ENRICO CORNELIO AGRIPPA.

 

LA FILOSOFIA OCCULTA O LA MAGIA.

Prima traduzione italiana di ALBERTO FIDI.

 

LIBRO SECONDO.

LA MAGIA CELESTE.

 

CAPITOLO I.

Della importanza delle scienze matematiche e di parecchie operazioni

meravigliose che si compiono col loro ausilio.

 

Le scienze matematiche sono cosŤ necessarie alla Magia e hanno con essa tanti

legami, che coloro che si occupano dell'una, trascurando le altre, perdono il

loro tempo e non ne ricavano risultati apprezzabili, anzi non riescono a

raggiungere mai gli scopi perseguiti. Perch‚ tutte le cose di quaggi— sono

prodotte e governate con numero, peso, misura, armonia, movimento e luce e

tutto quello che vediamo nel mondo inferiore ha radice e fondamento nelle

scienze matematiche; e perci• merc‚ le sole scienze matematiche Š dato

produrre, senza intromissione di alcun potere naturale, operazioni Simili a

quelle naturali, poich‚, come dice Platone, sono cose che non partecipano ne

della verit… n‚ della divinit…, ma sono rassomiglianze concatenate l'una

all'altra, come corpi che camminano e parlano senza esser dotati di potere

animale, a similitudine degli idoli di Dedalo, chiamati automa, automata, di

cui fa cenno Aristotile nel parlare dei tripodi con tre piedi di Vulcano e di

Dedalo, che si muovevano da soli, che Omero dice si battessero fra loro e che

leggiamo servissero i convitati al banchetto dato da Hyarbas, il gimnosofista,

sotto forma, di statue d'oro. Si legge altresŤ nella storia di statue parlanti

di Mercurio, del piccione volante di Archita fatto di legno, delle meraviglie

ali Boezio narrate da Cassiodoro, Diomede che suonava la tromba in aria, il

serpente di rame che fischiava e gli uccelli capaci di modulare melodiose

canzoni. Miracoli di questo genere sono quelli dei simulacri forniti dalla

geometria e dall'ottica e noi ne abbiamo fatto menzione nel parlare degli

elementi e precisamente dell'aria.

 

CosŤ si preparano diverse specie di specchi, concavi gli uni, convessi gli

altri, che proiettano le immagini nell'aria e le fanno apparire simili ad

ombre, come insegnano Apollonio e Vitellio nei loro libri della Prospettiva e

degli Specchi. Si legge che il gran Pompeo riport• dall'Oriente a Roma, fra

l'altro bottino di guerra, un certo specchio nel quale si vedevano truppe

armate e si preparano certi specchi trasparenti, che vengono cosparsi di dati

succhi d'erbe e che brillano di luce artificiale, i quali popolano l'aria

tutt'intorno di fantasmi. Io stesso so preparare due specchi reciproci, in

cui, quando il sole spunta, Š possibile vedere distintamente quanto esso

rischiara entro la circonferenza di parecchie leghe.

 

CosŤ quando un mago Š versato nella filosofia naturale e nella matematica e

conosce le scienze che ne derivano, l'aritmetica, la musica, la geometria,

l'ottica, l'astronomia e quelle che si esercitano a mezzo di pesi, di misure,

di proporzioni, di giunzioni, nonch‚ la meccanica, che Š la risultante di

tutte queste discipline, pu• compiere cose meravigliose che stupiscono gli

uomini pi— colti.

 

Ancora oggi sono visibili le vestigia di antiche mirabili opere, quali le

colonne d'Ercole e d'Alessandro, le porte Caspie, fatte di rame e ferro in

modo che nessuna arte umana poteva abbatterle, la piramide di Giulio Cesare

che sorge a Roma nelle vicinanze del Vaticano, montagne artificiali elevate

nel bel mezzo del mare, fortilizi e moli granitiche quali io stesso ne ho

potuto vedere in Brettagna e quali si stenta a credere che sieno state

innalzate per opera umana. Istoriografi degni di fede ci apprendono che con

tali arti si sono un tempo forate rocce, colmate valli, appianate montagne,

scavate le viscere della terra, aperte trincee, deviati fiumi, congiunti e

frenati mari, scrutati gli abissi oceanici, prosciugati laghi e stagni, create

isole e altre congiunte alla terra ferma. E bench‚ tali cose sembrino esser

tutte contrarie agli ordinamenti stabiliti dalla natura, pure sono state

compiute e ancora oggi Š dato scorgerne le

vestigia. Il volgo opina che opere simili sieno state condotte a termine per

intervento dei demoni, essendosi perduto sin il ricordo degli artefici di

tante meraviglie e pochi essendo al caso di comprenderle e di scrutarle. Per

lo stesso motivo d'incomprensione, qualunque spettacolo meraviglioso Š dai

ciechi di spirito considerato come effetto di cause demoniache, mentre non

sono altro che l'opera delle scienze naturali e matematiche. CosŤ

giudicherebbe chi ignorando la virt— magnetica vedesse la calamita che attrae

il ferro e

lo tiene sospeso in aria, come un tempo era dell'idolo di Mercurio a Treviri,

fatto di ferro e tenuto sospeso merc‚ un gioco di calamite nel bel mezzo della

volta, del tempio, il che Š attestato dal verso seguente:

 

Ferreus in mediis volitat caducifer auris.

 

Alcunch‚ di simile leggiamo riguardo all'idolo solare del tempio di Serapide

in Egitto. Non direbbe chiunque che sono opera dei demoni? Ma conoscendo il

potere del magnete sul ferro, cesserebbe ogni suo stupore e svanirebbe ogni

scrupolo. Ora, come i poteri naturali si acquistano merc‚ le cose naturali,

cosŤ con le cose astratte matematiche e celesti noi conseguiamo i poteri

celesti, ossia il moto, la vita, il senso, il discorso, i presagi e la

divinazione stessa, cose tutte che non derivano dalla natura ma dall'arte.

 

Si dice, per esempio, che sia, possibile costruire immagini che parlino e

predicano l'avvenire, a somiglianza di quella testa di rame menzionata da

Guglielmo di Parigi, fusa sotto gli auspici di Saturno che parlava ed aveva

voce schiettamente umana. Certo dalla scelta d'una materia acconcia e d'un

agente poderoso dipendono effetti sicuri e meravigliosi perch‚ Š assioma

pitagorico che quanto pi— le cose matematiche sono pi— formali delle fisiche,

tanto pi— non attuali e quanto meno sono dipendenti nella loro essenza, tanto

meno dipendono nel loro operare. Fra tutte le cose matematiche, i numeri sono

i pi— formali e perci• sono anche i pi— attuali e ad essi, non solo i filosofi

pagani ma benanco i teologi ebraici e cristiani, hanno attribuito virt— ed

efficacia cosŤ nel bene che nel male.

 

 

 

CAPITOLO II.

 

Dei numeri del loro potere e delle loro propriet….

 

Severino Boezio dice che tutto quanto la natura ha procreato, sembra essere

stato formato sotto il regime dei numeri e da essi sono provenuti la quantit…

degli elementi, le rivoluzioni dei tempi, il moto degli astri, la mutabilit…

del cielo. I numeri hanno dunque propriet… grandissime ed elevatissime e

poich‚ le cose naturali racchiudono poteri occulti tanto grandi e in cosŤ

tanta copia, non bisogna stupire se nei numeri si compendiano poteri ancora

pi— grandi, pi— nascosti, pi— meravigliosi e pi— efficaci, dato che essi sono

pi— formali e pi— perfetti, insiti nei corpi celesti, mescolati alle sostanze

separate e perci• dotati di una grandissima e semplicissima mescolanza con le

idee nella mente divina, da cui ritraggono le pi— efficaci loro propriet…, e

perci• valgono e possono molto per conseguire i doni demoniaci e divini, nel

modo stesso con cui le qualit… elementali nelle cose naturali valgono e

possono molto per trasmutare. Ma ancor pi—, tutto ci• che esiste e che si fa,

sussiste pel potere di certi numeri.

 

Perch‚ il tempo il moto e l'azione e quanto Š soggetto al tempo e al

movimento, tutto Š composto di numeri; le armonie e le voci sono anch'esse

composte di numeri e di proporzioni e non sono valorizzate che da essi e le

proporzioni provenienti dai numeri costituiscono, con le linee e i punti, i

caratteri e le immagini proprie alle operazioni della magia per la giusta

proporzione che intercorre fra essi, che declina alle estremit…, come nell'uso

delle lettere. Perci• tutte le specie delle cose naturali e sovranaturali

vengono astrette in numeri determinati e, intuendo questo, Pitagora dice che

tutto Š composto dal numero e ch'esso distribuisce le virt— a tutte le cose.

Proclo sentenzia: il numero sussiste sempre e Si ritrova in tutto: nel nome,

nelle proporzioni, nell'anima, nella ragione e nelle cose divine. Temistio e

Boezio e Averroe di Babilonia, con Platone, lodano tanto i numeri da giudicare

che senza la loro conoscenza non possa esservi vera filosofia, intendendo

parlare del numero razionale e formale e non di quello materiale e sensibile o

vocale, del numero dei mercatanti, di cui n‚ i Pitagorici ne gli Accademici ne

lo stesso Agostino fanno menzione.

 

Essi parlano invece della proporzione che risulta dal numero, che chiamano

numero naturale formale e razionale, e da cui provengono i pi— grandi misteri

sia nelle cose naturali che nelle divine e celesti. Con tale specie di numero

si arrivano a scoprire e a conoscere tutte le cose conoscibili; per suo mezzo

ci si avvicina di pi— alla profezia naturale e l'abate Gioacchino stesso ha

potuto profetizzare merc‚ i numeri formali.

 

 

CAPITOLO III

 

Quanto sieno grandi i poteri posseduti dai numeri, cosŤ nelle cose naturali

che in quelle soprannaturali.

 

Non solo i pi— famosi filosofi, ma anche i dottori cattolici, tra cui

Girolamo, Agostino? Origene, Ambrogio, Gregorio Nazianzeno, Atanasio, Basilio,

Ilario, Rabanus, Beda e altri, assicurano che nei numeri si nasconde un potere

efficace ed ammirabile. Perci• Ilario, nei Suoi Commentari sui Salmi, dice che

i Salmi sono stati redatti dai settanta secondo l'efficacia dei numeri.

 

Rabanus, scrittore assai illustre, ha composto un libro dei poteri dei numeri.

I poteri dei numeri si riscontrano del resto nell'erba detta pentafillo, che

per la propriet… del quinario resiste ai veleni, fuga i demoni, contribuisce

all'espiazione delle colpe e una delle sue foglie, presa nel vino due volte al

giorno, guarisce dalla febbre effimera, mentre tre foglie combattono la febbre

terzana e quattro la febbre quartana e lo stesso effetto Š ottenibile coi semi

d'eliotropo o girasole, presi a dosi di tre o di quattro grani. CosŤ pure la

verbena somministrata nel vino guarisce le terzane, se Š stata tagliata alla

sua terza articolazione e le quartane se Š stata tagliata alla quarta

articolazione. Il serpente percosso una volta con una canna muore, ma percosso

una seconda volta s'invigorisce. La causa di tutto ci• risiede nella

proporzione che i diversi numeri hanno con le diverse cose. Una meraviglia

sperimentata del settenario si riscontra nel maschio nato settimo di figli

tutti maschi, che guarisce le scrofole col tocco o con la parola. E una

ragazza nata settima facilita i parti. Naturalmente non si tratta qui del

Numero naturale, ma della ragione formale che Š nel numero e bisogna sempre

tener presente che non nei numeri parlati e del conteggio, ma in quelli

razionali formali e naturali sono distinti e contenuti questi sacramenti di

Dio e della natura.

 

Chi arriva ad amalgamare i numeri pronunciati e naturali coi numeri divini e

ad armonizzati in una medesima consonanza, potr… dar vita ad opere

meravigliose e giungere a conoscere cose mirabili. I pitagorici pretendevano

pronosticare merc‚ i numeri dei nomi e se in essi non si cullasse alcun

mistero, Giovanni non avrebbe detto nell'Apocalisse: che colui che ha

intelletto conti il numero del nome della bestia, che Š il numero dell'uomo.

 

Tale maniera di contare Š in grande onore presso gli ebrei e i cabalisti, come

vedremo meglio in seguito. Diremo subito per• che le unit… significano le cose

divine, le decine le cose celesti, le centinaia le cose terrestri e le

migliaia quelle dei secoli da venire. Oltre a ci•, tenendo presente che le

parti dello spirito sono congiunte insieme, secondo la loro media aritmetica,

in ragione della loro identit… o dell'eguaglianza della loro grandezza o della

loro eccedenza; che il corpo, di cui le parti sono differenti, Š composto

secondo la media geometrica; che l'animale stesso, che forma un tutto con

l'anima e col corpo, Š composto secondo la media armonica; tenendo presente

tutto ci•, si pu• stabilire che i numeri operano principalmente sull'anima, le

figure geometriche sul corpo e i concenti armonici sull'animale stesso.

 

 

 

CAPITOLO IV

 

Dell'unit… e della sua scala.

 

Non essendo il numero che una ripetizione dell'unit…, cominceremo dal

considerare questa, perch‚ l'unit… penetra tutti i numeri ed essendone la

misura comune la sorgente e la origine, li contiene tutti in se, restando

incapace di moltiplicarsi immutabile e non soggetta a cambiamenti, il che fa

si che, moltiplicata per s‚ stessa, non produca altro che s‚ stessa. L'unit… Š

anche indivisibile non avendo parti e se talora la si divide non resta perci•

frazionata, ma moltiplicata in altrettante unit… di cui ciascuna non Š pi—

grande ne pi— piccola dell'intera unit…, alla maniera della parte che Š pi—

piccola del tutto.

 

L'unit… non si moltiplica in parti ma in s‚ stessa. Perci• gli uni la chiamano

concordia, altri piet…, altri ancora amicizia, essendo cosŤ legata da non

potersi scindere e Marziano, seguendo Aristotile, la chiama Cupido perch‚ Š

unica e vuole che la si ricerchi costantemente e non ha altro che s‚ stessa e

rifrange su s‚ stessa i propri ardori, senza alcuna espansione e copula.

 

Uno Š dunque il principio e la fine d'ogni Cosa e non avendo esso stesso ne

principio ne fine, non ha nulla a se davanti, nulla dopo. Uno Š il principio

di tutte le cose e tutte procedono verso l'uno e dopo di esso non v'ha nulla e

tutto quel che Š desidera questo uno perch‚ tutto Š venuto dall'uno; e per la

immedesimazione delle cose Š necessaria la partecipazione con l'unit…; e come

tutte le cose sono procedute andando dall'uno ai molti, cosŤ tutte le cose che

si sforzano di tornare a quell'uno da cui sono procedute, bisogna che lascino

la moltitudine. L'uno si riferisce dunque al Dio supremo, che essendo uno e

innumerevole, crea tuttavia

le innumerevoli cose e le contiene in s‚. CosŤ che v'ha un Dio, un mondo che Š

un Dio, un sole per un mondo, una fenice nel mondo, un re fra le api, un capo

conducente nel gregge, un comandante in un'armata, le gru ne seguono una e

parecchi animali venerano l'unit…. Tra le membra del corpo vi Š un unico

principio che tutte le regge, sia questo il capo, sia, come altri vogliono, il

cuore.

 

V'ha un elemento che sorpassa e penetra tutto ed Š il fuoco. V'ha una cosa

creata da Dio che Š il soggetto d'ogni ammirazione, che si trova nella terra e

nei cieli, che Š animale vegetale e minerale a un tempo, che si trova ovunque,

che non Š conosciuta, che nessuno chiama col suo Nome ma che Š nascosta sotto

numeri figure ed enigmi, senza la quale ne la Alchimia n‚ la Magia naturale

possono avere i loro successi. Un Adamo ha prodotto tutti gli uomini e tutti

li ha fatti morire. Un Ges— Cristo li ha rigenerati o, come dice Paolo, un

signore, una fede, un battesimo. E v'ha un Dio Padre di tutti, mediatore

divino e umano, creatore altissimo che sta su tutto in tutto e in noi tutti. E

v'ha un Dio Ges— Cristo per cui tutte le cose sono e noi per esso e un solo

Dio spirito santo, nel quale tutte le cose sono e noi in esso.

 

 

 

SCALA DELL'UNIT·

 

Nel mondo Archetipo

IOD

Un'essenza divina, fonte d'ogni virt— e potenza. Il suo nome s'esprime con una

sola e con la pi— semplice lettera.

 

 

Nel mondo intellettuale

L'ANIMA DEL MONDO

Una intelligenza suprema, prima creatura, sorgente della vita.

 

Nel mondo celeste

IL SOLE

Un sovrano degli astri, sorgente di luce.

 

Nel mondo elementare

La pietra filosofale

Uno strumento di tutte le virt— naturali e soprannaturali.

 

Nel mondo minore

Il cuore

Un primo vivente e ultimo morente.

 

Nel mondo infernale

Lucifero

Un sovrano degli angeli della ribellione e delle tenebre.

 

FINE DELLA SCALA DELL'UNIT·

 

 

CAPITOLO v

Del binario e della sua scala

 

Il duale, o binario, Š il primo numero, perch‚ Š la prima quantit… o

moltitudine e non pu• essere misurato da altro numero che dall'unit…, che Š la

misura comune di tutti i numeri. Non Š composto di numeri, ma della Sola

unit…, n‚ si chiama composto, ma pi— propriamente non composto. Il primo

numero incomposto Š il ternario, il binario Š il primo seme dell'unit… e la

prima sua creazione o produzione, per il che lo si chiama Genesi, Giunone, la

prova del primo Movimento, la prima forma della parit…, il numero della prima

uguaglianza, cioŠ dell'estremit… e dell'intervallo peculiare della giustizia e

suo primo atto, perch‚ si compiace d'equilibrare due cose. Lo si chiama

altresŤ il numero della scienza della memoria e della luce, i1 numero

dell'uomo che in altro modo Š anche detto il piccolo mondo, il numero della

salita e dell'amore scambievole, del connubio e della comunanza, come ha detto

il Signore: Essi saranno due in una stessa carne. E l'Ecclesiaste: Val meglio

essere due che uno, per godere i vantaggi della compagnia, perch‚ se l'uno

inciampa possa sorreggersi all'altro. Sventura a colui che Š solo, perch‚ se

cade non avr… alcuno per rialzarlo e se due son coricati insieme si

riscalderanno a vicenda, ma uno solo in che modo si scalder…? e se qualcuno

pu• prevalere contro uno solo, due gli resisteranno.

 

Il binario Š anche detto il numero dell'accoppiamento e del sesso, perch‚

v'hanno due sessi, il maschile e il femminile e i piccioni fanno due uova, dal

primo del quale schiude un maschio e dal secondo una femmina. Lo si chiama

anche mediatore di possibilit…, partecipando del bene e del male, principio di

divisione di moltitudine e di distinzione e significa la materia. Talora vien

pure chiamato il numero della discordia e della confusione, del male e

dell'impurit…. Perci• il Signore ordin• che tutti gli animali immondi

entrassero nell'arca a due a due, perch‚, come ho detto, il numero binario Š

cattivo e impuro, sopratutto quando le cose da cui

si ricava alcun auspicio sono saturniane o marziane. Si dice anche che il

binario provochi incontri di spiriti, terrori di larve malefici di folletti a

coloro che viaggiano di notte. Pitagora, come riferisce Eusebio, diceva che

l'unito Š la divinit… e l'intelligenza buona e la dualit… Š demoniaca e

malvagia e formata da una moltitudine materiale. Perci• i pitagorici dicono

che il binario non Š un numero, ma una confusione d'unit…. E Plutarco dice che

i pitagorici chiamavano l'unit… Apollo, la dualit… la lite e l'audacia, la

triade la giustizia, che Š la perfetta consumazione, quantunque in essa sieno

ancora racchiusi molti misteri. V'hanno due tavole della legge sul Sinai, due

cherubini che vegliano sul propiziatore in MosŠ, due olivi che secernono

l'olio in Zaccaria, due nature nel Cristo, la divina e l'umana, dalle quali

proviene la duplice apparizione di Dio contemplata da MosŠ, volto e dorso.

CosŤ pure due Testamenti, due precetti di carit…, due principali dignit…, due

primi popoli, due sorta di spiriti, i buoni e i cattivi, due creature

intellettuali, l'angelo e l'anima, due grandi luminari, due solstizi, due

equinozi, due poli, due elementi produttori dell'anima vivente, la terra e

l'acqua.

 

 

 

SCALA DEL BINARIO

 

Nell'Archetipo

Iah, El

I nomi di Dio di due lettere.

 

Nel mondo intellettuale

L'angelo, l'anima

Le due sostanze intelligibili.

 

Nel mondo celeste

Il sole, la Luna

I due grandi luminari.

 

Nel mondo elementare

La Terra, l'Acqua

I due elementi produttori dell'anima vivente.

 

Nel mondo minore

Il Cuore, il Cervello

Le due principali sedi dell'anima.

 

Nel mondo infernale

Beemoth, Leviatan

I due capi dei demoni.

Il pianto, lo stridor dei denti

Le due pene di cui Cristo minaccia i dannati.

 

Fine scala del binario.

 

 

 

 

 

CAPITOLO VI

 

Del ternario e della sua scala

 

Il ternario Š il primo numero incomposto, il numero sacro, il numero di

perfezione, il numero pi— possente, perch‚ v'hanno tre persone in Dio, tre

virt— teologali nella religione. Perci• il ternario ricorre nelle cerimonie

divine e religiose, col ripetersi tre volte le preci e l'offerta. Ci• fa dire

Virgilio:

 

Numero Deus impare gaudet.

 

E i pitagorici se ne servivano nelle loro santificazioni e nelle loro

purificazioni, come ricorda Virgilio:

 

Idem ter socios para circumluit nuda.

 

E' anche il pi— efficace negli incantesimi, come dice

Ancora Virgilio:

 

Terna tibi haec primum triplici diversa colore

Licia circundo, terque haec altaria circum efficiem duco

şşşşşşşşşşşşşşş..

 

Necte tribus nodis, ternos Amarylli colores,

necte Amarylli modo et Veneris, dic, vincula necte.

 

E leggiamo di Medea:

 

Verbaque ter dixit placidos facientia somnos,

 

quae mare turbatum, quae flumina concita sistunt.

 

In Plinio leggiamo che, per combattere ogni sorta di mali, gli antichi avevano

costume di sputare tre volte formulando qualche scongiuro.

 

Essendo il ternario, pel suo triplice accrescimento, perfetto in lunghezza

larghezza e profondit…, oltre le quali non vi sono altre dimensioni, viene

chiamato il primo numero cubico, non potendosi aggiungere nulla a un corpo a

tre dimensioni o a un numero cubico.

Perci•, nei suoi Discorsi sul Cielo, Aristotile lo definisce una legge,

secondo la quale sono disposte tutte le cose. Infatti, tanto le cose

spirituali che le corporali, sono composte di tre cose: principio mezzo e

fine.

 

Il mondo, dice Trismegisto, Š reso completo da tre cose: l'Elnarmene la

necessit… e l'ordine, vale a dire dalla congiunzione delle cause tra loro, che

molti chiamano destino, dalla realizzazione del feto e dalla sua giusta

distribuzione. Tutta l'estensione o la misura del tempo Š racchiusa nel

ternario, ossia nel passato nel presente e nell'avvenire. Ogni grandezza Š

contenuta in tre dimensioni, linea superficie e corpo. Ogni corpo Š composto

di tre intervalli, lunghezza larghezza e spessore. L'armonia racchiude tre

cose fondamentali, diapason, emiolion, diatessaron. V'hanno tre sorta d'anime,

la vegetativa la sensitiva e l'intellettuale, ciascuna divisa in ragione

collera e cupidit…. Secondo il profeta Dio governa l'universo col numero col

peso e con la misura, e il ternario Š attribuito alle idee formali, come il

binario lo Š alla materia creante e l'unit… al Dio creatore. I magi

riconoscono tre principi universali: Oromasim, Mitrim, Araminim, vale a, dire:

Dio, il pensiero, lo spirito. Col ternario cubico o solido vengono divise le

tre enneadi delle cose prodotte, ossia le cose supercelesti in nove ordini

d'intelligenza, le celesti in nove orbi, le inferiori in nove specie che si

generano e si corrompono. Infine in questo cubo ternario stanno raccolte tutte

le ventisette proporzioni della musica, come a lungo ne dissertano Platone e

Proclo e il ternario Š nell'Armonia, con la diapente o quinto intervallo. Tra

le intelligenze v'hanno tre gerarchie di spiriti angelici, tre sono le potenze

delle creature intellettuali: memoria, intelletto e volont…. Vi sono tre

ordini di beati, i martiri i confessori e gli innocenti; tre quaternazioni dei

segni celesti, fisse mobili e comuni e tre specie di case, cardinali

succedenti e cadenti. Ciascun segno ha anche tre aspetti tre decani e tre

signori di ciascuna triplicit…. V'hanno infine tre fortune nei pianeti; tre

grazie fra le dee; tre Parche agl'Inferi, tre giudici, tre Furie, un triplice

Cerbero, una trigemina Ecate; tre volti di Diana; tre persone nella divinit…

supersustanziale; tre tempi, quello della natura, quello della legge, quello

della grazia; tre virt— teologali, speranza, fede e carit…. E Giona Š rimasto

tre giorni nel ventre della balena e il Cristo altrettanti nel sepolcro.

 

 

SCALA DEL TERNARIO

 

Nel mondo archetipo

Padre

Sadai, Figlio

Spirito santo

Nome di Dio di tre lettere. Tre persone nella divinit….

 

 

Nel mondo intellettuale

Suprema, Innocenti

Media, Martiri

Infima, Confessori

Tre gerarchie di Angeli. Tre gradi di beati.

 

 

Nel mondo celeste

Mobili, Cardinali, Diurno

Fissi, Succedenti, Notturno

Comuni, Cadenti, Partecipante

Tre quaterne dei segni. Tre quaterne delle case. Tre signori delle triplicit….

 

 

Nel mondo elementare

Semplici

Composti

Decomposti

Tre gradi di elementi.

 

 

Nel mondo minore

La testa in cui risiede l'intelligenza, corrispondente al mondo intellettuale.

Il petto in cui Š il cuore, sede della vita, corrispondente al mondo celeste.

Il ventre, in cui Š la virt— generativa e gli organi genitali, corrispondente

al mondo elementare.

Tre parti corrispondenti al triplice mondo.

 

 

Nel mondo infernale

Alecto, Minosse, Malfattori

Megera, Eaco, Apostati

Tesifone, Radamanto, Infedeli

Tre furie infernali. Tre giudici infernali. Tre gradi di dannati.

 

 

Fine della scala del ternario.

 

 

CAPITOLO VII

 

Del quaternario e della sua scala.

 

I Pitagorici chiamano tetractis il quaternario e ne proclamano l'eccellenza su

tutti gli altri numeri, perch‚ esso Š il fondamento e la radice di tutti gli

altri numeri; quindi le basi, sia nelle cose artificiali che nelle naturali e

nelle divine, sono quadrate, come meglio noi faremo vedere nel seguito, e

perch‚ esso significa la solidit…, che viene rappresentata dalla figura

quadrata. Il quaternario Š il primo quadrato piano, che Š composto di due

proporzioni, di cui la prima Š di uno a due e la seconda di due a quattro e

proviene da una duplice processione e proporzione, ossia d'uno a uno e da due

a due cominciando dall'unit… e terminando con la quaternit…. Tali proporzioni

sono differenti perch‚ ineguali in aritmetica ed eguali in geometria. Perci•

il quadrato Š attribuito a Dio Padre e comprende anche il mistero di tutta la

Trinit…, perch‚ la semplice proporzione di uno a uno significa l'unit… della

sostanza del Padre, dal quale procede nel Figlio che gli Š eguale e la

proporzione di due a due indica lo Spirito Santo, CosŤ che il Figlio diventa

eguale al Padre merc‚ la prima proporzione e lo Spirito Santo eguale al Padre

e al Figlio merc‚ la seconda proporzione. Da ci• il nome divino della Divina

Trinit… Š Tetragramnaton, ossia Iod, He, Vau, He, in cui l'aspirazione He

indica che lo Spirito procede dall'uno e dall'altro, perch‚ la Sola He

raddoppiata termina ognuna delle due sillabe e tutto il nome, che si

pronuncia, come vogliono alcuni, Iova, donde Š derivato il Giove dei pagani,

che gli antichi dipingevano con quattro orecchie.

 

Il numero quattro Š dunque l'origine e il capo di tutta la divinit…. I

pitagorici lo chiamano fonte perenne della natura, perch‚ la scala della

natura ha quattro gradini , essere, vivere, sentire, comprendere. In natura vi

sono quattro movimenti, l'ascendente, il discendente, il rettilineo, il

rotatorio; in cielo vi sono quattro cardini, ossia oriente, Occidente, il

mezzo del cielo e il profondo del Cielo; quattro

elementi sotto il cielo, fuoco, aria, acqua e terra; quattro terne in cielo e

quattro prime qualit… al disotto del cielo, il freddo, il caldo, il secco, e

l'umido, da cui derivano i quattro umori il sangue, la flegma, la collera e la

melanconia. L'anno si divide in quattro stagioni, primavera, estate, autunno e

inverno; l'aria in quattro venti, Euro, Zefiro, Austro e Borea; vi sono

quattro fiumi paradisiaci e quattro infernali. Inoltre il quaternario

s'incontra in tutte le scienze e anzitutto contraddistingue il progredire dei

numeri per quattro termini formando la diecina e stabilisce tutta la loro

differenza, contenendo in s‚ il primo numero pari e il primo numero dispari.

La musica ha il diatessaron, il tetracordo e il diagramma di Pitagora, col

quale questo gran filosofo ha stabilito per primo le consonanze della musica e

che di questa scienza racchiude tutta l'armonia, perch‚ la Seconda, la terza,

la quarta, la sesquialtera, il diapason, il disdiapason, il diapente, il

diatessaron e ogni consonanza sono raccolti entro i confini del numero

quaternario. Esso comprende anche in quattro termini tutta la matematica, cioŠ

punto, linea, piano e profondit…; raffigura tutta la natura in quattro

termini, sostanza, qualit…, quantit… e movimento; riempie tutta la fisica Con

la virt— seminale, la pullulazione naturale, il crescere dell'adolescenza e la

composizione; compendia la metafisica in quattro termini, l'essere, l'essenza,

il potere e l'azione e la morale in quattro virt—, prudenza, giustizia, forza

e temperanza. Stabilisce altresŤ la forza della giustizia, perch‚ v'hanno

quattro sorta di leggi; quella della provvidenza che proviene da Dio; quella

del destino che proviene dall'anima del mondo; quella della natura, che

proviene dal cielo; quella della prudenza, che proviene dall'uomo. Inoltre

v'hanno quattro potenze giudicanti delle cose che esistono l'intendimento, la

disciplina, l'opinione e il senso. I pitagorici si servivano del quaternario

nei loro giuramenti, stimando che la religione e la buona fede potevano

riposare su di esso per eccellenza: Io lo giuro con animo sincero pel santo

quaternario, che Š la sorgente della natura eterna e il generatore dello

spirito.

 

V'hanno quattro evangeli, che la chiesa ha ricevuto dai quattro Evangelisti.

Gli ebrei ricevettero il nome di Dio scritto con quattro lettere e con quattro

lettere lo scrivono

gli Egiziani, gli Arabi, i Persiani, i Magi, i Maomettani, i Greci, gli

Etruschi, i Latini: Teut, Alla, Sire, Orfi, Agdi, Oeos, Esar, Deus . Perci• i

Ladecemoni raffiguravano il supremo Giove con quattro orecchie e nella

mitologia orfica Nettuno ha un carro tratto da quattro cavalli. V'hanno anche

quattro specie di furore divino, procedenti da quattro divinit…, ossia dalle

Muse, da Dionisio, da Apollo e da Venere. Ezechiello ha visto quattro animali

presso il fiume Chobar e quattro Cherubini in quattro ruote. In Daniele si

vedono quattro grandi animali venir fuori dal mare e quattro venti

combattersi. Nell'Apocalisse infine Š detto di quattro animali pieni d'occhi

che circondano il trono di Dio e di quattro angeli che hanno ricevuto il

potere di nuocere alla terra e al mare, i quali si tengono ai quattro confini

della terra, ritenendo quattro venti dal soffiare sulla terra e sul mare.

 

 

 

SCALA DEL QUATERNARIO

 

Nel mondo archetipo, da cui procede la legge della provvidenza.

Iehovah

Nome di Dio di 4 lettere.

 

 

Nel mondo intellettuale, da cui procede la legge della fatalit….

Serafini, Cherubini, Troni

Dominazioni, potenze, virt—

Principati, arcangeli, angeli

Innocenti, martiri, confessori

Quattro terne, o gerarchie intelligibili.

 

Michel, Rafael, Gabriel, Uriel

Quattro angeli che presiedono ai cardini della terra.

 

Seraph, Cherub, Tharsis, Ariel

Quattro capi degli elementi.

 

Leone, aquila, uomo, vitello

Quattro animali di santit….

 

Dan, Asser, Nephthalim

Giuda, Isachar, Zabulon

ManassŠ, Beniamino, Efraim

Ruben, Simeone, Gad

Quattro terne delle trib— d'Israele.

 

Matteo, Pietro, Giacomo il maggiore

Simone, Bartolomeo, Matteo

Giovanni, Filippo, Giacomo il minore

Taddeo, Andrea, Tommaso

Quattro terne apostoliche.

 

Marco, Giovanni, Matteo, Luca

Quattro evangelisti.

 

 

 

Nel mondo celeste, da cui proviene la legge della natura.

Ariete, leone, sagittario

Gemelli, bilancia, acquario

Cancro, scorpione, pesci

Toro, vergine, capricorno

Quattro terne di segni.

 

Marte e il sole

Giove e venere

Saturno e mercurio

Stelle fisse e luna

Stelle e pianeti riferiti ai quattro elementi.

 

Luce, diafanit…, agilit…, solidit…

Quattro qualit… degli elementi celesti.

 

 

Nel mondo elementare, da cui procede la legge della generazione e corruzione.

 

Fuoco, aria, acqua, terra

Quattro elementi.

 

Caldo, umido, freddo, secco

Quattro qualit….

 

Estate, primavera, inverno, autunno

Quattro stagioni.

 

Oriente, occidente, settentrione, mezzodŤ

Quattro cardini del mondo.

 

Animali, piante, metalli, pietre

Quattro generi di misti perfetti.

 

Camminanti, volanti, nuotanti, striscianti

Quattro gruppi di animali.

 

Semi, fiori, foglie, radici

Parti delle piante corrispondenti agli elementi.

 

Oro e ferro, rame e stagno, piombo e mercurio, argento

Metalli corrispondenti agli elementi.

 

Luccichio e balenio, leggerezza e trasparenza, chiarore e coesione, pesantezza

e opacit…

Parti delle pietre corrispondenti agli elementi.

 

 

Nel mondo minore, l'uomo, da cui procede la legge della prudenza.

Mente, spirito, anima, corpo

Quattro elementi umani.

 

Intelletto, ragione, fantasia, senso

Quattro potenze dell'anima.

 

Fede, scienza, opinione, esperienza

Quattro potenze per giudicare.

 

Giustizia, temperanza, prudenza, fortezza

Quattro virt— morali.

 

Vista, udito, gusto e odorato, tatto

Sensi corrispondenti agli elementi.

 

Spirito, carne, umori, ossa

Quattro elementi del corpo umano.

 

Animale, vitale, generativo, naturale

Quadruplice spirito.

 

Collera, sangue, pituita, melanconia

Quattro umori.

