Per tentare la proiezione forzata:

Ho già detto perchè sarebbe meglio evitarla, può essere molto sgradevole; se tuttavia coi metodi normali proprio non riuscite, tenete presente che gli inconvenienti - almeno per i principianti - sono in due momenti: dove andrete a finire se riuscite, e come rientrerete;

Dove andrete:

Uscendo in modo forzato sarete troppo densi: è molto probabile che rientrerete immediatamente perchè il corpo fisico è rimasto comunque troppo sveglio; se invece non rientrate subito inevitabilmente vi accorgerete di essere finiti nel cosiddetto "basso astrale" dove - semprechè vi restiate abbastanza - farete generalmente veri incontri sgradevoli, comunque innocui (l'atmosfera potrebbe sembrare facilmente come quella di un incubo).

Come rientrerete:

Uscendo in modo forzato quasi sempre si rientra in modo forzato; si "precipita" cioè letteralmente nel corpo, subendo la "ripercussione", ovvero la violenta ricaduta nel corpo, seguita da un fastidioso formicolìo con torpore, con qualche disturbo per un pò di tempo: per rimettere tutto a posto basta un sonnellino.

Tutto qui, siete avvisati! (...ma cosa non si farebbe, pur di avere l'esperienza...)

 

 

Ecco cosa fare, in tre punti:

1) Predisporre le cose in modo da avere sempre le condizioni facilitanti generiche (digiuno, stanchezza fisica, buio, silenzio, ecc). Logicamente, l'ora migliore è a notte fonda, ma c'è anche un momento migliore per il corpo, che sopraggiunge all'incirca ogni ora e mezza, riconoscibile da una lieve onda di torpore che invade il corpo.

2) Esercitarsi per qualche giorno a percepire e a "spostare" l'energia sottile nel corpo: quando si è adempiuto al punto 1, chiudere gli occhi, rilassarsi, poi senza nessuna tensione muscolare cercare di spingere se stessi da dentro il corpo dapprima in avanti, come cercando di muoversi "oltre la pelle", poi nello stesso modo all'indietro, poi a sinistra, a destra, in alto e in basso, più volte. Con questa procedura in qualche modo il legame fra i corpi fisico e astrale si allenta.

3) Quando si è pronti, e sistemati secondo il punto 1, visualizzare il proprio "Io" al centro della testa, dietro gli occhi, richiamare in quel punto tutta l'attenzione e l'energia del corpo, poi cercare di "spingere" la consapevolezza fuori dal vertice del cranio; non occorre uno sforzo eccessivo (che potrebbe anche risultare pericoloso) quanto invece mantenere a lungo la tensione, per poi mollare quando si è stanchi; dopodichè bisogna percepire l'energia che si ridistribuisce regolarmente nel corpo, sotto forma di formicolìo che torna verso gli arti; ripetere il tutto più e più volte, con convinzione e continuità; è necessario insistere, stancarsi; il successo è vicino quando si comincia a percepire una sorta di "vertigine" ogni volta dopo aver mollato...

Il "momento X": la proiezione forzata dovrebbe arrivare all'improvviso, proprio quando si è davvero troppo stanchi per proseguire, si è magari convinti di aver solo perso tempo, e si "crolla" dal sonno! Prima o poi funziona quasi con tutti, ma bisogna perseverare.

Nota: col tempo l'uscita diviene più facile e meno ...imprevedibile!

 

 

Ecco l' esperienza di un soggetto alla prima proiezione forzata con la tecnica appena descritta:

 

" Erano gli anni '80, e avendo letto in testi sciamanici della possibilità di provocare l'OBE in modo forzato (ma senza droghe), facevo i miei esperimenti, sebbene fosse un metodo molto sconsigliato da più autori. Quindi cercavo nottetempo più volte di "spingere" letteralmente la mia consapevolezza e la mia energia vitale "fuori dalla sommità del cranio". Una notte, dopo averlo fatto per almeno un'ora senza risultato, mi sono arreso. Nel momento stesso in cui ho cessato la tensione, sono stato inaspettatamente "sparato fuori" dal corpo - frontalmente, e non dal vertice del capo come io mi sarei aspettato - ad una velocità enorme, in un buio assoluto, e subito, altrettanto velocemente, sono "ripiombato" nel corpo fisico con uno scossone che mi ha lasciato impaurito, stordito e "formicolante" per qualche minuto. E' stata una sensazione violenta, rapidissima, come essere sparati da un cannone. Nel tragitto ho "trapassato" uno scaffale di libri e un muro, e l'impressione della distanza percorsa è stata intorno ai cinque o dieci metri al massimo. La sensazione derivante da quel tipo di movimento è stata, a dir poco, poderosa, anche successivamente, e mi fa considerare impossibile attribuire il tutto ad autosuggestione. Credo sia degno di nota il fatto che io fossi rivolto verso una parete esterna, al 5° piano di un edificio il quale, affacciandosi su di una scarpata, era come se fosse stato ad una altezza equivalente a circa il 12° piano dal suolo: ebbene, io soffro di vertigini, e mai e poi mai avrei scelto deliberatamente quella direzione per proiettarmi! Anzi, credo che la subitaneità del rientro, sebbene sia riportata come tipica delle OBE forzate, sia stata accresciuta dal pensiero fulmineo che mi è involontariamente balenato in mente al vertice della traiettoria, e che a parole potrei riportare così: "Accidenti, mi sono sbagliato e sono uscito nel vuoto, sto per precipitare, devo rientrare immediatamente!".

 

 

 

Di solito i ricercatori asettici tendono a considerare tutte le OBE - e perfino i sogni lucidi! - come fenomeni blandi e indefinibili, il prodotto della libera immaginazione onirica. Anch'io nutrivo inizialmente delle riserve sulla vera natura del fenomeno, però ho scoperto che non sempre è possibile dubitarne. Alcune OBE hanno una pregnanza oserei dire definitiva su chi la vive, e quelle di tipo violento fanno proprio questo effetto. Io ne ho avute di questo tipo: vi garantisco che restano ben pochi dubbi! Ma forse solo chi ha avuto un'OBE così, può comprendere davvero cosa intendo dire...