Stefano Beverini


Cabala e medianità

Nei meandri di antiche conoscenze
-  Il fine dell'uomo -  La storia
e la dottrina.





" Siamo stati in tanti a leggere il Pendolo di Foucault, di Umberto Eco, cult sull'occulto romanzato che ha permesso anche al profano di sbirciare insoliti segreti. La Cabala, nel libro, è uno degli argomenti più diffusi, e lo stesso computer ""Abulafia"" (non poteva che chiamarsi così!) viene utilizzato per scopi certamente non ignorati da alcune frange di cabalisti. Ma perché scegliere proprio il computer, ""ingeritore"" di un'incommensurabile quantità di dati che ci dimostra come il concetto di spazio sia relativo? Già, perché sceglierlo? Certo che i miracoli dell'informatica ci suggeriscono tante analogie... Il binary code, per esempio, si avvale di due soli caratteri: zero e uno; cifre che rivestono anche un grande significato simbolico."

" «E da questo numero dieci o natura creatrice madre (la cifra occulta ""zero"" che sempre procrea e moltiplica con l'unità ""uno"", lo spirito della vita) procede l'intero universo». Ricorda la Blavatsky nella sua Dottrina segreta."


" Dall'ebraico qabbalah (tradizione), nel corso dei secoli oggetto di un profluvio di scritti dei quali non sempre è possibile identificare gli autori: la Cabala è anzitutto un metodo interpretativo delle Sacre Scritture. Soprattutto  della Torah (Pentateuco), per svelarne i reconditi segreti, tramite opportuni criteri numerici e linguistici. Nel medesimo tempo, però, la Cabala offre tecniche di risveglio atte a condurre all'illuminazione. E' un'espressione del tutto singolare che rivela, nel contempo, misticismo, esoterismo e teosofia. "
" Tra gli aspetti iniziali troviamo la letteratura della Merkabah, di orientamento estatico, attraverso cui i mistici della Terra Santa e di Babilonia cercarono di ascendere verso gli heikhalot (palazzi, dimore celestiali). In questa fase subentrano anche componenti magiche e forte è l'impronta gnostica. Vengono infatti menzionati i ""sigilli"", che consentono senza pericoli l'accesso a stati di coscienza superiori, quando visioni mistificatorie avviluppano l'anima che ascende, mentre le entità della distruzione cercano di disorientarla."
" Questo primo periodo è caratterizzato anche dalla stesura del Sefer Yezirah (Il libro della Creazione), testo che offre un'interpretazione mistica delle lettere dell'alfabeto ebraico, poiché in esso si afferma che «Dio creò il mondo attraverso trentadue vie di misteriosa sapienza», corrispondenti alle dieci Sefirot e alle ventidue lettere dell'alfabeto. Esiste una correlazione tra questa cosmogonia linguistica e il magico potere di creazione delle parole e delle lettere, con le quali sarebbe stato animato anche il Golem, simulacro antropomorfo che ritroveremo, con diverse varianti, nell'ampio filone prometeico letterario e cinematografico. Basti pensare al noto Frankenstein di Mary Shelley. Fino a giungere alla moderna fantascienza, di cui un esempio abbastanza recente è il film Il tagliaerbe (1992) ispirato ad un racconto di Stephen King, imperniato sulla realtà virtuale di cui, guarda caso, il protagonista è sempre lui, l'enigmatico computer. I poteri occulti delle parole, poi, non sono solo prerogativa della Tradizione ebraica: li distinguiamo, per esempio, nella cultura indiana."
" Tornando alla Cabala, tra i massimi esponenti del successivo indirizzo profetico e meditativo c'è proprio quell'Abraham Abulafia, che ha dato nome all'immaginario computer di Eco. Egli avrebbe instaurato dei ""contatti"" con L'Essere Supremo, grazie alla contemplazione profonda dei Nomi Divini. La sua ""tecnica"" sarebbe derivata, in parte, dagli ambienti sufici."
" Arriviamo quindi al primo testo propriamente cabalistico: lo Zohar (libro dello splendore), che offre ampie dissertazioni su Dio e l'essere umano, basandosi sull'interpretazione dei versi della Bibbia. Dio è l'Ein Soph, l'Infinito, la Divinità nascosta e senza attributi, tranne quando si manifesta nel processo cosmico. Ciò si riallaccia ad espressioni tipiche delle filosofie orientali, come Brahman Nirguna (privo di attributi) e Brahman Saguna (con attributi). L'Infinito si palesa con l'Adam Kadmon  (Adamo Celeste), e l'Essenza si diffonde in ""vasi"": le famose Sefirot. Esse trasmettono la luce originale e «brillano come lo zaffiro». La luce divina, quindi, ""penetrando"" nel manifestato, attenuerà gradualmente la sua potenza in rapporto alla progressiva ""materializzazione"" del cosmo. Lo zaffiro riveste un posto importante nel simbolismo iniziatico. Il colore azzurro di questa pietra richiama alla mente la famosa Luz, la città celeste di Giacobbe. L'azzurro intenso, inoltre, è anche tra i colori visualizzati in certe esperienze ""ascendenti""."
