Il Servizio
Premessa
Per una maggior
comprensione dell'argomento trattato in questa lettera suggeriamo di leggere il
testo "Maestri", prelevabile dall'area FTP del sito
"www.esonet.org". Il file si trova nella sottodirectory
"Varie" della directory Crescere. Per le modalità di lettura o
prelievo del file vedere la Scheda Pratica n. 1.
IL SERVIZIO
Com'è l'amore
vero? (1)
Quando cesserai
di voler riempire la tua coppa di felicità, ed inizierai a riempire quella
degli altri, scoprirai, con meraviglia, che la tua sarà sempre piena.
Paramansa
Yogananda
Per darvi una
spiegazione devo prima spendere qualche parola su come noi intendiamo l'amore.
L'amore non consiste nel scegliere o preferire una persona piuttosto che
un'altra. E' infatti un errore generale chiamare "amore" quel
qualcosa che ci spinge ad avvicinarci ad una determinata persona; questo non è
amore ma un desiderio di pace, sicurezza, armonia. Andiamo infatti ricercando
nell'altro le qualità che ci permettano di abbassare le nostre difese per
godere di un periodo senza timori e di pace emotiva. Questo, nel migliore dei
casi, potrà anche essere un affetto profondo ma non certamente amore!
Pertanto, in
generale, sono le idee personali, costituite da pregiudizi e preconcetti a
creare la maggiore motivazione dei nostri comportamenti, mentre proprio
l'amore, l'amore vero, dovrebbe essere il "motore" che sta alla base
di tutto il nostro operato.
L'amore vero,
quello che porta con sé le qualità che provengono dal cuore, è un'altra cosa.
Sono solo queste qualità che ci pongono al di sopra di ogni discriminazione
religiosa, politica o razziale; ci rendono capaci di evitare pregiudizi e
preconcetti; ci aiutano a non fare mai delle preferenze e donare ad ognuno ciò
di cui ha veramente bisogno.
Questo è il vero
amore! Non basta sentirsi bene con qualcuno per amarlo: bisogna essere
totalmente disponibile per lui quando ne avrà bisogno; questo è l'amore vero!
Ma siccome esistono parecchie realtà, ciascuno di voi è libero di calarsi in
quella che più gli si addice. Io descriverò come noi vediamo la "realtà
dell'amore" a beneficio di coloro che desiderano approfondire questo
argomento.
Per noi l'amore è
uno stato di apertura: il nostro amore è un sentimento uguale per tutti, senza
alcuna distinzione. Discepoli, iniziati e profani, troveranno sempre presso di
noi cibo, acqua, conforto e quell'entusiasmo vitale necessario per poter dare
un profondo significato alla vita.
Dare e ricevere
(2)
Nell'uomo
troviamo l'individualità e la personalità. L'individualità è la parte
spirituale, e la personalità (da latino persona, ovvero maschera) è la parte
transitoria con cui lo spirito si riveste per poter nascere sul nostro pianeta
ed intraprendere una nuova vita.
L'individualità,
può essere paragonata al sole (che è stabile al centro del sistema solare e
possiede luce propria) e la personalità alla luna (che non ha luce propria e
cambia continuamente passando per fasi differenti).
L'individualità,
come il sole, vuole risplendere, illuminare, aiutare e sostenere. Come il sole,
essa dona la sua luce a tutti e non chiede nulla a nessuno. E' disposta al
sacrifico ed alla rinuncia, non trattiene le sue ricchezze e non si irrita se
qualcuno le viene a prendere.
La personalità,
invece, bada solo a se stessa, desidera solo ciò che può farle piacere e agisce
soltanto per interesse. Pensa soltanto a prendere e conservare ciò che ha
guadagnato. Come la luna, che nel cielo diffonde una luce che non è sua, se la
personalità è generosa lo è per interesse o perché quello che dona non le
appartiene.
E, siccome queste
due nature completamente differenti sono insieme nello stesso corpo, l'uomo è
continuamente sollecitato ad andare in una direzione o nell'altra.
L'essenziale, per voi, è decidere da che parte andare...
L'amore ci rende
completamente disponibili (1)
L'amore è la
virtù che ci rende completamente disponibili non soltanto verso gli altri ma
anche verso noi stessi; una disponibilità amorevole nel rinnovarci e nel
cogliere tutte le occasioni valide per verificare il nostro comportamento e, se
necessario, trasformarlo. Dobbiamo essere malleabili ma non troppo facilmente
influenzabili, non ci deve infatti mancare la flessibilità necessaria affinché
il Maestro ci possa "modellare", accentuando così le nostre migliori
qualità potenziali.
