(Palazzo dello Sport di Varazze, 26 febbraio 1995)



Parlando di spiritismo...


di STEFANO BEVERINI



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Curriculum essenziale dell'Autore:  Stefano Beverini è giornalista pubblicista. Tra i periodici sul paranormale, collabora dal 1984 al Giornale dei Misteri (Corrado Tedeschi Editore). E' stato condirettore della rivista Sopravvivere, Indagini e Ipotesi.  
"Ha potuto osservare e studiare molti tra i più noti medium italiani. Le sue opere  più recenti  sono:  La telescrittura, Ed. I Dioscuri (Genova), 1990 (di cui è in corso di stampa una nuova edizione più completa e aggiornata, per le Edizioni Mediterranee); Il mondo dello spiritismo, Ed. Mediterranee (Roma), 1991; La telepatia, Ed. I Dioscuri (Genova), 1993. Ha redatto inoltre alcune voci del Dizionario biografico dei liguri , Ed. Consulta Ligure (1993)."  
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 La morte: argomento da evitare, nella nostra moderna società. Generalmente  anche chi crede in un aldilà elude il discorso. Ma non c'è da stupirsi di questo, in un mondo dove la pubblicità e la moda propongono altere top model, dove sugli schermi e nei serial appaiono divi oltremodo belli. Dove sembra che abbiano importanza solo l'avvenenza e la giovinezza. In questo mondo di tanta immagine e poca sostanza, del fantasticare acritico e superficiale, del merchandising esasperato per promuovere un prodotto... l'argomento della morte - come dicevo - è tale da generare paura, sgomento e orrore, in chi si sofferma a immaginare la sorte del proprio corpo fisico. Eppure il pensiero della sopravvivenza è sempre stato uno dei più radicati e profondi aneliti dell'umanità.
Per quanto riguarda i nostri studi, non soltanto la medianità ci offre interessanti spunti a favore della sopravvivenza, ma anche buona parte del paranormale in genere, come specificato dal grande studioso genovese Ernesto Bozzano:      

"«Mi limito a ricordare i casi delle apparizioni di defunti al letto di morte, e i casi complementari delle apparizioni di defunti nell'ambiente in cui vissero. Ricordo inoltre taluni esempi impressionanti di fenomeni di telecinesi poco dopo avvenuto un caso di morte. Ricordo taluni episodi di ossessione con visione chiaroveggente dell'entità ossessionante, che per quanto a tutti sconosciuta, viene in seguito identificata. Ricordo numerosi casi di fotografia trascendentale in cui si pervennero a identificare fantasmi di ignoti. Ricordo altri episodi straordinari di fenomeni di infestazione, con apparizioni di fantasmi a tutti sconosciuti, e in seguito identificati. Ricordo infine talune esperienze di triplici corrispondenze incrociate a distanze enormi con estrinsecazione quasi simultanea, e in lingue ignorate dai medium e dai presenti; nonché altre esperienze in cui si ottennero le impronte digitali di defunti... E mi pare che basti. Si noti  che in ogni modo vi sarebbe da ricordare agli oppositori come la classe stessa dei fenomeni animici [cioè i fenomeni paranormali in genere], da essi invocata per combattere l'ipotesi spiritica, basterebbe anche da sola a dimostrare la sopravvivenza dello spirito umano. Visto che, in ultima analisi, i fenomeni animici risultano complementari di quelli spiritici, in quanto provano l'esistenza nell'uomo di una personalità integrale subcosciente, fornita di facoltà supernormali meravigliose, le quali risultano indipendenti dalla legge di evoluzione biologica; o, in altri termini: in quanto provano che l'uomo è uno ""spirito"" anche da incarnato.»  "  


