ALLA RICERCA
DELLA PRIMA RELIGIONE
Premessa
Gli argomenti che
tratteremo in questa lettera sono basati sulla traduzione di alcuni documenti
antichissimi: le tavole dei Naacal, scoperte da James Churchward in un tempio
indù, ed una vasta raccolta di tavole in pietra (oltre 2600), portate alla luce
da William Niven in Messico. L'esame comparato delle due raccolte ha mostrato
che hanno una origine comune: sono delle antichissime Scritture Sacre, che si
possono attribuire ai Sacerdoti atlantidei.
Secondo la
leggenda, le tavole dei Naacal (scritte con simboli e caratteri Naga), furono
compilate in Atlantide e portate prima in Birmania, poi in India. La loro
remotissima età è convalidata dalla storia che data a oltre 15.000 anni fa il
momento in cui i Naacal lasciarono la Birmamia. Su queste tavole possiamo
trovare una stupefacente storia della Creazione.
Non si è invece
sicuri del luogo dove vennero scritte le tavole messicane, che contengono una
storia molto dettagliata della Creazione, dell'origine della Vita,
dell'attività delle "Quattro Grandi Forze Cosmiche" e la creazione
della donna. E' notevole come tanti punti di questa storia coincidano con il
racconto della Creazione proposto dalla Bibbia cristiana.
James Churchward,
ha speso cinquant'anni anni della sua vita per condurre indagini, ricerche ed
esplorazioni, al fine di convalidare quanto ha trovato scritto sulle tavole dei
Naacal. Dopo tutto questo lavoro ha concluso che le tavole messicane, così come
quelle dei Naacal, mostrano in modo inequivocabile che sul nostro pianeta è
esistita un'antichissima civiltà che, sotto molti aspetti, si presenta persino
più progredita di quella attuale.
ALLA RICERCA
DELLA PRIMA RELIGIONE
RELIGIONE: è
l'insieme di credenze e di atti di culto che collega la vita dell'uomo a un
ordine superiore e soprattutto alla divinità, intesa come fine ultimo di tutte
le cose.
Purtroppo, anche
se in buona fede, molti autori, sia per ignoranza dei simboli che per cattive
traduzioni, hanno generalmente portato nei lettori un'idea alquanto falsata
delle antiche religioni, anziché mostrare con quanta purezza i nostri
progenitori seppero percepire la Divinità.
Così ne parla Max
Muller: "Appena conosciamo qualcosa dei pensieri e dei sentimenti
dell'uomo primitivo, lo troviamo in possesso di una religione, una religione di
fede o di venerazione, di moralità o di visione estatica: una religione di
paura e di speranza, o di supposizione o di rispetto del Grande Dio attraverso
vari simboli" (1).
Il linguaggio
simbolico (2)
Il simbolo, è un
segno o un disegno, che evoca ciò che è astratto o non presente. Siccome la
mente dell'uomo primitivo non sarebbe riuscita ad assimilare il significato di
parole come, ad esempio, "Dio", "anima",
"eterno", "onnipotente" i geroglifici ed i simboli furono
le comuni forme di scrittura nei tempi antichi; essi non erano una
"cosa" ma la rappresentavano e quindi non vanno presi alla lettera.
Il fatto che
alcuni traduttori non siano stati capaci di diversificare il simbolo da ciò che
rappresentava ha portato a notevoli errori di interpretazione. Questo,
purtroppo, ha talvolta dato l'impressione che vi fosse dell'idolatria dove,
invece, vi era una profonda adorazione e venerazione della Divinità. Questo
errore è stato particolarmente rilevante nel decifrare e tradurre documenti
relativi alle religioni delle più antiche tradizioni.
I primi simboli
consistevano di linee e semplici figure geometriche da cui, nel tempo, si passò
a figure sempre più complesse. La vasta diffusione dei simboli e l'uguaglianza
dei loro significati, ci fa presupporre che abbiano un origine comune.