 

Impetuosit…, gaiezza, pigrizia, lentezza

Quattro specie di complessioni.

 

 

Nel mondo infernale, da cui procede la legge dell'ira e della punizione.

Samael, Azazel, Azael, Mahazael

Quattro principi dei demoni nocivi negli elementi.

 

Flegetonte, Cocito, Stige, Acheronte

Quattro fiumi infernali.

 

Oriens, Paymon, Egyn, Amayman

Quattro signori dei demoni ai quattro angoli del mondo.

 

 

 

Fine della scala del quaternario.

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO VIII

 

Del quinario e della Sua scala

 

Il numero cinque non ha scarsa efficacia, essendo composto dal primo numero

pari e dal primo dispari, come dal maschio e dalla femmina, questa

rappresentata dal numero pari, quello dal numero dispari, chiamati

rispettivamente dai matematici padre e madre. Pertanto il quinario, generato

dalla loro mescolanza, non Š di piccola perfezione e virt—

e inoltre Š l'esatta met… del numero universale, vale a dire del dieci. Perch‚

operando dalle due parti del quinario e dividendo la diecina, sia prendendo da

una parte nove e dall'altra uno, o otto e due, o sette e tre, o sei e quattro,

ciascuna coppia forma la diecina e il quinario rappresenta pur sempre la sua

giusta met…. Perci• Š chiamato dai pitagorici il numero del connubio e della

giustizia, dividendo perfettamente in due la diecina.

 

Nell'uomo vi sono cinque sensi: vista, udito, gusto, odorato e tatto; cinque

potenze nell'anima, la Vegetativa, la sensitiva, la concupiscibile,

l'irascibile e la razionale; cinque dita nella mano; cinque pianeti erranti

fra i corpi celesti, secondo i quali v'hanno cinque termini in ciascun segno;

cinque specie di cose miste fra gli elementi, le pietre, i metalli, le piante,

i zoofiti e gli animali; cinque specie di animali, cioŠ gli uomini, i

quadrupedi, i rettili, i pesci e gli uccelli. Dio compone tutto con cinque

cose: l'essenza, la somiglianza, la diversit…, il senso, il movimento. La

rondine genera sempre cinque piccoli, che nutrisce con molta equit… a

cominciare dal primo nato e cosŤ via per gli altri in ordine progressivo di

nascita. Il quinario ha anche molta efficacia nelle cerimonie, perch‚ nei

sacrifizi scaccia gli spiriti maligni e nelle cose naturali guarisce e

preserva dai veleni. Lo si chiama il numero della felicit… e della grazia ed Š

il Sigillo dello Spirito Santo, il legame che tutto unisce e il numero della

croce, essendo contraddistinto dalle cinque piaghe principali del Cristo. I

filosofi pagani l'hanno consacrato e dedicato a Mercurio, essendo tanto

superiore al quaternario, quanto un corpo animato lo Š a uno inanimato. Per

questo numero NoŠ s'ebbe il favore divino e fu preservato dal diluvio; per la

sua virt— Abramo, gi… centenario, pot‚ avere da Sara, anch'essa novantenne e

sterile, un figliuolo da cui doveva discendere un gran popolo. Perci• nel

tempo della grazia il nome della divinit… onnipotente viene invocato con

Cinque lettere. Perch‚ nel tempo della natura s'invocava il nome di Dio col

trigramma Sadai.

 

 

Nel tempo della legge il nome ineffabile di Dio era scomposto in quattro

lettere.

 

Che gli ebrei esprimevano con la voce Adonai.

 

Nel tempo della grazia il nome di Dio Š il pentagramma ineffabile Ihsve.

 

che, per un mistero non meno grande, s'invoca anche con tre lettere.

 

 

 

SCALA DEL QUINARIO:

Nel mondo archetipo

Elion, Elohim

Nomi di dio di 5 lettere

Ihesuh

Nome di cristo di 5 lettere

 

 

Nel mondo intellettuale

Spiriti della 1a gerarchia chiamati dei o figli di dei, Spiriti della 2a

gerarghia detti intelligenze, Spiriti della 3a gerarchia detti angeli che sono

inviati, Anime dei corpi celesti, Eroi o anime beate

Cinque sostanze intelligibili.

 

 

Nel mondo celeste

Saturno, giove, marte, venere, mercurio

Cinque stelle erratiche dominatrici dei confini.

 

 

Nel mondo elementare

Acqua, aria, fuoco, terra, miscuglio

Cinque specie di cose corruttibili.

 

Animale, pianta, metallo, pietra, zoofito

Cinque specie di cose miste.

 

 

Nel mondo minore

Gusto, udito, vista, tatto, odorato

Cinque sensi.

 

 

Nel mondo infernale

Amarezza mortificazione, gemiti spaventosi, tenebre orribili, ardore che non

mai s'estingue, fetore penetrante

Cinque tormenti corporali.

 

 

Fine della scala del quinario

 

 

 

 

CAPITOLO IX

 

Del senario e della sua scala.

 

Il numero sei Š numero di perfezione, perch‚ perfettissimo nella sua natura e

nel collegamento dei numeri dall'unit… alla diecina. Esso Š il solo perfetto

in s'Š, poich‚ risulta dalla riunione delle sue parti e non ha bisogno d'alcun

aiuto e non ha niente di superfluo, perch‚ scindendolo nelle sue parti, cioŠ

la met… e il terzo e il sesto, rispettivamente tre due e uno, esse riempiono

perfettamente tutto il senario, perfezione che non possiedono gli altri

numeri.

 

Perci• secondo i pitagorici era atto per la nascita e pel matrimonio e lo si

chiama il suggello del mondo, che Š stato fatto col numero sei, senza aver

nulla di superfluo e possedendo tutto il necessario. Il mondo Š stato compito

e reso perfetto nel sesto giorno e in tal giorno Dio riguard• l'opera sua e la

trov• completamente finita. Lo si chiama anche il numero dell'uomo, perch‚

l'uomo fu creato nel sesto giorno, nonch‚ il numero della redenzione, avendo

Cristo offerto assai per noi nel sesto giorno e perci• il senario ha grandi

affinit… con la croce. E lo si chiama il numero del lavoro e della dipendenza

e la legge ebraica ordinava di lavorare durante sei giorni, di raccogliere la

manna per sei giorni, di seminare la terra e di servire il padrone durante sei

anni. La gloria del Signore rimase oscurata da una nube sul Sinai durante sei

giorni. I cherubini hanno sei ali; nel firmamento v'hanno sei cerchi,

l'artico, l'antartico, i due tropici, l'equinozio e l'eclittica; vi sono sei

pianeti erranti, Saturno, Giove, Marte, Venere, Mercurio e la luna, che

percorrono la fascia zodiacale di qua e di l… dell'eclittica. Negli elementi

si riscontrano sei qualit… sostantifiche, l'acuit…, la rarit… e il movimento,

e i loro contrari, l'ottusit…, la densit… e il riposo. Vi sono sei differenti

positure, cioŠ in alto, in basso, davanti, di dietro, a destra, a sinistra. La

natura ha sei cose, senza le quali nulla potrebbe esistere, ossia la

grandezza, il colore, l'aspetto, l'intervallo, lo stato, il movimento. La

figura solida del quadrato ha anche sei facce. L'armonia ha sei toni, ossia

cinque toni e due semitoni che formano un tono che Š il sesto.

 

 

 

 

SCALA DEL SENARIO:

 

NELL'ARCHETIPO

Nome di dio di sei lettere

 

Nel mondo intelligibile

Serafini, cherubini, troni, dominazione, potenze, virt—

Gli ordini di angeli che non sono inviati nelle cose inferiori.

 

Nel mondo celeste

Saturno, giove, marte, venere, mercurio, la luna

Sei pianeti rifuggenti dall'eclittica per la latitudine zodiacale.

 

Nel mondo elementare

Riposo, scarsezza, acuit…, ottusit…, densit…, movimento

Sei qualit… sostanziali degli elementi.

 

Nel mondo minore

Intelletto, memoria,senso, movimento, vita, essenza

Sei gradi dell'uomo.

 

Nel mondo infernale

Acteus, Megalesius, Ormenus, Lycus, Nicon, Mimon

Sei demoni artefici di ogni calamit….

 

 

Fine della scala del senario.

 

 

 

 

 

CAPITOLO X

 

Del settenario e della sua scala

 

 

Il settenario Š numero di potenza varia e molteplice, essendo composto d'uno e

di sei, o di due e cinque, o di tre e quattro e avendo l'unit… che l'allaccia

a un doppio ternario; onde, se consideriamo le singole sue membra e la loro

compagine, possiamo dire senza dubbio alcuno che esso Š pieno di ogni maest… ,

tanto per la colleganza con le sue parti quanto per la sua pienezza.

I pitagorici lo chiamano il veicolo della vita umana, perch‚, essendo composto

di tre e di quattro, congiunge l'anima al corpo. Infatti il corpo, che Š

Composto dei quattro elementi, ha quattro qualit… e il ternario incatena

l'anima con la sua triplice forza, la razionale l'irascibile e la

concupiscibile. La virt— di questo numero interviene altresŤ nella generazione

dell'uomo e serve a comporlo, a farlo concepire, a formarlo a partorirlo, a

nutrirlo e a farlo vivere. Perch‚ dapprima, quando la semenza genitale Š

ricevuta dalla matrice, se vi permane senza effusione per Sette ore, la

concezione Š sicura; e durante i primi sette giorni si coagula e diventa atta

ad assumere aspetto umano; e infine produce bimbi formati che si chiamano

settimini, vale a dire nati a sette mesi. Dopo la nascita, le settima ora

decide dell'esistenza del fanciullo: dopo sette giorni esso perde il residuo

del suo cordone ombelicale; dopo due volte sette giorni, l'occhio suo comincia

ad essere impressionato dalla luce; nel terzo settenario volge liberamente lo

sguardo e il viso; i denti gl'incominciano a spuntare a sette mesi; nel

secondo settenario di mesi cammina senza temere di cadere; dopo il terzo

settenario comincia a parlare; dopo il quarto si tien fermo in piedi; dopo il

quinto rifiuta il latte di chi lo nutrisce. A sette anni gli cadono i primi

denti e gliene spuntano altri nuovi, pi— adatti per una nutrizione pi— solida

e comincia a parlare speditamente. Dopo il secondo settenario di anni, il

fanciullo entra nella pubert…, e diventa capace di generare a sua volta. Nel

terzo

settenario di anni l'uomo diventa grande, barbuto e peloso; esco cresce e

s'arrobustisce sino al quarto settenario. Nel quinto settenario finisce di

crescere e d'arrobustire e sino al sesto conserva intatte le sue forze. Nel

settimo settenario diventa prudente e assennato e quando perviene al decimo

settenario, giunge al termine normale della vita, come dice il Profeta: I

giorni della nostra esistenza sono contenuti in settanta anni.

 

La pi— alta statura dell'uomo Š di sette piedi. Il corpo Š formato di sette

cose, dall'interno alla superficie, cioŠ di midollo, osso, nervo, vena,

arteria, carne e pelle. V'hanno sette membra che i Greci chiamano nere, la

lingua, il cuore, il fegato, il polmone, la milza e i due reni. Il corpo ha

sette parti principali, la testa, il petto, le mani, i piedi e le parti

pudende. Circa la respirazione e il nutrimento Š certo che quando si Š rimasti

sette ore senza respirare, non si pu• pi— essere viventi e che si muore

restando sette giorni senza mangiare. Le vene e le arterie, come dicono i

medici, pulsano pel numero settenario. Molte malattie si delineano nel settimo

giorno, chiamato dai medici giorno critico.

 

Ugualmente Dio ha creato l'anima di sette parti, come ne d… testimonianza il

divino Platone nel suo Timeo e l'anima riceve il suo corpo pel settenario. La

differenza dei suoni procede, sino al settimo grado, dopo il quale si rinnova

una medesima progressione. La voce ha sette modulazioni, il ditono, il

semiditono, il diatessaron, il diapente d'un tono, il diapente di semitono e

il diapason. In cielo vi sono quattro poli diametralmente opposti e il pi—

possente ed efficace Š quello composto dal settenario, perch‚ fatto dal

settimo segno, e traccia una croce, che Š l'immagine pi— possente, di cui

meglio parleremo in seguito. Il giorno pi— lungo Š differente dal pi— Corto

per lo stesso numero e lo stesso dicasi dell'equinozio d'inverno e di quello

estivo, perch‚ tutto ci• Š prodotto dai sette segni. Inoltre lungo l'asse

terrestre son tracciati sette cerchi; i carri celesti della grande e della

piccola Orsa intorno al Polo Artico hanno sette stelle; vi sono sette Pleiadi

e sette pianeti, che formano i sette giorni della settimana. Anche la Luna,

che Š il settimo dei pianeti e il pi— vicino a noi segue sopra ogni altro tal

numero, che governa il suo movimento e la sua luce, perch‚ in ventotto giorni

compie

l'intero giro dello zodiaco ossia in quattro settenali di giorni. E questo

stesso numero si ottiene dai termini del settenario, aggiungendo agli

antecedenti quanto Š espresso dai singoli numeri da uno sino a sette; sono i

quattro settenari di giorni durante i quali la luna percorre tutta la

longitudine e la latitudine dello Zodiaco. Durante tale periodo avvengono

altresŤ le sue variazioni di luce, perch‚ nel primo settenario cresce sino

alla met… della sua grandezza, nel secondo settenario riempie tutto l'orbe di

luce, nel terzo decresce e si riduce di nuovo all'orbe diviso e dopo il quarto

settenario si rinnova con l'ultima diminuzione della sua luce. Sempre in virt—

del settenario, causa poi le alte e le basse maree, perch‚ durante il primo

settenario della luna, o primo quarto, la marea diminuisce poco a poco; nel

secondo settenario cresce invece progressivamente; il terzo settenario Š

simile al primo e il quarto produce gli stessi effetti del secondo. Il

Settenario conviene anche a Saturno, che Š il settimo pianeta contando

dall'ultimo, che significa il riposo, a cui si attribuisce il settimo giorno,

il quale significa il settimo millenario, in cui, secondo Giovanni, dopo

l'incatenamento del drago o del diavolo suscitatore del male, i mortali

riposeranno finalmente e condurranno vita tranquilla.

 

I pitagorici chiamano il settenario il numero della verginit…, essendo il

primo che non Š generato e che non genera. Infatti non pu• essere diviso in

due parti eguali, cosŤ che non Š generato da alcun numero ripetuto e non

genera nemmeno, perch‚, se lo si raddoppia, non pu• produrre un numero che

Resti entro i limiti della diecina, che Š il primo termine accertato dei

numeri. Perci• il settenario Š stato consacrato a Pallade. In religione Š

anche assai venerato, perch‚ Š chiamato il numero del giuramento e gli Ebrei

dicono che giurare Š settenare, ossia prestare giuramento per sette. Perci•

Abramo, nel contrarre alleanza Con Abimelech, prese a testimone sette pecore.

E vien chiamato il numero della beatitudine e del riposo, donde deriva:

 

O terque quaterque Beati,

 

vale a dire felici nell'anima e nel corpo.

 

 

 

Il creatore concepŤ l'opera sua nel settimo giorno e si ripos•; perci• MosŠ

chiama Sabbath tale giorno, ovvero il giorno del riposo e perci• Cristo ripos•

nel SUO Sepolcro al settimo giorno. Come abbiamo gi… detto, il numero sette ha

gran rapporto con la croce e col Cristo, perch‚ ogni nostra beatitudine, tutta

la nostra pace, tutta la nostra letizia sono in Cristo. Inoltre Š adattissimo

a purificare il che fa dire ad Apuleio: per purificarmi, io discendo di buon

mattino verso il mare e immergo sette volte il capo nei flutti. E nella legge

si spruzzava sette volte il lebbroso del sangue d'un passero e il profeta

Eliseo, come Š Scritto nel quarto libro dei Re, disse a un lebbroso: Va,

lavati sette volte nel Giordano e la tua carne sar… monda. E pi— avanti: Egli

si lav• sette volte nel Giordano e fu sanato.

 

E' anche il numero di penitenza e di remissione. Perci• era stabilita la

penitenza di sette anni per ogni peccato e nel Levitico si vede che ogni sette

anni si dava l'assoluzione, che diveniva generale dopo quattro settenari.

Cristo ha riassunto in sette domande l'orazione della nostra espiazione. E lo

si chiama il numero della libert…, perch‚ gli schiavi ebrei venivano

affrancati dopo il settimo anno di cattivit…. E' anche adattissimo a lodare

Iddio e perci• il Profeta ha detto: Io ho lodato la tua giustizia sette volte

al giorno. Lo si chiana altresŤ il numero della vendetta, come dice la

Scrittura: Il delitto di Caino sar… vendicato sette volte. E il Salmista dice:

Rendete il settuplo ai nostri vicini. Da esso Salomone ha preso le sette

malizie e l'Evangelo i sette spiriti maligni. Significa anche il tempo del

circolo presente, che si percorre in sette giorni. E' consacrato allo Spirito

Santo, che il profeta; Isaia descrive settemplice pei suoi doni, cioŠ lo

spirito della saggezza e dell'intendimento, lo spirito del consiglio e della

fortezza, lo Spirito della scienza e della piet…, lo spirito del timore di

Dio, che Zaccaria chiama i sette occhi di Dio. Vi sono sette angeli o Spiriti

che permangono al cospetto di Dio, come si legge in Tobia. E nell'Apocalisse

vi sono sette lampade accese avanti al trono di Dio e sette candelabri d'oro,

in mezzo ai quali Š un'immagine simile al figlio dell'uomo, che tiene nella

destra sette stelle. E davanti al trono di Dio erano sette spiriti e sette

angeli muniti di sette trombe e v'ha un agnello con sette corna e

sette occhi e vide un libro sigillato con sette sigilli e quando il settimo di

essi fu tolto un gran silenzio regn• nel cielo. Il settenario ha inoltre molta

simiglianza col duodenario, perch‚ come tre e quattro fanno sette, tre volte

quattro fanno dodici; che sono i numeri dei pianeti celesti e dei segni che

provengono dalla medesima radice e che pel ternario partecipano della divinit…

e pel quaternario della natura delle core inferiori.

 

Il settenario Š soprattutto tenuto in considerazione dalle Sante Scritture pei

suoi grandi e differenti misteri, dai quali appare chiaramente che esso

significa la piccolezza dei misteri divini. Nella Genesi noi vediamo un

settimo giorno nel quale Dio si ripos•; un settimo uomo santo e pio dopo

Adamo, Enoch, e un altro settimo Uomo malvagio dopo Adamo, Lamech, che fu

bigamo; e vediamo che la colpa di Caino viene riscattata nella settima

generazione, essendo scritto: Caino sar… punito sette volte e la sua morte

sar… sette volte vendicata. Donde si pu• argomentare che Caino abbia peccato

sette volte. Gli animali puri entrarono a sette a Sette nell'arca di NoŠ

insieme ai Volatili; sette giorni dopo il Signore aprŤ le cateratte del cielo

e le acque coprirono la terra. Abramo don• sette agnelli ad Abimelech e

Giacobbe servŤ sette anni per Lia e sette anni per Rachele. Il popolo

d'Israele pianse sette giorni la morte di Giacobbe. Nell'esodo il settimo

giorno Š proclamato il Sabbath e consolato al Signore come giorno di riposo.

MosŠ smise di pregare al settimo giorno. Il settimo giorno sar… la Solennit…

del Signore; lo schiavo sar… liberato nel settimo anno; per sette giorni il

bove e la pecora Stiano con la madre loro e nel settimo anno si lascer…

riposare per sei anni la terra lavorata; il Sabbath e il riposo costituiranno

il settimo giorno, che sar… chiamato santo. Nel Levitico il settimo giorno

sar… il pi— celebrato e il pi— sacro e il primo giorno del settimo mese sar…

un Sabbath memoria; per sette giorni si offriranno olocausti al Signore, per

sette giorni si celebreranno le ferie del Signore; nel settimo mese si

celebreranno grandi feste e si albergher… sotto attendamenti per sette giorni;

colui che avr… tuffato le dita nel sangue

si laver… sette volte davanti al Signore; un Uomo guarito dalla lebbra

immerger… sette volte il dito nel sangue d'un

passerotto; colui che soffrir… di qualche flusso sanguigno, si laver… sette

volte nel sangue d'un vitello e sette volte in acqua corrente; pel vostro

peccato sarete percossi sette volte. Nel Deuteronomio sette popoli possedevano

la terra promessa; v'ha un settimo anno per la remissione dei peccati; v'hanno

sette candelabri accesi verso mezzodŤ. Nei Numeri si legge che i figli

d'Israele hanno offerto sette pecore inviolate, hanno mangiato il pane azzimo

durante sette giorni e hanno espiato i loro peccati con sette agnelli e un

becco; ed il settimo giorno era celeberrimo e il giorno del settimo mese

venerabile e santo e il settimo mese della scenopegia; si offrivano sette

vitelli nel settimo giorno; Balaam aveva, rizzato sette altari; Maria la

lebbrosa, sorella d'Aaron, abbandona il campo per sette giorni; colui che avr…

toccato un cadavere, rester… immondo durante sette giorni.

 

In GiosuŠ sette sacerdoti portavano l'arca della alleanza innanzi a Gerico e

durante sette giorni compivano il giro della citt… e sette sacerdoti eran

muniti di trombe e nel settimo giorno vi dettero fiato. Nel libro dei Giudici

Abessa regn• sette anni in Israel; Sansone celebr• le nozze sue durante Sette

giorni e nel settimo sottopone Un enigma alla moglie; egli fu legato con sette

corde e con sette trecce dei suoi capelli; il re Madias oppresse per sette

anni i figli di Israel. Nel libro dei Re, Elia annunzi• sette volte la

comparsa d'una nube, che apparve alla settima volta; per sette giorni i figli

d'Israel affilarono le armi e nel settimo fu ingaggiata la battaglia; David

minacci• una carestia di sette anni pel peccato di mormorazione del popolo; il

fanciullo resuscitato da Eliseo sbadigli• sette volte; sette uomini furono

crocifissi assieme durante i giorni della prima mietitura; Eliseo guarŤ Naaman

lavandolo sette volte; Golia fu ucciso nel settimo mese. Nei Paralipomeni si

legge che le fondamenta furono condotte a termine nel settimo mese. In Ester

troviamo che il re di Persia aveva sette eunuchi; in Tobia sette uomini furono

sposati a Sara, figlia di Raguele; in Daniele la fornace di Nabuccodonosor fu

accesa sette volte e nella fossa v'erano sette leoni e Nabuccodonosor giunse

nel settimo giorno. Nel libro di Giobbe apprendiamo che egli aveva sette

figli, che gli amici suoi sedettero a terra presso di lui per sette giorni e

sette notti

ed Š detto nello stesso libro: nulla di male potr… accadervi nel Settimo

giorno. Nell'Esdra sono indicate le sette settimane d'anni e i sette

consiglieri d'Artaserse ed Š detto che si suonava la tromba ogni sette mesi;

il settimo mese era dedicato alla scenopegia, quando i figli d'Israele erano

nelle citt…; Esdra, lesse la legge al popolo nel primo giorno del settimo

mese. Nei Salmi David loda il Signore sette volte al giorno; il danaro Š

provato in sette modi; Dio rende il settuplo agli amici e ai nemici. Salomone

dice che ha appreso la Saggezza da sette colonne e che vi erano sette saggi

che profferivano sentenze, sette cose aborrite da Dio, sette malizie nel cuore

d'un nemico, sette ispettori, sette occhi cattivi. Isaia numera sette doni

dello Spirito Sunto e sette donne che non avevano che un uomo. In Geremia si

trovano sette concupiscenze della mente della donna e una madre che dopo aver

partorito sette figli perdŠ la vista. In Ezechiello il profeta si Š lamentato

per sette giorni; in Zaccaria si legge di sette lampade e di sette infusori

sopra la testa di un candelabro, di sette occhi che frugano tutta la terra, di

sette occhi su una pietra, e il digiuno del settimo giorno si termina in

allegrezza. In Michea sette pastori sono comparsi fra gli

Assiri.

 

Negli Evangeli si trovano sette beatitudini, sette virt— a cui sono opposti

sette vizi, sette domande nell'orazione domenicale, sette parole del Cristo

sulla croce, sette parole della santa vergine Maria, sette pani distribuiti

dal Signore, sette panieri pieni d'avanzi, sette fratelli con un'unica moglie,

sette pescatori discepoli del Cristo, sette vasi a Cana in Galilea, sette

collere di cui il Signore minaccia gli ipocriti, sette demoni usciti dal corpo

d'una peccatrice. Il Cristo ha dimorato sette anni fuggiasco in Egitto e la

febbre ha lasciato il figlio del regulo nella settima ora. Giacomo nelle sue

Epistole Canoniche descrive sette gradi di saggezza e Pietro sette gradi di

virt—. Negli Atti si annoverano sette diaconi e sette discepoli eletti dagli

apostoli. Nell'Apocalisse si trovano molti misteri simili; sette candelabri,

sette stelle, sette corone, sette chiese, sette angeli avanti al trono, sette

fiumi in Egitto, sette sigilli, sette segnacoli, sette corna. Sette occhi,

sette spiriti di Dio, sette angeli con sette trombe, sette corna di drago,

sette teste di drago coronate

da sette diademi, sette piaghe, sette fiale tenute da uno dei sette angeli,

sette teste della bestia rossa sette montagne con sopra sette re, sette

folgori che scrosciavano.

 

Il numero sette ha molta efficacia non solo nelle cerimonie e nelle cose

sacre, ma anche nelle cose naturali. Citiamo i sette giorni, i sette pianeti,

le sette Pleiadi, le sette et… del mondo, i sette cangiamenti dell'uomo, le

sette arti liberali, le sette arti meccaniche e le sette arti proibite, i

sette colori, i sette metalli, i setti fori nella testa umana, le sette paia

di nervi, i sette colli di Roma, i suoi sette re, le sette guerre civili, i

sette saggi contemporanei del profeta Geremia e i sette saggi della Grecia.

CosŤ pure Roma bruci• durante sette giorni al tempo di Nerone, diecimila

martiri furono fatti morire sotto sette re, vi sono stati sette dormenti, Roma

ha sette chiese principali, Gregorio ha fondato altrettanti conventi, santa

Felicita ha avuto sette figli, l'Impero ha sette Elettori e sette sono gli

atti solenni nella incoronazione dell'Imperatore, occorrono sette testimoni

per convalidare un testamento, v'hanno sette pene civili e sette pene e sette

ore canoniche, il sacerdote si genuflette sette volte durante la messa, vi

sono sette sacramenti e sette ordini di chierici, a sette anni si possono

ricevere gli ordini Minori e ottenere un benefizio sine cura, v'hanno sette

salmi penitenziali e sette comandamenti della seconda tavola, Adamo ed Eva

sono rimasti sette ore nel Paradiso, gli angeli hanno predetto la nascita di

sette uomini: Ismaele, Isacco, Sansone, Geremia, Giovanni Battista, Giacomo

fratello del Cristo e Cristo.

 

Per concludere, questo numero ha grandissima efficacia cosŤ nel bene che nel

male e l'antichissimo poeta Lino cosŤ l'ha cantato:

 

Soptima cum venit lux, cuntra absolvere coepit

 

omnipotens pater, atque bonis est septima et ipsa.

 

Est etiam rerum cunctarum septima origo,

 

septima prima eadem, perfecta et septima septem;

 

unde etiam coelum stellis errantibus altum

 

volvitur et circlis totidem circum undique fertur.

 

 

 

SCALA DEL SETTENARIO

 

 

Nell'Archetipo

Ararita, Asser Eheie

Nomi di dio di sette lettere

 

Nel mondo intelligibile

Zaphkiel, Zadkiel, Camael, Raphael, Haniel, Michael, Gabriel.

Sette angeli che stanno al cospetto del Signore.

 

Nel mondo celeste

Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio, La Luna

Sette pianeti

 

 

Nel mondo elementare

Upupa, Aquila, Avvoltoio, oca, colomba, cicogna, gufo

Sette uccelli planetari

Seppia, Delfino, luccio, foca, thimalo, muggine, aclurus

 Sette pesci planetari

Talpa, cervo, lupo, leone, becco, scimmia, gatto

Sette animali planetari

Piombo stagno ferro oro rame mercurio argento

Sette metalli planetari

Onice zaffiro diamante carbonchio smeraldo agata quarzo

Sette pietre planetarie

 

 

Nel mondo minore

Il piede destro, La testa, la mano destra, il cuore, i genitali, la mano

sinistra, il piede sinistro

Sette membri distribuiti ai pianeti

L'orecchio destro, L'orecchio sinistro, La narice destra, l'occhio destro, la

narice sinistra, la bocca, l'occhio sinistro

Sette fori del capo distribuiti ai pianeti

 

Nel mondo infernale

Gehenna, porte della morte, ombra di morte, pozzo dell'abisso, escremento,

perdizione, fossa

Sette abitazioni infernali descritte dal rabbino Giuseppe di Castiglia nel

giardino di noce.

 

 

Fine della scale del settenario

 

 

 

CAPITOLO XI.

 

Dell'ottonario e della sua scala.

 

I pitagorici chiamano il numero otto numero di giustizia e di pienezza,

anzitutto perch‚ Š il primo che sia divisibile in due numeri egualmente pari,

ossia in quattro; questa stessa divisione Š formata da una stessa razione

doppiamente duplice, ossia con due volte una doppia duplicit… e per questa

eguaglianza nella divisione, aument• per esso il nome di giustizia; l'altro

nome, cioŠ quello della plenitudine, lo ricevette pel contesto della solidit…,

perch‚ Š il primo che componga un corpo solido. Perci• Orfeo istituŤ il

giuramento per otto divinit…, come volesse supplicare la divina giustizia,

cioŠ pel fuoco, per l'acqua, per la terra, pel cielo, per la luna, pel sole,

pel giorno e per la notte. Nel cielo non vi sono che otto sfere visibili e ci•

ci dimostra la propriet…

della natura corporale che Orfeo ha compreso nell'ottonario degli inni marini.

E' stato anche chiamato il numero dell'alleanza e della circoncisione, che gli

Ebrei avevano disposto fosse compita nell'ottavo giorno. Nell'antica legge

erano stabiliti otto paramenti sacerdotali, i seminali, la tunica, la cintura,

la tiara, la stola talare, il superomerale, il razionale, l'omerale, la lamina

d'oro. L'ottonario conviene anche all'eternit… e alla fine del mondo, perch‚

segue il settenario che Š il simbolo del tempo e perci• lo si chiama anche il

numero della beatitudine, perch‚ il Cristo, in Matteo, c'insegna che v'hanno

altrettanti gradi di beatitudine. Lo si chiama anche il numero della salvezza

e della conservazione, perch‚ altrettanti uomini furono scampati dal diluvio

nell'arca di NoŠ. Anche Iesse ebbe otto figli, di cui David fu l'ottavo.

Zaccaria, Padre di Giovanni, parlava l'ottavo giorno. Questo numero fu

consacrato a Dionisio, che nacque a otto mesi e l'isola di Naxos, che gli Š

dedicata, ha ottenuto la prerogativa che le sue abitatrici possano sgravarsi

felicemente nell'ottavo mese e generare fanciulli vitali, mentre per solito,

ovunque, i bimbi nati di otto mesi muoiono e mettono in pericolo l'esistenza

materna.

 

 

 

 

SCALA DELL'OTTONARIO

 

 

Nell'archetipo

Eloha Vedaath, Tetragrammaton Vedaath

Nomi di dio di otto lettere.

 

Nel mondo intelligibile

Retaggio, incorruzione, potenza, vittoria, visione di dio, grazia, regno,

gaudio

Otto ricompense dei beati.

 

Nel mondo celeste

Il cielo delle stelle, il cielo di saturno, il cielo di marte, il cielo del

sole, il cielo di venere, il cielo di mercurio, il cielo della luna

Otto cieli visibili.

 

Nel mondo elementare

Secchezza della terra, freddezza dell'acqua, umidit… dell'aria, calore del

fuoco, calore dell'aria, umidit… dell'acqua, secchezza del fuoco, freddezza

della terra

Otto qualit… speciali.

 

 

Nel mondo minore

Pacifici, affamati e assetati, miti, perseguitati, puri di cuore,

misericordiosi, poveri in spirito, gementi

Otto generi di beati.

 

Nel mondo infernale

Prigione, morte, giudizio, ira divina, tenebre, indignazione, tribolazione,

angoscia

Otto retribuzioni dei dannati.

 

 

Fine della scala dell'ottonario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO XII.

 

Del nonio e della sua scala.

 

Il numero nove Š consacrato alle Muse per regolare l'ordine delle sfere

celesti e degli spiriti divini. Vi sono perci• nove sfere mobili e

conseguentemente nove Muse, Calliope, Urania,, Polimnia, Tersicore, Clio,

Melpomene, Erate, Euterpe e Talia. La prima di esse rappresenta la sfera pi—

elevata, che vien chiamata il primo mobile e cosŤ via, scendendo per gradi

nell'ordine indicato, sino all'ultima, che rappresenta la sfera della luna,

Urania ha relazione col cielo stellato, Polimnia con Saturno, Tersicore con

Giove, Clio con Marte, Melpomene col Sole, Erato con Venere, Euterpe con

Mercurio e Talia con la Luna.

 

V'hanno anche nove ordini di angeli felici, cioŠ i Serafini, i Cherubini, i

Troni, le Dominazioni, le Virt—, le Potenze, i Principati, gli Arcangeli e gli

Angeli, che Ezechiello raffigura con nove pietre, che sono lo zaffiro, lo

smeraldo, il carbonchio, il berillo, l'onice, il crisolito, il diaspro, il

topazio e la sardonica.

 

Nel nove Š racchiuso anche il gran mistero della croce, perch‚ nostro Signore

Ges— cristo esal• lo spirito a nove ore. Gli antichi compievano i funerali in

nove giorni. Si dice, che Minosse abbia ricevuto le sue leggi da Giove in una

caverna in nove anni e perci• Omero ha osservato tal numero nel parlare di

leggi da stabilire, di risposte da rendere, o di future rovine. Gli astrologhi

osservano con Cura nelle et… e nella vita dell'uomo gli anni che ricorrono di

nove in nove, detti enneatici, nello stesso modo dei settenari, che chiamano

climaterici, solendo essi apportare importanti cangiamenti.

 

Tuttavia, il novenario ha talora alcunch‚ di imperfetto e d'incompleto, non

avendo la perfezione della diecina per mancanza d'una sola unit…, come esplica

Agostino circa i dieci lebbrosi della Santa Scrittura. N‚ l'altezza di nove

cubiti di Basan, re d'Og, che Š l'emblema del diavolo, Š senza mistero.

 

SCALA DEL NOVENARIO

 

Nell'archetipo

Tetragrammaton Sabaoth, tetragrammaton Zidkenu, Elohim Gibor

Nomi di dio di nove lettere

 

Nel mondo intelligibile

Serafini, cherubini, troni, dominazioni, potenze, virt—, principati,

arcangeli, angeli

Nove cori d'angeli.

Metattrom, Ophaniel, Zaphkiel, Zadkiel, camael, Rafael, Haniel, Michael,

Gabriel

Nove angeli che presiedono i cieli.

 

Nel mondo celeste

Primo mobile, cielo stellato, sfera di saturno, sfera di giove, sfera di

marte, sfera del sole, sfera di venere, sfera di mercurio, sfera della luna

Nove sfere mobili.

 

Nel mondo elementare

Zaffiro, smeraldo, carbonchio, berillo, onice, crisolito, diaspro, topazio,

sardonica

Nove pietre rappresentanti i 9 cori angelici.

 

Nel mondo minore

Memoria, pensiero, immaginativa, senso comune, udito, vista, odorato, gusto,

tatto

Nove sensi, cosŤ interni che esterni.

 

Nel mondo infernale

Falsi numi, spiriti di menzogna, vasi di iniquit…, vendicatori dei delitti,

stregoni, potenze dell'aria, furie seminatrici di mali, accusatori esecutori,

tentatori o spioni

Nove ordini di spiriti maligni.

 

 

 

 

Fine della scala del novenario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO XIII.

 

Della decade e della sua scala.

 

La decade Š chiamata il numero universale e il numero completo, che denota il

completo curricolo della vita, perch‚ dopo di esso non si conta pi— che per

ripetizione ed implica in se tutti i numeri o li esplica per moltiplica.

Perci• Š tenuto come dotato di molteplice potenzia e religione ed Š adatto

alla purificazione delle anime e nei riti espiatori o sacrificatori gli

antichi usavano astenersi per dieci giorni da date cose e gli Egiziani avevano

stabilito un digiuno d'una decade per gli ordinandi sacerdoti d'Iside, come Š

testimoniato da Apuleio parlando di se stesso: M'Š stato ordinato di astenermi

dai piaceri della mensa per dieci giorni, di non mangiar carne e di non bere

vino.

 

L'uomo di sangue consta di dieci parti, il mestruo, lo sperma, lo spirito

plasmativo, la massa, gli umori, il corpo organico, la parte vegetativa, la

sensitiva, la ragione e la mente. Dieci cose semplici e Integrali formano

l'uomo esteriore: l'osso, la cartilagine, il nervo, il muscolo, il ligamento,

l'arteria, la vena, la membrana, la carne e la pelle. Dieci arti compongono

l'uomo intrinseco, lo spirito, il cervello, il polmone, il cuore, il fegato,

il fiele, la milza, i reni, i genitali, la matrice. Nel Tempio v'erano dieci

cortine; dieci corde al salterio; dieci strumenti per accompagnare i Salmi e

cioŠ il neza per le odi, il nablo simile all'organo, il mizmor pei salmi, il

sir pei cantici, il tefilo per le orazioni, il berascio per le benedizioni,

l'halel per le laudi, l'hodaia per le azioni di grazia, l'asro per

contrassegnare la gioia della felicit…, l'halleluiah per le Sole laudi divine

e per le contemplazioni. V'hanno anche dieci uomini cantori di salmi, Adamo,

Abramo, Melchisedech, MosŠ, Asaph, David, Salomone e tre figli di Choras. La

legge ha dieci comandamenti o precetti. Lo Spirito Santo Š disceso in terra

dieci giorni dopo l'ascensione del Cristo. E' anche il numero della lotta di

Giacobbe con l'angelo e dopo la vittoria egli fu benedetto al sorgere del sole

e fu chiamato

Israel. Pel numero dieci GiosuŠ sgomin• trentuno re, David vinse Golia e i

Filistei, Daniele fu salvo dai leoni.

 

Questo numero Š circolare come l'unit…, perch‚ completato che sia ritorna

all'unit… da cui si genera ed Š la fine e il complemento di tutti i numeri e

il principio delle decadi. Come il dieci rifluisce verso l'unit… da cui ha

tratto l'origine, con ogni cosa fluente ritorna a ci• che gli ha improntato il

principio del suo fluire; e cosŤ l'acqua volge al mare da cui esce, il corpo

alla terra da cui Š tratto, il tempo all'eternit… donde procede, la mente a

Dio che l'ha fatta; ed ogni creatura fluisce nel nulla da cui Š creata, a meno

che non venga sostentata dalla parola divina, da cui tutte le cose sono

fondate; e tutte le cose col denario e pel denario compiono il loro giro, come

dice Proclo, attingendo da Dio il suo principio e la sua fine. Dio stesso, che

Š la prima Monade, avanti di comunicarsi alle cose inferiori, si risponde

anzitutto nel primo numero, che Š il ternario, poi nella decade, come in dieci

idee e dieci misure di tutti i numeri e di tutte le cose da fare, che gli

Ebrei chiamano i dieci attributi e i dieci nomi divini. Perci• dopo di essa

non esistono altri numeri.

 

CosŤ dunque ogni decade ha alcunch‚ di divino e Dio stabilisce il dieci nella

legge come il numero suo stesso, cosicch‚ ogni decima deve essere resa a colui

che Š il principio e la fine di tutte le cose.

 

 

 

SCALA DELLA DECADE

 

Nell'archetipo

Nome di a lettere riunito in 10 lettere

Nome di 4 lettere disteso in 10 lettere

Nome d'Elohim Sabaoth

Nomi di dio di 10 lettere.

 

Eheie

Iod tetragrammaton

Tetragrammaton Elohim

El

Elohim gibor

Eloha

Tetragrammaton Sabaoth

Eloim, Sabaoth

Sadai

Adonai melech

10 nomi di Dio.

 

Kether

Hochma

Binah

Haesed

Geburah

Tiphereth

Nezah

Hod

Iesod

Malchuth

10 defiroti.

 

 

Nel mondo intelligibile

Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, potenze, virt—, principati,

arcangeli, angeli, anime beate

Dieci ordini di beati secondo Dionigi.

 

Haioth hakadoschh, Ofanim, Aralim, Hasmalim, Seraphim, Malachim, Elohim, Bna

Elohim, Cherubini, Issim

Dieci ordini di beati secondo la tradizione ebraica.

 

Metattron, Raziel, Zaphkiel-Jophiel, Zadkiel, Camael, Rafael, Haniel, Michael,

Gabriel, L'anima del messia

Dieci angeli che presiedono.

 

 

Nel mondo celeste

Reschith hagalgalim, Masloch, Sabbathai, Zedeck, Madim, Schemes, Noga, Cochab,

Levanah, Holomiesodoth

Primo mobile, sfera dello zodiaco, sfera di sturno, sfera di giove, sfera di

marte, sfera del sole, sfera di venere, sfera di mercurio, sfera della luna,

sfera degli elementi

Dieci sfere del mondo.

 

 

Nel mondo elementare

Colomba, leopardo, dragone, aquila, cavallo, leone, uomo, serpente, bue,

agnello

Dieci animali di santit… riferiti al cielo.

 

 

Nel mondo minore

Spirito, cervello, milza, fegato, fiele, cuore, reni, polmone, genitali,

matrice

Dieci organi interiori dell'uomo.

 

 

Nel mondo infernale

Falsi dei, spiriti di menzogna, vasi di iniquit…, vendicatori di delitti,

stregoni, potenze dell'aria, furie seminatrici di mali, accusatori o

esecutori, tentatori o spioni, anime malvage e dannate

Dieci ordini di dannati.

 

 

Fine della scala della decade.

 

 

 

 

 

CAPITOLO XIV.

 

Dell'undicesimo e del dodicesimo numero, con una doppia

scala del duodenario, la cabalistica e l'orfica.

 

Il numero undici, oltrepassando il decimo che Š quello della legge e dei

precetti e restando manchevole rispetto al dodicesimo, che Š quello della

grazia e della perfezione, vien chiamato il numero dei peccati e delle

penitenze. Perci• era

stabilito che il tabernacolo contenesse undici cilici, che erano le vesti dei

penitenti e di coloro che piangevano i loro peccati. CosŤ questo numero non ha

alcun rapporto Con le cose divine e con le celesti, ne attrazione, n‚ scala

che lo guidi verso le cose superiori. Pu• non avendo alcun merito, esso

ottiene per• talora alcuna grazia gratuita dal cielo, come di colui che fu

chiamato a undici ore alla vigna del signore e che s'ebbe la ricompensa di

coloro che avevano sofferto tutto il dŤ la fatica e la caldura.

 

Invece il dodicesimo numero Š divino, perch‚ serve a misurale i cieli e aiuta

a governare i suoni celesti e gli spiriti dato che lo zodiaco ha dodici segni

a cui presiedono dodici angeli principali, sorretti dal gran nome Di Dio.

Giove compie il suo ciclo in dodici anni e la Luna percorre dodici gradi in un

giorno. Il corpo umano ha dodici giunture principali, ossia nelle mani, nei

gomiti, nelle spalle, nelle cosce, nelle ginocchia, nei piedi. Il potere del

numero dodici Š anche grandissimo nei misteri divini. Dio ha eletto in Israel

dodici famiglie e ha preposto loro dodici principi ed ha disposto altresŤ che

vi fossero tante pietre nel fondo del Giordano quante ve ne erano sul petto

del sacerdote (1). V'erano dodici pani di proposizione e l'altare era

costruito con altrettante pietre e dodici leoni sostenevano il mare di bronzo

fabbricato da Salomone.

 

Hellim aveva dodici fontane; dodici esploratori furono inviati nella terra

promessa, Cristo aveva dodici apostoli preposti alle dodici trib—; dodici mila

uomini furono contrassegnati ed eletti tra il popolo; la regina del cielo Š

coronata da dodici stelle; gli Evangeli parlano di dodici sporte colme

d'avanzi di pane; dodici angeli presiedono alle dodici porte della citt…; la

Gerusalemme celeste ha dodici pietre. Tra le cose inferiori, la lepre e il

coniglio, che sono fecondissimi, generano dodici volte all'anno, la femmina

del cammello resta incinta dodici mesi e il pavone fa dodici uova.

 

Nota:

(1) Secondo le prescrizioni di MosŠ, il Razionale, ornamento del gran

sacerdote ebraico, era arricchito da dodici pietre preziose principali, che,

secondo l'istoriografo Giuseppe, rappresentavano i dodici segni dello zodiaco.

Queste pietre erano disposte su quattro linee orientali, nell'ordine seguente,

secondo la Cabala: 1a linea: una sardonica, un topazio e uno smeraldo; 2a

linea: un carbonchio, uno zaffiro e un diaspro; 3a linea: un lyncurium

(ambra), un'agata e un'ametista; 4a linea: un crisolito, un onice e un

berillo. La Bibbia (Esodo, XXVIII, 15 a 21) prescrive di incidere su ciascuna

di esse un nome particolare e la Cabala precisa trattarsi dei dodici nomi

maggiori di Dio, da incidersi sulle pietre, disposte nell'ordine gi…

riportato, nell'ordine seguente: Melek (re), Gomel (che retribuisce), Adar

(magnifico), Eloah (Dio forte), Hain (fontana, occhio), Elchai (Dio vivente),

Elohim (gli Dei forti), El (forte), Iaho (Dio), Ischgob, (Padre altissimo),

Adonai (Signore), Ihovah (io sono quello che sono). (Nota del Traduttore).

 

 

 

SCALA DEL DUODENARIO

 

Nell'archetipo

Egli stesso, benedetto, santo, Padre Figlio e Spirito Santo

Nomi di Dio di 12 lettere.

Gran nome ravvolto in 12 strisce.

 

 

Nel mondo intelligibile

Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, potenze, virt—, principati,

arcangeli, angeli, innocenti, martiri, confessori

12 ordini di spiriti beati.

 

Malchidiel, Asmodel, Ambriel, Muriel, Verchiel, Hamaliel, Zuriel, Barbiel,

Adnachiel, Hanael, Gabriel, Barchiel

12 angeli che presiedono ai segni.

 

Dan Ruben, Giuda, Manasse, Asser, Simeone, Isachar, Beniamino, Nephtalim, Gad,

Zabulon, Efraim

12 trib—.

 

Malachia, Aggeo, Zaccaria, Amos, Oseo, Michea, Giona, Abdias, Sofonio, Naum,

Abacucco, Gioele

12 profeti.

 

Mattia, Taddeo, Simone, Giovanni, Pietro, Andrea, Bartolomeo, Filippo, Giacomo

maggiore, Tommaso, Matteo, Giacomo minore

12 apostoli.

 

 

Nel mondo celeste

Ariete, toro, gemelli, cancro, leone, vergine, bilancia, scorpione,

sagittario, capricorno, acquario, pesci

12 segni dello zodiaco.

 

 

Nel mondo elementare

Marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto,settembre, ottobre, novembre,

dicembre, gennaio, febbraio

12 mesi.

 

Salvia, verbena maschio, verbena femina, orecchio d'asino, ciclamino,

nepitella, scorpiura, artemisia, anagallide, lapazio, serpentaria, saracena

12 piante.

 

Sardony, sardonica, topazio, calcedonia, diaspro, smeraldo, berillio,

ametista, giacinto, crisolito, quarzo, zaffiro

12 pietre.

 

 

Nel mondo minore

Testa, collo, braccia, petto, cuore, ventre, reni, genitali, anche, ginocchia,

gambe, piedi

12 arti principali.

 

 

Nel mondo infernale

Falsi dei, spiriti di menzogna, vasi di iniquit…, vendicatori di delitti,

stregoni, potenze dell'aria, furie seminatrici di mali, accusatori o

esecutori, tentatori o spioni, malvagi, apostati, infedeli

12 gradi di dannati e di demoni.

 

Fine della scala del duodenario

 

 

SCALA ORFICA DEL DUODENARIO

 

Nel mondo intelligibile

Pallade, Venere, Febo, Mercurio, Giove, Cerere, Vulcano, Marte, Diana, Vesta,

Giunone, Nettuno

12 divinit….

 

 

Nel mondo celeste

Ariete, toro, gemelli, cancro, leone, vergine, bilancia, scorpione,

sagittario, capricorno, acquario, pesci

12 segni dello zodiaco.

 

 

Nel mondo elementare

Marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre,

dicembre, gennaio, febbraio

12 mesi.

 

Gufo, colomba, gallo, ibis, aquila, passero, oca, picchio, cornacchia, airone,

pavone, cigno

12 uccelli sacri.

 

Capra, becco, toro, cane, cervo, porco, asino, lupo, biscia, leone, montone,

cavallo

12 animali sacri.

 

Olivo, mirto, lauro, nocciuolo, quercia, melo, bosso, corniolo, palma

dattoliera, pino, prugno, olmo

12 alberi sacri.

 

 

Nel mondo minore

Testa, collo, braccia, petto, cuore, ventre, reni, genitali, anche, ginocchia,

gambe, piedi

12 arti dell'uomo distribuiti ai segni.

 

 

Fine della scala orfica del duodenario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO XV.

 

Del potere e delle virt— dei numeri superiori al dodicesimo.

 

Anche altri numeri superiori al dodici possiedono poteri, che vanno tratti

dalla loro origine e dalle loro parti, essendo composti dalla diversa riunione

dei numeri semplici o dal prodotto della loro moltiplicazione. Talvolta anche

il loro significato risulta dalla diminuzione o dall'accrescimento d'un numero

vicino pi— perfetto ovvero racchiudono in se stessi il sacramento di qualche

mistero. CosŤ il tredicesimo terzo dopo il dieci contrassegna il mistero

dell'apparizione di Cristo alle nazioni, perch‚ il tredicesimo giorno dopo la

sua nascita apparve in cielo la stella miracolosa che doveva guidare i magi.

 

Il quattordici rappresenta l'immagine di Cristo, immolato per noi nella

quattordicesima luna del primo mese e in tal giorno i figli d'Israel ebbero

ordine di celebrare la phase in gloria del Signore, vale a dire la gratitudine

pel passaggio del Mar Rosso. Matteo ha tenuto tanto conto di questo numero

nell'elencare le generazioni del Cristo, da metterlo ovunque piuttosto che

tralasciare alcune generazioni.

 

Il numero quindici Š il simbolo delle elevazioni spirituali. Perci• gli si

riferiscono il cantico dei gradi in quindici salmi, i quindici anni di

prolungazione del regno d'Ezechia e il quindicesimo giorno del settimo mese

era venerato e santificato.

 

Il numero sedici, composto d'un quadrato equilatero e con il generatore della

decade, Š chiamato dai pitagorici il numero della felicit…. Racchiude il

numero dei profeti del vecchio Testamento e degli apostoli e degli evangelisti

del nuovo.

 

I teologi chiamano infausti i numeri diciotto e venti, perch‚ il popolo

d'Israel fu tenuto in servit— diciotto anni sotto Eglon, re di Moab, Giacobbe

fu schiavo a venti anni e Giuseppe fu venduto alla stessa et…. Infine fra

tutti gli animali a molteplici piedi non se ne trova alcuno che ne abbia pi—

di venti.

 

Il ventidue contrassegna la pienezza della saggezza, avendo l'alfabeto ebraico

ventidue lettere e il Vecchio Testamento altrettanti libri.

 

Il numero ventotto ci contrassegna il favore della luna, la quale compie il

suo corso in altrettanti giorni dopo i quali ritorna nel medesimo punto dello

zodiaco da cui si Š mossa. Da tal punto noi contiamo le ventotto case lunari,

che hanno influenze e propriet… tanto singolari.

 

Il numero trenta Š degno di rimarco per pi— misteri. Ges— Cristo Š stato

venduto per trenta danari; a trent'anni fu battezzato cominci• a compiere

miracoli e a predicare il regno di Dio. Lo stesso Giovanni Battista aveva

trent'anni quando cominci• a predicare nel deserto, preparando le vie del

Signore e Ezechiello pure non profetizz• prima della stessa et…. Giuseppe fu

tratto dal carcere a trent'anni e Faraone gli commise il governo dell'Egitto.

 

I dottori ebraici attribuiscono il numero trentadue alla saggezza, perch‚

Abramo ha elencato altrettante vie di saggezza. I pitagorici lo chiamano per•

il numero della giustizia perch‚ si pu• dividere in parti eguali sino

all'unit….

 

Gli antichi avevano in gran considerazione il numero quaranta, di cui

celebravano la festa chiamata tesseracoston. Questo numero agisce nella

concezione, perch‚ occorrono quaranta giorni al seme per disporsi e

trasformarsi nella matrice e per costituire un corpo organico perfetto, atto a

ricevere la anima razionale con le dovute proporzioni delle parti necessarie e

concorrenti alle funzioni della vita. Le donne restano sofferenti quaranta

giorni dopo il parto, occorrendo tale tempo per rimettere nello stato primiero

le parti naturali che hanno sofferto per lo sgravo. Durante i primi quadrante

giorni il nascituro ignora il riso e resta esposto alle malattie. Nella

religione il numero quaranta Š sinonimo d'espiazione di penitenza e di

misteri, perch‚ Iddio, ai tempi del diluvio ha fatto piovere sulla terra per

quaranta giorni e quaranta notti. Di pi— i figliuoli d'Israel hanno abitato il

deserto per quarant'anni; la distruzione di Ninive Š stata differita per

quaranta giorni; MosŠ Elia e il Cristo hanno digiunato quaranta, giorni;

Cristo Š rimasto quaranta settimane nel grembo della Vergine, ha dimorato a

Betlemme per quaranta giorni dopo la nascita prima d'esser presentato al

tempio, ha

predicato pubblicamente durante quaranta mesi, Š rimasto nel sepolcro quaranta

ore, Š asceso al cielo quaranta giorni dopo la resurrezione. I teologi

assicurano che ci• non si Š prodotto senza che alcun mistero non sia racchiuso

in questo numero.

 

Il numero cinquanta significa la remissione dei peccati la servit— e la

libert…, perch‚ secondo la legge, i debiti venivano rimessi un tempo dopo

cinquant'anni e Si rientrava in possesso dei propri beni. Questo numero ci

largheggia una promessa solenne di perdono e di penitenza merc‚ l'anno del

Giubileo e i Salmi penitenziali. Perfino la legge istessa e lo Spirito Santo

sono dichiarati in questo numero. Perch‚ la legge fu data a MosŠ sul Sinai

cinquanta giorni dopo l'uscita del popolo d'Israel dall'Egitto e lo Spirito

Santo discese sugli apostoli sul monte di Sion cinquanta giorni dopo la

resurrezione, donde procede che questo numero Š chiamato il numero della

grazia ed Š attribuito allo Spirito Santo.

 

Il numero sessanta era sacro presso gli Egiziani, perch‚ proprio del

coccodrillo, che fa sessanta uova ogni sessanta, giorni e le cova in

altrettanti giorni. Di pi— quest'animale vive altrettanti anni, ha un simile

numero di denti e ogni anno riposa per altrettanti giorni nel suo covo senza

mangiare.

 

Anche il numero settanta ha i suoi misteri, perch‚ durante la cattivit… di

Babilonia il fuoco del sacrificio fu conservato per altrettanti anni nascosto

sotto l'acqua; Geremia aveva predetto la distruzione del tempio nello stesso

numero di anni; la cattivit… di Babilonia dur• altrettanti anni; la

desolazione di Gerusalemme si protrasse durante un numero eguale di anni. Vi

erano anche settanta palme nel luogo in cui accamparono i figli d'Israel; i

padri discesero in Egitto con settanta persone; settanta re con le mani e i

piedi mozzi si cibavano degli avanzi sotto la mensa d'Adonibesech; Joas ha

generato settanta figli; Jeroboal ebbe settanta maschi; Abimelech s'ebbe

settanta pesi d'argento e con una pietra uccise settanta uomini; Abdon aveva

settanta tra figli e nipoti che cavalcavano settanta asinelli; Salomone aveva

settanta mila uomini preposti al trasporto dei bagagli, i settanta figli di

Acab, re di Samaria, furono decapitati; secondo il Salmista, il corso

ordinario della vita umana Š di settanta anni;

Lamech fu giudicato settanta volte sette e i peccati sono rimessi al peccatore

settanta volte sette.

 

Il numero settantadue Š degno di rimarco per altrettante lingue che esistono,

per altrettanti anziani nella Sinagoga, per altrettanti interpreti del Vecchio

Testamento e per altrettanti insigni discepoli del Cristo. Questo numero

presenta molta analogia col dodici; cosŤ ciascun segno celeste essendo diviso

in sei parti, ne risultano settantadue numeri quinari, ai quali presiedono

settantadue angeli e altrettanti nomi divini; ciascun numero quinario presiede

un linguaggio particolare con tanta efficacia (1), che gli astrologhi e i

fisionomi possono divinare l'idioma da cui uno Š oriundo; vi corririspondono

altrettante articolazioni nel corpo umano, perch‚ aggiungendo alle dodici

principali articolazioni gi… menzionate prima tre articolazioni per ogni dito

del piede e della mano, si ottiene appunto il numero settantadue.

 

Il numero cento, in sui il Signore ha collocato la pecora trovata, che Pass•

anche dalla sinistra. alla destra, Š sacro, perch‚ si ottiene moltiplicando il

denario per s‚ stesso e designa la completa perfezione.

 

Il numero mille Š il complemento di tutti i numeri ed Š il cubo della diecina,

il che significa la perfezione assoluta e consumata.

 

V'hanno infine ancora due numeri resi celebri da Platone nella sua Repubblica

e non disapprovati da Aristotile nelle sue Politiche, numeri che

contrassegnano i cangianti delle citt…. Essi sono il quadrato e il cubo del

dodici cioŠ il centoquarantaquattro e il millesettecentoventotto, che Š

un numero fatale raggiunto il quale una citt… o una nazione, avendo compito il

suo cubo, dovr… declinare. Nel quadrato per•, pur essendo soggetta a

cangiamenti, essi si produrranno in meglio se la citt… o la nazione sar…

governata saggiamente e solo per imprudenza, e non per destino, essa

declinerebbe.

 

Nota:

Vedi: Lenain, La Scienza Cabalistica, volume che fa parte di questa collezione

(N. dell'E.)

 

 

 

CAPITOLO XVI.

 

Delle figurazioni numeriche merc‚ speciali gesti.

 

Ho letto spessissimo nei Libri magici certe cose mirabili che mi sembrarono

gesticolazioni ridicole e le ritenni patti occulti coi demoni e perci• le

respinsi e le disapprovai. Ma quando ebbi esaminato pi— profondamente la cosa,

compresi per la prima tolta che in quei gesti magici gli antichi nascondevano

non patti coi diavoli, ma la razione dei numeri, con la quale rappresentano i

numeri con le inflessioni e le reinflessioni varie delle mani e delle dita; e

con tali gesti i magi lasciavano intendere nei loro riti, senza dir motto,

nomi dalle virt— inesprimibili che non Š lecito pronunciare ad alta voce e che

da essi venivano espressi in numeri, muovendo le dita l'uno dopo l'altro e

rendendo omaggio con riverente silenzio alle divinit… che presiedono alle cose

di questo mondo. Marziano si sovviene di questo rito, dicendo nella sua

Aritmetica: le dita della vergine ricominciavano i loro movimenti e si

aggrovigliavano insieme con atteggiamenti incomprensibili e dopo essere

entrata tracci• con le dita il numero settecentodiciassette e salut• Giove; e

la Filosofia Chiedendo qual nuora cerimonia avesse stabilito l'aritmetica con

tal numero, Pallade rispose che aveva salutato Giove col suo nome.

 

Perch‚ l'argomento sia chiarito, aggiungo qui quanto si pu• attingere alla

tradizione di Beda, il quale ammaestra:

 

"Per dire uno ripiegate il mignolo della mano sinistra e collocatelo nel mezzo

della palma: per dire due collocate allo stesso modo l'anulare; per dire tre

piegate ugualmente il medio; per dire quattro, sollevate il mignolo: per dire

cinque, sollevate l'anulare; per dire sei, sollevate il medio: per dire sette,

posate solo il mignolo sulla radice della palma, tenendo distese tutte le

altre dita: per dire otto, aggiungete il medio; per dire nove, collocate il

medio di fronte al mignolo. Per il dieci, applicate l'unghia dell'indice nel

mezzo della giuntura dee pollice; per il venti, appoggiate con forza la

punta del medio tra le giunture del pollice e dell'indice; per il trenta,

unite insieme le unghie dell'indice e del pollice; pel quaranta, appoggiate

l'interno del pollice su un lato o sul dorso dell'indice, tenendo ambo le dita

erette; pel cinquanta, curvate il pollice verso la palma, arrotondandolo in

forma della lettera greca gamma; pel sessanta, circondate il pollice ricurvato

come sopra con l'indice flesso; pel settanta introducete nell'indice curvo

come sopra il pollice steso, in modo che l'unghia fuoriesca dal mezzo

dell'articolazione dell'indice; per l'ottanta, introducete il pollice steso

nell'indice ripiegato, tenendo la punta dell'unghia imprigionata nel mezzo

dell'articolazione dell'indice; pel novanta, appoggiate la unghia dell'indice

piegato alla radice del pollice steso. Tutti questi gesti vanno fatti con la

mano sinistra. I seguenti invece si compiono con la mano destra. Il numero

cento s'indica con lo stesso gesto descritto pel numero dieci; il duecento con

quello del venti; il duemila con quello del due e cosŤ via sino al novemila.

Il diecimila s'indica appoggiando la sinistra arrovesciata sul petto con le

dita rivolte al cielo; il ventimila con la sinistra distesa in largo sul

petto; il trentamila col pollice appuntato sul petto, tenendo la mano sinistra

distesa ma ritta verso l'alto; il quarantamila con la stessa mano arrovesciata

sull'ombelico e volta in alto; il cinquantamila col pollice alto della stessa

mano curvo sull'ombelico; il sessantamila con l'afferrare di sopra la coscia

sinistra con la mano sinistra; il settantamila con la stessa mano distesa

sulla coscia; l'ottantamila, con la stessa mano curata sulla stesura coscia;

il novantamila col circondare le reni con la sinistra, volgendo in basso il

pollice; il centomila, il duecentomila, e cosŤ via sino al novecentomila,

s'indicano con gli stessi gesti compiuti con la mano destra. Per indicare un

milione, incrocerete insieme le dita con le due mani giunte".

 

Tali indicazioni sono tratte da Beda. Per maggiori particolari converr…

consultare la grande aritmetica di frate Luca del Santo Sepolcro.

 

 

 

 

CAPITOLO XVII.

 

Dei differenti caratteri dei numeri usati dai Romani.

 

 

Ogni popolo ha un modo diverso d'indicare graficamente i numeri ed ecco i

caratteri di cui si servivano i Romani descritti da Valerio Probo e ancora in

uso oggidŤ:

 

1 I

5 V

10 X

50 L

100 C

200 CC

500 D

1000 M S

5000 ICC

10000 IMI (e altri simboli)

50000 (simboli)

100000 (simboli) CM

200000 (simboli)

500000 (simboli) DM

1000000 (simboli)

 

 

V'hanno inoltre altri caratteri usati oggi dai matematici e dai calcolatori,

rappresentati secondo l'ordine dei numeri, dalle figure: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

8. 9., aggiungendo ai quali il segno della privazione o si formano le diecine,

le centinaie, le migliaia e cosŤ via.

 

Altri infine segnano il dieci con una virgola che attraversa una linea, il

cinque con una virgola che tocca una linea. senza dividerla, l'unit… con una

virgola isolata, il cento con un cerchietto, il quale aggiunto a un altro

numero lo moltiplica per cento, come si pu• vedere nell'esempio seguente:

 

(simboli)

 

 

 

 

 

CAPITOLO XVIII.

 

Dei caratteri usati dai Greci per indicare i numeri.

 

I Greci adoperano le lettere dell'alfabeto per indicare i numeri e ci• in tre

modi. Nel primo modo ogni lettera, Secondo il suo ordine alfabetico;

rappresenta un numero progressivo nel modo seguente:

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22.

23. 24.

(per ogni numero c'Š una lettera greca)

 

 

Nel secondo modo, dividono tutte le lettere in tre classi, di cui la prima,

che comincia dall'alfa, indica le unit…; la seconda, che comincia dall'iota,

indica le diecine; e la terza, che comincia dal rho, indica le centinaia. Tale

divisione Š stata istituita ad imitazione del raggruppamento ebraico. Ma

siccome l'alfabeto greco manca di tre lettere per osservare completamente tale

disposizione sono state aggiunte tre figure, per indicare rispettivamente i

numeri sei novanta e novecento, come dal grafico seguente:

 

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

10. 20. 30. 40. 50. 60. 70. 80. 90.

100. 200. 300. 400. 500. 600. 700. 800. 900.

(per ogni numero c'Š una lettera greca)

 

 

 

Le migliaia si formano aggiungendo una virgoletta (,) sotto ciascuna lettera o

segno, come si pu• vedere nel seguente esempio:

 

1000

10000

100000

 

 

Nel terzo modo, si adoperano soltanto sei lettere:

(seguono sei lettere greche)

 

 

le quali, accoppiate o raddoppiate tra loro, formano tutti i numeri. Per

esempio I indica l'uno; II indica il cinque essendo la prima lettera della

parola PENTE; Delta indica il dieci, dalla parola greca DECA; H indica il

numero cento, dalla parola ECATON; CHI indica il numero mille, dalla parola

CHILIA; M indica il numero diecimila, dalla parola greca MURIA. Con queste sei

lettere, riunite acconciamente sino a quattro e aggiungendovi altre lettere, i

Greci formano tutti gli altri numeri, eccetto il solo II che non si moltiplica

e non si raddoppia mai, ma significa sempre il quinario degli altri numeri,

come si pu• vedere negli esempi seguenti:

 

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21.

50. 60. 100. 200. 500. 1000. 5000. 10000. 50000.

 

(ad ogni numero corrisponde un simbolo)

 

 

CAPITOLO XIX.

 

Dei caratteri degli ebrei e dei caldei

e di alcuni altri caratteri magici.

 

Anche le lettere ebraiche indicano i numeri e con maggiore efficacia di quelle

di qualsiasi altra lingua, giacch‚ grandissimi misteri sono racchiusi nei

numeri ebraici, di cui si parla in quella parte della Cabala che Š detta

Notaricon. Le principali lettere dell'alfabeto ebraico sono ventidue, di cui

cinque, assumendo in fine della parola figurazioni differenti, sono dette

finali. Aggiungendo queste cinque lettere alle altre ventidue, otteniamo

ventisette lettere, che vengono divise in tre gruppi, il primo dei quali

indica le unit… il secondo le diecine e il terzo le centinaia:

 

9. 8. 7. 6. 5. 4. 3. 2. 1.

90. 80. 70. 60. 50. 40. 30. 20. 10.

900. 800. 700. 600. 500. 400. 300. 200. 100.

(ad ogni numero corrisponde una lettera ebraica)

 

 

Per avere le migliaia si possono adoperare le lettere tracciate in carattere

pi— grande, ma altri scrivono invece come appresso:

 

1000. 900. 800. 700. 600. 500.

(ad ogni numero corrisponde una lettera ebraica)

 

Tutti gli altri numeri vengono formati con le varie combinazioni di tali

lettere. E' da osservare che il numero 15 non Š mai ottenuto accoppiando il 10

col 5, ma bensŤ il 9 col 6 e cioŠ la (simbolo). Per rispetto al nome divino

che fa quindici, e perch‚ non si abusi di tale santo nome per implicare cose

profane.

 

 

Gli Egiziani, gli Etiopi, i Caldei, gli Arabi hanno anche essi i loro

caratteri particolari per indicare i numeri, che spesso si trovano

frammischiati a quelli impiegati dai magi; ma ci estenderemmo troppo a parlare

partitamente di tutti e rimandiamo colui che voglia acquistarne perfetta

conoscenza agli speciali trattati. Circa i Caldei, essi indicano i numeri con

le lettere alfabetiche nell'identico modo degli Ebrei e noi ne abbiamo

indicato l'alfabeto nella tavola finale del primo libro della nostra opera.

 

Inoltre, in due opere antichissime di magia e d'astrologia, ho trovato certi

grafici assai ingegnosi di numeri, che giudico opportuno riprodurre. Le unita

vengono indicate da segni rivolti verso destra; le diecine dagli stessi segni

rivolti verso sinistra; le centinaia dagli stessi segni capovolti e volti a

destra; le migliaia sempre dagli stessi segni capovolti e volti a sinistra.

Infine dal raddoppio e dall'unione di tali segni Š possibile ottenere

qualunque altro numero misto.

 

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

10. 20. 30. 40. 50. 60. 70. 80. 90.

100. 200. 300. 400. 500. 600. 700. 800. 900.

1000. 2000. 3000. 4000. 5000. 6000. 7000. 8000. 9000.

1510. 1511. 1471. 1486. 3421

(ad ogni numero corrisponde un simbolo)

 

 

 

 

CAPITOLO XX

 

Dei numeri attribuiti alle lettere e della maniera di divinare con essi.

 

I pitagorici, con Aristotile e Tolomeo, dicono che gli elementi stessi delle

lettere racchiudono certi numeri divini che permettono, se estratti dai nomi

propri delle cose e sommati, di giudicare delle cose nascoste e future. Tale

specie di divinazione Š perci• chiamata Aritmanzia e Terenziano ne fa cosŤ

menzione: Si dice che i nomi sieno composti di lettere che racchiudono numeri

pi— o meno grandi. I nomi dalle cifre elevate indicano la vittoria e perci•

Patroclo fu ucciso da Ettore e poco dopo quest'ultimo cadde per mano di

Achille.

 

Plinio dice che si attribuisce a Pitagora l'aver trovato che il numero dispari

delle vocali nei nomi presagisce che gli zoppicamenti, i mali d'occhi e

simiglianti accidenti, minacciano la parte destra del corpo e che il numero

pari di vocali invece si riferisce alla parte sinistra del corpo. Il filosofo

Alchandrino ha insegnato il modo di stabilire l'oroscopo e la stella

ascendente di una persona merc‚ i numeri delle lettere e di scoprire se morir…

prima il marito o la moglie, nonch‚ il successo o l'insuccesso d'ogni

intrapresa, e ho creduto opportuno far Seguire qui la tradizione, che Tolomeo

l'astrologo non ha disapprovato.

 

Nel parlare dei caratteri Greci e Ebraici, abbiamo mostrato prima come si

appropri un numero a ciascuna lettera, dividendo l'alfabeto in tre gruppi, di

cui il primo serve per le unit…, il secondo per le diecine e il terzo per le

centinaia. Ma poich‚ nell'alfabeto romano mancano quattro lettere per formare

il numero voluto di ventisette, si aggiungono per complemento j e v, semplici

consonanti, come nei due nomi Johannes e Valentinianus e hi e hu, consonanti

aspirate, come nei nomi Hieronymus e Huilhelmus. Rimarcando che i Tedeschi al

posto della hu aspirata adoperano la doppia v (w) e gl'italiani e i Franeesi

impiegano invece

la g unita all'u scrivendo Wilhelmus e Guilhelmus rispettivamente.

 

1 a

2 b

3 c

4 d

5 e

6 f

7 g

8 h

9 i

10 k

20 l

30 m

40 n

50 o

60 p

70 q

80 r

90 s

100 t

200 v

300 x

400 y

500 z

600 j

700 v

800 hi

900 hu

 

 

Per conoscere quale sia la stella dominante di alcuno sommate insieme tutti i

numeri corrispondenti a ciascuna lettera del suo nome, nonch‚ a quelli del

padre e della madre, e dividete il totale per nove. Se otterrete un residuo

indivisibile di uno o di quattro, la stella dominante sar… il Sole; se due o

sette la Luna; se tre Giove; se cinque Mercurio; se sei Venere; se otto

Saturno; se nove Marte. Per stabilire invece l'oroscopo, Sommate lo stesso

tutti i numeri corrispondenti a ciascuna lettera del nome della persona, di

quello della madre e di quello del padre e dividete il totale per dodici. Il

residuo indivisibile di uno contrassegna il Leone; di due, numero dedicato a

Giunone, l'Acquario; di tre, numero dedicato a Vesta, il Capricorno; di

quattro il Sagittario; di cinque il Cancro; di sei, numero dedicato a Venere,

il Toro; di sette numero dedicato a Pallade, l'Ariete; di otto, numero

delicato a Vulcano, la Bilancia; di nove, numero dedicato a Marte, lo

Scorpione; di dieci la Vergine; di undici i Pesci; di dodici, numero dedicato,

a Febo, i Gemelli.

 

Ne alcuno deve stupire che sia possibile pronosticare una quantit… di cose per

mezzo dei numeri dei nomi, perch‚ secondo la testimonianza dei pitagorici e

dei cabalisti degli ebrei, i numeri racchiudono misteri profondi e cogniti

solo a poche persone. L'Altissimo ha creato ogni cosa con peso numero e

misura, e da ci• trae origine la verit… delle lettere e dei nomi, che non sono

stati istituiti a capriccio, ma seguendo leggi che ci sfuggono. Perci•

Giovanni dice nell'Apocalisse: Che colui che sa, computi il numero del nome

della bestia, che Š quello dell'uomo.

 

Tuttavia non intendiamo parlare dei nomi imposti dai differenti popoli,

secondo le leggi gli usi i costumi e la religione del paese; ma bensŤ di quei

nomi ispirati a chiunque nasca dal cielo istesso con la compagine siderale e

tali quali i Mecubali Ebraici e i Saggi dell'Egitto ci hanno insegnato a

ricavare dalla nascita di alcuno.

 

 

CAPITOLO XXI.

 

Quali numeri sieno dedicati a ciascuna divinit… e quali attribuiti a ciascun

elemento.

 

I Pitagorici hanno dedicato speciali numeri agli elementi e alle divinit… che

presiedono alle cose celesti, attribuendo il numero otto all'aria, il quattro

al fuoco, il sei alla terra, e il dodici all'acqua. L'unit… compete al Sole,

che Š l'astro maggiore e in cui Dio ha collocato il suo tabernacolo, nonch‚ a

Giove, che Š il padre e il capo degli dei, come l'unit… Š il principio e la

sorgente dei numeri. Il numero due Š attribuito alla Luna, che Š il secondo

luminare e raffigura l'anima del mondo e si chiama Giunone, perch‚ la prima

congiunzione avviene tra l'uno e il due e il loro connubio Š affatto simile.

Il due Š anche attribuito a Saturno e a Marte, che, al dire degli astrologhi,

sono astri malefici. Il numero tre Š attribuito a Giove al Sole e a Venere,

che sono tre pianeti benefici, nonch‚ a Vesta a Ecate e a Diana; perci•

abbiamo la trigemina Ecate e le tre facce della vergine Diana. La triade

quindi Š dedicata a questa vergine, che dicono possente in cielo e nell'Erebo.

 

Il numero quattro Š anche attribuito al Sole, che forma con questo numero i

quattro punti cardinali e stabilisce la differenza fra le quattro stagioni,

nonch‚ a Cyllenius, che Š l'unico nume quadrato. Il numero cinque, composto

del primo numero pari e del primo dispari Š quasi partecipe dei due sessi, Š

attribuito a Mercurio e al Mondo celeste, che, oltre i quattro elementi

comuni, ne forma con se stesso un quinto. Il numero sei, composto del tre

moltiplicato per due, come dal connubio di due sessi, attribuito secondo la

dottrina di

Pitagora alla generazione e al matrimonio,

Š consacrato a Venere e a Giunone. Il numero sette significa riposo ed Š

consacrato a Saturno; esso regola il moto e la luce della Luna e perci• porta

il nome della vergine Tritonia, non essendo capace di generare. Lo si

attribuisce anche a Minerva che non ha padre n‚ madre; alla virile Pallade

perch‚ Š composto di numeri maschili e femminili; e Plutarcp lo attribuisce

altresŤ ad Apollo. Il numero Otto, in ragione del culto della giustizia, Š

consacrato a Giove ad Š anche

dedicato a Vulcano, perch‚ Š composto dal primo movimento e del numero due che

Š Giunone, moltiplicato due volte per se stesso. E' consacrato anche a Cibele,

avola degli dei a Cui in generale Š dedicato il cubo, e Plutarco lo dedica a

Bacco, o Dioniso, che si dice esser nato di Otto mesi.

Altri infine poich‚ i nati nell'ottavo mese del concepimento non sopravvivono,

hanno attribuito il numero otto a Saturno e alle Parche. Il numero nove

appartiene alla luna come ultimo ricettacolo di tutti i poteri e di tutte le

virt— celesti, nonch‚ alle nove Muse e a Marte. Il numero dieci che Š

circolare, per la ragione per cui la monade spetta al Sole, vien dato a Giano,

nonch‚ al mondo. Anche il numero dodici Š attribuito al mondo, nonch‚ al cielo

e al Sole perch‚ il Sole, nel percorrere i dodici segni dello zodiaco, divide

l'anno in dodici mesi. Il numero undici, infine, perch‚ semicircolare, Š

attribuito alla Luna e a Nettuno.

 

CAPITOLO XXII

 

Delle tavole dei pianeti e delle loro virt— e formule e dei nomi divini delle

intelligenze e dei demoni che le governano.

 

I magi ci sottopongono anche nelle loro opere certe tavole di numeri

distribuiti ai sette pianeti, chiamate tavole

sacre dei pianeti e dotate di grandi virt— poich‚ rappresentano la ragione

divina, o forma dei numeri celesti, impressa

sulle cose celesti dalle idee della mente divina pel tramite

dell'anima del mondo e della dolcissima armonia e della

concordanza dei raggi celesti, secondo la proporzione delle

immagini delle intelligenze superiori, non altrimenti riproducibili che coi

numeri e i caratteri. I numeri materiali e le figure non hanno alcun potere

nei misteri delle cose nascoste, salvo non siano rappresentativi dei numeri e

delle immagini formali, governati e animati dalle intelligenze e dalle

numerazioni divine che riuniscono gli estremi della materia e dello spirito

alla volont… d'un anima elevata per il grande affetto di chi opera con celeste

virt— e ricettrice della potenza divina attraverso l'anima del mondo, con

l'aggiunta della rigorosa osservazione delle costellazioni celesti, tradotta

su materia acconcia e disposta in forma conveniente secondo la scienza della

Magia.

 

La prima tavola, attribuita a Saturno, Š composta d'un quadrato a tra colonne

contenente nove numeri particolari ed in Ogni linea i tre per ogni verso ed i

tre di ciascuna diagonale costituiscono il numero quindici e la somma di tutti

i numeri da' Un totale di quarantacinque. Presiedono a questa tabella i nomi

che formano i numeri indicati, tratti dai nomi divini, insieme a

un'intelligenza pel bene e a un demone pel male e dagli stessi numeri Si

ricavano i segni o caratteri di

Saturno e dei Suoi Spiriti, che riproduciamo pi— avanti. Questa tavola incisa

su un disco di piombo Con l'immagine di saturno glorioso, facilita i parti,

rende l'uomo sicuro e possente e fa ottenere dai principi quanto si chieda. Ma

se Š dedicata

a Saturno infortuniato, Š contraria agli edifici e ai campi, fa decadele dagli

onori e dalle dignit…, fomenta le liti e i disordini, fa disperdere le armate.

 

La seconda tavola, dedicata a Giove, Š composta d'un quadrato moltiplicato per

se stesso contenente sedici numeri particolari, con quattro numeri in ciascuna

linea e sulle diagonali, che addizionati danno trentaquattro e che sommati

tutti insieme fanno centotrentasei. Anche questa tavola Š presieduta dai nomi

divini con una intelligenza pel bene e un demone pel male e da essa si

estraggono i caratteri di Giove e dei suoi Spiriti. Incisa su una lamina

d'argento con l'immagine di Giove possente e dominante da' le ricchezze, il

favore, l'amore, la pace e la Concordia, e assicura gli onori e le dignit….

Incisa sul corallo, impedisce i malefici.

 

La terza tavola appartiene a Marte ed Š composta di un quadrato a cinque

colonne contenente venticinque numeri, che sommati verticalmente

orizzontalmente e diagonalmente danno il numero sessantacinque, e tutti

insieme formano il numero trecentoventicinque. E' governata dai nomi divini

con una intelligenza pel bene e un demone pel male e se ne estraggono i

caratteri di Marte e dei suoi spiriti. Incisa su un disco di ferro o su una

spada con l'immagine di Marte fortunato, rende l'uomo temibile in guerra,

saggio nei giudizi, felice nel chiedere, terribile agli avversari, vincitore

dei propri nemici e incisa su una corniola, arresta le emorragie e le

mestruazioni. Incisa su un disco di rame rosso, con l'immagine di Marte

infortuniato, Š malefica agli edifici, fa decadere dagli onori e dalle dignit…

e perdere le ricchezze; causa le discordie, le liti, gli odi e le antipatie

degli uomini e delle bestie; tiene lontane le api i colombi e i pesci;

impedisce ai mulini di vorticare; rende disgraziate le cacce e le battaglie e

sterili gli uomini le donne e ogni altro animale; terrorizza gli avversari e

li obbliga al rispetto.

 

La quarta tavola Š attribuita al Sole e composta d'un quadrato a sei colonne

con trentasei numeri, che danno Su ogni linea un totale di centoundici e

sommati insieme formano il numero seicentosessantasei. E' governata dai nomi

divini con una intelligenza pel bene e un demone pel male e se ne estraggono i

caratteri del Sole e dei suoi spiriti. Incisa su una placca d'oro con

l'immagine del Sole trionfante, rende chi la porti seco glorioso, amabile,

piacevole, suscettibile di ottenere quanto desideri, simile ai re e ai

principi. Ma se l'immagine rappresenta un Sole infortuniato, vale a rendere

tiranni, superbi, ambiziosi, incontentabili e a procacciare una cattiva fine.

 

La Quinta tavola Š quella di Venere ed Š composta d'un settenario moltiplicato

per se stesso, contenente quarantanove numeri, sette per ogni linea e per ogni

lato e sulle due diagonali, che sommati formano il numero settantacinque e che

riuniti danno un totale complessivo di milleduecentoventi. I nomi divini

presiedono a questa tavola con una intelligenza pel bene e un demone pel male

e se ne estraggono i caratteri di Venere e dei suoi spiriti. Incisa su un

disco d'argento con l'immagine di Venere rigogliosa, distrugge i dissensi, fa

ottenere l'affetto delle donne, contribuisce al concepimento, impedisce la

sterilit… e rende potenti nella copula, dissolve i malefici, concilia gli

amanti, rende prolifici gli animali, collocata in un colombaio moltiplica i

piccioni, combatte la melanconia, e portata addosso rende felici i viaggi. Ma

se Š incisa su rame con l'immagine di Venere infortuniata, produce effetti

affatto contrari.

 

La sesta tavola si riferisce a Mercurio ed Š composta d'un ottonario

moltiplicato per s‚ stesso, contenente sessantaquattro numeri che sommati

sulle otto linee orizzontali e verticali e sulle diagonali, danno la cifra di

duecentosessanta e in complesso un totale di duemilaottanta. La tavola Š

governata da nomi divini con una intelligenza pel bene e un demone pel male e

se ne ricavano i caratteri di Mercurio e dei suoi spiriti. Incisa su un disco

di argento o di stagno o di rame giallo, o scritta su pergamena vergine, Con

l'immagine di Mercurio fortunato, rende chi la porta amabile e felice, gli fa

ottenere quanto vuole, lo fa guadagnare, combatte la povert…, d… la memoria

l'intelligenza e il dono della profezia, fa conoscere merc‚ i sogni le cose

nascoste. Con un Mercurio infortuniato produce invece effetti assolutamente

opposti.

 

La settima tavola Š quella della Luna ed Š composta di un novenario

moltiplicato per s‚ stesso. Comprende novantuno numeri, nove per linea, per

lato e per diagonale e la somma di ogni colonna e di ogni diagonale d… il

numero trecentossettanove e tutti i numeri insieme sommano a

milletrecentoventuno. I nomi divini presiedono a questa tavola con una

intelligenza pel bene e un demone pel male e se ne estraggono i caratteri

della Luna e dei suoi spiriti. Incisa sull'argento con l'immagine della Luna

fortunata, rende chi la porta grazioso, amabile, dolce, gaio, onorato e sventa

ogni malizia e ogni cattiva volont…. Di pi— d… la sicurezza nei viaggi,

accresce i beni di fortuna e la salute corporale e tiene lontani i nemici e

tutto quanto pu• essere nocivo. Incisa invece sul piombo con l'immagine della

Luna infortuniata e sotterrata in un luogo qualsiasi, rende disgraziati coloro

che vi dimorano ed Š infausta egualmente alle navi, alle sorgenti, ai fiumi e

molini, nonch‚ agli uomini contro cui sia preparata con i dovuti riti, che

sono costretti ad allontanarsi dalla loro dimora e dalla loro patria,

sotterrandola in qualche luogo della loro casa; ed impedisce i medici e gli

oratori e intralcia nel loro ufficio tutti quelli contro cui sia stata

fabbricata.

Un abile indagatore potr… facilmente trovare il modo di ricavare da queste

tavole i sigilli e i caratteri dei pianeti e dei loro spiriti.

 

 

Nomi divini che corrispondono ai numeri di Saturno.

 

3. Ab

9. Hod.

15. Iah.

l5. Hod.

45. Di quattro lettere

45. Agiel. Intelligenza di Saturno

45. Zazel. Demone di Saturno

 

 

 

Nomi divini che corrispondono ai numeri di Giove.

 

4. Abba

16.

16.

34. El Hab

136. Johphiel. Intelligenza di Giove

136. Hismael. Demone di Giove

 

Nomi divini che corrispondono ai numeri di Marte

 

5. He. Lettera del santo nome

25.

65. Adonai.

325. Graphiel. Intelligenza di Marte

325. Barzabel. Demone di Marte

 

Nomi divini che corrispondono ai numeri del Sole.

 

6. Vau. Lettera del santo nome

6. He. Lettera del santo nome

36. Heloh

111. Nachiel. Intelligenza del Sole

666. Sorath. Demone del Sole

 

 

Nomi divini che corrispondono ai numeri di Venere.

 

7.

49. Hagiel. Intelligenza di Venere.

175. Kedemel. Demone di Venere

1225. Bne Seraphim. Intelligenza di Venere

 

 

Nomi divini che corrispondono ai numeri di Mercurio.

 

8. Asboga

64. Din

64. Doni.

260. Tiriel. Intelligenza di Mercurio

2080. Taphthartarath. Demone di Mercurio

 

 

Nomi divini che corrispondono ai numeri della Luna.

 

9. Hod

81. Elim

369. Hasmodai. Demone della Luna

3321. Schedbarschemoth Scharthathan. Demone dei Demoni della Luna.

Intelligenza delle Intelligenze della Luna.

3321. Malchabetharsisim hed beruah schehakim

 

 

 

TAVOLE DI SATURNO

IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

4    9    2

3    5    7

8    1    6

 

 

segni o caratteri:

di saturno

dell'intelligenza di saturno

del demone di saturno

 

 

 

TAVOLE DI GIOVE

IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

 

4    14   15   1

9    7    6    12

5    11   10   8

16   2    3    13

 

 

segni o caratteri:

di GIOVE

dell'intelligenza di GIOVE

del demone di GIOVE

 

 

 

TAVOLE DI MARTE

IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

 

11   24   7    20   3

4    12   25   8    16

17   5    13   21   9

10   18   1    14   22

23   6    19   2    15

 

 

segni o caratteri:

di MARTE

dell'intelligenza di MARTE

del demone di MARTE

 

 

 

TAVOLE DEL SOLE

IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

 

6    32   3    34   35   1

7    11   27   28   8    30

19   14   16   15   23   24

18   20   22   21   17   13

25   29   10   9    26   12

36   5    33   4    2    31

 

 

segni o caratteri:

DEL SOLE

dell'intelligenza DEL SOLE

del demone DEL SOLE

 

 

 

TAVOLE DI VENERE

IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

 

22   47   16   41   10   35   4

5    23   48   17   42   11   29

30   6    24   49   18   36   12

13   31   7    25   43   19   37

38   14   32   1    26   44   20

21   39   8    33   2    27   45

46   15   40   9    34   3    28

 

 

segni o caratteri:

dell'intelligenza di VENERE

delle intelligenze di VENERE

del demone di VENERE

 

 

 

TAVOLE DI MERCURIO

IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

 

8    58   59   5    4    62   63   1

49   15   14   52   53   11   10   56

41   23   22   44   45   19   18   48

32   34   35   29   28   38   39   25

40   26   27   37   36   30   31   33

17   47   46   20   21   43   42   24

9    55   54   12   13   51   50   16

64   2    3    61   60   6    7    57

 

 

segni o caratteri:

di MERCURIO

dell'intelligenza di MERCURIO

del demone di MERCURIO

 

 

TAVOLE DELLA LUNA

IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

 

37   78   29   70   21   62   13   54   5

6    38   79   30   71   22   63   14   46

47   7    39   80   31   72   23   55   15

16   48   8    40   81   32   64   24   56

57    17  49   9    41   73   33   65   25

26   58   18   50   1    42   74   34   66

67   27   59   10   51   2    46   75   35

36   68   19   60   11   52   3    44   76

77   28   69   20   61   12   53   4    45

 

 

segni o caratteri:

DELLA LUNA

dell'intelligenza delle Intelligenze DELLA LUNA

del demone della LUNA

del demone dei demoni della LUNA

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO XXIII.

 

Delle figure e dei corpi geometrici, dei loro poteri magici e della loro

concordanza con gli elementi e col cielo stesso.

 

Le figure geometriche, che risultano dai numeri, non hanno minore efficacia

degli stessi numeri. Anzitutto il circolo risponde all'unit… e al numero

dieci, perch‚ l'unit… Š il centro e la circonferenza d'ogni cosa e il numero

dieci ritorna all'unit…, come alla sua origine, essendo la fine e il

complemento di tutti i numeri. Si dice che il cerchio sia una linea senza

fine, che non ha punto alcuno che sia possibile considerare come principio o

come fine e di cui ogni punto pu• esserne il principio o la fine e perci• si

dice anche che il movimento circolare Š infinito, non rispetto al tempo ma al

luogo. CosŤ la figura rotonda Š stimata la pi— perfetta di tutte e la pi— atta

alle incantazioni e agli esorcismi e ne deriva che per scongiurare i cattivi

demoni ci si collochi d'ordinario nel mezzo d'un cerchio.

 

Ugualmente il pentagono Š assai efficace contro i cattivi demoni sia per la

virt— del numero cinque che pel tracciato

delle sue linee, che formano all'interno cinque angoli ottusi e all'esterno

cinque angoli acuti. Il pentagono interiore racchiude grandi misteri e lo

stesso deve dirsi del triangolo, del quadrangolo, dell'esagono, dell'eptagono,

dell'ottagono e delle altre figure geometriche, composte di molteplici e

differenti intersecazioni, che hanno significati e virt— differenti secondo i

vari tracciati e le varie proporzioni delle linee e del numeri.

 

Gli Egiziani e gli Arabi assicuravano che la figura della croce ha gran potere

e che Š efficace ricettacolo di tutte le forze celesti e delle intelligenze,

essendo la prima descrizione della superficie in longitudine e in latitudine.

Il suo potere deriva dalla rettitudine dei suoi angoli e raggi; cosŤ le stelle

hanno la massima potenza quando nella figura del cielo occupano i quattro

cardini e con la mutua proiezione dei loro raggi costituiscono la croce.

Inoltre la croce ha riferimenti coi numeri cinque sette e nove, che sono

dotati di efficaci virt— e perci• i sacerdoti egizi la collocarono nel numero

delle loro lettere sacre, significando allegoricamente per essi la vita della

futura salvezza. CosŤ sul petto di Serapide era tracciata una croce e i Greci

nutrirono per questa figura una gran venerazione. Per quanto riguarda la

religione, ci riserviamo parlarne pi— avanti.

 

Tutte le figure operano meraviglie, quando vengono tracciate sulla carta e sui

metalli con appropriate immagini. I loro effetti sono da attribuire a figure

pi— eccelse, mediante una certa simpatia prodotta dall'attitudine e dalla

rassomiglianza naturale, la quale opera alla stessa guisa d'una eco che si

riflette contro un muro opposto o dei raggi del sole raccolti in uno specchio

concavo e riverberati poi sopra un materiale combustibile, o anche d'una lira

che entra in vibrazione al risuonare d'un'altra simigliante, o infine come due

corde tese allo stesso intervallo e perfettamente accordate che risuonano

contemporaneamente pizzicandone una sola. Similmente cosŤ tutte le figure e

tutti i caratteri concepiscono in s‚ le virt— delle cose celesti se tracciati

o impressi nel dovuto tempo e nei modi dovuti e con le cerimonie atte a

intonarli alle figure dominanti.

 

Tutto ci• che diciamo delle figure Š ugualmente riferibile ai corpi

geometrici, che sono: la sfera, il tetraedro, l'esaedro, l'ottaedro,

l'icosaedro, il dodecaedro e simili. N‚ bisogna dimenticare quali figure

Pitagora e i suoi seguaci, Timeo di Locri e Platone, abbiano attribuito agli

elementi e al cielo. Essi hanno dato alla terra il primo cubo di otto angoli

solidi di ventiquattro piani e di sei basi, quadrato in forma di dado. Al

fuoco la piramide a quattro basi triangolari altrettanti angoli solidi e

dodici piani. All'aria l'ottaedro, a otto basi triangolari sei angoli solidi e

ventiquattro piani. All'acqua assegnarono l'icosaedro di venti basi

(triangolari) e dodici angoli solidi. Al cielo il dodecaedro a dodici basi

pentagonali venti angoli solidi e sessanta piani.

 

Chiunque conoscer… i poteri di tali figure e di tali corpi, le loro relazioni,

le loro propriet…, potr… operare molte meraviglie nella Magia naturale e nella

prospettiva e specialmente nelle applicazioni degli specchi ed io ho saputo

ottenere con essi meraviglie e vi sono specchi in cui chiunque pu• vedere

quello che vuole a grandissima distanza.

 

 

 

 

 

CAPITOLO XXIV.

 

Dell'armonia musicale, delle sue forze e del suo potere.

 

L'armonia musicale non Š orbata dei doni siderali, poich‚

Š una potentissima imitatrice di tutte le cose. Seguendo opportunamente i

corpi celesti, provoca mirificamente il celeste influsso, agendo sulle

passioni, gli atteggiamenti, i gesti, i movimenti, le azioni e i costumi e

disponendo l'anima secondo le sue propriet…, gioia o tristezza, audacia o

tranquillit… e simili. Perfino le bestie sono attratte dalle sue modulazioni

ed Š possibile cosŤ catturare cervi e uccelli, immobilizzare i pesci in uno

stagno, ispirare confidenza ai delfini, render mansueti i cigni iperborei e

gli elefanti delle Indie. Il suono d'un flauto basta a far gonfiare e

traboccare le acque della fonte Halesia, d'ordinario assai tranquille.

Esistono in Lidia alcune isole lacustri, dette isole delle Ninfe, che al suono

d'un flauto vorticano e si avvicinano a riva, come ne fa fede Varrone. Sulle

rive dell'Attica, cosa ancora pi— sorprendente, il mare suona come un'arpa e a

Megaride v'ha una roccia che, percossa, emette suoni dolcissimi. La musica

molce l'anima, eleva il pensiero, eccita il soldato alla pugna, allevia le

pene e la fatica, conforta i disperati, ripristina le forze del viaggiatore.

Gli Arabi asseriscono che i camelli sovraccarichi resistono meglio alla fatica

merc‚ i canti dei loro conducenti, nel modo istesso che i portatori di pesanti

fardelli rendono pi— saldi i loro muscoli cantando. Perch‚ il canto rallieta,

placa le ire, scaccia le tristezze e le inquietudini, dissipa i malumori,

modera la rabbia dei frenetici, fuga i vani pensieri.

 

Democrito e Teofrasto assicurano che con l'impiego della musica Š possibile

guarire o procurare certe malattie del corpo e dello spirito e in tal modo

Terpandro e Arione Metimneo hanno curato i Lesbiani e gli Ionici e Ismenio il

Tebano s'Š servito della musica per combattere non pochi morbi crudeli. Di pi—

Orfeo, Anfione, David, Pitagora

Empedocle, Asclepiade, Timoteo realizzavano prodigi con l'impiego dei Suoni e

degli accordi, ora risvegliando i sensi addormentati, ora, con tonalit… pi—

gravi raffrenando le passioni violente degli impudichi, il furore dei dementi,

i trasporti degli iracondi. David chet• l'ira di Saul col suono dell'arpa,

Pitagora guarŤ un voluttuoso da una passione sregolata, Timoteo mise in furore

Alessandro e poi lo plac•. Sassone il Grammatico fa menzione nell'istoria dei

Danesi d'un certo musicista che si vantava di potere colla modulazione dei

suoni indurre con tanta forza al furore della pazzia, che nessuno degli

ascoltatori poteva restare padrone della sua mente; e spinto dall'ordine del

re alla prova cominci• a piegare le consuetudini dell'animo con la variet… dei

suoni e per prima cosa, con un concerto d'inusitata severit…, riempŤ gli

ascoltatori di mestizia e stupore; poi con suoni pi— vivaci, cambiata la

severit… in plauso, pieg• gli animi a pi— allegro stato ed il corpo a

movimenti e gesti pi— petulanti; ed infine con suoni pi— aspri concit• lo

Spirito a tal punto di pazzia, che il furore divamp• in rabbia e tenacit….

 

Si trova anche scritto che coloro che siano stati morsicati dalla tarantola in

Puglia, cadano in sopore, da cui vengono tratti merc‚ determinati suoni che li

sospingono a ballare in cadenza. Sulla fede di Gellio, si Š creduto che il

suono d'un flauto valga a calmare i pi— violenti accessi di gotta e di

sciatica e lo stesso autore dice avere appreso da Teofrasto che sia possibile

combattere gli effetti delle morsicature delle vipere col suono del flauto. E

Democrito conferma che tale istrumento abbia servito di rimedio a non poche

malattie.

 

 

 

 

CAPITOLO XXV.

 

Del suono e dell'accordo e delle cause della loro meravigliosa efficacia.

 

Se conveniamo con Pitagora e con Platone che il cielo Š composto armonicamente

e ch'esso governa e crea tutte le cose con moti armonici bisogna ammettere

anche che il suono abbia la virt— di ricevere i doni delle influenze celesti.

 

Il canto ha maggiore efficacia del suono degli istrumenti, provenendo dalla

concezione spirituale e dal desiderio imperioso della fantasia e del cuore e

penetrando facilmente, insieme all'aria, rimossa e temperata, nello spirito

aereo dell'ascoltatore, che Š il legame tra l'anima e il corpo, portando Con

se l'affetto e l'animo di chi canta, muovendo con l'affetto di chi ascolta,

eccitando la fantasia con la fantasia lo spirito con lo spirito, muove il

cuore, penetra sino in fondo al pensiero, s'insinua poco a poco nei costumi e

pone in moto le membra e le arresta, cosŤ come gli umori del corpo. Perci•

l'armonia pu• suscitare tante passioni naturali e artificiali, e quella

prodotta dalla voce rinvigorisce gli spiriti e i corpi. Ma Š necessario che i

suoni provengano da basi concordanti, sieno esse corde, o tubi di strumenti, o

voci. N‚ sar… possibile ad alcuno far concordare il ruggire dei leoni, il

muggire dei buoi, il nitrire nei cavalli, il ragliare degli asini, il grugnire

dei maiali, ovvero le corde d'uno strumento miste di budella di lupo e

d'agnello, che hanno basi dissonanti. Le voci umane invece, quantunque

differenti, s'accordano perch‚ non hanno che una base unica secondo la specie.

Anche parecchi uccelli s'accordano tra loro e gl'istrumenti artificiali

s'accordano con le voci naturali, perch‚ dall'una e dall'altra parte v'ha una

simiglianza reale o espressa, ovvero alcuna analogia.

 

Ogni concetto Š composto di suoni o di voci. Il suono Š lo spirito e la voce Š

il suono e lo spirito animato. Il discorso Š lo spirito profferito col suono e

con la voce improntata di significato ed esso si sprigiona dalla bocca col

suono e con la voce. Calcidio dice che la voce Š sospinta dal fondo del petto

e del cuore con uno sforzo del respiro, che si produce in quella cavit… del

petto in cui il mediastino ricco di nervi separa il cuore dai polmoni e, merc‚

l'uno e gli altri, unitamente alle altre parti vitali e non esclusa la lingua

e la gola, produce i suoni articolati, che sono il principio della parola,

interprete dello spirito, di cui manifesta i movimenti interiori. Lattanzio

dice invece che le spiegazioni che possono darsi intorno alla formazione della

Voce sono tanto occulte, che non Š possibile comprendere come effettivamente

si produca e cosa sia.

Tutta la musica pu• essere compresa nella voce nel suono e nell'udito. Senza

l'aria non Š possibile percepire il suono e l'aria, pu• cosŤ necessaria

all'udito, non pu• essere udita di per s‚ stessa, n‚ toccata, n‚ percepita da

alcuno dei sensi senza intermediari. Perch‚ l'occhio non potrebbe vederla

senza il colore, ne l'udito udirla senza il suono, ne l'odorato sentirla senza

il profumo, ne il gusto gustarla senza il sapore, ne il tatto percepirla senza

il caldo o il freddo, o simili altre qualit…. Perci•, quantunque il suono non

possa prodursi senza aria, tuttavia non ha la natura dell'aria, n‚ l'aria

quella del suono; ma l'aria Š il corpo della vita del nostro spirito

sensitivo, n‚ ha la natura d'alcun oggetto sensibile, ma quella d'una virt—

pi— spirituale e pi— elevata. Nondimeno occorre che l'anima sensitiva

vivifichi l'aria che le Š congiunta e che senta le specie degli oggetti che

agiscono su di essa in un'aria vivificata e congiunta allo spirito e ci•

nell'aria vivente. Ma con la differenza che le specie visibili si scorgono

nell'aria trasparente e sottile, quelle dell'udito nell'aria comune e quelle

degli altri sensi nell'aria pi— grossolana.

 

 

 

CAPITOLO XXVI.

 

Della concordanza dei suoni e degli accordi con i corpi celesti e quali suoni

corrispondano a ogni astro.

 

Ora Š indispensabile conoscere quali suoni sieno peculiari d'ogni astro...

Saturno ha suoni tristi, rauchi, gravi, lenti e come raggruppati e

concentrati; Marte ha suoni rudi, acuti, minacciosi, risoluti e come

improntati d'ira; la Luna ha suoni misti tra gl'indicati. Questi tre pianeti

hanno comune la caratteristica di possedere voci o suoni, piuttosto che

accordi. Gli accordi contraddistinguono invece Giove, il Sole, Venere e

Mercurio. Giove ha accordi gravi, costanti, intensi, scavi, gai e piacevoli;

il Sole accordi venerabili, forti, puri, dolci e graziosi; Venere accordi

lascivi, lussuriosi, molli, voluttuosi, dissoluti e dilatati concentricamente;

Mercurio accogli multipli, allegri, piacevoli per una certa vivacit…. Tali

accordi sono per• composti di toni particolari, concordanti con le nove Muse.

Giove ha l'ottava e la quinta, ossia il diapason e il diapente; il Sole ha

l'ottava e la quindicesima, ossia il diapason e il disdiapason; Venere ha la

quinta, ossia il diapente; Mercurio il diatessaron, ovvero la quarta.

 

Di pi— gli antichi si contentarono del tetracordo, ossia del numero dei

quattro elementi, non ebbero che quattro corde per i vari Strumenti, come, al

dire di Nicomachus, fu stabilito per primo da Mercurio e con queste quattro

corde si Š voluto significare la terra con l'hypatŠ, l'acqua, col parhypatŠ o

il mese, il fuoco col netŠ o il diezeugmenon, o l'hyperboleos, l'aria col

parenetŠ o il synemmenon. In seguito Terpandro di Lesbo invent• una settima

corda e le sette corde vennero riferite ai sette pianeti.

 

Coloro che presero a base dell'accordo i quattro elementi, dicevano che i

quattro generi di musica s'accordavano, oltre che coi quattro elementi, anche

con i quattro umori giudicando perci• che il modo dorico s'accordasse con

l'acqua e con la flegma, il frigio col fuoco e con la collera, il lidio con

l'aria e col sangue, il mixolidio con la terra e con la bile nera. Altri,

basandosi sul numero e sulla virt— dei cieli, hanno attribuito il dorico al

sole, il frigio a marte, il lidio a Giove, il mixolidio a saturno,

l'hypofrigio a mercurio, l'hypolidio a Venere, l'hypodorico alla Luna e

l'hypomixolidio al cielo delle stelle. Di pi— gli antichi ammettevano una

quantit… di muse e di corde eguale al numero di cieli riconosciuto, pur senza

osservare l'ordine da loro stabilito tra i numeri e le anime celesti

riferentesi alle nove Muse, gi… da noi indicato. Perch‚ dicevano che la musa

Talia era priva di suoni, simbolizzando il silenzio e la terra: che a Clio e

alla luna era da attribuirsi il modo hypodorico e la corda proslambanomenos; a

Calliope e a mercurio il modo hypofrigio e la corda hypatehypaton; a Tersicore

e a Venere l'hypolidio e la corda parhypatehypaton; a Melpomene e al sole il

modo dorico e la corda lychanoshypaton; a Erato e a Marte il modo frigio e la

corda, hypatemeson; a Euterpe e a Giove il modo lidio e la corda

parhypatemeson; a Polimnia e a Saturno il modo mixolidio e la corda

lichanosmeson; a

Urania e al cielo il modo hypermixolidio e la corda meseschorda. Il che

troviamo descritto nei seguenti versi:

 

La sorda Talia, giacente in grembo alla terra, fa germinare il silenzio dal

suo Primo canto.

 

Persefone e Clio soffiano. E ne nasce l'hypodorico, donde trae origine

Prosmeledes.

 

L'hypochorda seguente forma il frigio che genera Calliope istessa, nonch‚

Mercurio, l'araldo degli dei.

 

La terza corda fa intendere il preludiare dell'hypolidio. Tersicore avanza e

la dea di Pafo d… la concordanza e l'ordine.

 

Melpomene e il Sole caratterizzano in modo indubbio il modo detto dorico, che

viene quarto.

 

Erato d… al frigio la quinta corda e Marte insieme, che si compiace sempre

nella lotta e mai nella pace.

 

Il lidio ha la modulazione d'Euterpe e di Giove e con la sua dolcezza forma la

sesta corda.

 

Saturno e Polimnia fanno vibrare la settima corda, da cui comincia il

mixolidio.

 

L'hypermixolidio, nell'animare l'ottava corda amica d'Urania, fa rotare i poli

con arte.

 

Alcuni autori si provano anche a trarre le armonie celesti dalle distanze

reciproche che intercorrono fra gli astri. CosŤ la distanza, fra la Terra e la

Luna, che Š di centoventiseimila stadi italici, forma l'intervallo d'un tono;

quella fra la Luna e Mercurio, che Š della met…, forma il semitono; una

distanza simile fra Mercurio e venere forma un altro mezzo tono; tra, Venere e

il Sole v'ha un diapente, che forma tre toni e mezzo; dalla Luna al Sole v'ha

il diatessaron, ossia due toni e mezzo; dal Sole a Marte v'ha tanta distanza

quanta fra la Terra e la Luna, ci• che forma un tono; da Marte a Giove la met…

di tale distanza,, che forma un semitono; da Giove a Saturno un'eguale

distanza, che forma un altro semitono; da Saturno al cielo delle stelle ancora

la distanza d'un semitono. Dunque dal Sole al cielo delle stelle v'ha il

diastema diatessaron di due toni e mezzo e dalla Terra un perfetto diapason di

sei toni interi. Ci• stabilito dalla proporzione dei movimenti dei pianeti

l'uno rispetto

all'altro e dall'accordo con l'ottavo cielo, si genera l'armonia pi— perfetta.

La proporzione di tali movimenti Š da Saturno a Giove un doppio sesquialtero;

da Giove a Marte il sestuplo; da Marte al Sole a Venere e a Mercurio, che

stanno a eguale distanza, il doppio; da questi alla Luna il duodecuplo; da

Saturno al cielo delle stelle il milleduecentuplo, se pur Š giusto quanto

afferma Tolomeo che il cielo delle stelle compia il suo giro intorno al Primo

Mobile in cento anni per ogni grado. Perci• la velocit… delle Luna Š maggiore

rispetto al movimento proprio e produce un suono pi— acuto di quello dell'orbe

stellare, che Š il pi— lento di tutti e d… il suono pi— grave. Ma il Primo

Mobile, pel suo moto violento, Š il pi— rapido e il pi— acuto e la Luna Š la

pi— lenta e la pi— grave e tale proporzione e reciprocit… scambievole di

movimenti produce la pi— Soave armonia. CosŤ nessun canto, nessun suono,

nessun istrumento musicale possiedono maggiore efficacia per suscitare le

passioni umane e per esaltarle, di quelli che sono composti e derivati dai

numeri, dalle misure e dalle proporzioni alla maniera di quelle celesti.

 

Gli accordi degli elementi vengono poi tratti dalle loro basi e dai loro

angoli, di cui abbiamo gi… parlato. Tra il fuoco e l'aria vi Š doppia

proporzione nelle basi e sesquialtera negli angoli solidi, doppia nei piani; e

perci• ne risulta l'armonia del doppio diapason e del diapente. Tra l'aria e

l'acqua una proporzione basilare di un doppio sesquialtero, da cui risultano

il diapason e il diapente, e una doppia proporzione angolare, da cui risulta

ancora il diapason. Tra l'acqua e la terra una triplice proporzione

sesquiterza nelle basi, da cui risultano il diapason il diapente e il

diatessaron, e angolarmente una sesquialtera, che forma ancora il diapente.

Tra la terra e il fuoco ugualmente una sesquialtera fra le basi, che forma. il

disponete e fra gli angoli una doppia proporzione che forma il diapason. Ma

tra il fuoco e l'acqua, tra l'aria e la terra, non v'ha concordanza per la

decisa contrariet… delle qualit… rispettive e pu• esservi solo accordo merc‚

un elemento intermedio fra i due contrari.

 

 

 

 

 

CAPITOLO XXVII.

 

Della proporzione della misura e dell'armonia del corpo

umano.

 

Poich‚ l'uomo Š la pi— bella ed assoluta opera ed immagine di Dio ed Š il

mondo minore. CosŤ anche egli con composizione pi— perfetta, con pi— soave

armonia, con pi— sublime dignit…, contiene in s‚ e sostiene tutti i numeri,

pesi, misure, movimenti, elementi e tutte le altre cose componenti; e tutte le

cose conseguono in esso, come per supremo artifizio, una certa consonanza

suprema pi— forte di quella comune che si riscontra negli altri corpi. Perci•

gli antichi contavano altravolta e indicavano con le loro dita i numeri e

sembra con ci• che abbiano voluto dimostrare che tutti i numeri, le misure, le

proporzioni e le armonie siano stati inventati a Somiglianza delle varie

articolazioni del corpo umano. Donde deriva che, conformandosi alle misure e

alle proporzioni del corpo umano, essi abbiano costruito templi, edifici,

case, teatri, navigli, macchine e le singole parti relative agli edifici, come

colonne, capitelli, basamenti, frontoni, piedistalli e simili. Dio stesso

insegn• a NoŠ a costruire l'arca Sulle misure fornite dal corpo umano, come

egli stesso ha tratto dal nulla tutto il macchinario dell'universo basato

sulla simmetria del corpo umano, cosŤ che quello vien chiamato il gran mondo e

questo il piccolo mondo.

 

Alcuni misurano il corpo umano con sei piedi, il piede con dieci gradi e il

grado con cinque minuti, per cui si contano sessanta gradi che formano

trecento minuti, equivalenti ed altrettanti cubiti geometrici quanti MosŠ ne

attribuisce all'arca di NoŠ. Perch‚ come il corpo umano misura trecento minuti

in lunghezza, cinquanta in larghezza e trenta in altezza, cosŤ l'arca era

lunga trecento cubiti, larga cinquanta, alta trenta, affinch‚ la proporzione

della lunghezza alla larghezza fuse sestupla, della lunghezza all'altezza

decupla e della larghezza all'altezza di due terzi. Nello stesso modo le

correlazioni fra tutte le membra sono proporzionate e concordanti e convengono

tanto con le membra del mondo e con le misure dell'archetipo, da non esservi

alcun membro nel corpo umano che non risponda a qualche segno, a qualche

astro, a qualche intelligenza, a qualche nome divino nell'archetipo stesso che

Š Dio.

 

Tutto la misura del corpo pu• distendersi in cerchio e, provenendo da questo,

si riconosce che sempre vi tende.

 

Il corpo Š proporzionatissimo anche per la misura quadrata, giacch‚ collocaudo

un uomo eretto sui due piedi ravvicinati e con le braccia distese dai due

lati, esso former… un quadrato perfetto, di cui il centro si trova alla base

del pube.

 

Se poi intorno allo stesso centro si traccia un cerchio che racchiuda

esattamente il corpo, atteggiato in modo che le braccia distese ne tocchino

con la punta delle dita la circonferenza e che i piedi, divaricati tanto

quanto le mani lo sono al sommo del capo, riposino sulla stessa circonferenza,

l'intera circonferenza viene divisa in cinque parti eguali che formano un

pentagono perfetto e le estremit… dei talloni, in rapporto all'ombelico,

tracciano un triangolo equilatero.

 

Ma se si atteggia l'uomo con le gambe allargate dalle due parti e con le mani

sollevate all'altezza della linea che passa sulla testa, allora le estremit…

dei piedi e delle mani formeranno un quadrato perfetto, di cui l'ombelico

costituir… il centro.

 

Se, tenendo sollevate le mani come sopra, i piedi e le gambe

sono distesi in modo che l'uomo risulti pi— basso del suo normale d'una

quattordicesima parte, l'estremit… dei piedi in rapporto al pube former… un

tritolo equilatero e,

facendo centro sull'ombelico, il cerchio che si tracciasse

toccherebbe le estremit… delle mani e dei piedi.

 

Se le mani sono affatto sollevate verticalmente CosŤ che i gomiti Si trovino

all'altezza del sommo del capo e se l'uomo si tiene ritto coi piedi giunti

entro un quadrato perfette, il

centro di tale quadrato gli cadr… sull'ombelico, che Š equidistante tra il

vertice del capo e le ginocchia.

Passiamo adesso alle misure specifiche. La circonferenza d'un uomo presa sotto

le anche Š la met… della sua altezza e la met… di questa trovasi alla base del

pube; dal pube insino al mezzo del petto tra le due mammelle e dal mezzo del

petto in cima della testa si riscontra la quarta parte dell'altezza totale e'

cosŤ dicasi dal pube alle ginocchia e dalle ginocchia sino ai talloni. La

distanza da un'estremit… dell'una spalla all'estremit… dell'altra Š eguale a

quella che dal gomito va sino alla punta del dito medio misura questa che si

chiama cubito; cosŤ che quattro cubiti formano la lunghezza totale dell'uomo.

La larghezza della cintola Š di un piede; sei palmi formano un cubito, ma non

ne corrono che quattro per formare un piede; tutta la lunghezza dell'uomo Š di

ventiquattro palmi, o di sei piedi, o di novantasei dita. Dal pube al sommo

del petto v'ha una sesta parte dell'intera lunghezza e una settima parte dal

sommo del petto sino alla radice dei capelli. In un corpo robusto la sesta

parte della lunghezza Š d'un piede; in un corpo pi— snello il piede Š la

settima parte e Varrone e Gellio asseriscono che il corpo umano non possa

eccedere i sette piedi di altezza. Sono eguali tra loro e pari alla settima

parte dell'intera altezza dell'uomo le seguenti misure: il diametro della

cintola; lo spazio che corre tra la piega interna del braccio e il principio

della mano; quello che dal petto, tra le due mammelle, va sino al labbro

superiore, o in basso sino all'ombelico; quello che va dalla pianta del piede

sino alla met… della gamba e dalla met… della gamba sino alla rotula del

ginocchio. La testa dell'uomo, dalla punta del mento sino all'alto della

fronte, ha una misura eguale alla ottava parte dell'altezza del corpo; la

stessa distanza si riscontra dal gomito alla fine delle spalle e, in un uomo

alto, il diametro della sua cintola Š anche della stessa lunghezza. La

circonferenza del capo presa sull'alto della fronte e sotto all'occipite forma

la quinta parte della sua altezza, e cosŤ dicasi della larghezza del petto.

Nove lunghezze del viso formano un uomo solido e ben fatto e ne occorrono

invece dieci per formare un uomo alto. Dividendo in nove parti la intera

altezza dell'uomo, e ragguagliando ognuna di queste alla lunghezza del viso

avremo le seguenti distanze: la prima dal sommo della fronte all'estremit… del

mento, la seconda dall'attacco della gola col petto all'origine dello stomaco,

la terza da questa all'ombelico, la quarta dall'ombelico al femore, la quinta

e la sesta dal femore al garetto, la settima e l'ottava dal garetto alla

caviglia e la nona si ha sommando insieme gli spazi che corrono dal sommo

della fronte al sommo della testa, dal mento alla base della gola e dalla

caviglia sino alla pianta del piede.

Il petto Š largo due lunghezze di faccia e le due braccia formano sette

lunghezze di faccia. Il corpo che ha dieci lunghezze di faccia Š il pi—

proporzionato, misurandosi nel seguente modo. La prima lunghezza va dal sommo

del capo sino alle narici, la seconda dalle narici all'origine del petto, la

terza dal petto all'origine dello stomaco, la quarta dallo stomaco

all'ombelico, la quinta dall'ombelico al pube e da questo sino alla pianta del

piede si contano altre cinque lunghezze. La mano dell'uomo, dal polso alla

punta del medio, forma anche una lunghezza di faccia; la distanza fra i due

capezzoli delle mammelle misura anche una faccia e tirando due rette fra i

capezzoli e la base della gola si ottiene un triangolo equilatero. La

larghezza della fronte inferiore, presa da un orecchio all'altro, forma una

faccia; la larghezza di tutto il petto, presa in alto sino alla giuntura delle

spalle, forma da ogni lato una faccia e due faccie riunite insieme. La

circonferenza della testa misurata trasversalmente a partire dall'intervallo

fra le due sopracciglia, passando pel sommo della fronte e per l'occipite sino

alla nuca, l… dove termina la capigliatura, Š anche contata per due parti.

Dagli omeri, esteriormente, sino alle articolazioni delle mani e interiormente

dalle ascelle sino al limite delle palme e all'inizio delle dita si contano

tre parti. La circonferenza della cintola conta quattro parti in un uomo

robusto e tre parti e mezzo in un uomo pi— delicato, ovvero la stessa

lunghezza che v'ha tra il sommo del petto, e la base del pube. La

circonferenza del petto presa sotto le ascelle contiene cinque parti, o la

met… dell'intera altezza del corpo. Dal Sommo del capo sino al pomo d'Adamo

v'hanno due tredicesime parti dell'intera statura. Sollevando le braccia, i

gomiti giungono all'altezza del capo.

 

La distanza tra il mento e il petto Š eguale alla larghezza del collo e dal

sommo del petto sino all'ombelico v'ha una distanza eguale al giro del collo;

la distanza tra il mento e il sommo del capo Š eguale alla larghezza della

cintola; l'intervallo tra le sopracciglia e le narici Š simile a quello tra la

gola e il mento e quello tra le narici e il mento Š uguale a quello tra la

gola e la base del collo. Similmente sono simili tra loro la concavit… degli

occhi dalle sopracciglia agli angoli interiori, la prominenza delle narici e

lo spazio che intercorre fra la base delle narici e la punta del labbro

superiore. Sono

anche simili tra loro le distanze tra l'estremit… dell'unghia dell'indice e la

base della sua giuntura, da tale base sino al luogo ove la mano s'articola,

col braccio all'esterno e all'interno dalla punta dell'unghia, del medio sino

alla base della sua giuntura e da questa al polso. La giuntura pi— grande

dell'indice Š eguale all'altezza della fronte; le altre due giunture, sino

all'estremit… dell'unghia, equivalgono alla lunghezza del naso dalle

sopracciglia all'origine delle narici. La giuntura pi— grande del dito medio Š

eguale allo spazio tra la base delle narici e l'estremit… del mento; la

seconda giuntura ha tanta estensione quanta se ne riscontra tra il mento e la

punta del labbro inferiore; la terza Š eguale alla distanza che corre tra la

bocca e la base delle narici. Tutta la mano Š grande come il viso. La

giuntura, maggiore del pollice Š tanto lunga quanto l'apertura della bocca, o

quanto la distanza che separa il mento e la punta del labbro inferiore; la

giuntura pi— piccola invece eguaglia lo spazio tra la sommit… del labbro

inferiore e l'inizio delle narici. Le unghie sono esattamente la met… della

lunghezza delle ultime giunture delle dita.

 

Dalle sopracciglia sino all'estremit… degli angoli degli occhi v'ha tanta

distanza quanta ve n'ha da questi ai fori auricolari. L'altezza della fronte,

la lunghezza del naso, la larghezza della bocca presa pel labbro superiore

sono eguali tra loro e anche eguali tra loro sono la larghezza della palma

della mano e della pianta del piede. La distanza tra il basso del tallone e

l'alto del piede uguaglia la distanza tra l'alto del piede e l'estremit…

dell'unghia e sono anche eguali tra loro gli spazi che corrono tra l'alto

della fronte e l'interstizio degli occhi, tra questi e la base delle narici,

tra la base delle narici e il mento. Le circonferenze degli occhi, delle

orecchie e della bocca aperta sono eguali tra loro. La larghezza del naso Š

grande come la lunghezza dell'occhio. L'ombelico occupa l'esatta met… della

distanza che separa il sommo del capo dalle ginocchia; il pomo d'Adamo Š a

mezza via tra il sommo del petto e la base delle narici; gli occhi sono nel

mezzo tra la sommit… del capo e la punta del mento; tra i due occhi e la punta

del mento la base delle narici si trova a met… distanza; tra la base delle

narici e il mento l'estremit… del labbro inferiore occupa il giusto mezzo,

mentre il labbro superiore forma la terza parte di tale distanza.

 

Fra tutte queste misure v'ha inoltre una concordanza armonica di proporzioni.

CosŤ il pollice in rapporto col braccio all'estremit… del muscolo e presso il

polso e coll'articolazione della mano intorno al pugno si trova nella

proporzione di due volte e mezza, mentre in rapporto con l'alto del braccio

nel muscolo vicino alle Spalle si trova in proporzione triplice. La grandezza

della gamba comparata a quella del braccio Š in proporzione d'uno e mezzo,

ossia di tre a due, e la medesima proporzione v'ha tra il collo e la gamba. La

proporzione tra la coscia e il braccio Š triplice; tra tutto il corpo e il

tronco d'un ottavo e mezzo, mentre in confronto con la misura da dopo il

tronco o torace sino alle piante dei piedi Š d'un terzo e mezzo e in confronto

con la misura del petto, dal collo all'ombelico, Š doppia. La proporzione

della testa in rapporto al collo Š triplice e cosŤ dicasi in rapporto alle

ginocchia, alla coscia anteriore ed a quella posteriore. La lunghezza della

fronte presa fra l'una e l'altra tempia Š quadrupla in confronto della sua

altezza.

In tal modo le varie parti del corpo umano, secondo la

loro lunghezza, larghezza, altezza e circonferenza, concordano insieme e

concordano altresŤ con le dimensioni degli stessi corpi celesti. E tutte

queste misure sono ripartite in pi— sorta di proporzioni, da cui scaturiscono

pi— specie di armonie, giacch‚ la proporzione doppia forma tre volte il

diapason, e la quadrupla due volte il diapason e il diapente.

 

Nello stesso modo gli elementi, le qualit…, le complessioni e gli umori

possiedono nell'uomo in modo naturale le loro proporzioni. Un uomo sano e ben

composto ha otto parti di sangue, quattro di flegma, due di collera e una di

melanconia cosŤ che a considerarle via via nel loro ordine ciascun elemento ha

proporzione doppia del successivo, ma dal primo al terzo e dal esecrando al

quarto la proporzione Š quadrupla e dal primo all'ultimo Š ottupla. Dioscoride

ha insegnato che il calore dell'uomo, durante il primo anno della sua vita,

pesa due dracme, durante il secondo anno quattro e cosŤ via in proporzione

sino ai cinquanta anni, in cui raggiunge il peso di cento dracme. Dopo tale

et…, facendo ancora il giusto calcolo del suo decrescere, si trover… che

compito il ciclo, l'organo ritorna al suo punto stesso di partenza, cosŤ che

poi non v'ha pi— posto per la vita essendo il cuore consumato. Perci•

Dioscoride ha limitato a cent'anni la vita umana e Plinio riferisce che tale

era pure l'opinione degli Egiziani. Ed anche i movimenti stessi delle membra

umane corrispondono ai movimenti celesti. E ciascun Uomo ha in se il movimento

del suo cuore che risponde al movimento del sole e, comunicato merc‚ le

arterie a tutto il corpo, ci segna gli anni, i giorni, le ore e i momenti.

 

Gli anatomisti hanno poi scoperto un certo nervo che risiede nella nuca, il

quale, se su di esso si eserciti pressione, imprime a tutte le membra umane i

moti che son loro particolari. Il che fa credere ad Aristotile che la

divinit…, con una trazione simigliante, imprima il moto alle membra

dell'universo. E v'hanno due vene nel collo che compresse fortemente

dall'esteriore nel punto in cui si dividono in due rami per penetrare nel

capo, fanno sŤ che l'uomo resti privo dell'uso dei sensi sino a che non si

cessi dal comprimerle.

 

Insomma l'eterno artefice che ha fatto il mondo e che ha disposto che lo

spirito entri nel corpo come in una casa, ha voluto preparargli una dimora

degna, largendo a questo nobilissimo spirito un corpo ben fatto. Perci• gli

Etiopi, guidati dalla saggezza dei loro sacerdoti detti gimnosofisti, al dire

di Aristotile, non sceglievano punto i loro re tra gli uomini pi— vigorosi e

pi— doviziosi, ma tra i pi— avvenenti e tra i meglio conformati, mettendo in

rapporto la bellezza dello spirito con quella del corpo. Su una medesima

considerazione buon numero di filosofi antichi e moderni, che hanno osato

scandagliare la maest… della natura per trarne i misteri delle cause occulte,

hanno osato asserire che ogni difetto e ogni sproporzione del corpo provengono

dal difetto e dall'intemperanza dello spirito, essendo certo che l'uno cresca

e funzioni pel ministerio dell'altro.

 

 

 

 

CAPITOLO XXVIII.

 

Della composizione e dell'armonia dell'anima umana.

 

Nel modo istesso che l'armonia del corpo riposa sulla misura e sulla giusta

proporzione delle membra, cosŤ l'armonia dello spirito si basa sull'equilibrio

del temperamento e sulla concupiscenza l'irascibilit… e la ragione,

proporzionate in modo che ha ragione in rapporto alla concupiscenza ha la

proporzione del diapason e in rapporto all'irascibilit… ha la proporzione del

diatessaron, mentre l'irascibilit… in rapporto alla facolt… concupiscibile ha

la proporzione del diapente. Quando dunque un'anima proporzionatissima, Š

congiunta a un corpo egualmente assai proporzionato, un tal uomo Š

costantemente felicissimo nella distribuzione delle perfezioni del corpo e

dell'anima, perch‚ l'anima e il corpo si convengono nella disposizione delle

cose naturali e per quanto tale convenienza sia molto ascosa, nondimeno i

saggi hanno in qualche modo saputo scoprirla.

 

Per intrattenerci brevemente dell'armonia dell'anima, occorre che noi la

cerchiamo nelle scaturigini da cui ci proviene, vale a dire nei corpi e nelle

sfere celesti e conoscendo quali forze spirituali corrispondono a ciascun

pianeta, ci sar… agevole scoprirne le rispettive armonie, merc‚ quanto abbiamo

gi… esposto prima. Perch‚ la Luna governa le forze del crescere e del

decrescere, Mercurio la forza fantastica e l'ingegno, Venere la facolt…

concupiscibile, il Sole quella vitale, Marte la impulsiva chiamata anche

irascibile, Giove quella naturale e Saturno ogni virt— passiva e recettiva.

 

E la volont…, come un Primo Mobile, comanda a sua guisa tutte queste prestanze

e congiunta all'intelletto superiore, che la rischiara lungo il Suo cammino

come la luce rischiara l'occhio, s'indirizza, al bene. Nondimeno l'intelletto

non la fa agire e la volont… resta signora, delle sue azioni, dal che proviene

ci• che fu detto libero arbitrio e quantunque essa tenda sempre al bene che le

conviene, talora, tuttavia, accecasa dall'errore e sospinta dall'impulso

animale, sceglie il male reputandolo un bene. Per conseguenza il libero

arbitrio Š definito una facolt… dell'intendimento e della volont…, mediante la

quale si sceglie il Bene, se si Š assistiti dalla grazia, e il male, se si Š

privati della grazia. Pertanto la grazia, che i teologi chiazzano anche carit…

e amore influsso, Š nella volont… come un primo mobile e senza di essa

l'armonia dell'anima diventa discordante.

 

L'anima ha anche corrispondenza con la terra merc‚ i sensi,

con l'acqua merc‚ l'immaginazione, con l'aria merc‚ la ragione, col cielo

merc‚ l'intendimento e l'anima si armonizza con ciascun elemento a seconda

della loro temperanza nella spoglia mortale. Gli antichi sapienti, conoscendo

che le disposizioni diverse delle anime e dei corpi erano fondate sulla

diversit… delle complessioni umane, si sono efficacemente serviti della musica

e del canto cosŤ per conservare e ristabilire la salute corporale, che per

guidare gli spiriti verso il bene, sino a far concordare l'uomo con l'armonia

celeste. N‚ v'ha nulla di pi— possente dell'armonia musicale per allontanare

tutti i cattivi spiriti, che non possono soffrire alcun vero accordo,

contrario alla loro natura, e ne rifuggono. CosŤ David pot‚ con la sua arpa

chetare i furori di Saul, posseduto da uno spirito maligno. Sopra questo

fondamento gli antichi sapienti e preti, che conoscevano questi sacramenti

dell'armonia, ne trassero i canti ed i suoni musicali per i sacri uffici.

 

 

 

 

CAPITOLO XXIX.

 

Dell'osservazione delle cose celesti, necessarissima in ogni

operazione magica.

 

Ogni potere naturale opera invero cose ancor pi— mirabili, se, oltre la giusta

proporzione fisica, sia animato e accompagnato dall'osservazione delle cose

celesti, perch‚ sempre le cose inferiori debbono essere sottomesse alle

superiori, come la femmina al maschio, per divenire feconde.

 

In ogni operazione magica bisogna dunque osservare le posizioni i moti e gli

aspetti delle stelle e dei pianeti nei rispettivi segni e gradi e in quali

disposizioni si trovino tutte queste cose rispetto alla latitudine e alla

longitudine del luogo perch‚ tutto ci• modifica gli angoli prodotti dai raggi

dei corpi celesti sull'immagine delle cose, angoli secondo i quali si

trasfondono i poteri celesti.

 

CosŤ, nell'operare cosa che sia in relazione con alcun pianeta, abbisogner…

collocare questo nelle sue dignit… fortuna e potenza e badare a che sia

dominante nel giorno nell'ora e nell'aspetto del cielo. E non si avr… solo

riguardo al significatore dell'opera, ma si osserver… che la Luna sia

indirizzata verso questo significatore, giacch‚ nulla potr… riuscire senza

aver favorevole la Luna. Se l'opera richiede il patrocinio di pi— astri, si

scelgano i pi— forti e s'abbia cura a che rispettivamente si trovino in

aspetto favorevole, o, in mancanza, si scelgano gli aspetti angolari. Si

osservi pure il momento in cui la Luna ne contempli due, o sia in congiunzione

con uno e ne contempli un altro, o passi dalla congiunzione o aspetto dell'uno

alla congiunzione o aspetto dell'altro. Ritengo altresŤ che nella pratica

della Magia non debba omettersi di badare a Mercurio che Š il messaggero

divino cosŤ in cielo come in terra e congiunto ai pianeti buoni ne aumenta la

bont… e insieme ai malvagi fa che cresca la loro malizia.

 

Un segno o un pianeta sono nefasti per l'aspetto di Saturno o di Marte, specie

se in opposizione o in quadratura, che sono aspetti d'inimicizia; ma la

congiunzione il trino e

il sestile sono aspetti benigni. Tra questi il pi— efficace Š la congiunzione

e se, scrutando merc‚ il trino, si arrivasse a scoprire il pianeta, lo si

considererebbe come se fosse gi… in congiunzione. Tutti i pianeti per•

paventano la congiunzione del Sole e si rallietano dei suoi aspetti trino e

sestile.

 

 

 

 

 

CAPITOLO XXX.

 

Dei momenti in cui le influenze dei pianeti sono pi— efficaci.

 

I pianeti sono possenti quando si trovano nei loro domicili o esaltazioni, o

triplicit…, o termini, o aspetti, in direzione fuori della combustione, in

aumento, in figura del cielo con dominazione; vale a dire, quando sono negli

angoli, specie dell'oriente o della decima casa, nelle plaghe immediatamente

successive, o nelle loro esaltazioni. Bisogna badare a che non si trovino

vicini a Saturno o a Marte, o sotto il loro dominio, e che non sieno in gradi

tenebrosi. Gli angoli dell'ascendente e della decima e settima casa, il

dominatore dell'ascendente, il luogo del Sole, il luogo della Luna, il luogo

della parte della fortuna, il suo dominante e il signore della congiunzione o

della prevenzione precedente, dovranno esser benigni, mentre i pianeti

malefici dovranno essere infortunati, salvo che, per azzardo, essi non siano i

significatori dell'opera intrapresa, o che non possano esser utili in qualche

modo, o che dominino la rivoluzione o la nascita dell'operatore, nel qual caso

non bisogna abbassarli. La Luna sar… potente se si trover… nel suo domicilio,

o esaltazione, o triplicit…, o aspetto e grado conveniente all'operazione

intrapresa, o se si trover… in una delle ventotto case che le convenga o

convenga all'operazione; ne deve essere in una via bruciata, arretrata nel SUO

corso, o nell'eclittica, o bruciata dal Sole, salvo che per azzardo non sia in

congiunzione con esso; e non bisogna che discenda in latitudine meridionale

all'uscire dalla combustione, ne che sia in diminuzione di luce, o impedita da

Marte o Saturno.

 

Ma non voglio pi— dilungarmi sull'argomento, che le opere astrologiche

svolgono ampiamente insieme ad altri indispensabili del pari.

 

 

 

 

CAPITOLO XXXI.

 

Dell'osservazione delle stelle fisse e della loro natura.

 

Le stesse precauzioni, oltre che pei pianeti, vanno osservate per le stelle

fisse, che hanno il significato e la natura dei sette pianeti, alcune essendo

per• della natura d'un solo pianeta e altre della natura di due pianeti.

Perci• le quante volte alcun pianeta si trova congiunto ad alcuna delle stelle

fisse della sua natura, il significato di questa si accentua e la natura del

pianeta si esalta; ma se la stella Š di due nature, il pianeta pi— forte

congiunto con la stella sorpasser… in significato la sua stessa natura. CosŤ,

per esempio, se la stella Š della natura di Marte e di Venere e Marte Š

congiunto con essa, la natura di Marte diverr… pi— poderosamente significativa

e se essa Š congiunta con Venere, sar… superiore la natura di Venere.

 

La natura delle stelle fisse Š contraddistinta dai loro colori, comuni a certi

pianeti e loro attribuiti. Ecco i colori dei pianeti.

 

Saturno Š livido, o plumbeo, con tendenza al bianco; Giove Š giallo limone un

po' sbiadito; Marte Š rosso e del colore della fiamma; il Sole ha il colore

dello zafferano, ardente quando si leva e in seguito raggiante; Venere Š

bianca, d'un bianco fulgido al suo levarsi e splendente al suo tramontare;

Mercurio Š radiante e la Luna Š bionda.

 

E' anche da osservare che pi— grandi e luminose appaiono le stelle fisse, pi—

Š forte il loro significato, come Š delle stelle che gli astrologhi

classificano nella prima e nella seconda grandezza. Citer• qualcuna delle pi—

considerevoli per questa loro facolt…, quali l'ombelico d'Andromeda nel

ventiduesimo grado dell'Ariete, della natura di Venere e di Mercurio, che

alcuni chiamano gioviale, altri saturniana; la testa d'Algol nel diciottesimo

grado del Toro, della natura di Saturno e di Giove; le Pleiadi nel

ventiduesimo grado dello stesso segno, della natura della Luna e della

complessione di Marte; Aldebaran nel Terzo grado dei Gemelli, della natura di

Marte e della complessione di Venere e che Ermete colloca invece nel

venticinquesimo grado dell'Ariete; il Caprone nel decimoterzo grado dei

Gemelli, della natura di Giove e di Saturno; il Cane maggiore nel settimo

grado del Cancro, della natura di Venere; il Cane minore nel diciassettesimo

grado dello stesso segno, della natura di Mercurio e della complessione di

Marte; la Stella Reale, o Cuore del Leone, nel ventunesimo grado del Leone,

della natura di Giove e di Marte; la coda dell'Orsa Maggiore nel

diciannovesimo grado della vergine, della natura di Venere e della luna; l'ala

destra del Corvo, nel settimo grado della Bilancia, e l'ala sinistra, nel

tredicesimo grado dello stesso segno, ambedue della natura di Saturno e di

Marte; la Spiga nel sedicesimo grado della Bilancia, nella natura di Venere e

di Mercurio; Alchameth nel diciassettesimo grado della Bilancia, della natura

di Marte e di Giove, ma in buon aspetto col primo e in cattivo aspetto col

secondo; Elpheia nel quarto grado dello Scorpione, della natura di Venere e di

Marte; il cuore dello Scorpione nel terzo grado nel Sagittario, della natura

di Marte e di Giove; l'Avvoltoio cadente nel Settimo grado del Capricorno,

della natura mista di Mercurio e di venere; la coda del Capricorno nel

sedicesimo grado dell'Acquario, della natura di Saturno e di Mercurio; la

spalla del Cavallo nel terzo grado dei Pesci, della natura di Giove e di

Marte.

 

Si tenga presente che quando la stella Š dominante v'hanno da sperare favori

speciali, impossibili da ottenere quando essa Š infortuniata. Perch‚ secondo

che i corpi celesti siano bene o mal disposti, influiscono bene o male su noi

e sulle cose di cui ci serviamo.

 

Infine, quantunque le stelle fisse producano effetti considerevoli, tuttavia

tali effetti sono attribuiti ai pianeti, sia perch‚ pi— vicini a noi pi—

visibili e pi— conosciuti, sia perch‚ valorizzano tutte le influenze delle

stelle superiori.

 

 

CAPITOLO XXXII.

 

Del Sole e della Luna e dai loro significati magici.

 

Il Sole e la Luna hanno il governo dei cieli e di tutti i corpi che sono

sottomessi al cielo. Il Sole governa le forze elementari e la Luna, per virt—

riflessa del Sole, governa la generazione il crescere e il decrescere. Perci•

Albumasar dice che ogni cosa vive merc‚ il Sole e la Luna, che sono chiamati

da Orfeo gli occhi vivificanti del cielo.

 

Il Sole risponde su tutte le cose la sua luce, che distribuisce non solo nel

cielo e nell'aria, ma anche sulla terra e nel pi— profondo dell'abisso. Quanto

noi abbiamo di buono, dice Giamblico, lo dobbiamo al Sole, sia direttamente,

che indirettamente pel tramite degli altri corpi celesti.

 

Eraclito lo chiama la sorgente della luce celeste e molti platonici hanno

detto che l'anima del mondo risiede principalmente nel Sole, da dove

distribuisce la vita il sentire e il moto all'universo intiero. Perci• gli

antichi naturalisti hanno chiamato il Sole il cuore istesso del cielo, i

Caldei l'hanno collocato nel bel mezzo dei pianeti e gli Egiziani nel mezzo

del mondo, come tra i due quinari del mondo, collocando cinque pianeti sopra

il Sole e sotto di esso la Luna e i quattro elementi. Tra gli altri astri esso

Š l'immagine del supremo principio, la vera luce dell'un mondo e dell'altro il

terrestre e il celeste, e il simulacro perfetto della stessa divinit…,

contrassegnando il Padre con l'essenza, il Figlio con lo splendore e lo

Spirito Santo col calore, cosŤ che gli Accademici non hanno nulla di meglio di

cui servirsi per dimostrare l'essenza divina. Il Sole corrisponde a Dio con

tanta armonia, che Platone lo chiama figlio visibile di Dio, Giamblico

immagine della divina intelligenza e Dionigi la statua trasparente di Dio.

Come un re esso si sta fra gli altri pianeti e li sorpassa tutti in fulgore in

grandezza e in bellezza e li rischiara tutti e distribuisce loro il vigore e

ne regola il corso, cosŤ che i loro moti si compiono di giorno e di notte,

meridionali o aquilonari, orientali o occidentali, per moto diretto o per moto

retrogrado. E nella stessa maniera

con cui dissipa le tenebre della notte, cosŤ fuga tutte le potenze tenebrose,

come ci Š dato leggere in Giobbe: non appena l'aurora apparir…, le ombre della

morte saranno dissipate. Il Salmista, parlando dei leoncelli che chiedono a

Dio il permesso di divorare, conclude: il Sole Š sorto, essi si sono riuniti

in branco e andranno a chiudersi nei loro covi e allora l'uomo verr… fuori per

accudire ai suoi lavori.

