Vari aspetti della medianità

                     di STEFANO BEVERINI


    L'ottimismo aiuta a vivere, ma l'eccessivo ottimismo non  "aiuta a pensare, e con i tempi che corrono c'è poco da stare allegri. Sono purtroppo convinto che la società stia effettivamente sgretolandosi sotto il peso del dilagante egoismo. In quelle città che inquinano fisicamente e psicologicamente gli orpelli e l'ostentata eleganza contrastano con la miseria fisica e morale, sempre in aumento. Sembra proprio che il danaro e l'arrivismo dominino incontrastati, a scapito degli ideali e della spiritualità. Ma non tutto è da stigmatizzare; qualche spiraglio esiste ancora... Su una cosa non ho dubbi: i nostri studi, le nostre ricerche sono foriere di un anelito spiritualista. Non dobbiamo dimenticare che lo stesso Rhine, il massimo esponente della ortodossa parapsicologia scientifica, affermò come la vera causa degli accadimenti paranormali sia proprio lo spirito dell'uomo! E nel caleidoscopio della paranormalità, i fenomeni cosiddetti medianici sono quelli - a mio avviso - che formano i ""disegni"" più interessanti. "

                    Definizioni e ipotesi


    Medium, attribuito a persona, ha il significato etimologico  di: colui che è in mezzo. Per lo spiritista il medium è

l'intermediario tra il mondo fisico e l'aldilà. L'uso del  
termine in questione, però, non denota - come sembrerebbe - una  interpretazione in senso, appunto, spiritico. A tale riguardo il biologo inglese, ma genovese di adozione, William Mackenzie (noto studioso di metapsichica), così si espresse:
    «Premetto che ritengo inutile insistere ancora una volta      sulla più che giustificata deprecazione da fare circa           quell'infelicissimo termine di medium ed i suoi derivati.      Quel termine, ormai entrato in circolazione, ha il      vantaggio di destare immagini abbastanza precise. Perciò,      in mancanza di meglio, e dopo averlo esplicitamente depurato da qualsiasi palese o larvato contenuto spiritico, potremo tranquillamente valercene.» (1)

    Quindi l'uso della parola medium dovrebbe riguardare  l'accezione descrittiva del fenomeno, e non interpretativa. Vengo al dunque: per medianici intendo quei fenomeni       intellettivi    (scrittura automatica, trance cosiddetta a incorporazione, ecc.) e  paranormali fisici  (spostamento di oggetti, luci, profumi, apporti, ectoplasmie, voce diretta, psicofonia, ecc.) che mostrano   però una precisa modalità nella loro estrinsecazione.  Sia durante una riunione di persone (definita  seduta medianica), sia individualmente hanno la peculiarità di apparire diretti da una volontà estranea ai presenti (che spesso si manifesta come entità Guida, persona defunta, ecc.). Inoltre è sempre presente un soggetto (medium), che sembra indispensabile per la produzione dei fenomeni (intellettivi e fisici) detti, appunto, medianici.
    Se vogliamo, invece, superare la valutazione descrittiva, e  "introdurci nell'intima essenza della medianità, domandandoci  cosa questa sia realmente, potremmo limitarci a una breve risposta. Le ipotesi e le teorie sulle manifestazioni medianiche sono molteplici, ma tutte riconducibili a due grandi gruppi: drammatizzazioni più o meno inconsce, avvalorate da fenomeni psi; oppure presunti interventi di disincarnati, più o meno ""diretti"". Possiamo disquisire, teorizzare... ma colui che afferma di conoscere con assoluta certezza la causa e la dinamica dei fenomeni medianici, senz'altro non fa che esternare la propria ignoranza. Non sappiamo quale sia la causa dei fenomeni medianici: questa è la risposta! Sappiamo, però, che la medianità, indubbiamente, è una porta aperta.. "
    E poi, non è neppure detto che nei fenomeni medianici (ma  "anche in quelli paranormali in genere) esista un rapporto di causa/effetto. Infatti solo se la causa è misurabile, può essere considerata tale. Sul piano empirico, un ipotetico ""quid trascendente"" non potrebbe rivestire valore né di causa materiale (perché la ""sostanza"" non è definibile); né di causa formale (ugualmente è indeterminata la ""forma"", il ""modello""); né di causa efficiente (perché la relazione causale si crea quando si traduce in una funzione di grandezze matematicamente misurabili). Tutt'al più si potrebbe prendere in considerazione il concetto di causa finale, ovvero il fine per cui qualcosa avviene. Ernesto Bozzano, pur con tutte le sue ammirabili certezze, così si esprimeva: "
"     «Si direbbe che una Volontà Suprema abbia tutto predisposto onde l'umanità rimanga in condizioni permanenti di dubbio  fecondo in rapporto a questo capitalissimo quesito da risolvere; quasi che tale attitudine mentale fosse la più propizia al progresso civile e spirituale dell'umanità medesima, considerata collettivamente. Si direbbe, inoltre, che tale condizione di incertezza, orientata, però, verso la soluzione spiritualista del grande quesito, oltre che stimolare la ricerca, fosse altresì la più conforme al perfezionamento morale dei popoli, in quanto uno stato di certezza scientifica assoluta, in merito all'avvenire della tomba, toglierebbe, forse, una buona parte di spontaneità meritoria alla condotta degli individui nell'esistenza incarnata... (2) "
    E, collegandoci al concetto che potremmo definire di  "indeterminazione sistematica negli accadimenti medianici, l' ""entità A"" specifica: "
    «Voi non avete alcun diritto più degli altri, che ignorano queste cose, di avere prove... Ma la prova che voi dite, di qual genere dovrebbe essere? Perché, indubbiamente, la prova dovrebbe essere diversa per ognuno di voi... Se poi mi chiedete se effettivamente abbiamo il potere di darvi prova della nostra esistenza, rispondo di si, ma che non possiamo usarlo indiscriminatamente, cioè non abbiamo il diritto di modificare una legge, la quale prevede che l'essere umano in Terra deve vivere per ricercare ed acquistare la fede con le proprie capacità e la propria evoluzione.» (3)