Tornando alla medianità, non voglio ripetermi - come ho fatto negli ultimi congressi - soffermandomi sugli aspetti teorici di essa. «Aspetti e problemi della medianità»... molto ci sarebbe da dire, ma in ultima analisi posso solo affermare come la medianità sia una porta aperta. In questo incontro sul tema della Sopravvivenza desidero anzitutto evidenziare brevemente l'uniformità delle fonti medianiche, per quanto riguarda la descrizione dell'aldilà. Numerosissimi medium, di differente cultura ed estrazione sociale, in periodi storici diversi, vissuti nelle più svariate località geografiche lontane tra loro, hanno ricevuto molti messaggi che convergono a formare una sorta di dottrina coerente e unitaria.  
"La descrizione del ""risveglio"" dopo la morte coincide non solo tra le diverse fonti medianiche, ma anche tra queste e alcune dottrine di estrazione orientale. Troviamo una perfetta analogia, per esempio, con quanto ci riferisce lo yoghi Ramacharaka sulla vita dopo la morte . Spesso già il moribondo entra in comunicazione con parenti o amici che lo hanno preceduto, e ne è molto rincorato. Dopo la morte, il corpo astrale si libera progressivamente dal fisico. Esso dovrebbe essere composto dalla stessa sostanza che forma l'omonimo piano. Il corpo astrale non è l'anima, e neppure lo spirito: come il corpo fisico, è solo un rivestimento temporaneo. Una delle prime esperienze della nuova esistenza consiste nella visione panoramica dell'intera vita. Il defunto potrà così ""fare un primo bilancio"", e soprattutto comprendere le proprie cattive azioni compiute. La seconda esperienza è un profondo sonno, la cui durata è molto variabile. Serve per prepararsi alla rinascita sul piano astrale, ed è utile per adattarsi alle nuove condizioni e per acquisire il vigore necessario per la nuova fase di esistenza. Di solito l'entità dorme in pace, protetta e indisturbata da influenze esteriori. Tuttavia vi sarebbero le eccezioni: il defunto può ""sognare"", quando è pervaso da un desiderio intenso di amore, di odio, o di dover portare a termine qualcosa di incompiuto. Inoltre la disperazione delle persone lasciate può giungere all'anima addormentata. Attirandola verso la Terra  in una sorta di comunicazione telepatica, oppure con comunicazioni medianiche, che saranno quindi confuse e contraddittorie. Queste interferenze sono negative, perché disturbano l'evoluzione e lo sviluppo nella nuova fase di esistenza. Questo è uno dei motivi per cui, nelle sedute medianiche, non si dovrebbero evocare i propri cari, ma lasciare spazio solo al loro intervento spontaneo. L'esperienza del sonno dopo la morte e del  risveglio viene descritta molto bene in un brano della defunta Etta Thomas, tramite la famosa medium Gladys Leonard: "  

«Sì, nella mia visione, o sogno, come volete chiamarlo, ma era un sogno delizioso e calmo, mi trovai in compagnia con mamma e babbo e con molti parenti ed amici passati da tempo nell'aldilà ... non mi resi conto di alcun cambiamento o brusco distacco, ma da quel delizioso sogno mi sembrò di passare in un sonno pacifico, dal quale, di quando in quando, mi sembrò affiorare in uno stato più o meno cosciente, giacché mi sentivo vicino persone a me care che si prendevano cura di me: ed ero lieta di restare così. Apprendo ora che io rimasi in tale stato tre o quattro giorni. Ma quando mi ridestai pienamente, mi sentii vivificata, e tanto più ringiovanita e vigorosa ... E ora siamo tutti qui riuniti, tutti coloro che conobbi e amai:  tutti nelle migliori condizioni, nello stato migliore, nella salute migliore, migliori in tutto.» 


