Normalità, paranormalità, spiritismo e follia nell'arte

Normalità, paranormalità, spiritismo e follia nell'arte



Pittura medianica




di STEFANO BEVERINI




Pennelli, tele e altro... Strumenti materiali attraverso cui si esplicano le facoltà demiurgiche dell'artista. Come il medium viene considerato il mezzo, il tramite fra l'aldilà e il mondo dei viventi, così l'ispirazione artistica era considerata nell'antichità un suggerimento transumano: l'artista era l'intermediario tra la Musa, o un Dio, e l'uomo che poteva beneficiare dell'opera creata.
"Ciascun artista sperimenta stati di coscienza diversi, alterati anche solo lievemente. Esiste un'infinita gradazione di ""livelli"" in cui l'attenzione cosciente, vigile, critica, razionale, si attenua fino a scomparire nell'automatismo più puro, e nella trance. La creatività, in sé stessa, potrebbe essere considerata un fatto paranormale. Tuttavia la consideriamo tale solo nei casi in cui il soggetto non ha coscienza di quello che sta facendo. A parte, quindi, le modalità di estrinsecazione, come se l'artista medianico fosse direttamente guidato dall'esterno, non esiste altra differenza tra ""normalità"" e ""paranormalità"" nell'arte. "                  
Arte paranormale                    
"Abbiamo molti esempi di romanzi creati per scrittura automatica (ovvero con il ""braccio che si muove da solo"", senza la volontà del soggetto in apparenza agente); a seguito di visioni (stati allucinatori) fedelmente trascritte; addirittura romanzi scritti o dettati in trance profonda, con cambiamento di personalità e successiva amnesia (trance definita, in ambiente spiritico, ad incorporazione)."                  
"Filone di Alessandria scrisse di filosofia in stato incosciente. Goethe compose poesie in trance. William Blake stese il poema Jerusalem con la scrittura automatica. Hudson Tuttle, un contadino semianalfabeta, elaborò una ponderosa opera scientifica apprezzata da studiosi di tutto il mondo: Arcana of nature. Harriet Beecher-Stowe non inventò nulla, ma trascrisse le scene inesistenti a cui assisteva, vere e proprie apparizioni talvolta in netto contrasto coi propri desideri, e nacque  La capanna dello zio Tom. Attraverso Pearl Leonore Curran, in stato di trance, la sé affermante personalità  Patience Worth  dettò, nel 1913, il poema Telka, in solo 35 ore, poema composto da 70.000 parole arcaiche dell'inglese anteriore al 1600. Victorien Sardou non ideò le sue commedie: esse gli venivano dettate dallo ""spirito"" di Bernard Palissy. Potrei proseguire e riempire un volume. "                  
"Analogo fenomeno avviene nel campo della musica; in minor misura nella scultura; e soprattutto nella pittura. Paola Giovetti, in un suo articolo prima, e in suo libro poi, descrive in modo preciso la paranormalità dell'arte:"                  
«Produzioni artistiche che sgorganosenza la  partecipazione consapevole dell'autore e che presentano  caratteristiche assolutamente fuori della norma, prima fra  tutte quella di insorgere improvvisamente per mano di persone  ignare d'arte ... Per lo più, quando cominciano un'opera,  queste persone non hanno la minima idea di ciò che ne uscirà  e se ne rendono pienamente conto solo una volta che il lavoro  è terminato. Non hanno mai un programma, non fanno schemi o  "abbozzi preliminari; a volte non sanno neppure spiegarsi cosa " hanno rappresentato e ricevono la relativa spiegazione  tramite la scrittura automatica ... Non viene mai operata  alcuna modifica o correzione, l'opera sgorga cioè già  perfetta e rifinita. Spesso il quadro consiste inizialmente  di parti staccate e all'apparenza senza rapporto fra di loro,  che solo alla fine vengono collegate, rivelando l'esistenza  di un progetto ben definito, evidentemente esistente fin  dall'inizio, ma ignoto all'artista. Le opere vengono prodotte  spesso in condizioni impossibili: oscurità, quadri tenuti a  rovescio, pennelli enormi e grossolani, oppure i colori  vengono distribuiti con le dita... » (1)
