IL DIO OCCULTO
DEI TEMPLARI
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All’inizio del
XIV secolo cominciarono a correre strane voci sull’Ordine dei cavalieri del
Tempio, che, ben presto, divennero accuse gravissime: apostasia, idolatria,
sacrilegio, sodomia, stregoneria e omicidi rituali. Tra le accuse più gravi
mosse ai Templari vi era anche quella di adorare orribili idoli dopo aver
rinnegato Cristo, come attestano alcune delle dichiarazioni rese al processo.
Un templare morente, Il 14 aprile del 1309, ad una commissione, dichiarò:
<<Sono stato ricevuto nell’Ordine quaranta anni fa alla Rochelle dal
Fratello de Legione, oggi defunto. Egli mi disse che bisognava rinnegare Nostro
Signore. Non mi ricordo se si servì della parola Gesù Cristo oppure crocifisso;
è tutt’uno, disse lui (sed dixit ipsi testi quod totum est unum). Io risposi
che se anche lo avessi rinnegato sarebbe stato un atto di bocca e non di cuore;
cosa che feci... Il Fratello Legione mi ordinò di sputare su una piccola croce
ed io sputai una volta nella direzione della croce, e non sopra>> (Jean
Marquès-Rivière, Storia delle dottrine esoteriche, Mediterranee, Roma 1984).
Pur se con delle
varianti il tenore delle deposizioni continua in tal senso. Bisogna convenire
con gli scrivani ecclesiastici del secolo XIV, tra i quali Angerius de Béziers,
che i cavalieri del Tempio erano depositari di un misterioso culto <>?
Sembrerebbe ormai assodato che in seno all’Ordine si celebrassero rituali segretissimi.
E’ anche certo "che i filosofi arabi abbiano influenzato i rudi soldati
del Tempio... Se si dice influenza materiale, si intende impregnazione
spirituale ed anche <>, in un certo senso" (Ibid.). Sicuramente
l’Ordine accolse elementi dottrinari e rituali dell’esoterismo orientale. Subì
l’influsso delle confraternite esoteriche musulmane insieme al disegno di
un’unificazione del mondo e di un nuovo ordinamento sociale.
Le altre gravi
accuse, mosse contro l’Ordine, furono quelle di tenere "costumi deplorevoli"
e di adorare i bafometi (teste ed immagini misteriose). Per quanto concerne
questi strani idoli ecco quanto riporta l’accusa lanciata dalla corte romana:
Art. 46 - In
tutte le provincie essi possedevano idoli, teste con tre facce, con una sola o
anche crani umani.
Art. 47 e sgg. -
Nelle loro assemblee e soprattutto nei grandi Capitoli, essi adoravano l’idolo
come un Dio, come il loro Salvatore, affermavano che questa testa poteva
salvarli, che concedeva all’Ordine tutte le sue ricchezze, e che faceva fiorire
gli alberi e germinare le piante della terra.
C’è da
sottolineare che vi sono varie testimonianze e confessioni, sull’esistenza
degli idoli. Questo è uno dei maggiori misteri dei Templari. Alcune
testimonianze conservate nei "Documenti inediti della Storia di
Francia", dimostrano che essi adoravano una <>. Jean Marquès-Rivière
scrive: "Il fratello Jean Taillefer, della diocesi di Langres, dichiarò
che al tempo della sua ammissione, gli era stato mostrato un idolo dalla figura
umana. Ugo di Bures, fratello borgognone, parla di una testa contenuta in un
armadio della cappella. Questo idolo era a suo parere d’argento, di rame o
d’oro, e raffigurava una testa umana con una lunga barba che egli riteneva
bianca.
"Il templare
Rodolfo di Gisi dichiarò di aver assistito ad un Capitolo generale tenuto dal
fratello di Villers, nella diocesi di Troyes, durante il quale il fratello Ugo
di Besancon appoggiò su un banco una testa d’idolo. A quel punto lo spavento
del neofito fu talmente grande, che egli uscì dal Capitolo senza attendere
l’assoluzione. Lo stesso Rodolfo di Gisi, nuovamente interrogato, confessò di
aver visto una testa simile in sette Capitoli, e, a suo dire, l’idolo aveva
un’aria terribile e demoniaca; ogni volta che appariva la testa, egli poteva a
malapena guardarla, perché lo riempiva di terrore" (Jean Marquès-Rivière,
Amuleti, talismani e pantacoli, Mediterranee, Roma 1972).
Altre confessioni
sconvolgenti provano il culto diabolico praticato dall’Ordine ad una strana
testa e ad un ancor più misterioso idolo. Marquès-Rivière precisa ancora:
"Non bisogna confondere la TESTA dei Templari con la statua intera;
Fratello Giovanni di Turn, tesoriere del Tempio di Parigi, confessò di aver
visto l’immagine di un uomo, che a suo parere poteva essere un santo, su una
tavoletta che gli avevano ordinato di adorare. Arnoldo di Goerte, della diocesi
di Saintes, aveva udito parlare di un idolo contenuto nella casa del Tempio di
Rupelle; la deposizione di Pierre Girald di Marsac è più dettagliata, egli
afferma che il suo iniziatore, il fratello Thibault, estrasse dal suo abito una
piccola immagine di donna e gli disse che tutto si sarebbe volto in bene se
avesse avuto fiducia nell’immagine".
Ai commissari
incaricati di istruire il processo, Guglielmo Pidoye, amministratore e
guardiano dei beni del Tempio, "…mostrò loro un grande idolo d’argento
perfettamente dorato che raffigurava una donna. Il testo afferma (Doc. in., t.
