantità

di problemi morali, che si estendono all’infinito, su tutte le posizioni della vita

sulla migliore condotta da tenersi in tale o tal altra circostanza, sui nostri

doveri reciproci, ecc. Il valore dell’istruzione che si riceve su un soggetto

qualunque, morale, storico, filosofico o scientifico, dipende interamente dallo

stato dello spirito che si interroga; e poi sta a noi il giudicare.

345 - Oltre le evocazioni propriamente dette, le comunicazioni spontanee

offrono infiniti soggetti di studio. Esse consistono nell’aspettare il soggetto

che piace agli spiriti di trattare. Molti medium possono, in questo caso,

lavorare simultaneamente. Qualche volta si può chiamare uno spirito

determinato; il più delle volte si aspetta quelli che vogliono presentarsi, e ne

vengono spesso, nella maniera più imprevista. Queste comunicazioni possono

poi dar luogo ad una quantità di quesiti, il cui tema si trova così già preparato.

Essi debbono essere commentati con cura, per studiare tutti i pensieri che

racchiudono, e giudicare se essi portano un suggello di verità. Questo esame,

fatto con severità, è, come abbiamo detto, la migliore garanzia contro

l’intrusione di spiriti ingannatori. Per questo motivo, come pure per

l’istruzione di tutti, potrà essere data conoscenza delle comunicazioni

ottenute anche all’infuori della riunione. Vi è qui, come si vede, una sorgente

inesauribile di elementi molto seri ed istruttivi.

346 - Le occupazioni di ogni seduta possono essere regolate come segue:

1) Lettura delle comunicazioni spiritiche ottenute nell’ultima seduta.

2) Relazioni diverse. - Corrispondenza. - Lettura delle comunicazioni

ottenute all’infuori delle sedute. - Relazione di fatti interessanti lo spiritismo.

3) Lavori di studio. - Dettati spontanei. - Domande diverse e problemi

morali proposti agli spiriti. - Evocazioni.

4) Conferenza. - Esame critico ed analitico delle diverse comunicazioni.

Discussione circa i differenti punti della Scienza spiritica.

347 - I gruppi nascenti sono qualche volta arrestati nei loro lavori per

mancanza di medium. I medium sono certamente uno degli elementi

essenziali delle riunioni spiritiche, ma non ne sono l’elemento indispensabile,

 

322

e si avrebbe torto di credere che, mancando essi, non vi resti più nulla da fare.

Senza dubbio, quelli che si riuniscono soltanto per uno scopo di esperimento

non possono fare senza medium, come i musicisti non possono suonare in un

concerto senza strumenti; ma quelli che hanno in vista lo studio serio, hanno

mille soggetti di occupazione altrettanto utile e proficua che se potessero

operare essi stessi.

Rivalità tra le società

348 - Le riunioni che si occupano esclusivamente di comunicazioni

intelligenti, e quelle che si dedicano allo studio delle manifestazioni fisiche,

hanno ciascuna la loro missione; né le une né le altre sarebbero nel vero

spirito dello spiritismo, qualora si vedessero di cattivo occhio; e quella che

gettasse la pietra all’altra, proverebbe, con ciò solo, la cattiva influenza che la

domina. Tutte debbono concorrere, quantunque per strade differenti, allo

scopo comune, che è la ricerca e la propagazione della verità; il loro

antagonismo, che sarebbe effetto soltanto di una eccitazione d’orgoglio,

fornendo le armi ai detrattori, non potrebbe che nuocere alla causa che esse

pretendono di difendere.

349 - Queste ultime riflessioni si applicano egualmente a tutti i gruppi, che

potrebbero differire sopra alcuni punti della dottrina. Come abbiamo detto al

capitolo delle Contraddizioni, queste divergenze non riguardano, la

maggior parte delle volte, che argomenti accessori, spesso anche semplici

parole; vi sarebbe dunque puerilità a fare scuola a parte, perché non si

penserebbe esattamente la stessa cosa. Ma sarebbe ancora peggio se i

differenti gruppi o società di una stessa città, si guardassero con gelosia.

Amore e Carità è la divisa di ogni vero spiritista. Vogliono essi farsi

scudo della superiorità degli spiriti che li assistono? Lo provino con la

superiorità degli insegnamenti che ricevono, e con l’applicazione che essi ne

fanno di se stessi.

Certi spiriti, più presuntuosi che logici, tentano qualche volta di imporre

sistemi strani ed impraticabili, con il favore dei nomi venerati, di cui si

rivestono. Il buon senso fa presto giustizia di queste utopie, ma intanto esse

possono seminare il dubbio e l’incertezza fra gli adepti; da cui spesso nasce

una causa di dissenso momentaneo.

350 - Se lo spiritismo deve, come fu annunziato, produrre la

 

323

trasformazione dell’umanità, ciò non può avvenire se non

mediante il miglioramento delle masse, il quale giungerà solo

gradatamente e poco per volta, in seguito al miglioramento degli

individui. Che importa il credere all’esistenza degli spiriti, se questa

credenza non rende migliori, più benevoli e più indulgenti verso i propri

simili, più umili, più pazienti nelle avversità? Che cosa vale all’avaro l’essere

spiritista, se rimane sempre avaro? all’orgoglioso se è sempre pieno di se

stesso? all’invidioso se è sempre geloso? Tutti gli uomini potrebbero dunque

credere alle manifestazioni e ciò nonostante l’umanità restare stazionaria; ma

tali non sono i disegni della Provvidenza. Tutte le società spiritiche serie

devono tendere verso lo scopo provvidenziale, raggruppando attorno a sé tutti

quelli che nutrono gli stessi sentimenti; allora vi sarà fra esse unione,

simpatia, fraternità, e non un vano e puerile antagonismo di amor proprio di

parole, piuttosto che di cose; allora esse saranno forti e potenti, perché si

appoggeranno su una base irremovibile: il bene per tutti; allora esse saranno

rispettate ed imporranno silenzio alla sciocca derisione, perché parleranno in

nome della morale evangelica rispettata da tutti.

Questa è la strada nella quale ci siamo sforzati di fare entrare lo spiritismo.

La bandiera che noi altamente inalberiamo, è quella dello

Spiritismo Cristiano ed umanitario; attorno al quale siamo felici di

vedere già tanti uomini raccogliersi in tutti i punti del globo, giacché

capiscono che qui sta l’ancora di salvezza, la salvaguardia dell’ordine

pubblico, il segnale di una era nuova per l’umanità. Noi invitiamo tutte le

società spiritiche a concorrere a questa grande opera; che da tutti i

punti della terra esse si tendano una mano fraterna, ed esse

allacceranno il male in reti inestricabili.

 

324

30 - DISSERTAZIONI SPIRITICHE

Comunicazioni sullo spiritismo - Comunicazioni sui medium -

Comunicazioni sulle società spiritiche - Comunicazioni apocrife.

Abbiamo riunito in questo capitolo alcuni dettati spontanei che possono

completare e confermare i principi contenuti in quest’opera. Ne avremmo

potuto citare un numero molto più grande, ma ci siamo limitati a quelli che

hanno più particolarmente relazione con l’avvenire dello spiritismo, con i

medium e con le riunioni spiritiche. Li diamo e come istruzione e come tipi

del genere di comunicazioni veramente serie. Termineremo con alcune

comunicazioni apocrife, seguite da annotazioni proprie a farle riconoscere.

Comunicazioni sullo spiritismo

I

Abbiate fede nella bontà di Dio e siate abbastanza illuminati per capire i

preparativi della nuova vita che egli vi destina. Non vi sarà dato, è vero, di

goderne in questa esistenza; ma non sarete voi felici, quando anche non

doveste rivivere su questo globo, di considerare dall’alto l’opera che avrete

incominciata e che si svilupperà sotto i vostri occhi? Formatevi una corazza

con fede ferma e siate senza esitazioni contro gli ostacoli che sembrano dovere

innalzarsi contro l’edificio di cui voi ponete le fondamenta. Le basi sulle quali

si appoggia sono solide. Il Cristo ne pose la prima pietra. Coraggio, dunque,

architetti del divin Maestro! Lavorate, fabbricate, Dio coronerà la vostra

opera. Ma ricordatevi bene che Gesù Cristo rinnega tra i suoi discepoli

chiunque abbia la carità soltanto sulle labbra; non basta credere, occorre

soprattutto dare l’esempio della bontà, della benevolenza e del disinteresse;

senza ciò, la vostra fede sarà sterile per voi.

(Sant’Agostino)

 

325

II

Gesù Cristo in persona presiede i lavori di ogni natura che sono in via da

compiersi, per aprirvi l’era di rinnovazione e di perfezionamento che vi

predicano le vostre guide spirituali. Se infatti, all’infuori delle manifestazioni

spiritiche, voi gettate gli occhi sopra gli avvenimenti contemporanei,

riconoscerete senza alcuna esitazione i segni precursori che vi proveranno in

maniera innegabile che i tempi predetti sono arrivati. - Le comunicazioni si

stabiliscono fra tutti i popoli; gli ostacoli morali che si oppongono alla loro

unione, i pregiudizi politici e religiosi, si cancelleranno rapidamente, ed il

regno della fratellanza si stabilirà infine in una maniera solida e durevole. -

Osservate già fin d’ora gli stessi sovrani spinti da una mano invisibile,

prendere, cosa inaudita per voi, l’iniziativa delle riforme, e le riforme che

partono dall’alto e spontaneamente, sono molto più durevoli e rapide di

quelle che partono dal basso, e sono strappate dalla forza. - Io avevo,

malgrado i pregiudizi dell’infanzia e dell’educazione, malgrado il culto delle

memorie, presentito l’epoca attuale. Ne sono felice, e sono più felice ancora di

venirvi a dire: Fratelli, coraggio! Lavorate per voi e per l’avvenire dei vostri;

lavorate soprattutto per il vostro miglioramento personale, e goderete nella

vostra prima esistenza di una felicità, di cui è tanto difficile a voi il farvi

un’idea, quanto a me di farvela comprendere.