Non possiamo
conoscere Dio... (1)
Una meditazione
non potrà mai permettere all'uomo di ritrovare la sua natura divina e, senza
questa esperienza, è impossibile conoscere Dio. L'unica forma di esistenza
spirituale che ci è dato di conoscere è l'esistenza della Gerarchia, per ciò
che concerne Dio ci deve bastare la fede! Il bisogno di conoscere a tutti i
costi sul piano intellettivo e razionale, ci fa spendere delle energie che
potrebbero essere dirette in qualche proficuo lavoro.
Soltanto il
lavoro, fatto nell'intento di aiutare la Gerarchia, creerà le condizioni che ci
collegano ad Essa. E proprio questo lavoro, nel tempo, ci permetterà anche di
incontrarci con Dio.
Molti discepoli
vorrebbero il completo supporto di Dio (1)
Molti individui,
farebbero volentieri qualcosa a favore degli altri, se Dio mostrasse loro la
strada da seguire, li aiutasse a compiere il loro lavoro ed a superare le
eventuali difficoltà. Davvero molti sarebbero pronti a lavorare in questo modo;
un modo comodo in quanto tutto dipenderebbe da Dio, la pianificazione delle
cose che devono essere fatte, l'aiuto per farle ed ancor più la sicurezza che
Lui, nell'eventualità, sarà pronto a risolvere i loro problemi.
L'aspirante, deve
invece comprendere molto bene, che ognuno deve prendersi le sue responsabilità
e maturare quella solidità di pensiero e perseveranza d'azione, che possono
dimostrare la qualità dei nostri sentimenti quando ci troveremo a fronteggiare
la vita, gli uomini o lo stesso Dio.
Dio, volendo,
potrebbe benissimo prendere per mano l'aspirante e guidarlo nel suo lavoro,
però, al primo ostacolo, questi sarebbe pronto a ritirarsi. E, se Dio
eliminasse anche questo ostacolo, e tutti quelli che potessero sorgere in
futuro, l'aspirante non potrebbe trarre alcun giovamento del suo operato, in
quanto non avrebbe agito di prima persona bensì come un burattino gestito dal
burattinaio.
Prima di servire
l'umanità dobbiamo "servire" noi stessi (3)
Il desiderio di
ogni aspirante è certamente quello di poter essere utile, e dunque
"servire" l'umanità intera. Sta di fatto che, prima di poter essere
capaci di fare qualcosa per l'umanità, dobbiamo essere in grado di
"gestire" al meglio quella porzione di umanità che è sotto la nostra
diretta responsabilità: NOI STESSI.
Un individuo, che
lavori coscientemente al proprio autosviluppo e che "prenda in mano"
la propria vita sta già servendo l'umanità: elevando la sua coscienza dai
miasmi del piano astrale fino a raggiungere il piano mentale, egli eleva
comunque l'umanità, essendone un rappresentante.
Per indicare la
strada ad altri, occorre conoscerla molto bene. E' per questo che solo chi ha
già percorso un certo tratto del Sentiero può indicare la via a coloro che
seguono, così come egli segue la traccia già segnata da coloro che lo hanno
preceduto.
Inoltre, ciascuno
di noi ha la diretta responsabilità di tutta la materia che compone i suoi vari
veicoli (corpo fisico, eterico, ecc.). L'evoluzione delle "piccole
vite", che animano gli atomi e le cellule dei nostri veicoli, è infatti
affidata al "modo" in cui noi ce ne serviamo: praticando o meno gli
"insegnamenti spirituali". Se siamo costanti nel portarli nella
nostra vita non solo eleviamo la nostra coscienza ma imponiamo ai nostri
veicoli una "accelerazione vibratoria" che li renderà sempre più
adatti e responsivi all'afflusso di nuove e più elevate energie.
Questa
accelerazione, alla fine di un lungo ciclo di vite vissute sulla terra,
consentirà la "liberazione dell'energia" rinchiusa nella materia dei
nostri veicoli: fenomeno che nei testi di esoterismo viene definito come
"redenzione della materia".
Dunque ciascuno
di noi è in realtà il "motore" di un piccolo universo, apparentemente
isolato dal resto della manifestazione, la cui espressione ed evoluzione
dipendono esclusivamente dalla nostra capacità di identificarci
responsabilmente, sempre di più, con l'aspetto divino che è in noi.
Dedicandosi al
proprio autosviluppo, ogni individuo ottempera ai doveri cui è chiamato e che,
volendo, può gestire fino in fondo. Crescendo e conoscendo sempre di più, potrà
allargare il campo delle sue esperienze e sarà posto di fronte a responsabilità
(o occasioni di "servizio") sempre maggiori.
Come realizzare i
progetti per il bene (1)
Bisogna soltanto
decidere di servire la Gerarchia; questo farà in modo che l'ambiente esterno si
adatti affinché l'aspirante possa conseguire ciò che si è ripromesso di fare.
Così facendo tutto diventa possibile, anche ciò che normalmente non rientra
nella vostra immaginazione! Com'è possibile che ciò avvenga? Può avvenire
perché il chakra del cuore è il luogo in cui si entra in contatto con i Maestri
e l'epicentro delle energie relative alla natura umana.
Lo spirito
dell'uomo, la sua volontà ed il suo amore, focalizzandosi su questo chakra, lo
inducono ad irradiare, attraverso l'aura individuale, le buone intenzioni che
lo animano. Queste buone intenzioni, irradiandosi all'esterno, creeranno i
presupposti affinché vengano ad attuarsi anche le soluzioni umanamente più
impensabili.
Tutti gli
individui che desiderano creare qualcosa o migliorarne un'altra, non importa se
questa coinvolge un gruppo di persone, un Gruppo, una Chiesa, oppure una
Nazione o un uomo politico, è necessario che conoscano il fatto che quando ci
focalizziamo sul chakra del cuore e lo "nutriamo" con le nostre buone
intenzioni, la realizzazione del nostro progetto inizierà ad aver luogo.
Questo può
accadere, perché durante il sonno i nostri veicoli sottili (corpo eterico,
astrale, ecc.), si liberano momentaneamente del corpo fisico e possono così
viaggiare nel mondo astrale dove c'è la possibilità di incontrare altri
individui con le nostre stesse motivazioni e preparare così le condizioni per
un incontro sul piano fisico. Perciò, mentre il nostro corpo fisico giace
addormentato, sarà un raggio del nostro chakra del cuore, che si prenderà
l'incarico di trovare la persona più adatta a lavorare con noi e per voi.
La nostra aurea e
quella dell'altra persona, dopo aver permesso una comunicazione sul piano
astrale, prepareranno la strada affinché ci si possa incontrare fisicamente.
Così succede che a volte si dica: "Ho l'impressione di aver già conosciuto
questa persona". A volte le due aure stanno in comunione tra loro per
parecchio tempo ed insieme elaborano il loro piano di lavoro. Questa è la
ragione per cui due persone possono trovarsi subito in perfetta sintonia; le
loro energie le hanno attirate una all'altra ed esse, insieme, si sentono in
armonia.
Sarebbe assai
utile che questo fenomeno fosse più conosciuto ed utilizzato perché, qualora
sfruttato a fin di bene, potrebbe risolvere molti problemi dell'attuale
umanità. Va notato che molti di questi problemi nascono perché la società
odierna è gestita da uomini che, pur non conoscendo queste cose, le utilizza
molto bene a livello inconscio.
Gli aspiranti,
che dovrebbero sfruttare al meglio queste conoscenze, perdono spesso il loro
tempo chiedendosi se saranno in grado di fare questo o quello, oppure
discutendo sul fatto che Dio esista oppure no! Discutere su tale argomento è
certo un modo molto valido per perdere tempo prezioso e sprecare energie; al
posto di vane parole si dovrebbe coltivare la certezza che il potere della Luce
indirizzata verso il bene è superiore ad ogni altra cosa.
Purtroppo,
invece, proprio quando un aspirante dovrebbe concentrare la potenza del suo
cuore per permettere alla Luce di manifestarsi in opere di bene, ecco che
diventa dubbioso, la sua scarsa fede si spegne del tutto e le sue buone
intenzioni svaniscono come nebbia al sole.
Come possiamo
aiutare i Maestri? (4)
In primo luogo,
insegnare la legge di evoluzione ed il fatto che esistono grandi Anime (i
Maestri, n.d.r.) interamente dedicate al servizio del loro prossimo. La gente
si dovrebbe abituare ai loro nomi e attributi, alla loro opera e al loro
proposito. Si deve anche spiegare come Essi lavorino per la salvezza del mondo.