    Inoltre mi vengono in mente le parole del filosofo  americano William James, quando affermò che il suo approfondito studio sui fenomeni medianici, lo aveva «indotto a credere che il Creatore avesse inteso fin dall'eternità che questa sezione della natura rimanesse inaccessibile, per suscitare in egual misura le nostre curiosità, le nostre speranze e i nostri sospetti» (4).

        Interpretare le diverse sembianze del fenomeno  

    Varie forme della medianità, che ci permettono di  assaporare una miriade di esperienze dalle mille sfaccettature.  Spesso la medianità ha inizio nel modo più banale, talvolta
sbagliato, come in quelle serate salottiere dove viene proposta,  "per giuoco, la telescrittura (il ""piattino e tabellone"", per intenderci). Sulla telescrittura potremo parlarne per ore. Ne ho scritto un libro (5), cercando di frenare i facili entusiasmi e di evidenziare i pericoli in cui si può incorrere. La scrittura automatica, invece, può essere considerata - parlando di medianità - il secondo scalino. Tuttavia, considerato che molte volte l'automatismo grafico è frutto solo della nostra mente, occorre procedere con spirito ben critico, senza farci tentare da una certa superficialità di giudizio, che ci può trascinare verso cocenti e tragiche delusioni. "
    Il terzo scalino fenomenico - se mi consentite questo  "schema a scopo didattico - è rappresentato dai vari aspetti della trance. Da una lieve alterazione, alla perdita totale di coscienza, con cambio di voce e di personalità, e amnesia completa al risveglio. Non necessariamente l'ingresso in trance è favorito dalla cosiddetta catena medianica: esistono trance spontanee, sedute medianiche dove non viene fatta la catena, addirittura persone che ""cadono"" in trance durante la scrittura automatica, o mentre praticano la telescrittura. "
    Torniamo agli aspetti della medianità: ne ho accennato  qualcuno di tipo intellettivo. Ma esistono anche i fenomeni della medianità fisica, e quelli misti. L'apporto, per esempio, è un fenomeno fisico più ricorrente di quanto si immagini: in
 molti cerchi medianici si materializzano oggetti, durante le  sedute. Altre manifestazioni, come detto, presentano duplici caratteristiche: il tavolo che comunica tiptologicamente, per esempio (quando il sollevamento avviene in modo paranormale, e non per automatismo motorio). Un altro fenomeno misto, molto ricorrente, sebbene più soggetto a errate interpretazioni, è la psicofonia: la parte fisica è l'incisione del nastro, quella intellettiva sono le parole impresse sullo stesso (quando sono reali).
    Ad ogni modo, in tutte le manifestazioni medianiche,  l'importante è valutarne il contenuto ed il contesto. Ritengo che un validissimo criterio di approccio, non sufficientemente valorizzato, sia quello dell'amico dottor Alfredo Ferraro. Mi riferisco alla sua interpretazione razionalistica: l'ipotesi spiritica, pur non dimostrabile scientificamente, si basa tuttavia su fatti concreti che presentano i tre seguenti requisiti fondamentali:  
- Congruenza:  messaggi dialetticamente coerenti, talvolta di                                 elevato contenuto filosofico.    
"- Stabilità :   continuità logica dei messaggi e di quanto viene                 affermato dagli ""psichismi comunicanti"";                 persistenza nel tempo delle medesime                 caratteristiche singole di ogni ""personaggio                 med"  

"- Finalismo :   manifestazioni   rivolte a   un fine, che è                 sostanzialmente riconducibile al ""conosci te                 stesso""."  