Leggiamo, infatti, in alcuni antichi scritti dello Yucatan, che i simboli
vennero dalla Terra del Mu; alcuni documenti egizi ce ne indicano l'origine nelle
Terre dell'Ovest. Altre scritture indù e di altri paesi orientali ci indicano
la loro provenienza dalla Madre Terra nell'Est.
Il Cerchio (2)
Tra tutti i
simboli il Cerchio occupa certo il posto più importante in quanto era
considerato il più sacro di tutti. Insieme al Quadrato con i quattro lati
uguali ed al Triangolo era utilizzato dai Sacerdoti per rappresentare
graficamente i concetti relativi alla vita ed alla spiritualità.
Il Cerchio fu un
simbolo universale, molto adatto per insegnare ai primitivi il senso
dell'infinito e dell'eterno, lo troviamo sulle rovine dei Templi dei Sacri
Misteri in Egitto, Babilonia e Perù. Siccome il cerchio non ha né principio né
fine, rappresenta il simbolo ideale per far comprendere ad una mente primitiva
il senso dell'infinito e dell'eterno.
Con il Cerchio
veniva anche rappresentato il Sole (chiamato Ra) che stava ad indicare
l'unicità e tutti gli attributi della Divinità; concetto da noi ripreso quando
diciamo che "Dio è tutto e tutto viene da Dio".
A proposito del
Cerchio è molto interessante leggere quanto scritto in un papiro di Anana (capo
scriba e consigliere reale di Seti II), circa 3200 anni fa: "L'eternità
non ha fine, quindi non ha principio, e di conseguenza l'eternità è un
cerchio... Se continuiamo a vivere dobbiamo continuare per sempre, e se
continuiamo per sempre, come il cerchio e l'eternità, l'uomo non ha
principio".
Il Triangolo (2)
Il triangolo
equilatero, un simbolo che risale a oltre 50.000 anni, è stato ideato per dare
agli uomini primitivi la rappresentazione simbolica di Dio, Uno e Trino nel
contempo. Il concetto della Trinità divina è molto antico ed è arrivato fino a
noi, benché da un'era all'altra abbia assunto nomi e aspetti diversi. Il
Triangolo fu anche usato per simboleggiare il Paradiso, poiché questa era la
casa di Dio.
Per
un'interpretazione più dettagliata di questo simbolo vedere la parte finale del
capitoletto "La piramide, il simbolo dei simboli".
Il Quadrato (2)
Il Quadrato con i
quattro lati uguali fu utilizzato per simboleggiare la terra in quanto i suoi
quattro angoli rappresentano i quattro punti cardinali (nord, sud, est e
ovest).
Cerchio,
Triangolo e Quadrato furono simboli universali in quanto li troviamo presso
tutti i popoli dell'antichità.
La Croce (2)
Tra i simboli
antichi, va anche ricordato la Croce che appare in tre forme diverse: il Tau
(una linea verticale con una linea orizzontale appoggiata sopra), la Croce
astronomica (una croce a X inclusa in un cerchio) e la Croce ansata, definita
dei Faraoni e degli Dei (è disegnata come il Tau ma sopra, al centro, ha una
specie di occhiello.
Il Tau
simboleggia la vita che emerge (risorge) dalle acque portando la vita. E' la
vita portata dalla pioggia che fa sbocciare i semi e li fa "sollevare"
verso l'alto facendoli diventare piante generose di fiori e frutti. Rappresenta
pertanto la vita in abbondanza. Nei vecchi scritti Maya, il Tau è generalmente
raffigurato come un albero con due rami ricchi di fiori e di frutti.
Il nome e la
grafia di questo simbolo sono rimasti inalterati nel tempo, era Tau nella Madre
Terra ed è Tau ancora oggi. Lo ritroviamo negli scritti egizi, indù, cinesi,
caldei, incas, quiché e presso altre antiche popolazioni.
