IL MOSTRO DI
FIRENZE
LA PISTA
ESOTERICA
di Giuseppe Cosco
Analizzando
l’insoluto mistero del “mostro di Firenze” ci si accorge che non è stato
sufficientemente approfondito un elemento importante, quello esoterico.
L’assassino (o gli assassini?), preferisce agire in notti calde, non ha ucciso
in inverno e in notti di luna piena. Ha scelto, infatti, sempre notti senza
luna, precedenti o successive la domenica (è un elemento rituale?). Ha agito
tra giugno e settembre e una sola volta in ottobre. Dal corpo delle vittime
donne prende il feticcio cimelio, escissione del pube e/o della mammella (donna
offerta come vittima sacrificale?). Tra gli investigatori che si sono occupati
del caso, c’è chi pensa che le sue vittime sarebbero, in realtà, molte di più
di quelle conosciute.
Gli omicidi
seguono un rituale ben preciso e prestabilito.
Ecco riassunti i trenta anni di delitti, scanditi da date-chiave.Tutto
ha inizio il 21 agosto del 1968. Quella notte vengono uccisi, nelle vicinanze
del cimitero di Lastra, a Signa, una coppia di amanti, il 29enne Antonio Lo
Bianco e la 32enne Barbara Locci (non tutti attribuiscono, tuttavia, questo
primo omicidio al “Mostro”). Sabato, 14 settembre 1974, è il turno dei
fidanzati Pasquale Gentilcore, 19 anni, e di Stefania Pettini 18 anni. La donna
viene colpita con 96 coltellate al torace e al pube. Alla fine l’assassino le
infila, nella vagina, un tralcio di vite (ritualità?). Sabato 6 Giugno 1981,
tocca ad altri due fidanzati, il 30enne Giovanni Foggi e la 21enne Carmela De
Nuccio; alla poveretta viene asportato il pube.
Giovedì 22
ottobre dello stesso anno, è la volta di Stefano Baldi, 26 anni, e di Susanna
Cambi 24. Anche a lei viene asportato il pube. Sabato 19 giugno 1982, vengono
assassinati Paolo Mainardi di 22 anni e Antonella Migliorini di 19. Sabato 9
settembre 1983, è la volta di due maschi (un errore del mostro?) J. Uwe Rush e
Friedrich Meyer, due amici tedeschi 24enni. Sabato 29 luglio 1984, sono
massacrati il 22enne Claudio Stefanacci e la 18enne Pia Rontini, alla ragazza
vengono asportati il pube e il seno sinistro. Domenica 8 settembre 1985, Nadine
Mauriot di 36 anni e Jean Michel Kravechvili di 25, una coppia di conviventi.
Anche in questo caso la donna viene mutilata del pube e del seno sinistro. E’
la prima volta che il mostro uccide di domenica. L’assassino, il giorno dopo,
spedirà un lembo del seno al sostituto procuratore Silvia Della Monica.
In relazione a
quest’ultimo fatto vi è un accadimento quantomeno inquietante. Andiamo con
ordine. Sulla webzine “L’Aspide” (http://www.aspide.org/sommario.htm) è
pubblicata l’inchiesta: “I Mostri di Firenze” firmata da un “Anonimo
cistercense”. All’inizio del documento la redazione spiega: “…siamo rimasti
stupefatti quando una e-mail diretta al nostro Direttore e proveniente da fonte
non identificabile, ci invitava a recarci presso l’antica Abbazia Benedettina
di Trisulti, dove avremmo trovato un plico a noi indirizzato, contenente inedite verità sul/i
mostro/i di Firenze. …il plico esisteva davvero
e, inoltre, prometteva, per il futuro, altre rivelazioni. Il contenuto delle
pagine che seguono è tratto dal plico anonimo che conteneva una perizia
(anch’essa anonima) ‘in merito alla vicenda giudiziaria relativa ai delitti
attribuiti al c.d. Mostro di Firenze, in base ad un’accurata analisi storica’.
Noi la riportiamo, così come l’anonimo ce l’ha fatta pervenire, ed attendiamo
altri sviluppi del caso…”.
