Stefano Beverini


Advaita Vedanta e medianità

Liberarsi dalle illusioni -  Superare
il senso  dell'io e di ogni dualità -
Identificarsi nell'Assoluto.




" L'essere umano, non pienamente consapevole di quanto gli accade interiormente, condivide spesso le sue giornate con ansie, sensi di disagio, e soprattutto con un qualcosa di indefinibile, un'impressione di precarietà, non sempre allontanata con il pensiero nonostante gli sforzi. Ecco allora il tentativo di esorcizzare angosce occulte e paure inafferrabili con qualche temporaneo palliativo, per ""stordirsi"" o per garantire a se stessi una sicurezza fittizia. Con l'accumulo di danaro, con un corredo di nozioni per una sterile erudizione, con una posizione preminente per dimostrare agli altri un certo potere, e via dicendo. Ma queste non sono le strade giuste, e il disagio rimane... Meglio sarebbe scrutare all'interno di noi stessi, e decifrare quell'insegnamento che da tempo immemorabile ci viene offerto dalle varie religioni, oltre il velo delle loro apparenze. E nelle vie spirituali cercare quel ""filo conduttore"" che ci permetta di vivere meglio la nostra esistenza."
" Il Vedanta, uno dei sei sistemi filosofici ortodossi induisti (Darsana), attribuito a Badarayana, poggia le sue  fondamenta soprattutto sulle Upanisad, poste in appendice ai Veda. I Darsana sono i ""punti di vista"": visioni differenti dell'unica dottrina espressa dai Veda. Ciò in contrasto con la moderna mentalità occidentale, abituata a ragionare in termini di antitesi, anziché di complementarità."
" I sei Darsana sono ritenuti ortodossi perché, pur non facendone strettamente parte, si basano sulla Sruti, ossia sulla Tradizione non umana rivelata dai quattro Veda. Il Vedanta ha tre correnti e tre principali codificatori:"

"1) Advaita (non dualismo) di Samkara;"
2) Visistadvaita (non dualismo mitigato o qualificato) di Ramanuja.
3) Dvaita (dualismo) di Madhva.


" La concezione dualistica ammette la presenza di due principi complementari o contrastanti. Ramanuja, per esempio, considera l'anima individuale come una porzione del Tutto, in una visione mistica che privilegia la bhakti, la devozione al Signore. Il Vedanta Advaita, invece, è dottrina squisitamente metafisica: la sua non dualità esclude ogni contrapposizione, e trascende le illusioni dell'essere umano non liberato, immerso nella visione del molteplice e della separazione. Inoltre presenta strette analogie con parte dell'insegnamento filosofico di alcuni tra i più noti gruppi medianici."

" «Si può dire che lo scopo di tutte le umane esperienze, in ultima analisi, sia quello di superare il senso della separatività e tutto quanto questo senso crea: solitudine, invidia e gelosia, avidità, brama di possesso; quanto più ci si aggrappa alle distinzioni create dall'io e più si creano cause di sofferenza. La nostra futura esistenza non è la continuazione infinita di noi stessi, che è un'illusione, ma l'eternità in cui non v'è separazione, tu e io. E' un sentire che non conosce distinzioni...» (Cerchio Firenze 77: Oltre l'illusione)   126"

" Per giungere alla liberazione non ci si può avvalere solo della conoscenza teorica e delle astrazioni intellettuali, poiché questi sono solo un mezzo, certamente non il fine. Ci si unisce quindi al Brahman attraverso l'""intuizione"" dell'Atman (il ""divino in noi""), che riconosce la propria identità con il Brahman Nirguna (l'Assoluto senza attributi). La mancanza di ""attributi"", però, non è da intendersi come un concetto riduttivo, ma significa andare oltre ogni qualificazione. Lo stato di massima espansione della coscienza è quello in cui conoscente e conosciuto coincidono. Il Nirguna corrisponde perciò a Turiya, la pura coscienza non duale, e al Vuoto (Sunya) del Buddhismo."

