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ASTROLOGIA HINDU: RITORNO ALLA TRADIZIONE

di Patrizia Grassi

Conferenza dettata in occasione del primo anniversario della

"Asociación Venezolana de Astrología"

21 Luglio 1996


Prima di esporre i fondamenti della astrologia hindu, è necessario che ci fermiamo a fare un riassunto storico attorno allo zodiaco per poter comprendere da dove provengono le sue differenze e somiglianze con l’astrologia occidentale.

L’origine dello studio dei cieli, non importa come si chiami – astronomia o astrologia - si attribuisce a due delle civiltà piu antiche, la Egizia e la Caldea. Queste culture arrivarono a conoscenze meravigliosamente precise dei cicli celesti con i mezzi a loro disposizione: osservazione, qualche strumento rudimentale e molto ingegno. I sacerdoti studiavano il cielo notturno e annotavano dettagliatamente ciò che vedevano.

I diagrammi celesti più antichi che si conoscano sono datati al secolo XV a.C. Furono trovati nelle tombe dei re di Tebe. Questi diagrammi registrano, a mo’ di calendario, le culminazioni di stelle importanti, cioè il loro passo per il meridiano o lo zenit.

Già nel secolo X a.C. gli Antichi avevano calcolato la durata dell’anno solare studiando la levata eliaca di Sirio, la stella più luminosa del firmamento. Avevano notato che le stelle più brillanti erano le ultime a sparire con la luce dell’aurora. Presero nota del giorno nel quale Sirio tornava a essere visibile proprio prima dello spuntare del Sole e contarono i giorni trascorsi fino alla seguente apparizione eliaca di Sirio. Cosi crearono l’anno di 365 giorni. Il calendario solare egizio è il più antico che si conosca. È composto di 12 mesi di 30 giorni ciascuno. più 5 giorni di festa, e si utilizzava solo per avvenimenti ufficiali.

Per l’agricoltura, avevano composto un calendario-zodiaco basato sulla Luna piena e le attività che si svolgevano intorno al Nilo, il fiume che procurava loro la fertilità con le sue cresciute annuali. Questo calendario fa vedere anche i geroglifici con i quali designavano i mesi e sembra che siano le immagini che dettero origine ai simboli zodiacali che sono arrivati fino a noi.

In Maggio, con la Luna piena nella costellazione del Sagittario, le acque del Nilo erano al livello più basso. I cavalleggeri arcieri potevano guadarlo senza difficoltà e si avventuravano verso nuove terre e conquiste.

In Giugno, con la Luna piena in Capricorno, le acque cominciavano a crescere. Gli animali da pascolo che erano scesi a cercare le ultime erbe, tornavano a risalire verso terre più alte e il fiume cominciava a riempirsi di pesci. Gli scrivani illustravano questo simbolo con un pesce.

Con la Luna piena in Acquario, in Luglio, la piena del fiume era imminente. L’Acquario era per gli Egizi il dio del Nilo - Hapi - che versava le acque e l’abbondanza sulla terra.

Con la Luna piena nei Pesci, in Agosto, il livello del fiume permetteva grande quantità di vita acquatica e pesca abbondante.

In Settembre, con la Luna in Ariete, i campi per il pascolo erano inondati, le greggi si ritiravano nell’ovile e gli ippopotami e i coccodrilli nuotavano liberamente nel fiume. La costellazione dell’Ariete è in relazione con Cetus, il mostro marino, che si trova esattamente sotto l’Ariete in posizione di riposo.

Quando la Luna piena cadeva nella costellazione del Toro, in Ottobre, le acque erano discese sufficientemente per cominciare i lavori di agricoltura. Si aggiogavano i buoi e gli animali si accoppiavano. Il geroglifico rappresenta un fallo, simbolo della fertilizzazione.

In Novembre la Luna piena si trovava nella costellazione dei Gemelli. L’attività più importante era la semina ed il pascolo degli animali. Sotto i Gemelli c’è Orione, per gli Egizi "Il Gran Pastore del Cielo".

