Medianità  -  Dalla filosofia alle indagini sulla sopravvivenza

Medianità  -  Dalla filosofia alle indagini sulla sopravvivenza



FILIPPO LIVERZIANI




di STEFANO BEVERINI







Roma, 28 settembre 1995. Di fronte a me Bettina. Filippo conduce la seduta trascrivendo minuziosamente con il computer domande e risposte. Sul tabellone il piattino si muove velocemente, con le nostre dita leggermente poggiate su di esso. Si presenta Urbano, il marito defunto di Patrizia, la quale frequenta il Convivio da non molto tempo. Ha inizio un dialogo serrato, spontaneo. Urbano ci dà notizie che nessuno conosce, sulla sua vita. Lavorava in una ditta di costruzioni ed era stato lui stesso che a ristrutturare l'attico dove viveva. Era appassionato di automobili e abile nuotatore. I migliori ricordi sono legati alla Francia, e ci narrerà altre cose ancora, espresse con frasi brevi tipiche del suo carattere, come ci confermerà la moglie. Tra l'altro, proprio in Francia i coniugi trascorsero la luna di miele. Tutto corrispondeva, ma noi non lo sapevamo ancora. Ne avremmo avuto riscontro dopo, da Patrizia. Durante l'incontro, gli chiedemmo se avesse piacere che noi le telefonassimo. Urbano acconsentì, e la seduta andò avanti: il dialogo continuò con la moglie, mentre Filippo al telefono fungeva da mediatore, riferendoci le domande della donna e riportando a lei le risposte dell'entità. Urbano si espresse con alcune sue frasi peculiari, ma anche questo particolare ci verrà confermato successivamente... Nel complesso si è trattato di un'ottima identificazione, anche se il nome del comunicante era noto ai coniugi Liverziani, ma assolutamente inatteso, e soprattutto nulla si sapeva, tranne il fatto che Patrizia avesse perso suo marito Urbano. Non è di questo caso specifico, però, che voglio trattare, anche se meriterebbe una maggiore divulgazione.
Lo studio del paranormale  
Filippo Liverziani, nato a Firenze nel 1926, ha insegnato filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e la Pontificia Facoltà Teologica Marianum. E' autore di molte pubblicazioni filosofiche e di volumi sull'esperienza religiosa. Ma è anche un attento e preparato studioso dei fenomeni della medianità, soprattutto di quella intellettiva. Già dalla prima metà degli anni Quaranta è stato attratto dai fenomeni paranormali, soprattutto per le implicazioni teoriche e filosofiche.
"Dal 1985 circa è passato ""dalla teoria... alla pratica"". Dopo aver osservato alcuni aspetti della medianità, ha voluto " "dedicarsi a una sperimentazione sistematica; per realizzarla si è orientato verso la tecnica apparentemente più semplice e più ""a portata di mano"". Ha quindi approfondito, in prima persona, soprattutto gli aspetti della scrittura automatica e della telescrittura, che descrive nei suoi numerosi e inte-ressanti libri. Ha già pubblicato diversi volumi in merito, insieme ad altri argomenti complementari .  Con le sue oltre settecento comunicazioni ricevute - tutte molto congruenti e interessanti - di defunti, viventi, entità varie e persino di... antichi romani, può essere considerato uno dei maggiori ricercatori nel campo della pratica della telescrittura, e in questo senso mi sono espresso in un mio recente nuovo libro proprio sull'argomento ."
Inoltre, circa una quindicina di anni fa, ha fondato  Il Convivio: un centro di studio per un approfondimento comparato su filosofia, religione, psicologia, parapsi-cologia, con sede a Roma (in via dei Serpenti, 100). Filippo Liverziani organizza anche congressi nazionali e internazionali sul paranormale.  
Il metodo della telescrittura  
"Per quanto attiene alla telescrittura, egli è coadiuvato dalla moglie Bettina, ed è proprio lei la ""favorisant"" per il buon esito delle esperienze. La produzione intellettiva ricevuta dalla coppia è abbondante e in chiave prettamente spiritica. Ho potuto osservare personalmente alcuni verbali di particolare interesse, tutti accuratamente raccolti in ordine cronologico. Il metodo usato è sempre lo stesso, semplice ed efficace:"  

«Nelle nostre esperienze di telescrittura ci si siede in due, l'uno di fronte all'altro, a un tavolino sul quale si è disteso un cartello quadrettato con lettere e cifre disposte su varie file. Uno dei due soggetti avrà lettere  e numeri leggibili dalla sua parte. Egli stesso potrà verbalizzare immediatamente le frasi che vengono comunicate dalla supposta entità, la quale è pregata di fermarsi più o meno ogni tante parole, per consentirne la trascrizione...»  


"Poi il Liverziani, riferendosi ancora al metodo, nella stessa opera precisa come la telescrittura non richieda nemmeno l'intervento di autentici medium in senso stretto. Sono sufficienti ""canali"" anche scarsamente dotati, in quanto le loro energie vengono associate, agendo in coppia. Se i due soggetti armonizzano tra loro, la telescrittura funziona. Una cosa è però l'hardware, cioè l'estrinsecazione materiale del fenomeno, altra il software, la componente ""sottile"" che crea il fenomeno stesso."  
Sulle ipotesi per tentare di spiegare la telescrittura ne ho scritto un capitolo nel libro già citato .  Questa pratica può aprire le porte del paranormale e addirittura farci ottenere un contatto con realtà extraterrene, ma può anche spalancare il baratro dell'inconscio. Gli opposti, però, sono molto sfumati e miscelati. E' quanto evidenzia Filippo Liverziani riferendosi alle comunicazioni ricevute tramite la telescrittura:  

"«E' in particolare il linguaggio che presenta qualche difficoltà. Esso appare ""filtrato"" in notevole misura. Tutti sanno che la comunicazione medianica dà luogo a un messaggio sui generis, alla cui formulazione coopera anche il destinatario. Se io mando una lettera a un amico, questi la riceve con tutte le parole scritte da me nel medesimo ordine esatto; ma, se io trapasso all'altra dimensione e poi vengo a comunicare con lui medianicamente, i ruoli di mittente e destinatario non rimangono più definiti in maniera tanto rigorosa: le parole sono un po' mie e un po' sue; e può essere che, in certi momenti e sotto certi condizionamenti, siano più sue che mie. I contenuti sono nostri - ci dicono le entità con insistenza - ma il linguaggio ce lo mettete voi, vostre sono le parole, vostre le forme culturali di cui il contenuto del nostro messaggio viene a rivestirsi.» "


Il professore romano si pone la domanda su come dovrebbe essere la comunicazione per poterci convincere della sua autenticità. Elencando i requisiti che per lui rappresentano l'optimum, egli richiede :

1- Che ai presenti che l'hanno ben conosciuta in vita, l'entità dia l'impressione chiara di essere veramente lei.

2- Che esprima concetti abitualmente suoi (pur facendo la tara a una possibile evoluzione post mortem).

3- Che l'anima comunicante esprima la propria caratteristica emotività in tutte le sue sfumature.

4- Che si esprima nel consueto linguaggio.

5- Che si dimostri informata di tante cose che lei sola può conoscere insieme ai suoi familiari o amici presenti.

6- Che si dimostri informata di tante cose che solo lei può conoscere e che gli stessi presenti ignorano.