La Croce ansata,
detta anche "La Croce del Nilo" perché la si ritrova spesso scolpita
sui monumenti egiziani, rappresentava la Segreta Saggezza, non soltanto per gli
antichi Egiziani, ma anche per i Fenici, Caldei, Messicani e Peruviani.
* * *
Con il passare
del tempo i simboli sacri si fecero più complessi e complicati, con varie
elaborazione di quelli che abbiamo esaminato. Nell'epoca egizia, i simboli
erano diventati così numerosi e talmente complessi che neppure la metà dei
sacerdoti li riusciva a comprendere.
A tal proposito
un saggio egizio, Ermete Trismegisto (circa nel III secolo d.C.), esclama in un
suo scritto: "Oh Egitto! Egitto! di tutta la tua religione, non restano
che le favole alla portata dei tuoi discepoli, tanto poco essi comprendono la
tua religione. Solo le parole incise sulla pietra parlano delle tue glorie
religiose. Gli Sciiti, o gli abitanti delle sponde dell'Indo, o altri barbari
occuperanno la tua bella terra".
La piramide, il
simbolo dei simboli (3)
Il numero cinque
possiede un enorme significato per il genere umano. Un esempio è quello della
Grande Piramide di Giza, che è il tempio più sacro che sia mai stato eretto
sulla terra. Essa fu costruita sotto la diretta supervisione dello stesso
Creatore, e le sue strutture contengono simbolicamente l'esatta descrizione
della storia dell'umanità, dal tempo di Mosè fino ai mille anni di gloria che
seguiranno la tribolazione.
La piramide è,
naturalmente, con i suoli cinque vertici, la rappresentazione architettonica
del numero cinque. Ma il suo simbolismo va ben oltre questo. La sua proiezione
a terra è un quadrilatero. Il numero quattro rappresenta sempre il piano
terreno, con le sue limitazioni, le sue manchevolezze, le sue rivalità ed il
suo egoismo.
Gli individui la
cui natura esprime il quattro sono sempre in contrasto con l'ambiente e con le
persone che sono intorno a loro. Tendono a pensare che gli altri "si
comportano male", e quest'impressione è reciproca. Non è un caso che il
quadrato o il rettangolo siano le forme geometriche preferite per il
frazionamento dei terreni e delle proprietà in generale, in quanto il concetto
di proprietà separata è in linea con la rivalità e la separatività insite nel
numero quattro.
Ma, nella
piramide, il vertice superiore porta il numero totale dei vertici a cinque.
Esso genera anche quattro triangoli, ed in occultismo è cosa ben nota che il
triangolo possiede un significato spirituale della massima importanza, che
chiunque abbia occhi per vedere può scoprire.
Tale significato
riguarda la triplice natura dell'uomo fisica, emotiva e mentale che può essere
ritrovata in qualunque cosa sia fatta ad "immagine di Dio", in quanto
il Creatore di tutto ciò che esiste si manifesta sempre in modo triplice.
Questo è illustrato anche dalla Trinità dei Cristiani, in termini di Padre
(corrispondente alla Volontà, alla Creatività ed al corpo fisico), di Figlio
(l'Amore Divino o Coscienza Cristica) e di Spirito Santo (l'aspetto mentale).
Il punto comune
di tutte le culture (4)
Segue il
riassunto di alcune scoperte del Dr. Paolo Schliemann, che fece voto solenne a
suo nonno Enrico, di dedicarsi alle ricerche archeologiche da lui iniziate.
Ecco alcune delle sue conclusioni dopo aver fatto degli scavi nel cimitero di
val Caschuna dove sono sepolti gli antichi Chimus.