" Le dieci Sefirot sono in rapporto tra loro, e attraverso l'ultima Sefira, Malkhut, l'uomo può collegarsi alla Shekhinah, la ""presenza divina"". Malkhut è la ""Sovranità di Dio"" che riflette Keter, la ""Corona"", cioè la prima Sefira. Per alcuni autori la distanza tra la prima Sefira e l'Ein Soph sarebbe asintotica. Questo tendere all'Essenza e mai raggiungerla è un concetto presente anche in alcune fonti medianiche."
" La missione dell'uomo - e dell'Ebreo in particolare (perché la Cabala coinvolge direttamente la Comunità di Israele) - è di collegare tra loro Keter e Malkhut. La frattura del mondo celeste con quello terreno e l'interruzione del rapporto tra Ein Soph e la Sua creazione (la Cabala include sia emanatismo sia creazionismo) sono dovute alla colpa di Adamo, che provocò una separazione."
" Nello Zohar inoltre, troviamo l'uso di complessi procedimenti di ermeneutica: il notarikon, per il quale ogni parola costituisce un acrostico, di cui ogni lettera è l'iniziale di un'altra parola; la ghematria, che ricerca le correlazioni tra il valore numerico delle parole; la temurah, che sostituisce alcune lettere di una parola o di una frase, anagrammandole con un significato occulto."
" Nel 1492 le comunità ebraiche vengono espulse dalla Spagna, ma riescono a far rifiorire la cultura cabalistica nell'Alta Galilea, grazie soprattutto alle figure preclare di Moses Cordovero e Isaac Luria. Seguirà un periodo di splendore per il pensiero cabalistico, dove, oltre all'attività speculativa con interpretazioni più o meno complesse - come già era avvenuto in Provenza - c'era anche qualcosa d'altro... Di solito, quando si parla di Cabala, si pensa a tutto fuorché alla medianità. Invece, anche questa ha avuto la sua parte di rilievo. Sembra infatti assodato che ""entità"" si manifestassero tramite alcuni cabalisti, spingendoli a divulgare quanto veniva loro suggerito. Soprattutto dopo l'espulsione dalla Spagna, queste ""entità"" assursero al ruolo di Maggidim (angeli o anime sante). "
" In tempi più recenti, a parte l'imporsi episodico di qualche pensatore, troviamo la discussa opera di divulgazione di Eliphas Levi. Ed è proprio nei confronti del Levi, al secolo Alphonse Louis Constant, che Gershom Sholem (una delle massime autorità nel campo degli studi sulla Cabala) si  espresse con toni ben poco lusinghieri, considerandolo un ciurmatore dalle scarse conoscenze cabalistiche. Non furono esenti da tale perentorio giudizio nemmeno i noti Gérard Encausse (Papus) e Aleister Crowley."
" La scrittura automatica ebbe un ruolo predominante e viene citata da numerose fonti. Joseph b. Todros Abulafia avrebbe redatto addirittura un trattato cabalistico sotto la guida del ""nome scrivente"". I cabalisti utilizzavano dei ""nomi"", menzionati in diversi manoscritti per favorire lo svolgimento del fenomeno. L'antologia Shoshan Sodot tratta esplicitamente della scrittura automatica: il «tracciare segni (hakikah) con la penna» come metodo per risolvere quesiti spinosi. E non è tutto: Joseph Taitazak, nel descrivere una rivelazione ottenuta per via medianica, menziona il «mistico segreto dello scrivere senza mano». Non poteva che trattarsi della scrittura diretta! Tutte queste antiche fonti sono riportate, con dovizia di particolari, nell'opera magistrale del citato studioso Gershom Sholem."
" Tra gli altri fenomeni spiritici vi era il ""tavolo levitante"", che ebbe particolare diffusione in Germania a decorrere del secolo XVI. In queste sedute medianiche ante litteram ci si avvaleva anche della recitazione dei nomi divini e del canto di inni e salmi, come in quelle condotte dagli studenti della yeshivah di Wuerzburg. Numerosi manoscritti cabalistici espongono circostanziate istruzioni per la levitazione dei tavoli. Un motivo in più per rendersi conto come non sia vero che lo spiritismo nacque con i fenomeni di Hydesville. Sempre in tema di medianità, riferendomi al recente insegnamento del Cerchio Firenze 77, i ""Maestri invisibili"" così si esprimono:"