"Più complesso è il discorso sui cosiddetti piani di esistenza, di cui farò solo cenni essenziali. Nell'aldilà i disincarnati si unirebbero in insiemi diversi a seconda del loro grado di evoluzione, non sempre comunicanti tra di loro. Questi ""insiemi"" si potrebbero configurare con i cosiddetti ""piani di esistenza"", e soprattutto con i relativi sottopiani. Attenzione, però, che queste definizioni non si riferiscono a un luogo, ma ad una condizione, a uno stato di coscienza. Si tratta, sostanzialmente, di riuscire a spiegare in termini ""di forma"", ciò che non appartiene più al mondo fisico, e perciò è privo di forma. Questi - i piani di esistenza - dal più basso al più alto, dopo quello fisico, sono i seguenti: astrale (per alcuni autori preceduto dall'eterico); mentale; akashico; e i vari piani spirituali di cui non ci è stato riferito quasi nulla perché rappresentano una condizione troppo lontana dalla nostra comprensione. "
Il piano astrale è quello del pensiero plasmante, grazie al quale il defunto può agire sulla sottile materia che lo circonda, per creare ciò di cui ha bisogno. Sarebbe teatro di facoltà ideoplastiche. Ovviamente spiriti superiori coordinerebbero le creazioni dei singoli, evitando il caos. Sembra che, dopo il trapasso, si possa apparire con l'età desiderata: chi muore vecchio può tornare giovane, oppure presentare le caratteristiche dell'età matura. Chi era menomato, può assumere un corpo sano. E, addirittura, chi muore in fasce o giovanissimo può apparire come un giovane. Ovviamente il tutto è una finzione, cioè è una creazione dell'individualità, in quanto lo spirito ovviamente non ha corpo. Le comunicazioni tra i disincarnati avverrebbero tramite una sorta di telepatia. Spazio e tempo avrebbero un valore diverso rispetto a quello dei viventi.
"La sostanza che compone i piani superiori sarebbe ancora più ""sottile"" rispetto a quella dei piani inferiori. Come il piano mentale, analogo al precedente, ma dalle maggiori possibilità. Quindi l'akashico, che coinciderebbe con i fotogrammi illustrati dal Cerchio Firenze 77: ivi si troverebbero impressi tutti gli avvenimenti del passato e le possibilità del futuro. Veniamo ora a un esempio eclatante di medianità: lo traggo, in sintesi, dal mio volume Il mondo dello spiritismo, edito dalle Mediterranee di Roma ."
"Non fu immune da pesanti critiche, rivoltegli quasi tutte dopo la morte, quando - ovviamente - non poteva più difendersi. Eppure era un ottimo ricercatore, molto rigoroso, e con una grande preparazione anche nel campo dell'illusionismo. Il suo fine era quello di poter scoprire i trucchi dei medium e dei sensitivi, avvalendosi appunto anche della propria esperienza di illusionista. Per trent'anni percorse ripetutamente l'Inghilterra e l'Europa per osservare direttamente e studiare case infestate, sedute spiritiche, strani personaggi dagli insoliti poteri, autentici e mistificatori. Nel 1925 fondò il National Laboratory of Psychical Research, a Londra, che divenne poi incluso nella locale università. Nel Laboratorio vennero accertati i fenomeni di noti medium dell'epoca: Willy e Rudi Schneider, Stella Cranshaw, la famosa Eileen Garrett, eccetera. ""A caccia degli spiriti"", si intitolava un suo libro. La parola spiriti era usata in senso ironico, però. Sostanzialmente antispiritista, la sua attitudine mentale era quella del ricercatore scientifico: stiamo parlando dell'inglese Harry Price. Egli, dicevo, percorse l'Inghilterra e l'Europa, ma proprio in Londra ebbe modo di vivere l'esperienza più coinvolgente. Ve la ripropongo, con le sue parole. "

