GRUPPO SANGUIGNO, TEMPERAMENTO PSICOBIOLOGICO E SCRITTURA

 

La psicologa Léone Bourdel (1907-1966) condusse negli anni ‘30 interessanti studi sulla personalità testando un gran numero di individui. La Bourdel li sottopose a svariati esami quali: il riflesso oculo-cardiaco, l'indice cefalico, la ricerca del gruppo sanguigno, ecc., che la portarono alla distinzione di quattro temperamenti: l'armonico, il melodico, il ritmico e il complesso. Jean-Charles Gille-Maisani precisa:

"(...) Importanti lavori hanno dimostrato che esiste una predisposizione ereditaria legata al gruppo sanguigno, che appartiene a tale temperamento psicobiologico: gli individui del gruppo sanguigno A hanno la tendenza innata ad essere armonici, mentre quelli appartenenti al gruppo sanguigni 0 tendono ad essere melodici. I soggetti B, d’altro canto, sono tendenzialmente ritmici, mentre i soggetti AB risultano complessi. Si tratta di una scoperta di grandissimo interesse, tanto più che, rispetto all’influenza ambientale, il ruolo degli elementi innati nella formazione del carattere, nonostante sia ammesso da tutti, è poco conosciuto ed è stato assai meno studiato" (Jean-Charles Gille-Maisani, Temperamenti psicobiologici e gruppi sanguigni, Teda ediz., Castrovillari (CS) 1992).

Questi studi, in un certo senso, avevano riesumato la teoria ippocratica sulla quale si fondavano i temperamenti di Galeno. Il fattore che definisce certe predisposizioni caratteriali sembra indissolubilmente legato al gruppo sanguigno. Importanti e successivi lavori hanno avvalorato la tesi che vi è in ogni persona una predisposizione ereditaria dipendente dal gruppo sanguigno.

Il medico Paul Carton si domandò se il gruppo A corrispondeva al temperamento Sanguigno (Armonici), il B a quello Nervoso (Ritmici), lo 0 al Bilioso (Melodici) e il gruppo AB al Linfatico (Complessi o AMR). Nel 1932, in Giappone, apparve il libro di Takeji Furukawa che presentava i suoi esperimenti che confermavano la teoria della predisposizione caratterologica legata al gruppo sanguigno. Lo psicologo Karl H. Gobber, condusse altre interessanti ricerche su 102 volontari.

Il problema è stato studiato, pure, sotto il profilo criminologico in diversi paesi tra cui la Francia dove R. O. Guidez condusse lo studio su 535 detenuti del carcere di Fresnes. I risultati appurarono che i furti e le truffe sono più frequenti negli individui con gruppo sanguigno 0. Il crimine passionale vede più numerosi i soggetti con gruppo sanguigno B. Le rapine e le truffe sono imputabili al gruppo AB. E’ interessante, a questo punto, soffermarci sulle patologie relative ai gruppi sanguigni. In campo psichiatrico si accertò la relazione tra psicosi maniaco-depressiva e gruppo 0; notevoli al riguardo gli studi di Parker, Theilie e Spielberger. Nelle nevrosi ossessive-compulsive e nelle schizofrenie si scoprì che andavano più soggetti individui con il gruppo A.

Voglio ricordare gli importanti lavori di Buchanan e Higley del 1936, confermati da L. Ugelli, Lessa e Alarcao nel 1949, ecc. che, in base a un certo gruppo sanguigno, scoprirono significative probabilità di ammalarsi di ulcera duodenale o di tumore allo stomaco. I tedeschi G. Jorgensen e G. Schwarz osservarono che gli individui con gruppo sanguigno A sono più frequenti tra i ricoverati in reparti chirurgici a differenza di quelli aventi gruppo 0.

Specificatamente, "l’affinità dell’ulcera duodenale con il sangue 0, che appariva già nei risultati del lavoro pionieristico di Buchanan e Hgley, fu segnalata per la prima volta in Italia, nel 1936, da L. Ugelli, venne successivamente riscontrata da Lessa e Alarcào nel 1949 e costantemente confermata, in seguito, dalle statistiche condotte nei paesi più diversi: i soggetti 0 hanno il 33% di probabilità in più degli altri di avere un’ulcera; i gruppi A, B, e AB hanno le stesse probabilità per quanto riguarda l’ulcera gastrica, il gruppo A essendo favorito per l’ulcera duodenale rispetto ai gruppi B e AB (e, <<a fortiori>>, rispetto al gruppo 0). Visto il carattere spesso psicosomatico dell’ulcera, soprattutto nella sua localizzazione duodenale, ci si può chiedere se, nei soggetti 0, tale fatto non possa essere in rapporto con la particolare vulnerabilità dei soggetti melodici a carenze relazionali o alla mancanza di attività sociale. Ad ogni modo, il problema non è semplice. Abbiamo mostrato come al gruppo sanguigno si aggiunga un altro fattore, ossia la secrezione (o no-secrezione) di antigeni A, B o H nella saliva: i soggetti 0 non-secretori presentono la massima frequenza di ulcere duodenali; i sogetti A secretori, seguiti dai B e dagli AB, la frequenza minima. D’altra parte, l’ulcera duodenale appare statisticamente ad un’età più avanzata nei soggetti 0". Così scrive Gille-Maisani nel suo citato testo.

