Spiritismo        -        Testimonianza dell'autore


                      Sedute medianiche


                      di STEFANO BEVERINI


"     Chi mi legge e mi segue, conosce le molte e interessanti esperienze paranormali che mi hanno coinvolto, soprattutto partecipando a sedute medianiche: questo vuol essere un secondo articolo di ""esperienze minori"" (1), abbastanza recenti. Le ho definite ""minori"", perché ritengo che certe grandi esperienze, come quelle che ho vissuto con Demofilo Fidani e per alcuni anni con il Cerchio Ifior - solo per citare due esempi - difficilmente si ripeteranno nel corso della mia vita. Ho anche perso molto tempo, però, in sedute dove poco o nulla di interessante accadeva, dove si ricevevano messaggi incoerenti e farraginosi; mi sono anche dedicato allo studio di sensitivi che non avevano facoltà alcuna... Ma questo fa parte del ""rischio"" del ricercatore. "
    Quella sera del 6 settembre 1990 sembrava proprio scorrere via senza che nulla accadesse. La signora M.G., che l'amico Alfredo Ferraro - anch'egli presente -aveva accompagnato da Genova, ci disse che non percepiva l'ispirazione per scrivere (M.G.presenta buone doti di sensitività e di medianità, che si esplicano con la scrittura automatica). Eravamo perciò prontia rinunciare, quando feci una proposta: «Proviamo a fare una catena, non si sa mai: può darsi che qualcosa accada... »
                   Sorprese della medianità


"     Oltre le persone citate, erano presenti due liberi professionisti: un uomo e una donna; la madre di lei e un amico di famiglia. Eravamo nella residenza estiva delle due signore, sulle alture di un'amena cittadina ligure. Non posso dire di più, perché la famiglia in questione è molto nota e la vicenda è piuttosto delicata. Il collega Ferraro, però, ne è stato validissimo testimone. "
    Occorre fare ora un passo indietro. La casa che ci accoglieva quella sera era stata da poco ristrutturata, ma da molto tempo circolano voci sul fatto che la casa sia infestata. Mi è stato personalmente riferito da chi sovraintendeva i lavori di restauro, che spesso sia lui sia gli operai, udivano rumori strani, colpi, passi e addirittura frasi che nessuno pronunciava. Per questi motivi portammo con noi la sensitiva M.G.: si voleva tentare un'indagine sulle cause della presunta infestazione. Tuttavia, come detto, M.G. non percepì nulla.
    Eravamo in catena. Debbo confessare che non credetti molto alla mia stessa proposta, ma la consideravo come l'ultimo tentativo per non perdere la serata. Invece, improvvisamente, una delle proprietarie (la madre) ha una visione. Si tratta del marito, morto da molti anni. Lei inizia a parlare, e comunica ai presenti che l'uomo le sta rispondendo. Si crea il dialogo, ma noi non vediamo, né udiamo nulla. La donna continua a parlare, e ci riporta le risposte del marito. Il colloquio è molto personale. La donna si commuove, piange, parla ancora... poi subentra una nuova visione, percepita anche dall'amico di famiglia, e dall'avvocato presente. Interviene  la nonna della medesima proprietaria. La vecchietta si rivolge all'avvocato, e gli descrive alcuni muretti che scorrevano nella campagna, paralleli tra loro, resti di antiche divisioni. Dietro la sua schiena, oltre le mura della casa, vi era un olivo, a un centinaio di metri. Sotto l'olivo vi sarebbero stati i resti di una persona uccisa, e là frettolosamente seppellita, dopo la seconda guerra mondiale. L'albero in questione si appoggiava  contro il terzo muretto di cinta. Così gli disse. L'avvocato si precipitò fuori, al buio, con una torcia elettrica, per un primo riscontro. Il giorno dopo tornerà sul luogo, e mi riferirà che la descrizione dell'olivo e dei muretti corrispondeva perfettamente. Non seppi più nulla, però, di eventuali ricerche dei resti della povera vittima.
    Nella successiva seduta, del 13 novembre 1990, ritornò l'entità dell'uomo. Lo vede dapprima l'avvocato e lo descrive con un vestito a quadretti, sul verdone, di lana spessa, dal disegno molto marcato. Ebbene, solo la moglie sapeva che quella era la giacca preferita dal marito. Poi la donna riprese il dialogo sospeso dalla precedente seduta, e si commosse molto. Senz'altro lei fu molto turbata dall'accaduto, a tal punto che pur avendone tratto grande consolazione, non volle più riprovare
                  Il mistero delle sculture
   