E’ in base a
questo documento che riassumo i tre fatti che seguono. L’anonimo redattore ci informa
di un accadimento quantomeno inquietante, pubblicato, spiega, da “La Nazione”,
che riportò solo le iniziali della giovane donna, che narrava quanto accadutole
mentre era in treno nella zona di Scandicci. Il mostro aveva da poco
assassinato i due francesi. La donna racconta che un signore, molto distinto,
di mezza età, le rivolse la parola e le chiese se aveva timore a viaggiare da
sola dopo quanto era accaduto e aggiunse: “Ma lei non legge i giornali?”.
Proseguì dicendole che in quel giorno era stato fatto pervenire al Sostituto
Procuratore Della Monica un brandello di seno di una donna assassinata dal
“mostro”. La ragazza giunse a destinazione e dimenticò quello strano individuo
e il truce racconto con l’orrido particolare. Quando venti giorni dopo, lesse
sui quotidiani della lettera anonima alla dottoressa Della Monica accompagnata
dal lembo di seno ebbe uno choc. Chi era quel misterioso uomo e come faceva a
sapere di quell’altro terribile omicidio con venti giorni d’anticipo?
Sempre dall’anonimo
cistercense un altro mistero. Riassumo anche questo caso. Tra i tanti misteri
relativi al mostro di Firenze vale la pena ricordare quanto racconterà Natalino
Mele, il figlio di Barbara Locci, la prima vittima. Egli era rannicchiato sul
sedile posteriore dell’auto e semi addormentato mentre la madre e il suo amante
Lo Bianco venivano assassinati. All’epoca della tragedia aveva otto anni. Egli
avrebbe lamentato, anni dopo, da grande, di avere nella memoria tanti vuoti,
black-out strani nella loro manifestazione che lo avrebbero convinto e portato
a sostenere che le sue non erano parziali amnesie provocate da choc, ma
qualcosa di diverso, di più complesso. Egli, in sostanza, sosterrebbe di essere
stato vittima di un “lavaggio del cervello”. Se è andata così, chi avrebbe
sottoposto alla tecnica del “brainwasch” il giovane? Non è neppure dato sapere
a cosa è dovuta questa convinzione e neanche se l’essere stato sottoposto a
tale intervento gli fu prospettato, come diagnosi finale, da qualche medico
che, dopo aver studiato il suo caso, si espresse in tal modo. Sta di fatto che
la cosa non fu mai presa nella dovuta considerazione.
Infine l’ultima
vicenda narrata dal misterioso anonimo redattore si svolge quando Pietro
Pacciani, nel ’96, tornò a casa assolto dalla Corte d’Assise d’Appello. Nella
sua abitazione di Mercatale non trovò sua moglie Angiolina. Nessuno sapeva dove
era finita l’anziana donna. Era fuggita o era stata portata via? Per quale
motivo gli avvocati di Pacciani presentarono una denuncia per sequestro di
persona e contro chi? Si seppe che qualcheduno dei vicini di casa vide la
donna, che si dibatteva e urlava, trascinata via di forza, quasi di peso e da
diverse persone. Sembra che la poveretta sia stata internata in una casa di
cura, ma per quale motivo? Da parte del Servizio Sociale o il tutto fu deciso
da personaggi influenti? Sembra anche che il suo internamento sarebbe stato
deciso dal Servizio Assistenza Sociale della USL. Le carte della richiesta di
ricovero e il motivo erano sparite. Sembra che qualcuno abbia voluto far tacere
Angiolina, ma perché? Questo qualcuno è colui che poi ha ucciso Pacciani?
Perché Pietro Pacciani, verosimilmente, è stato assassinato. A marzo 2001 la
procura di Firenze apre un fascicolo contro ignoti sul decesso dell'agricoltore
morto nel '98, mentre era in attesa del secondo processo d'appello.
Tra le tante cose
inspiegabili del personaggio Pacciani vi è la sua incredibile disponibilità
economica che “…iniziava a crescere vertiginosamente proprio a partire dagli anni
del ciclo seriale degli omicidi… lascia effettivamente pensare alla presenza di
un secondo livello, che ordinava i delitti e riceveva le parti asportate alle
ragazze uccise… Questa disponibilità finanziaria e patrimoniale equivale,
secondo i calcoli presentati nel processo da un legale di parte civile, ad una
cifra attuale di circa 900 milioni di lire. Dall’analisi dei movimenti di quel
denaro si poteva constatare che l’acquisto della quasi totalità di buoni era
avvenuto tra il 1981 e il 1987 e, cioè, nell’arco di tempo, in cui erano stati
realizzati i delitti con le macabre asportazioni” (Michele Giuttari e Carlo
Lucarelli, Compagni di sangue, Le Lettere, Firenze 1998). Come poteva Pacciani
possedere tanto denaro? Chi gli ha dato tutti quei soldi e per cosa?