In Dicembre, con la Luna piena in Cancro, lo scarabeo sacro poneva le sue uova in una sferetta di sterco e la rotolava fino a luoghi più alti per poi lasciarla cadere con lo scopo di farla compatta. Era il tempo del solstizio d’inverno, quando il Sole arriva alla sua massima declinazione Sud. Lo scarabeo era il simbolo del rinnovamento e della resurrezione, e la sfera di sterco rappresentava il Sole che rinnovava il suo potere dopo il solstizio.

Con la Luna nel Leone, in Gennaio si cominciava a preparare gli utensili per il raccolto. La costellazione del Leone contiene un asterismo in forma di falce che ha la forma della testa del Leone.

In Febbraio con la Luna piena nella Vergine, il grano era già maturo e si mieteva.

In Marzo con il plenilunio della Bilancia il grano era pesato, immagazzinato e venduto. Però era anche il principio dell’anno Lunare e coincideva con l’equinozio di primavera. L’ideogramma rappresenta Chonsu il dio Sole bambino che sta spuntando dalle colline.

In Aprile, con la Luna piena nello Scorpione, il Nilo era disceso quasi al suo livello minimo, ed era il mese più secco e caldo. I venti del deserto portavano malattie e contagi, lo scorpione del deserto si accoppiava e i serpenti emigravano in cerca di acqua. Sopra la costellazione dello Scorpione si trova Ophiuco, il serpentario.

 

D’altra parte, anche i Caldei avevano un calendario Lunare e conoscevano i Saros, periodi 19 anni nel quale i cicli del Sole e la Luna tornano a coincidere, cioè , ogni fase lunare e ogni eclisse accade nello stesso punto del cielo ogni 19 anni. Con questa conoscenza potevano predire con una certa precisione le fasi lunari e le eclissi.

Uno dei contributi più importanti dei Caldei per la definizione dello zodiaco, fu aver notato che quando la stella Aldebaran del Toro esce dall’est, Anrtares dello Scorpione scende all’ovest e viceversa. Aldebaran e Antares tutte e due situate a 15º della loro rispettiva costellazione diventarono le due stelle normali dello zodiaco, quelle sulle quali riporre la propria fiducia: lo dividevano esattamente alla metà. I Caldei furono i primi a dividere lo zodiaco in 12 costellazioni di 30º ognuna. A partire delle 2 stelle di cui si fidavano misurarono le distanze angolari di altre stelle notabili e calcolarono le loro longitudini nelle loro costellazioni. Nel secolo V a.C. i Caldei documentarono le longitudini di alcune stelle: Pollux, 28º Gem.; Regulus, 5º Leo.; Spica, 29º Vir.; Zuben El Genubi e Zuben Eschemali, 20º e 25º Lib. rispettivamente.

I Greci ricevettero la conoscenza astronomica e astrologica dagli Egizi in Alessandria, città che si trasformò nel centro di sviluppo e interscambio culturale più importante di quell’epoca. Nell’anno 331 a.C. con la conquista di Babilonia da parte di Alessandro Magno, le conoscenze egizie si unirono con la cultura mesopotamica. Fino ad allora, l’unico zodiaco conosciuto e utilizzato era quello delle costellazioni.

Euctemone di Atene che visse nel secolo V a.C. aveva concepito un calendario stagionale basato su solstizi e equinozi. Nel secolo II a.C. questo calendario fu usato da HIpparco per definire lo zodiaco tropico o stagionale. lo stesso di Euctemone, Hipparco prese gli equinozi e i solstizi come punti di riferimento e divise la eclittica in 12 parti di 30º ognuna facendo coincidere l’equinozio di primavera col principio dell’anno e il mese dell’Ariete.

Nell’anno 133 a.C. Hipparco scoprì che il punto vernale era retrocesso nell’eclittica rispetto ai dati astronomici anteriori a lui. Calcolò la sua posizione a 5º della costellazione dell’Ariete, però chiamò questo punto Primo grado di Ariete o Punto Gamma (g), e ideò un metodo per misurare le longitudini delle stelle e i pianeti a partire di questo punto. Questo sistema è quello che si usa ancora oggi in astronomia per calcolare la ascensione retta di un astro. Hipparco si servì delle coordinate tropiche per catalogare 800 stelle. Il catalogo di Hipparco sarebbe servito a Keplero, secoli più tardi, per riscoprire la precessione degli equinozi.