(Chateaubriand)

III

Io penso che lo spiritismo sia uno studio tutto filosofico delle cause segrete,

dei movimenti interni dell’animo, poco o punto definiti finora. Esso spiega,

più ancora di quello che scopra, orizzonti nuovi. La reincarnazione e le prove

subite prima di arrivare allo scopo supremo non sono rivelazioni, ma una

conferma importante. Io sono colpito dalle verità che questo mezzo mette

alla luce. Dico mezzo con intenzione, poiché, a mio credere, lo spiritismo è

una leva che scosta le barriere della cecità. Si deve creare del tutto la

preoccupazione delle questioni morali. Si discute la politica che agita gli

interessi generali, si discutono gli interessi privati, ci si preoccupa per

l’attacco o la difesa della personalità; i sistemi hanno i loro partigiani ed i loro

detrattori; ma le verità morali, quelle che sono il pane dell’anima, il pane di

vita, sono lasciate nella polvere accumulata dai secoli. - Qualunque

 

326

perfezionamento è utile agli occhi della moltitudine, eccetto quello dell’anima;

la sua educazione, la sua elevazione sono chimere, utili tutt’al più per

occupare gli ozi dei preti, dei poeti e delle donne, sia allo stato di moda, sia a

quello di insegnamento.

Se lo spiritismo risuscita lo spiritualismo, esso renderà alla società lo

slancio che infonde agli uni la dignità interna, agli altri la rassegnazione, a

tutti il bisogno di elevarsi verso l’Essere supremo, dimenticato e sconosciuto

dalle sue ingrate creature.

(J. J. Rousseau)

IV

Se Dio invia spiriti per istruire gli uomini, è per illuminarli nei loro doveri, per

mostrar loro la strada che può abbreviare le loro prove, e con questo mezzo

affrettare il loro avanzamento. Ora, come il frutto giunge a maturità, così

l’uomo arriverà alla perfezione. Ma accanto ai buoni spiriti che vogliono il

vostro bene, vi sono pure gli spiriti imperfetti che vogliono il vostro male;

mentre gli uni vi spingono avanti, gli altri tentano di tirarvi indietro; dovete

dunque concentrare tutta la vostra attenzione per distinguerli; il mezzo è

facile: cercate solamente di capire che nulla di ciò che proviene da uno spirito

buono può nuocere a chicchessia, e che tutto ciò che è male non può venire se

non da un cattivo spirito. Se voi non ascoltate i saggi consigli degli spiriti che

vi vogliono bene, se vi offendete delle verità che possono dirvi, è evidente che

sono cattivi spiriti quelli che vi consigliano di comportarvi così. Il solo

orgoglio può impedirvi di vedervi tali quali voi siete; ma se non lo vedete voi

stessi, altri lo vedono per voi; in modo che voi siete biasimati e dagli uomini,

che vi ridono dietro, e dagli spiriti.

(Uno Spirito familiare)

V

La vostra dottrina è bella e santa; la prima pietra è posta, e solidamente. Ora

non avete che da proseguire: la via che vi è aperta è grande e maestosa.

 

327

Benedetto colui che arriverà in porto; quanti più proseliti avrà fatto, più gli

sarà contato. Ma per ciò non conviene abbracciare freddamente la dottrina, è

bene mettervi l’ardore, e questo ardore sarà raddoppiato, poiché Dio è sempre

con voi, quando fate il bene. Tutti quelli che condurrete a lui saranno tante

pecorelle rientrate nell’ovile; povere pecore a metà smarrite! Credete pure che

il più scettico, il più ateo, il più incredulo infine, ha sempre un piccolo angolo

nel cuore che vorrebbe poter nascondere a se stesso. Ebbene! Conviene

cercarlo questo piccolo angolo, conviene trovarlo. E’ questo il lato debole che

conviene attaccare; è la piccola breccia che Dio lasciò appositamente aperta,

per facilitare alla sua creatura il mezzo di rientrare nel suo seno.

(San Benedetto)

VI

Non sbigottitevi di certi ostacoli, di certe controversie.

Non tormentate alcuno con la minima insistenza; la persuasione non verrà

agli increduli se non per il vostro disinteresse, per la vostra tolleranza, per la

vostra carità verso tutti, senza eccezione.

Guardatevi soprattutto dal forzare l’opinione altrui, non fosse altro, con vostre

parole o con pubbliche dimostrazioni. Quanto più sarete modesti, tanto più

facilmente perverrete a farvi apprezzare. Allontanate da voi ogni movente

personale e troverete nelle vostre coscienze una forza attrattiva che soltanto il

bene procura. Gli spiriti, per ordine di Dio, lavorano per il progresso di tutti,

senza eccezione; voi spiritisti fate lo stesso.

(San Luigi)

VII

Quale è l’istituzione umana, quale la divina, che non abbia avuto ostacoli da

superare, che non abbia dovuto lottare contro gli scismi? Se aveste soltanto

un’esistenza triste e caduca, vi lascerebbero tranquilli, sapendo bene che

dovete soccombere da un momento all’altro; ma poiché la vostra vitalità è

forte ed attiva, dal momento che l’albero spiritico ha forti radici, si suppone

 

328

che esso possa vivere lungamente, e si cerca di adoperare contro di esso la

scure. A che cosa riusciranno questi invidiosi? Abbatteranno tutt’al più

qualche ramo che rigermoglierà con radici novelle e sarà più forte di prima.

(Channing)

VIII

Desidero intrattenervi circa la fermezza che dovete avere nei vostri lavori

spiritici. Una citazione su questo argomento vi fu già fatta; vi consiglio di

studiarla di cuore, appropriandola al vostro spirito; poiché, come San Paolo,

voi sarete perseguitati, non nella vostra carne e nelle ossa, ma nello spirito.

Gli increduli, i farisei dell’epoca, vi biasimeranno e vi scherniranno; ma non

abbiate timore, questa sarà una prova che vi fortificherà se sapete riferirla a

Dio, e più tardi vedrete i vostri sforzi coronati da successo; questo sarà per voi

un grande trionfo per il giorno dell’eternità senza dimenticare che, in questo

mondo, è già una consolazione per le persone che hanno perduto parenti ed

amici. Il sapere che sono felici, e che si può comunicare con essi, è una vera

gioia. Camminate dunque avanti; compite la missione che Dio vi dà e che vi

sarà contata nel giorno in cui comparirete avanti all’Onnipossente.

(Channing)

IX

Sono io che vengo, io tuo salvatore e tuo giudice; io vengo come altra volta fra

i figli smarriti di Israele; vengo a portare la verità e a dissipare le tenebre.

Ascoltatemi. Lo spiritismo, come altre volte la mia parola, deve ricordare ai

materialisti che al disopra di essi regna la verità immutabile, il Dio buono, il

Dio grande che fa germogliare la pianta e che solleva i flutti. Io rivelai la

dottrina divina; a guisa di mietitore, legai in manipoli il bene sparso

nell’umanità, e dissi: “Venite a me, voi tutti che soffrite”.

Ma gli uomini ingrati deviarono dalla strada diritta e larga che conduce al

regno di mio Padre, e si smarrirono negli aspri sentieri dell’empietà. Il Padre

mio non vuole annientare l’umana razza; Egli vuole, non più con profeti, non

 

329

con apostoli, ma che, aiutandovi gli uni gli altri, morti e viventi - vale a dire

morti secondo la carne, poiché la morte non esiste - voi abbiate a soccorrervi,

e che la voce di quelli che non sono più si faccia sentire ancora per gridarvi:

Pregate e credete! perché la morte è la risurrezione, e la vita è la prova scelta

durante la quale le vostre virtù, coltivate, debbono ingrandirsi e svilupparsi

come il cedro.

Credete alle voci che vi rispondono: sono le anime stesse di quelli che voi

evocate. Raramente io comunico; i miei amici, quelli che hanno assistito alla

mia vita ed alla mia morte, sono i divini interpreti dei voleri del Padre mio.

Uomini deboli, che credete all’errore delle vostre oscure intelligenze, non

spegnete la fiaccola che la clemenza divina colloca fra le vostre mani per

rischiarare la vostra strada, e per ricondurvi, figli smarriti, nel grembo di

vostro Padre.

Io ve lo dico in verità: Credete alla diversità, alla molteplicità degli spiriti

che vi attorniano. Io sento troppa compassione per le vostre miserie, per la

vostra immensa debolezza, per non porgere una mano soccorritrice agli

infelici smarriti, i quali, vedendo il cielo, cadono nell’abisso dell’errore.

Credete, amate, capite le verità che vi sono rivelate; non mescolate la zizzania

al buon grano, i sistemi alle verità.

Spiritisti! Amatevi, ecco il primo insegnamento; istruitevi, ecco il

secondo. Tutte le verità si trovano nel Cristianesimo; gli errori che

vi presero radice sono di origine umana; ed ecco che al di là della

tomba, ove voi pensavate vi fosse il nulla, sentite voci che vi gridano:

Fratelli! Niente perisce. Gesù Cristo è il vincitore del male, siate i

vincitori dell’empietà.