Come spiegare,
poi, tutte quelle strane morti come quella di Renato Malatesta, coniuge di
Antonietta Sperduto, che era stata oggetto di violenze da parte di Pacciani e
Vanni, e padre di Milvia Malatesta, bruciata nella sua Panda con il figlio Mirko
di 3 anni nel 1993? Malatesta fu trovato impiccato il 24 dicembre 1980 nella
stalla della sua casa. Francesco Vinci fu invece trovato morto con un pastore,
Angelo Vargiu, in un'auto nel '93, pochi giorni dopo la morte di Milvia
Malatesta e del suo bambino. Vinci avrebbe avuto una relazione con la
Malatesta. Il figlio di Vinci conviveva con una prostituta, Anna Milvia Mattei,
trovata anche lei uccisa, con il fuoco, il 25 maggio del '94. Cinque morti:
Vinci, Vargiu, la Malatesta ed il bimbo, la Mattei e, forse, il sesto sarebbe
Pacciani. Uccisi da chi? E perché?
E c’è anche il
mistero del pittore C. F.. Di quali segreti è a conoscenza l’artista svizzero,
di spessore internazionale, che risiede in Francia, ma per tre anni aveva
occupato due suites di una villa situata su una collina, tra San Casciano e
Mercatale? Nel citato libro di M. Giuttari, capo della Squadra Mobile di
Firenze dove ha dato una svolta decisiva al caso del “mostro”, portando alla
luce elementi del tutto nuovi che erano stati trascurati e C. Lucarelli,
scrittore di gialli, leggiamo che, tra l’altro, dove visse il pittore furono
trovati: “Armi e un’abbondante documentazione pornografica. C’era un revolver
calibro 38, alcuni coltelli particolari, foto raffiguranti scene pornografiche
impressionanti, molto simili ad alcune scene dei delitti. C’erano numerosissime
riviste pornografiche di edizione francese, disegni e quadri raffiguranti,
prevalentemente, una femminilità violentata e deturpata… I proprietari della
villa e l’artista francese risultano dediti alla magia, così come Pacciani… Tra
il materiale sequestrato, c’era una rivista francese… che riproduceva nudi
femminili con varie menomazioni, come il taglio del seno sinistro e del pube…”
(ibid).
Il pittore,
recentemente, sarebbe uscito di scena. Lui con il mostro di Firenze non
c'entrerebbe nulla. E' soltanto una persona informata sui fatti. Il pittore
sarebbe passato dalla posizione di indagato per detenzione di armi, in un
procedimento collegato alle vicende del mostro, a teste dell'accusa
nell'inchiesta ter sui duplici efferati delitti. L’interesse degli
investigatori ora si potrebbe spostare sulle due donne, proprietarie della
villa di San Casciano. E’ possibile che siano state loro a cercare di scaricare
su Falbriand tutti i sospetti, forse, per sviare l'attenzione degli inquirenti
dalle pratiche poco limpide (magia nera? satanismo?) che si sarebbero svolte
nella villa?
In tutto, i
delitti sicuramente accertati del “mostro di Firenze”, se escludiamo la coppia
di amanti Lo Bianco e Barbara Locci, furono 14. Quattordici è un numero
importante in esoterismo, al punto che qualcuno si è chiesto se può esserci un
riferimento alle morti delle 14 coppie di giovani nel mitologico Labirinto del
Minotauro. Il numero 14 ha l’equivalente nella lettera ebraica nun. Il simbolo
arcano di questo numero, scrive Isidore Koznimsky, è: “…Osiride mutilato. La
mitologia racconta che Set, dopo aver assassinato Osiride, ne tagliò il corpo
in 14 parti” (I. Kozminsky, I numeri magici, Garzanti – Vallardi, Milano
1978). Potremmo, in relazione ai tragici
fatti di Firenze, trovarci dinanzi all’esito di feroci rituali di morte,
commissionati da una potente sètta satanica bisognosa di un certo genere di
feticci. E, poi, c’è la ricorrenza del numero tre, simbolizzante la tripla
natura del mondo e il dinamismo elettromagnetico dell’universo. Ancora
Kozminsky ci informa che: “nelle religioni antiche e moderne predomina la
trinità. Il triangolo ha 3 punte; con la punta rivolta verso l’alto significa
il fuoco e le potenze celesti; con la punta rivolta verso il basso significa
l’acqua e le schiere infernali” (ibid). Il ripetersi del 3 potrebbe stare a
significare una relazione rituale tra questi delitti e l’antico “culto di
Iside”.