Nel secolo II della nostra era, Claudio Ptolomeo, astronomo e astrologo greco, che visse in Alessandria, ispirato fortemente dal lavoro di Hipparco, adottò lo zodiaco tropico/stagionale come l’unico zodiaco e così lo descrisse nelle sue opere monumentali: una astronomica – L'’lmagest - e l’altra astrologica – Il Tetrabiblos. Per caso, nell’epoca di Ptolomeo, l’anno 138 d.C., il punto vernale si trovava a 1º della costellazione dell’Ariete, circostanza che contribuì a identificare lo zodiaco tropico con quello delle stelle.

L’opera di Ptolomeo costituì per secoli il nucleo di conoscenza più completo compilato fino ad allora. L’astrologia che conosciamo oggi in occidente è lo sviluppo dei fondamenti che lasciò Ptolomeo.

D’altra parte in India, circa 10 secoli a.C., si usava un sistema astrologico basato nella Luna e il suo movimento giornaliero.

La rivoluzione siderale della Luna, cioè il tempo che impiega a fare un giro completo e ritornare alla congiunzione con la stessa stella, è di 27 giorni e 8 ore. Da questo ciclo sorsero le Nakshatra o Mansioni Lunari, le quali si identificano con stelle o asterismi.

I principi astrologici dei Caldei – lo zodiaco siderale e la divisione dello stesso in 12 costellazioni - furono adattati dagli hindu al loro sistema di Mansioni Lunari e con questi elementi si sviluppò la base della astrologia vedica. Questa si mantenne isolata dai principi astrologici greci di base solare/stagionale, e conservò l’origine lunare/stellare dei sistemi più antichi.

Come abbiamo visto, lo zodiaco siderale è definito dalle stelle di cui si fidavano Aldebaran e Antares e lo zodiaco tropico dai punti equinoziali, da cui il primo giorno di primavera – 21 Marzo - marca l’entrata del Sole in Ariete, così come lo determinò Hipparco più di 22 secoli fà senza prendere in considerazione che anche questi punti equinoziali si muovono in relazione alle stelle.

Questo movimento, chiamato precessione degli equinozi, è prodotto dal movimento circolare dell’asse inclinato della terra. L’asse descrive un circolo completo ogni 25.760 anni. In questo tempo l’asse va puntando a diverse stelle polari per un certo tempo. Siccome i punti equinoziali dipendono dall’inclinazione dell’asse terrestre, anch’essi fanno un giro completo sullo zodiaco nello stesso tempo, in senso inverso al movimento dei pianeti.

Il punto vernale o equinoziale è quello che segna le ere astrologiche. La durata di una era è di 2.146 anni, tempo che impiega il punto vernale a percorrere una costellazione, a ragione di 1º ogni 72 anni o 50 secondi annuali.

Nell’epoca di Ptolomeo il punto vernale si trovava a 1º di Ariete perciò la differenza tra i due zodiaci era minima. Essi coincidettero esattamente nell'anno 221 della nostra era. Da allora il punto vernale entrò nella costellazione dei Pesci e con il passare dei secoli e andato retrocedendo fino a oggi (Luglio 1996) che si trova a 5º 18’ 27" dei Pesci (SVP Fagan-Bradley). In terminologia calendarica, questo significa che il 21 Marzo il Sole si trova a 5º 18’ della castellazione dei Pesci e gli rimangono da percorrere 24º42’ per entrare nella costellazione dell’Ariete.

Questo spostamento tra lo zodiaco tropico e quello siderale e ciò che in astrologia vedica si chiama Ayanamsa, (Ayana=equinozio, amsa= longitudine).

La differenza fondamentale tra l’astrologia hindu e quella occidentale sta nella utilizzazione dello zodiaco siderale. Perciò le longitudini tropiche dei pianeti e l’ascendente di un individuo devono essere cambiati in longitudini siderali, sottraendo a quelle il valore dell’ayanamsa al momento della nascita. Con questa operazione, le posizioni dei pianeti e l’ascendente saranno dati in relazione alle stelle fisse.