Osservazione. - Questa comunicazione, ottenuta da uno dei migliori

medium della Società Spiritica di Parigi, è segnata da un nome che il rispetto

non ci permette di riprodurre che sotto ogni riserva, tanto grande sarebbe

l’insigne favore della sua autenticità, e perché ne fu spesso abusato in

comunicazioni evidentemente apocrife. Questo nome è quello di Gesù di

Nazaret. Non dubitiamo affatto che Egli possa manifestarsi; ma se gli spiriti

veramente superiori lo fanno soltanto in circostanze eccezionali, la ragione ci

proibisce di credere che lo spirito puro per eccellenza voglia rispondere

all’appello del primo venuto; vi sarebbe, in tutti i casi, profanazione

nell’attribuirgli un linguaggio indegno di lui. Come abbiamo detto, più gli

spiriti sono elevati nella gerarchia spiritica, più il loro nome deve essere

accolto con diffidenza. Nella comunicazione sopra riferita constatiamo una

cosa sola, la superiorità incontestabile dei linguaggio e dei pensieri, lasciando

 

330

ad ognuno la cura di giudicare se Colui di cui porta il nome non la

sconfesserebbe.

Comunicazioni sui medium

X

Tutti gli uomini sono medium, tutti hanno uno spirito che li dirige verso il

bene quando sanno ascoltarlo. Ora, che alcuni comunichino direttamente con

lui per mezzo di una medianità particolare, che altri lo intendano soltanto con

la voce del cuore e dell’intelligenza, poco importa; è sempre lo spirito

familiare che li consiglia. Chiamatelo spirito, ragione, intelligenza, è sempre

una voce che risponde alla vostra anima e vi detta buone parole; siete voi che

non le intendete sempre. Non tutti sanno agire secondo i consigli della

propria ragione; non di quella ragione che si trascina e si arrampica piuttosto

che camminare, quella che si perde in mezzo agli interessi materiali e

grossolani, ma quella ragione che eleva l’uomo al disopra di se stesso, che lo

trasporta verso regioni sconosciute, fuoco sacro che ispira l’artista e il poeta,

pensiero divino che eleva il filosofo, slancio che trascina gli individui ed i

popoli, ragione che il volgo non può comprendere, ma che eleva l’uomo e lo

avvicina a Dio più di nessuna altra creatura; criterio che sa condurlo dal noto

all’ignoto e gli fa eseguire le cose più sublimi. Ascoltate dunque questa voce

interna, questo buon genio che vi parla senza posa, e voi giungerete

progressivamente ad intendere il vostro angelo custode, che vi tende la mano

dall’alto del cielo. Lo ripeto, la voce intima che parla al cuore è quella dei

buoni spiriti, ed è sotto questo punto di vista che gli uomini tutti sono

medium.

(Channing)

XI

Il dono della medianità è antico come il mondo; i profeti erano medium; i

misteri d’Eleusi erano fondati sulla medianità; i Caldei e gli Assiri avevano i

loro medium; Socrate era diretto da uno spirito che gli ispirava mirabili

principi della sua filosofia; egli ne sentiva la voce. Tutti i popoli hanno avuto i

 

331

loro medium, e le ispirazioni di Giovanna d’Arco non erano altro che le voci di

spiriti benefici che la dirigevano. Questo dono, che ora si diffonde, era

diventato più raro nei secoli di mezzo, ma non si è mai spento. Swedenborg ed

i suoi adepti hanno avuto una numerosa scuola. La Francia degli ultimi secoli,

schernitrice, occupata in una filosofia che, volendo distruggere gli abusi

dell’intolleranza religiosa, spegneva sotto il ridicolo tutto ciò che era ideale, la

Francia doveva allontanare lo spiritismo, che non cessava di progredire nel

Nord.

Dio aveva permesso questa lotta delle idee positive contro le idee spiritualiste,

perché il fanatismo si era fatto un’arma di queste ultime; ora che il progresso

dell’industria e delle scienze ha sviluppato l’arte di ben vivere ad un punto

tale, che le tendenze materiali sono diventate dominanti, Dio vuole che gli

spiriti siano ricondotti agli interessi dell’anima; egli vuole che il

perfezionamento dell’uomo morale diventi ciò che deve essere, vale a dire il

fine e lo scopo della vita. Lo spirito umano segue un cammino necessario,

immagine della gradazione subita da tutto ciò che popola l’universo visibile ed

invisibile; ogni progresso arriva a suo tempo: è venuto ora quello

dell’elevazione morale dell’umanità; essa non avrà ancora il suo compimento

ai giorni vostri, ma ringraziate Dio d’assistere all’aurora benedetta.

(Pierre Jouty - padre del medium)

XII

Dio mi ha incaricata di compiere una missione verso i credenti che egli

favorisce con il mediumato. Più essi sono favoriti di grazie dall’Altissimo, e

più numerosi sono i pericoli che corrono, e questi pericoli sono tanto più

grandi, in quanto prendono radice nei favori stessi che Dio concede loro.

La facoltà di cui godono i medium attirano su di loro gli elogi degli uomini, le

felicitazioni, le adulazioni: ecco il loro scoglio. Questi stessi medium, che

dovrebbero avere sempre presente alla memoria la loro incapacità primitiva,

non solo la dimenticano, ma per di più essi attribuiscono a proprio merito

quello che devono a Dio solo. E che cosa succede allora? I buoni spiriti li

abbandonano; essi diventano zimbello dei cattivi e non hanno più nessuna

bussola per sapersi guidare. Più essi diventano capaci, e più sono spinti ad

attribuirsi un merito che loro non appartiene, fino a tanto che Dio li punisce

ritirando da essi una facoltà che può soltanto essere loro fatale.

 

332

Io non potrei mai ricordarvi abbastanza il bisogno di raccomandarvi al vostro

angelo custode, affinché vi aiuti a star sempre in guardia contro l’orgoglio, che

è il vostro più crudele nemico.

Ricordate bene, voi che avete la bella avventura d’essere gli interpreti fra gli

spiriti e gli uomini, che, senza l’appoggio del nostro Divino Maestro, sarete

puniti più severamente, perché sarete stati più favoriti.

Spero che questa comunicazione porterà i suoi frutti, e desidero che essa

possa aiutare i medium a tenersi in guardia dallo scoglio contro il quale

verrebbero ad infrangersi; questo scoglio, già ve lo dissi, è l’orgoglio.

(Giovanna d’Arco)

XIII

Allorché vorrete ricevere comunicazioni da buoni spiriti, è necessario che vi

prepariate a questo favore con il raccoglimento, con sane intenzioni e con il

desiderio di fare il bene in vista del progresso generale; dovete ricordarvi,

infatti, che l’egoismo è causa di ritardo per ogni avanzamento. Ricordate che

se Dio permette a qualcuno fra voi di ricevere le ispirazioni di alcuni suoi figli,

i quali, per la loro condotta, hanno saputo meritare la felicità di capire la sua

infinita bontà, è perché Egli vuole, dietro nostra sollecitazione, e in vista delle

vostre buone intenzioni, darvi i mezzi per avanzare nella sua strada; così

dunque, medium, mettete a profitto questa facoltà che Dio vuole per sua

grazia accordarvi! Abbiate fede nella bontà del nostro Maestro; mettete

sempre in pratica la carità; non stancatevi mai di esercitare questa sublime

virtù insieme con la tolleranza. Siano le vostre azioni sempre in armonia con

la vostra coscienza; è un mezzo certo di centuplicare la vostra felicità in

questa vita passeggera, e di prepararvi un’esistenza mille volte più dolce.

Colui fra i medium che non si sentisse di perseverare nello spiritico

insegnamento, se ne astenga; poiché, non mettendo a profitto la luce che lo

rischiara, sarà meno scusabile di un altro, e dovrà espiare il suo accecamento.

(Pascal)

 

333

XIV

Oggi vi parlerò del disinteresse, che deve essere una delle qualità essenziali

dei medium, come deve esserlo la modestia e lo spirito di sacrificio. Dio diede

loro questa facoltà affinché aiutino a propagare la verità, e non per farne un

traffico; e con ciò io non intendo menzionare soltanto quelli che vorrebbero

trarne partito come di una abilità ordinaria, e che si facessero medium come

si diventa ballerino o cantante; ma tutti quelli che pretendessero di servirsene

per fini interessati di ogni genere. E’ forse razionale il credere, che spiriti

buoni, ed ancora meno spiriti superiori, che condannano la cupidigia,

acconsentano a dare spettacolo di sé, e si mettano come comparse a

disposizione di un impresario di manifestazioni spiritiche? E non lo è

maggiormente il credere che buoni spiriti possano favorire vedute d’orgoglio e

d’ambizione? Dio permette loro di comunicare agli uomini per trarli dal fango

terrestre, e non per servire da strumento alle passioni mondane. Non può,

dunque, vedere con piacere quelli che stornano dal suo vero scopo il dono che

ha loro fatto, e vi assicuro che ne saranno puniti, anche qui sulla terra, con

amari disinganni.

(Delfina di Girardin)

XV

Tutti i medium sono incontrastabilmente chiamati a servire la causa dello

spiritismo nella misura delle loro facoltà, ma sono ben pochi quelli che non si

lasciano prendere al trabocchetto dell’amor proprio; è una pietra di paragone

che manca raramente di fare il suo effetto; per cui, su cento medium se ne

troverà appena uno, per infimo che sia, il quale non si sia creduto, nei primi

tempi della sua medianità, chiamato ad ottenere risultati superiori e

predestinato a grandi missioni. Quelli che soccombono a questa vanitosa

speranza, ed il numero ne è grande, diventano la preda inevitabile di spiriti

ossessori, che non tardano a soggiogarli, lusingando il loro orgoglio e

prendendoli dal loro lato debole; quanto più essi hanno voluto elevarsi, tanto

più sarà ridicola la loro caduta, quando pure non divenisse per essi disastrosa.