Così racconta lo
Schliemann: "Il tempio, per Atlantidi, Egizi, Maya e Chimus era centro
della fondazione politica e della vita sociale, perno dell'arte, scienza,
religione ed educazione. Anche la frase 'porte d'oro' può essere allegorica; in
ogni modo quei popoli erano già grandi fonditori di metalli e celebri nel
ricoprire di cemento aureo lucente, di una forza non più raggiunta, le Piramidi
dell'Egitto e del Messico... Le une e le altre di costruzione eguale sono
dirette come i bracci di una croce, verso gli stessi punti di direzione
astronomica. La linea dei centri è sul meridiano astronomico, da essi ben
conosciuto"
Schliemann, per
fondate ragioni, crede che le medaglie strane degli scavi fossero usate in
Atlantide intorno a 40 mila anni fa, e chiude il suo racconto con una nota
lasciata dal nonno Enrico: La religione egiziana era la stessa di quella dei
Maya. Ra era il dio Sole egiziano e RaNa quello degli antichi Peruviani. Le
nazioni provano tutte la loro infanzia e la loro maturità. Io non ho trovato un
Egitto selvatico, né un Maya barbaro. Ho trovato queste nazioni mature nella
loro giovinezza; canali, viadotti, strade sospese, templi, irrigazioni di
campi, medicina, astronomia e alta organizzazione governativa. I Maya e gli
Egizi non erano di razza nera, ma gialla; avevano schiavi e casta
intellettuale. Le relazioni fra le caste erano intellettuali ed umane.
La narrazione
dello Schliemann apre nuovi orizzonti circa i primi passi dell'umanità e la
fioritura di una remota civiltà scomparsa, durata un periodo straordinariamente
lungo, tanto da farsi iniziatrice di una vera scienza sparsa pel mondo.
Per quanto
occulta, essa è rivelata dalle opere d'arte, a chi le studia senza pastoie
teoriche compenetrato dello spirito ieratico (sacerdotale, N.d.r.) di esse. Di
fronte alle opere preistoriche pochi non restano come gli analfabeti al
cospetto delle lettere; ciò avviene per l'ignoranza del linguaggio simbolico
adoperato e per la convinzione che mancassero le lettere e quindi non vi
potesse essere cultura letteraria né artistica.
LA PRIMA
RELIGIONE, LA PIU' SEMPLICE E PURA (2)
Da molti punti di
vista appare che una religione, dovunque la si trovi, è pur sempre sacra.
Infatti, per imperfetta e puerile che sia, pone sempre l'anima umana al
cospetto di Dio; ed il concetto di Dio, per semplice ed ingenuo che sia,
esprime quello che l'Anima in quel momento considera il più alto ideale di
perfezione che possa essere raggiunto.
Le Sacre
Scritture della Madre Terra ci dicono che la religione di allora, la prima
dell'uomo, fu la più semplice e la più pura forma di adorazione di Dio,
chiamato "Grande Infinito", che sia mai stata insegnata e seguita
sulla terra. In questa religione si venerava un solo Creatore, o Divinità, a
cui vennero dati molti attributi, ognuno correlato ad un simbolo. E' notevole
come non vi sia alcuna differenza fondamentale tra la nostra e la loro
concezione di Divinità.
La Divinità era
venerata e trattata con tanta deferenza che il Suo nome non veniva mai
pronunziato. Nelle antiche civiltà Maya, Indù, Uighur, ed altre ancora, si
parlava della Divinità come qualcosa di irraggiungibile, di ignoto.
La religione del
Sole (5)
E' dimostrato,
ormai irrefutabilmente, che una religione del Sole, con riti simili, con identici
collegi di sacerdoti astronomi, con gli stessi templi dalle pietre massicce
placcate in oro, con la stessa scienza d'imbalsamazione dei morti, con miti e
simboli comuni (come quelli della montagna santa, dell'albero sacro, dei
quattro fiumi, della croce, del serpente), svolge il suo imponente corteo
dall'Atlante berbero all'Egitto e alla Caldea, e dal Messico al Perù, sullo
stesso percorso lungo il quale si sono ritrovati i dolmen, i tumuli e le
piramidi.
