Metapsichica     -     Infestazione a Genova

I fantasmi del Palazzo Ducale

di STEFANO BEVERINI


"Diffidente, angoloso e un po' misantropo: il vero genovese, si sa, ha un carattere singolare. E' una caratteristica della sua razza, che non esclude buone e sincere qualità. A Genova, come in moltissime città d'arte italiane, veri gioielli raccontano il passato, ma quando percorriamo le vie del centro, nell'alzare lo sguardo appare la ""Superba"" in tutto il suo splendore. E' la città in cui vivo, dal fascino severo, oggi come nei secoli passati. Secoli in cui imperversavano anche le famose ""fattucchiere"". Spesso povere donne innocenti, immolate perché la paura, eterna nemica degli esseri umani, attraverso la loro immagine assumeva una dimensione concreta. A Genova molte streghe venivano rinchiuse in quel Palazzo Ducale, assurto qualche tempo fa al rango di ""palazzo degli spiriti"". Come Romea Baiardona e Caterina Manola, entrambe atrocemente torturate; la prima, nel Quattrocento, venne risparmiata, la seconda morì sul rogo nel Seicento, come era usanza allora. Ma non soltanto donne reiette vennero colà imprigionate; anche numerosi detenuti politici. "
              Misteriosi fenomeni si scatenano
"     I lavori di restauro, progettati negli anni '70, iniziarono nel 1981. Il 15 giugno 1992, anno delle Colombiane, il Palazzo Ducale è riaperto al pubblico. Ma qualcosa di insolito affiora: nei primi mesi del 1993, appaiono alcuni articoli sul quotidiano Il Secolo XIX, riguardanti le fantomatiche presenze del Ducale. Numerose le testimonianze, soprattutto dei restauratori. Una di loro, una ragazza fiorentina, mentre stava lavorando su un affresco di Domenico Fiasella, avrebbe udito una voce di donna anziana complimentarsi con lei per il rifacimento artistico dell'opera. Il tempo di voltarsi per verificare che nessuno era presente. Anche il responsabile della supervisione dei lavori, Mauro Repetto, ha raccontato che gli addetti al restauro avvertivano spesso suoni di ferri e catene, come quelli trascinati in passato dai prigionieri. Oppure il rumore di porte che realmente si chiudevano all'improvviso, tra cui quella di una cella, pesantissima a in ferro: era evidente l'impossibilità che si trattasse del vento. Andrea, uno studente di ingegneria, che si professa ""agnostico"", ha affermato: "

    «L'altro giorno, mentre scendevo le scale verso l'esposizione degli strumenti di tortura, ho visto un uomo in abiti antichi. Era tanto reale che in un attimo ho pensato a quanto fosse stata pronta l'organizzazione di Palazzo Ducale a far girare  personale in costume d'epoca, proprio mentre si parlava di fantasmi. Poi quella figura è scomparsa... »  


Dapprima i restauratori avevano deciso che la cosa dovesse rimanere segreta, perché c'era da passare per matti. Poi alcuni hanno risolto di esporsi. Tra loro, Mauro Moraschin e Sofia Lopez:

    «Erano circa le 18, era già buio e improvvisamente andò via la luce. Laggiù, in fondo alla scala, abbiamo visto una figura: credevamo fosse un operaio. Ma, d'un tratto, è scomparsa, mentre subito dopo è tornata la luce.»  

E aggiunge Domenico Sirianni:

"     «Io l'ho visto, un giorno mentre mi trovavo nel salone del Minor Consiglio: era una figura umana, avvolta nella nebbia; sembrava avesse una specie di palandrana bianca. Il volto era indefinibile.» "