Una delle particolarità dell’astrologia vedica è l’importanza della Luna e il sistema di Nakshatra o mansioni lunari. Le mansioni lunari si trovano anche nell’astrologia araba e in quella cinese come "Manzili" e "Sieux" rispettivamente.

Questo ci ricorda che, per queste civiltà, la Luna è stata l’astro più importante del cielo.

Le Nakshatra sono 27 divisioni dello zodiaco, di 13º 20’ ognuna e riflettono il passo giornaliero medio della Luna.

La mitologia indiana ci racconta che sono le 27 figlie del Gran Progenitore Cosmico Daksha Prajapati le quali. dopo il loro matrimonio con Soma, la Luna, diventarono le depositarie delle influenze astrologiche.

Le Nakshatra costituiscono un sistema astrologico completo: ognuna di loro ha le proprie caratteristiche: un pianeta reggente, una forma simbolica, una deità vedica che la presiede, un genere, una casta, un temperamento, qualità evolutive e involutive, un impulso primario, etc.

Ogni segno o costellazione e conformato da 2 ½ Nakshatra e riunisce le caratteristiche delle Nakshatra che lo formano.

In questo sistema i segni e le Nakshatra sono il campo passivo di influenza, l’energia ricettiva che provvede sostanza e nutrimento all’energia fecondante e attiva dei pianeti.

La posizione della Luna nelle Nakshatra si usa per determinare la compatibilità tra le persone. I transiti della Luna in esse si impiegano nell’astrologia elettiva per scegliere il giorno più adatto per cominciare imprese importanti o realizzare attività specifiche.

Il sistema di predizione Vimsottari Dasa, o periodi planetari, è caratteristico dell’astrologia vedica. Secondo questo sistema, la vita di una persona è sotto l’influsso dei diversi pianeti durante epoche definite da ognuno di essi, e questi si susseguono in un certo ordine. La posizione della Luna nella Nakshatra natale e il suo reggente marcano il periodo planetario principale, o Maha Dasa, nel quale comincerà la sua vita. La durata del primo Maha Dasa dipenderà da quanto sia avanzata la Luna nella Nakshatra natale. Se sta appena entrando, avrà tutta l’estensione del periodo; se sta uscendo rimarrà poco tempo per il primo Dasa. Una volta trascorso il tempo variabile del primo dasa continueranno i seguenti in un ordine e durata definiti.

Sole 6 anni

Luna 10 anni

Marte 7 anni

Rahu (Nodo N) 18 anni

Giove 16 anni

Saturno 19 anni

Mercurio 17 anni

Ketu (Nodo S) 7 anni

Venere 20 anni

Ognuno dei nove Maha Dasa o periodi maggiori, può essere diviso in nove sotto-periodi o Bhukti, governati ugualmente da ognuno dei nove pianeti, e con una durata proporzionale al suo corrispondente periodo maggiore.

Con questo sistema le circostanze e i successi che segnano il tema natale si possono precisare nel tempo. Il tipo di evento da aspettare durante il Dasa-Bhukti di pianeti particolari dovrà essere dedotto secondo la casa occupata dai pianeti e le case che governano.

Un’altra particolarità del sistema vedico è la carta Navamsa che consiste nella divisione di ogni segno in nove parti di 3º 20’ ognuna. Ad ogni Navamsa corrisponde un segno, cominciando dall'Ariete con la Navamsa dell'Ariete nell’ordine zodiacale, ripetuto nove volte nei 360º.

In questa carta si analizza la localizzazione dei pianeti e l’ascendente nelle loro Navamsa per approfondire nell’interpretazione del radix. Da questo tema si può studiare la compatibilità delle persone, il comportamento sessuale, la relazione della persona con la società, la professione: serve anche per rettificare un’ora di nascita incerta. Le Navamsa sono particolarmente utili nell’interpretazione per determinare la forza o la debolezza dei pianeti, il che è imprescindibile per giudicare gli effetti che si potranno aspettare da loro nella conformazione delle caratteristiche della persona, le sue circostanze e le sue reazioni ai periodi planetari.

Non ho fatto riferimento ai segni in se stessi perché nell’astrologia vedica non hanno le caratteristiche proprie che assegna loro l’astrologia tropica occidentale.

Hanno le stesse qualità – cardinali, fissi, mutabili - gli stessi elementi – fuoco, terra, aria e acqua – e le stesse reggenze planetarie tradizionali.

I segni definiscono l’ambito delle case, cioè ad ogni segno corrisponde una casa o viceversa. Tutto il segno sul quale si trova l’ascendente – non importa il grado – è la prima casa, il seguente è la seconda, e così successivamente. Non si considerano le cuspidi e non ci sono segni intercettati.

Le case vediche hanno, in linea generale, gli stessi significati che hanno in occidente, con poche e interessanti variazioni, e nell’analisi interpretativa è ampiamente utilizzato il sistema delle case derivate.

Inoltre le case hanno qualità inerenti ai loro significati, perciò ve ne sono di propizie e di non propizie.

Le propizie sono: 9, 5, 1; seguono le case 10, 7, e 4; poi le case 11 e 3; la casa 2 è neutra; e le case non propizie sono la 6, 8 e 12. Torneremo su questo punto più avanti.

I pianeti sono i 7 tradizionali, e i nodi - Rahu e Ketu – sono molto importanti. I pianeti transaturniani qui non si utilizzano.

In linea generale, le caratteristiche e i significati dei pianeti sono gli stessi conosciuti in occidente.

Nell'interpretazione di un oroscopo, quando si giudica l’effetto di un pianeta si tengono in conto certe regole basilari:

  • Domicilio, esaltazione e caduta.

  • Affinità tra pianeti

  • Pianeti benefici e malefici, sia naturali sia funzionali

  • Aspetti

Spieghiamo brevemente ognuno di questi punti:

  • I domicili sono tradizionali e comuni in ambedue i sistemi. Le esaltazioni e le cadute sono conosciute grazie alla tradizione occidentale però non sono molto utilizzate. I gradi di esaltazione e cadute furono documentati dai Caldei nell’anno 786 a.C. Le ricerche effettuate a questo scopo fanno pensare che questi gradi siano in relazione a certe stelle fisse che aumentano l’energia del pianeta, la ingrandiscono e gli danno potere. Al contrario, i gradi di caduta sono punti ove i pianeti si trovano diminuiti e debilitati.

  • Tra i pianeti ci sono amicizie e inimicizie secondo la loro classificazione in dei e demoni. I pianeti dei sono i reggenti dei segni di fuoco e acqua: Marte, Luna, Sole e Giove. Questi sono amici tra loro e sono ben ricevuti nei segni governati da qualunque altro fra loro.

I pianeti demoni sono i reggenti dei segni di terra e aria: Venere, Mercurio e Saturno. In questo gruppo sono compresi anche i nodi, Rahu e Ketu. Essi sono amici tra di loro e sono ben ricevuti nei segni governati da qualunque altro fra loro.

Dei e demoni sono nemici tra di loro e sono mal ricevuti nei segni governati dai loro nemici.

  • Benefici e Malefici Naturali

Benefici Malefici

Giove Saturno

Venere Marte

Mercurio (associato a benefici) Sole

Luna (forte in luminosità) Rahu e Ketu

Mercurio (associato a malefici)

Luna (debole in luminosità)

  • Benefici e Malefici Funzionali

Questo concetto è in relazione a la reggenza delle case e le sue qualità proprie - fortunate o sfortunate – come abbiamo visto prima. Facciamo un esempio per chiarire questa idea:

Per un ascendente Toro, Saturno è il reggente di 9 e 10, due case molto positive, perciò diventa un benefico funzionale, pur essendo malefico naturale. In cambio Giove, essendo reggente delle case 8 e 11, una molto negativa e l’altra lievemente positiva, diventa un malefico funzionale pur essendo benefico naturale. Secondo questo principio non ci sono pianeti assolutamente "buoni" o "cattivi"; ogni segno ascendente ha i suoi propri.

Riguardo agli aspetti, non esistono similitudini tra i vedici e gli occidentali. Gli aspetti che conosciamo e utilizziamo in occidente sono relazioni angolari tra i pianeti e, in se stessi, alcuni sono armonici ed altri no.