Iside, la più
importante delle divinità egizie, è spesso raffigurata, secondo il mito
riferito da Plutarco (De Iside et Osiride, 12, 19) alla ricerca del corpo di
suo fratello, e allo stesso tempo sposo, Osiride, ucciso e poi fatto a pezzi da
Seth e gettato nel Nilo, che la dea restituisce alla vita col suo soffio
divino. E’ anche frequentemente rappresentata mentre tiene in braccio e allatta
il figlioletto Horus. Iside è, pure, la protettrice dei defunti. Essa fu
adorata in Medio Oriente, in Grecia, a Roma e in tutto il bacino del Mediterraneo
come la dea suprema. In tutti i circoli esoterici verrà considerata come
l’Iniziatrice, incarnante il principio femminile, che detiene il potere della
vita, della morte e della risurrezione.
Sua
rappresentazione è la croce cosiddetta ansata o Ankh, oppure nodo. Una sua
valenza infera si è fatta luce nella vicenda di Castelluccio dei Sauri
(Foggia), che ha visto sul banco degli imputati due giovani studentesse,
Annamaria Botticelli e Mariena Sica, per lo strangolamento della loro amica
Nadia Roccia. Si è parlato del ritorno in auge di sètte sataniche, che
celebrano i misteri di Iside associata, in epoca medievale, anche al culto del
diavolo. Assai significativo è, a tal proposito, il ritrovamento, da parte di
studiosi, di un incantesimo dove, accanto al nome di Iside, vi sono quelli di
tre divinità infernali: Ortho, Baubo ed Ereskigal; ciò può voler dire che, se
considerata in relazione alla sua congiunzione con la luna, Iside diventa una
potenza ctonica. Taluni editori hanno inserito un inno magico nella Nékya
omerica, a sua volta interpolata (Odissea XI, 34-50), il potere ctonico di
Iside, tra altre divinità e demoni del mondo dei morti, era invocato da Ulisse
nel visitare il regno degli Inferi. Accanto all’Iside celeste, come si può ben
capire, vi è anche un’Iside infernale, simbolizzata da quella, discesa nel Nun
con la sorella Nefti, per cercarvi Osiride. Kenneth Grant ne: “Il risveglio
della magia” (Astrolabio, Roma 1973), scrive: “la Nuit terrena è Iside, la
Donna Scarlatta…”. Nel diario magico Aleyster Crowley, il mago nero inglese,
annota: “la Donna Scarlatta, cavalcando la Bestia va, bevendo il sangue dei
Santi, adultera, Signora del Mutamento, dell’Energia, della Vita…”. Ecco la
Iside infernale.
L’ anonimo
cistercense, nel documento “I Mostri di Firenze” spiega che “alcuni studiosi,
rimasti inascoltati, portarono l’attenzione sulla vicinanza rituale fra i
delitti del ‘mostro’ e l’antico ‘culto di Iside’. Nella simbologia numerica, tre sono gli
elementi dell’uccidere relativamente al corpo della donna: un’arma da punta,
una da taglio, una da fuoco”. In tale schema simbolico, l’arma da punta fu
utilizzata, post-mortem, intorno al pube di quelle povere donne, per
imprigionare, ritualmente, l’anima nel corpo. Il tre simbolizza anche la
trinità infera. Il sacrificio umano per i satanisti è connesso materialmente
con la forza vitale, col sangue, ed è spargendo il sangue, loro credono, che si
può ottenere quella magica forza, che obbliga anche i demòni a presentarsi
all’officiante. Essi sono convinti anche che bevendo il sangue si acquista la
sua qualità divina. La teoria che sta all’origine dei riti di sangue si basa
sull’identità fra sangue e vita, come attesta la Bibbia (Genesi 9, IV). Il
patto satanico è firmato col sangue perché così si trasmette, loro pensano, al
segno grafico, una parte della propria vita.