«Lunedì, 13 dicembre 1937, risposi alla signora Katherine, accogliendone l'invito. Il giorno 15 mi incamminai verso il sobborgo di Londra in cui abitava la signora, dove ebbi ad assistere alla più meravigliosa seduta di tutta la mia vita. Fui introdotto da una cameriera nella sala da pranzo, dove fui accolto dai coniugi Mortimer e dalla loro figlia diciassettenne. Dopo le presentazioni, sedemmo a tavola e durante l'asciolvere fui messo al corrente della storia di Rosalia, la bimba defunta che si materializza. Essa era stata la figlia di Dorothy, amica di famiglia, il cui marito era morto in guerra nel 1916. Rosalia era l'unica bimba dei coniugi, e a sua volta era morta per difterite nelle braccia della mamma all'età di sei anni. Dopo aver adunato tutti i componenti il gruppo nella camera delle sedute, mi guardai attorno per vedere quali disposizioni dovevano prendersi. Decisi che i cortinaggi, gli ornamenti, l'orologio, i quadri, i cestini da lavoro, e altro ancora, essendo inutili, era meglio trasportarli altrove: e così fu fatto. Dopo di che, chiusi la porta a chiave, misi la chiave stessa in tasca, e apposi i sigilli ai battenti della porta. Rimossi il grande divano, poi la pesantissima credenza, della quale vuotai ogni cassetto. L'ultima misura da me presa prima di fare l'oscurità, fu quella di spargere a piene mani polvere d'amido dinanzi alla porta.
"Iniziò la seduta alle nove e dieci minuti... Dopo circa venti minuti di conversazioni tranquille, la signora Katherine osservò che sarebbe stato meglio smettere di parlare per tentare invece di sintonizzare l'ambiente con le vibrazioni musicali. Quando all'orologio della sala scoccarono le dieci, la signora Dorothy mormorò: ""Rosalia, angelo mio!"". Katherine si piegò verso di me sussurrandomi all'orecchio: ""E' presente Rosalia. Non parlate!"" ... Alla mia sinistra, si udì un fruscio come di piedini che si muovessero ...  Intanto la signora Dorothy, a me da lato, continuava a conversare bisbigliando e singhiozzando con la sua creatura. Dopo qualche minuto, Katherine chiese alla mamma di Rosalia se io potevo toccare la bimba materializzata. Il permesso mi fu accordato, e io allungai cautamente il braccio sinistro, che con mio grande stupore venne a contatto con un corpicino di bimba apparentemente ignuda, e delle proporzioni di una creaturina al di sotto dei sette anni. Passai lentamente la mano sul suo torace, giungendo al mento, quindi alle gote. A questo punto chiesi se mi fosse concesso l'uso degli specchietti luminosi. Dopo breve discussione, il permesso venne accordato, e fu convenuto che la signora Katherine da una parte, e io dall'altra, avremmo illuminato il corpicino di Rosalia. Presi in mano il mio specchietto, e nel rivoltarlo, una tenue luce fluorescente rischiarò i piedini di Rosalia. Erano i piedini normali di una bimba di sei anni... Quando le nostre placche giunsero al capo della bimba, ci rivelarono il volto di un angioletto che avrebbe formato l'orgoglio di qualunque mamma. Il suo volto appariva pallido, ma forse ciò era conseguenza della luminosità fluorescente. Gli occhi irradiavano una viva intelligenza. Teneva le labbra strettamente compresse, ciò che conferiva al volto un'espressione curiosa di fermezza. Mi si permise d'interrogarla. Rosalia mi guardava attentamente, ma pareva non comprendere ciò che dicevo. Allora domandai: ""Rosalia, vuoi tu bene alla mamma?"" Subito l'espressione del suo volto si illuminò di comprensione, e le labbra vibrarono sussurrando: ""Sì, sì!"". Echeggiò immediato nell'ambiente un gemito acuto di commozione estrema. Era la mamma, che lanciandosi sulla propria creatura, la stringeva singhiozzando. La signora Katherine depose lo specchietto fluorescente sull'impiantito, chiedendo a tutti di raccogliersi in silenzio; ma era un silenzio molto relativo, in cui tre donne singhiozzavano pietosamente. Qualche minuto dopo Rosalia non c'era più...S"

Ultimata la seduta, Harry Price così commenta:

«Esaminai tutti i sigilli, trovandoli intatti. Rimossi divano e credenza, riscontrando tutto in ordine. La polvere d'amido era dovunque indisturbata. Scrissi la presente relazione due ore dopo terminata la seduta. Rileggendola, mi accorgo che essa non rende giustizia al portento cui ebbi ad assistere. Eppure, malgrado tutto, io rimango ancora perplesso...»


