Conferenza pubblica – Chiesa di Cristo di Udine – 18 Marzo 1999
"Esperienze in punto di morte":
che ne dice la Bibbia?
 
"Esperienze in punto di morte", o "di pre-morte" ("near-death experiences").
Elementi comuni, presenti in parte – o, raramente, del tutto –
in ciascuna esperienza (se ne sono catalogate moltissime)
 

L’effetto, dopo il ritorno alla vita normale, è quasi sempre una trasformazione sostanzialmente positiva delle persone che hanno vissuto tali esperienze. Ad esempio:

 

"L’esperienza di pre-morte, sia essa un viaggio nell’aldilà o meno, produce degli effetti notevolissimi in chi l’ha subita … Tecnicamente parlando, i "risuscitati" non sono mai morti veramente, ma hanno sfiorato la morte come nessuno di noi ha fatto mai" (R. A. Moody, La luce oltre la vita).

 
Testimonianze sulle esperienze di pre-morte
e messaggio della Bibbia
 
Punti di contatto
 
Esperienze in punto di morte
Messaggio biblico
Ci indicano che abbiamo uno spirito e non solo un corpo… "Il corpo senza lo spirito è morto" (Giacomo 2:26)
…e che lo spirito ha una sfera d’azione superiore e immortale "…fui rapito in spirito; ed ecco, un trono era nel cielo…" (Apocalisse 4:2)
Spingono a rivalutare i valori più profondi, spirituali, dell’uomo… "Colui che semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione, ma chi semina per lo spirito, dallo spirito raccoglierà vita eterna" (Galati 6:8)
…ed a modificare la propria esistenza in rapporto a questi ultimi… "Vi siete spogliati dell’uomo vecchio con i suoi atti, e rivestiti del-l’uomo nuovo…" (Colossesi 3:9-10)
…per una vita terrena più intensa e, serena, senza paura della morte "Per me vivere è Cristo e morire guadagno" (Filippesi 1:21)
L’amore è la cosa più importante "Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri … L’amore non viene mai meno" (Giovanni 13:35; 1Corinzi 13:8)
 

Testimonianze sulle Esperienze di pre-morte
e messaggio della Bibbia
 
Punti di divergenza
 
Esperienze in punto di morte
Messaggio biblico
Attestano che la religione non deve avere a che fare con alcuna "dottrina" rivelata (bisogna essere spirituali più che religiosi)… "Chi ha i miei comandamenti e li osserva, è uno che mi ama … Chi va oltre e non dimora nella dottrina di Cristo, non ha Dio; chi dimora nella dottrina di Cristo, ha il Padre e il Figlio" (Giovanni 14:21; 2Giovanni v. 9)
… e che dobbiamo quindi diventare spirituali senza appartenere ad una chiesa, ma solo seguendo la guida della nostra anima "Io edificherò la mia Chiesa … la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità" (Matteo 16:18; 1Timoteo 3:15)
Affermano che, ai fini dell’eternità, non ha importanza quale religione si pratica "…chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nell’unigenito Figlio di Dio" (Giovanni 3:18)
Parlano di un "Essere Supremo", una "Grande Luce", "qualcosa di più grande di noi che ha creato l’universo" (E. Kubler-Ross, La morte e la Vita dopo la Morte) La figura di Dio è molto, molto più specifica: "Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe … Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo" (Matteo 22:32; 2Corinzi 1:3)
Negano che vi sia un Dio che giudica – Non parlano della risurrezione dei corpi "Dio ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo che ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti" (Atti degli Apostoli 17:31)
Spingono non tanto a credere, quanto a sapere, conoscere "Queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché credendo abbiate vita nel suo nome" (Giovanni 20:31) (continua…)
Producono un riesame dell’esisten-za personale una volta "tornati" Riesame personale, sì, ma prima di "andare" e con pentimento: "Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino. Ravvedetevi e credete al Vangelo" (Marco 1:15)
Non pongono il problema del peccato, né, ovviamente, indicano la soluzione della Redenzione "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù" (Romani 3:23-24)
Vengono descritte in dettaglio "E so che quell’uomo (se col corpo o senza, non lo so, Dio lo sa), fu rapito in paradiso e udì parole ineffabili, che non è lecito ad alcun uomo di proferire" (2Corinzi 12:3-4)
 
Riassumiamo allora alcuni punti che vanno tenuti fermi,
affinché l’intero messaggio biblico non sia vanificato
 
Qualcuno è davvero tornato!

Un noto libro sulle "pre-morti", scritto da P. Giovetti, s’intitola Qualcuno è tornato, ma ribadisce che si parla pur sempre di "fenomeni tra vivi"; la Bibbia, invece, ci parla di alcuni che sono davvero tornati, perché sono anche davvero andati! Vediamo tre famosi esempi di tali esperienze post-morte.

Lazzaro (Giovanni cap. 11)

 

Molti credenti morti e sepolti prima di Gesù (Matteo 27:50-53)

 

Gesù

Spunti per una riflessione finale da…

La parabola del ricco e di Lazzaro (Luca 16:19-31)

Leggendo questa parabola, teniamo presente che essa (come tutte le parabole) è ricca di simboli, i quali, in ogni caso, descrivono questioni sostanzialmente reali. Inoltre, gli uditori immediati di Gesù erano Ebrei, e quindi i simbolismi sono adattati a loro, ma possono essere estesi a ogni altra realtà umana: Abrahamo (vissuto intorno al 1800 a.C.) è il capostipite del popolo ebraico, "padre della fede", e rappresenta dunque l’autorità stessa di Dio sul suo popolo; con l’espressione "seno d’Abramo" (16:22) si raffigura il luogo d’accoglienza dei (fisicamente) defunti. Gli aspetti fisici (ad esempio: occhi, lingua, fiamme…) permettono di comunicare le cose in modo per noi intelligibile, esprimendo comunque aspetti concreti dell’aldilà (i defunti percepiscono, soffrono, sono consolati, ecc.). Vediamo l’insegnamento per noi:

 

Due osservazioni finali: