Spiritismo   -   Messaggi di insegnamento


Cerchi medianici: due esempi



di STEFANO BEVERINI




" Questa nostra Italia, così negletta e travagliata da interessi faziosi e antitetici, ha tanti tesori che spesso non vengono valorizzati nel giusto modo. Troppi paesaggi e amene località hanno subìto gli effetti esiziali di un ""progresso"" che non rispetta l'uomo e l'ambiente. Quanti incantevoli borghi si affacciano su un mare che ha tanto da invidiare a quello del passato e, nonostante tutto, conservano ancora il loro fascino. Dalle ripide coste terrazzate delle Cinqueterre, alle multicolori case medioevali di Portovenere. Quindi eccoci nell'etrusca Lunigiana e infine in Versilia. Siamo giunti a Viareggio, famosa per il suo carnevale con sfilate di carri allegorici."
" Sono quasi vent'anni che un interessante gruppo medianico si riunisce a Viareggio. E' nato in un modo forse banale, ma frequente: come conseguenza di esperimenti di telescrittura. Un inizio consueto per molti, ma non sempre con un seguito di tale rilievo. Abbastanza spesso ""la cosa finisce lì"": risposte più o meno sensate, qualche parola incomprensibile e molte contraddizioni. Per Umberto e Ines, invece, i risultati furono subito soddisfacenti. I primi  incontri si svolgevano a due: il ""bicchierino"" sostituito da una penna, impugnata contemporaneamente da entrambi."

" «Una sera che, come al solito, facevamo insieme i nostri esercizi, il braccio di Ines ebbe un guizzo e, staccandosi dalla mia mano, si mise a guidare la penna in una scrittura veloce e chiara, con una calligrafia estranea alle nostre. Ci guardammo stupiti. Mia moglie guardava il suo braccio come appartenesse a qualcun altro, e guardava me quasi a chiedere spiegazione; ma poi la curiosità dello scritto, che si stava formando, ci assorbì, e seguimmo parola per parola quel messaggio che segnava l'inizio della nostra avventura.» (1)"


" Intorno alla coppia si radunarono alcuni amici. Ines, intanto, era sempre più veloce nella scrittura automatica, e subentrava in lei uno stato di coscienza alterata, in misura via via maggiore. Finché un giorno iniziarono le vere e proprie trance, e da allora le varie entità si estrinsecano direttamente attraverso la voce della medium. Si presentano varie personalità sconosciute, a cui è stato assegnato un nome: Serenità, Il Filosofo, Voce Silente, Chiara, Fratello Salve, Larthe l'Etrusco... Inutile aggiungere che ogni personaggio si manifesta in modo ben distinto, con proprie caratteristiche che rimangono costanti nel tempo, e in modo molto congruente."
La seduta e i messaggi
" Quella sera del 12 marzo 1993 molte erano le persone presenti al Cerchio di Viareggio, circa una ventina. Ci si siede intorno alla stanza, e l'incontro ha inizio, senza catena medianica. La medium è seduta a un tavolo, posto in un  angolo del locale. Accanto a lei il collega Alfredo Ferraro, con cui mi ero là recato. A fianco di questi, il sottoscritto. L'inizio della trance è caratterizzato da un movimento del braccio della donna: la mano sembra disegnare dei circoli, forse delle spirali. Poi inizierà a parlare la prima entità della serata: ""Il Filosofo"". "
" Durante tutto il colloquio assistiamo all'automatismo del braccio, come se la donna scrivesse contemporaneamente alla trance parlata. E' il primo caso da me osservato, sino ad oggi, in cui nel passaggio dall'automatismo grafico a quello vocale sia rimasta una traccia vistosa del precedente. Ma c'è di più: se una persona presente blocca l'arto della medium, interrompendone l'effetto cinetico, allora provocherà anche il risveglio dalla trance. Forse, da un punto di vista psicologico, il movimento del braccio - collegato alle prime esperienze di psicoscrittura - offre sicurezza e tranquillità interiore. Mentre l'accettare la trance parlata, e la conseguente perdita di coscienza, può causare tensioni e paure, a livello inconscio, nel soggetto."
" La seduta, comunque, si svolge in modo molto fluido e sereno. Una prima parte di mezz'ora, poi una pausa, poi una seconda parte di analoga durata. I messaggi sono profondi e interessanti: ve ne offro qualche stralcio, tratto da una pubblicazione interna del gruppo (2)."

