Le processioni dei morti



                     di STEFANO BEVERINI



    Pozzolengo: un piccolo paese in provincia di Brescia che fu teatro, insieme a San Martino e Solferino di storiche battaglie risorgimentali. A Pozzolengo - narrava la mia nonna acquisita - accadevano degli eventi insoliti nella vecchia casa di famiglia. La dimora, tra l'altro, era ubicata vicino alle mura di un imponente castello medioevale. In una stanza dell'abitazione era stato collocato un antico arcolaio, per dipanare le matasse di lana. Durante la notte, dalla stanza vuota e chiusa a chiave, proveniva il rumore caratteristico del bindolo che girava. Eppure nessun vivente gli imprimeva il movimento.
    Ma il fenomeno più caratteristico si svolgeva nei pressi del castello: un corteo di anime di defunti. Era stato osservato diverse volte tra lo sbigottimento generale. Le processioni dei morti, infatti, appartengono sia al folclore italiano, sia a quello europeo, e assumono una diversa denominazione  secondo la zona geografica. Gli abitanti di Pozzolengo, come detto, vi avevano assistito più volte.
    Comprensibilmente angosciati, ne tentarono un'interpreta- zione razionale, ipotizzando una sorta di proiezione cinematografica nell'etere. Mi scusino i detrattori: penso che a quell'epoca non ci si potesse avvalere di sofisticate tecniche olografiche tridimensionali a raggi laser (siamo nelle seconda metà dell' Ottocento). Com'è difficile accettare tutto ciò che non è riconducibile alla stretta osservanza delle leggi fisiche conosciute!
"     Nel corso della prima guerra mondiale, alcuni ufficiali inglesi avrebbero visto, sui campi di Azincourt, un gruppo di antichi cavalieri (gli ""Angeli di Mons"") accompagnare la colonna in marcia. Anche in questo caso, per spiegare il fenomeno, venne avanzata un'ipotesi analoga a quella degli abitanti di Pozzolengo. Gli Angeli di Mons divennero quindi una sorta di ""effetto speciale"", ante litteram, appositamente studiato per intimorire le truppe avversarie. In queste circostanze mi sembra proprio che sia la fantasia a superare la realtà! "
"     Torniamo ancora indietro nel tempo, nel 1500. Geiler von Kaisersberg - autore delle prediche strasburghesi Die Emeis - affermava che, durante le «tempora di Natale», si manifestava l' ""esercito furioso"". Era costituito da coloro che erano morti prematuramente, come i soldati durante una battaglia. Queste anime sarebbero state costrette a vagare, finché non fosse terminato il periodo che dovevano trascorrere sulla Terra. "
    Anche le anime dei suicidi, secondo l'occultista francese Gérard Encausse, alias Papus, avrebbero un'esperienza terrena, fino al giorno stabilito per la morte naturale. Trattandosi però di una colpa, sarebbe un vero e proprio supplizio di Tantalo. Il suicida resterebbe legato a quel corpo che credeva di aver abbandonato per sempre, tormentato dalla sete e dalla fame fisica.
    Ancora nel 1500, le antiche cronache parlano delle processioni dei morti, che avvenivano a Burseberg, nel Tirolo. Sembra che queste anime si presentassero nelle notti del giovedì e del sabato. Si tratta di psicometria d'ambiente? Di proiezione Akashica? Oppure sarebbero proprio defunti ancora legati, per vari motivi, allo stadio terreno?
    Probabilmente quanto osservato già da tempi remoti, rientra nella famiglia dei fenomeni di infestazione, le cui cause - nonostante le molte ipotesi - sono a tutt'oggi sconosciute. Il folclore ne ha indubbiamente arricchito le descrizioni, come inevitabilmente accade per le credenze e le paure popolari. Il resto lo hanno aggiunto i secoli, per le storie più antiche. Ma irridere, con maggior diletto se si tratta dell'occulto, le tradizioni popolari folcloristiche, magiche o paranormali, senza cercare di capirne il significato, equivale soltanto a una sterile dimostrazione di snobismo culturale.


                                       Stefano Beverini