I Misteri del Santo Graal

di M. S.

Racconta la leggenda che quando Satana si ribellò a Dio, un enorme rubino che brillava sul suo elmo venne colpito dalla spada di San Michele, e cadde negli oceani della terra. Aggiunge la leggenda che esso fu ritrovato dal Saggio Re Salomone tramite la sua magia e fu trasformato dal Re stesso in una coppa per le libagioni. Detta coppa fu adoperata poi da Gesù nell'ultima cena. Trasformata in seguito in un vaso da unguento fu portata in Inghilterra da Giuseppe da Arimantea, e quindi scomparve.

La ricerca della coppa del Santo Graal divenne la meta dei cavalieri della Tavola rotonda. Fu il puro Cavaliere Galahad a ritrovarla, e nello stesso tempo gli angeli lo innalzarono al Cielo con la preziosa coppa. Da quel momento nessuno è più riuscito a rintracciarla.

Il Cavaliere Galaad nel tempo divenne il " Parsifal ".

La ricerca del Santo Graal si ricollega col mito del Re Arturo e dei Cavalieri della Tavola Rotonda: -Arturo, allevato dal Mago Merlino con arti magiche e ne aveva acquistate tutte le virtù; al famoso Torneo fu l'unico ad estrarre la spada conficcata nell'incudine, cosa che non era riuscita a nessuno dei cavalieri presenti al torneo. Su quella spada era scritto che "colui che avrebbe tratto quella spada fuori dall'incudine sarebbe stato il Re di Bretagna per diritto di nascita". Divenuto Re dopo tale prova, governò la parte meridionale della Bretagna in quei tempi difficili che seguirono la partenza dei Romani, apportando pace e prosperità al Paese. Si deve a lui la formazione di una compagnia di cavalieri, che facevano voto di aiutare i deboli e gli oppressi. Erano i Cavalieri della Tavola Rotonda, tutti uguali in rango, Tavola rotonda affinché non vi fosse né destra, né sinistra, né tampoco capotavola. Secondo la leggenda Arturo non morì mai, ma venne portato via in una isola incantata.

Secondo la leggenda si legge che in un paese lontano c'era un castello incantato in cui era custodita la Santa Coppa ivi portata dagli angeli dalle ali d'oro. Ogni anno una colomba scende dal cielo per dare nuova forza alla virtù della Coppa. E ogni anno chi sarà scelto a servire il " Graal " è nominato Cavaliere Santo e viene mandato lontano come campione in difesa della virtù: ma ciò dura finché non si scoprirà la sua origine; poiché in quell'istante egli deve ritornare al Tempio meraviglioso. Questo è il racconto di Lohengrin, il Cavaliere del Cigno figlio di Parsifal, il Re del Santo Graal.

Questa leggenda è simbolo della stessa umanità che discende per virtù di amore nelle limitazioni fisiche ritornando poi alle origini da cui è partita dopo aver acquistata e riconosciuta la sua natura divina.

La leggenda del Graal è universale: la troviamo in Francia presso i Troubadours in Germania con i Minnesingers, i molti poemi fioriti verso la fine dei XII° secolo, ove si narrano le avventure dei numerosi cavalieri che affrontarono pericolosissime avventure onde rendersi degni di raggiungere il Santo Graal. Il primo Re pare fosse Titurel, al quale seguì dopo un intervallo, infinite tergiversie il puro eroe Parsifal: padre di Lohengrin, il Paladino degli oppressi e degli infelici.

Intanto osserviamo come la prima razza umana nata in Oriente, è guidata da una fratellanza di eletti direttamente originata dagli Dei: certamente i primi popoli erano guidati da esseri umani con poteri divini. e due figure di Parsifal e di Lohengrin fanno parte dei Ciclo Arturiano della Tavola Rotonda, soffuso mistico filosofico di gesta meravigliose, cantate profusamente da poeti e trovatori dei medioevo.