La vita nell'aldilà



"Liverziani è profondamente cattolico. Ma è anche convinto della possibilità di interazione con chi vive in altri piani di esistenza, con chi ha oltrepassato la soglia. In una delle sue opere egli descrive minuziosamente l'esistenza dopo la morte del corpo fisico, esposta nelle varie comunicazioni medianiche, avvalendosi del lavoro di Ernesto Bozzano, di altri valenti autori, e delle proprie ricerche personali .  Egli esegue anche una minuta comparazione tra le esperienze di OBE (extracorporee), NDE (ritorno dalla morte clinica) e messaggi medianici, evidenziando ben quattordici punti in comune . Tra i più importanti: il sentirsi coscienti all'esterno del corpo fisico, possedere una corporeità ""sottile"" modificabile con la volontà, il potersi spostare a piacere nello spazio, oltre a un senso di prevalente benessere..."
"Un altro confronto eseguito dallo studioso è quello tra i fenomeni paranormali e quelli mistici, spesso uguali nella forma ma non nella sostanza. Per giungere infine a una sintesi tra ciò che viene attestato sulla vita dopo la morte e il destino ultimo dell'uomo, nella medianità e nella religione cattolica, ricercandone le analogie. Da profondo conoscitore del cattolicesimo e della medianità, Filippo Liverziani non poteva che riunire le due fonti, apparentemente eterogenee e di diverso ""livello"", in una comune fusione."
"Egli si sofferma anche, più di una volta, sul cosiddetto corpo glorioso, cioè il corpo incorruttibile della ""resurrezione finale"". Julius Evola evidenzia come in diverse Tradizioni esistano concetti analoghi : per esempio nel buddhismo mahayana, in cui si parla di nirmanakaya (una sorta di corpo magico, allo stato di ""potere""); oppure nel taoismo operativo, dove troviamo il s'i kiai o ""soluzione del cadavere"" (secondo cui alcuni adepti trasformerebbero il loro corpo, senza lasciarne traccia dopo la morte). "
Per quanto attiene alla complessa diatriba sulla reincarnazione, l'opinione di Liverziani è orientata solo verso la possibilità che possa reincarnarsi qualche elemento secondario della personalità, e non il nucleo dell'individuo. Molto dipende, a mio avviso, dal punto di vista da cui affrontiamo la questione. Il discorso, però, è troppo ampio...
Materia e spirito
"Nell'àmbito di gruppi spiritici familiari, spesso molto riservati, i migliori fenomeni medianici - come quelli di fine secolo scorso - si diffondono prorompenti, a dispetto di una parapsicologia rigorista, accademicamente pedante. Ciò che ""muove le montagne"", all'interno di questi Cerchi, è una gran fede e un certo spirito religioso. Ovviamente siamo del tutto al di fuori della scienza, anche nelle intenzioni."
"Molte volte ci si interroga sui rapporti tra il mondo che ci circonda e la spiritualità sempre più ineffabile. In termini ben più modesti, sui rapporti tra parapsicologia e spiritismo. Ma non dobbiamo dimenticare che, se siamo nel kaliyuga, anche la parapsicologia ""ufficiale"" si adegua a un certo ordine di idee, come ben precisato dal nostro Studioso:"

«Quanto all'epoca nostra, si può ben dire che, in questi ultimi secoli, è venuto meno tra gli uomini della civiltà occidentale il senso del Sacro, l'interesse per l'aspetto trascendente e assoluto della realtà ... L'interesse per le comunicazioni dei defunti e per le loro varie manifestazioni è venuto meno in gran parte tra i cultori della parapsicologia, da quando ha lasciato per questo nome quello più tradizionale di metapsichica, e si è data un orientamento quantitativo al posto dell'orientamento qualitativo di una volta. L'impostazione nuova si dimostra, a tutti gli effetti, assai meno aperta ad accogliere il fenomeno come si disvela da sé e assai più preoccupata di negare al fenomeno ogni carattere di trascendenza per ridurlo a puro fatto psicologico umano.»    


Poi, nello stesso libro, qualche pagina oltre, l'Autore ci ricorda come gli uomini verrebbero restituiti alla loro vita più autentica e profonda se si attenessero solo un poco alle raccomandazioni evangeliche, invece di correre verso insensati modelli consumistici. E aggiunge, con una punta di ironia e rivolto a un aspetto quanto mai attuale, come molta gente che si guadagna il pane quotidianamente violentandoci di chiacchiere insulse dovrebbe cercarsi nuovi mestieri certamente più utili!
Per concludere, il messaggio che permea tutta l'opera di Liverziani ci ricorda come l'uomo sia anzitutto un essere spirituale, il cui unico scopo dovrebbe essere quello di elevarsi a Dio. O, se preferiamo altri termini, di emanciparsi dai viluppi delle illusioni per realizzare la  
liberazione finale riconoscendosi in Brahman: l'Immortalità. E non si tratta, ricordiamoci bene, di un annullamento: ma di una espansione della coscienza! Ma poiché «pochi saranno gli eletti», forse ciò non sarà per tutti...


                                   Stefano Beverini
Note bibliografiche:

(1991), Roma, Hermes (c/o Mediterranee).
telescrittura, Roma, Mediterranee, 1995.
p. 16.

Beverini, S. Manuale..., Op. cit.
Mediterranee, 1990, p. 59.

L'altra realtà, Roma, Mediterranee, 1990, p. 63.
Liverziani, F. L'aldilà e la fine dei tempi, Op. cit.
morte, Roma, Mediterranee, 1986,p. 217-219.
1994, p. 208-209.
Liverziani, F. L'aldilà e la fine dei tempi, Op. cit.,p. 155.