 

Il Sole dunque occupa la regione mediana dell'universo ed essendone il cuore

anima tutte le cose animate, governando e regolando il tempo, producendo i

giorni e gli anni, il freddo e il caldo, o disponendo, per esempio, con Marte

il calore, con Saturno il freddo e governando fin lo spirito stesso e il

coraggio nell'uomo. Perci• Omero dice, e Aristotile lo conferma, che i moti

spirituali nell'uomo sono tali quali vengono ispirati quotidianamente dal

Sole, sovrano e moderatore dei pianeti.

 

La Luna, che Š la pi— vicina alla terra, riceve tutte le influenze celesti e,

data la velocit… del suo moto, si congiunge ogni mese al Sole agli altri

pianeti e alle stelle, quasi ancella di tutti gli astri e a un tempo tra gli

astri il pi— fecondo, giacch‚ riceve in se, come una specie di feto, i raggi e

le influenze del Sole dei pianeti e delle stelle, che riversa; quasi

sgravandosene, sul mondo inferiore vicino. Tutte le stelle invero esercitano

la loro influenza sopra quest'ultima ricevitrice, che comunica quindi

l'influsso di tutte le cose superiori alle inferiori e le rifonde alla terra;

e pi— manifestamente degli altri astri dispone queste cose inferiori ed il Suo

moto Š pi— sensibile per la familiarit… e vicinanza con noi e, come cosa

intermedia tra le cose superiori e le inferiori, comunica con tutte. Per

conseguenza, sopra tutti gli altri, conviene osservare il suo corso, essendo

quello che coordina tutte le armonie, secondo la sua complessione, il suo

movimento, la sua situazione e il suo aspetto nei confronti dei pianeti e di

tutti gli altri astri. I maggiori influssi li riceve per• dal Sole, quando si

trovi in congiunzione con esso, il quale la riempie di potere vivificante e la

fa partecipare della sua complessione.

 

Al dire dei peripatetici, la Luna Š calda e umida nel suo primo quarto, calda

e secca nel secondo, fredda e secca nel terzo e fredda e umida nel quarto e

quantunque sia l'astro

pi— basso, nondimeno risponde tutte le virt— degli astri pi— elevati, giacch‚

l'ordine delle cose s'inizia da essa nella disposizione celeste che Platone

chiama catena d'oro, disposizione per la quale ogni cosa o Ogni causa Š

concatenata ad un'altra e dipende da una cosa o da una causa superiore sino a

raggiungersi in tal modo la prima e sovrana causa di tutte le cose, da cui

tutto dipende. Dal che deriva che non ci Š possibile in alcun modo attrarre il

potere delle cose superiori, senza avere intermediaria la Luna. E Thebit dice

che per disporre dell'influsso d'alcuna stella, abbisogna impadronirsi della

pietra e dell'erba di tale stella, allorch‚ la Luna si trovi felicemente

sottoposta alla stessa stella o ne sia contemplata favorevolmente.

 

 

 

CAPITOLO XXXIII.

 

Delle case della Luna e dei loro poteri.

 

Siccome la Luna compie in ventotto giorni il giro dell'intero zodiaco, i dotti

indiani e i pi— antichi astrologhi, di comune accordo, le hanno dato ventotto

case fissate nell'ottava sfera, le quali, dalle diverse stelle contenutevi

come dice Alpharus, traggono diverse propriet… e nomi e la Luna,

attraversandole, ne deriva varie e molteplici virt— e poteri. Secondo

l'opinione di Abraham, ognuna di queste case occupa dodici gradi, cinquantuno

minuti e quasi ventisei secondi. Eccone i nomi, col loro punto d'inizio nello

zodiaco della ottava sfera.

 

La prima di tali case si chiama Alnath, vale a dire le corna dell'Ariete, e

comincia dopo la testa dell'Ariete della ottava sfera. E' favorevole ai viaggi

e alla discordia.

 

La seconda si chiama Allothaim, o Albochan, ossia il ventre dell'Ariete, e

comincia a 12 gradi 51 minuti e 22 secondi dello stesso segno. Fa trovare i

tesori e ritenere i prigionieri.

 

La terza si chiama Alchaomazon, o Athoraye, vale a dire le piovose o Pleiadi,

e comincia a 25 gradi 42 minuti e 52 secondi dell'Ariete. E' favorevole ai

viaggi in mare, ai cacciatori e alle operazioni d'alchimia.

 

La quarta si chiama Aldebaran, o Albdelamen, vale a dire l'odio o la testa del

Toro, e comincia, a 8 gradi 34 minuti e 17 secondi del toro. Contribuisce alla

distruzione e al danneggiamento degli edifici, delle sorgenti, dei pozzi e

delle miniere d'oro, tiene lontani i rettili e provoca la discordia.

 

La quinta si chiama Alchataya, o Albachaya, e comincia a 21 gradi 26 minuti e

43 secondi del Toro. Favorisce il ritorno dei viaggiatori e l'apprendere agli

scolari, Š favorevole agli edifici, largheggia la salute e attira la

benevolenza.

 

La sesta si chiama Alhanna, o Alchaya, vale a dire piccolo astro sfolgorante,

e comincia a 4 gradi 17 minuti e 9 secondi dei Gemelli. Favorisce la caccia,

l'assedio delle citt… e la vendetta dei principi, guasta le messi e le frutta,

ostacola le cure mediche.

 

La settima si chiama Aldimiach, o Alarzach, vale a dire il braccio dei

Gemelli, comincia a 17 gradi 8 minuti e 34 secondi dei Gemelli e dura sino

alla fine del segno. E' favorevole al guadagno, all'amicizia, all'amore,

allontana le mosche, distrugge i magisteri.

 

In tal modo una quarta parte completa del cielo Š occupata da sette case e con

lo stesso ordine e numero di gradi di minuti e di secondi le altre case si

susseguono in numero di Sette in ciascuno degli altri quarti del cielo, cosŤ

che nel primo segno di ogni quarto s'iniziano tre case e negli altri due segni

due case.

 

Per conseguenza le sette case che seguono principiano dal capo del Cancro e

l'ottava ha nome Alnaza o Anatrachya, vale a dire la nuvolosa. Provoca l'amore

e l'amicizia, allontana i sorci, opprime i prigionieri seguitando a privarli

della libert….

 

La nona casa si chiama Archaam, o Alcharph, vale a dire l'occhio del Leone, Š

contraria alle messi e ai viaggiatori e semina la discordia fra gli uomini.

 

La decima si chiama Algelioche, o Algebh, vale a dire la cervice o la fronte

del Leone. Consolida gli edifici, assicura l'amore e la benevolenza, aiuta

contro i nemici.

 

La undicesima, si chiama Azobra, o Ardaf, vale a dire la criniera del Leone,

ed Š ottima per i viaggi e pei guadagni commerciali e per la liberazione dei

prigionieri.

 

La dodicesima si chiama Alzarpha, o Azarpha, vale a dire la coda del Leone. Fa

rigogliare le messi e le piante, ma Š contraria alla navigazione; protegge chi

Š in dipendenza o in prigionia, le comitive e le associazioni.

 

La tredicesima si chiama Alhayre, vale a dire le ali della Vergine; concilia

la benevolenza e i guadagni, favorisce le messi e i viaggi, assicura la

liberazione dei prigionieri.

 

La quattordicesima si chiama Achuret, o Arimet, Azimeth, o Alhumech, o

Alcheymech, vale a dire la Spiga della Vergine, o la spiga volante. Concilia

l'amore fra gli sposi, fa guarire dalle malattie, Š favorevole al navigare, ma

contraria ai viaggi terrestri.

 

Queste case formano un secondo quarto del cielo. Ne seguono altre sette, di

cui la prima, che Š la quindicesima, comincia alla testa della Bilancia e si

chiama Agrapha, o Algarpha, vale a dire coperta o coverto volante, e influisce

sulla scoperta dei tesori e sull'escavo dei pozzi, fomenta i divorzi e la

discordia, distrugge gli edifici e i nemici, ostacola i viaggiatori.

 

La sedicesima si chiama Azubene, o Ahubene, vale a dire le corna dello

Scorpione. Impedisce i viaggi e i matrimoni, reca danno alle messi e ai

commerci, contribuisce alla liberazione dei prigionieri.

 

La diciassettesima si chiama Alchil, vale a dire la corona dello Scorpione ed

Š atta a cangiare in buona la cattiva sorte, a render duraturo l'amore e

sicure le navi e la navigazione.

 

La diciottesima si chiama Alchas, o Altob, vale a dire il cuore dello

Scorpione. Origina le discordie, le sedizioni, le cospirazioni contro i

principi e i potenti; rende possibile il vendicarsi dei propri nemici, libera

i prigionieri ed Š favolevole agli edifici.

 

La diciannovesima si chiama Allatha, o Achala e secondo altri Hycula, o Axala,

vale a dire la coda dello Scorpione. Influisce sull'assedio e sulla presa

delle citt…, contribuisce a far decadere l'uomo dal posto occupato, alla

perdizione dei naviganti e dei prigionieri.

 

La ventesima si chiama Abnahaya, vale a dire la trave, ed

Š eccellente per addomesticare le bestie feroci e per ritenere in cattivit… i

prigionieri. Distrugge altresŤ le ricchezze collettive e forza l'uomo a

recarsi dove si voglia.

 

La ventunesima si chiama Abeda, o Albeldach, vale a dire il deserto, ed Š

favorevole alle messi, al guadagno, ai viaggiatori e ai divorzi.

 

Questa casa compie il terzo quarto del ciclo e non restano che le ultime sette

case che occupano l'ultimo quatto.

 

La prima di queste, che Š la ventiduesima, comincia alla testa del Capricorno,

e si chiama Sadahacha, o Zodeboluch, o Zandeldena, vale a dire il pastore.

Favorisce la fuga di chi gema in servit— o in prigionia ed Š ottima per la

guarigione delle malattie.

 

La ventitreesima si chiama Sabadola, o Zobrach, vale a dire il ghiottone, e

fomenta i divorzi, ma Š atta alla liberazione dei prigionieri e alla

guarigione delle malattie.

 

La ventiquattresima si chiama Sadabath, o Chadezoad, vale a dire l'astro della

fortuna. Concilia l'amore coniugale e le vittorie militari ed Š contraria alle

funzioni delle cariche pubbliche.

 

La venticinquesima si chiama Sadalabra, o Sadalachia, vale a dire la farfalla

o il ventaglio. Contribuisce all'assedio delle citt… e alla vendetta, rovina i

nemici, causa i divorzi, conferma le carceri, gli edifici e accelera i

corrieri, Š propizia ai malefizi contro il coito, giova per legare qualunque

membra del corpo, in modo che non possa compiere l'ufficio

suo.

 

La ventiseiesima si chiama Alpharg, o Phtagal Mocaden, vale a dire il primo ad

attingere, e contribuisce all'accoppiamento e al diletto umano, libera i

prigionieri e abbatte le prigioni e le case.

 

La ventisettesima si chiama Alcharya, o Alhalgalmoad, vale a dire il secondo

ad attingere. Fa crescere e moltiplicare le messi, prosperare i commerci,

guadagnare, guarire le malattie; ma Š contraria agli edifici, prolunga la

prigionia, mette in pericolo i naviganti e contribuisce a recar danno a chi si

voglia.

 

La ventottesima e ultima si chiama Albotham, o Alchalch, vale a dire i pesci.

Rende prospere le messi e il commercio, preserva i viaggiatori nei passi

pericolosi, contribuisce alla gioia dei coniugati, ma impedisce lo scoprimento

dei tesori e consolida le prigioni

 

In queste ventotto case si raccolgono parecchi segreti della scienza degli

antichi, i quali a mezzo loro operavano meraviglie su tutte le cose che si

trovano sotto il circolo della Luna; ed essi attribuirono alle singole case i

loro simulacri, immagini, segnacoli, intelligenze presidenti e, per mezzo

delle virt— di queste cose, operavano in vari modi.

 

 

 

 

CAPITOLO XXXIV.

 

Del vero moto dei corpi celesti, che occorre rimarcare nella

ottava sfera, e della natura delle ore planetarie.

 

Nel compimento delle opere magiche secondo la convenienza del cielo, bisogna

osservare due cose, o almeno l'una delle due cose, vale a dire il moto delle

stelle, o i tempi, intendendo per moto quando sono nelle loro dignit… o

deiezioni, sia essenziali che accidentali, e per tempi i giorni e le ore

sottesi al loro dominio.

 

Gli astrologhi hanno parlato ampiamente nelle loro opere di tutto ci• e qui

baster… accennare principalmente a due cose. Anzitutto Š indispensabile

osservare il moto delle stelle, i loro ascendenti, i loro cardini, la

posizione effettiva che occupano nella ottava sfera, cose tutte che molti

trascurano nello stendere le figure dei corpi celesti, il che vale a privarli

dei risultati perseguiti. In secondo luogo occorre osservare i tempi, cercando

le ore planetarie.

 

Quasi tutti gli astrologhi dividono lo spazio di tempo che corre dal levarsi

al tramontare del Sole in dodici parti eguali, che chiamano ore diurne e lo

spazio di tempo che separa il tramonto dal levare del sole in altre dodici

parti eguali, dette ore notturne. Distribuiscono poi ciascuna ora a ciascun

pianeta, secondo l'ordine della loro successione e attribuiscono sempre la

prima ora diurna al signore di quel giorno, facendo seguire gli altri pianeti

nel loro ordine sino alla fine delle ventiquattro ore.

 

I magi accettano tale divisione astrologica. Per• alcuni non sono d'accordo

nella distribuzione delle ore, obiettando che l'intervallo fra il levare e il

tramontare del Sole non va diviso in parti eguali e che queste ore non sono

state chiamate ineguali perch‚ ineguali in confronto alle ore notturne, ma

perch‚ le ore diurne e le notturne, ciascuna in particolare, sono disuguali

tra loro. Per conseguenza l'attribuzione ai pianeti di tali ore ineguali

riposa magicamente sopra la razione della loro misura data dall'osservazione,

che Š questa. Come nelle ore artificiali, che sono sempre coeguali, le

ascensioni di quindici gradi nell'equinozio costituiscono un'ora artificiale.

CosŤ anche nelle ore planetarie le ascensioni di quindici gradi nell'eclittica

formano un'ora planetaria, o ineguale, di cui occorre cercare e trovare la

misura sulle tavole delle ascensioni oblique di ciascuna regione.

 

 

CAPITOLO XXXV.

 

In qual modo tutte le cose artificiali, come le immagini i sigilli e simili,

ricevano qualche potere dai corpi celesti.

 

La grandezza la virt— e la possanza dei corpi celesti sono tali, che non solo

le cose naturali, ma anche le artificiali, se ritualmente esposte al loro

influssi, ricevono le impressioni dell'agente onnipossente che loro comunica

un potere celeste spesso sorprendente. Ci• Š confermato anche dal santo

dottore Tommaso d'Aquino nel suo libro del Destino, in cui dice che gli abiti

stessi gli edifici e tutte le opere dell'arte ricevono dagli astri date

qualit….

 

I magi assicurano che oltre la mescolanza e l'applicazione delle cose

naturali, Š possibile ricevere dall'alto poteri mirabili merc‚ le immagini, i

suggelli, gli anelli, gli specchi e simili altre preparazioni fatte sotto

determinate costellazioni e nel momento acconcio. Perch‚ i raggi degli astri,

animati viventi sensibili recanti con se doti mirabili e veementissime

potenze, anche in un repentino momento ed improvviso contatto imprimono sulle

immagini forze miracolose, anche nella materia non perfettamente preparata.

Nondimeno i risultati sono tanto pi— efficaci, quanto pi— la materia impiegata

abbia maggior attitudine naturale a contribuire all'operazione con la

propriet… specifica e quanto pi— il grafico dell'immagine sia rassomigliante

alla figura celeste. Una tale immagine, sia a causa della materia naturalmente

conveniente all'opera e all'influsso celeste, che per l'aspetto simile alla

figura celeste e perci• ben adatto a ricevere le azioni e i poteri dei corpi

celesti, diventa capace a un tratto di esercitare funzioni celesti, cosŤ che

essa agisce perennemente su un altro soggetto e le altre cose inclinano

obbedienti verso di essa. Perci• Tolomeo dice nel suo Centiloquio che non solo

le cose inferiori obbediscono alle cose celesti, ma anche alle loro immagini e

cosŤ, per esempio, lo scorpione terrestre, oltre all'obbedire allo Scorpione

celeste, obbedisce anche alla sua immagine, se sia stata preparata nel tempo

adatto sotto il suo ascendente e la sua dominazione.

 

 

CAPITOLO XXXVI.

 

Delle immagini zodiacali e quali poteri ricevano incise sotto i rispettivi

astri.

 

V'hanno in cielo numerose immagini celesti, a rassomiglianza delle quali

vengono conformate tali sorta d'immagini, alcune visibili e corporee, altre

immaginarie, che gli Egiziani gli Indiani e i Caldei hanno osservato e

disegnato. CosŤ essi collocano dodici immagini universali nel cerchio dello

zodiaco, secondo il numero dei segni.

 

Le immagini dell'Ariete del Leone e del Sagittario, che formano la triplicit…

ignea e orientale, sono atte contro le febbri, la paralisi, l'idropisia, la

gotta e contro tutte le malattie originate dagli umori freddi e flemmatici e

rendono colui che le porti piacevole, eloquente, ingegnoso e onorato, perch‚

costituiscono le case o domicili di Marte del Sole e di Giove. L'immagine del

Leone, fatta nell'ora del Sole nel primo grado ascendente dell'aspetto del

Leone, aspetto

e decanato appartenenti a Giove, Š anche atta a combattere i segni e le

visioni melanconiche l'idropisia, la peste, le febbri e le malattie in genere

e la stessa immagine, preparata allorch‚ il Sole occupa il mezzo del cielo nel

cuore del Leone, Š contraria ai calcoli e ai mali del rene e impedisce di

nuocere alle bestie.

 

I Gemelli la Bilancia e l'Acquario, che formano la triplicit… aerea e

occidentale e sono i domicili di Mercurio di Venere e di Saturno, sono

reputati atti a fugare le malattie melanconiche, a ristabilire l'amicizia e la

concordia, ad assicurare la salute e si dice che l'Acquario guarisca

specialmente la febbre quartana.

 

Il Cancro lo Scorpione e i Pesci, che formano la triplicit… acquatica e

settentrionale, possiedono virt— contro le febbri calde e secche, la febbre da

etisia e tutte le malattie colleriche. Lo Scorpione, che nel corpo umano

influisce sui genitali, porta alla lussuria e a tale effetto gli antichi

formavano la sua immagine nell'ascendente del suo terzo aspetto, che Š

riservato a Venere. La stessa immagine, fatta nell'ascendente del suo secondo

aspetto che Š quello del Sole e il decanato di Giove, Š utile contro i

serpenti, gli scorpioni, i veleni, i demoni e rende saggio chi la porti. Anche

l'immagine del Cancro Š reputata efficace contro i serpenti e i veleni, se

preparata quando il Sole e la Luna, in congiunzione in tale segno, sieno nel

loro ascendente nel primo o nel terzo aspetto, questo aspetto di Venere e

decanato della Luna, quello aspetto della Luna e decanato di Giove.

 

Si dice in proposito che i serpenti s'attorcano, quando il Sole Š in Cancro.

 

Infine il Toro la Vergine e il Capricorno, che formano la triplicit… terrestre

e meridionale, guariscono le malattie calde e rendono chi ne porti le immagini

graditi, bene accolti, eloquenti, devoti e religiosi, essendo le case di

Venere di Mercurio e di Saturno. Si dice anche che il Capricorno preservi

l'uomo e i luoghi dagli accidenti, essendo l'esaltazione di Marte.

 

 

 

 

CAPITOLO XXXVII.

 

Delle immagini degli aspetti zodiacali e dei loro poteri e

delle immagini extrazodiacali.

 

Nello zodiaco v'hanno inoltre trentasei immagini di altrettanti aspetti, sulle

quali, a quanto asserisce Porfirio, Teucro di Babilonia, antichissimo

matematico, ha scritto un intero trattato, imitato in seguito dagli Arabi.

 

Si dice dunque che nel primo aspetto dell'Ariete ascenda il simulacro d'un

uomo nero eretto, cinto di candida veste, dal corpo grande, dagli occhi rossi,

robustissimo e collerico in atto. Questa immagine significa e fomenta

l'ardire, la bravura, l'alterigia e l'impudenza.

 

Nel secondo aspetto accende una immagine femminile vestita d'un abito rosso di

sopra e bianco di sotto, con un piede sospinto in avanti. Questa immagine da'

la nobilt…, la potenza ai regni e la grandezza del dominio.

 

Nel terzo aspetto s'eleva l'immagine d'un uomo bianco, pallido, dai capelli

rossi, vestito di rosso, con in mano un braccialetto d'oro e un bastone di

legno, atteggiato all'inquietudine e alla collera per non poter compiere il

bene vagheggiato. Questa immagine da' il genio, l'umanit…, le gioie e la

bellezza.

 

Nel primo aspetto del Toro ascende un uomo interamente nudo e intento a

spigolare o a lavorare la terra. Assicura, i buoni raccolti, i lavori in

genere, gli edifici, rende popolose le terre, largisce le scienze geometriche.

 

Nel secondo aspetto s'eleva un uomo nudo con una chiave in mano che d… la

potenza, la nobilt… e l'autorit… sui popoli.

 

Nel terzo aspetto ascende un uomo con un serpente e un dardo in mano ed Š

l'immagine della necessit… e dell'utilit… e anche della miseria e della

servit—.

 

Nel primo aspetto dei Gemelli ascende un uomo munito d'una verga, atteggiato

come se ne servisse un altro. Questa immagine d… la saggezza, la scienza dei

numeri e delle arti non utili.

 

Nel secondo aspetto ascende un uomo con un flauto in

mano e un altro uomo intento a scavare la terra. Queste due immagini

significano arrendevolezza riprovevole e disonesta, simile a quella dei

buffoni, lavori e ricerche stentate.

 

Nel terzo aspetto ascende un uomo che cerca le sue armi e un pazzo con un

uccello nella destra e un flauto nella sinistra, i quali significano oblio,

indignazione, audacia, scherni, truffe, parole vane.

 

Nel primo aspetto del Cancro ascende l'immagine d'una ragazza vestita di

ricchi abiti e con una corona in testa. Questa immagine da' la sottigliezza

dei sensi e del genio e l'amore degli uomini.

 

Nel secondo aspetto ascende un uomo vestito d'abiti di riposo, o un uomo e una

donna seduti a tavola e intenti a giocare. Queste immagini danno le ricchezze,

la gaiezza, la gioia e l'amore delle donne.

 

Nel terzo aspetto ascende un cacciatore con la picca e il corno

seguito dai suoi cani. Significa contrariet…, inseguimento di fuggiaschi,

conquista con la forza delle armi e con le violenze.

 

Nel primo aspetto del Leone ascende un uomo che cavalca un leone e significa

audacia, violenza, crudelt…, maleficio, concupiscenza, indurimento al lavoro.

 

Nel secondo aspetto ascende un'immagine con le mani levate con un uomo intento

a incoronarla e un altro uomo atteggiato ad ira e minaccioso, con la spada

nuda nella destra e uno scudo nella sinistra. Queste immagini significano

risse nascoste, battaglie guadagnate da uomini di bassa condizione, occasioni

di processi e di lotte.

 

Nel terzo aspetto ascendono un giovane munito d'una sferza o d'una disciplina

e un uomo assai triste e brutto e queste due immagini significano amore,

socievolezza e rinunzie per evitare le dispute e le contestazioni.

 

Nel primo aspetto della Vergine ascendono le immagini d'una giovinetta e d'un

uomo intento a rispander sementi, le quali significano ammassamento di

ricchezze, ordine nello splendere, nell'arare, nel seminare, nel produrre.

 

Nel secondo aspetto ascendono un uomo nero con abiti di cuoio e un uomo dalla

chioma prolissa, che ha seco diverse borse di danaro. Significano guadagni,

accumulo di ricchezze e avarizia.

 

Nel terzo aspetto ascende una donna bianca e sorda, oppure un vecchio che

s'appoggia a un bastone. Significa debolezza e infermit…, danno alle membra,

distruzione d'alberi, spopolamento di contrade.

 

Nel primo aspetto della Bilancia ascende la forma d'un uomo in collera con un

flauto in mano e con accanto un altro uomo intento a leggere in un libro.

Questa immagine opera in pr• della giustizia e dei disgraziati e dei deboli

oppressi dai cattivi e dai potenti.

 

Nel secondo aspetto ascendono due uomini cattivi e irati e un uomo riccamente

abbigliato assiso Sopra un trono. Significano indignazione contro i malvagi,

vita tranquilla e sicura con abbondanza di beni.

 

Nel terzo aspetto ascendono un uomo violento armato d'arco, un uomo

completamente nudo e un terzo uomo con un pane nell'una mano e nell'altra un

bicchiere di vino. Queste immagini indicano detestabili concupiscenze,

canzoni, giuochi, ghiottoneria.

 

Nel primo aspetto dello Scorpione s'eleva una donna di buona apparenza e di

buon contegno, che ha vicini due uomini che s'accapigliano, con significato di

benessere e bellezza, litigi, imboscate, inganni, maldicenza, sottrazioni e

perdite.

 

Nel secondo aspetto ascendono un uomo e una donna a affatto nudi e un uomo

seduto a terra, che ha davanti due cani che si mordono l'un l'altro.

Significano impudenza, raggiro, delazione e provocazione di mali e risse fra

uomini.

 

Nel terzo aspetto ascendono un uomo curvo sulle ginocchia e una donna che lo

colpisce con un bastone, che indicano ubriachezza, fornicazione, ire, violenze

e processi.

 

Nel primo aspetto del Sagittario si eleva la forma d'un uomo coperto di

corazza e con la spada nuda brandita. Significa attivit… militare, audacia,

libert….

 

Nel secondo aspetto ascende una donna che piange, coperta di

panni, che indica tristezza e timori pel proprio corpo.

 

Nel terzo aspetto ascende un uomo di colore simile all'oro, o un uomo ozioso

che si trastulla con un bastone. Indica testardaggine, prontezza al male,

litigi, cose spaventevoli.

 

Nel primo aspetto del Capricorno ascendono le immagini di una donna e di un

uomo nero che porta alcune borse piene di danaro e significano inclinazione

allo spendere e ai piaceri, guadagni, perdite subite con debolezza e con

bassezza.

 

Nel secondo aspetto ascendono due donne e un uomo intenti a osservare il volo

d'un uccello. Significano domande che non Š lecito muovere e ricerche vietate.

 

Nel terzo aspetto ascendono una donna corporalmente casta e saggia nelle

azioni e un cambiavalute, che raccoglie danaro su una tavola. Indicano

prudente governo, desiderio di beni, avarizia.

 

Nel primo aspetto dell'Acquario si elevano la forma d'un uomo prudente e

l'immagine d'una donna che fila. Significano applicazione e lavoro per

guadagnare, povert…, bassezza.

 

Nel secondo aspetto ascende un uomo munito d'una lunga barba, che significa

intendimento, umanit…, modestia, libert… e buoni costumi.

 

Nel terzo aspetto ascende un uomo nero in collera, che significa insolenza e

impudenza.

 

Nel primo aspetto dei Pesci ascende un uomo ben vestito col dorso gravato di

fardelli, il quale indica viaggi, cambiamenti di luogo, inquietudine di

guadagno del sostentamento.

 

Nel secondo aspetto s'eleva una donna bella e ben vestita, che indica

richieste e intromissione per cose grandi e elevate.

 

Nel terzo aspetto ascende un uomo o un giovane completamente nudo, con accanto

una bella fanciulla inghirlandata di fiori. Significa il riposo, il dolce far

niente, il piacere, la fornicazione, le carezze femminili.

 

Oltre queste principali, lo zodiaco, contiene ancora trecentosessanta

immagini, una per grado, che sono state descritte da Pietro d'Abano.

 

Fuori dello zodiaco si riscontrano altre immagini generiche, che sono state

descritte da Higinius e da Aratus. Ma troppo sarebbe lungo il menzionarle

tutte. Le principali a ogni modo sono le seguenti. Pegaso, che ha il potere di

guarire le malattie dei cavalli e di preservare in guerra i cavalieri;

Andromacha, che alimenta l'amore tra l'uomo e la donna e riconcilia perfino

gli adulteri; Cassiopea, che rafferma i corpi debilitati e fortifica le

membra; il Serpentario, che neutralizza i veleni e guarisce le punzecchiature

e i morsi delle bestie malefiche; Ercole, che rende vittoriosi in guerra; il

Dragone e le due Orse, che fanno l'uomo astuto, ingegnoso, valente, desideroso

di rendersi grato a Dio e agli uomini; l'Idra, che d… la saggezza, le

ricchezze e l'immunit… ai veleni; il Centauro, che d… la salute e lunga vita;

l'Altare, che rende casti e graditi alla divinit…; la Balena, che fa amare,

che largisce la prudenza e la fortuna cosŤ in terra che in mare e che fa

ricuperare quanto si Š perduto; la Nave, che fa sicuri sulle acque; la Lepre,

che combatte gl'inganni e la follia; il Cane, che guarisce l'idropisia,

resiste alla pestilenza e preserva dalle bestie feroci e Orione, che assicura

la vittoria; l'Aquila, che eleva a nuove dignit… e conserva le antiche; il

Cigno, che guarisce dalla paralisi e dalla quartana; Perseo, che libera dagli

invidiosi e dai malefici e preserva dalle tempeste e dalla folgore; il Cervo,

che guarisce i frenetici e i maniaci.

 

CAPITOLO XXXVIII.

 

Delle immagini di Saturno.

 

Ora abbisogna conoscere le immagini attribuite dagli antichi ai pianeti e

quantunque i sapienti delle passate et… ce ne abbiano parlato distesamente in

amplissimi volumi, nondimeno ci sembra opportuno accennare ad alcuna delle

principali immagini planetarie.

 

In rapporto alle operazioni e agli effetti di Saturno, per esempio, essi

incidevano sulla pietra magnete, quando il pianeta era all'ascendente,

l'immagine d'un uomo dal muso di cervo e dalle zampe di camello, seduto su un

trono, o

portato da un drago, con una falce impugnata nella destra e una freccia nella

sinistra. Questa immagine reputavasi atta a prolungare la vita e Albumasar,

nell'opera intitolata Sadar, prova che Saturno contribuisce ad allungare

l'esistenza e menziona certe contrade delle Indie, poste sotto la dominazione

diretta di questo pianeta, in cui gli abitanti non muoiono che estremamente

vecchi. Preparavano un'altra immagine di Saturno atta a prolungare la vita,

incidendo su uno zaffiro, nell'ora di Saturno in ascendente o in aspetto

favorevole, la figura d'un vecchio seduto su un alto trono, con le mani levate

sul capo a impugnare un pesce o una falce e sotto i piedi un grappolo d'uva,

con la testa coperta di nero o di scuro. La stessa immagine, preparata

nell'ora di Saturno e nel suo ascendente nel terzo aspetto dell'Acquario,

costituiva un rimedio contro i calcoli e le affezioni renali. Un'altra

immagine capace di dare accrescimento alle cose, si preparava nel momento in

cui Saturno era in ascendente nel Capricorno ed era costituita dalla figura

d'un vecchio appoggiato a un bastone, con una falce ricurva in mano e vestito

di nero. Un'altra immagine di rame fuso veniva preparata quando Saturno era

nel suo ascendente al suo levarsi, vale a dire nel primo grado dell'Ariete, o

pi— esattamente del Capricorno, e si assicura che tale immagine sia dotata di

voce umana. In relazione alle operazioni di Saturno e di Mercurio, facevano

ancora una immagine fusa, sotto l'aspetto d'un bell'uomo, la quale prediceva

le cose future, fondendola nel giorno di Mercurio, nella terza ora, che Š

quella di Saturno, quando i Gemelli erano nel suo ascendente, il domicilio di

Mercurio indicando i profeti, e allorch‚ Saturno e Mercurio erano in

congiunzione in Acquario nella nona plaga del cielo, chiamata anche Iddio.

Occorreva di pi— che Saturno e la Luna riguardassero in trino l'ascendente e

il Sole il luogo della congiunzione, che Venere, in qualche angolo, fosse

potente e occidentale, che Marte fosse bruciato dal Sole e non contemplasse ne

Saturno ne mercurio. Allora dicevano che lo splendore delle potenze di quelle

stelle si diffondeva sopra tale immagine, che diveniva capace di parlare con

gli uomini e di rivelare cose assai utili.

 

 

 

 

CAPITOLO XXXIX.

 

Delle immagini di Giove.

 

In relazione alle operazioni di Giove e per prolungare la durata della vita,

allorch‚ Giove ascendeva felicemente nella sua esaltazione e nella sua ora, si

incideva su pietra bianca e limpida l'immagine d'un uomo coronato e vestito di

giallo, portato da un'aquila o da un drago, colla destra armata di un dardo e

in atto di trafiggerne il capo della sua cavalcatura. Anche su pietra bianca e

limpida, cristallo a preferenza (quarzo), e negli stessi momenti, s'incideva

l'immagine d'un uomo nudo e coronato, con le mani elevate e giunte in atto di

preghiera, seduto su un trono a quattro piedi, portato da quattro amorini

alati. Tale immagine si diceva avere il potere di accrescere il benessere le

ricchezze e gli onori, di largire la benevolenza e la prosperit… e di liberare

dai propri nemici. Un'altra immagine di Giove infine, capace di far condurre

vita pia onorata e fortunata, era quella di un uomo dalla testa di leone o di

ariete e dalle zampe d'aquila, vestito di giallo e chiamato figliuolo di

Giove.

 

 

 

 

 

CAPITOLO XL.

 

Delle immagini di Marte.

 

Nell'ora di Marte e nella sua ascendenza nel secondo aspetto dell'Ariete, su

una pietra marziana, a preferenza su diamante, s'incideva un uomo armato

cavalcante un leone, con la spada nuda e dalla punta levata in alto nella

destra, e una testa umana nella sinistra. Si asseriva che questa immagine

renda l'uomo cosŤ possente nel bene e nel male da esser temuto da tutti,

dandogli tal potenza fascinatoria da paralizzare chiunque con lo sguardo

incollerito. Un'altra immagine di Marte, capace di infondere coraggio e

ardire, era quella di un soldato armato e coronato, con lampada al fianco e

con una lunga picca nella destra. Questa immagine si preparava nell'ora di

Marte in ascendenza nel primo aspetto dello Scorpione.

 

 

 

CAPITOLO XLI.

 

Delle immagini del Sole.

 

Una immagine solare capace di rendere l'uomo invincibile e onorato, di

assicurargli il successo in ogni intrapresa, di bandire i suoi sogni vani, di

combattere le febbri e la peste, era quella di un re coronato e assiso su un

trono, con un corvo sul petto e un globo sotto i piedi, vestito di giallo.

L'immagine si incideva su un rubino o balascio, nell'ora del Sole, ascendente

in esaltazione felice nel primo aspetto del Leone. Un'altra immagine solare,

da incidersi sul diamante nell'ora del Sole ascendente nella sua esaltazione

era quella d'una donna coronata e atteggiata come una danzatrice, eretta su un

carro tratto da quattro cavalli, con uno specchio o uno scudo nella destra e

nella sinistra una verga appoggiata sul petto, con una fiammella di fuoco sul

capo. Questa immagine si diceva atta a rendere l'uomo felice ricco e stimato

da tutti. Incisa invece su una sardonica, nell'ora del Sole e nel momento in

cui l'astro era in ascendenza nel primo aspetto del Leone, serviva a

combattere le affezioni lunatiche, che sogliono sopravvenire nel tempo in cui

la Luna Š in combustione.

