Introduzione allo studio delle NDE

 

 

by E.B.

 

Da qualche decennio negli ambienti scientifici è largamente penetrata, grazie anche alla diffusione dei mass media, l'espressione near-death experience (NDE). Con questo acronimo si suole designare quelle complessa e variegata fenomenologia che accompagna il vissuto sperimentato da quelle persone che si sono trovate, a causa di svariate ragioni o in uno stato di morte clinica o in serio pericolo di morte. Si calcola in base a statistiche serie ed attendibili che circa il 35-40% delle persone rianimate ha vissuto una NDE.

 

Le migliaia di indagini e ricerche effettuate sul tema sono state tali da indurre i medici della scienza ufficiale a rivolgere l'attenzione sul fenomeno, però, nonostante siano stati compiuti notevoli sforzi per capire la sua origine e la sua natura, allo stato attuale controverse e disparate sono le interpretazioni che sul tema sono state date; prima di citare le varie teorie elaborate in proposito dagli studiosi è opportuno preliminarmente illustrare sinteticamente in che cosa consiste il fenomeno e quali sono le tappe evolutive più importanti e significative nell'ambito delle discipline scientifiche e letterarie che hanno avuto ad oggetto del loro studio il fenomeno dell'NDE. Questo, in effetti è antico quanto l'uomo, e di esso è dato rinvenire tracce in testi letterari di ogni epoca ed in tutte le culture, molte, infatti le testimonianze ed i riferimenti che ci attestano l'esistenza del fenomeno confermando che esso non è una scoperta dell'epoca moderna; l'abbondante e crescente fioritura di studi e di interessi per questo genere di cose e l'atteggiamento di apertura mostrato solo da poco tempo da parte della scienza medica, è dovuto essenzialmente al fatto che essendo più sofisticate le moderne tecniche di rianimazione e più rapidi i continui progressi della medicina, molta più gente che in passato riesce ad essere strappata dalla morte e di conseguenza a raccontare l'esperienza che gli è capitata.

 

Comunque convenzionalmente si è soliti far risalire l'inizio degli studi e degli interessi sorti intorno alle NDE al 1975, anno in cui fu pubblicato un libro scritto dal dott. Raymond Moody che è considerato un pioniere di questi argomenti, nel quale per la prima volta venivano raccolte e pubblicate delle testimonianze. Questo libro descrive in maniera sufficientemente chiara quali sono le caratteristiche essenziali che connotano i vissuti dell'NDE. Quando una persona muore ha la piena e perfetta consapevolezza di che cosa gli sta capitando, anzi in modo più acuito ed accresciuto ha la percezione delle sensazioni che in quel momento prova. Poi ha la visione dell'ambiente in cui si trova il corpo esanime e tutti i tentativi di rianimazione che i medici stanno effettuando. La percezione visiva è cosi intensa e chiara che il soggetto una volta rinvenuto è in grado di descrivere nei dettagli quel che è avvenuto nei momenti critici in cui le sue funzioni vitali erano cessate di funzionare. In molti casi è stato possibile verificare l'esatta concordanza del racconto fatto dal paziente ripresosi e la realtà dei fatti.

La seconda fase è caratterizzata dall'ingresso in un ambiente buio che alcuni identificano in un tunnel nel quale ci si muove a velocità impressionante verso una meta che si avverte come sicura fino all'intravedere una luce molto intensa da cui proviene un amore puro ed incondizionato da cui il soggetto si sente completamente avviluppato. Alcuni vedono durante il corso dell'esperienza scorrere come in un film la propria esistenza di modo che possono fare un bilancio della vita che sta per terminare (visione panoramica della vita).

Nella terza fase si entra nella luce e si prende contatto con una dimensione che i protagonisti non esitano a definire trascendente.

Poi nell'ultima fase ci si imbatte in una sorta di barriera che può identificarsi in svariate forme la quale avverte al soggetto che il momento di morire per lui non è ancora giunto e deve dunque ritornare in vita.

Il ritorno da tutti viene vissuto come sgradevole perché netta è la differenza tra la vita terrena ed il benessere la pace e l'armonia che regnano nel luogo dove si sono recati. Dato fondamentale che deve essere messo in evidenza è che tutti quelli che vivono questo tipo di esperienza concordano nel dire che ciò che hanno visto e sentito non ha nulla a che fare ne con il sogno né con l'allucinazione; si e trattato senza alcun ombra di dubbio di una esperienza reale e non immaginativa.

