INCONSCIO E OCCULTISMO

Carl Gustav Jung, fondatore della psicologia analitica, grande empirista, affermava :" la mia vita è la storia di un' autorealizzazione dell'inconscio". " Gli anni più importanti della mia vita - scrive Jung - furono quelli in cui inseguivo immagini interne! " Per questo psicologo, il simbolo è inteso, non più come espressione di emozioni ed esperienze rimosse o di misteriosi processi psico - sessuali primitivi, ma come sintesi creativa della contraddizione ( gli opposti junghiani ), che dilaniano la psiche cosciente. Il singolo si differenzia dagli stereotipi collettivi attraverso un processo di individuazione che gli permette di adeguarsi ai valori colturali con un'impronta personale. Carl Gustav Jung, è legato, a causa della sua passione per l'esoterico, al pensiero orientale; a causa, invece, della sua passione per l'alchimia a quella corrente mistica che fonda le sue radici nella filosofia ed ermetismo antichi Questo grande studioso, fonda le radici del suo successo e del suo fascino nella molteplicità dei suoi interessi, soprattutto legati al misticismo e allo spirituale, che lo fanno considerare come una sorta di sciamano. Di lui, possiamo dire che è stato un grande ricercatore ed osservatore dei fatti, per questo lo si può definire uno dei più grandi empirici di tutti i tempi: " prima i fatti e dopo le teorie" era il suo motto! Infatti, l'originalità della sua ricerca ha come base il concetto , che una volta preso in esame, viene, anche a distanza di anni, riformulato e ripresentato con valori diversi e con maggiore incisività. Jung, si laureò con una tesi dal titolo " Psicologia e patologia dei fenomeni occulti", nella quale mise l'Alchimia alla base dello studio dei fenomeni psichici creando molto scalpore nel mondo culturale dell'epoca: egli, infatti, senza preoccuparsi della carriera scientifica, si avventurò in un territorio pericoloso, ricavandone conoscenze fondamentali per le sue future ricerche. Ciò che in questa sede è opportuno sottolineare è la continua ricerca di Jung di un qualche parallelo tra le manifestazioni dell'inconscio individuale ed altre manifestazioni psichiche collettive che ne ricordino certi temi di fondo: "se l'inconscio di un individuo - afferma il nostro autore - si evidenzia con una determinata modalità ebbene, in qualche parte del mondo deve esistere, nelle espressioni dell'inconscio collettivo ( religioni, fiabe, miti, alchimia ecc. ecc.) qualcosa che richiami ed echeggi la manifestazione individuale"

Ma quale posizione assume Jung di fronte a determinati campi di studio? Solo la posizione di ricercatore". Egli, infatti, affermava che cercare nelle varie manifestazioni dell'inconscio collettivo le " radici" di alcuni meccanismi psichici implica un'indagine molto dettagliata nei vari campi della fenomenologia dell'inconscio. Ecco, dunque, la necessità di avvicinarsi alla mitologia, al misticismo, all'occultismo, alla magia, alla filosofia e alla religione. Ma quanto detto non deve trarci in inganno, Jung, infatti, non ha mai sposato la tesi della magia e del misticismo. L'analisi dell'inconscio suo e dei pazienti, unito all'esame comparato di mitologia, fiabe, religioni, spinse il nostro autore a formulare nuove ipotesi di lavoro che dessero una spiegazione operativa dei processi inconsci nei quali si imbatteva.