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:: MAYA ::

Il Popol Vuh è un antichissimo testo sacro e mitologico dei Maya Quinchè, nel quale si narra della genesi dell'uomo e dal quale si possono trovare evidenti similitudini con le vecchissime leggende dei Sumeri.
Esso inizia con tale tratto: "La superficie della terra non era ancora apparsa. Vi erano solo il placido mare e la grande distesa di cielo… Tutto era buio e silenzioso."
Il testo continua con l'identificazione di  due esseri creatori: Gucumatz (il creatore) e Tepeu (la creatrice) che si trovavano nella acuq, secondo il testo "circondati dalla luce". I due decisero di creare l'uomo prima dell'alba, dopo essersi incontrati e dopo averne parlato a lungo e in quest'opera sarebbero stati aiutati dal supremo dio Huracàn, il cuore del cielo. I creatori, fecero così emergere dalle acque le terre che si ricoprirono presto di una rigogliosa vegetazione. In seguito Gucumatz e Tepeu crearono gli animali chiedendo loro di benedire e lodare i nomi degli dei, nel cuore della terra e nel cuore del cielo, ma purtroppo questi esseri non possedevano un linguaggio adeguato difettandone nella pronuncia, come il testo dice: "Essi non possono pronunciare i nostri nomi, questo non è un bene",  i creatori decisero dunque di far nascere finalmente l'uomo: "Proviamo ancora: l'alba si avvicina, facciamo colui che ci nutrirà e ci sosterrà. Creiamo degli esseri obbedienti."
Questo mito in definitiva ci riporta alla mitologia mondiale della creazione dell'uomo, spesso possiamo leggere nei testi antichi di un continuo perfezionamento dell'uomo, e mi soffermo a pensare in definitiva che se fossimo stati creati da un dio, nel senso moderno del termine, perché avrebbe dovuto lo stesso fare degli sbagli o creare un umanità non perfetta? L'unica soluzione che potrebbe soddisfarci si lega al fatto che gli dei dell'antichità fossero esseri che possono commettere errori, e dunque, tutt'altro che "eterei" o "celestiali"; infine l'uomo come frutto di perfezionamento dovrebbe guardare se stesso al passato come quasi una "prova" o "esperimento"....
Ipotizzando seriamente che i "creatori" siano esseri fisici e molto probabilmente alieni, da queste parole possiamo dedurre il loro reale intento, non del tutto generoso; ovvero quello di crearsi veri e propri schiavi capaci di soddisfare i loro bisogni, un po' come raccontano in definitiva i miti sumeri della creazione dell'uomo.
Sempre secondo il Popol Vuh, essi così crearono l'uomo dal fango costituendone la carne, ma non è stato efficace, in quanto era troppo morbido, si scioglieva e cadeva spesso per la mancanza di forze; inoltre il suo capo non era stabile e pendeva e possedeva una vista molto confusa e annebbiata, oltre tutto, non possedeva intelligenza per parlare.
Dissero così i creatori: "le nostre creature non sono in grado di camminare né di moltiplicarsi. Proviamo ancora. Distrussero dunque l'uomo di fango e utilizzarono il legno, un materiale più consistente. Il fango come il legno, probabilmente sono solo delle simbologie semplicistiche utilizzate nel documento; probabilmente si trattava di vari materiali chimici utilizzati negli esperimenti genetici.
A differenza dei primi, gli uomini di legno potevano muoversi e procreare, ma non possedevano ancora l'intelligenza; erano di carnagione giallastra e di carne secca, non presentavano né sudore né sangue ed erano deboli e privi di forza e, cosa più grave, non ricordavano chi fossero i creatori e per questo si rifiutavano di adorarli (altre varie leggende prediluviane narrano delle varie specie umane che si susseguirono nella storia evolutiva, come raccontano appunto le leggende lemuriane sulla creazione dell'uomo).  Per tale inconveniente, nonostante le creature lignee si fossero moltiplicate a tal punto da popolare abbondantemente il globo, gli dei irati li annientarono suscitando dal Cuore del Cielo un catastrofico diluvio e con la pesante resina che piovve dai cieli l'uomo di legno fu annientato completamente e la terra si oscurò.
Finalmente la razza umana venne creata, poco prima che sorgesse l'alba. Questa volta i creatori usarono mais bianco e mais giallo.
Il Popol Vuh, a riguardo sembra sottolineare che questa creazione non fu di tipo spontaneo e "naturale", infatti, dice: "Non nacquero da donna… Essi furono generati dalla Creatrice e dal Creatore. Solo per un miracolo, per mezzo dell'incantesimo, furono creati…"
I primi uomini generati furono solo quattro: Balam-Qintzè, Balam-Acab, Mahucutah e Iqui-Balam, che procrearono, generando così la stirpe umana, con altre quattro donne successivamente create in modo artificiale appositamente per loro.
Nel testo questi esseri vengono descritti come creature speciali, possiamo infatti leggere: "Furono, dotati d'intelligenza, potevano vedere lontano, riuscivano a sapere tutto quel che è nel mondo. Quando guardavano contemplavano ora l'astro del cielo ora la rotonda faccia della terra…" Da qui possiamo dedurre che il popolo Maya era a conoscenza della sfericità del nostro pianeta migliaia di anni prima di Galileo...