 

 

 

 

 

CAPITOLO XLII.

 

Delle immagini di Venere.

 

L'immagine di una donna dalla testa d'uccello e dalle zampe d'aquila, con un

dardo in mano, fatta nell'ora di Venere in ascendenza nei Pesci, si reputava

atta ad assicurare i favori e la benevolenza. Un'altra immagine intesa a

ottenere l'amore delle donne, si preparava nell'ora di Venere in ascendenza

nel Toro, incidendo su lapislazzuli la forma di una fanciulla ignuda e ornata

d'una collana, coi capelli sparsi, con uno specchio in mano e con accanto un

bel giovane che con la sinistra le stringe la collana e con la destra le

ravvia i capelli, guardandosi teneramente, ed accanto a loro un amorino alato,

che tiene una spada e una saetta. Quando Venere si trova all'ascendente nel

primo aspetto del Toro, o della Bilancia, o dei Pesci, si preparava

un'immagine atta a rendere l'uomo tranquillo, placido, giocondo e robusto

sotto forma di una fanciulla dai capelli sparsi, dagli abiti lunghi e bianchi,

dalla destra munita d'un ramo di alloro, o d'un pomo, o d'un mazzolino di

fiori, e con un pettine nella sinistra.

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO XLIII.

 

Delle immagini di Mercurio.

 

In rapporto alle operazioni di Mercurio, gli antichi preparavano un'immagine

nell'ora stessa di Mercurio, quando era in ascendenza nei Gemelli,

rappresentata da un giovane ben formato, munito di barba, con un caduceo nella

sinistra, un dardo nella destra e ali ai piedi. Si dice che questa immagine

dia la scienza, l'eloquenza, l'abilit… commerciale, che favorisca. la pace e

la concordia, che guarisca dalle febbri. Un'altra immagine mercuriana,

specialmente indicata per attrarre la benevolenza altrui e infondere genialit…

e memoria, era costituita da un uomo seduto su una cattedra o a cavallo d'un

pavone, con zampe d'aquila, col capo sormontato da una cresta e con un gallo,

o una fiammella, nella mano sinistra. Veniva preparata allorch‚ Mercurio si

trovava nel suo ascendente nella Vergine.

 

CAPITOLO XLIV.

 

Delle immagini della Luna.

 

In rapporto alle operazioni lunari, in favore dei viaggiatori e come un

rimedio alle fatiche del cammino, nell'ora della Luna ascendente nella sua

esaltazione, veniva preparata l'immagine d'un uomo curvo su un bastone, con un

uccello sul capo e con un albero in fiore davanti. Per far moltiplicare i

prodotti della terra e per combattere i veleni e le malattie infantili,

nell'ora della Luna in ascendenza nel primo aspetto del Cancro, si approntava

l'immagine d'una donna cornuta, a cavalcioni di un toro o d'un drago a sette

teste o d'un granchio, con un dardo nella destra e uno specchio nella

sinistra, vestita di bianco o di verde, con due serpenti sul capo

attorcigliati intorno alle corna, con un serpente attorto intorno a ogni

braccio e similmente uno attorto intorno a ogni gamba.

 

 

 

 

CAPITOLO XLV.

 

Delle immagini della testa e della coda del Drago della Luna.

 

Gli antichi facevano anche una immagine della testa e della coda del Drago

della Luna, che consisteva nell'effige d'un serpente collocato attraverso due

cerchi, l'uno d'aria e l'altro di fuoco, munito d'una testa di sparviero e con

la coda fatta a somiglianza della lettera greca theta.

 

Questa immagine era preparata nel momento in cui Giove occupava col capo il

mezzo del cielo e si diceva contribuire assai alla buona riuscita delle

domande, contrassegnando altresŤ il proprio buon genio sotto l'aspetto del

serpente. In prova era addotto come gli Egiziani e i Fenici avessero collocato

il serpente al disopra, degli altri animali, divinizzandolo, perch‚ dotato di

spirito pi— sottile e di maggior fuoco in confronto di tutte le altre bestie,

cosa comprovata tanto dalla rapidit… della sua marcia, che si compie senza

ausilio alcuno

di mani o di piedi, che dai suoi mutamenti periodici di spoglia e di et… che

lo ringiovaniscono.

 

Una immagine simile la preparavano poi quando la luna restava eclissata nella

coda, o male affetta da Saturno e da Marte, per destare l'inquietudine, per

indebolire, per arrecare disgrazia. E la chiamavano il cattivo genio. Si

racconta in proposito che un ebreo avesse chiuso una simile immagine entro un

balteo d'oro tempestato di pietre preziose, regalato da Bianca, figliuola del

duca di Borbone, a suo marito, il re Pedro di Spagna, primo di questo nome,

conscia o no. Nell'indossare il prezioso balteo, sembrava al principe sentirsi

avvolto tra le spire d'un serpente e avendo infine riconosciuto che esso

racchiudeva un potere magico, ripudi• la moglie.

 

 

 

CAPITOLO XLVI.

 

Delle immagini delle case della Luna.

 

Gli antichi preparavano anche immagini appropriate a ogni casa della Luna.

 

Nella prima casa, per le opere di distruzione, s'imprimeva su un anello di

ferro l'immagine d'un uomo nero, cinto d'un cilicio, in atto di scagliare un

dardo con la destra, avvalendosi dell'anello come di un sigillo da usare su

cera nera, profumando con storace liquido e formulandovi sopra acconce

imprecazioni.

 

Nella seconda casa formavano un sigillo con l'immagine d'un re coronato, da

usarsi su un miscuglio di cera bianca e di mastice, profumando con legno

d'aloe. Vale a stornate le collere dei principi e a riconciliarsi con essi.

 

Nella terza casa incidevano su un anello d'argento dal castone quadrato la

immagine d'una donna ben vestita, assisa su un trono, con la destra sollevata

sopra il capo e sigillavano e profumavano con muschio e canfora ed unghia

aromatica. Questo immagine assicura la prosperit…., largendo ogni sorta di

beni.

 

Nella quarta casa, per la vendetta, il divorzio, l'inimicizia

e la malevolenza, formavano su cera rossa un sigillo rappresentante un soldato

a cavallo con un serpe nella destra, profumando con mirra rossa e storace.

 

Nella quinta casa, per guadagnare il favore dei principi e dei dignitari,

imprimevano sull'argento la testa d'un uomo e profumavano con sandalo.

 

Nella sesta, per cementare l'amicizia fra due persone, imprimevano su cera

bianca due figure abbracciate e profumavano con legno d'aloe e ambra.

 

Nella settima, per l'acquisto d'ogni sorta di beni, incidevano sull'argento

l'immagine d'un uomo ben vestito, con le mani levate supplici al cielo e

profumavano con aromi delicati.

 

Nelle ottava casa, per essere vittorioso in guerra, incidevano sullo stagno la

figura d'un'aquila dal volto umano e profumavano con zolfo.

 

Nella nona, per fare ammalare, tracciavano sul piombo l'immagine d'un uomo

nudo, mancante della verga e dei testicoli, che con le mani si copre gli occhi

e la profumavano con resina di pino.

 

Nella decima, per facilitare lo sgravo e guarire gli ammalati, incidevano

sull'oro la testa d'un leone, profumando con ambra.

 

Nell'undicesima, per incutere timore reverenza e venerazione, imprimevano su

una lamina d'oro l'immagine d'un uomo cavalcante un leone, con l'orecchia

dell'animale stretta nella sinistra e con un dardo nella destra e profumavano

con grati odori e zafferano.

 

Nella dodicesima, per dividere gli amanti, imprimevano su piombo nero

l'immagine di un drago in lotta con un uomo, profumando con peli di leone e

asma fetida.

 

Nella tredicesima, per cementare l'affetto tra gli sposi e per rimuovere i

malefici del coito, formavano due immagini, l'una d'uomo SU cera rossa,

l'altra di donna su cera bianca, le riunivano e le esponevano a fumigazioni di

aloe e di ambra.

 

Nella quattordicesima, per provocare il divorzio e la separazione tra sposi,

incidevano su rame rosso l'immagine d'un cane intento a mordersi la coda e

profumavano con pelo di cane e di gatto neri.

 

Nella quindicesima, per guadagnarsi l'amicizia e la benevolenza. tracciavano

l'immagine d'un uomo seduto e occupato a leggere alcune lettere, profumando

con incenso e noce moscata.

 

Nella sedicesima, per guadagnare in commercio, incidevano su lamina d'argento

l'immagine d'un uomo seduto su una cattedra con un bilancino in mano e

profumavano con droghe odorifere.

 

Nelle diciassettesima, contro i ladri e i masnadieri, formavano su un sigillo

di ferro la figura d'una scimmia e la incensavano con pelo di scimmia.

 

Nella diciottesima, per preservare dalle febbri e dalle coliche, incidevano su

rame l'immagine d'un colubro con la coda appoggiata sul capo e fumigavano con

corna di cerno asserendo che tale immagine valesse altresŤ a tener lontani i

serpenti e le bestie velenose dal luogo ove fosse stata seppellita.

 

Nelle diciannovesima, per far partorire agevolmente e provocare le

mestruazioni, imprimevano su rame l'immagine d'una donna col viso celato tra

le mani e profumavano con storace liquido.

 

Nella ventesima, in favore della caccia, imprimevano su stagno l'immagine d'un

sagittario mezzo uomo e mezzo cavallo e profumavano con la testa d'una volpe.

 

Nella ventunesima, per rovinare alcuno, formavano l'immagine di un uomo con

due facce, l'una davanti e l'altra dietro, e profumavano con zolfo e carabo.

Questa immagine veniva collocata in un astuccio di rame insieme a un po' di

zolfo e carabo e ai capelli della persona a cui si voleva arrecare nocumento.

 

Nella ventiduesima, per la sicurezza dei fuggiaschi, tracciavano su ferro

l'immagine d'un uomo dai piedi alati e dal capo rivestito da un casco,

profumando con mercurio.

 

Nella ventitreesima, per rovinare e desolare, incidevano su ferro la figura

d'un gatto con la testa di cane, profumando con peli di cane e seppellendo

l'immagine nei luoghi ove si voleva apportare la desolazione.

 

Nella ventiquattresima, per la moltiplicazione degli armenti, formavano un

sigillo di ferro con l'immagine di una

donna intenta ad allattare il suo pargolo che facevano arroventare e col quale

marchiavano un corno di caprone o di toro o di becco del gregge da

moltiplicare e lo sospendevano al collo del capo del gregge.

 

Nella venticinquesima, per la conservazione delle piante e delle messi,

intagliavano su legno di fico l'immagine d'un agricoltore intento a lavorare,

la profumavano con fiori di fico e la sospendevano all'albero.

 

Nella ventiseiesima, per conciliare l'amore e i favori, formavano su cera

bianca e mastice l'immagine d'una donna intenta a lavarsi e a pettinarsi e

profumavano con aromi delicati.

 

Nella ventisettesima, per prosciugare le fontane i pozzi e le sorgenti

termali, modellavano in creta rossa l'immagine d'un uomo alato con un vaso

forato e vuoto fra le mani e dopo aver fatto indurire al fuoco l'immagine,

empivano il vaso di assa fetida e Storace liquido, lo tappavano e lasciavano

cadere il tutto nella sorgente da danneggiare.

 

Nella ventottesima, per radunare i pesci, incidevano su rame l'immagine d'un

pesce, la profumavano con la pelle di un pesce d'acqua salata e la gettavano

nelle acque ove si volevano fare accorrere i pesci.

 

Inoltre, insieme alle immagini indicate, tracciavano i nomi degli spiriti e i

loro caratteri, invocandoli e sollecitandoli con acconce preghiere a voler

concedere quanto loro Si chiedeva.

 

 

 

CAPITOLO XLVII

 

Delle immagini delle stelle fisse.

 

Resta ora da parlare delle operazioni relative alle stelle fisse, seguendo

l'opinione di Ermete.

 

Sotto la testa d'Algol, gli antichi facevano l'immagine d'una testa umana

dalla lunga barba e dal collo insanguinato, immagine capace di far conseguire

quanto si chiede, di rendere chi la porta gaio ardito e magnanimo, di

conservare integre le membra, di preservare dai malefici e di riversare

sull'avversario i malvagi tentativi e le malvagie incantazioni.

 

Sotto le Pleiadi, formavano l'immagine d'una giovanetta

o d'una lampada, eccellente per rendere limpida la vista, per radunare i

demoni per far soffiare i venti, per scoprire i segreti e le cose nascoste.

 

Sotto Aldebaran, preparavano un'immagine simile a una divinit… o a un uomo

volante, intesa a procacciare onori e ricchezze.

 

Sotto il Caprone. facevano un'immagine rassomigliante a un uomo intento a

trastullarsi fra strumenti musicali, la quale procacciava alla persona che la

portava il favore e la stima dei sovrani e dei principi, preservandola dai

mali di denti.

 

Sotto il Cane maggiore, approntavano l'immagine d'un cane levriere o d'una

vergine, la quale apportava onori benevolenza e favori da parte degli uomini e

degli spiriti aerei e dava il potere di metter la pace e la concordia tra i re

i principi e gli uomini tutti.

 

Sotto il Cane minore, tracciavano l'immagine d'un gallo o di tre bimbette, per

attirare il favore delle divinit… degli spiriti e degli uomini, per render

forti contro i malefici e per conservare la salute.

 

Sotto il cuore del Leone, preparavano l'immagine d'un leone, o d'un gatto, o

d'un uomo assiso in trono e riverito. Serviva a rendere moderati, a liberare

dall'ira, a far tornare in grazia.

 

Sotto la coda della grande Orsa facevano l'immagine d'un uomo pensoso, o d'un

toro, o d'un vitello e la ritenevano atta a proteggere dagli incantesimi e a

rendere sicuri i viaggi.

 

Sotto l'ala del Corvo, tracciavano l'immagine d'un corvo, o d'un colubro, o

d'un uomo nero vestito di nero, atta a rendere il portatore collerico, ardito,

coraggioso, riflessivo, maledico, a inspirare sogni cattivi, a dare il potere

di fugare e di adunare i demoni e di sventare le malizie degli uomini degli

Spiriti e dei venti.

 

Sotto la Spiga, facevano l'immagine d'un uccello o di un uomo carico di

mercanzie, valida per arricchire, per fare guadagnare i processi, per

allontanare il dolore e i mali.

 

Sotto Alchameth facevano l'immagine di un cavallo, o d'un lupo, o d'un

ballerino, ottima contro le febbri astringente e emostatica.

 

Sotto Elpheya facevano l'immagine d'una chioccia, o d'un uomo coronato e

altolocato, la quale assicura la benevolenza degli uomini e largisce il dono

della castit….

 

Sotto il cuore dello Scorpione, facevano l'immagine di un uomo armato e

Corazzato, o d'uno scorpione, che d… l'intelletto e la memoria e difende

contro gli spiriti maligni.

 

Sotto l'Avvoltoio, preparavano l'immagine d'un avvoltoio, o d'una chioccia, o

d'un Uomo in cammino, atta a rendere magnanimi e alteri e a conferire la

supremazia sugli animali e sui demoni.

 

Sotto la coda del capricorno, facevano infine l'immagine d'un cervo, o d'un

becco, o d'un uomo irato, la quale serve a render prosperi e ad accrescere i

beni.

 

Tutte queste immagini gli antichi avevano stabilito dover essere incise sulle

pietre dominate dalle rispettive stelle.

 

 

 

CAPITOLO XLVIII

 

Delle figure geomantiche, che occupano un posto intermedio tra le immagini e i

caratteri.

 

Vi sono poi altre figure ricavate dai numeri e dalle posizioni degli astri, le

quali vengono attribuite tanto agli elementi che ai pianeti e ai segni, e si

chiamano geomantiche, perch‚ coloro che divinano per geomanzia riducono a tali

figure i punti proiettati della loro sorte con l'eccedente di parit… o

d'imparit…. Anche queste figure, incise o impresse sotto la dominazione dei

rispettivi pianeti e segni, acquistano la virt— e la potenza delle immagini,

occupando un posto di mezzo tra le immagini e i caratteri.

 

 

 

Chi vorr… conoscere esattamente la natura di queste figure, le loro qualit…,

propriet…, condizioni, significati e apotelesmati, dovr…, consultare gli

speciali trattati dei geomanti. Esse non sono pi— di sedici, di cui riportiamo

i nomi e i temi nella speciale tavola che segue.

 

 

TABELLA

FIGURA

NOME

ELEMENTO

PIANNETA

SEGNO

simbolo

cammino

viaggio

Acqua

simbolo

simbolo

simbolo

parola

assemblea

acqua

simbolo

simbolo

simbolo

congiunzione

riunione

aria

simbolo

simbolo

simbolo

prigione

costretto

terra

simbolo

simbolo

simbolo

fortuna maggiore

aiuto maggiore

tutela iniziata

terra

simbolo

simbolo

simbolo

fortuna minore

aiuto minore

tutela finita

fuoco

simbolo

simbolo

simbolo

acquisizione

compreso dentro

aria

simbolo

simbolo

simbolo

acquisizione compreso fuori

fuoco

simbolo

simbolo

simbolo

gioia

ridente

sano

barbuto

aria

simbolo

simbolo

simbolo

tristezza

dannato

a traverso

terra

simbolo

simbolo

simbolo

fanciulla

di bello aspetto

fuoco

simbolo

simbolo

simbolo

giovanotto

giovane

senza barba

fuoco

simbolo

simbolo

simbolo

bianco

rilucente

acqua

simbolo

simbolo

simbolo

rosso

fulvo

fuoco

simbolo

simbolo

simbolo

testa

soglia entrante

soglia superiore

terra

simbolo

simbolo

simbolo

coda

soglia uscente

soglia inferiore

fuoco

simbolo

simbolo

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO XLIX.

 

Delle immagini che non sono fatte a somiglianza delle figure celesti, ma a

imitazione di quanto desidera l'operatore.

 

Un'altra specie di immagini Š fatta, non a rassomiglianza delle figure

celesti, ma a imitazione di ci• che l'operatore vuole secondo la sua

intenzione, di cui esse rappresentano le tracce visibili. CosŤ noi prepariamo

immagini abbracciate per l'amore, in lotta per la discordia contorte e

mutilate per le opere di distruzione e di impedimento, tanto ai danni

dell'uomo che delle case e delle citt…, e fatte a rassomiglianza dell'essere o

della cosa da distruggere o ostacolare.

 

Nel fondere o nell'incidere tali immagini i magi prescrivono d'inscriverci il

nome dell'effetto perseguito, che va applicato sul dorso per un'opera malefica

quale la distruzione e sull'addome per un'opera di bene quale l'amore; di

tracciare sulla fronte o sul prospetto dell'immagine il nome della cosa o

dell'individuo designati dall'immagine, o pei quali o contro i quali

l'immagine Š preparata; di contrassegnare il petto col nome del segno o

dell'aspetto dell'ascendente e del suo dominante, nonch‚ coi caratteri e coi

nomi degli angeli rispettivi. Prescrivono inoltre che, nel preparare

l'immagine, non vengano omesse le imprecazioni necessarie all'effetto

perseguito e il dettaglio di tali istruzioni potr… leggersi nello Specchio di

Alberto il Grande.

 

Le immagini vengono poi adoperate in modo diverso, secondo le diverse loro

virt—, e talvolta vengono sospese o attaccate al corpo, tal altra sotterrate o

adagiate nel fondo d'un corso d'acqua, qualche volta sono sospese entro un

camino ed esposte all'azione del fumo, o a un albero per poter essere animate

dal soffio del vento, qualche altra collocate con la testa in basso o in alto,

o gettate nell'acqua bollente o nel fuoco.

 

Le passioni che l'operatore riesce a infondere in queste immagini vengono a

eccitare similmente i soggetti pei quali

vengono preparate e leggiamo che il mago Nectanabus aveva fatto certe immagini

di cera con tale artificio che, quand'egli le immergeva nell'acqua,

contemporaneamente i vascelli dei suoi nemici affondavano.

 

Quella parte dell'astrologia che tratta delle elezioni insegna a conoscere le

costellazioni da scegliere per approntare queste immagini e altre simiglianti.

 

 

 

CAPITOLO L.

 

Di certe osservazioni e della pratica di certe immagini celesti.

 

Narreremo ora quali osservazioni dei corpi celesti pieno richieste per la

pratica di alcune di tali immagini.

 

Per rendere alcuno felice, prepariamo una immagine in cui mettiamo il

significato e i datori della sua vita, i suoi segni e i Suoi pianeti, cose

tutte fortunate facendo felici di pi— il suo ascendente e il mezzo del cielo e

i loro dominanti, il luogo del Sole e della Luna, la parte della fortuna e il

dominante della congiunzione o prevenzione fatta prima della sua nascita e

deprimendo i pianeti maligni. Ma se vogliamo comporre un'immagine per la

desolazione, procediamo in modo contrario e le cose che abbiamo menzionato

felici, le impiegheremo disgraziate, elevando invece le stelle nocive. Lo

stesso dicasi per rendere avventurato un dato luogo, o provincia; o citt…, o

abitazione, mentre, per rovinare o ostacolare alcuna di queste cose,

abbisogner… comporre un'immagine sotto l'ascendente della cosa da distruggere

o ostacolare e rendere infortunati il dominante della casa della sua

esistenza, il signore dell'ascendente, la Luna, il signore della casa della

Luna, il dominante della Casa del signore ascendente e la decima casa e il suo

dominante.

 

Per l'adattazione di qualche luogo, si collocheranno le fortune nel suo

ascendente e nella prima e nella decima casa e nella seconda e nella ottava si

fortuner… il signore dell'ascendente e il signore della casa della Luna. Per

obbligare dati animali a tenersi lontani da dati luoghi, l'immagine va

preparata sotto l'ascendente dell'animale e fatta a sua rassomiglianza. CosŤ,

per esempio, volendo obbligare gli scorpioni a disertare da un determinato

luogo, si traccer… l'immagine dell'animale nel tempo in cui il segno dello

Scorpione Š nel suo ascendente con la Luna; si render… infortuniato

l'ascendente e il suo dominante e il dominante della casa di Marte, nonch‚ il

dominante dell'ascendente nell'ottava casa e si far… sŤ che essi si guardino

in aspetto malefico opposto o in quadratura; si scriver… sull'immagine il nome

dell'ascendente del suo signore e quello della Luna, il nome del dominante del

giorno e il nome del dominante dell'ora;

si scaver… una fossa nel luogo da liberare dagli scorpioni; Si sparger… nel

suo fondo un po' di terriccio tolto dai suoi quattro angoli; vi si adager…

Sopra l'immagine capovolta; si coprir… la fossa e, fra le imprecazioni pi—

acconce, si dir…: ecco la vostra sepoltura, scorpioni, e non osate pi— venire

in questo luogo.

 

Lo stesso dicasi per altre simili esperienze.

 

Per il guadagno bisogna fare un'immagine sotto l'ascendente della nativit…

dell'interessato, o sotto l'ascensione del luogo cui si vuole apportare

vantaggio, fare felice l'ascendente e il suo dominante; congiungere il

dominante della seconda casa, che Š la casa della sostanza, col dominante

dell'ascendente in trino o sestile e che v'abbia fra loro correlazione; fare

felice la undicesima casa e il suo dominante e l'ottava; potendolo, collocare

la parte della fortuna nell'ascendente o nella seconda casa; e Sotterrare

l'immagine nel luogo ove dimora la persona, o fare che esso la porti indosso.

 

Per la concordia e l'amore, bisogna fare l'immagine di Giove sotto

l'ascendente della nascita della persona da fare amare; far felice

l'ascendente e la decima casa; stornare le stelle nefaste dall'ascendente;

scegliere il signore della decima e dell'undicesima casa, pianeti della

fortuna, unitamente al signore dell'ascendente in trino o in sestile. Si

prepara in seguito un'altra immagine per la persona che si vuole obbligare ad

amare, osservando se questa sia legata d'amicizia con l'altra che si vuole far

amare e in caso affermativo l'immagine va fatta sotto l'ascensione della

undicesima casa, a contare dall'ascendente della prima immagine. Ma se la

persona Š avvinta da vincoli matrimoniali, l'immagine va fatta sotto

l'ascensione della settima casa; se Š un parente, sotto

l'ascensione della terza casa. E bisogna porre il significatore

dell'ascendente della prima immagine, badando a che fra essi v'abbia

corrispondenza e che tutte le altre cose sieno felici come per la prima

immagine; si collocano le due immagini l'una sull'altra, in modo che il viso

dell'una poggi sul dorso dell'altra, o anche che si tocchino volto a volto; si

inviluppa entro un pannolino e si portano o si spogliano.

 

Per ottenere ci• che si chiede e quanto viene negato,

ci• che un altro ha ricevuto o possiede, bisogna fare un'immagine sotto

l'ascendente di colui che chiede, congiungere il signore della seconda casa

col signore dell'ascendente in trino o in sestile e fare che tra essi v'abbia

ricettivit… e, possibilmente, che il signore della seconda casa sia in segni

obbedienti e che il signore dell'ascendente sia in segni dominatori; far

felice l'ascendente e il suo dominante; badare che il signore dell'ascendente

non sia retrogrado, o bruciato o cadente, o in casa d'opposizione, vale a dire

nella settima a contare dal SUO domicilio; n‚ che sia ostacolato da segni

malefici, ma sia forte e angolare; fare benefico l'ascendente nonch‚ il

dominante della seconda casa e la Luna. Poi si prepara un'altra immagine per

colui che detiene la cosa chiesta, da farsi sotto l'ascendente che lo

concerne, e precisamente sotto l'ascendente della decima casa a partire

dall'ascendente della prima immagine, trattandosi d'un re o di un principe;

sotto l'ascendente della quarta, trattandosi di un padre; della quinta,

trattandosi di un figlio e cosŤ via. Si colloca il significatore della seconda

immagine, congiunto col signore dell'ascendente della prima immagine, in trino

o in sestile, badando a che entrambi sieno possenti e fortunati senza

impedimenti; si fanno cadenti tutti gli astri malefici; si rendono benefiche,

potendolo, la decima e la quarta casa; si unisce la seconda immagine alla

prima, avviluppandole faccia a faccia in una pezzuola assai netta; e si

seppellisce il tutto nel mezzo della casa di colui che chiede, sotto un

Significatore benefico e possente, disponendo il viso della prima immagine in

modo che sia rivolto a settentrione, o meglio nella direzione della dimora di

colui che detiene la cosa chiesta. Nel caso poi che la persona che chiede

debba indirizzarsi direttamente alla persona presso cui Š quanto si chiede, le

immagini vanno portate addosso.

 

Si prepara anche un'immagine dei sogni, che posta sotto il capo del dormiente,

ha l'efficacia di provocare sogni veri su tutti gli argomenti pensati

intensamente prima di addormentarsi, sotto aspetto d'un uomo che riposa in

grembo a un angelo, da farsi nell'ascendente del Leone, quando il Sole occupi

la nona casa nell'Ariete, scrivendo sul petto della figura umana il nome

dell'effetto desiderato e sulla testa dell'angelo il nome dell'intelligenza

solare. La stessa immagine pu• essere preparata allorch‚ la Vergine Š in

ascendenza, Mercurio in Ariete e benefico nella nona casa, o i Gemelli sono

nell'ascendente e Mercurio Š benefico occupando la nona casa in Acquario con

Saturno in buon aspetto. In tal caso sull'immagine va scritto il nome dello

spirito di Mercurio. Ovvero ancora la si prepara sotto l'ascendente della

Bilancia, quando Venere Š in Gemelli nella nona casa e bene accetta a

Mercurio, scrivendovi sopra il nome dell'angelo di Venere. O quando l'Acquario

Š nel suo ascendente e Saturno, nella sua esaltazione nella Bilancia occupa

felicemente la nona casa e allora si traccia sull'immagine il nome dell'angelo

di Saturno. O anche infine sotto l'ascendente del Cancro, quando la Luna Š

ricevuta nei Pesci da Giove e da Venere e collocata felicemente nella nona

Casa, scrivendo sull'immagine il nome dello spirito della Luna.

 

Si fanno anche anelli pei sogni di grande efficacia, e sono quelli del Sole e

di Saturno, da prepararsi quando il Sole o Saturno sono in esaltazione nella

nona casa in ascendenza e quando la Luna Š congiunta a Saturno nella nona casa

e nel segno che Š stato la nona casa della nativit…. Sugli anelli si scrivono

i nomi dello spirito del Sole o di Saturno e si incastona la pietra incisa con

la rispettiva immagine, adattandola su una radice o un'erba, da scegliersi

secondo le regole gi… date.

 

Tutte queste immagini per• non hanno virt— alcuna, se non vengono vivificate

in modo da acquistare una virt— naturale, o celeste, o eroica, o animastica, o

demoniaca, o angelica. Ma chi sar… campane d'infondere un'anima a un'immagine,

o dar vita a una pietra, ad un metallo, al legno, o alla cera e di fare

sorgere dalle pietre i figli di Abraha? Invero questo arcano non penetra nella

dura cervice di un artigiano, il quale non potr… dare quello che non ha. Ma

tutto ci• Š possibile

a colui che, dopo aver violentato gli elementi e vinto la natura, si sar…

elevato sopra gli angeli sino all'archetipo e ne sar… divenuto il cooperatore,

come meglio dimostreremo nel seguito.

 

 

 

CAPITOLO LI.

 

Dei caratteri fatti a norma e rassomiglianza delle cose celesti e della

maniera di ripararli dalle figure della geomanzia.

 

Questi caratteri ritraggono anch'essi le loro virt— dai raggi dei corpi

celesti amalgamati con una certa propriet… particolare secondo dati numeri. I

corpi celesti nelle diverse posizioni e nell'incrocio dei raggi pioventi

nell'uno o nell'altro modo, generano potenze ed effetti diversi e nello stesso

modo i caratteri, trascritti in differenti ruoli in rapporto ai differenti

influssi di tali raggi, acquistano capacit… svariate, spesso pi— efficaci

delle propriet… delle miscele materiali.

 

I veri caratteri celesti sono quelli della scrittura stessa degli angeli,

chiamata dagli ebrei scrittura Malachim, di cui parleremo in seguito e con la

quale tutte le cose Sono descritte e significate in cielo, in modo che

chiunque sappia pu• leggerle. Altri caratteri vengono ricavati dalle figure

geomantiche e attribuiti ai pianeti e ai segni a seconda la loro

configurazione originaria nel modo indicato dalla tavola.

 

 

TABELLE

Caratteri della Luna

Cammino.

Popolo.

 

Caratteri di Mercurio

Congiunzione.

Bianco.

 

Caratteri di Venere

Perdita.

Fanciulla.

 

Caratteri del Sole

Fortuna maggiore.

Fortuna minore.

 

Caratteri di Marte

Rosso.

Giovanotto.

 

Caratteri di giove

Acquisizione.

Gioia.

 

Caratteri di Saturno

Prigione.

Tristezza.

 

Caratteri della Testa del Dragone.

 

Caratteri della Coda del Dragone.

 

 

 

CAPITOLO LII.

 

Dei caratteri ricavati dalle cose stesse a mezzo di rassomiglianze.

 

Abbiamo detto prima esservi immagini che non procedono direttamente dalle

figure celesti, ma preparate a rassomiglianza delle intenzioni dell'operatore

e dei risultati che si prefigge. Lo stesso dovr… intendersi a proposito di

certi caratteri, che non sono altro che figure imperfette, le quali nondimeno

offrono alcuna simiglianza probabile con l'immagine celeste, o con lo scopo

perseguito dall'operatore, sia in tutto che in parte. CosŤ noi formiamo i

caratteri dell'Ariete e del Toro tracciando due Corna, dei Gemelli con due

figure allacciate, del Cancro con un doppio moto di avanzamento e di rinculo,

del Leone dello Scorpione e del Capricorno merc‚ appendici o code, della

Vergine con una spiga, della Bilancia con una bilancia, del Sagittario con una

freccia, dell'Acquario con ondulazioni, dei Pesci con due figure di pesci.

Nello stesso modo formiamo con una falce il carattere di Saturno, con uno

scettro quello di Giove, con un dardo quello di Marte, con un cerchio e un

aureo irradiamento quello del Sole, con uno specchio quello di Venere, con un

caduceo quello di Mercurio, con una mezzaluna crescente o decrescente quello

della Luna. Come meglio risulter… dalla tavola seguente.

 

 

TABELLA

 

GEROGLIFICI DEI PIANETI E DEI SEGNI.

 

Pianeti.

 

Saturno.

Giove.

Marte.

Sole.

Venere.

Mercurio.

Luna.

 

 

Segni zodiacali.

Ariete.

Toro.

Gemelli.

Cancro.

Leone.

Vergine.

Bilancia.

Scorpione.

Sagittario.

Capricorno.

Acquario.

Pesci.

 

 

 

Sulla guida di tali caratteri, secondo le congiunzioni e le unioni degli astri

e delle loro nature, si formano altri caratteri misti, quali quelli della

triplicit… ignea, della triplicit… terrestre, della triplicit… aerea e della

triplicit… acquea. E dalle centoventi congiunzioni dei pianeti derivano

altrettanti caratteri complessi, o composti di figure diverse, come quelli di

Saturno e Giove, di Giove e Marte, ecc., come dagli esempi riportati nella

tavola seguente.

 

 

TABELLA

 

Caratteri misti

triplicit… ignea,

triplicit… terrestre,

triplicit… aerea,

triplicit… acquatica,

misti di Saturno e Marte,

misti, di Saturno e Giove,

misti, di Giove e Marte.

misti di Saturno Giove e Marte.

 

 

E come con due e con tre, cosŤ pure debbono formarsi caratteri con le altre o

con pi—; e nel medesimo modo delle altre immagini celesti, i caratteri devono

essere in qualche aspetto o grado dei segni ascendenti a similitudine

dell'immagine sommariamente raffigurata, come in quelle cose che si fanno per

imitazione di quel che desidera l'animo dell'operatore; come per l'amore

figure intrecciate, che si abbracciano o si ubbidiscono a vicenda, e invece

per l'odio che si allontanano, s'impugnano o si disciolgono.

 

In apposita tavola riproduciamo infine i caratteri attribuiti da Ermete alle

stelle fisse.

 

 

TABELLA

 

Segni o caratteri delle Stelle fisse

 

Testa d'Algol.

Pleiadi.

Aldebaran.

L'Ariete.

il Cane maggiore.

il Cane minore.

il Cuore del

la Coda dell'Orsa.

L'Ala del Corvo

la Spiga.

Alchameth

Elpheia.

Il Cuore dello Scorpione

l'avvoltoio cadente.

la Coda del Capricorno.

 

 

 

 

CAPITOLO LIII.

 

Della necessit… della conoscenza dell'Astrologia per una perfetta arte

divinatoria.