Lohengrin, bello e coraggioso, proveniente da una fratellanza misteriosa di creature elette, naviga sulle acque in una barca trainata da un candido cigno. Si reca in aiuto di una principessa orfana e vedova, perseguitata. La libera dai suoi nemici, prova la sua innocenza, e la sposa, ma al patto di non dover mai domandare il suo nome e la sua origine. La Principessa vuole conoscerlo ad ogni costo, e il Cavaliere finalmente si svela a lei, e subito dopo DEVE allontanarsi per ritornare alla sua origine lasciandola nel più completo abbandono. Il Cavaliere proviene dal Graal, ove sono custoditi la coppa e la Sacra Spada. Il Castello è circondato dalle acque ove nuotano Cigni. Qui il Graal, la Coppa, è il Supremo Principio dell'Universo e dell'Uomo: è lo Spirito!

Il Cavaliere che vorrà raggiungerlo dovrà superare lotte e travagli interiori onde purificarsi l'anima. Tutti i cavalieri sono legati fra di loro da vincoli di amore e di solidarietà con l'intera umanità. La loro missione nel mondo è di accorrere in aiuto delle cause giuste per la redenzione delle genti. Il Castello è circondato dalle acque, simbolo della materia manifestata.

Su di esse aleggiano i Cigni, simboli dello Spirito: il Graal supremo Principio dell'Uomo. E questo amore supremo è rappresentato dal Cavaliere del Graal portante sulla tunica bianca la Bianca Colomba simbolo anche essa dello Spirito. Il Cavaliere non può svelare ad alcuno la sua origine e i suoi poteri; il mistero che lo circonda è la imprescindibilità divina, il mistero stesso dell'amore, che si rivela interamente a un'anima non ancora cosciente della propria missione, e che non può essere duraturo e sfugge all'anima, personificata nella leggenda dalla candida Elsa Di Brabante, ingiustamente calunniata. Perciò essa non può accogliere il mistero se non avrà prima purificato se stessa. Ed ecco che Lohengrin, scompare dopo la sua rivelazione, analogamente a quanto avviene in altri miti: in Amore e Psiche, ove Psiche è amata da Amore a dispetto di Venere; ed Heros poteva avvicinarla soltanto di notte; quando Psiche volle conoscerlo ed accese la lampada, Heros dovette fuggirsene. E così per Giove e Semele; per Numa Pompilio ed Egeria; Orfeo ed Euridice; Diana ed Atteone. L'anima sente la sete di sapere; lo spirito che alberga dentro è la sua meta; ma fino a quando non si sarà purificata, non potrà conoscere la natura del suo Cavaliere Segreto. Ed allorquando l'anima vuole ad ogni costo scoprire l'arcano, e non potrà resistere alla rivelazione ne sarà annientata. Per questo cade Elsa, alla stessa guisa di Psiche, Semele, Euridice, Atteone, Egeria. L'anima umana deve cercare da sola - e dentro di sé - la via per raggiungere la Sua meta.

Il famoso talismano delle romanze Arturiane; oggetto delle ricerche da parte dei Cavalieri della Tavola Rotonda, è principalmente noto agli Inglesi per la traduzione dal Francese del Malory, dove si parla della Coppa, o Calice, della sublime Cena in cui il sangue scorso dalle ferite di Gesù crucifisso era stato miracolosamente conservato.

Nei testi delle saghe Francesi ci sono molte asserzioni diverse circa l'origine e la natura dei Graal, la sua parola originaria significa " Piatto ", e pare dai testi originali che rappresenti precisamente il piatto d'argento in cui venne conservato, nella ultima cena, l'Agnello Pasquale. E tale è certamente il senso primitivo della parola Graal. Quindi esso potrebbe essere anche un talismano diretto a provvedere cibo.

In una versione attribuita al Gallese Bleheris, il Re e i suoi ospiti vengono serviti dal " Ricco Grail " che agisce automaticamente " senza sorgente, e senza siniscalco ", i serventi che provvedevano il vino. Potrebbe essere indirettamente un talismano, come nei romanzi di Percival, e nella ricerca da parte del Cavaliere Galahad dove la sua apparizione sincronizza con la festa.