Le grandi missioni sono confidate soltanto agli uomini eletti, e Dio li colloca

lui stesso, e senza che essi lo cerchino, nel luogo e nella posizione ove potrà

essere efficace il loro concorso. Non raccomanderò mai abbastanza ai medium

inesperti di diffidare di quanto certi spiriti potranno dir loro, riguardo il

 

334

preteso compito che sono chiamati a sostenere, poiché, se essi la prendono sul

serio, non raccoglieranno che disinganni in questo mondo ed un severo

castigo nell’altro. Si persuadano essi che, nella sfera modesta ed oscura in cui

sono collocati, possono rendere grandi servigi, aiutando la conversione degli

increduli, e dando consolazioni agli afflitti; qualora dovessero uscirne,

saranno condotti da una mano invisibile, che preparerà le vie, e saranno, loro

malgrado, messi in evidenza. Ricordino queste parole: “Chiunque si innalza

sarà abbassato e chiunque s’abbassa sarà innalzato”.

(Lo Spirito di Verità)

Comunicazioni sulle società spiritiche

Nota. - Delle seguenti comunicazioni, alcune furono date nella Società

parigina di studi spiritici o altrove, ma con il suo stesso punto di vista; altre ci

furono trasmesse da diversi medium: esse contengono consigli generali sulle

riunioni, sulla loro formazione e sulle difficoltà che possono incontrare.

XVI

Perché non cominciate le vostre sedute con una invocazione generale, una

qualche preghiera che disponga al raccoglimento? Poiché, sappiatelo bene,

senza il raccoglimento voi non avrete che comunicazioni leggiere; i buoni

spiriti vanno soltanto dove sono chiamati con fervore e sincerità. Ecco ciò che

non si capisce abbastanza; sta dunque a voi darne l’esempio; a voi che, se lo

volete, potete diventare una delle colonne del nuovo edificio. Noi vediamo i

vostri lavori con piacere e vi aiutiamo, ma a condizione che voi, da parte

vostra, ci secondiate e vi mostriate all’altezza della missione che siete chiamati

a compiere. Formate dunque un fascio, e sarete forti, ed i cattivi spiriti non

prevarranno contro di voi. Dio ama i semplici di spirito, il che non vuol dire

gli sciocchi, ma quelli che fanno abnegazione di se stessi e che vanno a Lui

senza orgoglio. Voi potete diventare un focolare di luce per l’umanità;

sappiate dunque distinguere il buon grano dalla zizzania, non seminate se non

il buon grano e guardatevi dallo spargere la zizzania; poiché la zizzania

impedirà al buon grano di germogliare, e voi sarete responsabili di tutto il

male che avrà fatto; voi sarete pure responsabili delle cattive dottrine che

potreste spargere. Ricordate che un giorno il mondo può avere l’occhio su voi;

 

335

fate dunque che niente abbia ad oscurare lo splendore delle buone cose che

usciranno dal vostro seno; ecco perché noi vi raccomandiamo di pregare Dio

di assistervi.

(Sant’Agostino)

Sant’Agostino, pregato di voler gettare una formula d’invocazione generale

rispose:

“Voi sapete che non vi è alcuna formula assoluta: Dio è troppo grande per

attribuire maggior importanza alle parole che non ai pensieri. Ora, non

crediate che basti pronunciare qualche parola, per allontanare i cattivi spiriti;

evitate soprattutto di fare una di quelle formule comuni che si recitano per

sentirsi a posto con la coscienza. La sua efficacia consiste nella sincerità del

sentimento che la detta, e soprattutto nell’unanimità dell’intenzione, poiché

nessuno di quelli che non vi si associassero di cuore, potrebbe trarne

giovamento, né giovare agli altri. Fatela dunque voi stessi, e sottomettetela, se

vi piace; io vi aiuterò”.

Nota. - La formula seguente d’invocazione generale è stata redatta con il

concorso dello spirito, che l’ha completata in molti punti.

“Noi Vi preghiamo, Dio Onnipotente, di inviarci dei buoni Spiriti per

assisterci, e di allontanare quelli che potrebbero indurci in errore. Dateci la

luce necessaria per distinguere la verità dall’impostura.

Allontanate ancora gli spiriti malevoli che potrebbero gettare la disunione fra

di noi, suscitando l’invidia, l’orgoglio e la gelosia. Se qualcuno tentasse di

introdursi in questo luogo, in nome di Dio, noi lo scongiuriamo di ritirarsi.

“Buoni spiriti che presiedete ai nostri lavori, degnate di venire ad istruirci e

rendeteci docili ai vostri consigli. Fate che ogni sentimento personale si

dilegui in noi di fronte al pensiero del bene generale.

Preghiamo poi particolarmente..., nostro protettore speciale, di volerci dare

oggi il suo aiuto”.

XVII

 

336

Amici miei, lasciate che vi dia un consiglio, poiché voi camminate sopra un

terreno nuovo, e se seguite la strada che vi indichiamo, voi non vi smarrirete.

Vi si disse una cosa ben vera, e che vogliamo richiamarvi, cioè che lo

spiritismo non è che una morale, che non deve uscire dai limiti della filosofia

né punto né poco, se non vuole cadere nel dominio della curiosità. Lasciate da

parte le questioni di scienza: la missione degli spiriti non è quella di risolverle

risparmiandovi la pena delle ricerche, ma bensì di fare in modo di rendervi

migliori, poiché così soltanto voi avanzerete realmente.

(San Luigi)

XVIII

Il mondo rise delle tavole giranti, ma non riderà mai della filosofia, della

saviezza e della carità che brillano nelle comunicazioni serie. Quelle, le tavole

giranti, furono il vestibolo della scienza; ivi entrando si devono lasciare i

pregiudizi, come vi si lascerebbe il mantello. Non potrei mai abbastanza

impegnarvi a fare delle vostre riunioni un centro serio. Si facciano altrove

dimostrazioni fisiche, si veda e si senta in altri luoghi, ma fra voi si

capisca e si ami. Che cosa credete voi di essere agli occhi degli spiriti

superiori, quando avete fatto girare od alzare una tavola? Scolari! Passa forse

lo scienziato il suo tempo a ripassare l’abc della scienza? Invece, vedendovi

cercare serie comunicazioni, siete considerati come uomini seri, in cerca della

verità.

(San Luigi)

Avendo chiesto a San Luigi se con ciò intendeva biasimare le manifestazioni

fisiche, rispose:

“Io non potrei biasimare le manifestazioni fisiche, poiché se hanno luogo, è

con il permesso di Dio e per un utile scopo; dicendo che furono il vestibolo

alla scienza, indico il loro vero posto e ne constato l’utilità. lo biasimo soltanto

quelli che ne fanno un oggetto di divertimento e di curiosità, senza trarne

l’insegnamento che ne è la conseguenza; esse stanno alla filosofia dello

spiritismo, come la grammatica sta alla letteratura, e colui che è pervenuto ad

un certo grado nella scienza, non perde più il suo tempo a ripassarne i

 

337

principi elementari”.

XIX

Miei amici e fedeli credenti, sono sempre felice di potervi dirigere nella via del

bene; è una dolce missione che Dio mi concede e di cui sono lieto, perché

l’essere utile è sempre una ricompensa. Che lo spirito di carità vi riunisca,

tanto la carità che dà, come quella che ama. Mostratevi pazienti contro le

ingiurie dei vostri detrattori; siate fermi al bene e soprattutto umili davanti a

Dio; la sola umiltà eleva; è questa la sola grandezza che Dio riconosce. Allora

soltanto i buoni spiriti verranno a voi, altrimenti quello del male si

impadronirebbe della vostra anima. Siate benedetti nel nome del Creatore, e

voi diverrete grandi agli occhi degli uomini, nello stesso tempo che a quelli di

Dio.

(San Luigi)

XX

L’unione fa la forza: siate uniti per essere forti. Lo spiritismo ha germogliato e

gettato profonde radici; esso sta per stendere nella terra i suoi rami benefici.

Il necessario che vi rendiate invulnerabili contro le frecce avvelenate della

calunnia e della nera falange degli spiriti ignoranti, egoisti ed ipocriti, Per

giungervi è necessario che presiedano alle vostre relazioni una grande

indulgenza e una reciproca benevolenza; che passino reciprocamente

inosservati i vostri difetti e siano notate soltanto le vostre qualità; la fiaccola

della santa amicizia riunisca, rischiari e riscaldi i vostri cuori, e voi resisterete

agli attacchi impotenti del male, come la roccia immobile allo sbattere

dell’onda furiosa.

(San Vincenzo de’ Paoli)

XXI

 

338

Amici miei, voi volete formare una riunione spiritica e vi approvo, poiché gli

spiriti non possono vedere con piacere i medium che restano nell’isolamento.

Dio non ha dato loro questa sublime facoltà per sé soli, ma per il bene

generale. Comunicando ad altri, essi hanno mille occasioni di illuminarsi sul

merito delle comunicazioni che ricevono, mentre da soli essi restano più

facilmente sotto il predominio di spiriti mentitori, i quali sono contenti di non

essere giudicati. Questo per voi, e se non siete dominati dall’orgoglio, lo

capirete e ne farete profitto. Ecco ora per gli altri.

Vi rendete voi ben conto di ciò che deve essere una riunione spiritica? No,

poiché nel vostro zelo voi credete che non vi sia di meglio da fare che riunire il

più gran numero di persone, onde convincerle. Disingannatevi, perché quanto

più pochi sarete, e più otterrete. E’ soprattutto con l’ascendente morale che

condurrete a voi gli increduli, e con maggior efficacia che non con i fenomeni

che riuscirete. Se voi attirate soltanto con i fenomeni, si verrà a vedervi per

curiosità, e troverete curiosi che non vi crederanno e che rideranno di voi. Se

fra voi non si troveranno che persone degne di stima, non vi si crederà forse

subito, ma sarete rispettati, ed il rispetto ispira sempre la fiducia. Voi siete

convinti che lo spiritismo debba portare una riforma morale; sia dunque la

vostra riunione la prima a dare l’esempio delle virtù cristiane, poiché in

questo tempo d’egoismo la vera carità deve trovare un rifugio nelle società

spiritiche. Tale deve essere, amici miei, una riunione di veri spiritisti. Un’altra

volta vi darò altri consigli.