" «L'unico convincimento, l'unica certezza che ho possibilità di darti, la trovi solamente nelle parole, nei "
"concetti che io ti esprimo. Null'altro potrebbe darti una certezza che non fosse frutto del tuo ragionamento. Io sono l'amico Filosofo, voce e nome senza tempo. Guida spirituale per coloro che hanno bisogno di un appoggio, Maestro della mente per chi, attraverso il ragionamento, vuole capire nuove verità. Sono un padre per chi non lo ha, un confessore per chi crede di poter liberare, nella confessione, le sue angosce. Sono, in sintesi, tutto quello che mi si vuole attribuire, compreso l'appellativo di ""serbatoio cosmico"" o ""fantasma mentale"". Ascolta le parole. Se ti suonano vere, favorisci di nuovo questo contatto...»"

" «Se vi fosse, da parte della creatura umana, tanta libertà da agire in piena coscienza, la creatura sarebbe la coscienza stessa, perciò ""verità"". Tutto ciò, che sta al di qua di questo, è supposta libertà, che si muove nei limiti della non piena coscienza.»"

" «Dio, fratelli, non è un Padre Celeste che vive al di fuori della Sua emanazione. Dio è in ogni angolo, in ogni luogo, perché tutto quanto esiste, tutto quanto voi percepite, è fatto della stessa qualità, della stessa sostanza divina. Tutto quanto voi avete intorno, compresi voi stessi, è il Dio fatto materia. In maniera che voi possiate percepire la Sua eterna essenza, Dio riveste, nella vostra comprensione, di volta in volta, forma diversa. Però vi resti sempre impresso che Dio non muta: Dio è eterno e immutabile, ogni evento è Dio e in Dio. E' facile, per colui che crede che Dio sia separato dalla Sua emanazione, vedere una parzializzazione di questa verità e dire: ""Dio è ingiustizia!"" ma, in realtà, niente è separato. Siete voi che, percependo un'infinitesima parte di questa divinità non ne capite gli aspetti più complessi. ""Perché - voi dite - ad altri no e a me sì, sopportare questo dolore, questo peso?"" e imputate, e bestemmiate Dio? Perché non avete coscienza che tutto quanto state vivendo è la natura del processo di perfezionamento...n"


" Questo è uno dei tanti esempi che dimostra come i messaggi medianici presentino spesso analogie con le filosofie e le religioni orientali: le espressioni riportate implicano i concetti di emanatismo e di panteismo. L'emanazione è un processo cosmogonico secondo cui gli esseri provengono dall'Uno che ne costituisce il principio e la  fonte. E' una diffusione spontanea, paragonabile a un'irradiazione continua della potenza di Dio, che resta uno e immutabile. Concezione filosofica di origine orientale, l'emanatismo venne sostenuto dai neoplatonici, dallo Gnosticismo, dalla Cabala (anche se questa non escludeva il creazionismo). Il panteismo, invece, attribuisce all'universo fisico i caratteri della divinità, per cui tutta la realtà è Dio. Tra le religioni orientali di natura panteistica sono alcune correnti dell'induismo."
" «Per voi, che cercate il divino, per voi che dite non  bastarvi il bene terreno, per voi che cercate un appoggio, io  dico: cerca, ma non a lungo, ti perderai. Appoggiati, ma non  soppesarti: cadrai. A te io dico: guardati intorno, intorno a  te è il mondo, è il tuo manifesto, il tuo bastone, la tua  fede, il tuo bisogno di divinità. Sii corretto nel tuo  cercare. Non soggiacere nell'abulia. Renditi conto che sei un  centro di coscienza. A te intorno è l'Assoluto, e l'Assoluto  è il termine della tua comprensione.» (3)"
Perugia: il Gruppo Flavio