"Come già detto, non esiste invece distinzione osservando un'opera finita: le composizioni di alcuni pittori medianici, come Heinrich Nüsslein ed Evelyne Disseau, per esempio, non si discostano da quelle dei pittori ""normali"". Opere di altri sensitivi, invece (Liena, Clara Schuff, Gertrud Emde, Salomé, Viktor Bickel, Laure Pigeon, Milly Canavero, Takeshi Mochizuki... ), presentano una marcata analogia con lo stile surrealistico. A proposito, contrariamente a quanto si possa credere il surrealismo non può essere definito né un vero movimento letterario, né artistico. Si tratta di una corrente di pensiero e di ricerca difficilmente definibile, che ha attintodalla psicologia delprofondo, dall'occultismo e dalla pratica della scrittura e pittura automatiche. Quindi molte produzioni surrealistiche altro non sono che creazioni di tipo ""medianico""."                  
Disegni paranormali: peculiarità                    
Le specifiche espressioni artistiche, soprattutto nella pittura, sono quanto mai varie. Alcuni sensitivi riproducono le opere di grandi artisti del passato. Gustavo Adolfo Rol dipinge con lo stile di Ravier, Kandinsky, eccetera. Le creazioni di Mattew Manning sono un'imitazione delle opere di Dürer, Picasso, dei miniaturisti elisabettiani... Louiz Antonio Gasparetto, in pochi istanti e solo con le proprie dita, rievoca lo stile dei più noti pittori del passato, da Van Gogh a Modigliani, da Michelangelo a Renoir... Altri soggetti, medianici, riescono persino a disegnare il ritratto di defunti a loro sconosciuti, quasi sempre parenti di una persona presente. Di essi ricordo Frank Leah e Coral Polge.                  
"Il panorama dell'arte paranormale e medianica è perciò oltremodo vasto. In lingua italiana, esistono solo due opere complete sull'argomento: una, di Francesco Egidi, esaurita da tempo (2); l'altra, di Paola Giovetti, più recente (3). Questi lavori, dalla ricca iconografia, ci  presentano le caratteristiche dei vari pittori automatici. Personalmente, in un mio recente libro (4), ho inserito un'ampia sezione sull'argomento, oltre a consigli pratici per chi volesse dedicarsi a questo genere di automatismo.  " Francesco Egidi, nella sua ricerca, elenca le analogie tra i pittori medianici:                  
1) Il fenomeno si riscontra particolarmente in persone ignare  di arte, le quali, mosse da una spinta interiore, hanno  iniziato a creare. 2) Questa spinta si determina sovente dopo un trauma psichico  o fisico. 3) Se il fenomeno si verifica in pittori già padroni della  tecnica, la singolarità consiste nel fatto che disegni e  pitture sono eseguiti in uno stato di coscienza alterata,  automaticamente, inconsapevolmente, in modo diverso da quello  che avverrebbe in stato normale.          
4) Chi disegna, spesso solo a lavoro compiuto acquisisce conoscenza completa del soggetto dipinto.                    
5) I disegni sono generalmente eseguiti con velocità sorprendente.                    
6) Talvolta l'elaborato, specie se si tratta di figure, corrisponde a una visione.                    
7) Quasi sempre l'impulso creativo è irresistibile, involontario, indipendente non solo dalla volontà, ma anche dalla coscienza del soggetto.                    
8) Il lavoro dà soddisfazione ai sensitivi che non smetterebbero mai di disegnare.                    
9) Quasi tutti i sensitivi affermano di essere ispirati da entità ultraterrene.  
"10) Essi, in maggioranza, si sono occupati e talora continuano ad occuparsi di spiritismo; e qualche volta proprio in sedute spiritiche, o attraverso pratiche del genere, hanno avuto la ""rivelazione"" del loro potere, nonché incitamenti e consigli."  
11) Frequentemente manifestano anche facoltà paranormali.  