(Fénelon)

XXII

Voi mi avete chiesto se la molteplicità dei gruppi in una medesima località

non potrebbe generare rivalità penose per la dottrina. A ciò vi risponderò che

coloro i quali sono imbevuti dei veri principi di questa dottrina vedono dei

fratelli in tutti gli spiritisti e non dei rivali; e quelli che vedessero le altre

riunioni con occhio geloso, proverebbero che vi è in essi un secondo fine di

interesse o di amor proprio, e che non sono guidati dall’amore della verità. Vi

assicuro che se fra voi vi fosse qualcuna di tali persone, esse seminerebbero

presto il torbido e la disunione. Il vero spiritismo ha per motto benevolenza

e carità; esso esclude ogni altra emulazione che non sia quella del bene che si

può fare; tutti i gruppi che lo scriveranno sulla loro bandiera potranno

tendersi la mano come buoni vicini, i quali sono e rimangono amici

 

339

quantunque non abitino la stessa casa. Quelli che pretenderanno di avere i

migliori spiriti per guide, dovranno provarlo mostrando i migliori sentimenti.

Vi sia dunque emulazione fra di essi, ma per grandezza d’animo, di

abnegazione, di bontà e di umiltà: colui che gettasse la pietra all’altro

proverebbe per questo solo che è spinto da cattivi, spiriti. La natura dei

sentimenti che due uomini manifestano l’uno verso l’altro, è la pietra di

paragone che fa conoscere la natura degli spiriti che li assistono.

(Fénelon)

XXIII

Il silenzio ed il raccoglimento sono le condizioni essenziali per tutte le

comunicazioni serie. Voi non le otterrete mai da quelli che fossero attirati

nelle vostre riunioni unicamente per curiosità; invitate dunque i curiosi ad

andarsene a divertire altrove, poiché la loro distrazione sarebbe una causa di

disunione.

Voi non dovete tollerare alcuna conversazione allorché fate le domande agli

spiriti. Avete talvolta delle comunicazioni che richiedono repliche serie da

parte vostra e risposte non meno serie da parte degli spiriti evocati, i quali

provano, credetelo bene, un vero disgusto per i mormorii continui di certi

astanti, da ciò deriva che nulla di completo e di veramente serio si produce. Il

medium che scrive prova, egli pure, distrazioni molto nocive per le sue

funzioni.

(San Luigi)

XXIV

Vi parlerò della necessità di osservare nelle vostre sedute la più grande

regolarità, vale a dire di evitare qualunque confusione, qualunque divergenza

nelle idee. La divergenza favorisce la sostituzione dei cattivi spiriti ai buoni, e

quasi sempre sono i primi che si impossessano delle questioni proposte.

D’altra parte, in una riunione composta di elementi diversi e sconosciuti gli

uni agli altri, come evitare le idee contraddittorie, la distrazione o, peggio

 

340

ancora, una vaga e scettica indifferenza?

Questo mezzo io vorrei trovarlo, efficace e certo. Forse si trova nella

concentrazione dei fluidi sparsi attorno ai medium. Essi soli, ma soprattutto

quelli che sono amati, trattengono i buoni spiriti nell’assemblea; ma la loro

influenza basta appena a dissipare la folla degli spiriti leggieri. Il lavoro

dell’esame delle comunicazioni è eccellente; non si potrebbe mai abbastanza

approfondire le domande e soprattutto le risposte; l’errore è facile anche per

gli spiriti animati dalle migliori intenzioni. La lentezza della scrittura, durante

la quale lo spirito si storna dal soggetto che egli esaurisce appena lo ha

concepito: la mobilità e l’indifferenza per certe forme convenute; tutte queste

ragioni, e tante altre vi fanno un dovere di prestare soltanto una fiducia

limitata e sempre subordinata all’esame, anche quando si tratta di

comunicazioni più autentiche.

(Giorgio - Spirito familiare)

XXV

Per quale scopo, la maggior parte delle volte, voi chiedete comunicazioni agli

spiriti? Per avere dei magnifici brani letterari, che poi mostrate alle vostre

conoscenze come campioni del nostro ingegno; li conservate preziosamente

nei vostri album, ma per loro non c’è un posto nel vostro cuore. Credete voi

che noi siamo molto lusingati di intervenire alle vostre assemblee come ad un

concorso, e dar prova d’eloquenza, affinché possiate dire che la seduta fu

molto interessante? Che cosa vi resta mai quando avete trovato ammirabile

una comunicazione? Credete voi che noi veniamo a cercare i vostri applausi?

Disingannatevi; noi non amiamo divertirvi più in una maniera che in un’altra;

da parte vostra è questa ancora una curiosità che voi dissimulate invano; il

nostro scopo è di rendervi migliori. Ora, quando vediamo che le nostre parole

non portano frutto, e che tutto si riduce, da parte vostra, ad una sterile

approvazione, noi andiamo a cercare anime più docili, e lasciamo venire in

vece nostra gli spiriti che non domandano di meglio che parlare, e questi non

mancano certamente. Voi vi meravigliate perché lasciamo che essi prendano il

nostro nome; che cosa vi importa mai, dal momento che per voi è la stessa

cosa? Ma sappiate bene che noi non lo permetteremmo riguardo a coloro ai

quali ci interessiamo realmente, vale a dire per quelli con i quali non

perdiamo il nostro tempo; essi sono i nostri preferiti e noi li preserviamo dalla

menzogna. Non incolpate dunque che voi stessi, se siete così spesso ingannati.

 

341

Per noi, l’uomo serio non è colui che si astiene dal ridere, ma colui che, nel

suo cuore, è toccato dalle nostre parole, che le medita e ne fa buon uso. (Vedi

n. 268, domande 19 e 20).

(Massillon)

XXVI

Lo spiritismo dovrebbe essere un’egida contro lo spirito di discordia e di

dissenso; ma questo spirito ha in ogni tempo agitato la sua fiaccola sugli

uomini, perché esso è geloso della felicità che procura la pace e l’unione.

Spiritisti, esso potrà dunque penetrare nelle vostre assemblee e, non

dubitatene, cercherà di seminare il disamore, ma sarà impotente contro

coloro che sono animati dalla vera carità. State dunque in guardia, e vegliate

senza posa alla porta del vostro cuore, come a quella delle vostre riunioni, per

non lasciarvi penetrare il nemico. Se i vostri sforzi sono impotenti contro il

nemico esterno, dipenderà sempre da voi interdirgli l’accesso dell’anima

vostra. Se si elevassero dissensi fra voi, questi non potrebbero essere suscitati

se non da cattivi spiriti; coloro dunque che avranno al più alto grado il

sentimento dei doveri che l’urbanità ed il vero spiritismo loro impongono, si

mostrino i più pazienti, i più dignitosi ed i più convenienti. I buoni spiriti

possono qualche volta permettere queste lotte, per dare ai buoni come ai

cattivi sentimenti l’occasione di rivelarsi, onde separare il buon grano dalla

zizzania, e saranno sempre dal lato ove vi sarà maggior umiltà e vera carità.

(San Vincenzo de’ Paoli)

XXVII

Respingete senza pietà tutti quegli spiriti che si danno come consiglieri

esclusivi, predicando la divisione e l’isolamento. Sono quasi sempre spiriti

vanitosi e mediocri, che tentano di imporsi agli uomini deboli e creduli,

prodigando loro lodi esagerate allo scopo di fascinarli e tenerli sotto la loro

dominazione. Essi sono generalmente spiriti affamati di potere, i quali,

essendo stati despoti pubblici e privati durante la loro vita, vogliono ancora

avere vittime da tiranneggiare dopo la loro morte. In generale, diffidate delle

 

342

comunicazioni che portano un carattere di misticismo o di stranezza, o che

prescrivono cerimonie ed atti bizzarri; allora vi è sempre un motivo legittimo

di sospetto.

D’altra parte, siate persuasi che allorquando una verità deve essere rivelata

all’umanità, essa è, per così dire, comunicata istantaneamente in tutti i gruppi

seri, che posseggono medium seri, e non a questi o a quelli, con l’esclusione di

tutti gli altri. Nessun medium è perfetto se è ossesso, e vi è ossessione

manifesta allorché un medium è soltanto atto a ricevere le comunicazioni di

uno spirito speciale, per quanto alto questi cerchi di collocarsi da se stesso. In

conseguenza, qualunque medium e qualunque gruppo che si credano

privilegiati da comunicazioni che essi solo possono ricevere, e che d’altra

parte sono assoggettati a pratiche da cui traspare la superstizione, sono

indubbiamente sotto una ossessione delle meglio caratterizzate, soprattutto

quando lo spirito dominatore si fa bello di un nome che tutti, spiriti ed

incarnati, dobbiamo onorare e rispettare e mai lasciar porre innanzi ad ogni

proposito.

E’ incontestabile che, sottomettendo al crogiuolo della ragione e della logica

tutti i dati e tutte le comunicazioni degli spiriti, sarà facile respingere

l’assurdità e l’errore. Un medium può essere fascinato, un gruppo può essere

ingannato, ma il severo controllo degli altri gruppi, la scienza acquistata e la

incontestabile ed alta autorità morale dei capi di gruppi, le comunicazioni dei

principali medium che ricevono un suggello di logica e di autenticità dai

nostri migliori spiriti, faranno rapidamente giustizia di queste comunicazioni

menzognere ed astute, che emanano da una turba di spiriti ingannatori o

cattivi.

(Erasto - discepolo di San Paolo)

Osservazione. - Uno dei caratteri distintivi di questi spiriti, che vogliono

imporsi e far accettare idee bizzarre e sistematiche, è quello di pretendere,

quand’anche fossero i soli del loro avviso, di avere ragione contro tutto il

mondo. La loro tattica è quella di evitare la discussione, e quando si vedono

vittoriosamente combattuti con le armi irresistibili della logica, rifiutano

sdegnosamente di rispondere, e prescrivono ai loro medium di allontanarsi

dai centri, in cui le loro idee non sono accolte. Questo isolamento è ciò che vi è

di più fatale per i medium, perché essi subiscono senza contrappeso il giogo di

questi spiriti ossessori che li conducono come ciechi, e li trascinano sovente in

vie perniciose.