" Trasferiamoci a Terni, in via Sant'Antonio, al numero 13. Mi trovo nella sede del Centro Culturale Itaca: un gruppo eterogeneo di amici interessati al campo della medianità e del paranormale. A proposito, se qualche lettore abitante in zona, poi, ritenesse di possedere delle facoltà e volesse sperimentare in amicizia, si metta in contatto con loro. Per amore della ricerca e della conoscenza, senza alcun fine di lucro."
" Mi trovo nella loro sede, stavo dicendo, quella sera del  16 aprile 1993. Era ospite, al Centro Itaca, il Gruppo di Perugia: sono altri amici che operano con due medium, Mara e Katia, e un sensitivo psicometra, Aldo. Con questi ho avuto un'interessante e particolare prova di psicometria, di cui scriverò dettagliatamente in un altro articolo, dedicato proprio ad alcune mie testimonianze in questo campo."
" Quella sera Katia, per suoi impegni, non era presente. Iniziamo perciò l'incontro con l'altra medium, seduti in circolo, ma senza fare catena. Interviene la consueta Guida affermando che, nell'occasione, lo ""strumento"" oppone troppa resistenza. Forse Mara era un po' intimorita dalle tante nuove persone, me compreso. Poi si presenta l'entità Flavio. In sua memoria questo Cerchio medianico ora si definisce Gruppo Flavio. E' un ragazzo che ha abbandonato la vita terrena a diciotto anni. Sono presenti i genitori. Il padre si commuove. Flavio dialoga nel suo dialetto passignanese (di Passignano sul Trasimeno), che la medium afferma di non saper parlare in stato cosciente. Di solito si manifesta attraverso l'altra donna: è la prima volta, mi dicono, che si esprime tramite Mara. Interviene quindi l'entità diuna ragazza defunta, che offre parole di consolazione e di amore. La medium farà poi fatica a ""rientrare"" dalla trance. Le sue mani sono gelide: la copriamo con un giaccone. Si sveglierà dopo un quarto d'ora."
Dopo la morte
" In un'altra seduta del medesimo Gruppo, svoltasi a Perugia pochi giorni dopo,  un'entità sconosciuta descrive la propria morte. Il brano - di cui ne propongo uno stralcio - è interessante, e stretta è l'analogia con altre comunicazioni medianiche."

" «Non per questo dovete pensare che ai vostri cari sia accaduta la stessa cosa. Ognuno la vive, per modo di dire, praticamente vive la morte, in modi diversi. Ero sempre lì, nella camera, attaccato al soffitto con la testa rivolta verso il basso. Volevo accarezzare i miei cari, ma non potevo andare vicino a loro. Li volevo chiamare, ma non riuscivo ad emettere suoni. Volevo attirare la loro attenzione, ma nessuno mi vedeva. Stavano tutti a venerare quel corpo inerte. Mi sentivo attirare da questo vento: era un vento che non mi dava fastidio, però, non lo volevo accettare perché mi stava allontanando dai miei cari. Avevo già superato il soffitto. Le gambe erano già dentro a questo vortice. Mi sentivo perso. Non potevo reagire, ma non ero molto dispiaciuto, in fondo. Mi resi conto che stavo per essere risucchiato proprio in tempo per dare un ultimo saluto ai miei cari. Stavo meglio: non ero più dolorante, ma non volevo abbandonare il mondo terreno. Non riuscivo nemmeno a pregare. Attraverso questo vortice un rumore assordante, un vento enorme, un fracasso. Ma ecco, come d'incanto, il fracasso si tramuta in canti soavi di voci bianche ... Decido finalmente di volgere la testa in alto e vedo un raggio luminoso, penetrante, caldissimo, di luce infinita. Ora sono tranquillo e sto sicuramente meglio. Purtroppo non sono in grado e non posso stabilire quanto tempo sia passato da quel letto, al soffitto, al vortice ed infine alla luce. Non posso darvi un tempo: non siamo in grado di valutarlo, non so... Credo che forse vi abbia fatto piacere sapere ciò che ho provato. Ma, ripeto, non pensiate che accada a tutti così. Credo che sia una cosa individuale. Questo è quanto mi è accaduto. Non so quanto tempo è passato, ma di sicuro mi sento molto più giovane e, forse, vorrei dire anche molto più utile. Il mio cammino terreno non è stato bello, per lo meno non sempre, ma devo riconoscere che questo è di ben lunga migliore... »"

" Brani analoghi esistono a profusione, nella letteratura medianica. Ognuno, tuttavia, assume un significato  particolare. Come questa testimonianza pervenuta nel Gruppo Flavio, il cui valore è quello di tenere accesa un'altra fiammella della speranza. Unita a tutte le altre fiammelle, che costellano la storia della medianità, per illuminare il nostro cammino verso la continuità della vita, oltre l'illusione della morte."



                                           Stefano Beverini


Note bibliografiche:
(1) Cerchio di Viareggio, Comunicazioni medianiche: primi incontri, Viareggio, 1991, p. 1. (2) Idem, pp. 11, 56, 48. (3) Idem, p. 54.