"     Siamo ora nel novembre 1992. Avevo già conosciuto, in occasione di alcuni congressi sulla parapsicologia, il medium toscano Neri Flavi. Avevo anche letto alcuni articoli e anche voi, lettori del GdM, dovreste conocerlo (2). La sua medianità si è manifestata sin da ragazzo: scrittura automatica, trance a incorporazione, e soprattutto presenta un automatismo artistico, che lo ""costringe"" a creare - in stato di totale incoscienza - delle bellissime statue scolpite nel legno. Chiesi, qualche anno fa, di poter partecipare a una sua seduta medianica. La risposta fu affermativa, ma fui io a dover rimandare l'incontro. Finalmente, quel 18 novembre, Alfredo Ferraro e io eravamo in viaggio verso Loro Ciuffenna,  dove abita Flavi. Anche questa volta ho vissuto l'esperienza insieme all'amico Alfredo: oltre ad abitare nella stessa città, a condividere gli stessi interessi rivolti alla medianità, una profonda amicizia ci unisce, nonostante siano quaranta gli anni che segnano la nostra differenza anagrafica. "
"     Giungemmo nel pomeriggio, e Neri Flavi ci accolse con grande espansività. Ho avuto modo di osservare attentamente le misteriose sculture, recentemente descritte dal professor Solas Boncompagni, su queste stesse pagine. Voglio ricordare che le sculture sono ricavate da un unico blocco di legno, il quale viene lavorato in stato di trance, con colpi veloci e sicuri. In pochi minuti il legno è letteralmente svuotato, e il tronchetto è sostituito da meravigliosi visi, arricchiti dei più svariati fregi  ornamentali, sempre simbolici. L' opera compiuta si presenta sempre molto fine ed elaborata, in un unico pezzo senza aggiunte, spesso di soggetto differente a seconda del lato da cui si osserva, e il legno è diventato sottilissimo. Tuttavia è molto raro che Neri Flavi abbia l'ispirazione: possono trascorrere anche anni tra un lavoro e l'altro. Il ciclo principale è però concluso: si tratta di sette sculture, raffiguranti celebri personaggi dell'antichità. La sé affermante entità che le ha realizzate sostiene di essere un egiziano, vissuto ai tempi dei faraoni e perseguitato da uno di questi. Costretto a vivere nel deserto era però molto abile come scultore. Ora è tornato, da quei tempi remoti: secondo questa misteriosa entità le sette principali opere realizzate dal medium toscano sono tra loro unite da un profondo significato, tradotto nei vari simboli che su di esse appaiono. Chi riuscirà a decifrare il senso nascosto delle sculture, scoprirà qualcosa di molto importante che riguarda l'uomo, e la sua evoluzione spirituale; così è stato detto. "

                      Messaggi medianici


"     La sera del medesimo giorno tornammo dal Flavi, per la seduta medianica. Erano presenti una cinquantina di persone, quasi tutte del Gruppo, che si è nominato ""Il Sentiero"", e qualche ospite, come il sottoscritto. Dopo una breve concentrazione, Neri cade in trance. Si alternano tre entità: ""Il Maestro"", ""Luigi"", e ""Il Bambino"". "
"  « Quando ero sulla Terra, camminavo felice. Ero un ricercatore dei più accaniti. Ho provato tante cose; tante cose belle, altre meno belle, ma la Verità era sempre una, era solo una, l'Amore: solo questo. Quando qualcuno sa amare, ha trovato già dentro di sé tutto il segreto della vita, ha attirato a sé, come una calamita, tutta l'energia cosmica."""

    Questi è Luigi, l'entità più comprensibile, ed è la stessa che risponde anche alle numerose domande dei presenti. Il Maestro è decisamente più prolisso, e ho anche avuto l'impressione che cercasse di collegare tra loro concetti fra i più disparati, seguendo una logica un po' troppo tortuosa. Il Bambino, invece, si esprime in versi, sotto forma di filastrocca. Dal verbale della medesima seduta, a cui ho presenziato, colgo un interessante cenno su un argomento più volte discusso:
"  ""Nel serbatoio cosmico vanno le tue azioni, che poi ti saranno sempre vicine fino a che non avrai raggiunto il massimo della tua evoluzione. Poi anche questo si dissolverà e sparirà, perché quando avrai raggiunto l'unità con Dio, non avrai più nulla da ricordare. Il serbatoio cosmico non è altro che una fase e una fascia della tua vita, delle tue azioni belle e brutte, che sono lì, affinché tu possa riflettere a ogni tuo passaggio, a ogni tua reincarnazione, e vedere la situazione della tua evoluzione: questo è il serbatoio cosmico."" "
"     Il concetto interessante è che il serbatoio cosmico esista nel relativo, ma che anch'esso debba finire. E che assuma importanza proprio perché esso è necessario all'evoluzione dell'uomo. Infine, voglio concludere questo cenno sull'esperienza che ho avuto con Neri Flavi, con parte di una lunga risposta che mi è stata data, ancora dall'entità Luigi, a una mia domanda. Da notare che il contenuto coincide con altri messaggi ricevuti in diversi gruppi; specialmente, in questo caso, mi riferisco al Cerchio Ifior di Genova e all'entità A di Napoli. "
" «E'stato insegnato in tante, tante sedute, che ogni essere umano deve fare le sue esperienze senza soffocare, per nessuna ragione, le proprie sensazioni. Le deve fare, le esperienze: perché si deve liberare; le deve vincere, le esperienze. Il fine è quello di raggiungere Dio, e per raggiungere Dio bisogna guardare davanti a noi, guardare in Alto. Perciò, il fine è questo. Ma ogni essere umano, è stato insegnato, ogni qualvolta ha il desiderio di fare un'esperienza terrena, la deve fare; non la deve soffocare, bensì la deve vincere, deve lasciarla dietro di sé. Non si può arrivare a Dio dicendo: non ho fatto le mie esperienze. Perciò le esperienze che si fanno sulla Terra, vanno vissute, vanno guardate, provate, sentite, e nello stesso tempo ragionate, se è bene o male fare queste esperienze. L'essere umano sbaglia, e ha fatto una sua esperienza. Nessuno lo condanna, nemmeno Dio. Egli si accorge però di avere sbagliato. Ma dopo un po' di tempo, si sente di riprovare un'esperienza e la riprova, e la rifà. Si sente pentito, perché il suo essere interiore, la sua scintilla divina, non può approvare quello che fa; però lui non si può privare di fare queste esperienze, e le fa, in libera, propria, individuale accettazione, di essere e di fare queste sue esperienze. Tramite le esperienze, e tramite il dolore che poi proverà nel pentimento di averle volute fare, soffrirà, e solo così lui riuscirà a vincerle. Finché lui non avrà vinto tutte le esperienze che vorrà provare, senza limite di tempo e spazio, e con quante reincarnazioni egli vorrà fare, perché nessuno lo condannerà, arriverà finalmente a vincerle... Solo quando le avrà vinte, potrà vedere in Alto.» "