 

343

XXVIII

I falsi profeti non si trovano solamente fra gli incarnati; vi sono anche, ed in

numero molto maggiore, fra gli spiriti orgogliosi che, sotto false sembianze di

amore e di carità, seminano la disunione e ritardano l’opera emancipatrice

dell’umanità, gettandole innanzi i loro sistemi assurdi, che fanno accettare dai

loro medium; e per meglio fascinare quelli che essi vogliono ingannare, per

dare maggior peso alle loro teorie, si servono, senza scrupoli, di nomi che gli

uomini pronunciano soltanto con rispetto, quelli dei santi giustamente

venerati, di Gesù, di Maria ed anche di Dio.

Sono essi che seminano fermenti di antagonismo fra i vari gruppi, che li

spingono ad isolarsi gli uni dagli altri, ed a vedersi di cattivo occhio. Ciò solo

basterebbe per smascherarli, giacché, così trattando, danno essi stessi la più

formale smentita a quello che pretendono di essere. Ciechi, dunque, sono gli

uomini che si lasciano cogliere in un’insidia così grossolana.

Ma vi sono pure altri mezzi per riconoscerli. Spiriti dell’ordine al quale dicono

di appartenere, devono essere non solamente di bontà eccezionale, ma inoltre

eminentemente logici e razionali. Ebbene! Passate il loro sistema al crivello

della ragione e del buon senso, e vedrete che cosa ne resterà. Convenite

dunque con me, che ogni qualvolta uno spirito indica, come rimedio ai mali

dell’umanità, o come mezzi di arrivare alla sua trasformazione, cose

utopistiche ed impraticabili, misure puerili e ridicole; quando formula un

sistema contraddetto dalle più comuni nozioni della scienza, egli è

sicuramente uno spirito ignorante e mentitore.

D’altra parte, siate certi che, se la verità non è sempre apprezzata dagli

individui, essa lo è sempre dal buon senso delle masse, ed è questo ancora un

criterio. Se due principi si contraddicono, voi avrete la misura del loro valore

intrinseco, cercando quello dei due che trova maggior eco e simpatia; sarebbe

illogico, infatti, ammettere che una dottrina, la quale vedesse diminuire il

numero dei suoi seguaci, fosse più vera di quella che li vede invece aumentare.

Dio, volendo che la verità pervenga a tutti, non la confina in un circolo

ristretto e misurato, ma la fa sorgere in differenti punti affinché dappertutto

la luce si trovi di fronte alle tenebre.

(Erasto)

 

344

Osservazione. - La miglior garanzia che un principio è

l’espressione della verità si ha allorquando è insegnato e rivelato

da differenti spiriti, per mezzo di medium estranei gli uni agli altri

ed in differenti luoghi, e, allorché per giunta, è confermato dalla

ragione e sanzionato dalla adesione della maggioranza. La verità

sola può dare radici ad una dottrina; un sistema erroneo può bensì

reclutare qualche aderente, ma siccome egli manca della prima

condizione di vitalità, non ha che un’esistenza effimera; perciò non

dobbiamo inquietarcene; esso si uccide con i suoi propri errori, e

cadrà inevitabilmente davanti all’arma potente della logica.

Comunicazioni apocrife

Vi sono spesso comunicazioni talmente assurde, quantunque firmate dai

nomi più rispettabili, che il più comune buon senso ne dimostra la falsità; ve

ne sono però di quelle in cui l’errore è dissimulato sotto buone istruzioni che

fanno illusione, ed impediscono qualche volta di afferrarlo al primo colpo

d’occhio, ma che tuttavia non potrebbero resistere ad un esame serio. Ne

citeremo soltanto qualcuna come esempio.

XXIX

La creazione perpetua ed incessante dei mondi è per come un godimento

perpetuo, poiché egli vede senza posa i suoi raggi diventare ogni giorno più

luminosi in felicità. Non vi è numero, per Dio, come non vi è tempo. Ecco

perché centinaia e miliardi non sono, per Lui, né più né meno, l’uno che

l’altro. E’ un padre il cui gaudio è formato dalla felicità collettiva dei suoi figli,

e ad ogni secondo di creazione, vede una nuova felicità che viene a fondersi

nella felicità generale. Non vi è né fine né sosta in questo movimento

perpetuo, in questa grande felicità incessante che feconda la terra ed il cielo.

Del vostro mondo non si conosce che una piccola frazione, e voi avete dei

fratelli che vivono sotto latitudini in cui l’uomo non è ancora riuscito a

penetrare. Che cosa significano questi calori torridi e questi freddi mortali che

arrestano gli sforzi dei più arditi? Credete voi semplicemente che là sia il

limite del vostro mondo, perché voi non potete avanzare più oltre con i soli

vostri piccoli mezzi? Potreste voi dunque misurare esattamente il vostro

pianeta? Non credete a ciò. Vi sono, sul vostro pianeta, più luoghi incogniti

che luoghi sconosciuti. Ma poiché è inutile propagare di più tutte le vostre

 

345

cattive istituzioni, tutte le vostre cattive leggi, azioni ed esistenze, vi è un

limite che vi arresta qua e là e che vi arresterà fino a che abbiate a trasportare

le buone sementi, fatte dal vostro libero arbitrio. Voi non conoscete questo

mondo che chiamate la terra. Voi vedrete già nella vostra esistenza un grande

principio di prove in favore di questa comunicazione. Ecco, sta per suonare

l’ora in cui sarà fatta una scoperta diversa dall’ultima; ecco che sta per

allargarsi il circolo della vostra terra conosciuta, e quando tutta la stampa

canterà quest’osanna in tutte le lingue, voi, poveri figliuoli, che amate Dio e

che cercate la sua via, voi l’avrete saputo prima ancora di quelli che daranno il

loro nome alla nuova terra.

(Vincenzo de’ Paoli)

Osservazione. - Dal punto di vista dello stile, in questa comunicazione gli

errori, i pleonasmi, i giri viziosi saltano agli occhi di chiunque; ma ciò non

proverebbe niente contro il nome con cui è firmata, perché queste

imperfezioni potrebbero provenire dall’insufficienza del medium, come

abbiamo altrove dimostrato. Ciò che proviene dallo spirito è l’idea; ora

quando egli dice che sul nostro pianeta vi sono maggiori quantità di luoghi

ignorati che conosciuti, che presto si scoprirà un nuovo continente, è, per uno

spirito che si dice superiore, prova della più profonda ignoranza. Dire inoltre

che queste terre sono popolate, e che Dio le ha nascoste agli uomini perché

essi non vi portassero le loro cattive istituzioni, significa affidarsi troppo alla

fiducia cieca di coloro ai quali egli spaccia simili assurdità.

XXX

Figli miei, il nostro mondo materiale ed il mondo spirituale, che così pochi

conoscono ancora, formano come due piatti della bilancia perpetua. Finora, le

nostre religioni, le nostre leggi, i nostri costumi e le nostre passioni hanno

talmente fatto scendere il piatto del male per sollevare quello del bene, che si

è visto il male regnare sovrano sulla terra. Da molti secoli la medesima

lagnanza esce dalla bocca dell’uomo, e la conclusione fatale è l’ingiustizia di

Dio. Vi sono persino di quelli che vanno sino alla negazione dell’esistenza di

Dio. Voi vedete tutto qui e niente là; voi vedete il superfluo che urta il bisogno,

l’oro che brilla vicino al fango; tutti i contrasti più evidenti, che dovrebbero

provarvi la vostra doppia natura. Da che cosa proviene ciò? Di chi è la colpa?

Ecco quanto conviene cercare con tranquillità e con imparzialità; allorquando

 

346

si desidera sinceramente trovare un buon rimedio, lo si trova. Ebbene,

malgrado questa dominazione del male sul bene per vostra propria colpa,

perché non vedete voi il resto andare diritto secondo la linea tracciata da Dio?

Vedete voi alterarsi le stagioni? Urtarsi inconsideratamente i caldi ed i freddi?

La luce del sole dimenticarsi di illuminare la terra? La terra dimenticare nel

suo seno i germi che l’uomo vi ha deposti? Vedete voi la cessazione dei mille

miracoli perpetui, che si producono sotto i vostri occhi, dalla nascita del filo

d’erba, fino alla nascita del bambino, futuro uomo? Ma tutto va bene dal lato

di Dio, tutto va male dal lato dell’uomo. Quale rimedio a ciò? E’ molto

semplice: avvicinarsi a Dio, amarsi, unirsi, intendersi e seguire

tranquillamente la strada di cui si vedono i traguardi con gli occhi della fede e

della coscienza.

(Vincenzo de’ Paoli)

Osservazione. - Questa comunicazione fu ottenuta nello stesso circolo; ma

quale differenza con la precedente. Non solo per i pensieri, ma anche per lo

stile. Tutto vi è giusto, profondo, sensato, e certamente San Vincenzo de’ Paoli

non la sconfesserebbe: ecco perché si può attribuirgliela senza timore.

XXXI

Avanti, figliuoli, serrate le vostre file! Vale a dire che la vostra unione faccia la

vostra forza! Voi che lavorate alla fondazione del grande edificio, vegliate e

lavorate sempre per consolidarlo alla sua base, ed allora potrete farlo salire

ben alto, ben alto! Il progresso è immenso su tutto il nostro globo. una

quantità innumerevole di proseliti si schiera sotto le nostre bandiere: molti

scettici, e anche dei più increduli, si avvicinano.