" «Dallo splendore dell'antico Egitto alla sua decadenza, alle dieci piaghe, attraverso la liberazione dalla schiavitù, fino ai prodromi della nuova civiltà: quella Ebraica ... Nei libri exoterici, nelle scritture exoteriche della religione ebraica non si trovano chiaramente espresse queste verità; le troviamo invece nella Kabbala, o libro esoterico, poiché in essa è insegnata la dottrina dell'Uno, della Trinità. ""L'Anziano degli Anziani, l'Anziano dei giorni"" - è detto - non ha forma, ma ha anche forma: ha forma in quanto l'universo è sostenuto a mezzo di essa; non ha forma in quanto non può essere contenuto"" ... Quando all'inizio dei tempi iniziò questo ciclo di manifestazione universale, partirono da lui dieci luci (le tre delle Trinità e le sette del Settenario) le quali tutte insieme formano i dieci Sephirot o attributi divini...»"


" I messaggi medianici, rispetto alle antiche conoscenze, possono essere considerati - a ragione - un insegnamento più semplice. Ma non per questo meno costruttivo: anzi, la maggiore semplicità favorisce la divulgazione di concetti che hanno radici profonde. L'attento studioso, come precisato in un altro passo dei Maestri di Firenze, «saprà riconoscere ciò che è buono...»"









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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

Abelson, J. Misticismo ebraico, Genova, I Dioscuri, 1988. - Ambesi, A.C. e Ferrara, R. I segreti della magia, Torino, Dellavalle, 1972, Vol. I. - Safran, A. Saggezza della Kabbalah, Milano, Mondadori, 1990. - Sholem, G. La Cabala, Roma, Mediterranee, 1982. - Toaff, A. ed E. (a cura di) Il Libro dello Splendore, Pordenone, Studio Tesi, 1988.

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" Nel secolo XIV la dottrina si divise in due orientamenti: la Cabala speculativa e la Cabala pratica. Nell'ambito di quest'ultima ci si occupò di medianità, magia, alchimia, astrologia, fisiognomica e chiromanzia. Le tendenze magiche furono molto seguite e si passò disinvoltamente dalla magia bianca a quella nera, talvolta accostando elementi di entrambe. A tutto questo si aggiunse un coacervo di altre pratiche, come la demonologia araba e la stregoneria tedesca e slava. Questa commistione indiscriminata contribuì a produrre, nella mentalità popolare, l'immagine grossolana e superficiale del cabalista."

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