In secondo luogo,
discepoli e aspiranti devono vivere armoniosamente sotto ogni aspetto ed amare.
Le vibrazioni violente dei nostri ambienti devono essere smorzate con una forte
controvibrazione d'amore, ricordando sempre che, quando operiamo in sintonia
con l'evoluzione, è con noi il potere della divinità stessa, disponibile per
essere usato.
Nulla può
resistere alla pressione costante dell'amore e dell'armonia, quando sono
applicati abbastanza a lungo. Non è lo sforzo spasmodico che conta. E' la
pressione sostenuta a lungo, con costanza e perseveranza, che alla fine
infrange l'opposizione e le mura della separatività.
In terzo luogo,
le organizzazioni esoteriche devono appoggiare tutto ciò che tende all'unità.
Tutti i tipi di lavoro, tutti gli sforzi esterni delle numerose organizzazioni,
devono incontrare cooperazione e assistenza amorevoli. Noi stiamo in un mondo
di sforzo come punti focali d'amore.
Il nostro
obiettivo, dovrebbe essere quello di aiutare i Maestri e dar loro l'assistenza
intelligente, affinché possano realizzare i loro piani per l'umanità. Essi
hanno deciso di operare, per nostro tramite, all'elevazione del mondo, e sarà
solo un'intensificato sforzo spirituale che potrà arrestare l'ondata di male ed
allontanare le difficoltà che stanno in agguato nell'oscurità del caos attuale.
Questo sforzo intensificato dovrà avvenire tramite i Gruppi esoterici.
L'organismo
vivente di aspiranti e discepoli può fornire un centro di pace, di potere e
d'amore, di aiuto pratico e di elevazione spirituale quale il mondo non ha mai
visto. Questa è la speranza. Abbiatene cura voi.
Altri modi per
aiutare i Maestri (5)
Il fatto della
Gerarchia e l'opera svolta dai Maestri mediante i loro discepoli devono essere
indicati all'attenzione pubblica.
Ovunque,
discepoli presenteranno sempre meglio il piano gerarchico di fratellanza, di
vita spirituale e inclusiva, non ripetendo di continuo (come fanno gli stolti):
"Il Maestro mi ha scelto" o "il Maestro mi guida" o
"io rappresento la Gerarchia", ma con una vita di servizio, per
mostrare che i Maestri esistono e sono conosciuti da molti dovunque; che il
piano è di sviluppo evolutivo o di progresso e conduce verso una meta
spirituale intelligente; che l'umanità non è sola, che la Gerarchia vigila e
che il Cristo è con il Suo popolo.
Mostrare inoltre
che nel mondo esistono molti discepoli sconosciuti perché lavorano nel
silenzio, che il nuovo gruppo di Servitori del mondo esiste; che uomini di
buona volontà sono presenti ovunque; che i Maestri non s'interessano delle
personalità, ma che impiegano uomini e donne di ogni atteggiamento, fede e
nazionalità purché motivati dall'amore, intelligenti, di mente addestrata,
magnetici e radianti, capaci di attirare altre persone alla verità e alla
bontà, e non a loro stessi come presunti maestri.
Far conoscere che
i Maestri, non si curano di fare proseliti e si impegnano unicamente ad
alleviare le sofferenze, a promuovere l'evoluzione dell'umanità e ad indicare
le mete spirituali. Non cercano premi per il loro lavoro ne elogi dai
contemporanei, ma solo l'accrescimento della luce nel mondo e lo sviluppo della
coscienza umana.
La benedizione
(6)
La benedizione,
può essere considerata come una proiezione o trasferimento di energia la cui
intensità e potenza sono in relazione al nostro sviluppo spirituale che ci
permette di essere centri di irradiazione. Con la benedizione noi creiamo una
forma pensiero intensa e vibrante che vale come atto di servizio.
Poiché la
benedizione crea armonia, dedichiamo costantemente alcuni minuti al giorno nel
benedire l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo, il cibo che ci dà forza e
salute per mantenerci al servizio nel posto che il destino ci ha messi e nelle
funzioni in cui il Piano Divino ci ha inseriti.
L'energia
spirituale irradiata con la benedizione opera la trasformazione della materia
che, dopo aver perduto le sue qualità di massa, di gravità, purificata,
rigenerata e redenta diventa atta a risalire allo Spirito.