Andate, figliuoli; camminate con il cuore alto, pieno di fede; la strada che

seguite è bella; non soffermatevi; seguite sempre la linea diritta, siate guida a

quelli che vengono dopo di voi, essi saranno felici, ben felici!

Camminate, figliuoli; voi non avete bisogno della forza delle baionette per

sostenere la vostra causa, voi non avete bisogno che della fede; la credenza, la

fraternità e l’unione, ecco le vostre armi; con quelle, voi sarete forti, più

potenti di tutti i potentati dell’universo riuniti, malgrado le loro forze viventi,

le loro flotte, i loro cannoni e la loro mitraglia!

 

347

O voi che combattete per la libertà dei popoli e la rigenerazione della grande

famiglia umana, andate, figliuoli, coraggio e perseveranza, Dio vi aiuterà.

Buona sera; arrivederci.

(Napoleone)

Osservazione. - Napoleone era, in vita, un uomo grave e serio al massimo

grado: tutti conoscono il suo stile breve e conciso. Egli avrebbe singolarmente

degenerato se, dopo la sua morte, fosse diventato verboso e burlesco. Questa

comunicazione è forse dello spirito di qualche soldato che si chiamava

Napoleone.

XXXII

No, non si può cambiare di religione quando non se ne ha una che possa

soddisfare insieme il senso comune e l’intelligenza nostra, e che possa

soprattutto dare all’uomo le consolazioni presenti. No, non si cambia di

religione, si cade dalla inettitudine e dalla dominazione nella saviezza e nella

libertà. Andate, andate, nostra piccola armata! Andate e non temete le palle

nemiche; quelle che devono uccidervi non sono ancora fatte, se siete sempre

dal fondo del cuore sulla strada di Dio, vale a dire se volete sempre

combattere pacificamente e vittoriosamente per l’agiatezza e la libertà.

(Vincenzo de’ Paoli)

Osservazione. - Chi riconoscerebbe San Vincenzo de’ Paoli a questo

linguaggio, a questi pensieri scuciti e sprovvisti di buon senso? Che cosa

significano queste parole: “No, non si cambia di religione, si cade dalla

inettitudine e dalla dominazione nella saviezza e nella libertà?” Con queste

sue palle che non sono ancora fatte, noi sospettiamo molto che questo spirito

sia lo stesso che firmò più sopra Napoleone.

XXXIII

 

348

Figli della mia fede, cristiani della mia dottrina dimenticata per gli interessi

dei flutti della filosofia dei materialisti, seguitemi sul cammino della Giudea,

seguite la passione della mia vita, contemplate ora i miei nemici, guardate le

mie sofferenze, i miei tormenti ed il mio sangue versato per la mia fede.

Figli, spiritualisti della mia nuova dottrina, siate pronti a sopportare, a sfidare

i flutti delle avversità, i sarcasmi dei vostri nemici. La fede camminerà senza

posa, seguendo la vostra stella, che vi condurrà sulla strada della felicità

eterna, come la stella che condusse con la fede i Magi d’Oriente al presepio.

Quali che siano le vostre avversità, quali che siano le vostre pene e le lagrime

che avrete versate su questa sfera d’esilio, fatevi coraggio, siate persuasi che la

gioia che vi inonderà nel mondo degli spiriti sarà molto al disopra dei

tormenti della vostra esistenza passeggiera. La valle di lagrime è una valle che

deve sparire per far posto al luminoso soggiorno della gioia, della fratellanza e

dell’unione, alla quale con la vostra obbedienza alla santa rivelazione voi

perverrete. La vita, miei cari fratelli di questa sfera terrestre, tutta

preparatoria, non può durare che il tempo necessario per vivere ben

preparato a questa vita che non potrà mai finire. Amatevi, amatevi come io vi

amai e come vi amo ancora; fratelli, coraggio, fratelli! Vi benedico, in cielo vi

aspetto.

(Gesù)

Da queste brillanti e luminose regioni ove il pensiero umano può appena

arrivare, l’eco delle vostre parole e delle mie è venuto a percuotere il mio

cuore.

Oh! Di qual gioia mi sento inondato vedendovi, voi, i continuatori della mia

dottrina. No, nulla si avvicina alla testimonianza dei vostri buoni pensieri! Voi

lo vedete, figliuoli, l’idea rigeneratrice da me altra volta lanciata nel mondo,

perseguitata, fermata un momento sotto la pressione dei tiranni, se ne va

ormai senza ostacoli, rischiarando i sentieri dell’umanità, così lungamente

immersa nelle tenebre.

Ogni sacrificio grande e disinteressato, miei figli, ha presto o tardi portato i

suoi frutti. Il mio martirio ve lo ha provato, il mio sangue versato per la mia

dottrina salverà l’umanità, e cancellerà le colpe dei grandi colpevoli!

Siate benedetti, voi che oggi prendete posto nella famiglia rigenerata! Avanti,

coraggio, figliuoli!

(Gesù)

 

349

Osservazione. - Non c’è senza dubbio niente di cattivo in queste due

comunicazioni; ma il Cristo ha mai tenuto questo linguaggio, affettato,

enfatico ed ampolloso? Paragoniamole a quella che abbiamo più sopra citata e

che porta lo stesso nome, e si vedrà da qual lato stia il suggello dell’autenticità

(vedi pag. 367). Tutte queste comunicazioni furono ottenute nello stesso

circolo. Si osserva, nello stile, un’aria di famiglia, dei giri di frase identici; le

stesse espressioni spesso riprodotte, come per esempio, andate, andate,

figliuoli, ecc., da cui si può concludere che le ha dettate tutte lo stesso spirito,

sotto nomi differenti. In questo circolo, tuttavia, coscienziosissimo del resto,

ma un po’ troppo credulo, non si facevano né evocazioni né domande; si

aspettava tutto dalle comunicazioni spontanee e si vede che ciò non è certo

una garanzia di identità. Con domande un poco preparate e serrate di logica,

si sarebbe facilmente rimesso al suo posto questo spirito; ma egli sapeva di

non aver niente da temere, poiché non gli si domandava nulla, e si accettava

senza controllo e ad occhi chiusi tutto quello che egli diceva (vedi n. 269).

XXXIV

Quanto bella è la natura! Quanto prudente è la Provvidenza nella sua

previdenza! Ma il vostro accecamento e le vostre passioni umane vi

impediscono di aver pazienza nella prudenza e nella bontà di Dio. Voi vi

lamentate della più piccola nube, del più piccolo ritardo nelle vostre

previsioni; sappiate dunque, o dubbiosi impazienti, che nulla succede senza

un motivo sempre previsto, sempre premeditato a profitto di tutti. La ragione

di quello che precede è per annientare, uomini dalle paure ipocrite, tutte le

vostre previsioni di cattiva annata, per i vostri raccolti.

Dio ispira sovente l’inquietudine dell’avvenire agli uomini, per spingerli alla

previdenza; e vedete come grandi sono i mezzi per allontanare le vostre paure,

seminate con premeditazione, e che il più sovente nascondono avidi pensieri,

piuttosto che un’idea di un saggio approvvigionamento, ispirato da un

sentimento di umanità a profitto dei piccoli. Guardate le relazioni da nazione

a nazione, che ne sorgeranno; guardate quali transazioni dovranno

realizzarsi; quanti mezzi verranno a concorrere per riparare le vostre paure!

Poiché, voi lo sapete, tutto si incatena; così i grandi ed i piccoli verranno

all’opera.

Allora non vedete voi già, in tutto questo movimento, una sorgente di un certo

 

350

benessere, per la classe più laboriosa di ogni Stato, classe veramente

interessante, che voi, i grandi, voi gli onnipotenti della terra, considerate

come persone da taglieggiare a volontà, come create per le vostre

soddisfazioni?

E poi che cosa succede dopo tutto questo va e vieni da un polo all’altro? Una

volta ben provvisti, sovente questo tempo ha cambiato; il sole, obbedendo al

pensiero del suo Creatore, ha maturato in qualche giorno le vostre messi; Dio

ha messo l’abbondanza, dove la vostra ingordigia meditava sulla mancanza, e

malgrado voi, i piccoli potranno vivere; e senza che neppure lo immaginaste,

voi siete stati a vostra insaputa la causa di una abbondanza.

Tuttavia avviene - Dio lo permette qualche volta - che i cattivi riescano nei

loro progetti di cupidigia; ma allora è un insegnamento che Dio vuole dare a

tutti, è la previdenza umana che egli vuole stimolare, è l’ordine infinito che

regna nella natura, è il coraggio contro gli avvenimenti che devono imitare,

che devono sopportare con rassegnazione gli uomini.

Quanto a coloro che per calcolo approfittano dei disastri, credetelo, ne

saranno puniti; Dio vuole che tutti i suoi esseri vivano; l’uomo non deve

scherzare con le necessità, né trafficare sopra il superfluo. Giusto nei suoi

benefici, grande nella sua clemenza, troppo buono per la nostra ingratitudine,

Dio, nei suoi disegni, è impenetrabile.

(Bossuet - Alfred de Marignac)

Osservazione. - Questa comunicazione nulla contiene sicuramente di

cattivo; vi si trovano anche idee filosofiche profonde e consigli molto saggi,

che potrebbero ingannare, sull’identità dell’autore, le persone poco versate

nella letteratura. Il medium che l’aveva ottenuta avendola sottoposta al

controllo della Società spiritica di Parigi, vi fu piena unanimità nel dichiarare

che non poteva essere di Bossuet. San Luigi, consultato, rispose: “Questa

comunicazione è buona per se stessa, ma non crediate che sia stata dettata da

Bossuet. Uno spirito l’ha dettata, forse un poco sotto la sua ispirazione, e ci ha

messo sotto il nome del grande vescovo, per farla accettare più facilmente; ma

dal linguaggio voi dovete riconoscere la sostituzione. Essa è dello spirito che

ha messo il suo nome dopo quello di Bossuet”“. Questo spirito interrogato sul

motivo che l’aveva fatto agire, ci disse: “Io avevo la volontà di scrivere qualche

cosa per richiamarmi alla memoria degli uomini; vedendo debole il mio

scritto, ho voluto mettervi il prestigio di un gran nome”. “Ma non pensavate

voi che si sarebbe riconosciuto che esso non era di Bossuet?”. “ Chi lo poteva

 

351

sapere? Voi potevate ingannarvi. Altri meno chiaroveggenti l’avrebbero

accettato”.