II, pag. 218) che su una stoffa rossa attaccata dietro il busto, un biglietto
consumato recava la dicitura: Caput LVIII (58a testa). Matter, nella sua Storia
dello Gnosticismo, scrive: <>. Presto si venne a creare una confusione
fra la testa e l’idolo, e spesso l’una era scambiata con l’altro" (Ibid.).
Va considerato
dopo quanto detto, l’androginia dell’idolo chiamato Baphomet, in quanto, esso
aveva la barba ma anche il seno femminile. Il suo nome è stato oggetto di
diverse interpretazioni. Alcuni lo hanno considerato "una variante di
Maometto (Mahomet, Machomet, Maphomet, Baphomet)" (Massimo Izzi, Il
dizionario illustrato dei mostri, Gremese Editore, Roma 1989). Per altri è
"una abbreviazione di AB PPHibus TEMplum, il Tempio (deriva il suo potere)
dai serpenti" (Ibid.). Tra le numerose scuole e sette di gnostici derivate
da i maestri principali della gnosi Simon Mago, Meandro, Saturnino, Carpocrate,
Basilide, Valentino e Marcione, uno di questi gruppi, gli ofiti, veneravano il
Serpente del Paradiso terrestre. Taluni studiosi, per questo ed altro,
affermano che le dottrine templari procedevano dagli ofiti.
La soterologia
gnostica vede il mondo materiale come una prigione, l’aborto di un dio
inferiore, il regno delle tenebre, quello della Materia-eterna che si
contrappone a quello della Luce, il regno di Dio. Il mondo della materia,
secondo loro, è stato creato dal dio demiurgo (l’artefice) del cosmo che era
"o l’ultimo degli eoni, il più lontano dal Dio-Abisso, o un Demone che
aveva rapito una scintilla della Pienezza divina - il Pleroma - onde animarne
la materia" (Leone Cristiani, Breve storia delle eresie, Paoline, Catania
1957).
Gli ofiti dei
primi secoli cristiani praticavano gli stessi rituali di cui erano accusati i
Templari. Secondo Origene bestemmiavano Gesù Cristo, praticavano la sodomia e
celebravano un culto orgiastico di tipo fallico. L’orientalista Joseph Hammer
affermò anche che: "la leggenda medievale del Santo Graal fosse di origine
gnostica, e che i Templari avessero ripreso direttamente dagli gnostici certi
atti di adorazione a cui si supponeva che la leggenda del Graal avesse dato
origine. (…). Il Graal stesso era per Hammer un vaso gnostico, simbolo della
conoscenza gnostica e senza alcun significato cristiano" (Peter Partner, I
Templari, Einaudi, Torino 1993).
Jean
Marquès-Rivière, nel suo: "Amuleti, talismani e pantacoli", ancora a
proposito del Baphomet, cita Porfirio, che nello Styx, riporta la descrizione
di Bardesane di una statua che "si trovava <>; questa statua
<>".
Maschio e femmina
erano questi idoli. Maurizio Blondet ci informa che "Gershom Scholem ci ha
avvertito che già nella tradizione ebraica maggioritaria <>. E ci ha
spiegato che, da questa paradossale androginia di Dio presa alla lettera, i
seguaci di Sabbatai Zevi hanno dedotto le loro crude pratiche orgiastiche,
<>" (Maurizio Blondet, Gli <> della dissoluzione, Strategie
culturali del potere iniziatico, Ediz. Ares, Milano 1994).
Val la pena di
considerare anche che "Nel processo dei Templari si ebbero due
testimonianze indipendenti e concordanti sull’origine del Baphomet. Questo
sarebbe stato la testa barbuta nata miracolosamente dal coito contro natura di
un nobile signore di Sidone con il cadavere di una fanciulla di cui era
follemente innamorato. De Sede ritiene che questa testa la si possa
identificare con quella celeberrima che si dice essere stata realizzata verso
l’anno 1000 da papa Silvestro II, il dottissimo Gerberto d’Aurillac, testa che
era in grado di rispondere affermativamente o negativamente a qualsiasi
domanda" (Massimo Izzi, Il dizionario illustrato dei mostri, cit.).
L’immagine di un
essere barbuto con le corna è posta sul portale di due chiese, una si trova a
Parigi, è la chiesa di Saint-Méry, l’altra a Provins, è la chiesa di
Sainte-Croix. Il "mostro" è visibile anche su un edificio di
Saint-Briss-Le-Vineux, nei pressi di Auxerre, appartenuto ai Templari. Quali
segreti celava il misterioso idolo? Le supposizioni sono ancora tante ma il
mistero rimane, assieme agli altri che avvolgono l’Ordine. Joseph Hammer nel
suo "Mystery of Baphomet Revealed" identificò il dio bisessuale dei
Templari come una divinità androgina, supponendo che riti sessuali e orge
rituali ne caratterizzarono l’adorazione.
I cavalieri del
Tempio erano molto profondi nella magia e H. Cornelius Agrippa, nel XVI secolo,
disse di loro che erano esperti maghi. E’ se il loro Baphomet fosse stato un
talismano prodigioso che, nella sua androginia, celava l’unione fra le due
grandi polarità del cosmo? Serge Hutin, a tal proposito, racconta la
straordinaria ipotesi di Maurice Magre e cioè che: "i Templari fossero in
possesso di una figura baphometica carica di magico potere, …loro sottratta nel
corso di uno scontro armato tra i cristiani e i mongoli invasori" e per
l’Ordine fu l’inizio della fine.
Giuseppe Cosco
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