Nonostante tali esseri ringraziarono e adorarono i propri dei per averli creati, i creatori si irarono ancora: "Non è bene che le nostre creature sappiano tutto e vedano e comprendano le cose piccole e le cose grandi. Facciamo che la loro vista raggiunga solo quel che è vicino, facciamo che vedano solo una piccola parte della terra! Non sono forse per loro natura semplici creature fatte da noi? Debbono forse anch'essere dei? Debbono essere uguali a noi, che possiamo vedere e sapere tutto? Ostacoliamo dunque i loro desideri… Così i creatori mutarono la natura delle loro creature. Il Cuore del Cielo soffiò nebbia nei loro occhi, e la loro vista si annebbiò, come quando si soffia su un specchio. I loro occhi furono coperti, ed essi poterono vedere solo quello che era vicino, solo quello che ad essi appariva chiaro". L'uomo adesso era perfetto, era sapiente quanto gli alieni e, come tale, al pari livello, la stessa Bibbia castigò l'uomo dai piaceri dell'Eden, il giardino della bellezza e conoscenza, quando l'uomo addentò la mela dell'albero della sapienza... ma cosa l'uomo non dovrebbe sapere? Ormai è riconosciuto che l'uomo utilizza un potenziale pari al 10% della capacità del cervello, penso forse che questa tara mentale dell'uomo sia insita nei geni e sia tanto remota quanto la sua nascita; "Il Signore Dio disse: Ecco l'uomo e diventato come uno di noi." Oltre tutto, nel testo originale, al di là del plurale (che ci fa pensare la presenza di più entità divine oltre il "Signore Dio") c'era l'espressione "gli Elohim" e non "Dio". ( ricordiamo che Elohim nei testi biblici antichi non significava "Dio" bensì: "Gli Dei venuti dal cielo") 
Tutta questa leggenda, come già detto, ha diversi punti in comune con le leggende sumere e addirittura con i racconti biblici; secondo i racconti sumeri, riportati da Zacharia Sitchin, la genesi dell'uomo è dovuta a mezzi artificiali e genetici da parte di divinità chiamate "nephilim", venute dal pianeta Nibiru che, appunto, cercarono di generare un uomo capace di adorarli e servirli.
Riescono nel loro intento, dopo qualche tentativo, ma anche in questo caso vi era troppa somiglianza delle creature con i loro creatori ed essi possedevano troppa intelligenza.
Ritornando al Popol Vuh, dopo la "limitazione" mentale, molti altri uomini furono creati, essi a loro volta si moltiplicarono, ma, visto che ancora non era stata creata né la luce, né il sole, essi vivevano nel freddo e nell'oscurità. I Maya Quinchè, così pregavano gli dei: "Non ci abbandonate, o dei che siete in cielo e in terra! Fate venire l'alba, fate venire il giorno!". In seguito a tale ostile condizione, molte furono le lotte fra gli uomini per detenere il segreto del fuoco, in possesso solo di alcuni.
Da tale condizione di oscurità, descritta mitologicamente, a livello scientifico, possiamo ipotizzare che al tempo, il nostro pianeta orbitava in una zona dell'universo molto lontana dall'astro diurno, tanto da non essere neppure visibile, oppure, altra supposizione, potrebbe essere che, il suo tempo di rotazione fosse uguale a quello di evoluzione da tenere così sempre all'ombra una parte di esso, inclusa l'America Latina. Gli dei, dunque, agirono: "In fine sorse il sole, e l'umida e fangosa superficie della terra si asciugò all'istante. Il suo calore era insopportabile." Di sicuro non si trattava dello stesso sole che attualmente conosciamo.
Detenere al tempo il segreto del fuoco, oltre ad essere di grande utilità, era considerato anche qualcosa di divino; ciò ci fa capire, dunque, il perché della grande adorazione che i Maya avevano verso il sole, il perché compissero sacrifici tanto crudeli sulle sommità delle loro piramidi, affinché la sua luce si mantenesse; nella loro primordiale memoria conservavano la consapevolezza che la presenza del sole non era né scontata, né tantomeno sicura.
Ciò che ci chiediamo è quale evento o, più semplicemente, che cosa provocò un tale sconvolgimento planetario? Magari il 10° pianeta del sistema solare, avvicinandosi alla nostra orbita, quello che i sumeri definivano con il nome di Nibiru?
Riguardo ai primi quattro uomini creati, i "patriarchi", la vicenda della loro morte ci appare alquanto misteriosa. Sempre secondo la leggenda, sappiamo che, i quattro uomini, quando sentirono l'avvicinarsi della loro ora salirono sulla vetta del monte Hacavitz e svanirono nel nulla, anziché morire come tutti gli uomini comuni. I Popol Vuh narra: "Non furono sepolti dalle mogli né dai figli, perché non furono più visti quando scomparvero."
Dunque chi fu a prenderli con sé? A farli così misteriosamente scomparire? Il fatto che si siano recati proprio sulla cima di un monte ci fa ipotizzare ad una specie di teletrasporto alieno o ad una semplice abduzione, considerando che molte apparizioni e stazionamenti di navicelle extraterrestri, secondo le testimonianze, avvengono proprio sulle vette delle montagne. Appare comunque legittimo, che gli alieni, dopo tutta la fatica che fecero per generare geneticamente quei primi quattro uomini, rivolessero indietro il loro straordinario lavoro...
Ma i parallelismi fra leggende Maya e sumere non sono solo queste; sappiamo infatti, che alcune divinità Maya venivano chiamate "Vinac-car" ovvero "Uomini-pesce", perché pare sorgessero dalle acque.
Tutt'ora sono visibili in diversi bassorilievi sumeri gli dei metà uomo e metà pesce.


 

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Copyright © 2002 - Pacal -"Quando Gli Dei Regnavano Sulla Terra"
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