Genova: infestazione dal robivecchi  

di STEFANO BEVERINI  



Dimensione insolita, quella di Genova. Specialmente i carruggi dell'antico centro storico: viuzze ricche di negozi, ma spesso buie e fatiscenti, gente che va e viene. Dopo il tramonto è questo il regno di chi vive di espedienti, al margine della giustizia. Proprio in uno di questi vicoli si sono svolti i singolari fatti a cui le pagine dei quotidiani hanno dato ampia risonanza (1).
Antonio Valenza ha un negozio di robivecchi, assai modesto, in via dei Giustiniani al numero 80 rosso. Già da diciotto anni svolge questa attività, anche se la sua vocazione è un'altra: la pittura. Vende un po' di tutto: chincaglierie, vecchie poltrone, quadri, cartoline d'epoca mobili antichi, statuine... Sono cose che sanno di passato, tutte con una storia particolare, legata perlopiù a persone ormai defunte. E probabilmente anche qualcuno di questi oggetti, o il loro vecchio proprietario, hanno prodotto l'infestazione che si è scatenata all'interno della sua bottega. Antonio si è subito rivolto a un sacerdote, ma sembra che questi non abbia dato peso agli avvenimenti, consigliandogli tutt'al più di «prendere un calmante».
I fenomeni sono tra i più disparati: oggetti che si spostano, non solo quelli leggeri ma anche mobilia pesante, bicchieri che si frantumano, la radio che cambia sintonia...  Ma vi è qualcosa di ancor più inquietante:

«Ciò che mi fa più paura è questo quadro di donna: lo possiedo da due o tre mesi - mi dice il negoziante indicandomi il dipinto - e spesso, anche se ciò è assurdo, il volto femminile cambia espressione. Quando il quadro era ancora attaccato alla parete, oscillava ripetutamente, al punto che ho dovuto toglierlo e posarlo in terra.»


Antonio non è l'unico testimone. La signora Emidia Bonomi ha visto, proprio con i suoi occhi, alcuni oggetti volare per il locale: due libri, un bicchiere, un pennello... Altre persone, come la signora  Maura di Meo e un certo Giuliano, hanno osservato spostamenti paranormali di ciò che era nel negozio, riferendolo alla stampa. Persino il lavascale del palazzo, mentre si occupava delle consuete pulizie negli attigui locali, si è sentito più volte colpire da piccoli oggetti inesistenti.
Passata la confusione iniziale dovuta ai molti curiosi attratti da quanto i giornali avevano diffuso, mi sono recato sul posto, il 14 marzo, con il collega e amico di vecchia data, Alfredo Ferraro. Antonio Valenza era abbastanza disponibile al dialogo, confermandoci in prima persona tutti i fatti che avevamo già letto. Entrambi, Ferraro ed io, siamo concordi nel riconoscere (fino a prova contraria) la buona fede del simpatico rigattiere e il suo più che evidente sgomento. Proprio lui, che di paranormale non ne sapeva nulla, oltre alla paura ha anche ottenuto il danno economico. Infatti, quando si è saputo del suo negozio infestato, i probabili clienti si sono defilati in massa. Inoltre, alcuni  "vecchi acquirenti gli hanno riportato indietro gli oggetti, chiedendo il denaro in restituzione, perché credevano di poter diventare a loro volta vittime di poco graditi fenomeni paranormali. Come se ciò non bastasse, un numeroso ""corteo"" di maghi e falsi medium si è presentato nel negozio offrendo la propria opera in cambio di ragguardevoli compensi. Qualcosa, tuttavia, è stato fatto, ma senza scopo di lucro, da un occultista genovese, che non ha nulla in comune con quei maghi caricaturali che così spesso appaiono nelle pubblicità televisive. Egli ha organizzato un rituale magico, una sorta di ""esorcistico rito liberatorio"", e sembra che i fenomeni siano cessati. Nonostante ciò che è accaduto, Antonio Valenza ha ripreso la sua vita normale, sperando che le ""entità ultraterrene"", per ora, gli lascino almeno il tempo di riflettere."


                                        Stefano Beverini


Nota bibliografica:

"(1) Di Carlo, M. ""Voli da... incubo"", Gazzetta del Lunedì, 7/3/1994; Di Carlo, M. ""Decollano anche piatti e bicchieri"", Corriere Mercantile, 8/3/1994; Viani, B. "" Un fantasma dal robivecchi"", Il Secolo XIX, 11/3/1994; ed altri. "