Potrebbe essere anche un vaso di cristallo pieno di sangue, da cui il Pescatore Re beve con una canna d'oro; o anche un reliquario contenente l'Ostia. Potrebbe essere una Coppa, o piatto accompagnato da una lancia che sanguina in esso: il piatto della Ultima Cena, o la Coppa. Lo si può identificare con una Pietra, come nel Parsifal, o una testa sanguinante su un piatto.

Fra le tante definizioni ed accezioni date dalle diverse storie che si riferiscono al Graal, si può concludere che c'è una sola soluzione verso quello che si riferisce ad una origine Rituale piuttosto che nella leggenda puramente Cristiana, o racconto folkloristico modificato.

La teoria di una origine Cristiana è da scartarsi poiché non esiste in alcuna storia nessun accenno sulla leggenda a riguardo di Giuseppe Di Arimanthea e del Graal.

Tale storia appare nel XII° secolo, ed è presa dalla leggenda del " Santo Sangue " di cui è protagonista Nicodemo: la leggenda nella sua forma primitiva non accenna affatto al Graal.

Nel materiale delle antiche romanze si parla del Re Pescatore, ferito, e in età avanzata, la cui incapacità apporta disastrose conseguenze sulla sua terra e sulle sue genti, sia ugualmente finita dall'essere fruttifera; si accenna al Cercatore che dovrà curare il Re e ridare frutti alla terra - portano una stretta rassomiglianza ai culti di Tammutz Adnis e Atti, il cui fine era il rinnovarsi della vegetazione e la preservazione della vita. Sappiamo ora inoltre che una certa Setta Cristiana antica i Nasseni - identificavano il Logos della adorazione Cristiana con tali Deità precedenti, praticavano una tripla iniziazione nelle sorgenti della vita, fisica e spirituale; e si proclamavano i Soli Veri Cristiani dei Misteri della Terza Porta. E' chiara l'evidenza di connessione fra Cristianità e il culto di Atti.

E' opinione oggi che la sola interpretazione delle oscurità e delle apparenti contraddizioni della storia del Graal porta a un confuso ricordo di una forma di culto semi-Cristiano e semi-Pagano il cui oggetto centrale era l'iniziazione nelle sorgenti della vita fisica e fra la Cristianità e il culto di Atti spirituale. Questo ricordo soltanto si accorda per le diverse forme assunte dal Graal, simbolo di tale sorgente.

Così il Graal può essere il Piatto con cui i fedeli partecipavano alla festa comune: può essere la Coppa in giustapposizione con la Lancia, simboli delle energie maschili e femminili sorgenti di vita fisica ben note: emblemi fallici. Può essere il Santo Graal sorgente di vita spirituale, la cui forma non è definita, "che non è lavorato in alcuna sostanza materiale". "Non era di legno, né di alcun genere di metallo, né tampoco di Pietra, o di Corno, o di Osso"; è un Oggetto Spirituale, da essere considerato spiritualmente, ma sempre, e in qualsiasi forma: Una Sorgente di Vita. Così la Pietra di Wolfram, la pura vista della quale preserva tutti gli abitanti del Castello del Graal non solo in vita, ma in Gioventù; non è che la popolare Pietra Filosofale, quella pietra che gli Alchimisti asserivano possedesse la fonte di tutta la vita.

Quando il Graal fu elevato nel piano Cristiano puramente ortodosso, e diventò la sorgente non più di vita fisica, ma spirituale, una tale sostituzione fu possibile attraverso la Pietra Alchemica.

Come ricordo della ricerca perenne troppo spesso infruttuosa per la sorgente della vita, tutti gi aspetti sconcertanti della storia del Graal possono fornire spiegazioni soddisfacenti.

Moltissime versioni della ricerca del Santo Graal sono pervenute fino a noi, fra cui quella che si riferisce alla esistenza di una tradizione che connette il Cavaliere del Cigno con l'eroe del Graal familiare a noi tramite il Lohengrin di Wagner; quella della ricerca del Santo Graal da parte di Lancillotto; quella del Parsifal, che poi è l'unica che parla del Cavaliere Galahad, il Puro.