                  Manifestazioni controverse


"     Con Silvana invece ho partecipato a cinque sedute, organizzate a casa mia, da maggio a luglio '92. Lei andava in trance: parlava, scriveva e disegnava. E' difficile valutare quanto è emerso, perché di primo impatto i fenomeni potevano sembrare interessanti. Tuttavia i personaggi che sono intervenuti si esprimevano tutti nello stesso modo. Personaggi famosi, come Francis Scott Fitzgerald, Bernhard Berenson e addirittura Manasse (re del Regno di Giuda, nel 600 a.C.); altri comuni, che si sono presentati con il loro  nome e cognome, purtroppo conosciuti dalla ""medium"" quando erano ancora in vita. Intervennero anche due bambini, anch'essi però troppo simili tra loro. Il primo, sconosciuto, un certo Vincenzo Nardini, la cui mamma si chiamava Pina, e Vittorio il padre. Sarebbe morto a sette anni, annegato in un lago, mentre cercava di prendere la palla che gli era sfuggita. Avrebbe abitato in via Bracelli, al numero 8: però non ha voluto dirci in quale città o paese; inutile aggiungere che non l'abbiamo identificato. L'altro bambino intervenuto è stato per me motivo di grande imbarazzo. Si trattava del figlio di un mio amico presente, deceduto all'età di appena quattro anni. L'imbarazzo era dovuto al fatto che in certi casi è difficile esprimere quello che realmente si pensa, soprattutto di fronte a manifestazioni che possono essere di grande consolazione. In quel caso solo una parte del carattere del fanciullo e di quanto affermò, corrispondeva. Non mi sento però di escludere che possa esservi stato un ""contatto"", magari di natura telepatica. Resta da stabilire se vi sia stato un rapporto telepatico con il padre presente, oppure proprio con il figlioletto sopravvissuto: ma purtroppo non potremo mai saperlo. Il bambino, comunque, non tornò più. "
"     Complessivamente, nelle sedute con Silvana, mancò quel ""qualcosa"" in più che possa dare credito all'interpretazione spiritica. Vennero comunicate date di nascita e di morte, è vero, anche riferimenti precisi, ma sempre di personaggi famosi i cui dati sono reperibili piuttosto facilmente, oppure di persone conosciute dalla medium. Non emerse nessun caso di identificazione, né alcun messaggio che avesse una certa rilevanza. Sempre frasi brevi, ""frammentarie"", espresse con lo stesso tono, proprio come se provenissero da una medesima persona. Io non voglio escludere, cara Silvana, che tu abbia doti di sensitività, e anche medianiche. Però occorrono molte sedute e molto tempo per separare il grano dal loglio, perché è facile che durante lo stato di trance, emerga l'inconscio. Occorre molto di quel tempo che purtroppo manca a ciascuno di noi, che dobbiamo affrontare una vita sempre più complessa, nei mille doveri e adempimenti; forse prosaici, a cui dobbiamo far fronte per sopravvivere. E in questo  caso il termine sopravvivere è usato nell'accezione più comune e banale. Tirare a campare? Questo no. La mente umana è strutturata per poter spaziare ""oltre"" il quotidiano, verso mete senz'altro spiritualiste.Voglio solo aggiungere - come ho già affermato altre volte - che ognuno debba assecondare il proprio  ""sentire"", anche quando le nostre strade si separano, o non continuiamo a frequentarci, un po' come è successo con le persone che ho citato in questo articolo.   "




                                             STEFANO BEVERINI





Note bibliografiche:

"(1) Beverini, S. ""Esperienze minori"", GdM n.    , 1993. - (2) Cariglia, F. ""Uno scalpello di luce spirituale"", GdM n. 184, 1987; Boncompagni, S. ""Medianità nella scultura"", GdM n. 254, 1992 e n. 255, 1993. "