"     Questa descrizione collima con quella di almeno una dozzina di altri restauratori che hanno avuto contatti visivi con le ipotetiche ""presenze ultraterrene"". "
La storia
    Per chi non lo sapesse, il Palazzo Ducale di Genova è ubicato tra la cattedrale di San Lorenzo e piazza De Ferrari. La sua struttura deriva da una commistione di elementi architettonici di epoche diverse e di successive ricostruzioni. I nuovi lavori, conclusi nel 1992, ne hanno determinato l'attuale assetto definitivo. L'imponente costruzione ha inglobato alcuni edifici medioevali, tra cui la Torre Grimaldina, e i palazzi di Alberto Fieschi e degli Abati del Popolo (questi ultimi formavano una sorta di governo popolare della città, nel secolo XIII). Nel 1339, a seguito di una rivolta,assunse i pieni poteri il primo doge a vita: Simone Boccanegra. La trasformazione da Palazzo del Comune in Palazzo Ducale è invece dovuta al doge Antoniotto Adorno, sempre nel secolo XIV. Il palazzo è costituito da  diversi locali, ma le grandi sale del corpo centrale ne rappresentano le parti di maggior rilievo: sono le sale del Minore e Maggior Consiglio, che hanno assunto una veste neoclassica con la ricostruzione dopo l'incendio del 1778.
"     Torniamo ai tempi attuali. Avevo letto delle ""presenze disincarnate"" sui quotidiani locali. La notizia mi aveva incuriosito, ma non fu necessario attendere molto per esserne maggiormente coinvolto."
Un tentativo personale
    Quando la redazione del quotidiano genovese Il Secolo XIX mi telefonò, quel tardo pomeriggio del 26 marzo 1993, rimasi perplesso. Avrei dovuto trovare un medium per la sera stessa, per un esperimento nel Palazzo Ducale. Bisognava fare in fretta, giacché il Comune ci aveva accordato un permesso particolare per il libero accesso ai locali, e non si sapeva se ci sarebbe stata un'altra occasione. Però, si sa, occorrono mesi per organizzare o poter partecipare a una seduta con un medium autentico e serio, e ovviamente in così poco tempo non trovai la persona adatta. Ero perplesso - dicevo - per il timore che, senza medium, nulla potesse accadere.  
"     Mi ritrovai comunque all'appuntamento delle ventidue, con alcuni giornalisti del Secolo, un fotografo e qualche  restauratore. Furono proprio i restauratori presenti a raccontarmi che tutti loro (si trattava di un gruppo di ben trenta persone), durante i nove mesi di lavoro, avevano vissuto molte esperienze paranormali. Anzitutto svariate apparizioni: varie sagome, bianche, talvolta scure, oppure leggermente luminose come quelle da me osservate al Castello della Rotta (riportate nel mio volume Il mondo dello spiritismo, edizioni Mediterranee, Roma). Poi continui rumori strani e inspiegabili. Quindi frasi percepite mentalmente, e addirittura voci realmente ascoltate, pronunciate nel vuoto, senza nessun altro collega presente. Infine ispirazioni artistiche, che culminavano in veri e propri automatismi, che spinsero alcuni di loro a mescolare i colori in  modo mai fatto per ottenere la data tonalità richiesta; a dipingere senza tener conto del proprio pensiero razionale, per conseguire un perfetto risultato; a togliere maggiormente parti di intonaco in certi punti, e trovare scritte e pitture nascoste. "
    Ci siamo recati nella Sala del Gran Consiglio, sul cui soffitto troneggia l'affresco di Giuseppe Isola, il quale sembra abbia guidato la mano dei restauratori, nel difficile compito di far rivivere il suo capolavoro. Abbiamo proseguito, in corridoi, sale, soppalchi, tra opere d'arte d'ogni genere, fin sulla torre, nelle anguste carceri. L'ambiente creava una tragica suggestione, del tutto umana, ma nulla di paranormale. Infine ci siamo chiusi nella Sala del Minor Consiglio, nella tenue speranza che qualcosa  accadesse.
