Medianità-E'possibile comunicare con inostricari scomparsi?


"Laura Paradiso: la ""Corriera"" dell'aldilà"



di STEFANO BEVERINI







La morte appare spesso come una barriera che improvvisamente impedisce la prosecuzione di un dialogo. A volte, però, il dialogo continua...
"Alessandria, marzo 1993. Ero incerto sulla scelta dell'argomento da presentare in quel convegno. Nonostante avessi una certa esperienza come relatore, per la prima volta ero stato invitato a un Seminario del Movimento della Speranza. Per chi non lo sapesse, il Movimento è nato a Cattolica, nel giugno 1987, dall'incontro di alcune persone, soprattutto genitori, che hanno perso prematuramente i loro cari. Il gruppo si è ampliato a tal punto da abbracciare oggi migliaia di persone, in Italia. Molte di esse affermano di ricevere comunicazioni dall'aldilà, in genere tramite la scrittura automatica, la telescrittura e la psicofonia. Ho vissuto tre giorni immerso nella sofferenza, nella tragedia e nella ritrovata serenità di quelle persone. E' stata un'esperienza ""forte"", coinvolgente. Un qualcosa che mi ha fatto comprendere la fondamentale necessità di porre l'essere umano al di sopra di ogni discettazione più o meno scientifica. L'uomo con i suoi grandi dolori, e le sue piccole gioie. Di fronte a messaggi medianici che allontanano la disperazione, per sostituirla con la speranza, che senso ha rivestire i panni del parapsicologo rigorista? Ciò non vuol dire abbandonarsi a un ingenuo e acritico fideismo, ma saper e poter cogliere i ""segni dello spirito"" con più semplicità, e meno accademica presunzione."
Quella strana psicofonia...  
Conoscevo già Laura. Ma fu in quella sera del 5 marzo, in quel congresso, che ebbi finalmente l'occasione di assistere alle sue esperienze, al suo fianco. Siamo in una saletta dell'albergo, intorno a un tavolo, con cinque o sei persone, mentre innumerevoli altre aspettano il turno per entrare. A ognuno Laura dedica circa quindici, venti minuti, fino a notte fonda. Ho visto madri, padri, mogli, figli... piangere, gioire, confermare le cose intime che venivano dette.
 Il metodo di Laura Paradiso è semplice e abbastanza insolito. Utilizza un piccolo registratore. Di fronte a lei fa deporre una foto del defunto. Chiede solo il nome e il grado di parentela. Chiama poi il trapassato per nome. Mentre il registratore è in funzione, strofina una biro sulla plastica del contenitore del nastro magnetico in modo da registrare il rumore prodotto. Si rivolge ancora allo  scomparso chiamandolo ripetutamente, e ponendogli qualche semplice domanda. Poi riascolta.
"Sul rumore da lei prodotto sembrano emergere delle parole, delle frasi, delle risposte. Noi tutti le percepiamo, ma è difficile interpretarle. Poi, non è escluso che si tratti del solito, famigerato effetto psicolinguistico. Laura riascolta più volte, facendo scorrere il nastro. Per lei le parole sono chiare, e le riferisce ad alta voce: «Ho di nuovo le gambe. Sono diritto come una spada, adesso» (rivolta alla madre del ragazzo che, prima di morire, era diventato paralizzato e deforme a seguito di una malattia); «Bene avete fatto a fare beneficenza alla mia morte» (altra persona, per cui si era preferito ridurre le spese funerarie, per utilizzare quei soldi per opere di carità); e via via sempre nuovi e precisi riferimenti rivolti all'interlocutore del momento."
Laura ammette che la sua non è vera psicofonia. Lei stessa definisce la sua medianità come una chiaroudienza: il registratore spesso è solo un mezzo per permettere alla sua mente di percepire direttamente le parole. Talvolta, invece, il senso della frase è chiaro per tutti i presenti.
Ancora conferme  
"Avrò modo, l'anno successivo, di osservare attentamente e per alcune ore, le facoltà di Laura. Siamo a Lido degli Scacchi, nel giugno 1994. Il ""rituale"" si ripete per centinaia di persone che si organizzano distribuendosi un numero progressivo per non attendere invano. Laura non si concede riposo. E' sostenuta dal desiderio di poter alleviare il dolore del prossimo, di poter trasformare una tragedia in nuova voglia di vivere, di far capire alla gente che si devono ricordare i propri defunti con serenità e gioia, perché la vita continua. Forse è superfluo, ma per chi non la conoscesse, è bene precisare che lei svolge la sua attività  in modo assolutamente gratuito e disinteressato. E con i tempi che corrono, di cupidi mercenari dell'occulto, non è di certo poco!"