" «Quando l'esistenza non sarà più vittima della dualità. Quando avrete riconosciuto l'illusione delle forme. Quando avrete compreso che tempo e spazio non sono che fantasmi, costruzioni, inganni che voi create per necessità, per motivi di qualità. Quando sarete consapevoli che la Realtà ha in tutta la sua varietà di fenomeni un fine, un senso ed un principio che non sono che un'unica cosa. Quando comprenderete che potere non significa accumulare, ma significa essere. Quando comprenderete che la vita non è esistenza ma è essenza, e che l'essere non è divenire ma coscienza. Allora, ecco, avrete compreso che cos'è il piano spirituale, quindi, l'Amore.» (Cerchio Kappa: Verso la scintilla)"
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" «Quando vedrai senza occhi e udrai senza orecchie e più non sarai prigioniero delle creature e dell'illusione, né schiavo del tuo io, sarai la bellezza ed il bello, l'ammirazione e l'ammirato, l'amante e l'amato. Tu vivrai, esisterai realmente.» (Cerchio Firenze 77: Oltre l'illusione)"
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" Come già detto, l'Atman coincide con il Brahman. Ciò è sintetizzato nella nota frase «Tat tvam Asi», tratta dalla Chandogya Upanisad: «Tu sei Quello». E' un'identità che non diviene, ma esiste da sempre. "

" «Il contatto con la divinità non avviene attraverso il pensiero o le manifestazioni esteriori; il contatto, o meglio, la simbiosi con il divino, con il Tutto, dovete cercarla nella vostra interiorità ... Noi siamo scintilla divina ... Dio è in noi, noi siamo l'espressione della divinità.» (Cerchio Esseno: Nuove manifestazioni medianiche)"
169,177
" «Quando l'individuo evolve non muta posizione alcunché: si sposta solo la sua consapevolezza. Pertanto non vi è un accrescersi dell'Assoluto, ma un prendere coscienza dell'individuo, della sua vera Realtà, del suo vero Essere, che è l'Assoluto.» (Cerchio Kappa: Verso la scintilla)"
151

" L'essere umano, dimentico della sua natura divina, si immedesima nel divenire, disperdendosi nel molteplice e soggiacendo a tempo e spazio. L'ignoranza che nasconde il vero è maya se riferita a Isvara (la divinità personale, il Brahman con attributi); mentre in rapporto all'uomo diventa avidya. Maya è il dunque il sonno e sogno di Isvara, che crea l'universo fenomenico. Isvara corrisponde al Dio personale dei diversi credi religiosi."
" Il samsara e l'universo fenomenico sono mera apparenza. Il primo indica lo svolgersi delle concatenazioni di cause e di effetti, per cui il karma vincola l'individuo al ""divenire"". Ma anch'esso è solo illusione."

" «Lo spirito, invece, è essenza purissima, che nulla ha in comune con la materia. E' pura essenza immutabile, che rimane la stessa in tutte le sue manifestazioni.» (Cerchio Esseno: Nuove manifestazioni medianiche)"
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" Le impressioni derivate dai nostri sensi ed elaborate dalla nostra mente sono senza dubbio fallaci. Chi ci assicura, poi, che le esperienze della veglia siano più reali di quelle del sogno? Per il Vedanta lo stato di sogno è forse più importante di quello di veglia. Non solo: nel sonno  profondo si raggiungerebbe uno stato di coscienza corrispondente al Brahman Saguna o Isvara. Ma non siamo ancora al livello del Nirguna, perché sussistono i semi causali, detti vasana. Le vasana sono infatti le impressioni mentali subconsce derivate dalle azioni e dal pensiero, e provenienti dal passato attraverso l'accumulo di karma. E' un concetto più ampio, e ben ante litteram, dell'inconscio descritto dalla psicoanalisi in tempi molto più recenti."
" L'orologio scandisce i ritmi della nostra vita: secondi, minuti, ore... Ma è solo un'illusione per noi esseri umani, che tanto almanacchiamo sulla possibile continuità della nostra esistenza dopo la morte, pensando a un passato già diverso nel ricordo e correndo inquieti verso un ignoto futuro. Ma non ci rendiamo conto che la Comprensione può essere ottenuta oltre la dimensione dello spazio e del tempo. Oltre il divenire. Oltre il giuoco delle illusioni. Solo il supremo Brahman è reale, così ci insegna il Vedanta. «Tat tvam Asi»..."




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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

Mandukya Upanisad, Roma, Asram Vidya, 1976. - Avalon, A. Shakti e Shakta, Roma, Mediterranee, s.d. - Filippani Ronconi, P. L'induismo, Roma, Newton Compton, 1994. - Martin Dubost, P. Samkara e il Vedanta, Roma, Asram Vidya, 1989. - Nikhilananda, L'uomo alla ricerca dell'immortalità, Roma, Astrolabio, 1968. - Ramacharaka, Le religioni e le filosofie dell'India, Genova, I Dioscuri, 1990. - Sadananda, L'essenza del Vedanta, Roma, Asram Vidya,1987.- Samkara,Vivekacudamani, Roma, Asram Vidya, 1989.
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