    Vediamo ora di evidenziare due aspetti della medianità  intellettiva, entrando nel merito delle manifestazioni: le  identificazioni medianiche e i messaggi di insegnamento. Un terzo aspetto intellettivo è rappresentato dai disegni  
medianici, di cui ne ho già trattato anche su questa rivista.  

    Per caso di identificazione si intende l'intervento,    
"generalmente nel corso di una seduta medianica cosiddetta ""a " "incorporazione"" (ma può anche essere un esperimento di telescrittura o di psicoscrittura), di una personalità sconosciuta a tutti i presenti - di solito di un defunto e talvolta anche di un vivente - la quale fornisce dati oggettivi, successivamente verificati a seguito di ricerche che condurranno proprio all'identificazione della personalità comunicante (o che afferma di essere tale). Sono stato testimone di molti casi del genere: ne ho già scritto e riferito in congressi, e ancora ne proporrò in futuro, su questa stessa rivista. "  
       La consolazione per il dolore dei cari scomparsi  

    Un' altra forma della medianità intellettiva è  "rappresentata dai messaggi medianici. Indipendentemente dalla fonte, penso che tutti possano essere d'accordo sul valore etico, filosofico e ""ontologico"" di una buona parte della letteratura medianica qualificata. In questa sede, tra i vari messaggi ricevuti durante le numerose sedute del genovese Cerchio Ifior, a cui ho assistito, ne riporterò uno che non presenta un grande significato filosofico, ma assume una fondamentale importanza per molti di noi. Ho scelto questo brano "  
 - trascritto anche in un mio volume (7) - perché sovente lo  spiritismo riveste un valore soprattutto consolatorio.
       «La pace sia con tutti voi, figli. Tra le ragioni che spingono le persone ad avvicinarsi a noi, una sovrasta tutte le altre: la ricerca di un affetto perduto, il desiderio di poter entrare in contatto con qualche persona che ha abbandonato, ormai, il mondo della materia ... Ma, fin dall'inizio del lavoro di questo Cerchio, abbiamo chiarito che ben raramente accadrà che persone conosciute dai presenti si manifestino ... se noi permettessimo, lasciassimo, facessimo in modo che i vostri cari si presentassero a voi attraverso questo canale medianico, faremmo certamente una cosa che non porterebbe a grandi frutti né per voi, né per loro.  
"  Per loro stessi, in quanto, avendo abbandonato da poco la materia, ne sono ancora in gran parte attratti, sentono ancora il grande distacco e la separazione dalle persone amate. Potersi trovare a contatto con loro significherebbe proprio bloccare il loro cammino verso migliori mete; significherebbe fermare la loro evoluzione a uno stadio che, in fondo, non è altro che dolore e rimpianto. In quanto a voi, figli, ascoltare i vostri cari attraverso gli strumenti, con molta probabilità porterebbe ad attendere gli incontri soltanto per il piacere di questi contatti. Porterebbe a vivere i vostri giorni, la vostra quotidianità, le esperienze che dovete affrontare, soltanto in funzione di questo contatto con le persone che vi hanno momentaneamente abbandonati."  
"  Noi, figli, non vogliamo essere per voi la fonte di un attaccamento che vi farebbe indugiare nell'affrontare la vita, ma vogliamo essere per voi la spinta ad andare sempre avanti, a ricercare, a creare, a comprendere; vogliamo fornirvi la capacità di trovare consolazione al vostro dolore, ai vostri distacchi, alle vostre perdite attraverso voi stessi, e non attraverso il ""fenomeno"". Perché vedete, figli, nel momento stesso in cui voi  comprendete a fondo ciò che noi vi diciamo della vita, della morte, dell'evoluzione, dei piani di esistenza e via dicendo, in quello stesso momento voi sarete consolati per qualsiasi affetto perduto, e le persone che, fino al momento prima avevate sentito lontane, perse e irraggiungibili, le sentirete di nuovo al vostro fianco, più vicine, più vere e più affettuose che mai... "  
 Figli, che ricercate i vostri cari e a loro vi rivolgete sperando di averli ancora vostri, sperando che la vostra possessività umana  possa essere ancora accontentata, invece di turbarli con i vostri rimpianti, con le vostre tristezze, con i vostri dolori, cercate di pensarli sempre con felicità e con amore, ed essi saranno molto più felici...»  