 

Abbiamo parlato prima delle diverse forme di divinazione, ma per eccellere in

esse Š indispensabile esser valenti in astrologia, come una chiave Š

indispensabile per aprire un uscio chiuso. Tutte le specie di divinazione

hanno cosŤ le loro radici e fondamenta nell'astrologia e poco o nulla possono

dare senza di essa. Pertanto la Stessa divinazione astrologica, per mezzo

delle cause e dei segni celesti, da certissime dimostrazioni di tutto quello

che Š ed avviene in questo mondo inferiore e di quello che Š occulto e futuro,

mediante la sola situazione e moto dei corpi celesti, di cui non occorre qui

dire di pi—, poich‚ di queste scienze gli antichi ci han lasciato grossi

volumi accessibili a tutti. E sia che il fisionomista consideri un corpo, la

faccia, o la fronte, o la mano di alcuno, sia che un indovino voglia scoprire

il significato d'un sogno o d'un presagio, occorrer… pur sempre prendere

l'aspetto del cielo e interrogarlo per formulare un esatto responso e che la

conoscenza delle cose esattamente significate Sia tratta per congettura delle

similitudini celesti. Manifestandosi alcun prodigio, occorrer… pu• sempre

drizzare l'aspetto del cielo; ricercare quanto sia accaduto nel succedersi

degli anni in occasione delle grandi congiunzioni planetarie e delle eclissi;

scandagliare la nascita dei principi e le origini delle nazioni dei regni e

delle Citt… ove gli eventi si saranno Svolti; osservare le installazioni, le

fondazioni, le rivoluzioni, i mutamenti, i viaggi, le direzioni e sotto quali

aspetti celesti questi eventi saranno accaduti; e solo merc‚ la valutazione di

cosŤ svariati elementi, si potr… penetrare il significato logico e verosimile

dell'evento scrutato. Lo stesso ordine di procedimento va osservato

nell'interpretare i sogni e persino gli esaltati non predicono l'avvenire, che

nel momento in cui sieno agitati dalla forza degli astri o dei loro agenti

terreni.

 

Perci• i loro vaticini vanno sempre correlati alle cose celesti, nel modo che

leggiamo in Lucano, poeta etrusco:

Fulminis edoctus motus, venasque calentes fibrarum, et motus errantis in aere

pennae.

 

Dopo aver purificato i luoghi, dopo avere immolato la vittima e esaminato le

viscere, il responso va sempre dato in dipendenza alla disposizione dei corpi

celesti. Similmente affinch‚ la geomanzia dei sortilegi, che si ricava da

punti impressi sulla terra o sulla superficie d'altri corpi, sia per azzardo

che in virt— di determinate forze, sia esattissima. Occorre per prima cosa

ridurla alle figure celesti, ossia alle sedici figure gi… da noi riportate, e

rendendo il giudizio a modo degli astrologhi, cioŠ con riferimento alle loro

propriet… e cause. A tale concezione occorre riferire tutte le interpretazioni

possibili dei sortilegi naturali, di la evidenza e la certezza non pu•

provenire che dal cielo e dallo spirito dell'operatore. E poich‚ tutto ci• che

Š mosso agitato e prodotto in questo mondo terreno, segue necessariamente i

moti e

le influenze dei corpi superiori, bisogner… ridurre ad essi, nonch‚ alle loro

origini cause e segni, i nostri giudizi secondo le regole astrologiche. Perci•

i dadi tetraedri, esaedri, ottaedri, dodecaedri, icosaedri, preparati con

determinati numeri e sotto certi segni e stelle e con acconce iscrizioni fatte

sotto le influenze celesti, hanno una meravigliosa virt— di divinazione e di

pronostico, quale la possedevano quei dadi di Preneste, nei quali, leggiamo,

erano racchiusi i destini dell'impero romano.

 

 

 

CAPITOLO LIV.

 

Del caso e di dove e quando abbia virt— di divinazione.

 

Tutte le divinazioni fatte per caso e tutte le predizioni di umani eventi,

racchiudono certo, oltre lo stabilito dal destino, qualche causa sublime

nascosta e recondita, che non Š invero una causa fortuita, come Aristotile ha

definito il fato. Poich‚ nell'ordine delle cose (dato che secondo la dottrina

di Platone una causa accidentale non pu• mai essere la prima ne bastare per

l'effetto) ci bisogna, guardare pi— alto e trovare una causa che conosca, lo

stesso effetto e che

l'abbia nell'intenzione; ci bisogna necessariamente far consistere questa

causa non in una natura corporale, ma in sostanze immateriali e incorporee,

che regolino in modo indubbio il caso e lo dispongano per l'indicazione della

verit…, come, per esempio, nelle anime umane, o Spiriti separati, e nei

demoni, ovvero nelle intelligenze celesti e in Dio stesso. E che nell'anima

dell'uomo possano esistere una potenza e una virt— sufficienti a dirigere

queste specie di casi, Š manifesto dall'avere l'anima umana virt— e

rassomiglianza divine, cosŤ da poter tutto comprendere e da esser capace di

tutto. E, come abbiamo detto nel primo libro, tutte le cose le ubbidiscono e

per conseguenza possiedono movimenti ed efficacia per ci• che l'anima desidera

fortemente e tutte le virt— e gli effetti delle cose naturali e artificiali

sono da essa dominate, allorch‚ Š trasportata in un grande eccesso del suo

desiderio.

 

Gli eventi fortuiti, di qualunque specie essi sieno, concorrono a esaltare il

desiderio dell'anima accesa, e acquistarlo meravigliosi poteri divinatori,

tanto da parte dell'anima che dalla disposizione speciale dei corpi celesti

nell'ora medesima in cui pi— essa Š accesa dal suo desiderio ed in tutto ci• Š

il fondamento stesso dell'astrologia giacch‚ l'anima, raffinata dall'eccesso

del desiderio, trova istintivamente l'ora e il tempo pi— convenienti e pi—

efficaci, in base ai quali, drizzato l'oroscopo, l'astrologia pu• pronunciarsi

facilmente.

 

Ma poich‚ gli eventi fortuiti possono talora essere guidati, non dallo spirito

umano, ma altresŤ dal volere d'altri spiriti e poich‚ lo spirito

dell'indagatore pu• non essere sempre ben disposto dall'eccesso di passione

indicato, era costume degli antichi, prima d'interrogare il destino, di

compiere qualche sacrificio per chiedere alle intelligenze divine e agli

spiriti superiori di dirigere rettamente il caso. Quello che Š presagito dalle

sorti di questo genere non deriva necessariamente dal caso o dalla fortuna, ma

da una causa spirituale capace di mettere in moto la fantasia o la mano di chi

getta la sorte, sia in virt— di una forza proveniente dalla sua anima e capace

di esaltarne la passione, sia per influenza o opportunit… celeste, o per aiuto

di alcuna divinit… o spirito elevato, capace di assistere e d'imprimere il

moto iniziale all'operazione.

 

Tutto ci• va applicato qualunque sia il mezzo divinatorio, getto di dadi o di

tabelle, o versetti scelti a caso, come erano una volta li sorti omeriche e

vergiliane, con le quali leggiamo in Elio di Sparta che Adriano avesse voluto

conoscere il giudizio che faceva di lui l'imperatore Traiano e gli fossero

capitati sott'occhio i seguenti versi di Virgilio:

 

Chi Š quel gran personaggio che appare da lungi, agitando i rami scelti

dell'olivo consacrato? Io riconosco la chioma e la barba bianca del re dei

Romani, che ha stabilito su giuste leggi la pi— gran citt… del mondo, il quale

vien fuori da contrade ignorate e misere ed Š inviato dagli Dei per gettare le

fondamenta d'un grande impero.

 

E non senza ragione Adriano concepŤ grandi speranze d'essere un giorno

imperatore. In modo eguale, fra gli ebrei e anche fra noi cristiani, col

consenso di alcuni teologhi, vengono ricavate predizioni dai versetti dei

Salmi.

 

V'hanno anche parecchie altre specie di sorti e sono le sorti umane, che non

hanno nulla di comune con l'arte divinatoria, secondo l'opinione degli

antichi, e che sono perfino ordinati dalle leggi nelle elezioni dei magistrati

per impedire le invidie. Cicerone ne ha fatto menzione nell'orazione contro

Verre, ma non riguardano il nostro soggetto. Circa le sorti divine e sacre

concernenti gli oracoli e la religione, ne parleremo nel libro successivo.

Presentemente, concludendo, occorre che siate convinti che ogni prescienza,

divinazione o congettura, ricavabili dagli eventi, non traggono le loro

origini dal caso, ma agiscono per virt— di alcuna operazione pi— sublime agli

stessi eventi congiunta.

 

 

CAPITOLO LV.

 

Dell'anima del mondo e dei corpi celesti secondo le tradizioni dei poeti e dei

filosofi.

 

Il Cielo e i corpi celesti necessariamente debbono possedere un'anima, dato

che son dotati di potere e d'influenza e che operano in modo manifesto sui

corpi di questo basso mondo e che un atto non pu• essere causato semplicemente

da un corpo. Per conseguenza i poeti e i filosofi pi— famosi hanno sempre

opinato che il mondo stesso abbia una anima, e cosŤ pure i corpi celesti, e

che questa anima sia dotata d'intendimento. Perci• Marco Manilio, nel suo

poema intorno all'astronomia, dedicato ad Augusto, scrive:

 

Questa grande opera che forma il corpo immenso del mondo e queste membra della

natura diversamente composte, l'aria, il fuoco, la terra e il mare, sono

governate dal potere divino d'un'anima e Dio misteriosamente coopera a

reggerle e ne possiede il governo.

 

E Lucano:

 

Aere libratum vacuo qui sustinet orbem totius pars magna Jovis...

 

Boezio dice:

 

Tu triplicis mediam naturae cuncta moventem connectis animam, per consona

membra resolvis. Quae cum secta duos motus glomeratur in orbes. In semet

reditura meat, mentemque profundam circuit et simili convertit imagine coelum.

 

E Virgilio, sempre dottissimo, canta nel sesto libro dell'Eneide:

 

Lo spirito, che Š la base e l'inizio di tutte le cose, regge misteriosamente

dal principio del mondo e fa roteare sulle nostre teste i cieli, la luna, il

sole e tutti gli astri e questo spirito, disseminato per tutte le membra di

questo gran corpo, imprime il moto alla massa e ne penetra tutte le parti. Da

esso prendono origine tutti gli animali i volatili e quei pesci mostruosi che

popolano le acque cristalline degli oceani, animati tutti dal fuoco e dalla

forza eterea e simili al cielo, sempre che non facciano ostacolo corpi di

natura contraria a quella che li ha originati.

 

Questi versi affermano che non solo il mondo ha uno spirito e un'anima, ma che

ancora esso partecipa della mente divina e che l'origine la virt— e il vigore

di tutte le cose di questo basso mondo dipendono dall'anima istessa del mondo

universale, cosa di cui ci assicurano i Pitagorici, Orfeo, Trismegisto,

Aristotile, Teofrasto, Avicenna, Algazeles e che tutti i peripatetici

dichiarano e confermano.

 

 

 

CAPITOLO LVI.

 

Il quale conferma la stessa cosa con la ragione.

 

Il mondo, i cieli, le stelle, gli elementi hanno un'anima, da cui procede ogni

altra anima nei corpi inferiori e nei corpi misti di questo nostro mondo, i

quali hanno anche uno spirito presente nel corpo merc‚ l'anima, come abbiamo

detto nel primo libro della presente opera. Ora essendo il corpo del mondo

nella sua totalit… un corpo completo nel suo genere, costituito dalla riunione

dei corpi di tutte le cose animate e il tutto essendo sempre pi— perfetto e

pi— nobile delle parti, evidentemente il corpo del mondo dovr… essere pi—

nobile e pi— perfetto di ogni varia cosa animata in particolare che lo

costituisce. E sarebbe assurdo enunciare che i piccoli corpi imperfetti e le

singole particelle del mondo e gli animati pi— disprezzabili, come le mosche e

i vermiciattoli, sieno soggetti degni della vita e della possessione di

un'anima e che il mondo nella sua totalit…, il corpo pi— perfetto e pi— nobile

di tutti, non abbia vita n‚ anima. Ne sarebbe meno irragionevole sentenziare

che i cieli gli astri e gli elementi, che infondono la vita e l'anima. a ogni

cosa in particolare, sieno essi stessi privi di vita e di anima e che una

pianta, la pi— umile erba, si trovino in condizioni pi— nobili del cielo degli

astri e degli elementi, i quali nell'ordine della natura, hanno in s‚ le loro

origini. E chi potr… dire, a meno d'essere sprovvisto del senso comune, che la

terra e la acqua non vivono, esse che con la loro sostanza generano,

vivificano, nutriscono e fanno crescere e alberi e erbe e animali infiniti?

Cosa che appare manifesta in riguardo alle cose che si generano spontaneamente

e in quelle che non possiedono semenza alcuna corporale, giacch‚ gli elementi

non potrebbero produrre e nutrire tali specie di corpi viventi, se essi stessi

non avessero vita.

 

Alcuni filosofi forse diranno che tali specie di corpi viventi sono prodotti

per influsso delle anime celesti e non dell'anima della terra o dell'acqua. Ma

i platonici rispondono che un accidente non pu• produrre una sostanza salvo

che

come strumento subordinato alla sostanza pi— vicina, giacch‚ lo strumento

lontano dall'artista non pu• risuonare per semplice effetto dell'arte.

Similmente le influenze celesti, essendo ben lontane dalle loro sostanze

vitali o dalla vita istessa, non potrebbero produrre sostanze vitali nei corpi

inferiori di questo basso mondo. E Mercurio, nel suo trattato De Communi, dice

che quanto Š nel mondo si muove per crescenza e per decrescenza. Ora tutto ci•

che ha moto ha anche vita e la terra, che possiede il suo movimento, e

soprattutto quello generativo e quello alterativo, Š similmente vivente. Se

alcuni dubitassero che i cieli vivano, dice Teofrasto, non bisognerebbe

considerarlo filosofo e chiunque nega che il cielo sia animato, e cosŤ pure

che il suo motore non sia la sua forma, distrugge i fondamenti dell'intera

filosofia.

 

Bisogna dunque ammettere che il cielo viva ed abbia anima e senso, dato che

infonde vita alle piante che non sono prodotte da alcuna semente, nonch‚ agli

animali non generati per copula.

 

 

CAPITOLO LVII.

 

Che insegna come l'anima del mondo e le anime celesti abbiano la facolt… di

ragionare e partecipino della mente divina.

 

Ecco inoltre la prova che le anime di cui abbiamo parlato hanno la facolt… di

ragionare. Infatti siccome tutte le manifestazioni di tali anime sono

coordinate in un tutto armonico, Š mestieri che sieno governate dalla ragione

e non dal caso e per conseguenza tutte le loro operazioni sono guidate verso

finalit… determinate. E' necessario infatti che la terra abbia le ragioni

delle cose terrene, l'acqua delle acquose e similmente per le altre con le

quali i vari corpi vengono prodotti nel dovuto tempo luogo e ordine e spesso i

corpi lesi vengono rifatti. I filosofi reputano dunque che l'anima della terra

non Š come quella di un qualsiasi corpo abbietto, ma Š razionale ed Š inoltre

intelligente o dea. Sarebbe inoltre assurdo dire che le anime celesti e

l'anima stessa del mondo non

sappiano le ragioni e gli scopi del loro operato, quando noi, esseri

imperfetti, non ignoriamo le ragioni delle nostre opere. E se, come dice

Platone, il mondo Š stato creato pel bene, pel migliore bene possibile,

necessariamente dovr… esser stato dotato non solo di vita di senso e di

ragione, ma anche di intelligenza e di mente. Dato che l'anima rappresenta la

perfezione del corpo e che il corpo Š tanto pi— perfetto quanto pi— perfetta Š

la sua anima, Š indubbio che i corpi celesti, che sono i pi— perfetti,

possiedano le anime pi— perfette. Essi dunque partecipano dell'intelletto e

della mente, cosa che i platonici dimostrano concordi per il perseverare del

loro ordine e tenore, dato che il moto, che Š libero di sua natura, potrebbe

facilmente interrompersi o deviare quando non fosse guidato e regolato

dall'intelletto e dalla mente, che Š perfetta, capace di prevedere sin

dall'inizio la via migliore e la remota finalit…. N‚ Š indubbio che questa

mente, connessa in tal modo con anime quali quella del mondo e quelle dei

corpi celesti e degli elementi, governi con ordine regolarissimo e

perfettissimo l'opera sua, poich‚ i corpi non s'oppongono a un'anima

potentissima, n‚ uno spirito perfetto pu• deviare dalle finalit… stabilitesi.

L'anima del mondo per conseguenza Š una certa vita unica, che tutto riempie e

nutrisce, che raccoglie e lega insieme tutte le cose, in modo che il tutto non

costituisca che un solo organismo e meccanismo. Ed Š come un istrumento

monocorde, che risuona per l'intervento di tre specie di creature, ossia

l'intellettuale il celeste e il corruttibile, animate da un soffio unico e da

un'unica vita.

 

 

 

CAPITOLO LVIII.

 

Dei nomi delle anime celesti e del loro dominio su questo mondo inferiore,

ossia sull'uomo.

 

I nomi delle anime celesti differiscono secondo la potenza e la virt—

esercitata sui corpi di questo basso mondo, dai quali hanno tratto diversi

appellativi di cui gli antichi si sono serviti nei loro inni e nelle loro

invocazioni. Rimarchiamo subito che ciascuna di tali anime, secondo la

teologia orfica, possiede due virt—, l'una consistente nella conoscenza,

l'altra nella vivificazione e nel governo corporale e Orfeo chiama tra le

sfere celesti Bacco la prima virt— e Musa la seconda. Da ci• deriva che

nessuno possa essere inebriato da alcun Bacco, senza esser stato accoppiato

previamente alla propria Musa e si collocano nove Bacco accanto alle nove

Muse.

 

Secondo tale dottrina, Orfeo colloca nella nona sfera il Bacco Cribronius e la

Musa Calliope, nel cielo delle stelle Picionius e Urania, nel cielo di Saturno

Amphietus e Polimnia, nel cielo di Giove Sabasius e Tersicore, nel cielo di

Marte Bassarius e Clio, nel cielo del Sole Trietericus e Melpomene, nel cielo

di Venere Lysius e Erato, nel cielo di Mercurio Sileno e Euterpe, nel cielo

dello Luna Lyaeus e Talia.

 

Similmente, nelle sfere degli elementi, Orfeo colloca anime che chiama come

appresso: nel fuoco Phaneta e Aurora, nell'aria Giove fulminatore e Giunone,

nell'acque Oceano e Teti, nella terra Plutone e Proserpina.

 

Ma l'anima del mondo o universale, i magi la chiamano Giove Mondano e la mente

del mondo la chiamano Apollo e la natura del mondo Minerva, collocando nel

fuoco Vulcano e nell'acqua Nettuno, contraddistinti da appellativi differenti.

 

I pitagorici attribuivano similmente ai dodici segni dello zodiaco divinit…

particolari, o anime, che avevano il governo assoluto dell'astro e

precisamente una Pallade speciale nel cuore dell'Ariete, una Venere speciale

nel Toro, un Febo speciale nei Gemelli, un Mercurio nel Cancro, un Giove nel

Leone, una Cerere nella Vergine, un Vulcano nella Bilancia, un Marte nello

Scorpione, una Diana nel Sagittario, una Vesta nel Capricorno, una Giunone

nell'Acquario, un Nettuno nei Pesci. Come descrive Manilio:

 

Pallade veglia sull'Ariete, Venere sul Toro, il vago Febo sui Gemelli,

Cyllenio sul Cancro, Giove unitamente alla madre divina governa il Leone; la

Vergine Š con Cerere portatrice di spighe; la Bilancia ha Vulcano che l'ha

fabbricata; il battagliero Scorpione Š con Marte; il Cacciatore con Diana;

Vesta riscalda i piccoli astri del Capricorno e della parte

cavallina; l'Acquario Š l'astro di Giunone al cospetto di Giove e Nettuno

riconosce nel Mare i suoi Pesci.

 

Orfeo, scrivendo a Museo, numera le varie divinit… e ne assegna i nomi gli

aspetti e le funzioni, invocandoli ciascuno in particolare negli inni che ha

loro dedicato. Ne bisogna credere che tali nomi si riferiscano a demoni

malefici e ingannatori, ma ci si persuada che sono appellativi di virt—

naturali e divine, che l'Eterno ha stabiliti per l'utilit… di quegli uomini

che sapranno acconciamente farne uso.

 

L'antichit… ha anche dato il governo di ciascun membro del corpo umano a

ciascuna di tali divinit…, come per esempio l'orecchio alla memoria, che

Virgilio dedica altresŤ a Febo, l… dove dice: Cyntius m'ha tirato l'orecchio e

m'ha avvertito. CosŤ Numa Pompilio, secondo Tito Livio, ha consacrato alla

fedelt… la mano destra, che Š simbolo della forza e con la quale si presta

giuramento. Le dita sono sotto la protezione di Minerva e le ginocchia sono

dedicate alla misericordia, il che vale a spiegare il perch‚ pregando ci si

genufletta. Alcuni dedicano l'ombelico a Venere, quale sede della lussuria;

altri, che riportano tutte le membra all'ombelico come a un centro, dicono che

Š consacrato a Giove e perci• nel tempio di Giove Ammone era venerata

l'immagine di un ombelico. Tutte le altre parti del corpo sono anch'esse

dedicate ciascuna a una divinit…, ne, quando si comprenda rettamente e si

conoscano i veri numi che presiedono alle membra, ci• Š contrario alla vera

piet…, tanto pi— che le Sacre Scritture dicono che tutte le nostre membra sono

governate dalle virt— divine. Ma di ci• tratteremo pi— diffusamente nel libro

successivo e termineremo il capitolo facendo rilevare che, oltre le membra,

anche le occupazioni umane hanno ciascuna la loro divinit…. CosŤ, per esempio,

la caccia Š attribuita a Diana, la guerra a Pallade, l'agricoltura a Cerere,

come leggiamo in Porfirio, laddove Apollo accenna agli oracoli:

 

La madre degli dei signoreggia i pifferi i tamburi e le danze, Pallade si

compiace degli orrori della guerra, Diana trae diletto dalla caccia nelle

foreste, Giunone governa la pioggia e i venti, Cerere le messi tra i campi e

la fedele coniuge ricerca il suo Osiride sulle rive del Nilo.

 

 

 

CAPITOLO LIX

 

Dei sette pianeti che governano il mondo e dei relativi nomi

impiegati nel linguaggio magico.

 

Gli antichi, come fa Ermete, invocavano i sette pianeti come i sette reggitori

generali del mondo e con differenti appellativi.

 

Saturno, per esempio, Š chiamato Celius, portaface, padre degli dei,

dominatore del tempo, nume sovrano, il grande, il saggio, l'intelligente,

l'ingegnoso, il divoratore di spazi, il vegliardo profondo, il generatore

delle contemplazioni secrete, l'ispiratore di grandi pensieri, il distruttore

e il conservatore di tutte le cose, il guardiano e lo scopritore delle cose

nascoste che fa perdere e trovare, il dispensatore della vita e della morte,

il sovvertitore e il costitutore della forza e della potest….

 

Giove Š chiamato padre giovevole, re degli abitanti del cielo, magnanimo,

tonante, fulminatore, invitto, gran signore, il buono, il fortunato, il dolce,

il mansueto, l'arrendevole, l'onesto, il signore della gioia e dei giudizi, il

saggio, il veridico, il dimostratore della verit…, il giudice universale, il

migliore di tutti, il padrone delle ricchezze e della saggezza.

 

Marte Š chiamato anche Mavors, posante guerriero, cruento, sanguinario,

poderosamente armato, porta spada, magnanimo, ardito, indomabile, generoso,

fulmineo, potentissimo e impetuosissimo, vincitore su tutti, distruggitore di

forze e di potenze, detronizzatore di re, signore del calore e della possanza,

padrone del fuoco e pianeta del sangue, infiammatore dei cuori battaglieri.

 

Il Sole Š chiamato Febo, Diespiter, Apollo, Titano, Pean, Phanes, Orus,

Osiride, come Š detto in questo oracolo:

 

Il Sole che Š Osiride, Dionisio, Orus, Apollo e il re; che governa il giorno e

la notte; che forma i venti e le piogge; che apporta i cambiamenti delle

stagioni; il sovrano Nume delle stelle e il fuoco immortale.

 

Si chiama anche l'arciere, l'ardente, l'igneo, il dorato, il portatore di

fiamma, il raggiante, la chioma di fuoco, la testa

d'oro, l'occhio del mondo, lucifero, che vede tutto, che detiene tutto,

creatore della luce, re degli astri, gran signore, buono, fortunato, onesto,

bello, prudente, intelligente, Saggio, risplendente sull'universo,

vivificatore dei corpi che hanno un'anima, principe del mondo e reggitore

delle stelle, oscuratore della luce e delle virt— delle stelle. E di notte si

chiama Dionisio e di giorno Apollo, cioŠ fugatore di mali e perci• gli

Ateniesi l'appellavano Alexicacon e Omero Ulion. Ma si chiama anche Febo per

la sua bellezza e pel suo fulgore e Vulcano per la violenza del suo fuoco. E

si chiama Sole, quasi contenga da solo la luce di tutte le stelle e perci• gli

Assiri l'hanno nominato Adad, vale a dire solo, e gli Ebrei Schemesch, che

vuol dire unico nella sua specie.

 

Venere Š chiamata signora, alma, ben fatta, astrale, bianca, bella,

tranquilla, potente, amante e sposa feconda, signora dell'amore e della

bellezza, figliuola dei secoli e prima madre degli uomini, accoppiatrice dei

sessi sin dall'inizio della vita e moltiplicatrice eterna degli uomini e degli

animali, regina dei piaceri, dominatrice della gioia, amabile guida, amica

pietosa e ospitale, benefattrice, salvatrice del genere umano, capace di

circondare tutto con la sua virt—, di umiliare il forte pel debole, di

eguagliare tutto. Si chiama anche Afrodite, perch‚ si trova in ogni sesso e in

ogni spirito; Lucifera, perch‚ apporta la luce del Sole e ci guida verso la

luce; Espero, quando segue il Sole; Fosforo, perch‚ conduce attraverso tutto

ci• che Š arduo.

 

Mercurio si chiama il figlio di Giove, l'araldo degli dei, l'interprete dei

superi, Stilbon, porta serpenti, porta caduceo, piede aligero, l'eloquente,

colui che fa guadagnare, il saggio, il ragionevole, il robusto, il poderoso

nel bene e nel male, il notaio del Sole, il corriere di Giove, l'intermediario

tra le potenze celesti e le infernali, il maschio coi maschi e femina con le

femine, il fecondissimo per la possessione di ambo i sessi. Lucano lo chiama

l'arbitro degli dei e si chiama anche Ermete, vale a dire interprete, perch‚

rischiara tutto ci• che Š oscuro e mette in luce tutto ci• che Š nascosto.

 

La Luna si chiama Febea, Diana, Lucina, Proserpina, Ecate, regolatrice dei

mestrui, Noctiluca, errante, silenziosa, cospiratrice, errabonda della notte,

porta corna, la sovrana

delle divinit…, la regina del cielo, la regina dei mani, la dominatrice a cui

obbediscono gli astri gli elementi e il tempo e per cui scroscia la folgore e

germinano le sementi, la madre primordiale dei frutti, la sorella di Febo, la

lucente, trasportatrice della luce d'uno in altro pianeta, concentratrice dei

fulgori stellari, regina di bellezza, padrona delle acque e della pioggia,

donatrice di ricchezze, nutrice degli uomini, governante dei popoli, buona e

misericordiosa, protettrice degli uomini in terra e in mare, moderatrice dei

rovesci della fortuna, dispensatrice insieme al destino, colei che nutrisce

tutto ci• che nasce dalla terra che limita le forze delle larve, che foggia le

cavit… sotterranee, le sommit… luminose del cielo, i flutti salubri del mare,

colei che regola col suo cenno i tristi silenzi del tartaro, colei che con la

sua maest… fa trepidare gli uccelli che fendono gli spazi, le bestie erranti

tra i monti, i serpenti abitatori delle viscere della terra, i mostri che

popolano le acque.

 

Colui che vorr…, saperne davvantaggio e avere maggiori conoscenze intorno a

tali nomi e altri simili delle stelle e dei pianeti, potr… consultare gli inni

di Orfeo, la conoscenza profonda dei quali varr… a fare acquistare una grande

comprensione della Magia naturale.

 

 

 

CAPITOLO LX.

 

In qual modo le imprecazioni umane imprimano naturalmente le loro forze nelle

cose esteriori e come lo spirito umano, attraverso i vari gradi di dipendenza,

pervenga sino al mondo intelligibile e divenga simile agli spiriti e alle

intelligenze pii sublimi.

 

Le anime dei corpi celesti comunicano le loro virt— ai propri corpi, i quali a

loro volta le trasmettono a questo mondo sensibile; ne, in effetti, le virt—

del globo terrestre hanno altra origine fuor che la celeste. Perci• il mago

che voglia operare pel potere di tali anime, invoca gli esseri superiori con

acconce parole misteriose, disposte in formule efficaci per una certa

convenienza mutua tra esse, le quali formule costringono a intervenire in modo

naturale le forze occulte. Il che fa dire ad Aristotile nel sesto libro della

Filosofia Mistica che quando s'invoca il sole e altre stelle pregandoli a

cooperare all'operazione desiderata, l'astro non intende la preghiera ma

agisce in virt— d'un certo legame naturale e mutuo che collega tutte le parti

dell'universo e le disciplina. CosŤ in un corpo umano un membro Š messo in

moto dall'impulso d'un altro membro e un istrumento a corda che vibri ne fa

risuonare un altro simile.

 

Imprimendo un moto al alcuna parte del mondo, le altre parti ricevono un

impulso che similmente le obbliga ad agire e per conseguenza la conoscenza

della dipendenza reciproca e coordinata dalle cose Š la base di ogni

operazione meravigliosa ed Š indispensabile per fare agire la forza capace

d'attrarre le virt— celesti. La parola Š urna forza naturale, perch‚ le varie

parti del mondo si attirano naturalmente a vicenda e reagiscono

scambievolmente le une sulle altre e il mago, invocando per mezzo delle

parole, opera per mezzo delle forze atte della natura, conducendo certe cose

per l'amore dell'una all'altra, o attirandole a causa del susseguirsi di una

cosa con l'altra, o respingendole a causa dell'antipatia dell'una con l'altra,

seguendo in contrariet… e differenza delle cose e la moltitudine delle virt—,

le quali reagiscono operano e forzano le cose merc‚ gli effluvi celesti.

 

Pertanto se alcuno risente gli effetti di qualche legatura o fascino, ci• non

avviene secondo l'anima razionale, ma secondo la sensitiva e la sofferenza Š

percepita secondo l'anima animale. Perch‚ le parole non hanno il potere di

soggiogare l'anima, che trae la conoscenza dalla ragione e che ha

l'intendimento, ma che nondimeno concepisce questa impressione e questa forza

merc‚ i sensi, quando per l'influsso degli astri e cooperazione delle casse

terrene, lo Spirito animale dell'uomo sia premuto al di l… della originaria e

naturale disposizione. Proprio nello stesso modo con cui un figlio obbliga il

padre inconsciamente a lavorare per nutrirlo e conservarlo in vita, sebbene

stanco; o come la sete di dominio ci sospinge a date attivit…; o come il

timore della povert… fa desiderare le ricchezze; o come la venust… feminile Š

un pungolo alla concupiscenza; o come la valentia d'un abile musicista suscita

inconsciamente passioni e emozioni diverse negli ascoltatori.

 

Ma il volgo non ammira questa specie di fascinazioni e di legamenti, come non

le detesta, perch‚ sono comuni, e ne

ammira invece altre pure fisiche perch‚ l'ignora e perch‚ non vi Š

accostumato. Perci• s'ingannano quelli che le stimano al

di sopra della natura o contro natura, mentre provengono dalla natura e sono

fatte secondo natura.

 

Bisogna dunque conoscere che ogni cosa superiore mette in movimento la cosa

inferiore che pi— le Š vicina in ordine e grado di dipendenza e ci• non solo

nel campo corporale, ma anche in quello spirituale. Secondo tale legge,

l'anima universale del mondo mette in moto le diverse anime particolari e

l'animo razionale agisce sulla sensitiva e la sensitiva sulla vegetativa e

qualsiasi parte del mondo agisce su un'altra e qualunque Š atta a muoverne

un'altra. CosŤ pure, ogni parte del mondo inferiore riceve l'impressione

celeste secondo la sua natura e attitudine e nello stesso modo che un organo

del corpo di un animale esercita una data azione su un altro organo.

Similmente infine il mondo superiore delle intelligenze agisce su tutto ci•

che gli Š sottoposto, perch‚ contiene tutti gli stessi enti dal primo

all'ultimo che contengono i mondi inferiori.

 

Per conseguenza i corpi celesti imprimono il moto ai corpi del mondo

elementare, misti corruttibili e sensibili, dalla periferia sino al centro,

merc‚ le essenze superiori perpetue e spirituali dipendenti dal primo

intelletto, che Š l'intelletto agente, nonch‚ con la virt— infusa da Dio col

suo verbo, chiamato dai sapienti Caldei causa delle cause, perch‚ produce le

entit… nonch‚ l'intelletto agente, che viene in secondo luogo dopo del verbo.

Ci• per l'unione di esso verbo al primo autore, che ha generato effettivamente

tutte le esistenze.

 

Il verbo dunque Š l'immagine di Dio, l'intelletto agente Š l'immagine del

verbo, e il nostro verbo Š l'immagine dell'anima, merc‚ il quale essa agisce

naturalmente sulle cose naturali, perch‚ la natura Š opera sua. Ciascuna di

tali forze compie la sua opera susseguendosi, come il padre il figlio, e

nessuna delle posteriori esiste senza la precedente; e tutte restano

rispettivamente in una certa regolata dipendenza, in modo che quando la

inferiore si altera avviene un ritorno verso la prossima precedente, finch‚

arriva ai cieli, poi all'intelletto agente, da cui tutte le creature ricevono

l'esistenza e che ha vita esso stesso nel primo autore, o verbo creatore, a

cui ritornano tutte le cose come al loro principio.

 

Volendo compiere opere meravigliose nelle cose di questa terra, abbisogna

dunque che l'anima nostra si specchi nel suo principio, che solo pu•

fortificarla e concederle il potere d'agire su ogni grado a partire dal primo

autore. Pertanto occorre contemplare piuttosto le anime delle stelle che i

corpi, il mondo superceleste intellettuale a preferenza del mondo celeste

corporale, poich‚ quello Š pi— nobile, quantunque anche questo sia insigne e

preliminare, e quantunque senza il suo tramite non sia possibile conseguire

l'influenza di quello. Per esempio il Sole, il re degli astri, riceve la luce

dal mondo intelligibile sopra ogni altra stella, perchŠ l'anima sua Š

maggiormente capace di tale splendore intelligibile e chi voglia attrarre

l'influenza solare, deve contemplare il Sole, non solo attraverso la luce

esteriore, ma anche attraverso quella interiore e nessuno pu• far ci• senza

risalire allo spirito stesso del Sole e senza divenirgli simigliante e senza

comprendere e percepire con l'occhio dell'intendimento la sua luce

intelligibile, come con l'occhio corporale se ne percepisce la luce sensibile.

Questo cosŤ sar… riempito dallo splendore di quello e ricever… in se la luce,

che Š l'ipotiposi comunicata dalla sfera superiore e, rivestito da esso,

divenuto simile a esso veramente, otterr…, a suo piacere, la stessa sovrana

chiarezza e l'ausilio di tutte le forme che partecipano dell'astro. Attinta

poi la luce del grado sovrano l'anima allora si avviciner… alla perfezione e

diverr… simile agli spiriti solari e attinger… alle sorgenti stesse della

virt— soprannaturale e ne adoperer… a suo grado la potenza, se pure il primo

autore lo vorr…. Perci•, anzitutto, occorre chiedere in questo assistenza e

consenso e ci• non solo oralmente, ma religiosamente e con spirito da

supplicante, pregando senza posa, affinch‚ la preghiera possa rischiarare la

mente e fugare dall'anima le tenebre, che tendono a prendere il sopravvento

per l'azione esercitata dal corpo.

Fine libro secondo.