L'insegnamento
della prima religione (2)
Oltre
l'insegnamento riguardante Dio, il Creatore, nella più antica religione si
insegnava che la vera vita era quella dell'Anima Umana che resta anche dopo la
morte del corpo fisico, considerato come una dimora temporanea, qualcosa da
prendere, usare e lasciare.
Leggiamo a questo
proposito alcuni brani tolti da un papiro egizio, scritto da Anana (capo scriba
e consigliere reale di Seti II), risalente a circa il 1320 a.C. Può essere
interessante ricordare che l'esodo degli Ebrei dall'Egitto avvenne intorno al
1420 a.C.
Gli uomini non
vivono una volta sola per andarsene da qui per sempre. Essi vivono molte volte
in molti luoghi, sebbene non sempre in questo mondo. Tra una vita e l'altra vi
è un velo di tenebre ...
La nostra
religione ci insegna che noi viviamo in eterno. Dunque l'eternità, se non ha
fine, non può avere un principio, è quindi un cerchio. Se è vero che noi
viviamo più volte, deve essere anche vero che noi siamo sempre vissuti.
Nei primi tempi,
avanti che i sacerdoti fissassero i pensieri umani nei blocchi di pietra e
innalzassero altari a mille dèi, molti sostennero che quel ragionamento era
vero, e quindi che il Dio era uno solo.
Agli occhi
dell'uomo Dio ha molte facce, e ognuno giura che quella che egli vede è il solo
vero Dio. Ma tutti hanno torto, perché tutte sono vere.
Da un altro
papiro di Anana, più o meno dello stesso periodo, leggiamo: L'eternità non ha
fine, quindi non ha principio, e di conseguenza l'eternità è un cerchio ... Se
continuiamo a vivere dobbiamo continuare per sempre, e se continuiamo per
sempre, come il cerchio e l'eternità, l'uomo non ha principio.
L'uomo nasce
molte volte, eppure non sa nulla delle sue vite passate: tranne occasionalmente
quando un sogno a occhi aperti o un pensiero lo riporta a qualche fatto di una
precedente incarnazione. Egli non può, tuttavia, stabilire nella sua mente dove
o quando il fatto avvenne; ha solo la sensazione di una cosa familiare. Alla
fine, comunque, tutte le sue vite passate si riveleranno.
Gli spiriti o
anime di una incarnazione possono eventualmente incontrarsi in un'altra
incarnazione e essere attratti l'uno verso l'altro come da una calamita, ma per
quale causa nessuno lo sa.
Sì, io credo che
le anime possano vivere più di Ra, lo stesso Sole, e più delle stelle.
Molto
interessante questa frase finale dove il convincimento che l'anima superasse la
vita del Sole dimostra come questi non era considerato la divinità stessa bensì
una sua rappresentazione simbolica ad uso dei meno evoluti.
Appunti storici
(6)
Secondo gli
storici, è solo nel periodo definito "Neolitico" (circa dal 6.000 al
3.000 a.C.), che l'uomo creò le basi su cui si sono sviluppati i concetti
sociali che continuano ai nostri giorni.
E' nel Neolitico
che l'uomo inizia a lavorare la ceramica, a tessere e ad edificare dei veri e
propri villaggi nonché dare inizio agli scambi commerciali; si sono infatti
trovati dei manufatti localizzati a centinaia di chilometri dal luogo in cui
vennero creati. Ed è anche in questo periodo che si dimostra intellettualmente
attivo, iniziando a costruire attrezzi adatti ad affrontare le sue esigenze
future, anticipandole mediante un'analisi dei fatti piuttosto che con
l'istinto.