Lo studioso continua: "In compenso, il tumore allo stomaco è molto più diffuso nei soggetti A, come è stato dimostrato da Aird e Bentall in un importante studio... e come da allora in poi è stato sempre confermato". Il gruppo sanguigno influenza anche la scrittura dell'individuo e l'arte pittorica. Johan Kaspar Lavater, il grande studioso della scienza fisiognomica, che osservò e studiò l’analogia esistente tra il linguaggio, il modo di camminare e la scrittura, nella sua famosa opera: "Phisiognomische Fragmente zur Beforderung der Menschenkenntniss und Menscheuliebe", a tal proposito, affermò: "Ogni disegnatore o pittore si riproduce più o meno nelle sue opere; in esse possiamo rintracciare qualcosa della sua esteriorità o del suo spirito (...) Più confronto le varie scritture che mi passano sotto gli occhi, e più mi convinco del fatto che esse sono altrettante espressioni ed emanazioni del carattere dello scrivente".

Dunque vi è un rapporto tra gruppo sanguigno, pittura e scrittura. Sei anni prima che l'abate Jean-Hippolyte Michon (1806-1881), illustre grafologo francese (il primo a dare un fondamento scientifico allo studio della scrittura e a coniare il termine "grafologia"), dette alle stampe il suo "Les mystères de l'écriture" (1866), J.B. Delestre osservò acutamente: "Se paragonate il talento di un pittore con la sua scrittura, troverete un'incontestabile conformità di procedimento, Inoltre, quando nel tempo un artista cambia stile, arriva a modificare in modo analogo anche la propria scrittura...". Questa geniale intuizione porterà alla nascita della scienza grafologica. Il grafologo Jaime Tutusan Lòvez, nel 1986, scriveva come dal fattore sanguigno si potevano scoprire le tendenze di base psicologiche, psicopatologiche e patologiche. Vi sono diversi studi in merito. Il collegamento tra scrittura e gruppo sanguigno è stato preso in considerazione a partyire dagli anni ’40.

Jean-Charles Gille-Maisani riporta, al proposito, le osservazioni di Schaer:

 

- gruppo A: scrittura omogenea, scorrevole, regolare nella larghezza (spazio tra lettere e parole), ma disuguale nella pressione, ritmica.

- gruppo B: scrittura omogenea e stabile, regolare nella larghezza (spazio tra lettere e parole), talvolta con rigidità; regolare nella pressione, costellata, tuttavia, di piccoli, improvvisi spasmi.

- gruppi 0 e AB: scrittura variabile, irregolare nella larghezza e nella forma (talvolta fino alla imprecisione).

Jaime Tutusaus Lòvez, grafologo spagnolo, dimostrò la correlazione tra gruppo sanguigno e scrittura. Questi studi sui temperamenti psicobiologici, i gruppi sanguigni e la loro espressione grafologica e artistica e le relative tendenze patologiche sono alquanto stimolanti per la vasta portata di applicazione che possono avere. Secondo il medico e psicologo Gille-Maisani: "La frequenza di molte malattie dipende dal gruppo sanguigno. Citiamo, in particolare: i tumori all’utero e alle ovaie, e l’anemia perniciosa, per le quali si osserva una frequenza maggiore del 30% nei soggetti A; i reumatismi articolari acuti, con le loro sequenze cardiache, meno frequenti del 20% nei soggetti 0 che negli altri gruppi. Dal punto di vista cardiovascolare, il gruppo sanguigno 0 è quello maggiormente favorito, mentre il gruppo A è il più penalizzato per quanto riguarda l’infarto miocardico e le trombosi venose.

Dal punto di vista psicopatologico questi studi hanno evidenziato, secondo il già citato autore, che nella depressione endogena "l’affinità della psicosi-maniaco depressiva con il sangue 0 è stata scoperta negli Stati Uniti da Parker, Theilie e Spielberger, nel 1961. Da allora è stata quasi costantemente verificata" (Ibid.). Ricerche interessanti che oggi sembrano essere state dimenticate.

 

 

Giuseppe Cosco

 

linus.tre@iol.it