Nel sistema vedico, i pianeti, dalle case che occupano, "guardano" ad altre case specifiche, senza che importi la longitudine all'interno del segno o se la casa su cui dirigono il loro "sguardo" sia o no occupata da un altro pianeta. Uno "sguardo" o aspetto equivale alla presenza del pianeta nella casa aspettata. Le regole sono le seguenti:

  • Tutti i pianeti aspettano la 7ª casa dalla loro posizione. Es.: Venere in Cancro nella 3ª casa aspetta (o guarda) Capricorno nella 9ª, vi siano o no pianeti.

  • Marte aspetta le case 4ª e 8ª dalla sua posizione. Es.: Marte in Toro nella 2ª casa, aspetta Leone (5ª= 4ª della 2ª) e Sagittario (9ª= 8ª della 2ª).

  • Giove aspetta le case 5ª e 9º dalla sua posizione. Es.: Giove in Pesci nella 12ª aspetta Cancro (4ª = 5ª della 12º) e Scorpione (8ª = 9ª della 12ª).

  • Saturno aspetta le case 3ª e 10ª dalla sua posizione. Es.: Saturno in Leone nella 5ª aspetta la Bilancia (7ª = 3ª della 5ª) e il Toro (2ª = 10ª della 5ª).

Gli aspetti non sono né "buoni" ne "cattivi" in loro stessi e il giudizio sull’aspetto deve essere studiato tenendo conto i seguenti fattori:

  • Se il pianeta che aspetta e forte per segno e Navamsa, in esaltazione, domicilio o segno amico.

  • Se il pianeta che aspetta è debole per segno e Navamsa, nella sua caduta, o in segno nemico.

  • Se il pianeta che aspetta governa case favorevoli o sfavorevoli.

  • Se il pianeta che aspetta riceve altri aspetti , è in congiunzione con altri pianeti, è retrogrado o combusto.

  • E, secondo questi fattori si studiano i pianeti e le case aspettate.

A mio parere, la caratteristica più interessante del sistema vedico è la utilizzazione delle pietre preziose che corrispondono ai pianeti e la pronuncia ripetuta di Mantra per propiziare il pianeta che genera difficoltà nelle diverse aree: salute, studi, economia, vita matrimoniale e sociale, problemi legali, evoluzione spirituale, etc.

PIANETA GEMMA

Sole Rubino

Luna Perla / Adularia (Pietra di Luna)

Marte Corallo rosso

Mercurio Smeraldo

Giove Zaffiro giallo / Topazio

Venere Diamante / Zirconio

Saturno Zaffiro azzurro

Rahu Essonite / Granato

Ketu Occhio di gatto

Scegliere e raccomandare le pietre preziose è una faccenda delicata che deve essere studiata profondamente dall’astrologo esperto in quest’arte.

Come abbiamo potuto notare, l’astrologia vedica è un sistema molto complesso che non si può abbracciare o comprendere in poco tempo.

Ho cercato di riassumere qui alcune delle caratteristiche più notevoli di questa scienza millenaria e condividere con voi quello che mi è stato permesso imparare da lei. Resta ancora molto da dire, però il tempo, implacabile Saturno, non lo permette...

Bibliografia

  • Cosmos, Carl Sagan, Editorial Planeta.

  • Los Orígenes Astrológicos, Cyril Fagan. Revista Astrológica Mercurio 3, Nº13 Especial Diciembre 1988, Barcelona.

  • Retorno al Zodíaco de las Estrellas, J. Dorsan. Teorema, S.A. Barcelona.

  • Ancient Hindu Astrology for the Modern Western Astrologer, James T. Braha. Hermetician Press, Hollywood (Florida).

  • Predictive Astrology of the Hindus, Pandit Gopesh Kumar Ojha. B. Jain Publishers Overseas, New Delhi.

  • Aspects in Vedic Astrology, Pandit Gopesh Kumar Ojha & Pandit Ashutos Ojha, Passage Press, Salt Lake City, (Utah).

  • Astrología Lunar, Alexandre Volguine, Kier, Buenos Aires.

  • Astrological Healing Gems, Shivaji Bhattacharjee, Passage Press, Salt Lake City, (Utah).

 

Testo pubblicato su AstroClub http://it.egroups.com/group/astro_club

Testo di Patrizia Grassi - tutti i diritti riservati.-
 


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