    Abbiamo aspettato al buio, seduti, in silenzio. Con i sensi ben all'erta,  attendevamo... Desideravo un'apparizione, ma non mi illudevo. Infatti il tempo trascorreva con l'unico effetto che qualcuno dei presenti iniziava ad annoiarsi. Mi venne un'idea. Era l'unica cosa a cui pensai, anche se mi resi conto di non brillare in originalità: «Se qualche presenza è tra noi, in questa sala, che ci osserva e ci ascolta... se vi è qualche presenza, saremmo lieti di ricevere un segnale, una manifestazione tangibile della sua esistenza...» Dopo brevi istanti abbiamo udito una serie di strani colpi, come dei forti raps, in fondo alla sala, sulla nostra sinistra, dove ovviamente non vi era nessuno. Cosa realmente si fosse verificato, non lo sappiamo. Noi presenti eravamo tutti vicini, e la sala - nonostante il nome - è molto ampia, tale da escludere, per la distanza e l'intensità dei colpi, uno scherzo inopportuno.  
"     Poi, il guardiano che ci accompagnava concluse il proprio turno di lavoro, e dovemmo a malincuore andarcene. In fondo, qualcosa era proprio accaduto: ne convenimmo, scambiandoci le nostre impressioni. Un'ultima curiosità: durante la nostra visita nella Sala del Gran Consiglio, abbiamo fatto inspiegabilmente scattare l'allarme antincendio; ma ci hanno detto che era già successo più volte."  
                   Una epilogo impensato
Anche se non ho vissuto fenomeni eclatanti, sono ben disposto a considerare vera la storia dei fantasmi. Si sarebbe trattato, in fondo, di un caso di infestazione, come molti nella storia della metapsichica. Ma ecco, improvviso, il tentativo di un appariscente colpo di scena.
    Intervengono i goliardi che, per tentare di vincere la tetraggine di certi atenei o per esorcizzare la paura di un incerto futuro, inventano ogni sorta di espediente per prolungare il loro eterno carnevale. Costoro, dunque, dichiarano di aver indossato, per celia, costumi teatrali di epoche antiche, recitando la parte dei fantasmi. Lo annunciano platealmente, proprio nel cortile del Ducale (Non è stato accertato, però, se anche loro siano riusciti a svanire improvvisamente...). Parte della stampa locale ha poi divulgato la ghiotta notizia, compiacendo quei lettori che immancabilmente irridono tutto ciò che è imponderabile. E i detrattori a oltranza si sono sentiti rassicurati, nonostante i fatti di cui parliamo siano avvenuti mesi e mesi prima -  e anche la stampa li avesse già riportati - rispetto all'iniziativa degli universitari burloni.  
    I restauratori, invece, hanno dignitosamente riconfermato tutto, anzi pare abbiano deciso di giurare sulle presenze. Fantasma o non fantasma, la cosa certa è che molti, in quel luogo, sono stati protagonisti di fenomeni  "paranormali. Nell'articolo ""Ducale: il fantasma non c'è più, viva il fantasma"", Silvano Balestreri, presidente ligure dell'Ordine dei Giornalisti, conclude facendo riferimento a una nuova iniziativa dei goliardi, che riguarda la corsa delle carrette: «Con i goliardi in strada, il fantasma avrà il Ducale tutto per sé.»"
"Da allora è trascorso un po' di tempo, e debbo riconoscere che quel velo che si è sollevato sull' ""altra realtà"" ha suscitato dubbi e speranze ma, come il solito, nessuna certezza. Tuttavia non ho alcuna tentazione di scherzare, come i goliardi di allora, su un qualcosa di ignoto, ma anche di ben più innocuo rispetto al mondo che ci circonda, anche sul quale è sempre meno facile aver voglia di scherzare.                                   "


                                      Stefano Beverini  


BIBLIOGRAFIA:  

"Sborgi, F. Il Palazzo  Ducale di Genova, Ist. Storia dell'Arte Università di Genova, 1970. - Caraceni, F. Palazzo Ducale, Genova, Sagep, 1975. - Spalla, G. Il restauro del Palazzo Ducale di Genova, Bari, Laterza, 1981. - Spalla, G. e Arvigo, C. Il Palazzo Ducale di Genova: dalle origini al restauro del 1992, Genova, Sagep, 1992. - Beverini, S. ""Fantasmi a Palazzo Ducale"", Energie, n.3, 1994. - In merito ai quotidiani riportanti notizie sui fenomeni paranormali del Palazzo Ducale: Il Secolo XIX, 25, 26, 27 e 28 mar. 1993; Gazzetta del Lunedì, 5 apr. 1993; Il Secolo XIX, 6 apr. 1993. "