"Personalmente, conoscendo bene la scrupolosità, l'intelligenza e la grande fama di Harry Price quale smascheratore di trucchi e di imbrogli, ritengo genuina la materializzazione. A titolo di cronaca, quasi vent'anni dopo la morte del Price, una lettera anonima inviata a David Cohen, autore di un libro su Price, asserisce che all'epoca la figlia dei Mortimer non aveva diciassette anni, ma sarebbe stata una bambina truccata da giovinetta, che in seduta si sarebbe spogliata interpretando la parte di Rosalia. Vi ho riferito questa ridicola supposizione, poiché viene da qualcuno citata come ""prova"" contro il Price, e non volevo dare l'impressione di non esserne a conoscenza. Come dicevo, però, ritengo che l'episodio sia genuino. Tuttavia, un dubbio inquietante si insinua nella mente. Katie King, Bien Boa, Estella Livermore e altri famosi personaggi materializzati, fantasmi di sedute, se altro non fossero che una creazione paranormale nata dalle aspettative del medium e dei presenti? E se anche la rediviva Rosalia fosse stata un sogno, un bel sogno esteriorizzato dalla madre, divenuto concreto e tangibile grazie alle meravigliose facoltà della mente umana, o di un mondo più ""sottile"" che ci attornia, animato da ""forze"" sconosciute? Ma i sogni, si sa, talvolta si avverano."
"Dal 1976 a oggi ho vissuto, come osservatore, molte esperienze nel campo della medianità e del paranormale in genere. Potrei narrarvi moltissimi casi relativi alla fenomenologia sia psichica, sia fisica. Ma, a parte il tempo che non lo permette, rischierei di fare la figura del narcisista. Penso che chi mi segue sul Giornale dei Misteri da oltre dieci anni abbia letto qualcosa in merito, oltre a quanto ho riportato su pubblicazioni varie. Voglio solo menzionare gli intensi cinque anni nel genovese Cerchio Ifior, con messaggi di buon livello, casi di identificazione, disegni medianici e piccoli apporti. Sottoposi inoltre i due medium del Gruppo e due rispettive entità comunicanti al test delle associazioni verbali guidate, di Carl Gustav Jung. Utilizzai il reattivo mentale anche con altri soggetti e medium. Ricordo inoltre le interessanti sedute con Vincenzo Napoli e con Sandra Rossi, sempre di Genova. Le inquietanti esperienze di infestazione al castello della Rotta, con apparizioni di fantasmi percepite collettivamente, e le sedute medianiche organizzate in loco con il Cerchio di Monza (altro gruppo che ho frequentato). Poi il Cerchio Esseno di Roma, con la famosa identificazione di Antonello e l'apporto del cavalluccio di bronzo fotografato in due riprese. Quindi l'incredibile Demofilo Fidani, con la voce diretta e tanti fenomeni fisici che, nel raccontarli, difficilmente una persona può essere creduta. Poi ancora il Centro di Grosseto, soprattutto per la psicofonia; Neri Flavi con la sua scultura medianica; Roberto Buscaioli, che in trance mi ha donato, in piena luce, l'apporto di una croce il cui foro si è formato  successivamente, nella medesima seduta, sotto i riflettori di Tele VCO di Domodossola. Ho osservato altri gruppi meno noti, a Viareggio, a Torino, a Imperia, a Perugia, a Roma... Proprio a Roma, recentemente, ho presenziato una seduta del Cerchio Kappa, dove ho potuto constatare un elevato contenuto nell'insegnamento profuso dalle Guide."
"Vi ho tediato con questi fugaci riferimenti solo per darvi un cenno di testimonianza sulle mie esperienze da ""ricercatore laico"", diciamo così. Cioè da ricercatore attratto solo dalla ricerca per se stessa, e non con aneliti religiosi o per lenire un lutto personale. Ebbene, ho riscontrato che la medianità è viva, è diffusa... Molti di voi possono affermarlo perché hanno toccato con mano! Ma la medianità vuole anche significare studio profondo, vuol dire dubitare ed essere vigili. Questo ci sprona a non credere ciecamente a tutte le manifestazioni! Perché nello spiritismo molto di congruente, stabile, finalistico, elevato, ci viene offerto, ma molte anche sono le sciocchezze che talvolta ci vengono propinate dalle sedicenti entità. L'importante, comunque, è valutarne il contenuto in un ampio arco di tempo. Ed è fondamentale che le comunicazioni siano rivolte verso la spiritualità, al fine di stimolare la nostra ricerca interiore. In conclusione, come afferma Romualdo d'Alessandro, componente del Cerchio Kappa: «Le entità insegnano a muoversi verso la Scintilla, cioè a riconoscere quell'afflato di divinità che è in ognuno di noi e a vivere in conformità ad esso». E in questo oscuro kali-yuga, pieno di protervia, di cinismo e di efferatezza, lo spiritismo, se ben interpretato, ci offre senz'altro molto."


                                 Stefano Beverini

"d'identificazione spiritica"", Luce e Ombra, 1931, p. 270-271."

 Ramacharaka, La vita dopo la morte, Genova, I Dioscuri, 1987.
Collins Sons & C., 1928, cap. VII.

Roma, Mediterranee, 1991.