Benediciamo tutte
le persone con le quali veniamo in contatto per ragioni di convivenza, di
lavoro, di rapporti sociali; benediciamo quelli che non la pensano come noi che
ci consentono di apprendere la lezione di superare le paia degli opposti, dei
contrari; benediciamo le creature annebbiate dall'ignoranza, avvinte dai loro
desideri e perciò soggette a sofferenze fisiche e morali; benediciamo quanti a
noi si rivolgono per aiuto ma che non sempre possiamo materialmente soddisfare
in tutto o in parte; benediciamo gli infermi, irradiando su di loro energie
risananti e purificanti.
Ricordiamoci che
nel mondo eterico vi è una schiera di aiutatori invisibili, piccole creature
pronte a servirci, occorre soltanto saperle invocare con la nostra amorevole
richiesta e guidarle verso l'obiettivo col nostro raggio di luce, come un
radar.
Benediciamo il
denaro prima di spenderlo. Il denaro apparentemente è una materia inerte, ma in
effetti esso è energia concentrata e cristallizzata. Dal punto di vista
esoterico esso è un aspetto statico della divina energia che, in certo modo,
può essere considerata come l'immanenza della Vita divina.
I desideri, le
bassezze, le passioni, di cui il denaro è spesso strumento, hanno fatto sì che
ad esso siano attaccate forme pensiero poco raccomandabili. Noi possiamo
neutralizzare le loro influenze negative benedicendo il denaro, imprimendo il
nostro pensiero direttivo affinché sia usato per fini generosi e umanitari, per
scopi leciti.
Potremmo usare
questa benedizione:
Benedico questo
denaro, esso è simbolo di sostanza, di energia divina. Lo purifico e lo redimo
da ogni influsso impuro, da ogni attaccamento, da ogni avidità, da ogni colpa.
Lo apprezzo e lo conservo come dono di Dio, per usarlo solo per scopi buoni,
giusti e opportuni. Nel darlo, ancora lo benedico e ringrazio.
Nella pratica
della benedizione noi operiamo nello Spirito della Carità e della Fratellanza
che non conosce barriere di razza, di religione, di casta e di colore; e se
alla benedizione potessimo aggiungere, nella forma anonima, anche un tangibile
aiuto, ci saremmo avvicinati alla pratica attuazione della spiritualità, alla
esteriorizzazione del Divino in noi dimorante.
Autoesame
Facciamo ora un
piccolo esame per vedere quanto siamo disposti al sacrificio e pronti ad un
servizio disinteressato ai nostri simili:
Siamo disposti ad
eliminare la consuetudine di mangiare i cibi derivati dall'uccisione degli
animali, nostri fratelli minori?
Siamo disposti a
cessare l'uso dell'alcool e del fumo che ci pregiudicano ogni possibilità di
avanzamento spirituale intossicandoci il corpo fisico ed i veicoli superiori?
Quando aiutiamo
qualcuno pensiamo a come ci sarà riconoscente? o lo facciamo per sentirci utili
o importanti?
Quante volte
usiamo la particella "Io", parlando di cose belle accadute a seguito
di un nostro intervento? Ci rendiamo conto che noi non siamo che semplici
strumenti e che il merito spetta sempre a Dio?
Offriamo il
nostro servizio nell'ambito della famiglia o facciamo come coloro che vanno in
giro a curare i figli degli altri quando farebbero molto meglio ad iniziare dai
loro?
Pensiamo forse
che per dare servizio bisogna essere pronti, avere la cultura necessaria,
l'ambiente adatto o un titolo di studio; ed utilizziamo tale pensiero come
alibi per non fare assolutamente nulla nella vigna del Signore?
Riferimenti
bibliografici
1) Ghislaine
Gualdi, Maestro e Discepolo,
Quaderno Sarmoung
n. 16.
2) Riassunto da
La Chiave essenziale,
di Omraam Mikhael
Aivanhov, Edizione Prosveta.
3) Fabio Gatti,
parte dell'articolo La Telepatia verticale,
scritto il
3/8/96, prelevato dal sito "www.esonet.org".
4) Alice Bailey,
L'esteriorizzazione della Gerarchia,
pag. 515-516,
Edizioni Nuova Era, Roma.
5) Alice Bailey,
Il discepolato della Nuova Era, vol. I,
pag. 778-779,
Edizioni Nuova Era, Roma.
6) Giuseppe
Filipponio, Il Loto Bianco, pag. 88,
Centro Verso la
Luce, via Laurentina 622 00143 Roma.