"Tornando a quei giorni trascorsi nelle Valli di Comacchio, con Laura le conferme si susseguivano incessanti. Un'entità fa riferimento alle «quote»: sono le quote del costo della tomba che l'uomo non ha voluto dai parenti che avevano curato la moglie. Un ragazzo, dall'aldilà, ricorda alla madre «non mangiare le cozze!»; infatti da vivo era solito togliere le cozze dalla pastasciutta della madre, perché lei non le digeriva. Un altro ragazzo defunto parla di un elicottero (era stato trasportato in ospedale con un elicottero, dopo che era stato colto da malore sulla spiaggia), e aggiunge: «Gli organi, li hai donati, hai fatto bene!» rivolto alla madre che aveva donato alcune parti del suo corpo per permettere ad altre persone di continuare a vivere. Un'altra entità, che in vita era sottoposta a " "continue dialisi, esclama: «Finalmente sono sciolto dalle catene». Un'altra ancora nomina addirittura «la pendola Elettra», nome che era stato assegnato dai membri di quella famiglia al grosso orologio. E via, via, grandi e piccole conferme. E le frasi vengono pronunciate di volta in volta, proprio alla persona giusta, senza confusione tra chi ha preceduto e chi seguirà nel consultare Laura. Non si tratta solo di una possibile telepatia: alcuni elementi sono totalmente ignorati dal consultante, che ne prende nota, in attesa della verifica che puntualmente ne seguirà. Oppure precognizioni, come con quella signora a cui venne sconsigliato il viaggio in Olanda: «Non andare, ci sarà un incidente aereo». E così avvenne; la donna, fortunatamente, aveva rinunciato al viaggio. Oppure il caso di Luciano Marconi, giornalista della Televisione Svizzera di Lugano, il quale chiese notizie del defunto Giuseppe e ricevette prontamente un messaggio appropriato, che iniziava: «Sono Franco... »; aveva mentito sul vero nome per mettere alla prova le facoltà di Laura."
Il passeggero speciale  
Vi sarebbero altre conferme da raccontare, ben più significative e complesse, corredate di nome e cognome dei protagonisti. Ma sono già riportate nel libro autobiografico di Laura Paradiso , e in un'altra recente pubblicazione .  Un caso, tuttavia, voglio ugualmente  riproporlo, perché non solo rende l'idea della complessità di alcune manifestazioni vissute da Laura, ma soprattutto evidenzia una volontà direttrice autonoma ed estranea ai presenti. Parlando di questo esempio in un'intervista per un'emittente di Domodossola, verso la metà del '93, mi sono espresso a favore dell'intervento spiritico, e di quest'idea sono rimasto. Il caso piuttosto complesso, che sono costretto a riassumere nei tratti essenziali, viene esposto per esteso nel libro citato .
Rita e Michele d'Antonio, di Napoli, hanno perso Nunzio, il loro figlio di vent'anni. Alcuni giorni dopo la morte, la madre lo sognò, e le rimase impressa una frase: «Mamma, stai tranquilla! Tramite una donna che tu incontrerai, io ti darò una grande prova. Lei esiste, ma tu la devi cercare». Finalmente i coniugi d'Antonio riuscirono a invitare a casa loro Laura Paradiso, attorniati da parenti e amici, ciascuno con un proprio lutto. Quando arrivò il turno di Rita e Michele, Laura percepì una lunga frase al registratore, e la ripeté a voce alta, anche se non ne capiva il senso. Un amico presente, Gino, impallidì ed emozionato raccontò la sua storia, in relazione con la frase ricevuta.  
Gino è un conducente di autobus. Durante una delle sue consuete corse notturne, per un lungo tratto i passeggeri abituali erano sempre due. Quindici giorni prima dell'arrivo di Laura, nel suo solito tragitto, un ragazzo fece fermare il mezzo e salì. Nonostante fosse gennaio, indossava solo una maglietta a maniche corte e un paio di jeans. Gino notò che il giovane aveva una grossa catena d'oro al collo, con un crocifisso. Temendo che fosse un balordo, non lo perse di vista dallo specchio retrovisore. Il ragazzo non fece il biglietto e chiamò la fermata al cimitero di Trentola, dove scese.  
Il giorno dopo, in casa di una coppia di amici, Giulia e Gennaro, l'autista riconobbe il ragazzo in una fotografia, vestito nello stesso modo. Era il defunto figliolo dei comuni amici Rita e Michele. Gino sosteneva di non essere un visionario, ma gli risposero che, al giorno d'oggi, i ragazzi si assomigliano un po' tutti. La notte seguente egli domandò ai due abitudinari passeggeri se si ricordassero dello strano ragazzo. Con sua grande sorpresa entrambe le persone non avevano visto salire nessuno, e si erano domandate per quale motivo Gino avesse fermato il mezzo e aperto le porte per ben due volte senza alcun motivo, di cui l'ultima proprio di fronte al cimitero! Ebbene, a farla breve, ecco la frase pervenuta a Laura:  