    Vari aspetti della medianità... Potremmo parlarne per ore.   Ciò che è importante - e mi ripeto - è il contenuto:  
telescrittura, scrittura automatica, trance a incorporazione,  psicofonia... Non è il mezzo, ma il valore della comunicazione, vagliato criticamente da noi stessi, però, e non accettato, come talvolta avviene, in antitesi con il minimo buon senso.  
    Anni addietro, attraverso una modesta rivista che allora  "dirigevo, promossi un'inchiesta sull'importanza che può assumere lo studio dei fenomeni medianici, sia come approfondimento culturale, sia come ""ricerca interiore"". I parapsicologi mi considerano uno spiritista; gli spiritisti mi ritengono forse un nemico della loro fede. Io penso di essere semplicemente un giornalista che cerca di fare della corretta informazione sul paranormale, e che ha avuto la fortuna di vivere molte esperienze in questo campo. Io non so quale sia la vera origine dei fenomeni medianici: troppe ipotesi e teorie tentano di spiegare l'ignoto avviluppandosi nell'ignoto stesso. Personalmente, però, proprio con l'osservazione e lo studio dei fenomeni medianici - oltre ad aver vissuto alcune esperienze importanti - sento di aver raggiunto un migliore equilibrio interiore e una maggiore serenità. Piaccia o no ai detrattori, di ambo le parti! "  

                    Un corretto approccio  


    La ricerca nell'àmbito del paranormale in genere, e della  medianità in particolare, comunque deve essere condotta con  
 massima razionalità e senso critico: occorre affrontare con  metodo ogni aspetto dei fenomeni psi. Quello che voglio affermare è che solo attraverso uno studio serio, sofferto, senz'altro non facile, con metodo, con razionalità, potremmo forse capire un qualcosa di questo fantastico mondo che ci circonda, e di quello che si presume ci stia attendendo. Sarebbe facile, da parte mia, alimentare quello che spesso è solo  un'illusione. Dal 1976 mi occupo di fenomeni medianici: dopo moltissime esperienze dirette  e molte letture posso dire che di veramente spiritico, nelle estrinsecazioni medianiche, probabilmente non vi è molto.  Tuttavia, anche se quanto appena affermato può sembrare un po' pessimistico, se noi abbiamo la forza morale di non autoingannarci, ma di studiare e approfondire con serietà l'argomento, sapremo cogliere quegli indizi essenziali che la medianità ci offre a favore della sopravvivenza!
    Un passo dello psicologo umanista Erich Fromm così recita:  

    «La storia della scienza è una storia di errori: è nella natura del progresso scientifico che un errore venga sostituito da un nuovo errore. E tuttavia, in questa sequela di nuovi errori che prendono il posto di vecchi errori, il pensiero scientifico va avanti. La parola definitiva, la verità ultima non esistono. Ciò che conta è la differenza fra un errore produttivo e un errore sterile, e la storia della scienza è una storia di errori fertili e di fertili verità.» (8)  
    Cerchiamo perciò di costruire qualcosa, tutti noi, per la  "ricerca in ciò che trascende il nostro ""scontato"" quotidiano. Sia nel campo della parapsicologia, sia in quello più difficile e controverso della medianità, nell'unità o nella divisione,  come ricercatori isolati o in associazioni di studio, non importa: ognuno per la propria strada, ma seriamente e costruttivamente. Ognuno di noi abbia la costanza di procedere, al di sopra delle critiche, delle avversità e anche delle derisioni. Ognuno di noi abbia la forza di seguire ciò che in ultima analisi è un anelito spiritualista, ciò che anche il  buon Cassoli afferma essere «un belato dell'anima»... In una società dove ben altri sono gli interessi della maggioranza, immersa nella cieca materialità, ognuno di noi, infine, sia perseverante nella ricerca - come diceva Erich Fromm - tra errori fertili, e fertili verità! "






                                        STEFANO BEVERINI



    Note bibliografiche

"1 - Mackenzie, W. ""Considerazioni terminologiche"", in Metapsi-          chica  moderna,  Genova,  I Dioscuri,  1990  (2ª ed. it.), "
    p. 155-156.
"2 - Bozzano, E. ""Il significato filosofico del dubbio"", Luce e           Ombra, 1929, p. 165."
3 - Di Simone, G.   Rapporto dalla dimensione X,  Roma,           Mediterranee, 1973, p. 317-318.
4 - Murphy, G. e Ballau, O.    William James of Psychical           Research, New York, Viking, 1960, p. 310.
5  - Beverini, S.  La telescrittura:  il bicchierino, la psico-
    scrittura e i disegni automatici, Genova, I Dioscuri, 1990.
6  - Beverini, S. Ibidem.
7  - Beverini, S. e Nacucchi, D. Il mondo  dello  spiritismo,
    Roma, Mediterranee, 1991, p. 97-99.
8 -Fromm, E.  Personalità, libertà, amore,  Roma, Newton      Compton, 1980, p. 75.