 

Moody descrive queste caratteristiche appena elencate dopo aver raccolto le testimonianze di circa 150 persone. Questa pubblicazione pur non avendo nulla di scientifico è servita soprattutto a spronare uomini di scienza ad indagare su un fenomeno il cui senso non è facile da comprendere.

Dopo la pubblicazione del libro "La vita oltre la vita" furono decine i ricercatori che stimolati dalla lettura dei resoconti descritti da Moody condussero inchieste personali che finirono per confermare che qualcosa effettivamente succede ad alcuni individui al momento della morte. Dal 1982 numerose furono le pubblicazioni su riviste scientifiche e non dedicate all'argomento; molti gli studiosi in ambito universitario che effettuarono indagini con metodi e strumenti rigorosamente scientifici.

Il dott. K.Ring, psicologo dell'Università del Connecticut, dopo essersi imbattuto casualmete nella letture del libro di Moody decise di fare un'inchiesta personale avvalendosi di criteri e strumenti accademici. L'inchiesta, portata avanti per diversi anni, ha dato sostanzialmente dei risultati che confermarono ciò che Moody aveva scoperto e reso pubblico con il suo celebre libro, diventato presto un best seller.

Ricordiamo, poi, il dott. Sabon, cardiologo di Atlanta inizialmente scettico nei confronti dei racconti che gli scampati alla morte facevano, iniziò ad interessarsi all'argomento dopo che una sua paziente che aveva subito un'arresto cardiaco gli confidò lo splendido viaggio che aveva fatto nell'altra dimensione; fu il tono così suadente di quella donna a scioccare il medico di Atlanta che approfondì la questione mettendosi alla ricerca di altre persone che avevano avuto una NDE. Ciò che maggiormente il medico mise in evidenza fu l'esatta descrizione dei tentativi di rianimazione che alcuni facevano mentre erano in coma; soltanto, sostiene Sabon, se si ammette che qualcosa è uscito dal loro corpo si può spigare l'esattezza delle descrizioni fatte da questi pazienti, dato che le stesse si rivelavano precise in tutti i particolari e non potevano dunque essere la ricostruzioni mentali del soggetto come qualche scettico faceva notare.

Agli inizi degli anni ottanta oltre ad altri ricercatori degni di menzione come il dott. Greyson e il dott. Morse vi fu la costituzione dello IANDS, una associazione internazionale composta da medici psichiatri, biologi, psicologi, che si propose di portare avanti una ricerca multidisciplinare sui fenomeni dell'NDE; l'associazione tuttora esistente pubblica due bollettini bimestrali nei quale vengono presentati studi, ricerche, ipotesi e naturalmente casistiche. gli anni ottanta rispetto a questi studi furono importanti anche perché un'importante sondaggio effettuato dalla Gallup junior rivelo che ben otto milioni di americani adulti aveva vissuto una NDE. Il sondaggio in questione sancì definitivamente l'esistenza di un fenomeno che andava studiato ed approfondito; cosi, infatti avvenne.

Furono sempre più numerosi gli scienziati soprattutto neurologi che si interessarono al tema cercando di trovarvi una risposta, e molte le riviste specializzate mediche, anche prestigiose come il Lancet che dedicarono sempre più spazio all'argomento.

Negli anni 90 assistiamo poi, ad i primi congressi organizzati a livello internazionali nei quali venivano presentate tesi ed argomentazioni volte a far luce sulle cause ed i significati dell'NDE. Allo stato attuale, sebbene, come dicevo in premessa siano state tante le indagini e gli studi, non tutti sono concordi circa le spiegazioni. Esse possono, e con questo concludo, riassumersi in tre filoni principali.

 

Cause farmacologiche: secondo i fautori di questa tesi la NDE sarebbe il prodotto di sostanze farmacologiche che di solito si somministrano ai pazienti terminali per alleviare il loro stato di agonia.

Cause biologiche che sarebbero da ricercarsi nelle attività cerebrali di un cervello morente il quale si attiverebbe grazie allo scatenamento di sostanze simili alla morfina nei momenti di spegnimento delle funzioni vitali generando visioni beatifiche che caratterizzano come abbiamo visto questi vissuti.

Ed infine vi è una spiegazione trascendentale che considera le NDE come delle vere e proprie escursioni in una dimensione altra diversa dalla nostra.

I risultati che scaturiranno da future ricerche forse daranno un quadro più unanime per quanto riguarda le risposte da dare agli interrogativi che il fenomeno in questione suscita.