Per quanto mi riguarda, ho assistito molte volte all'elaborazione di disegni automatici, soprattutto medianici. Di tali fenomeni, ricordo l'abbondante produzione del Cerchio Ifior, negli anni in cui lo frequentavo. Disegni tracciati con grande velocità con la tecnica del puntinismo (cioè a puntini), firmati Sri Ezdra, tramite la medium Tullia. Oppure quelli di Gian, eseguiti dall'entità René, direttamente con le dita, a olio, con una tecnica analoga a quella del noto Luiz Gasparetto. E' inutile specificareche  Gian e Tullia, in stato normale, non sapevano disegnare. Altri dipinti, quasi sempre realizzati con pennarelli, spesso al buio, accompagnano le sedute del Cerchio di Monza, a cui talvolta ho assistito. Devo poi annoverare quelli della medium genovese Sandra, che venivano eseguiti nel corso delle sue scritture automatiche. Quindi mi è capitato di osservare altri sensitivi e medium, meno noti, e debbo riconoscere che le caratteristiche comuni, evidenziate da Francesco Egidi, sono a tutt'oggi valide. Tuttavia, ad alcuni non è sfuggita l'analogia tra la pittura medianica e alcuni disegni di alienati psichici: ma ciò riguarda solo una parte degli automatismi.
Follia e ispirazione artistica  
Tempo fa, l'amico Pierangelo Garzia, medico e parapsicologo, mi ha inviato un suo articolo sull'arte degli alienati (5), con la giusta premessa che è oltremodo complesso accostare due concetti quali arte e follia,  dai significati tanto vasti quanto imprecisi. Nonostante ciò, esiste una letteratura che opera un distinguo tra arte sana e malata, e studia il materiale artistico dei malati mentali, in particolare degli internati. E' indiscutibile l'analogia con talune produzioni dell'arte paranormale, come quelle del sensitivo Joseph Crépin, del medium Marian Gruzewski, di Franca Biscia Micca e di altri automatisti più recenti, che  non cito. Lo studio comparato dell'arte delle persone alienate e dei medium apre orizzonti di ricerca piuttosto vasti, implicanti il simbolismo, la psicologia del profondo, la struttura della psiche in genere, e altro ancora. Ma solo una piccola parte della produzione artistica paranormale può essere equiparata a quella patologica. Vero è che diversi casi di medianità altro non sono che manifestazioni psicopatologiche. Altrettanto vero, però, che alcuni casi di presunta follia siano invece semplicemente le risultanze di facoltà paranormali represse. Carl Gustav Jung, che studiò profondamente i mandala (diagrammi esoterici propri dell'Induismo e del Buddhismo, definì «mandala europei» alcune opere di psicopatici, simili ai diagrammi degli iniziati. Egli vi ravvisò un parallelismo tra la filosofia orientale e i processi mentali inconsci dell'Occidente.
"Indubbiamente, inoltre, la pittura medianica risulta talmente eterogenea, da offrire interessanti esempi degni dell'arte ""normale"", e talvolta a essa superiore. Anche se, in definitiva, intorno al concetto di normalità, potremmo disquisire all'infinito. Un poeta ignora i processi attraverso i quali crea un verso, e un pittore non conosce ciò che lo induce, un dato momento, a esprimere qualcosa proprio con quella pennellata. E l'attuale arte astratta, ricca di simbolismo,sembra molto vicina a quella paranormale. A complicare le cose, talvolta l'arte medianica subentra in pittori già affermati, in un processo come di " sovrapposizione di diverse personalità, o di vari aspetti di una stessa personalità.
Secondo il parapsicologo Elmar Gruber dovremmo soffermarci maggiormente a studiare quegli artisti che si trasformano repentinamente in artisti medianici (6). Essi forniscono in modo del tutto inatteso una produzione creativa radicalmente priva di un esempio precedente, e soprattutto essi hanno la sensazione di essere condotti da una entità transpersonale o da una presenza dell'aldilà.
Sostanzialmente, quindi, in quale misura potrebbe essere interiore, o esteriore, l'origine dell'ispirazione? E' sufficiente il vissuto psichico (memorizzazione, inclinazione, aspirazione, elaborazioni psicodinamiche...) a determinare l'ispirazione, oppure essa riguarda centri separati di coscienza? Oppure ancora, esiste forse una sorta di coscienza superiore che coordina gli automatismi di esecuzione, che costituirebbero dei centri secondari della coscienza stessa? Domande, senza risposta.
Un altro parapsicologo, Roberto Pavese, negli anni '50 introdusse il concetto di trance estetica (7). Ogni vera conquista, sia cognitiva che intuitiva, sarebbe il frutto di un'ispirazione avuta in una sorta di fugace trance estetica, la quale presuppone un'idea direttrice radicata nella psiche, con un dinamismo che alimenta gli automatismi esecutori, scavalcando la normale coscienza con tutti gli impacci che la limitano.  
Non voglio aggiungere altre teorie: mi sembra che gli spunti di riflessione siano già molti. Nell'arte, e soprattutto nell'arte paranormale, i tentativi protesi verso  
una definizione precisa delle dinamiche in giuoco, si sono sempre rivelati vani. E' proprio come se la fonte ispiratrice, la Musa, si impossessi repentinamente dell'ignaro artista medianico. E il processo rimane sconosciuto, come per celare un qualcosa di troppo grande per la capacità di conoscenza dell'essere umano, nell'attuale stato evolutivo.  



                                           Stefano Beverini            


Note bibliografiche:          
"(1) Giovetti, P. ""Arte medianica"", Quaderni di " Parapsicologia, 1984, n.u. - (2) Egidi, F. Pittura e disegni  metapsichici, Milano, Bocca, 1954. - (3) Giovetti, P., Arte  medianica, Roma, Mediterranee, 1982. - (4) Beverini, S. La  telescrittura, manuale pratico (il bicchierino, la  psicoscrittura e i disegni automatici), Genova, I Dioscuri,  "1990 (edizione esaurita; ne esiste un'altra stampata dai " F.lli Melita Ed., distribuita nelle librerie remainder). -  "(5) Garzia, P. ""Immagini dalla follia"", Welcome Tabloid, " "1990, n. 1. - (6) Gruber, E. ""La struttura della pittura " "medianica come paradigma della struttura del paranormale"", " "Metapsichica, 1982, n.u. - (7) Pavese, R. ""Trance medianica e " "trance estetica"", Metapsichica, 1955, fasc. IV. "