Giorgio Medail
durante la sua inchiesta “Italia Misteriosa” venne in contatto con uno strano
personaggio, che disse di aver fatto lunghe ricerche sui delitti di Firenze e,
tra l’altro, affermò: “Esiste una tradizione... secondo cui il sacrificio
migliore per evocare i demoni è quello degli esseri umani. E, infatti, ad
esempio, nella dottrina di Aleister Crowley si afferma che la morte più
favorevole è quella che avviene durante l’orgasmo ed è chiamata ‘mors giusti’.
Perché è scritto: – ...fatemi morire la morte del giusto e fate che la mia fine
estrema sia come la sua –“.
Il giornalista
commenta: “Una simile affermazione non poteva che condurre agli innumerevoli e
ancora misteriosi delitti del ‘mostro di Firenze’ che, guarda caso, colpisce le
sue vittime proprio mentre fanno l’amore. Secondo quest’interpretazione,
infatti, il ‘mostro’ altro non sarebbe che una frangia impazzita di un certo
satanismo che prevede il sacrificio proprio in quel fatale momento. ‘Ci sono -
continua F.B. - nel caso del mostro, tutti gli ingredienti necessari: l’orgasmo
unito al momento del trapasso, il colpo vibrato con la pistola, col fuoco. In
quel momento, si liberano potenti energie, indispensabili per il mago che
rafforza se stesso e il rituale che deve celebrare’”.
Nel caso degli
assassini del mostro di Firenze “chiedo - (scrive Medail, ndr) - vi sono state
orribili deturpazioni delle vittime. Possono anch’esse essere ricondotte a
rituali diabolici?”. “Sì (risponde il suo interlocutore, ndr). Nel caso
dell’omicidio del ‘74 non ci fu l’asportazione del pube. Si pensa che si tratti
di un prologo e il simbolo del tralcio di vite tra le gambe della ragazza
uccisa ce lo conferma. E’ l’inizio di un cammino per raggiungere una Grande
Opera. Nei casi successivi c’è questa asportazione che può voler dire
esperimenti anche chimici sulle secrezioni delle donne che qui in Occidente
sono poco conosciuti”. Il giornalista domanda a F.B.: ”E’ pericoloso dire
queste cose? Lei vuol mantenere l’anonimato...”. “Sì, (è la risposta pronta di
F.B., ndr) si toccano mondi molto pericolosi” (G. Medail, Italia Misteriosa,
Editoriale Albero, Milano 1987).
Taluni esperti
sono sempre più convinti che dietro i “mostri di Firenze” ci sarebbe una
“cupola” segretissima di intoccabili. La torinese Maria Consolata Corti,
regista alla RAI per dieci anni, al giornalista Maurizio Caravella ha
raccontato: “Il mostro di Firenze è un personaggio molto noto e potente, con
una doppia identità, e fa parte di una terribile sètta satanica. Mi ha
confessato che i membri della sètta uccidono l’uomo e la donna nell’atto di
accoppiarsi, per uccidere l’amore e colpire Dio. Mi ha detto anche: - io
strappo il pube o il seno con un coltello milleusi, e lo faccio non solo per
odio, ma perché, secondo la sètta, durante l’atto sessuale il corpo libera
energie di cui ci si può servire anche per curarsi o per aumentare la forza
fisica – “ (“Visto”, n.46, novembre 1990).
Per quanto
concerne la pratica del sesso orgiastico rituale, l’esoterismo spiega la
delicata questione con la necessità, in alcune cerimonie, di liberare e
utilizzare particolari energie sessuali. Kenneth Grant nell’opera citata, al
proposito scrive, in parte riassumendo anche quanto affermato dallo psicologo
Havelock Ellis nel libro: “Studies in the Psychology of Sex), che: “solo
quattordici delle diciassette secrezioni organiche note ai tantrici sono
riconosciute dalla scienza occidentale. (…). Le secrezioni sono, a loro volta,
in relazione con i giorni e le notti delle quindicine oscure e luminose che
costituiscono un ciclo lunare, culminante nella luna piena, chiamata talvolta
il sedicesimo dito della luna. La scienza riguardante queste zone è
estremamente complessa ed è comunicata durante l’iniziazione sotto il velo del
segreto”. A proposito dell’importanza del ciclo lunare, richiamo l’attenzione
sul fatto che i delitti del “mostro” sono avvenuti tutti in periodo di
novilunio.