Infatti è la facilità con la quale certuni accettano ciò che viene dal

mondo invisibile, sotto il mantello di un gran nome, che incoraggia

gli spiriti mistificatori. Bisogna dunque porre tutta la nostra

attenzione a sventare le astuzie di questi ultimi, e non vi si può

pervenire se non con l’aiuto dell’esperienza acquistata con uno

studio serio. Così noi ripetiamo senza posa: studiate prima di

praticare, poiché è il solo mezzo di non acquistare l’esperienza a

vostre spese.

 

352

31 - VOCABOLARIO SPIRITICO

AGENERE - (dal greco, a, privativo, e geiné, géinomai, generare: che non fu

generato). Varietà dell’apparizione tangibile; stato di certi spiriti che possono

rivestire momentaneamente le forme di una persona vivente, al punto di

sembrare in tutto e per tutto viventi.

ERRATICA’ - Stato degli spiriti erranti, cioè non incarnati, durante gli

intervalli delle loro esistenze corporee.

SPIRITI - Nel senso speciale della dottrina spiritica, gli spiriti sono gli esseri

intelligenti della creazione che popolano l’universo all’infuori del mondo

materiale e che costituiscono il mondo invisibile. Non sono esseri di una

creazione particolare, ma le anime di quelli che hanno vissuto sulla terra, o

nelle altre sfere, e che hanno lasciato il loro involucro corporale.

PICCHIATORE - Gli spiriti picchiatori sono quelli che rivelano la loro

presenza con colpi e rumori di diversa natura.

MEDIANICO - Qualità della potenza dei medium. Facoltà medianica.

MEDIANIMITA’ - Facoltà del medium. Sinonimo di:

MEDIANITA’ - Queste due parole sono spesso impiegate indifferentemente;

se si volesse fare una distinzione si potrebbe dire che medianità ha un senso

più generale e medianimità un senso più ristretto: Egli ha il dono della

medianità. La medianimità meccanica. In italiano però è più generalmente

usato il solo vocabolo medianità.

MEDIUM - (dal latino medium, mezzo, intermediario). Una persona che

può servire da intermediario fra gli spiriti e gli uomini.

MEDIUMATO - Missione provvidenziale dei medium. Questa parola fu

creata dagli spiriti (vedi Cap. 30, comunicazione XII, pag. 365).

PERISPIRITO - (dal greco perí, intorno). Involucro semimateriale dello

spirito. Negli incarnati serve da legame od intermediario tra lo spirito e la

materia; negli spiriti erranti, costituisce il corpo fluidico dello spirito.

PNEUMATOGRAFIA - (dal greco pneuma, aria, soffio, vento, spirito, e

grapho, scrivo). Scrittura diretta degli spiriti senza il soccorso della mano di

un medium.

PNEUMATOFONIA - (dal greco pneuma e phoné, suono o voce). Voce

degli spiriti; comunicazione vocale degli spiriti senza il soccorso della voce

umana.

 

353

PSICOGRAFO - (dal greco psíkè, anima, e grapho, scrivo). Colui che si

occupa di psicografia, medium scrivente.

PSICOGRAFIA - Scrittura degli spiriti per mezzo della mano di un medium.

PSICOFONIA - Comunicazione degli spiriti con la voce di un medium

parlante.

REINCARNAZIONE - Ritorno dello spirito alla vita corporea; pluralità

delle esistenze.

SEMATOLOGIA - (dal greco semá, segno, e logos, discorso). Linguaggio

dei segni. Comunicazioni degli spiriti per mezzo del movimento dei colpi

inerti.

SPIRITICO - Ciò che ha relazione con lo spiritismo; la dottrina spiritica, fatti

o fenomeni spiritici.

SPIRITISMO - Dottrina fondata sulla fede nell’esistenza degli spiriti e nelle

loro manifestazioni.

SPIRITISTA - Partigiano dello spiritismo; colui che crede alle

manifestazioni degli spiriti. Un buono, un cattivo spiritista.

SPIRITUALISMO - Si dice nel senso opposto a quello di materialismo;

credenza nell’esistenza dell’anima spirituale ed immateriale. Lo spiritualismo

è la base di tutte le religioni.

SPIRITUALISTA - Ciò che ha relazione con lo spiritualismo; partigiano

dello spiritualismo. Chiunque crede che non tutto in noi è materia è

spiritualista, il che non implica affatto la credenza nelle manifestazioni degli

spiriti. Tutti gli spiritisti sono necessariamente spiritualisti; ma si può essere

spiritualista, senza essere spiritista. Il materialista non è né l’uno né l’altro. Si

dice: La filosofia spiritualista. - Un’opera scritta con idee spiritualiste. - Le

manifestazioni spiritiche sono prodotte dall’azione degli spiriti sopra la

materia. - La morale spiritica deriva dall’insegnamento dato dagli spiriti. - Vi

sono spiritualisti che mettono in derisione le credenze spiritiche.

In questi esempi, la sostituzione della parola spiritualista alla parola spiritista

produrrebbe una confusione evidente.

STEREOTITO - (dal greco stereòs, solido). Qualità delle apparizioni

tangibili.

TIPTOLOGICO - (Typteur) (dal greco tuptó, batto). Varietà di medium atti

alla tiptologia. Medium tiptologico.

TIPTOLOGIA - Linguaggio per mezzo di colpi battuti; modo di

comunicazione degli spiriti. Tiptologia alfabetica.

 

354

Cenni biografici su Allan Kardec

Hippolyte Léon Denizard Rivail nacque a

Lione nel 1803.

Fu educatore della gioventù, e si distinse

anche nel campo letterario, dove lasciò

alcuni scritti istruttivi.

Ciò gli servì di preparazione spirituale,

per l’opera alla quale dalla bontà divina

fu poi chiamato.

Illuminato dalle esperienze medianiche, e

medium egli stesso, raccolse e coordinò i

messaggi avuti.

Il suo “Libro degli Spiriti”, la cui prima edizione apparve nel 1857, suscitò

l’interesse universale sull’argomento trattato, e svariate furono le polemiche

sorte in seguito a tale pubblicazione, venuta alla luce dopo che il nome di

Allan Kardec, pseudonimo suggeritogli da un’alta entità, incominciava già ad

essere noto fra gli spiritisti.

Ad Allan Kardec si devono altre pubblicazioni, e fra le principali “Il Libro dei

Medium”, “Il Vangelo secondo gli Spiriti”, “Le Rivelazioni degli Spiriti -

Genesi - Miracoli - Profezie” e “Le Rivelazioni degli Spiriti - Il Cielo e

l’Inferno”.

Fu il fondatore della Revue Spirite, importantissima pubblicazione, che

ancora vive e sparge la sua luce nel mondo.

Passo a vita nuova nel 1869.

L’involucro carnale di Allan Kardec si trovano a Parigi nel cimitero del Père-

Lachaise.

 

355

Pagina INDICE

1 Introduzione

PARTE PRIMA - Nozioni Preliminari

5 1 - Esistono gli spiriti?

10 2 - Il meraviglioso e il soprannaturale

18 3 - Metodo

28 4 - Sistemi

PARTE SECONDA - Manifestazioni Spiritiche

43 1 - Azione degli spiriti sulla materia

49 2 - Manifestazioni fisiche – Tavole giranti

52 3 - Manifestazioni intelligenti

55 4 - Teoria delle manifestazioni fisiche

66 5 - Manifestazioni fisiche spontanee

86 6 - Manifestazioni visive

103 7 - Bicorporeità e trasfigurazione

111 8 - Laboratorio del mondo invisibile

118 9 - Luoghi frequentati dagli spiriti

123 10 - Natura delle comunicazioni

126 11 - Semantologia e tiptologia

131 12 - Pneumatografia o scrittura diretta – Pneumatofonia

136 13 - Psicografia

140 14 - I medium

154 15 - Medium scriventi o psicografi

159 16 - Medium speciali

175 17 - Formazione dei medium

189 18 - Inconvenienti e pericoli della medianità

192 19 - La parte che hanno i medium nelle comunicazioni spiritiche

203 20 - Influenza morale del medium

211 21 - Influenza dell’ambiente

214 22 - Medianità negli animali

 

356

220 23 - Dell’ossessione

234 24 - Identità degli spiriti

251 25 - Delle evocazioni

276 26 - Domande che si possono fare agli spiriti

291 27 - Contraddizioni e mistificazioni

300 28 - Ciarlatanesimo e frode

310 29 - Riunioni e società spiritiche

324 30 - Dissertazioni spiritiche

352 VOCABOLARIO

354 Cenni biografici su Allan Kardec

355 Indice

Preghiera al Padre - 20/01/2001

Padre Dolce,

Padre Buono.

Tu che sei nell’universo,

Tu che sei nelle cose,

Tu che sei in noi.

Tu che nutri il nostro corpo materiale,

Tu che nutri il nostro corpo spirituale;

Aiutaci in questa esistenza.

Aiutaci a perdonare per il male che ci fanno, perché

anche noi abbiamo fatto del male.

Aiutaci a cercare cibo per il corpo fisico e pane per la

nostra anima.

Aiutaci a superare le prove della vita con serenità;

e che Tu, assieme ai nostri fratelli spirituali, ci sia

sempre vicino.

Amen.