«Ho contattato un papà per dare conferma di vita a tutte le mamme. Dallo specchietto mi guardava. Non ho pagato il biglietto perché ero un passeggero speciale.» 


Una donna, una madre, una medium.



Ma chi è Laura Paradiso? E' una donna la cui vita si è completamente trasformata. Moglie, madre e nonna felice, nulla le mancava nella sua Noto, in Sicilia, dove tuttora risiede, tra un viaggio e l'altro. Poi, la terribile prova: il figlio Corrado, di ventisette anni, muore in modo tragico, inaspettato. Subito lo sconforto, forse anche la rabbia, poi la ritrovata serenità e una fede incrollabile. Narrare la storia di questa donna eccezionale non  è possibile. Lo fa lei stessa, nel suo libro che ho menzionato e in una videocassetta , i cui proventi sono devoluti in beneficenza. Il suo scritto è lieve ma coinvolgente, anzi direi struggente, e nel leggerlo ho percepito qualcosa che in me si frantumava. Ho avuto netta la sensazione che la ricerca svolta con più o meno esasperata razionalità sia di poco valore, in rapporto all'interiorità dell'uomo. E anche il sospetto che, di fronte a certe esperienze di medianità, poco possiamo fare con un approccio scientifico: possiamo solo osservare ciò che ci induce a credere in qualcosa che ci sovrasta.
"Laura Paradiso è anche una delle maggiori esponenti di quel Movimento della Speranza che ho citato all'inizio. Suo figlio Corrado è stato il primo a comunicare con lei e a rivelarle la sua grande medianità, che si manifesta non solo con il registratore, ma anche tramite altre percezioni paranormali (sogni, visioni, intuizioni... ). I suoi ""spiriti"" l'hanno soprannominata «la Corriera dell'aldilà». Proprio all'insegna di questa singolare definizione si svolgono oggi i suoi continui viaggi, tra un congresso e un invito presso l'una o l'altra famiglia, in giro per l'Italia, a lenire il tanto dolore provato da chi ha prematuramente perso un caro congiunto."
Vorrei concludere, però, esortando tutti coloro che hanno avuto un proprio lutto a non attendere l'incontro con una Laura Paradiso, o con altre persone o eventi che possano offrire un segno della sopravvivenza dello spirito, per sollevarsi dalla disperazione. Se veramente crediamo nella continuità della vita e vogliamo bene ai nostri cari scomparsi, pensiamoli con serenità e abbandoniamo il desiderio di voler comunicare con loro a ogni costo, spinti solo dal nostro egoismo così tipicamente umano.

                                   Stefano Beverini

Note bibliografiche:

(Mediterranee), 1994.
Convivio, s.d.
 Paradiso, L. Op. cit., p. 131-133.
 Paradiso, L. Op. cit., p. 132.

(Videocassetta) Edizioni Antropos (via Barchesi 33, Ravenna).