Altro elemento
importante è la constatazione che i delitti sono avvenuti, quasi sempre di
sabato. C’è da spiegare che il termine “sabba”, dato alle riunioni notturne
delle streghe è etimologicamente identico a sabato. Il sabato, nella tradizione
stregonesca, sarebbe la festa della luna piena (shabat, cessare; la luna cessa
di crescere); più tardi questa festa avrebbe comprese ognuna delle quattro fasi
lunari, ricongiungendosi a quella del settimo giorno. E’ a questa antichissima
tradizione che si riferisce il sabato o sabba della stregoneria. Durante questa
notte, secondo le leggende, avvenivano scene spaventose, orge e profanazioni.
E’ il simbolismo del settimo giorno della creazione del mondo, quando Dio si
riposa e i demoni si agitano. Il sabato, poi, secondo la tradizione
astrologica, è attribuito al pianeta Saturno, il pianeta più oscuro a cui è
stato assegnato il nome di “Grande Malefico”. I segni zodiacali in cui ha
domicilio sono il Capricorno e l’Acquario, opposti a quelli delle
illuminazioni, quindi alla luce e alla gioia della vita. Nelle tradizioni
ermetiche Saturno è un altro nome di Satana.
Dietro i delitti
di Firenze effettivamente potrebbe nascondersi una segretissima lobby satanica
composta da persone eccellenti, innominabili. Segnalazioni, informazioni,
denunce anonime, avrebbero asserito proprio questo, ma, non hanno mai avuto
seguito, data l’enorme rilevanza dei personaggi che sarebbero implicati.
Alchimie infere, che prescrivono l’omicidio e la pedofilia, quella rituale, che
considera un crimine pedofilo come “atto iniziatico”. Vi sono libri su oscure
perversioni, testi come quello di Bernard Sergent (ediz. Payot, Parigi):
“Homosexualité Iniziatique”. Maurizio Blondet, a questo punto, si chiede: “che
non vi sia, al centro d’Europa, un ‘cuore di tenebra’? …purtroppo l’autorità,
anche politica, quanto più s’allontana da Dio, diventa mero potere: e può ben
rovesciarsi in una ‘sacralità’ che ha come centro il culto del Principe di
Questo Mondo, Colui che dà il potere, se placato con sacrifici atroci” (M.
Blondet, Pedofilia e mondialismo, in “La Tradizione Cattolica” n.4 (45) –
2000).
Ritualità estreme
di cui, ogni tanto, si fa velatamente cenno. Il medico e mago, Franz Hartmann,
scriveva che i corpi di quelli, morti violentemente, uccisi, “...hanno grandi
poteri occulti. Essi non contengono vita, bensì il balsamo della vita, ed è
anche una fortuna che questo fatto non sia pubblicamente conosciuto, perché se
persone mal disposte conoscessero queste cose e l’uso che se ne può fare,
potrebbero servirsene per stregonerie e scopi malvagi, e infliggere agli altri
molte sofferenze...” (Franz Hartmann, Il mondo magico di Paracelso,
Mediterranee, Roma 1982, pag. 112). Theophrastus Paracelsus (1493-1541), il
mago del Cinquecento, era anch’esso convinto che ad una persona morta
d’improvviso e violentemente, può essere captato, da un esperto occultista, il
suo corpo astrale e questi se ne può servire per gli scopi più diversi ed
orribili. La dottrina esoterica orientale insegna la medesima cosa. Ritornando
ai delitti di Firenze, forse, il vertice della piramide che ha ordinato quegli
orribili massacri sacrificali è composto da illustri e insospettabili
personaggi, con una vita segreta immersa in mondi di tenebra. Forse, per
risolvere questo terribile mistero, è necessario aprire la porta di questi
inferni.
Giuseppe Cosco
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