E' generalmente
accettato che il nucleo di questa civiltà si sia sviluppo in oriente, dalla
valle del Nilo alla Mesopotamia. Tradizionalmente la fine del Neolitico è
contrassegnata dall'apparizione del metallo e dall'inizio dell'Età del bronzo
Conclusione
La storia
classica colloca nel 3000 circa a.C. l'avvento dell'età del bronzo e dal 2600
al 2480 a.C., la costruzione delle più grandi e famose piramidi, quelle di Giza
(fatte costruire dai faraoni Cheope, Chefren e Micerino della IV dinastia).
Perciò, secondo
la storia, nei 4 5 secoli dopo la fine del Neolitico l'uomo, da selvaggio che
era, avrebbe raggiunto la capacità di erigere dei monumenti la cui
progettazione e costruzione richiede delle avanzatissime conoscenze
matematiche, fisiche ed astronomiche.
Questa assunzione
non regge e, a rigor di logica, dobbiamo invece concludere che l'elaborazione
della prima religione, così come la progettazione di queste grandi piramidi,
sia stata opera di personaggi con una capacità e cultura molto al di sopra di
quella della comune umanità.
Possiamo pertanto
arguire che questi "personaggi" altro non fossero che i Sacerdoti di
Atlantide. Gli stessi Antichi riconoscevano che da questa razza, "civile,
guerriera e dotta", provenivano la scienza degli astri e le leggi del
governo degli uomini. Questa nostra ipotesi viene confermata dal brano
seguente, tratto dal volume "Il sistema solare" (7):
"Circa
400.000 anni fa, essendo l'Egitto isolato e scarsamente popolato, una Loggia di
Iniziati (esseri altamente evoluti, N.d.r.), a causa del diffondersi delle
'arti nere' nel suo paese (Atlantide, N.d.r.), era emigrata in Egitto, dove poi
proseguì il suo lavoro per circa 200.000 anni."
"Circa
210.000 anni fa, la Loggia Occulta fondò la prima dinastia divina in Egitto e
un impero, facendo venire a questo scopo il primo gruppo di coloni."
"Da questo
tempo a 200.000 anni fa, furono costruite le due grandi Piramidi di Giza, per
servire da un lato come Templi permanenti di Iniziazione, e dall'altro come
santuari per la custodia di alcuni potenti talismani, in previsione della
sommersione che gli Iniziati sapevano imminente."
"E' lecito
supporre che i poteri occulti furono impiegati per facilitare il trasporto ed
il sollevamento dei grandi blocchi di pietra usati nella Grande Piramide. Molte
migliaia d'anni dopo, Cheope diede il suo nome a una delle Piramidi."
Il mito di
Atlante
Il mito di
Atlante, forse, vuole indicarci la strada dell'umiltà; dovremmo infatti
accettare che l'origine di ogni conoscenza deve ricercarsi nell'antico
continente atlantideo ed il fatto che sulla civiltà di Atlantide si sono poi
basate le altre civiltà.
E, invece,
guardiamo il vecchio Atlante che sorregge il globo sulle spalle e, pur sapendo
che l'astronomia fu la scienza più antica di tutte, pensiamo che i creatori della
medesima non sapessero che la terra è rotonda!
Riferimenti
bibliografici
1) Friedrich M.
Muller (18231900), Early Religions (Religioni primitive)
2) Materiale
tratto dal volume "Mu: il continente perduto", di James Churchward,
Sugar Edizioni, Milano, 1975 (pagg. 125-140).
3) Hilarion, Le
Stagioni dello Spirito, pag. 21,
Edizioni
Crisalide, Spigno Saturnia (LT), 1992.
4) Giacinto
Perone, Atlantide, leggende e testimonianze, pag. 218,
Edizioni Tilopa,
Teramo (Roma), 1986.
5) Ibid., pag.
168.
6) Robert K. Moffet, Secrets of the Pyramid revealed,
pag. 123,
Grosset and Dunlap Publisher, New York, 1976
7) A. Powell, Il
sistema solare, pag. 176,
Edizioni Adyar,
Vittone (TO)